Epilogo

Casa dolce casa.

Il rientro era stato come sempre meraviglioso: rivedere la sua famiglia al binario 9 ¾ di King's Cross aveva reso Harry incredibilmente felice. Aveva stretto sua sorella Gemma, che gli aveva ripetuto all'incirca un milione di volte che aveva sentito la sua mancanza più di ogni altra cosa al mondo e lo stesso avevano fatto i suoi genitori. Sua madre si era attaccata alla sua guancia, baciandola ripetutamente, con gli occhi lucidi per la felicità.

Appena poggiò il baule all'ingresso della sua enorme casa a Londra, fece un sospiro sfoggiando un sorriso. Casa sua faceva sempre un fantastico profumo di pulito perchè sua madre ci teneva a tenere la casa sempre in perfetto ordine e sempre profumata e questo la rendeva molto accogliente.

Decise di salire al piano di sopra per vedere se la sua stanza fosse rimasta uguale a prima e fu esattamente così. Al centro c'era un letto matrimoniale tutto per lui e nella parete di fronte stava un televisore a schermo piatto e accanto una libreria in cui teneva tutti i suoi libri e i suoi DVD. Aprì la serranda per fare luce e le pareti azzurre della sua stanza parvero brillare.

Quel colore gli ricordò gli occhi di Louis e sorrise, pensando che quella sera non sarebbe di certo sgattaiolato fuori dal suo dormitorio per andare da lui e passare la sera in sua compagnia, ma quello che avrebbe fatto sarebbe stato semplicemente guardare un film con sua sorella insieme ad una ciotola di pop corn.

Il mondo babbano era molto diverso da quello magico e spesso quando andava a Hogwarts o quando ritornava a casa, si ritrovava a dover cambiare ritmo.

Subito dopo entrò suo padre che reggeva il suo baule e lo poggiò accanto al comodino.

- Fra poco sarà pronta la cena - disse l'uomo. Harry aveva sentito tanto la mancanza di quella solita frase che suo padre gli diceva quasi ogni sera, entrando nella sua stanza circa mezz'oretta prima che sua madre potesse riempire i loro piatti di cibo.

- Va bene, sistemo le cose e scendo da voi - rispose il riccio, calandosi verso il baule. Lo aprì ma nello stesso momento si accorse che suo padre non era ancora uscito dalla stanza ed era rimasto sull'uscio con la spalla poggiata allo stipite. Harry si voltò - Che c'è? - chiese con un sorriso.

- Mi sei mancato tanto, figliolo - rispose suo padre, sorridendo a sua volta - Mi sembri cresciuto un sacco, hai un'aria serena... sono così felice di rivederti a casa - Harry si alzò in piedi, abbracciando forte suo padre, che ormai aveva raggiunto in altezza, e lo strinse come mai aveva fatto nella sua vita.

- Ti voglio bene - sussurrò poi il riccio e suo padre ridacchiò.

- A tavola ci racconti di quest'anno scolastico, eh? - fece prendendolo dalle spalle e guardandolo dritto in faccia con un sorriso che si nascondeva sotto i baffi grigi. Harry annuì e subito dopo suo padre si allontanò dalla stanza e lui tornò al suo baule.

Tirò fuori tutti i vestiti e li sistemò dentro l'armadio, tirando fuori anche le sue nuove sciarpe per i capelli e mettendole dentro il cassetto del comodino accanto al letto. I DVD che aveva ricevuto per Natale dai suoi genitori li mise momentaneamente sulla scrivania perchè sicuramente li avrebbe visti nei giorni successivi.

Proprio vicino a dove aveva messo i DVD c'era il suo telefonino e decise così di accenderlo dopo nove mesi in cui non lo faceva. Ovviamente nessun messaggio e nessuna chiamata, ma si preoccupò di salvare nella rubrica il numero di Louis che aveva scritto in un taccuino.

Rimise tutti i suoi libri negli scaffali e prese poi la bacchetta dal baule, ponendola nella scatola che gli aveva dato Olivander al momento della vendita al primo anno e la nascose dietro un malloppo di libri, sapendo che non gli sarebbe servita a molto lì a Londra.

L'ultima cosa che tirò fuori furono le fotografie con i suoi amici il giorno del suo compleanno: le contemplò per una serie di secondi, guardandole muoversi. Sentì già in quel momento la mancanza della risata di Niall e della voce di Liam e soprattutto gli mancava poterli abbracciare e sapeva anche che svegliarsi da solo la mattina da quel momento fino al primo settembre, sarebbe stato traumatico.

Mentre era assorto nei suoi pensieri, sobbalzò sentendo il telefonino vibrare: gli era arrivato un messaggio e poggiò le foto nel letto per potersi fiondare sulla sua scrivania. Afferrò il telefono e vide il nome di Louis sul display e il cuore iniziò a battergli fortissimo e gli sembrò di essere di nuovo a Hogwarts insieme a lui.

"Questo affare è strano. Spero di aver capito come funziona, mi manchi
Louis"

Harry lesse il messaggio e rimase lì a fissarlo per un tempo che non riuscì nemmeno a calcolare, con un sorriso ebete stampato sul viso, fino a quando non piombò Gemma nella sua stanza - Fratellino! E' pronta la cena! - disse.

- Sì, sto arrivando - rispose sorridendole. Scrisse un messaggio per Louis e poi abbandonò il telefonino sulla sua scrivania per dirigersi verso la sala da pranzo.

"Fai già progressi, mi manchi anche tu. Sono arrivato a casa da poco.
Ti amo alla follia amore mio"

~~

- Lasagne! - urlò Harry davanti al piatto con una porzione enorme di lasagne e sua madre gli carezzò i capelli dolcemente - Sì, so che le ami e quindi le ho preparate solo per te stasera... Ma quanto sono diventati lunghi i tuoi capelli?! - fece la donna, cambiando improvvisamente discorso mentre affondava la mano tra i suoi ricci.

- Molto, ti piacciono? - chiese.

- Sì, sei bellissimo! - sua madre gli baciò la fronte, prima di sedersi nel suo solito posto. Gli sembrava strano cenare lì e non nella gigantesca Sala Grande, con il soffitto magico e con i tavolo dei professori in fondo alla Sala e con le voci di mille alunni che si amalgamavano l'una con l'altra.

Soprattutto si sentiva strano a non doversi girare ogni secondo per vedere Louis e per vederlo ridere insieme al professor Malik.

- Allora? - fece sua sorella - Parlaci di questo ragazzo - Harry rischiò quasi di affogarsi e tutti scoppiarono a ridere. Si sentì un po' in imbarazzo, soprattutto perchè avrebbe dovuto dire ai suoi genitori che il ragazzo che tanto amava e con cui si era fidanzato era un suo professore e non un alunno di Hogwarts.

- Oh - fece poi, arrossendo - Sì beh... c'è una cosa che dovete sapere - tossì per poi poggiare per un attimo la sua forchetta. Abbassò lo sguardo, intrecciando le sue dita timidamente.

- Insomma... il mio... ragazzo, ecco... non è un mio compagno di scuola - disse, con la voce che gli tremava un po' - Ah no? - fece sua madre - Viene da una di quelle altre scuola lì di cui ci hai parlato una volta? -

- Mh... non esattamente - prese un lungo respiro e iniziò a pensare che i suoi genitori sicuramente non si sarebbero potuti arrabbiare per una cosa simile, soprattutto il giorno in cui lui era ritornato dalla sua permanenza a Hogwarts - Beh, il mio fidanzato è il nuovo professore di Difesa Contro Le Arti Oscure -

- Ti sei fidanzato con un professore vecchio e rugoso della tua scuola di magia?! - sbottò Gemma con un tono che fece scoppiare immediatamente Harry a ridere, mentre i suoi genitori erano rimasti attoniti a fissarlo.

- No, no! Louis, così si chiama, ha ventitré anni... è giovane, alla fine non ci leviamo così tanti anni - sua madre tirò un sospiro di sollievo a sentire quella notizia e si mise la mano nel petto, ritornando a respirare dopo un momento in cui aveva smesso. Harry sorrise, sentendosi finalmente più leggero e tornando a mangiare le sue lasagne.

- Harry! Mi hai fatto prendere un colpo, tesoro! - fece sua madre.

- Ma è comunque più grande di te, Harry - disse di rimando suo padre che però non parve provare così tanto sollievo - E soprattutto è il tuo professore, non hanno detto nulla i vostri compagni? -

- No, ovviamente non lo sa nessuno... lo sanno soltanto Liam e Niall - rispose.

- Lo so, però... - suo padre fece per parlare, ma immediatamente sua madre lo frenò - Quello che tuo padre sta cercando di dirti è che siamo felici per te e che speriamo che questa persona ti tratti bene, come meriti di essere trattato - Harry sorrise di nuovo, desiderando ardentemente di voler abbracciare sua madre.

- Io lo voglio conoscere, Harry! - protestò su sorella.

- Posso... invitarlo qui, se non vi dispiace! -

Suo padre fece di nuovo per parlare, ma il "si" euforico di sua madre lo bloccò di nuovo e Harry scoppiò a ridere. Sapeva che suo padre non era poi così contento all'idea di conoscere il suo fidanzato, nonché anche il suo professore di Difesa, ma Harry era anche sicuro che appena lo avrebbe conosciuto, sicuramente si sarebbe ricreduto perchè l'avrebbe trovato fantastico.

La cena durò molto più del solito quel giorno, principalmente perchè sua madre aveva cucinato per un esercito, rifilandogli la scusa del "sembri sciupato, amore!" e poi perchè Harry aveva iniziato a parlare di ciò che era successo in quei nove mesi, soffermandosi più e più volte su Louis e sulla loro storia. Evitò di raccontare loro la faccenda dei Dissennatori perchè non aveva proprio voglia di terrorizzarli in quel modo.

- Film? - disse poi a sua sorella Gemma dopo aver finito il suo racconto.

- Sì! - rispose la ragazza e insieme si alzarono dal tavolo per dirigersi in camera di Harry. Il riccio appena entrò si preoccupò di controllare il telefonino, trovando lì un altro messaggio di Louis di circa una decina di minuti prima:

"Ti amo anche io, non vedo l'ora di stare con te."

Harry sorrise e sua sorella si accorse della sua espressione da ebete davanti al cellulare - Chi è? - chiese curiosa.

- Louis - rispose.

- Digli di venire qui il prossimo weekend! Dai dai! - fece saltellando sul letto.

- Va bene, okay, calma, dai! - scoppiò a ridere per poi digitare velocemente sulla tastiera del telefono.

"Che ne pensi di venire qui il prossimo weekend? Mia sorella vuole conoscerti, amore."

Inviò il messaggio, per poi buttarsi nel letto accanto a sua sorella che si era alzata per scegliere un DVD dai suoi scaffali - Blow? - chiese Gemma, prendendo il DVD con il volto di Johnny Depp e Penelope Cruz stampati nella copertina.

- Sì! Ho troppa voglia di vederlo! - rispose contento, mettendosi seduto, con la schiena contro la testata del letto. Sua sorella inserì il DVD nel lettore e poi si distese accanto a lui, poggiando la testa sulla spalla di suo fratello e stringendosi a lui.

- E' bello stare di nuovo con te, mi sei mancato - sussurrò, mentre le voci degli attori avevano iniziato a riempire la stanza. Harry le baciò la fronte - Anche tu Gem e non vedo l'ora che tu conosca Lou, ti piacerà sicuramente -

- Ne sono certa! Cosa hai detto che insegna? -

- Difesa Contro Le Arti Oscure -

- Wow - fece lei - Sono invidiosa adesso: non solo sei in una scuola fighissima, in più hai anche dei professori belli - sbuffò, mettendo il broncio.

- E non hai visto il mio professore di Divinazione! E' il migliore amico di Louis -

- E' bello?! -

- Sì, sarà di sicuro il suo Occhio Interiore a renderlo così affascinante - rise - Chiederò a Louis di scattargli una foto e fartela vedere, peccato che... - lasciò la frase incompleta, destando la curiosità di Gemma.

- Che? -

- Che è gay anche lui -

La ragazza sbuffò - Che palle, smettetela di essere tutti belli e gay, non è giusto! -

Harry rise, stringendola maggiormente a sè - Se vuoi posso presentarti il mio migliore amico, Niall, è irlandese -

- Non mi piacciono i biondi - disse dando per scontato che Niall, essendo irlandese, avesse i capelli chiari - E poi non posso di certo uscire con un coetaneo di mio fratello più piccolo! -

- Rimanderemo questa conversazione, vediamo il film - Gemma annuì, rimanendo accoccolata fra le braccia di Harry, il quale non vedeva l'ora di ritrovarsi in quella stessa posizione, nello stesso punto in cui era disteso lui, con Louis però al suo fianco a guardare la televisione o semplicemente ad amarsi alla follia.

Il cellulare vibrò di nuovo e Harry si sporse per leggere il messaggio di Louis:

"E' come se fossi già per strada, non vedo l'ora.
Ti amo."

•••

Louis avrebbe voluto guardare Harry partire dalla finestra, guardarlo ridere mentre si preparava a tornare a casa, ma il suo stupidissimo studio era nei sotterranei, e così si era immerso negli ultimi preparativi dei bagagli, visto che sarebbe partito la sera stessa per tornare a casa.

Passò praticamente tutto il pomeriggio a dormire e la sera, proprio mentre era immerso nella lettura delle istruzioni del cellulare, sentì un paio di colpi alla porta, e per un momento pensò che fosse Harry, prima di ricordarsi che era già partito per Londra. Si alzò comunque per andare ad aprire, e trovò di fronte a lui un Zayn sorridente.

- Tutto okay? - gli chiese, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.

Louis annuì, tornando a sedersi alla scrivania e riprendendo il libretto in mano. - Tu?

Zayn fece spallucce. - Contento di tornare a casa.

- Già - disse semplicemente.

Prese il cellulare dalla scrivania e se lo rigirò tra le dita, cercando di capire quale strano meccanismo usasse per funzionare; poi premette il tasto nella parte superiore per qualche secondo, e finalmente la schermata che gli aveva mostrato Harry mesi prima apparve, facendo una strana musichetta.

- Che fai? - gli chiese Zayn.

- Provo a far funzionare questo coso, ma non so se ci riuscirò.

Il viso di Harry comparve finalmente nello schermo e Louis sorrise, rendendosi conto di quanto fosse bello e di quanto gli mancasse: non poteva credere che non fosse più nel castello con lui e che non potesse vederlo ogni volta che voleva. In quel momento avrebbe voluto tenerlo stretto a sé, respirare il suo odore e toccare la sua pelle soffice, ma l'unica cosa di cui poteva accontentarsi era quella foto - anche se non capiva il senso delle foto ferme, ma a quanto pare i babbani non erano ancora riusciti a metterle in movimento.

- Ti manca?

Louis alzò gli occhi al cielo. - E' inutile che cerchi di farti bello con il tuo Occhio Interiore.

- Ti devo ricordare, per l'ennesima volta, che sono il tuo migliore amico?

- Okay, sì. Mi manca.

- Sai già quando vi vedrete?

- No - scosse la testa. - Non so nemmeno se ha detto di me ai suoi genitori e come la prenderanno. Sono un po' preoccupato, sinceramente.

- Non hai mica ottant'anni.

Louis rise. - Lo so, ma sono pur sempre un suo professore.

- Vedrai che andrà tutto bene - gli disse il moro, e Louis non potè fare a meno di sentirsi consolato dalle sue parole, che in quei casi non sbagliavano praticamente mai.

Decise che avrebbe scritto un messaggio al suo ragazzo per fargli sapere che lo pensava e che gli mancava, così, con un po' di fatica, pigiò i piccoli tastini del cellulare e aprì la schermata del messaggio; Harry gli aveva spiegato come usare il cosiddetto t9, e sperava davvero di scrivere in una lingua comprensibile.

"Questo affare è strano. Spero di aver capito come funziona, mi manchi
Louis"

Scrisse, e sorrise, fiero del suo lavoro, notando che non c'erano errori e che era riuscito ad inserire anche la punteggiatura.

- Guarda Zay, ho scritto un messaggio!

- E ora lui dovrebbe risponderti? Come la posta via gufo?

Annuì. - Sì, lo spero.

- Non sarebbe più semplice incantare questo aggeggio in modo che faccia tutto da solo?

Louis ci pensò per qualche secondo, effettivamente gli avrebbe agevolato la vita di molto, ma poi decise di lasciare tutto per com'era. - La cultura babbana è una parte di Harry, e per lui è importante che io riesca ad usare il cellulare senza magia. Preferisco lasciarlo così.

- Come sei romantico! - lo prese in giro il moro ridendo, e Louis gli lanciò una pallina di carta.

Subito dopo il cellulare fece un rumore che li fece balzare entrambi sulla sedia, e Louis si accorse che segnava un nuovo messaggio. Lo aprì e lesse.

"Fai già progressi, mi manchi anche tu. Sono arrivato a casa da poco.
Ti amo alla follia amore mio"

Non riuscì a trattenere un sorriso alla dolcezza di Harry e di come non si frenava mai nel mostrare le sue emozioni; era una cosa di lui che adorava e che da una parte invidiava.

- Lo sai, vero, che hai un sorriso da idiota stampato sul viso?

- Sei solo geloso.

- Un po' sì.

Louis rise e scrisse un messaggio di risposta: "Ti amo anche io, non vedo l'ora di stare con te."

"Che ne pensi di venire qui il prossimo weekend? Mia sorella vuole conoscerti, amore." Arrivò quasi subito la risposta.

Louis rimase con il cellulare in mano per parecchi secondi, fissando lo schermo come ipnotizzato. Il prossimo weekend? Non era un po' troppo presto? Non era ancora pronto psicologicamente per conoscere i suoi genitori, ma non se la sentiva di dire a Harry di no, perché sapeva che ci sarebbe rimasto malissimo.

- Louis? - chiese Zayn, dubbioso.

- Mi ha chiesto di andarlo a trovare il prossimo weekend.

- E' fantastico!

- A casa sua. Con i suoi genitori.

- Ah - fece il moro. Poi sorrise divertito. - Sapevi che prima o poi avresti dovuto farlo.

- Sì, ma pensavo più poi che prima!

- Cosa gli dirai?

Louis sospirò. - Gli dico di sì - rispose, e scrisse un altro messaggio.

"E' come se fossi già per strada, non vedo l'ora.
Ti amo."

Proprio in quel momento qualcun altro bussò alla porta, e Louis spalancò gli occhi prima di prendere il telefono e chiuderlo dentro un cassetto insieme alla scatola. Poi si alzò, si sistemò i capelli e andò ad aprire.

- Buonasera, Louis.

- Minerva - la salutò. La donna entrò e salutò anche Zayn, ma quando si accorsero che rimase in silenzio, il moro capì che aveva qualcosa da dire a Louis e si congedò con la promessa che si sarebbero visti per cena.

La Preside si avvicinò alla finestra con un sorriso e guardò il lago e le creature che vi nuotavano pigre. - Ho sempre amato quest'area del castello - disse. - Ha un che di misterioso.

- E' molto bella - disse semplicemente Louis, chiedendosi cosa volesse e soprattutto sperando che il cellulare non squillasse più.

La McGranitt annuì, e poi si girò verso di lui. - Mi ha chiamato il Ministero - disse. - Ti hanno offerto un lavoro.

Louis non si rese conto di aver spalancato la bocca finchè non dovette richiuderla per parlare. - Un lavoro? Che lavoro?

- Come aiuto auror per le indagini su Lord Voldemort. Credono che tu sia una delle pedine più importanti del gioco, tra quelli rimasti in vita.

- Mh - fece semplicemente Louis. Per un attimo si ritrovò spaesato, perché il lavoro ad Hogwarts gli piaceva, e anche se non voleva ammetterlo stava cominciando ad affezionarsi agli studenti; ma dall'altra parte il lavoro al Ministero sarebbe stato pagato sicuramente di più, e avrebbe potuto vivere a casa sua e, soprattutto, non avrebbe più dovuto nascondere la sua relazione con Harry, anche se almeno per un altro anno lo avrebbe visto molto meno, visto che lui doveva fare ancora il settimo anno a scuola. - Tu che ne pensi? - chiese alla donna.

Lei sorrise. - Io penso che sia una grande opportunità, Louis. Non fraintendermi, amo averti qui a scuola, ma sono sicura che questo lavoro ti aiuterà moltissimo a liberarti del tuo passato.

- Lo credo anch'io - rispose semplicemente, sorridendo.

~~

Louis si era appena materializzato a un paio di isolati da casa Styles in un vicolo che per fortuna era vuoto, al momento. Indossava dei jeans, una camicia bianca e una giacca nera, sperando di non essere troppo elegante - si era documentato sui vestiti dei babbani, e quei pantaloni che loro chiamavano jeans erano davvero comodi, non li aveva mai provati prima, probabilmente ne avrebbe comprati altri per modernizzare il suo guardaroba.

Si lisciò le pieghe della giacca e si sistemò i capelli, che aveva tagliato, così come la barba. Aveva deciso di adottare quel look perché lo faceva sembrare più giovane, e non voleva dare ai genitori di Harry l'impressione che fosse un vecchio o qualcosa di simile. Con sé aveva solo una piccola valigia di cuoio in cui aveva il necessario per il fine settimana.

In realtà, in quel momento, si sarebbe volentieri materializzato di nuovo a casa sua, perché il cuore minacciava di uscirgli dal petto da un momento all'altro e il suo respiro era pesante. Era davvero in ansia ed era molto preoccupato per quello che avrebbero potuto pensare di lui i genitori del suo ragazzo, anche se Harry gli aveva detto che l'avevano presa bene e che erano assolutamente tranquilli.

Fece un profondo respiro e si incamminò verso casa di Harry, ammirando intanto il quartiere babbano: a parte lo stile delle case e delle poche persone che camminavano per le strade quel venerdì sera, non era molto diverso da un quartiere magico e Louis ne fu felice, perché in quel modo non si sarebbe sentito troppo fuori posto.

Arrivò in pochi minuti alla meta: la casa era grande e moderna, e nella porta bianca vi era un grande numero 18 dorato, con i basso una targhetta con scritto Styles.

Louis sentiva il cuore battergli nelle orecchie, e fece un profondo respiro ad occhi chiusi prima di premere il campanello; dopo pochi secondi sentì delle voci provenire dall'interno e una ragazza con i capelli chiari e lunghi si precipitò ad aprire alla porta, con Harry alle calcagna. Doveva essere Gemma.

- CIA...o - fece, rimanendo con la bocca aperta davanti alla porta. Harry la spinse di lato e si lanciò al suo collo, abbracciandolo forte.

- Ciao amore - disse, con il viso nell'incavo del suo collo.

Louis ricambiò l'abbraccio con il braccio che non teneva la valigia, per poi dargli un bacio sulla guancia. - Ehi, piccolo.

Harry sciolse l'abbraccio e gli sorrise, con quel meraviglioso sorriso tutto fossette e occhi verdi scintillanti. Non gli diede il tempo di fare nulla che gli prese la valigia e la posò vicino all'attaccapanni, per poi prenderlo per mano. - Vieni, mamma e papà sono di là.

- Aspetta - gli disse e, ignorando il fatto che Gemma fosse ancora ferma lì a guardarli, fece un gesto con la mano e fece apparire un mazzo di rose rosse. - Queste sono per te.

Il viso di Harry si illuminò, se è possibile, ancora più di prima, e prese in mano i fiori, odorandoli. - Sono bellissimi, Lou. Grazie.

- Di niente - sussurrò, dandogli un bacio sulla fronte.

- Ehi, ehi! - fece Gemma, come risvegliata da un trance. - Non mi avevi detto che fosse così bello!

- Sì che te l'avevo detto - rise Harry. - Louis, lei è Gemma - disse poi, finalmente presentandoli.

- Piacere - fece lui, stringendole la mano, e la vide arrossire leggermente, proprio come suo fratello; dal vivo si vedeva ancora di più come si somigliassero.

Harry però non gli permise di dire più niente che lo prese per mano e lo trascinò nel salone dove i suoi genitori erano seduti sul divano a guardare qualcosa sul televisore più grande che Louis avesse mai visto.

- Mamma, papà - disse Harry. - Lui è Louis.

Entrambi i genitori di Harry si alzarono in fretta dal divano e gli strinsero la mano. A Louis non sfuggì lo sguardo duro di suo padre e l'occhiolino che gli fece sua madre, sussurrando subito dopo un "è bello" a Harry che lo fece arrossire.

- Che belle rose! - disse Anne, prendendo in mano il mazzo. - Le vado a mettere in un vaso.

Lui, Harry, Gemma e il padre di Harry si sedettero in salone, e Gemma iniziò a fargli ogni tipo di domanda sul mondo della magia, visto che, per come l'aveva detto lei, lui ne sapeva molto di più di suo fratello. Gli chiese anche di Zayn, e Louis rise mentre rispondeva. - Zayn è il mio migliore amico e sì, è molto bello.

- Dimmi che hai una foto - gli chiese, supplice.

- Mh, dovrei averla qua - prese il portafogli e tirò fuori una foto di lui e Zayn del Natale dell'anno prima, mentre brindavano, e gliela porse.

Gemma la guardò per qualche secondo. - Cavolo se è bello - disse. - Wow, amo le foto che si muovono - fece poi ridendo e porgendo di nuovo la foto a Louis.

Intanto anche Anne li aveva raggiunti e si era unita alla conversazione, quando suo padre fece un colpo di tosse, attirando la loro attenzione. Buttò uno sguardo veloce alle dita intrecciate dei due ragazzi e poi si rivolse a Louis, che sentì la sua sudorazione aumentare a dismisura.

- Allora, Signor Tomlinson.

- Papà - fece subito Harry, alzando gli occhi al cielo.

- Louis - si corresse l'uomo. - Da quanto insegni ad Hogwarts?

- Ho insegnato lì solo quest'anno - rispose. - E non so se tornerò a scuola.

- Cosa?! - fece Harry allarmato. - Louis...

- Tranquillo - gli sorrise, accarezzandogli il dorso della mano con il pollice. - Mi hanno offerto un nuovo lavoro al Ministero della Magia come aiuto auror, e... stavo pensando di accettare.

- Non so cosa significhi, ma sembra una cosa importante - disse Robin.

- Lo è - disse Harry, con un enorme sorriso. - E Louis accetterà perché è il più adatto per questo lavoro.

Louis annuì, adesso sicuro della sua scelta; non aveva dato risposta al Ministero perché voleva prima parlarne con Harry, e sinceramente non si aspettava una reazione simile. Conoscendolo, aveva pensato che si fosse arrabbiato perché lo stava lasciando solo a scuola o qualcosa del genere, e invece era stato incredibilmente di supporto per la sua scelta, e lui ne era davvero felice.

Continuarono a parlare anche durante la cena, e sembrava che i genitori di Harry si abituassero sempre di più alla sua presenza, più che altro suo padre visto che sua madre sembrava adorarlo già dal primo momento in cui l'aveva visto, per non parlare di Gemma. Gli chiesero come avesse fatto a capire di provare qualcosa per Harry e come avessero fatto a nascondere la loro relazione, e anche se il padre di Harry aveva avuto qualcosa da ridire, non era stato troppo severo con nessuno dei due.

Al momento del dolce, Anne gli chiese di aiutarlo, e lui andò insieme a lei in cucina.

- Spero ti piaccia il cioccolato, Louis.

- Mi piace molto, grazie Signora Styles.

- Chiamami Anne, ti prego - le sorrise lei, con un sorriso che somigliava in modo incredibile a quello di Harry. Louis annuì ma non rispose, e la aiutò a mettere la torta su un vassoio. - Sono molto contenta che ci sia tu nella vita di Harry, Louis. Quando è tornato da Hogwarts ho visto in lui un'espressione così rilassata e felice che mi sono chiesta subito se questo fantomatico ragazzo di cui ci aveva parlato fosse un angelo. E poi ti vedo adesso, e... mi sembri davvero un bravo ragazzo. E anche se Robin sembra un po' scontroso, non ce l'ha con te. E' solo...

- Lo capisco - le sorrise Louis. - Ma credimi quando dico che io amo davvero Harry. Per me quello che c'è tra di noi non è un gioco, i miei sentimenti sono reali.

Anne fece un sorriso commosso. - Ne sono felice.

Il resto della cena andò benissimo, e Louis si sentì perfettamente a suo agio con la famiglia di Harry, anche perché a loro volta stavano già iniziando a trattarlo come uno di famiglia.

- Vieni Lou, ti faccio vedere la mia camera - disse Harry, alzandosi dalla sedia e prendendolo per mano.

- Usate le precauzioni! - fece Gemma, ridendo.

Louis arrossì mentre Harry urlò il nome di sua sorella, anche lui rosso in viso lanciandole un pezzo di pane addosso. Per fortuna anche i suoi genitori ridevano, così Louis non si preoccupò più di tanto e si fece guidare dal suo ragazzo al piano di sopra.

Il riccio aprì la porta della prima camera e gli mostrò una grande stanza con al centro un letto matrimoniale, nel quale avrebbero dormito entrambi, ma cosa più importante, una televisione.

- Ne avete una in ogni stanza? - chiese Louis, sorpreso.

- Quasi.

Louis si perse a guardare le cose di Harry, soprattutto quelle babbane, e fece molte domande alle quali Harry rispose sempre con un sorriso sulle labbra; ma la cosa su cui si soffermò particolarmente fu la collezione di dvd che il ragazzo teneva su uno scaffale della libreria. C'erano film di ogni genere, e in alcuni riuscì anche a riconoscere gli attori che aveva visto nel grande libro che aveva letto nella Stanza delle Necessità di Hogwarts.

- Film, stasera? - chiese.

- Certo - rispose Harry, abbracciandolo da dietro e baciandogli il collo. - Quale vuoi vedere?

- Il tuo preferito.

- Titanic - Louis prese il dvd dallo scaffale e guardò la copertina, dove un bellissimo Leonardo Di Caprio sembrava piuttosto triste. - Piango sempre, quando lo vedo.

- Sarò felice di asciugare le tue lacrime - rispose Louis, girandosi in modo da poterlo guardare in viso e dandogli un bacio sulla fronte.

~~

E mantenne la sua promessa, un paio di ore più tardi, quando Jack era appena morto e Harry singhiozzava sul suo petto, mentre Louis gli accarezzava i capelli e piangeva anche lui, in silenzio. Non credeva che un film potesse essere così bello, gli era piaciuto da morire e lo aveva fatto emozionare tantissimo.

Quando il film finì, Harry si asciugò gli occhi con le mani e si accoccolò di più a lui, stringendolo forte e baciandogli la guancia. - Sono così felice che tu sia qui.

- Anche io, amore.

- E sono davvero felice che tu abbia accettato l'incarico al Ministero, è una cosa stupenda. Ma promettimi di scrivermi sempre sempre.

Louis annuì. - Promesso. In realtà non ho ancora accettato, aspettavo di sapere cosa ne pensassi tu.

- Io?

- Tu, Harry. La tua opinione è l'unica che conta, per me.

Il riccio gli sorrise e si fiondò sulle sue labbra, con un bacio che, come tutti i loro baci, racchiudeva un'infinità di emozioni e di promesse.

Louis chiuse gli occhi e si perse ad accarezzare i suoi ricci perfetti, a sentire le sue labbra sulle proprie e le loro gambe che si sfioravano, i loro respiri corti e i loro cuori che battevano all'unisono.

Louis chiuse gli occhi e si perse in Harry.

Perché ormai Harry era tutto ciò che di bello c'era nella sua vita, la persona più importante, la persona che lo aveva cambiato; Louis era una persona nuova grazie a lui, ed era stata l'unica persona al mondo ad aver preso i suoi brutti ricordi e averli trasformati in qualcosa per cui lottare, in qualcosa per cui battersi per superare tutto il dolore che aveva provato nel suo passato.

Louis amava Harry, lo amava alla follia, ed era sicuro di non aver più bisogno di niente né di nessun altro nella sua vita, per sempre.

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