Hate sex
Rengoku correva veloce nel fitto della foresta, seguendo una pista che aveva cercato per giorni. Nel villaggio poco più a sud della grande collina su cui stava svolgendo la sua missione, erano state segnalate delle misteriose sparizioni, e lui sapeva con certezza che fossero opera di un demone. Aveva indagato a fondo sulla questione, ma senza riuscire a venirne a capo.
Le persone che sparivano erano le più disparate e non avevano niente in comune tra loro. A volte venivano portati via due uomini, altre volte due fanciulli, altre ancora una ragazza e un anziano signore. L'unica cosa che Kyojuro aveva constatato era che a scomparire erano sempre in due, e che solo uno di loro riusciva a tornare indietro, confuso e con i ricordi annebbiati.
Il Pilastro della Fiamma aumentò il passo e si diresse silenzioso verso un punto nascosto da alberi alti e possenti, avvertendo finalmente la presenza del demone che stava cercando. Arrivò in una piccola radura e vide chiaramente che ciò che cercava era seduto su un masso, poco distante dal limite opposto dello spiazzo. Non gli dava le spalle, e Rengoku poté giurare di sentirlo fischiettare allegramente, come se stesse aspettando qualcosa.
Sapeva che era una trappola, ma, prima che potesse decidere cosa fare, un fruscio e un lieve ansimare raggiunsero le sue orecchie attente. Si girò in tempo per vedere arrivare due giovani ragazzi, che camminavano con gli occhi chiusi come fossero in uno stato di sonno profondo. Udì chiaramente il sogghigno del demone, che si era alzato in piedi e si sfregava le mani con un orribile sorriso sul viso deforme, facendolo rabbrividire inconsciamente.
Non sapeva ancora quale fosse l'abilità vampirica di quel demone, ma non poteva mettere a rischio la vita di due innocenti solo per scoprirlo e attaccare con certezza. Così, Kyojuro uscì allo scoperto e si lanciò in direzione dei due giovani. Li colpì con la mano al lato del collo, stordendoli e facendoli svenire, poi si piazzò davanti a loro e li protesse con la Nichirin sguainata. Il demone sembrò sorpreso di trovarsi davanti una terza persona – un Pilastro, per giunta –, ma poi ghignò malvagiamente e non si mosse dal punto in cui si trovava.
Rengoku lo fissò, valutando attentamente la situazione per decidere in fretta quale kata utilizzare per uccidere quel mostro mangia-uomini. Optò per il primo, quello più veloce e preciso, e si scagliò contro il demone. Non sarebbe stato difficile, per lui, raggiungere il suo nemico e decapitarlo di netto: in fondo, dava l'impressione di essere solo un demone secondario, senza particolari abilità o forza fisica. Tuttavia, qualcosa sembrò colpirlo al ventre e il dolore bruciante che avvertì subito dopo lo portò a fermarsi e piegarsi in due, con le mani strette sul punto che faceva male, come se avesse un tizzone ardente nello stomaco.
Capì di essere finito nella trappola che stava cercando poco prima solo quando vide un flebile bagliore provenire da uno dei sassi che aveva calpestato. Sarebbe stato impossibile prevedere la portata dell'abilità vampirica di quel demone, così come lo sarebbe stato cercare ad occhio nudo un indizio che potesse fargli notare che la radura era piena di piccole gemme piene di un gas traslucido. Assomigliavano perfettamente a semplici pietre illuminate dal bagliore della luna; per questo Kyojuro non le aveva notate.
Il demone rise sguaiatamente e riprese a sfregarsi le mani, passando sulle labbra la lunga lingua appuntita che possedeva. A Rengoku venne il voltastomaco solo a guardarlo, complice anche il dolore che continuava ad attorcigliargli le viscere. Sentiva uno strano calore propagarsi dal punto in cui aveva avvertito la prima fitta, serpeggiando lentamente lungo ogni terminazione nervosa. Ansimò e cadde su un ginocchio, lo sguardo vermiglio carico di rabbia puntato sul viso deforme del demone.
«Aaaah, che bello! Stasera potrò avere una doppia razione! Per di più, un Pilastro! Chi l'avrebbe mai detto? Sei caduto nella mia trappola come una mosca, e tra un po' loro si risveglieranno, così potrete farmi divertire come si deve prima che tu e uno di quei due veniate divorati dal sottoscritto.»
Il demone parlò con un tono di voce melenso, capace di far accapponare la pelle di Rengoku, che stava cercando con tutte le sue forze di rimettersi in piedi per attaccarlo e porre fine a quella storia. Tuttavia, il suo corpo non rispondeva ai comandi che cercava di impartirgli, e il calore aveva iniziato a intensificarsi, concentrandosi soprattutto nella zona del ventre e dell'inguine. Si sentiva andare letteralmente a fuoco.
«Cosa mi hai fatto?» Chiese a voce alta, provando ad allungare una mano per afferrare nuovamente l'impugnatura della Nichirin che gli era caduta tra le sterpaglie del sottobosco.
«Ho risvegliato in te l'istinto dell'accoppiamento.» Decretò semplicemente il demone, mettendosi nuovamente a sedere sulla roccia. «Solitamente, conduco a me le mie prede servendomi del mio richiamo e del loro essere già in balia dei piaceri della carne, ma le mie gemme hanno un effetto più efficace su chi non ha ancora provato cosa significa giacere con qualcuno.» Disse poi, lanciando un'occhiata eloquente in direzione di Kyojuro.
«Cosa c'entra questo con il divorare tutti quegli innocenti?»
Rengoku stava cominciando a sentirsi stordito, il corpo sopraffatto dal calore e da brividi violenti. Una strana eccitazione si era appena risvegliata in lui e gridava di venire soddisfatta quanto prima.
«Ho una predilezione per la carne degli umani schiavi dell'eccitazione e pieni di liquido seminale. La mia capacità vampirica ha il potere di rendervi perfettamente in grado di accoppiarvi finché il marchio sul vostro ventre non si riempie.»
Marchio? Accoppiamento? Liquido seminale? Kyojuro non riusciva a capire di cosa stesse parlando quel demone e non capiva nemmeno perché non lo avesse ancora attaccato. Sapeva solo che il suo corpo richiedeva di essere riempito, proprio come aveva detto l'altro fino a quel momento.
Digrignò i denti e guardò i due ragazzi privi di sensi, poi spostò lo sguardo sul proprio ventre, cercando di mettere insieme le informazioni che stava ricevendo. Sbottonò con riluttanza la divisa da ammazzademoni che indossava e vide uno strano marchio decorare i suoi muscoli addominali: aveva la forma di un cuore, con dei disegni tribali ai lati che ricordavano delle ali, e riluceva appena di un rosa intenso. Lo sfiorò con le dita e sussultò nel constatare quanto il suo corpo fosse diventato sensibile agli stimoli.
«Cosa mi hai fatto?»
«Oh, lo scoprirai quando il ragazzo con il marchio opposto al tuo si sveglierà e verrà a reclamarti.» Rispose il demone con un sorriso da pervertito dipinto sul viso, indicando uno dei due giovani. «Non ti preoccupare, il marchio svanirà da solo una volta che il tuo corpo avrà raccolto abbastanza liquido seminale. Ah! Ma tanto sarai già morto prima che l'ultima linea svanisca dal tuo ventre.»
Rengoku ne aveva abbastanza di tutto quel blaterare. Adesso che aveva capito come funzionava l'abilità vampirica del demone e perché al villaggio tornasse solo una delle due persone sparite, non gli restava altro da fare che uccidere la creatura e portare a termine la sua missione. Raccogliendo tutta la propria forza di volontà e obbligando i propri arti a muoversi come desiderava, afferrò la Nichirin e si scagliò contro il demone. Fu talmente veloce e preciso che la creatura non fu in grado di opporre nessuna resistenza, presa alla sprovvista da quell'improvviso guizzo di fuoco e tenacia.
La testa del demone cadde al suolo con un tonfo sordo e il suo corpo cominciò a sgretolarsi mentre le sue urla di ira riempivano il silenzio della notte. Svanì velocemente, lasciando dietro di sé solo quelle strane gemme simili a piccole pietre. Kyojuro si ripromise di raccoglierle tutte, mentre si trascinava a fatica verso i due ragazzi per accertarsi che stessero bene, gemendo ad ogni passo a causa della dolorosa erezione che si era risvegliata tra le sue gambe.
Fu in quel preciso momento che avvertì una seconda presenza, più schiacciante di quella del demone che aveva appena ucciso. Capì che una delle Lune Crescenti si trovava nei paraggi e si mise sulla difensiva, per quanto gli fosse possibile. Strinse le dita sull'impugnatura della Nichirin e provò a regolare la respirazione, pronto ad attaccare. La creatura uscì dal fitto della foresta proprio mentre un'improvvisa scarica di piacere lo faceva vacillare, appannandogli la vista per un lungo attimo.
«Ma guarda chi si rivede: Kyojuro. Da quanto tempo.»
Rengoku riconobbe la voce di Akaza, la Terza Luna Crescente, e sentì tutti i peli del suo corpo rizzarsi. L'ultima volta che si erano incontrati, mesi prima, aveva rischiato grosso, e la morte lo aveva risparmiato per chissà quale miracolo. Dubitava di poter essere graziato una seconda volta, soprattutto nello stato in cui versava, ma cercò comunque di mantenere la calma e il sangue freddo. Alzò la katana e tenne la guardia alta.
«Akaza.» Lo chiamò solamente, la voce incrinata dai sospiri incontrollati.
«Da quello che vedo, ti sei appena sbarazzato di uno di quei deboli demoni secondari. Bene, adesso battiti con me.» Disse Akaza, sorridendo raggiante mentre si metteva in posizione di attacco. «So quanto sei forte e non vedevo davvero l'ora di incrociare nuovamente la tua strada per combattere contro di te. Avanti, deliziami con il tuo spirito combattivo quasi perfetto.»
Prima che Kyojuro potesse prepararsi al contrattacco, la Terza Luna Crescente si lanciò nella sua direzione. Nel compiere quel movimento repentino, un piede nudo di Akaza finì per calpestare una di quelle strane gemme, liberando il gas traslucido racchiuso all'interno.
«No, aspett-»
Rengoku provò a fermare Akaza, ma l'eccitazione che gli scorreva in corpo lo portò a gemere sonoramente e ad accasciarsi sul terreno proprio mentre la Terza Luna Crescente pestava la finta pietra. Kyojuro pensò che magari quelle cose avessero effetto solo sugli esseri umani, ma si dovette ricredere quando vide Akaza arrestare improvvisamente il suo avanzare e un marchio comparire sul suo ventre, quasi fosse un aggiunta al tatuaggio scuro che gli decorava la pelle.
«Cosa? Cos'è questa roba?» Chiese Akaza con aria irritata, passando le dita scure sugli addominali, quasi volesse cancellare via quello strano disegno.
«È l'abilità vampirica di quel demone. Non ho ben chiaro cosa possa fare esattamente, ma ho come la sensazione che non finirà bene.» Commentò Kyojuro, con le guance arrossate e il fiato corto.
Era al limite della sopportazione, e ora che Akaza aveva quel marchio su di sé, si sentiva ancora più euforico di prima. Ogni cellula del suo corpo sembrava urlare: "Prendimi!", ma la sua coscienza si sforzava in tutti i modi di rifiutare l'idea di finire tra le grinfie del demone – sarebbe morto, piuttosto che lasciarsi sfiorare in quel modo dalle mani di Akaza.
La Terza Luna Crescente puntò le iridi gialle sul viso accaldato del Pilastro della Fiamma e uno strano brivido lo attraversò dalla punta dei capelli rosa a quella scura dei piedi. Essendo un demone, non aveva provato le stesse sensazioni dolorose che avevano preso possesso del corpo di Rengoku dopo essere stato marchiato, ma il piacere che stava iniziando a serpeggiare nelle sue vene era esattamente lo stesso.
«Perché non è sparito con la sua decapitazione?» Volle sapere, cominciando a sentirsi fastidiosamente sopraffatto dall'eccitazione.
«Avrà usato una tecnica particolare per rendere il potere di quelle gemme persistente anche dopo la sua morte.» Ipotizzò Kyojuro, digrignando i denti per proibirsi di gemere. «Comunque, ha detto che c'è una condizione particolare per far sparire i marchi dai nostri corpi.»
Akaza guardò Rengoku con fare interrogativo, poi il suo sguardo scese sulla divisa sbottonata e sullo strano simbolo che decorava il suo ventre scolpito dagli allenamenti. Un altro brivido di piacere lo scosse violentemente, facendogli arricciare la pelle pallida.
«E sarebbe?»
«Bisogna... accoppiarsi finché il disegno di questi marchi non si riempie.»
Nel sentire quelle parole, gli occhi della Terza Luna Crescente si spalancarono, e a Kyojuro sembrò che quelle iridi gialle brillassero più del solito nel buio della notte. In un battito di ciglia, Rengoku si ritrovò improvvisamente schiacciato contro il terreno umido del sottobosco, con la mano di Akaza attorno al collo e il suo corpo muscoloso che lo sovrastava completamente. Perse il respiro e provò a riagguantare la Nichirin per tagliare via il braccio che lo teneva inchiodato a terra, puntando poi alla testa di Akaza, che lo fissava con ancora quello strano luccichio negli occhi.
Il demone si mosse più velocemente del Pilastro della Fiamma e gli impedì di raggiungere l'impugnatura dell'arma, afferrandogli con forza il polso e bloccandolo accanto alla sua testa. Kyojuro cercò di liberarsi dalla morsa di Akaza, dimenandosi e sferzando l'aria con i calci che avrebbero dovuto colpire il corpo dell'altro, senza però riuscire a spostarlo di un solo millimetro. La Terza Luna Crescente sorrise e approfittò dei tentativi di Rengoku per insinuarsi tra le sue gambe, annullando definitivamente ogni via di fuga.
Kyojuro si ritrovò così incastrato tra il terreno e il corpo muscoloso di Akaza, percependo chiaramente quanto anche il demone fosse eccitato. Riusciva a sentire la sua erezione premere con insistenza tra le cosce, andando in contatto con il proprio membro sempre più duro e dolorante. Mugugnò di piacere senza accorgersene, poi arrossì e lanciò uno sguardo furente alla Terza Luna Crescente. Le intenzioni di Akaza erano chiare come la luce del sole che sarebbe sorto entro un paio d'ore, e anche se l'idea lo faceva fremere e impazzire dall'eccitazione, si rifiutava categoricamente di assecondare quei desideri perversi.
«Cosa credi di fare? Lasciami andare immediatamente!»
«Non ho intenzione di andarmene da qui con questo marchio impresso addosso. In questo momento non riesco a pensare ad altro che al sesso, e la cosa non mi piace. Mi deconcentra da quelli che sono i miei veri obiettivi.» Disse Akaza, un cipiglio contrariato dipinto sul viso attraversato dalle linee scure del suo tatuaggio.
Odiava tutto ciò che lo rendeva debole, e quella persistente eccitazione lo stava rendendo schiavo di pulsioni sessuali decisamente inappropriate. Se non si fosse sbarazzato in fretta di quel marchio, era certo che avrebbe trascorso il resto dei suoi lunghi giorni in balia di un desiderio che lo avrebbe inevitabilmente indebolito.
«Non penserai davvero che sia disposto a giacere con te.» Puntualizzò Kyojuro, anche se il suo corpo sembrava tradirlo, chiedendo a gran voce ciò che lui si ostinava a rifiutare.
«Non sto chiedendo il tuo permesso, infatti.»
Detto ciò, Akaza si mosse più veloce di un fulmine e strappò via i vestiti di Rengoku, lasciandolo completamente nudo ed esposto al suo sguardo penetrante. Kyojuro ebbe solo il tempo di rabbrividire per la frescura della notte che gli fece accapponare la pelle accaldata; un attimo dopo, si ritrovò a boccheggiare per l'improvvisa stilettata di dolore che provò quando Akaza si spinse nel suo corpo senza alcun preavviso.
«Ngh! N-no...»
Il Pilastro della Fiamma provò ancora una volta ad allontanare la Terza Luna Crescente, appoggiando la propria mano sul suo petto nudo per spingerlo via. Ma ora che sentiva il sesso di Akaza sprofondare dentro di sé a ritmo regolare, andando a toccare dei punti diventati improvvisamente sensibili, Kyojuro capì che sarebbe stato inutile cercare di opporre resistenza. Il suo corpo lo stava tradendo, rispondendo alle spinte del demone senza che lui potesse controllarlo. Odiava quello che stava provando e, ancora di più, odiava che fosse proprio Akaza, un suo nemico, a farlo sentire così bene.
La Terza Luna Crescente continuò a muoversi con irruenza, tenendo con forza i fianchi di Kyojuro per potersi spingere in profondità, godendo nel sentire quanto fossero strette e accoglienti le sue pareti interne. Il piacere gli stava scorrendo nelle vene come fuoco vivo, portandolo a inseguire l'orgasmo che già percepiva risalire lungo la colonna vertebrale. Si concesse di fissare il Pilastro dritto negli occhi, avvertendo una crescente soddisfazione nel vedere la sua espressione combattuta. Rengoku era preda del piacere più intenso, ansimante e con le guance arrossate, ma il suo sguardo era carico di disprezzo.
Akaza sogghignò e assestò delle spinte più irruenti, facendo schioccare con violenza il proprio bacino contro le natiche di Kyojuro. Dei gemiti riempirono il silenzio della foresta, mentre il demone continuava a muoversi velocemente, colpendo senza sosta i punti più sensibili del corpo del Pilastro. Quella ulteriore sollecitazione fu la goccia a far traboccare il vaso: Rengoku raggiunse un potente orgasmo, riversando il proprio seme perlaceo sugli addominali di Akaza e sul suo stesso ventre contratto. La Terza Luna Crescente lo seguì subito dopo, ringhiando nel sentire i muscoli interni di Kyojuro stringerlo spasmodicamente.
Il demone venne tra le pareti pulsanti del Pilastro, riempiendolo con il suo sperma caldo fino a quando anche l'ultima goccia andò a depositarsi dentro l'orifizio. In quell'esatto momento, i marchi impressi sui loro corpo si illuminarono appena, cambiando forma. Il cuore vuoto sul ventre di Kyojuro si colorò lievemente di rosa, a partire dal basso; quello di Akaza, il cui disegno sembrava somigliare ad una freccia fallica, iniziò a colmarsi dall'alto.
Il Pilastro della Fiamma abbassò lo sguardo sul proprio ventre e digrignò i denti. Quel dannato demone aveva ragione: l'unico modo per far sparire i marchi e quella continua eccitazione era lasciarsi possedere fino a che lo sperma non lo avrebbe riempito completamente. Guardò Akaza e rabbrividì di fronte all'idea di dover continuare a fare sesso con lui per chissà quante altre volte – il cuore si era colorato di pochissimo, il che voleva dire che lo aspettava una lunga notte. Era tutto così paradossale: un demone e un ammazzademoni, nemici giurati, costretti a giacere insieme. Gli si attorcigliò lo stomaco e sentì l'odio montargli dentro.
«Non guardarmi così. Per quanto sia stato piacevole e divertente possederti, anche a me non va giù l'idea di rifarlo. Ma non essendoci altro modo, vediamo di fare in fretta.»
Akaza costrinse Kyojuro a stendersi a faccia in giù contro il terreno e si spinse nuovamente nel suo corpo, instancabile e pieno di energie come solo un demone poteva essere. Lo prese con la stessa violenza di prima, senza dargli tregua, riversando sul suo corpo fragile tutta la frustrazione e il disprezzo che provava per quella situazione. Raggiunse l'orgasmo ancora, e ancora – tre volte, dieci volte: Kyojuro perse il conto dopo essere stato rivoltato come un calzino per ore intere –, fino a quando il marchio si riempì e il suo sperma fuoriuscì abbondantemente dalla piccola apertura che aveva violato per tutta la notte.
La Terza Luna Crescente corse via non appena i primi raggi del sole cominciarono a rischiarare il cielo, ripromettendosi di cercare nuovamente il Pilastro della Fiamma per battersi con lui come se niente fosse successo. Kyojuro rimase sdraiato sul terreno, sporco ed esausto, in balia di sentimenti contrastanti. Guardò il sole sorgere e provò a rimettersi in sesto per riportare al villaggio i due giovani, così da mettere fine a quella lunga nottata. Fu faticoso nascondere i segni che il demone aveva lasciato sul suo corpo, così come lo fu liberarsi di tutto lo sperma che gli aveva riversato tra le natiche.
L'odio che già provava per i demoni non fece che aumentare dopo quella missione, e non passò giorno in cui i suoi pensieri non fossero rivolti ad Akaza e a ciò che era accaduto. Sentimenti contrastanti lo accompagnarono per mesi e si ripromise che, se avesse incontrato nuovamente la Terza Luna Crescente, questa volta sarebbe stato abbastanza forte da reclamare la sua testa. Sentiva che solo così sarebbe riuscito a cancellare definitivamente l'oscuro potere ammaliante che Akaza sembrava esercitare all'interno dei pensieri sconci che continuavano ad affollargli la mente.
» N° parole: 3233
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