Inspection
Quando Akaza gli aveva proposto quel gioco di ruolo, sfruttando a proprio favore il suo essere poliziotto, Kyojuro non poteva immaginare a cosa sarebbe andato incontro nell'assecondare la sua richiesta. Rientrato dopo una lunga giornata di ronda, ciò che si era ritrovato davanti lo aveva lasciato per un attimo interdetto: Akaza se ne stava seduto al tavolo della cucina, circondato da mazzette di soldi e bustine piene di polvere bianca. Se non fosse stato per il fatto di averne parlato prima, Kyojuro avrebbe seriamente pensato che il suo compagno fosse impazzito, dandosi allo spaccio di sostanze illegali.
Lo guardò contare i soldi come se non lo avesse sentito entrare, pesando le bustine sulla bilancia che aveva proprio davanti, e scosse la testa con fare divertito. Decidendo di stare al gioco e di calarsi nella parte che più gli si addiceva, si assicurò di aver inserito correttamente il blocco alla pistola di servizio che portava appesa al fianco e fece irruzione nella cucina, tenendo l'arma davanti a sé, senza però riuscire a nascondere il sorriso che gli si era dipinto sul viso nel vedere quella scena.
«Metti giù la cocaina e alza le mani!» Gli ordinò, cercando di mantenere il tono di voce alto e autoritario di sempre.
Akaza alzò lentamente lo sguardo ambrato su di lui e sorrise serafico, squadrandolo dalla testa ai piedi mentre sollevava le mani per come gli era stato chiesto, tenendo tra le dita una bustina trasparente e un mazzetto di banconote.
«Agente Rengoku, mi stavo giusto chiedendo quanto tempo ci avresti messo prima di riuscire a trovarmi. Devo dire che sei stato più veloce e bravo di quanto immaginassi, proprio come un cagnolino ben addestrato.» Disse Akaza con tono di sfida, improvvisandosi gangster e vestendo perfettamente i panni del delinquente.
A Kyojuro venne da ridere, ma si contenne e continuò a reggere il gioco al compagno. Gli faceva strano vederlo comportarsi in quel modo, vestito come il peggiore degli spacciatori e sfacciato più del solito, ma doveva anche ammettere che era eccitante al tempo stesso. Akaza gli aveva chiesto il pacchetto completo, quando lo aveva persuaso a provare quel tipo di roleplay, e se prima non era stato molto convinto della cosa, adesso non vedeva l'ora di accontentarlo.
«Ti avevo detto di lasciare andare la cocaina. Sei forse sordo, oltre che talmente stupido da tenere la merce in casa tua?» Gli disse, avvicinandosi lentamente verso di lui e decidendo di maltrattarlo un po', esattamente come voleva lui.
Akaza sorrise sfacciato e temporeggiò un attimo, prima di lasciare andare la bustina trasparente e i soldi per infilare la mano nella tasca della felpa nera che indossava. Tirò fuori una pistola giocattolo e la puntò in direzione di Kyojuro che, su di giri, rispose prontamente, proprio come quando si trovava ad affrontare quel genere di situazioni. Si lanciò in direzione di Akaza e lo disarmò velocemente, senza alcuna fatica; poi, afferrandogli entrambi i polsi, glieli bloccò dietro la schiena e lo spinse in avanti, facendolo finire con il viso premuto contro il tavolino.
Lanciò un'occhiata ai soldi e alle bustine che se ne stavano sparsi sulla superficie lignea e si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere: le banconote erano finte, prese da uno dei tanti giochi da tavolo che tenevano nello sgabuzzino, mentre la cocaina non era altro che zucchero a velo travasato in piccole buste trasparenti. Spostò lo sguardo su Akaza, che lo osservava di sbieco con un ghigno furbo sulle labbra, e sentì il forte impulso di abbassarsi su di lui per baciare quelle labbra curvate in maniera così insolente e sensuale.
Ricacciò momentaneamente indietro quel pensiero, mantenendo il suo ruolo di poliziotto, e mise mano alle manette che portava alla cintura. Gli tirò indietro le braccia e usò le manette per bloccargli i polsi; poi lo afferrò per il cappuccio della felpa e lo costrinse ad alzarsi, usando un po' di forza per far sembrare reale quell'arresto. Reggendolo in quel modo, lo costrinse a camminare in direzione del muro e lo spinse con poca grazia contro la parete fredda, tenendolo fermo per una spalla mentre posava la pistola nell'apposita fondina.
«Siete tutti così violenti, voi poliziotti?» Chiese Akaza, guardando Kyojuro da sopra la spalla, senza perdere il ghigno che metteva in mostra i suoi peculiari canini appuntiti.
«Fa' silenzio e allarga le gambe.» Gli ordinò, gravando su di lui con fare intimidatorio.
«Vuole già andare dritto al sodo, agente Rengoku? Ma non so se posso accettare la sua proposta. Sa', sono impegnato e fedele al mio uomo.»
«Parli troppo, Soyama. Chiudi quella bocca e fai come ti ho detto.»
Kyojuro pronunciò quelle parole dritte contro l'orecchio di Akaza dopo avergli afferrato i corti capelli rosa e averli tirati verso di sé, facendogli reclinare la testa all'indietro. Lo sentì ansimare pesantemente e fremere in maniera incontrollata, mentre si mordeva il labbro inferiore e lo guardava con un'espressione eccitata sul viso. Anche lui avvertì il brivido dell'eccitazione percorrergli la spina dorsale e concentrarsi tra le gambe, dove il suo sesso aveva cominciato a indurirsi al pensiero di ciò che gli avrebbe fatto da lì a poco.
Cercando di mantenere un po' di contegno, Kyojuro gli lasciò andare i capelli e lo mise nuovamente con la faccia rivolta verso il muro. Portò le mani sui suoi fianchi e cominciò a ispezionarlo, tastando la stoffa della felpa per andare alla ricerca di altre armi nascoste o di bustine piene di sostanza bianca. Fece scorrere le mani sull'addome di Akaza, usando volutamente dei gesti più lenti e veementi del solito, sentendolo sospirare e rabbrividire ogni volta che si soffermava a toccare il suo petto, stringendo la presa sul suo corpo muscoloso.
Kyojuro sorrise divertito quando, infilate le mani nelle tasche della felpa, tirò fuori due buste trasparenti piene di zucchero a velo. Le alzò e le sventolò davanti al viso sogghignante di Akaza, poi le lanciò sul tavolo e riprese a perquisire il suo compagno. Trovò altre due bustine all'interno delle tasche larghe dei pantaloni e continuò a cercare, pur sapendo che non avrebbe trovato altro al di sotto dei vestiti di Akaza. Semplicemente, gli piaceva sentirlo sospirare senza controllo, avvertire i suoi muscoli guizzare e rispondere alle carezze lente che gli stava riservando con la scusa di ispezionare minuziosamente il suo corpo prestante.
«Venti bustine di coca sul tavolo più altre quattro presenti nelle tue tasche: sicuro non ce ne siano altre nascoste in giro?» Chiese, tornando a sovrastare il compagno che lo fissava da sopra la spalla con un'espressione maliziosa.
«In giro per casa no.» Rispose Akaza, sorridendo mellifluo e mettendo in mostra i canini appuntiti. «Ma potrei aver nascosto altrove parte della merce. È sicuro di avermi perquisito per bene, agente?» Disse poi, guardandolo intensamente dalla testa ai piedi con fare eloquente.
Kyojuro capì immediatamente a cosa stesse alludendo Akaza e avvertì il brivido potente dell'eccitazione infiammargli le vene, mandando impulsi elettrizzanti lungo ogni singola terminazione nervosa. Puntò lo sguardo vermiglio sul suo bacino, poi riportò l'attenzione sul viso sogghignante del compagno, trovando conferma alle sue supposizioni. Deglutendo rumorosamente, allungò le mani e ritornò a stringergli i fianchi, costringendolo nuovamente contro il muro che avevano davanti. Oltrepassò la stoffa dei pantaloni e spinse le dita al di sotto dell'elastico delle mutande che indossava, sfiorando la pelle bollente dell'addome fino a raggiungere l'inguine.
Quando cominciò a toccarlo con decisione, usando entrambe le mani per circondare il sesso già duro e per massaggiare delicatamente i testicoli pieni, Akaza non poté fare a meno di ansimare sonoramente e appoggiare la fronte contro la parete fredda. Sporgendosi appena da sopra la sua spalla, Kyojuro lo vide mordersi il labbro inferiore e chiudere gli occhi, le sottili sopracciglia rosa aggrottate per mantenere la concentrazione ed evitare di raggiungere l'orgasmo solo per quelle carezze. Sorrise sornione e continuò a masturbarlo, alternando movimenti lenti a veloci scatti di polso.
«Mi sembra chiaro che qui non ci sia niente.» Disse Kyojuro, smettendo improvvisamente di toccarlo, strappandogli un mugolio contrariato che lo fece ridere sommessamente.
«Stai controllando nel posto sbagliato, Kyojuro.» Rispose Akaza, riaprendo le palpebre per lanciargli uno sguardo allusivo e carico di malcelato desiderio.
Kyojuro lo fissò per un lungo attimo, confuso da quella risposta; poi un'illuminazione lo investì in pieno, facendolo gemere involontariamente quando capì in quale altro posto avrebbe dovuto controllare. Puntò le iridi vermiglie sul fondoschiena sodo del compagno e deglutì rumorosamente, eccitato come non mai di fronte all'idea che si fosse spinto a tanto pur di rendere ancora più vera e reale quella ispezione.
Senza aspettare oltre, allungò le mani e afferrò il bordo dei pantaloni che indossava Akaza. Con un gesto che conteneva tutta la sua impazienza, Kyojuro glieli abbassò fino alle caviglie e lo aiutò a toglierli del tutto. Dopodiché, sfilò via anche le sue mutande e lo prese nuovamente per il cappuccio, trascinandolo verso il tavolo per spingerlo in avanti contro la superficie lignea. Senza più riuscire a reprimere l'eccitazione che stava provando, lo costrinse ad aprire le gambe e tirò i suoi fianchi verso l'esterno, così da esporre il suo fondoschiena e avere la migliore delle visuali.
Akaza gemette e lo guardò di sbieco, con il viso arrossato premuto sul tavolo e impossibilitato a muoversi per via delle manette che continuavano a tenerlo bloccato in quel modo. Kyojuro ricambiò l'occhiata e si umettò le labbra, poi sorrise e abbassò lo sguardo su quelle natiche sode dall'aria tanto invitante. Appoggiò entrambe le mani sui glutei e li massaggio appena, divaricandoli fino a scoprire la piccola apertura che se ne stava nascosta lì in mezzo. Vide che lo stretto anello di muscoli era lucido e un po' bagnato, e si morse violentemente il labbro quando una stilettata di piacere gli fece pulsare il sesso tra le gambe.
Tenendo salda la natica sinistra, Kyojuro fece scivolare le dita della mano destra sulla pelle pallida di Akaza, fino a sfiorare con i polpastrelli l'apertura che si contraeva ritmicamente. La trovò scivolosa per via del lubrificante che il suo compagno doveva aver evidentemente utilizzato poco prima del suo arrivo, e un'altra ondata calda di piacere lo travolse dalla punta dei capelli biondi fino a quella dei piedi. Guardò Akaza con occhi carichi di desiderio e si morse nuovamente il labbro con espressione bramosa. La voglia di farlo suo all'istante gli ribolliva nelle vene come lava liquida, ma non cedette al dolce richiamo e continuò a ispezionare il corpo del suo compagno, come gli aveva promesso.
Stuzzicò l'anello di muscoli per un tempo indefinito, godendo nel sentire i sospiri di Akaza riempire il silenzio della stanza, finché non decise di prendersi quello che stava ormai agognando con tutto sé stesso. Spinse un primo dito all'interno del corpo del compagno, strappandogli un sonoro gemito di piacere e facendolo inarcare contro il tavolo della cucina. Lo penetrò senza incontrare particolare resistenza, finché qualcosa di liscio e duro non fermò il suo avanzare, provocandogli un'ulteriore scarica di piacere che gli rese le gambe molli. Tastò il corpo estraneo che se ne stava adagiato tra le pareti strette di Akaza, facendolo scivolare lievemente in profondità, fino a farlo contorcere e gemere senza controllo.
«Akaza, non c'era bisogno di spingersi a tanto.» Kyojuro pronunciò quelle parole con voce roca e profonda, mentre continuava a spingere il dito e l'oggetto nel corpo del compagno, strappandogli ansimi sconnessi.
«Che senso avrebbe avuto farmi perquisire senza farti trovare ciò che stavi cercando?» Rispose Akaza, sorridendo serafico e guardandolo con gli occhi ambrati liquidi per il piacere.
Kyojuro ridacchiò e si abbassò su di lui per depositargli un bacio sulla guancia accaldata, mentre faceva scivolare un secondo dito dentro di lui. Akaza si contorse e urlò, rischiando di venire immediatamente per quell'ulteriore stimolo.
«Quanti sono?»
«Tre.»
Kyojuro diede un altro bacio sulla guancia del compagno e si spostò per mordergli lievemente il lobo dell'orecchio, continuando a penetrarlo con le dita e a far scivolare più in profondità l'oggetto ogni volta che lo colpiva con i polpastrelli. Come un vero e proprio spacciatore disposto a tutto, Akaza aveva usato le loro uova vibranti come fossero dei reali involucri contenenti droga, inscenando un occultamento intracorporeo a tutti gli effetti.
«Non possiamo lasciarli lì dentro, con il rischio che l'involucro si rompa e tu vada in overdose, dico bene?» Chiese, continuando a fingere di avere a che fare con uno spacciatore di cocaina tanto incosciente da trasportare la droga in quel modo.
Akaza non riuscì a rispondere e ansimò pesantemente contro la superficie del tavolo, inarcandosi e tendendosi come un arco di violino. Kyojuro aveva cominciato a penetrarlo con più veemenza, sforbiciando con le dita così da allargare per bene quella piccola apertura tanto stretta e accogliente.
«Quando te lo dico io, tu spingi.»
Kyojuro portò la mano libera al di sotto del corpo del compagno, appoggiandola a palmo aperto sul suo addome contratto. Akaza lo guardò distrattamente da sotto le lunghe ciglia rosa e annuì, preparandosi a fare ciò che gli era stato detto. Kyojuro lo accarezzò con dolcezza, seguendo la linea marcata dei suoi muscoli, poi si fermò sulla zona del basso ventre ed esercitò una lieve pressione che fece gemere il suo compagno.
«Ora.»
Kyojuro tolse le dita dall'orifizio che aveva allargato fino a quel momento e guardò Akaza chiudere gli occhi mentre spingeva per come gli aveva appena ordinato. Vide il piccolo vibratore a forma di uovo fare capolino tra le natiche del compagno, per poi sprofondare nuovamente all'interno del suo corpo quando si fermò per riprendere fiato. Lo sentì rabbrividire incessantemente e ansimare sempre di più, segno che quella stimolazione involontaria lo stava portando pericolosamente vicino al limite.
«Akaza, spingi!»
Kyojuro gli diede quell'ordine con voce roca, mentre premeva nuovamente sul suo addome. Akaza urlò per l'immenso piacere che lo pervase da capo a piedi ed espulse il primo uovo di silicone, che ricadde a terra con un tonfo sordo. L'orgasmo lo colse senza che lui potesse fare nulla per trattenerlo, facendolo venire in schizzi densi su parte del tavolo e contro le piastrelle del pavimento. Gli altri due vibratori uscirono dal suo corpo fremente senza che Kyojuro dovesse fare altro per aiutarlo. Il piccolo orifizio si contraeva e rilassava seguendo il ritmo travolgente dell'orgasmo che lo aveva appena travolto, facendo sì che le uova scivolassero fuori con estrema facilità.
Akaza si afflosciò sul tavolo, ansimante e ancora scosso dai brividi, e Kyojuro lo guardò riprendere fiato con aria famelica. Adesso che avevano portato a termine quel loro gioco di ruolo, poteva finalmente dare sfogo alla voglia che aveva di possedere il compagno. Senza liberargli le mani dalle manette e senza perdere tempo nel togliersi di dosso la divisa da poliziotto che ancora indossava, tirò giù la cerniera e liberò il sesso umido. Sibilò soddisfatto quando lo afferrò con una mano per masturbarsi appena; poi, allineando la punta congestionata con l'anello di muscoli di Akaza, si lasciò andare a un lungo gemito appagato nello sprofondare tra quelle pareti bollenti e cedevoli.
Iniziò a muoversi sin da subito con irruenza, inseguendo quel piacere che aveva represso per troppo a lungo, facendo sobbalzare il corpo del compagno e il tavolo sotto di loro. Akaza non si lamentò della forza con cui Kyojuro lo stava possedendo; anzi, accolse ogni singola spinta con immenso godimento, sentendo il piacere tornare a scorrergli nelle vene come un fiume in piena. Ben presto, si ritrovò nuovamente eccitato e incitò il compagno a non fermarsi, a continuare in quel modo finché non lo avrebbe sentito svuotarsi dentro di lui.
Kyojuro non se lo lasciò di certo ripetere una seconda volta: afferrando saldamente i fianchi stretti di Akaza, assestò delle spinte talmente vigorose da far stridere i piedi del tavolo contro le mattonelle. Si piegò su di lui e ricercò la sua bocca per dargli un bacio fatto di lingua e saliva, poi sprofondò il viso nell'incavo del suo collo e lo morse fino a lasciare il segno, facendolo contrarre e gemere con tutto il fiato che aveva in gola. L'orgasmo travolse nuovamente Akaza nel giro di poche altre spinte e Kyojuro lo seguì subito dopo, il piacere che correva lungo la sua spina dorsale come se si trovasse su delle montagne russe.
Venne tra le pareti strette e pulsanti del compagno con forza, riversandosi copiosamente e a lungo, continuando a muoversi finché anche l'ultima goccia di sperma non lasciò il suo corpo fremente. Si aggrappò al bordo del tavolo per evitare di perdere l'equilibrio e pesare su Akaza, che lo guardava con gli occhi lucidi e un'espressione appagata. Sorrise raggiante e soddisfatto, e uscì lentamente da quell'antro accogliente. Si diede una veloce sistemata e si apprestò a liberare il compagno dalle manette con cui lo aveva bloccato, baciando i suoi polsi che si erano arrossati lievemente.
«È stato maledettamente eccitante, non trovi?» Gli chiese Akaza, mentre si rimetteva eretto per fronteggiarlo e avvolgergli le braccia attorno al collo. «Dovremmo rifarlo.» Disse poi, baciandolo con trasporto e riaccendendo nuovamente la miccia della passione.
» N° parole: 2817
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