Valentine's Day [spin off]

Louis Tomlinson, professore di Hogwarts, chiede aiuto al suo migliore amico nonché collega Zayn Malik per comprare il regalo di San Valentino al suo ragazzo, Harry Styles.

[Spin off di Take The Memories Away And I'll Be Better, scritto da valwaiting]

•••

Giorno 11 febbraio, ore 9 del mattino, e Louis era completamente in pace con se stesso. La notte precedente aveva preso qualche goccia della pozione di Lumacorno per dormire meglio e aveva avuto un sonno assolutamente pacifico e privo di sogni. La sera era anche stato un po' con Harry Styles, il suo ragazzo neo diciassettenne nonché alunno Grifondoro - ma ormai aveva imparato a non fare caso ai dettagli - e in quel momento non c'era assolutamente nulla che avrebbe potuto rovinargli l'umore, soprattutto dopo che era stato ulteriormente addolcito dall'abbondante colazione che aveva consumato nella soleggiata Sala Grande.

Stava proprio dirigendosi verso l'aula di Difesa Contro Le Arti Oscure nella quale avrebbe tenuto la sua prima lezione della giornata che, passando accanto ad un gruppetto di ragazze Serpeverde, colse le parole "tre giorni" e "San Valentino".

Dopo ventiquattro anni di vita, Louis non aveva ancora imparato che non doveva mai dare per scontato l'andamento di una giornata, soprattutto se quell'andamento gli sembrava positivo già dalle prime ore del mattino. Avrebbe dovuto capire che stare così bene di lunedì mattina, con una lezione alle nove con il primo anno non avrebbe mai potuto rivelarsi qualcosa di buono, nemmeno nel più roseo dei contesti.

Si fermò nel bel mezzo del corridoio come se qualcosa lo avesse colpito - e più o meno era così -, attirando anche gli sguardi curiosi delle ragazze delle quali aveva origliato la conversazione, e senza pensarci due volte girò i tacchi e si diresse a passo spedito verso lo studio del suo migliore amico.

Avrebbe dovuto essere in aula già da dieci minuti, invece ne aveva passati la metà per arrivare allo studio del professore di Divinazione e l'altra metà per bussare alla sua porta insistentemente. Finalmente, all'undicesimo minuto, Zayn Malik aprì la porta: indossava un pigiama decisamente troppo grande e i suoi capelli corvini erano diretti da tutte le parti, quasi volessero scappare dalla sua testa. I suoi occhi erano lucidi e ancora impastati dal sonno e le sue labbra erano imbronciate come se metà di lui fosse ancora nel mondo dei sogni - e probabilmente era così.

- Che vuoi? - gli chiese, la voce bassa e infastidita.

- Oggi è l'11 febbraio - rispose Louis, scostandolo ed entrando nel suo studio, pur senza invito.

- E quindi? - domandò di nuovo Zayn, stropicciandosi gli occhi con i palmi delle mani.

- Fra tre giorni è San Valentino!

Il moro si fermò e scostò lentamente le mani dal suo viso. La sua espressione era mutata in quella che si poteva definire senza problemi pura ira, e anche il suo pigiama sembrava essere rimasto colpito da quella affermazione, ricadendo morbidamente oltre la sua spalla destra. Louis lo notò. - Dovresti comprarne uno della tua misura - mormorò, con cautela.

Zayn lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi e fece un respiro profondo. Dopodiché aprì lentamente gli occhi e lo fissò. - Ti uccido, Tomlinson - disse, con tutta la calma del mondo.

- Parliamone...

- Sei venuto qua a svegliarmi per questo?

- Ehm... no, volevo... darti il buongiorno - farfugliò il professore di Difesa, sapendo di essere in seri guai. Sapeva che svegliare Zayn era una pessima idea qualunque fosse il motivo, e il fatto che quel motivo fosse stupido rendeva la cosa ancora più grave. E la scintilla di infiammato istinto omicida che si protraeva in quel momento dagli occhi del moro diceva che era senza dubbio d'accordo con lui.

- Se avessi le forze di camminare, prenderei la tenda e ti strangolerei - disse solamente, gli occhi di nuovo chiusi, probabilmente nel tentativo di calmarsi.

- Scusa, sono entrato nel panico! - sbottò a un certo punto Louis, che non riusciva più a trattenersi. - Ho sentito delle ragazze parlarne e mi sono reso conto di averlo completamente dimenticato e...

- Okay! - lo fermò, aprendo di nuovo gli occhi e mettendo una mano avanti, per farlo zittire. - Okay, e che vuoi da me? Non sono io il tuo ragazzo.

Seguì qualche secondo di silenzio, e poi Louis mormorò. - Mi aiuteresti a cercare un regalo per lui?

Altri secondi di silenzio passarono, in cui Louis cominciò davvero a temere per la propria vita, finché il moro non sbuffò sonoramente, rassegnato. - Va bene, ma mi aspetto che tu mi offra una burrobirra e un pacco di cioccolatini di Mielandia per il disturbo.

- Sei il migliore! - disse subito Louis, stampandogli un bacio sulla guancia e correndo velocemente fuori dalla stanza, per dirigersi alla lezione di Difesa per la quale era imperdonabilmente in ritardo. Sorrise quando sentì un "vaffanculo" che il suo migliore amico gli aveva dedicato.

•••

Giorno 11 febbraio, ora di pranzo, l'intera scuola era riunita nella Sala Grande e non appena Louis scorse la testa riccia di Harry Styles vicino a quella bionda di Niall Horan il suo cuore fece un balzo, non per l'emozione ma per l'ansia. Liam Payne gesticolava vicino a loro e Louis distolse lo sguardo per spostarlo sul suo migliore amico che era appena arrivato e, dopo essersi seduto vicino a lui, lo guardava con aria preoccupata.

- Tutto bene?

- No! - sussurrò, con tono isterico. - Guardalo, è lì, con i suoi amici, e non ha idea del fatto che non so proprio cosa regalargli per San Valentino!

Zayn alzò gli occhi al cielo. - Credo che abbia di meglio a cui pensare che San Valentino, e detto sinceramente, anche tu dovresti...

- Tu non capisci. Sono nel panico.

- Chiedi a Minerva - disse il moro serio, ma nei suoi occhi c'era una scintilla di divertimento.

- Cosa dici?! - quasi urlò, ricomponendosi poi dopo aver scorto lo sguardo preoccupato di Vitious vicino a lui. - Tanto vale che le presento direttamente le dimissioni a che ci sono.

Zayn rise. - Sto scherzando. Vedrai che troveremo qualcosa.

- Ma Z...

- Mangia - disse, scoccandogli uno sguardo d'odio, e Louis non poté fare altro che sbuffare e aspettare che una visione prendesse il sopravvento e il suo migliore amico corresse da lui a illuminargli la strada.

•••

Ma nessuna visione si impossessò di Zayn Malik quella notte, e così Louis Tomlinson si ritrovò la mattina di giorno 12 febbraio perfettamente sveglio alle sette del mattino, con gli occhi spalancati e i capelli sparsi sul cuscino in cerca di un'ispirazione divina. Ma neanche quella arrivò, dopo ore e ore in preda all'insonnia se n'era fatto una ragione, così si alzò, e si fece una doccia. Una volta sotto il getto caldo, pensò a tutti i possibili regali che gli avrebbe potuto fare: una camicia, un fazzoletto, una cravatta, un cappello, un bracciale, una bottiglia di whisky, un paio di boxer di seta, un cucciolo di ippogrifo, un pony, ma nessuno di questi sembrava adattarsi alla festività, soprattutto conoscendo Harry Styles. Anche se un pony non era malaccio come idea...

- Non gli regalerai un pony - fece subito Zayn, ancora prima di sedersi nel posto vicino a lui per la colazione.

- Come...

- Ho sognato che venivi da me e mi dicevi di aver trovato il regalo perfetto, e credimi, sono sicuro che ti sbagli.

- Ma...

- Dove vuoi che lo tenga un pony? - abbassò la voce. - Nel dormitorio sulla Torre di Grifondoro?

- Ma i pony...

Zayn lo guardò per qualche secondo fisso negli occhi. - Tu hai perso la testa.

Louis mise il broncio e affondò la forchetta in un pezzo di crostata alle ciliegie, per poi portarsi un boccone leggermente troppo grande alla bocca, mentre il suo sguardo si perdeva in boschi lontani in cui lui e Harry avrebbero potuto cavalcare in santa pace. Quell'immagine gli fece anche venire pensieri sconci in testa e quasi non si affogò con il tè.

- Magari un ippogrifo...

- Lascia stare gli animali, mh? Ha già te per quello.

- Ehi! - protestò, dandogli un colpo sul braccio. - Tu non mi prendi sul serio.

- Come posso prenderti sul serio quando mi dici che gli regaleresti un pony? Io dico che hai perso la testa.

Louis gli lanciò una briciola di pane tra i capelli, facendolo ridere, ma la discussione si fermò lì e per quel giorno né Louis né Zayn poterono recarsi a Diagon Alley, avendo entrambi lezioni nel pomeriggio.

E quando quella sera Harry lo andò a trovare nel suo studio, Louis fece di tutto per far finta di niente, ma la sua preoccupazione era così evidente che il riccio gli chiese più volte se andasse tutto bene.

E Louis, in realtà, non sapeva perché si sentisse così in ansia per San Valentino, ma non si era mai dovuto preoccupare di fare regali a nessuno fino a quel momento e lui non era tipo da romanticismi e sdolcinatezze. Harry invece sì, e forse era proprio per questo che era terrorizzato al massimo, perché aveva paura di deluderlo o di non fare abbastanza per lui.

E il fatto che Harry non avesse nemmeno una volta nominato San Valentino lo rendeva ancora più nervoso, perché sicuramente significava che si aspettava qualche sorpresa o qualcosa del genere.

Zayn aveva ragione, Louis stava perdendo la testa.

•••

Il 13 febbraio Louis si svegliò, si fece una doccia, scese in corridoio e aspettò all'angolo l'arrivo del suo migliore amico, probabilmente intenzionato a fare colazione nella Sala Grande, ma lui non gliel'avrebbe permesso.

- Dobbiamo andare a Diagon Alley - disse subito, non lasciando a Zayn nemmeno il tempo di girare l'angolo.

Quello, che non lo aveva visto arrivare, si spaventò, e con una mano sul cuore cercò di calmarsi. - Per la giarrettiera di Merlino, Louis. Mi hai spaventato.

- Dobbiamo andare a Diagon Alley.

- A che serve l'Occhio Interiore se poi non mi avvisa neanche di queste imboscate mattutine che potrebbero gravemente nuocere alla mia salute?

- Dobbiamo andare a Diagon Alley.

- Ho capito! - sbottò, facendo voltare verso di loro alcuni alunni. - Ho capito - ripeté con più tranquillità. - Posso fare colazione, prima?

- No - rispose semplicemente Louis, prendendolo per un polso e trascinandolo fuori dal castello. - Dobbiamo andarci adesso.

- Ma Louis...

- Cammina.

Zayn sospirò e alzò gli occhi al cielo, anche se Louis non poteva vederlo, ma non protestò oltre e una volta superati i confini del castello entrambi i maghi si smaterializzarono nell'affollata strada di Diagon Alley, nel quale la neve aveva formato un leggero strato bianco sulle strade e sui tetti delle case e che in quel momento risplendeva grazie al timido sole mattutino.

Ma questa era la visione della gente normale. Louis, attorno a sé, vedeva soltanto paesaggi grigi e un futuro nero come la pece perché dentro di sé sapeva che avrebbe fatto una gaffe e Harry lo avrebbe lasciato perché era senza cuore. Lo sapeva.

- Andrà tutto bene - gli disse Zayn, e come sempre Louis non sapeva se essere irritato da quella violazione della privacy o rincuorato dalle sue parole. - Bene, dove vuoi andare?

La risposta di Louis fu uno sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi che sembravano pezzi di ghiaccio alla luce del sole, così Zayn prese l'iniziativa e lo trascinò nella strada principale: passando di negozio in negozio, però, Louis prese a chiedersi se avrebbe mai trovato davvero un regalo per Harry o se si sarebbe presentato senza niente e avrebbe dovuto rimediare con il sesso.

Non voleva regalargli un capo d'abbigliamento, era troppo scontato. Non voleva regalargli materiale scolastico perché era più che squallido, pensò addirittura ad un libro o ad un accessorio per il Quidditch - Zayn gli aveva proibito gli animali, quindi Il serraglio stregato era off limits - ma niente lo convinceva, e mai, mai nella sua vita si era trovato così in difficoltà per un regalo.

Si continuava a guardare intorno ed era già ora di pranzo quando Zayn si fermò in mezzo alla strada, esausto e con il cervello quasi in fumo. - Louis. Basta. Regalagli il tuo c...

- Okay! - lo interruppe quello. - Andiamo a Hogsmeade.

Il moro spalancò le braccia, incredulo. - Hogsmeade? Non hai trovato nulla qua e pensi di trovare qualcosa ad Hogsmeade?

- Per favore?

- Va bene, ma fra due ore dobbiamo essere al castello.

Louis annuì ed entrambi si smaterializzarono nel piccolo villaggio di Hogsmeade. Dopo il gelato che avevano mangiato da Florian Fortebraccio a Diagon Alley, i due maghi si concessero una burrobirra da Madama Rosmerta a I tre manici di scopa, ma Louis rimase per tutto il tempo con lo sguardo basso e l'espressione concentrata: niente, il suo cervello sembrava non voler collaborare, e okay che non aveva mai avuto una spiccata fantasia, ma non era possibile che non gli veniva in mente assolutamente niente di decente da regalare al suo ragazzo. Ci teneva a fare bella figura, ci teneva ad impressionarlo e ad essere romantico per una volta, ma sembrava che non fosse proprio destino.

- Riesco quasi a sentire gli ingranaggi del tuo cervello a lavoro - disse Zayn, ridacchiando.

Anche Louis sorrise. - Sono senza speranza, vero?

Il moro annuì. - Ma secondo me ti preoccupi troppo, Lou. Penso davvero che a Styles basti il tuo c...

- Cerco qualcosa oltre quello, Zayn. Per fortuna quello non è difficile da trovare.

- Mh, davvero? Non ricordo bene...

Louis rise. - Sei un cretino.

Rimasero a chiacchierare ancora per qualche minuto, finché non lasciarono finalmente il locale, sotto gli sguardi inquisitori di Madama Rosmerta, e si diressero nella piccola stradina che conteneva i pochi negozi del villaggio. Ancora una volta si imbatterono in negozi di abbigliamento o prodotti di cancelleria, finché, sconfitti, entrarono da Mielandia.

E fu quello, esattamente quello, il momento in cui Zayn avrebbe sfoderato la bacchetta e avrebbe scagliato un Avada Kedavra al suo migliore amico. Perché Louis si era fermato, nel bel mezzo del negozio e stava ammirando le decorazioni: c'erano cuori rosa e rossi che pendevano dal soffitto, alcuni scoppiavano come bolle e poi si riformavano; c'erano uccellini di zucchero filato, sempre rosa, che svolazzavano di qua e di là lasciando delle scie di brillantini sopra i capelli delle persone e beh, cioccolatini di ogni forma, colore e gusto erano in ogni scaffale del negozio.

E Louis era ancora fermo lì, con la bocca semi aperta e lo sguardo di chi aveva avuto la visione della sua vita. - I cioccolatini - sussurrò.

Fu come una scena a rallentatore. Zayn si girò piano verso di lui, gli occhi spalancati all'inverosimile, le sopracciglia così in alto che quasi toccavano l'attaccatura dei capelli. Se si concentrava un po', Louis poteva quasi vedere il fumo uscirgli dalle narici come a un drago infuriato, e per la seconda volta in pochi giorni temette per la sua vita. Il moro aprì la bocca per dire qualcosa ma nessun suono fuoriuscì.

- Zay...?

- Tu... - balbettò. - Tu non ci avevi pensato?

- No... cioè, nemmeno tu mi hai detto niente... - sussurrò.

Zayn chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, per poi guardarlo con la stessa scintilla d'ira pura che Louis aveva scorto nei suoi occhi quando lo aveva svegliato qualche giorno prima. - Io pensavo che li avessi esclusi a priori perché volessi qualcosa di particolare. Non credevo che... giuro Louis, ti crucio.

Louis si morse il labbro. - Ero nel panico, capiscimi...

Proprio in quel momento un uccellino rosa si posò sui capelli di Zayn per qualche secondo e quando riprese il volo lasciò dietro di sé una scia di brillantini che gli finirono non solo sui capelli, ma anche sul mantello nero. Zayn si guardò, poi guardò Louis che stava tentando con tutte le sue forze di non ridere, e la sua espressione di ira si trasformo in odio e istinto omicida degno del peggiore dei Mangiamorte. - Ti aspetto fuori - disse semplicemente, e uscì dal negozio spintonando un paio di persone.

Louis non riuscì a fare a meno di non ridere, ma subito dopo si mise alla ricerca dei cioccolatini perfetti, anche perché se avesse fatto aspettare troppo Zayn stavolta non ne sarebbe uscito di sicuro vivo.

Dando un'occhiata agli scaffali si imbatté in alcuni cioccolatini a forma di cuore che, una volta presi in mano, iniziavano a battere piano e una volta messi in bocca non solo si scioglievano come se stessi bevendo cioccolata calda, ma ti mostravano, se chiudevi gli occhi, i più bei ricordi passati con la persona che amavi, come se fossero immagini vivide che stavano accadendo di fronte a te. A Louis sembrarono bellissimi e soprattutto sembravano perfetti per Harry, così ne prese una scatola, quella più grande, la pagò e raggiunse Zayn che lo aspettava fuori da Mielandia, stretto nel suo cappotto.

- Fatto - gli disse.

- Okay, ora possiamo andare.

- Hai... - Louis si morse il labbro per non ridere. - Hai dei brillantini sul mantello.

- Fanculo, Tomlinson - disse semplicemente Zayn, e si smaterializzò senza aspettarlo.

•••

Giorno 14 febbraio, San Valentino, Louis si svegliò finalmente con un sorriso sulle labbra e con la consapevolezza di avere il perfetto regalo di San Valentino tra le mani. Quindi si fece una doccia, come sempre, ed indossò sui suoi soliti vestiti neri, un mantello con i bordi rossi, per essere in tema. Anche la Sala Grande lo stupì quell'anno: le decorazioni non erano ai livelli di quel fatidico anno di insegnamento di Gilderoy Allock, ma alcuni cuoricini fluttuavano nell'aria e molti ragazzi e ragazze erano seduti vicini e si scambiavano i regali. Louis passò vicino a Harry e lo sfiorò di proposito ma non lo guardò, perché sapeva che se lo avesse fatto avrebbe rischiato di baciarlo lì davanti a tutti, e si diresse velocemente al tavolo degli insegnanti dove Zayn era seduto davanti a una pila di scatoline di diversi colori.

- Cosa sono? - gli chiese Louis, senza nemmeno dargli il buongiorno.

- Cioccolatini. Questi e circa altri quindici pacchetti erano davanti al mio studio stamattina.

Louis lo guardò per qualche secondo prima di scoppiare a ridere. - Davvero? Ammiratrici?

- E ammiratori - disse, mostrandogli quella che era senza dubbio la dedica spinta di un ragazzo, ovviamente anonima.

Louis rise ancora più forte alla sfacciataggine dei suoi alunni, però non poté fare a meno di ammirare il loro coraggio e soprattutto la loro fantasia. - Io non li mangerei, fossi in te.

- Non ci penso nemmeno, infatti. Li darò agli elfi - concluse, spostandoli da parte e fiondandosi sulla sua colazione che era senza dubbio priva di strani e dozzinali filtri d'amore.

Louis evitò Harry per tutto il giorno, e anche a lezione, a parte qualche sguardo veloce, non si scambiarono una parola. Harry sembrava ferito da quel suo comportamento, Louis l'aveva notato, ma non poteva di certo augurargli buon San Valentino come voleva davanti a tutti i suoi compagni, così quando la lezione finì, si avvicinò al suo banco e gli sussurrò velocemente di incontrarlo nel suo studio dopo cena come facevano sempre.

- Certo, professore - rispose Harry, come se Louis gli avesse detto qualcosa inerente la materia che insegnava, e Louis gli sorrise, aspettando con impazienza quel momento.

•••

Quella sera cenò in fretta e una volta finito corse subito verso il suo studio. Si chiuse la porta alle spalle e creò un po' di atmosfera nella stanza, accendendo alcune candele da un profumo dolce e leggero, ma proprio mentre stava accendendo l'ultima, sentì i tre familiari colpi alla porta. Posò la bacchetta sulla scrivania, si allisciò i vestiti e aprì, trovandosi Harry davanti, il suo viso rosso quasi quanto la rosa che teneva in mano. - Buon San Valentino - sussurrò.

Louis sorrise e sentì quasi il proprio cuore sciogliersi nel petto. - Anche a te, amore - rispose, e chiudendo la porta alle spalle di Harry gli prese il viso con entrambe le mani e lo coinvolse in un bacio profondo. - Grazie per la rosa, è bellissima.

- Volevo farti un regalo, ma non potevo uscire dal castello, e... - farfugliò, ma Louis lo fermò dandogli un altro piccolo bacio sulle labbra.

- E' perfetta - disse, facendo apparire un vaso e mettendo lo stelo della rosa nell'acqua. - Scusami per averti ignorato, oggi. Ma non potevo, sai...

- E' tutto okay - disse Harry sorridendo, portandogli le braccia al collo e baciandogli piano la mandibola coperta da un leggero strato di barba. - Mi sei mancato.

- Anche tu, Haz - sussurrò Louis, ma, ricordandosi del perché in quei giorni lo aveva evitato, lo prese per i fianchi e lo scostò da sé. - Siediti sulla poltrona - gli disse.

Harry annuì e fece come gli era stato detto, e subito Louis tirò fuori la scatola di cioccolatini di Mielandia e gliela porse con un sorriso. - Buon San Valentino - disse, di nuovo.

Il sorriso del riccio divenne raggiante e i suoi occhi parvero brillare. Senza dire nulla, aprì la scatola e prese un cioccolatino in mano, che iniziò subito a battere come se fosse un cuore vero, ma di cioccolato. Harry ridacchio e se lo mise in bocca, facendo un verso di piacere e chiudendo gli occhi al contatto con la cioccolata calda in cui si era trasformato, ma li riaprì qualche secondo dopo e le sue guance cominciarono ad arrossarsi. - Ho visto...

Louis ridacchiò. - Questi cioccolatini ti mostrano i momenti più belli passati con la persona che ami. E forse dipendono anche dall'umore, ma non ne sono sicuro.

Harry annuì, ancora con il viso arrossato. - Assaggiane uno.

Louis lo guardò per un attimo, prima di prendere un cioccolatino e portarselo alla bocca. Chiuse gli occhi e subito l'immagine di lui e Harry a letto qualche giorno prima si stagliò vivida nella sua mente. Okay, questo non lo aveva previsto.

Ma sapeva che in qualche modo doveva smorzare la tensione, così si avvicinò a Harry e si mise cavalcioni su di lui. - Vogliamo capire perché il cioccolatino ci abbia mostrato proprio queste immagini?

Harry annuì in fretta, come se non stesse aspettando altro che quello, e Louis rise.

In fondo, aveva sempre ragione Zayn.

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