Prologo
Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di valwaiting e ireheydu su EFP!
*****
Binario 9 ¾.
Per Harry Styles era sempre un'emozione da circa sei anni ritrovarsi ogni primo settembre a King's Cross, pronto per salire a bordo del binario che l'avrebbe portato fino ad Hogwarts.
Quell'anno però faceva particolarmente freddo ed indossava già la sua sciarpa bordeaux e gialla. Erano le undici meno un quarto e fra circa quindici minuti l'espresso per Hogwarts sarebbe partito e lui sarebbe stato finalmente felice.
Sapeva che avrebbe dovuto studiare parecchio anche quell'anno, ma malgrado ciò, per lui stare in quella scuola era senza dubbio migliore che stare nella triste e uggiosa Londra.
Harry, dopo aver salutato i suoi genitori che avrebbe rivisto nove mesi dopo, aveva attraversato l'enorme muro che l'aveva magicamente portato nella piattaforma del binario 9 ¾.
Lì aveva già salutato qualcuno di sua conoscenza, ma le uniche due persone che desiderava vedere probabilmente non erano ancora arrivate: Liam Payne e Niall Horan, i suoi migliori amici fin dal primo anno, due dei motivi per i quali amava andare ad Hogwarts.
Liam era figlio di due maghi prestigiosi, uno dei migliori studenti nella scuola di Hogwarts, Niall, invece, anche lui figlio di due maghi provenienti entrambi dall'Irlanda, era campione della squadra di Quidditch di Grifondoro. Harry iniziò a pensare a quanto sarebbe stato stupendo quell'anno, mentre trascinava i suoi bagagli, cercando con lo sguardo i suoi amici.
Era anche curioso di sapere chi sarebbe stato il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, una delle sue materie preferite. Era però convinto che quel posto fosse veramente maledetto, nessun professore durava più di un anno.
Mentre era assorto nei suoi pensieri, qualcuno urlò il suo nome e Harry dovette voltarsi.
Vide Liam sventolare la mano e correre verso di lui, trascinando il carrello con i bagagli. Harry fece lo stesso e appena furono abbastanza vicini si abbracciarono stringendosi forte.
- Sono così felice di vederti - disse il riccio.
- Anche io, Harry - Liam lo strinse forte e poi si staccarono. - I tuoi capelli diventano sempre più lunghi e più ricci - disse scombinandogli un po' la chioma.
- Sì, mh, non avevo voglia di tagliarli quest'anno - Harry rise e poi si guardò intorno.
- Hai visto Niall? - chiese Liam che istintivamente guardò l'orologio, notando che nel giro di cinque minuti il treno sarebbe partito e ancora non c'era traccia del loro amico irlandese.
- No, lo stavo giusto cercando -
- Arriverà in ritardo come sempre, su saliamo e andiamo a prendere posto - imbarcarono i loro bagagli e salirono sul treno alla ricerca di un posto libero dove potersi sedere, lontano dai Serpeverde e dalla loro arroganza.
Non appena trovarono una cabina libera si sedettero, emozionati per la partenza. Harry guardò di nuovo l'orologio che stava sul suo polso, chiedendosi che fine avesse fatto Niall, visto che il treno sarebbe partito da lì a qualche minuto. Nello stesso istante sentì qualcuno correre nel corridoio del treno e fermarsi nella loro cabina quasi scivolando a terra.
- Ce l'ho fatta - apparve finalmente un ragazzo biondo con gli occhi azzurri e il fiatone. Harry e Liam furono felici di rivedere Niall e lo abbracciarono malgrado quello non riuscisse quasi a respirare dopo la lunga corsa.
- I miei genitori hanno fatto tardi questa mattina, mi sembra un miracolo essere qui - disse Niall prendendo posto e sistemandosi i capelli.
Harry fu felice di sedere finalmente vicino ai suoi due migliori amici e dopo aver abbozzato un sorriso sentì le rotaie del treno che iniziavano a muoversi; guardò fuori dal finestrino e vide piano piano King's Cross allontanarsi sempre di più e in quel preciso istante sentì già il profumo di Hogwarts e di magia.
•••
La battaglia di Hogwarts era finita già da tre anni, Lord Voldemort era morto, Harry Potter, il prescelto, aveva sconfitto il mago oscuro più grande di tutti i tempi, e Louis Tomlinson era uscito da Azkaban da meno di sei mesi. Louis aveva ventitré anni, e a soli diciotto anni, appena uscito dalla scuola, suo padre l'aveva costretto ad unirsi ai Mangiamorte. Durante i processi per condannare i seguaci di Voldemort, gli era stato somministrato il Veritaserum, la pozione che costringeva chi la beveva a dire la verità, ma visto che non era del tutto innocente, gli erano stati dati due anni e mezzo di carcere; aveva ucciso delle persone, Louis, ma non ne andava fiero come la maggior parte dei Mangiamorte, non cercava di compiacere il Signore Oscuro. Voleva soltanto che tutto finisse, e non poche volte era stato soggetto alla maledizione Imperius dal suo stesso padre.
Ma suo padre, in quella fatidica battaglia nella sua vecchia scuola, era morto, caduto insieme ad altri valorosi maghi e streghe.
E Louis adesso si trovava di nuovo lì, in quella scuola. Non sapeva perché Minerva McGranitt, che aveva succeduto Albus Silente alla presidenza della scuola, l'avesse chiamato ad insegnare lì. Non sapeva come mai tutti gli insegnati avessero accettato quella proposta, e non sapeva come mai tutti gli studenti sarebbero ritornati a scuola pur sapendo che un ex Mangiamorte avrebbe insegnato loro Difesa Contro Le Arti Oscure.
Louis non si era sforzato per trovare delle risposte a quelle domande, perché, detto sinceramente, non gli interessava per niente. Gli bastava avere un tetto sulla testa, un posto in cui dormire che non fosse la casa che aveva ereditato da suo padre, un piatto caldo assicurato, e uno stipendio. Louis non faceva mai troppe domande, se sapeva che ne avrebbe ricavato comunque dei vantaggi.
Si grattò il braccio sinistro, proprio sopra il marchio nero che ormai non bruciava più.
Era arrivato a scuola il giorno prima, erano le undici di mattina in punto e gli studenti sarebbero arrivati quella sera a riempire il castello con le loro voci e le loro risate. Louis non era troppo felice di fare l'insegnante, non sopportava i bambini – e i ragazzini ancora peggio -, ma si sarebbe adeguato. Di sicuro meglio di Azkaban.
Aveva ancora gli incubi, su quel posto. La notte si svegliava sudato e ansimante, dopo incubi su incubi, la metà dei quali implicavano le facce dei Dissennatori pronti a baciarlo e a succhiargli via l'anima. La prigione dei maghi era un posto orrendo, e avrebbe preferito tornare tra le file di Voldemort in battaglia piuttosto che in quel posto terribile. Scosse la testa per non pensarci, e continuò a vagare per il castello.
Arrivò vicino ai sotterranei, e sorrise: lì c'era il dormitorio dei Serpeverde, dormitorio in cui aveva vissuto per sette anni della sua vita e di cui adesso era diventato il direttore. Perché sì, la McGranitt l'aveva nominato anche direttore della casa Serpeverde, cosa che l'aveva stupito forse ancora di più della nomina di insegnante.
Si ricordava il primo giorno in cui aveva messo piede in quel castello, undicenne, felice come non mai, perché suo padre gli aveva parlato tantissimo di Hogwarts sin da quand'era piccolo, e aveva sempre sperato di essere smistato in Serpeverde proprio come lui. E lo stesso destino toccò al suo migliore amico Zayn Malik.
Si ricordava anche l'anno in cui Harry Potter era entrato ad Hogwarts, e i discorsi del signor Malfoy e del padre di Louis – che erano buoni amici – durante le vacanze di Natale, mentre lui e Draco giocavano agli scacchi dei maghi davanti al caminetto di casa Malfoy. Non aveva più visto Draco Malfoy, non aveva più visto nessuno dopo la morte di Voldemort. Solo le guardie di Azkaban.
Si ricordava benissimo anche il settimo anno di scuola, quando Harry Potter era uscito dal labirinto del Torneo Tremaghi con il corpo di Cedric Diggory, dicendo che Voldemort era risorto. Louis non ci aveva voluto credere all'inizio, come tutti, ma alla fine dell'anno scolastico, tornato a casa, suo padre lo informò sui dettagli dell'accaduto, e non appena compiuti diciotto anni, lo costrinse a far parte dei seguaci del Signore Oscuro.
Louis scese nei sotterranei, e il muro di pietra si aprì per farlo passare, non essendo ancora protetto dalla parola d'ordine. Per un momento gli sembrò di essere tornato bambino, e sorrise, ma guardando il proprio riflesso trasandato nei vetri delle finestre, il presente lo investì come una doccia fredda: aveva i capelli lisci lunghi fino a metà collo, e una barba incolta gli incorniciava la mandibola. I suoi occhi azzurri spiccavano nel buio, illuminati dal verde del lago che si vedeva dalle finestre. La sala comune dei Serpeverde si trovava proprio nei pressi del lago di Hogwarts, e gli era sempre piaciuto fermarsi a guardare le meravigliose creature che vi nuotavano.
Louis sospirò, e uscì lentamente dal dormitorio: si sentiva stranamente sereno, forse anche contento, e non si sentiva in quel modo da così tanto tempo che l'aveva quasi scordato. Per la prima volta dopo anni, un nuovo anno scolastico sarebbe cominciato anche per lui.
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