Capitolo 13 - Prendere o lasciare!


«Che roba è?» domandò lei diffidente, osservando con la stessa espressione di una donna schizzinosa che avesse appena visto un animale estremamente disgustoso dinnanzi a sé, il fagotto di abiti che l'altro le stava offrendo.

Poe aggrottò la fronte, guardando prima lei e poi gli indumenti che reggeva fra le mani: «Sono vestiti, pensavo fosse evidente.»

«Sono vestiti yaliduniani» precisò lei senza accennare a voler prendere il fagotto dalle mani dell'altro.

«Siamo nel villaggio di Yalidu, quindi si, questi sono vestiti yaliduniani, mi sembra chiaro» confermò Poe, prima di soggiungere: «C'è qualche problema?»

«Io sono una donna del Primo Ordine, una discepola del Lato Oscuro, non indosso abiti yaliduniani. Equivarrebbe ad abbassarmi all'infimo livello di questi insignificanti alieni!»

«Oh, mi dispiace molto per voi, vostra altezza!» sbottò Poe allora di rimando, alquanto irritato dalle presuntuose parole della donna, assumendo un tono di voce colmo di acido sarcasmo. «Ma questi abiti sono gli unici che abbiamo.»

Tacque un breve istante, prima di aggiungere in modo ancora più brusco: «Prendere o lasciare!»

«Lascio» rispose freddamente lei, incrociando le braccia sul petto, quasi lo stesse sfidando a controbattere di nuovo.

Sospirando Poe scosse il capo, domandandosi come quella donna potesse essere così tremendamente esasperante, quindi continuò a tenderle gli abiti, ripetendo: «Sono gli unici disponibili, al momento. Ti conviene non fare troppo la schizzinosa e prenderli.»

«Dove sono i miei?» domandò di nuovo la donna, senza voler cedere.

«Erano sporchi e strappati. Erano quasi inservibili» rispose Poe sempre più spazientito. «Li abbiamo dovuti gettare.»

«Cosa?» urlò allora la donna, scoccando un'occhiataccia rovente al pilota della Resistenza. «Come avete osato?! Voi inutili Ribelli...»

«Stai calma, d'accordo?» la bloccò lui, stanco di sentirla urlare a quel modo.

«No, non sto calma!» continuò lei caparbiamente. «Voi mi avete rapita, mi avete spogliata, mi avete...»

«Curata!» la interruppe ancora una volta Poe, iniziando a urlare a sua volta.

A quell'inatteso scatto di collera da parte dell'uomo, lei smise per un attimo di agitarsi, così Poe continuò, un po' più calmo, ma sempre parlando in tono brusco: «Le donne del villaggio si sono prese buona cura di te, mentre eri svenuta. Dovresti essere loro grata per quello che hanno fatto. Accettare i loro vestiti sarebbe un buon modo per dimostrare il tuo apprezzamento nei loro confronti.»

Tacque un breve attimo, osservando accigliato la donna ancora immobile a pochi passi da lui.

«E ora smettila di lamentarti e prendi questi vestiti!» e così dicendo glie li gettò fra le mani con forza, voltandole poi subito dopo le spalle, furibondo.

«Ti ho detto che non li voglio» tornò a sibilare lei, a denti stretti, anche se con minor convinzione di poco prima, guardando gli indumenti che adesso reggeva fra le mani con disprezzo e furore.

«Okay! Sai cosa ti dico? Fai come ti pare!» esclamò allora Poe allargando le braccia e tornando a voltarsi verso di lei. «Se preferisci restare solo con indosso quella fascia nera per tutto il tempo fai pure. Io non ho nulla in contrario a vederti girare per il villaggio mezza nuda.»

Tacque in istante, poi con maggior calma e con una nota di malizia nella voce, aggiunse annuendo: «Sai, in realtà a pensarci bene potrebbe essere anche molto divertente!»

«Che cosa potrebbe essere divertente?» domandò la donna, pur non essendo sicura di voler conoscere la risposta e sapendo che quella domanda era esattamente ciò che il pilota della Resistenza si aspettava che lei gli chiedesse.

Infatti non appena lei concluse di parlare, l'uomo rispose prontamente: «Chissà gli yaliduniani maschi cosa penseranno di una donna umana che si aggira per il loro villaggio mezza nuda?!» Tacque un istante, quindi squadrandola dalla testa ai piedi, soggiunse: «Magari sei il loro tipo!»

Soltanto al pensiero che uno di quegli esseri potesse trovarla anche solo vagamente carina, le corse un brivido lungo la schiena.

Non le erano mai piaciuti gli yaliduniani.

Erano alieni buoni; creature semplici e a volte un po' sciocche, che si accontentavano di quello che la vita dava loro, senza pretese, vivendo una vita semplice sul loro pianeta.

Probabilmente altri avrebbero potuto trovarli abbastanza carini; se paragonati ad altri alieni, ma per lei invece erano davvero sgraziati e bruttini.

Senza fare altri commenti, lei si guardò attorno per un istante, riflettendo alla possibilità di andare in giro solo vestita con quel poco che aveva addosso.

Ma la repulsione che provava per gli yaliduniani era troppo forte.

Con un sospiro, annuì, volse le spalle al pilota della Resistenza e iniziò a vestirsi in silenzio.

«Ecco, brava. Così mi piaci» commentò lui, poi tacque a sua volta, abbassando lo sguardo verso il pavimento, in attesa che lei finisse di vestirsi.

Non voleva essere brusco con lei, ma quella donna non gli lasciava altra scelta.

Era troppo testarda.

«Mi sento ridicola!» commentò lei a un tratto, finendo di infilarsi la maglia bianca con le maniche ampie e un motivo a disegni e perline sul davanti.

«No. Non è vero. Anzi, devo ammettere che i vestiti yaliduniani ti donano! Sembrano fatti apposta per te!» esclamò alla fine, Poe, quando lei fu pronta e fu tornata a volgersi verso di lui.

«Sta zitto» lo apostrofò lei, incrociando le braccia sul petto.

Sembrava ancora infuriata ma c'era anche qualcosa in lei, nei suoi movimenti che sembravano dire che lei in quel momento si sentiva anche abbastanza imbarazzata.

Aveva iniziato a tenere lo sguardo basso e aveva incrociato le braccia sul petto, come se volesse difendersi da qualcosa di cui solo lei era al corrente.

Forse si sentiva a disagio a mostrarsi con quegli indumenti a un uomo della Resistenza.

Insieme ai suoi vestiti aveva l'impressione di essere stata spogliata della sua forza; del potere intimidatorio che aveva, quando lei indossava i suoi abiti del Primo Ordine e impugnava la sua spada laser di fronte a un nemico.

Ora era vestita come una qualunque donna umana.

Anzi, come una donna umana che aveva rubato vestiti yaliduniani.

«Odio questi vestiti» sbottò all'improvviso, parlando a denti stretti, con astio. «Odio essere ferita. Odio gli yaliduniani e soprattutto...» Sollevò il suo sguardo furente verso Poe, prima di concludere: «Odio te!»

Poe rimase per un attimo a guardarla, per nulla turbato dallo sfogo rabbioso della donna, quindi sollevando le sopracciglia, le chiese con distacco: «C'è dell'altro? Oppure hai finito?»

Lei non rispose, così fu di nuovo Poe a riprendere parola, suggerendole in fretta quasi rudemente: «Ora cerca di riposare ancora un po'! Non potrà farti altro che bene! Forse poi riuscirai a comportarti un po' meglio con chi ti ha salvato la vita.»

«Non ci contare» replicò lei.

Nell'udire le ultime parole della donna del Primo Ordine, Poe si bloccò per un istante davanti alla porta ancora chiusa, le mani strette lungo i fianchi.

Poi, costringendosi a ignorarla, non aggiunse altro, e uscì in fretta dalla stanza, lasciando la donna sola con il suo odio mal riposto e il suo pessimo carattere.

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