Capitolo 10 - Nemici?
«Che stai facendo?» tornò a chiederle l'uomo sconosciuto, senza staccarle lo sguardo di dosso.
«Tu chi diavolo sei?» domandò lei a sua volta, turbata, senza lasciare la presa sul manico della scopa, guardando Poe in faccia come se lui fosse stato uno dei suoi peggiori incubi.
Notando il suo sguardo preoccupato, lui scosse il capo e smise di fissarla per un istante, rispondendo: «L'unica cosa che posso dirti è che non sono tuo nemico.»
«Davvero?» domandò allora la donna, iniziando a squadrare Poe dalla testa ai piedi con un'espressione dubbiosa in volto. «Invece a me sembri proprio uno di quelli della Resistenza.» decretò alla fine, senza mai abbassare la sua arma improvvisata.
Poe sollevò un sopracciglio, domandandole: «Da che cosa l'hai intuito?»
«La tua giacca» lei fece un cenno con il capo in quella direzione. «Porta i simboli della Resistenza!»
«E tu portavi le insegne del Primo Ordine quando ti ho trovata a terra, ferita e priva di sensi» replicò Poe, continuando a stringere l'estremità opposta del bastone impugnato dalla donna, per evitare che lei potesse ricominciare a usarlo come una sorta di rudimentale spada.
«Noi due dovremmo essere nemici!» esclamò allora la donna, scostandosi una ciocca di capelli che le era finita davanti agli occhi, ma senza mai smettere di tenere sollevato il bastone.
«Acuta osservazione» borbottò Poe di rimando.
«Allora smettila di parlare e combatti!»
«Vuoi combattere con quella?» l'uomo della Resistenza parve allibito dalle parole appena pronunciate dalla donna di fronte a lui.
«Sì!» rispose lei decisa, come se quello che aveva appena detto fosse la cosa più naturale del mondo.
«Con una scopa?!» Poe scosse il capo, incredulo. «Sul serio?»
Lei non rispose, così il pilota proseguì esclamando: «Credo che tu debba riposare un altro po'. Stai farneticando.»
Lei lo fulminò con lo sguardo, sbottando: «Sto bene!»
«Io non direi.»
«Ti stai prendendo gioco di me?» domandò all'improvviso lei, stringendo con più forza le mani sul lato del bastone che impugnava.
Poe la guardò per un istante, come per cercare di capire cosa le stesse passando realmente nella mente, poi rispose semplicemente con un: «No.»
Non aveva nemmeno finito di pronunciare quel singolo diniego, che la donna sbottò infuriata: «Sì, invece! Tu credi che non possa batterti con questa?» Accennò con il capo nella direzione del manico di scopa che sia lei che lui stringevano uno da un lato e dall'altro, all'opposto.
«Ma io posso farlo!» concluse lei con assoluta convinzione.
Allora sospirando, Poe annunciò: «Okay. So che probabilmente sei confusa e spaventata, ma non ti sembra di star esagerando?»
«Non sono spaventata!» dichiarò la donna immediatamente, mentre negli occhi marroni le balenava una scintilla di odio che all'uomo non sfuggì affatto.
Lei aveva in mente qualcosa, ma prima che Poe potesse intuire cosa lei volesse fare, quella si mosse in avanti, cercando probabilmente di sbilanciare il suo avversario.
Poe, istintivamente, arretrò un po', senza lasciare la presa sul manico, ma portando contemporaneamente la mano sinistra alla fondina del blaster, un attimo prima di ricordarsi che era ancora disperso, chissà dove, nelle ceneri del mercato.
E lei, in quell'attimo di esitazione da parte del pilota, tornò a muoversi, puntando questa volta alle gambe dell'uomo. Rapida e senza alcun preavviso, la donna si chinò e sferrò un calcio al ginocchio sinistro di Poe. Aveva mirato proprio al ginocchio fasciato, quello già ferito, perciò il più fragile.
Poe, colto alla sprovvista, urlò, lasciando la presa sull' estremità della scopa che fino a quel momento aveva tenuta ben stretta in pugno e cadde a terra, in ginocchio.
Allora la donna, senza esitare un solo istante, con il bastone ora libero fra le proprie mani, roteò su se stessa e andò a colpire il volto dell'uomo che, boccheggiando, cadde a terra stordito.
Quando si rialzò sui gomiti, portandosi la mano al viso dolorante, Poe si ritrovò a fissare a occhi spalancati la punta dell'arma rudimentale protesa verso di lui e la donna che lo guardava dall'alto al basso, come per sfidarlo a muoversi ancora.
«Allora? Adesso hai altro da dire, ribelle?» gli chiese.
«Posso dire solo... complimenti» bofonchiò lui, scuotendo il capo per schiarirsi un poco la vista confusa. Tacque un breve attimo, poi aggiunse: «Sei veloce e furba, ma giochi sporco.»
«Ti ho battuto e l'ho fatto con una scopa!» ribatté lei, quasi non avesse ascoltato quelle sue ultime parole. «Ora risponderai alle mie domande!»
E senza lasciare il tempo a Poe di controbattere, gli appoggiò l'estremità della ramazza sotto al collo, sollevando bruscamente il suo viso verso l'alto, per domandargli immediatamente: «Sei stato tu a condurmi qui? Perché? E chi sono queste donne?» Indicò con lo sguardo le guaritrici yaliduniane che, spaventate dalle sue reazioni violente si erano spostate tutte quante in un angolino della stanza.
«Si, ti ho portato io al villaggio e queste donne hanno accettato di curarti» spiegò Poe. «Loro sono qui per aiutarti.»
"Curarmi?" pensò la donna poco convinta. "Anche lui insisteva con quella stessa storia?"
«Potresti essere loro un po' più riconoscente, invece di cercare di prenderle a bastonate!» continuò Poe, puntellandosi sui gomiti, e cercando di assumere una posizione un po' più confortevole. Sentiva metà della faccia pulsare violentemente, ma cercava di non farci caso.
La donna rimase in silenzio per un breve istante, guardando l'uomo, a terra, come se stesse riflettendo sulle parole che lui aveva appena pronunciato, poi disse: «Non ho chiesto io di essere curata!»
«No, è vero, non l'hai fatto» ammise Poe. «Ma ne avevi bisogno!»
«Tu che ne sai?» ringhiò lei di nuovo irritata.
«Eri mezza morta!» esclamò esasperato lui di rimando.
«Tu menti!» tornò a sibilare lei, sempre più innervosita.
Pareva rifiutare di credere a ogni singola parola che usciva dalle labbra del pilota e non stava nemmeno ad ascoltarlo o a pensare se forse lui poteva dire il vero. Per lei Poe era un nemico; e i nemici mentono e ingannano.
Poe scosse il capo: «Non sto mentendo.» Indicò con un vago gesto della mano le guaritrici yaliduniane che adesso si stavano sparpagliando uscendo di corsa dalla stanza. «E nemmeno quelle donne lo hanno fatto!»
Era evidente dall'espressione sul viso della donna che ella continuava a non credergli.
«No! Voi mi avete catturata perché tu e gli altri della Resistenza avete bisogno di informazioni sul Primo Ordine! Ma state certi che io non ve ne darò!»
«Ascolta, io non sto mentendo» ripeté Poe, cercando di restare il più calmo possibile. «Eri ferita e se ti avessimo lasciato sul campo di battaglia, nessuno si sarebbe curato di te.»
Lei scosse il capo, replicando con una convinzione che lasciò l'altro a dir poco allibito: «Kylo Ren non avrebbe mai lasciato indietro dei feriti!»
«Kylo Ren se ne è andato tranquillamente, ignorando te e tutti gli altri» disse Poe, domandandosi come quella donna potesse riporre tanta fiducia in un uomo come Ren. «L'ho sentito io stesso dare l'ordine di abbandonare i feriti.»
Ricordava ancora quello che era successo mentre lui era nascosto nella piccola via laterale accanto a quelle più ampie del mercato.
Ricordava le parole che Ren aveva detto alla donna Assaltatore.
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