Capitolo 8
Il mese successivo non era stato abbastanza facile per Harry e Louis: dopo la punizione vedersi era diventato quasi impossibile perché Harry non poteva uscire tutte le sere di nascosto, perché i suoi amici se ne sarebbero comunque accorti e avrebbero iniziato a farsi qualche domanda. Qualche volta però, con qualche scusa inventata sul momento, era riuscito a sgattaiolare fuori per andare da Louis e passare un po' di tempo con lui.
Aldilà di quei piccoli momenti che si ritagliavano la sera, era raro che stessero da soli anche solo per scambiarsi anche un piccolo bacio: capitava qualche volta che si rinchiudevano in qualche classe poco prima degli allenamenti di Quidditch e stavano insieme per qualche minuto, ma con il tempo diventava sempre più difficile. Stavano anche due o più giorni senza stare da soli e vedere Louis durante i pasti o durante le lezioni di Difesa e non potergli stare vicino, rendeva Harry ancora più triste.
Capitava a volte che durante le lezioni di Difesa Contro Le Arti Oscure Harry avesse bisogno di aiuto con un incantesimo e Louis si avvicinava a lui per aiutarlo e sentire il suo profumo scaturiva in Harry un brivido che gli percorreva tutto il corpo. Nell'ultimo periodo però il desiderio di stare con lui, di baciarlo, di toccarlo e di farsi toccare era aumentato sempre di più: si sarebbe già dovuto abituare ad una situazione del genere dopo più di un mese, ma in realtà quelle poche volte che riuscivano a vedersi, si riaccendeva in Harry il desiderio di stare con lui ogni minuto della sua vita.
Senza che loro se ne accorgessero era arrivato quasi Halloween e l'unica cosa positiva di quel periodo fu che Harry era riuscito a concentrarsi un po' di più sullo studio e i suoi voti erano migliorati: anche il Quidditch aveva dato i suoi frutti, soprattutto dopo la prima partita contro i Serpeverde, in cui Niall aveva dato il meglio di sé ed erano riusciti a vincere.
In pochi giorni ci sarebbe stata la seconda partita contro i Corvonero e quindi come sempre, in vista della partita, gli allenamenti diventavano sempre più intensi. Capitava anche che con la scusa di voler fare una passeggiata all'aperto, Louis venisse a guardarlo di nascosto durante gli allenamenti: una di quelle volte si prese l'ennesimo bolide in faccia solo per guardarlo ed era rimasto con un livido enorme sulla tempia.
- Amico, forse dovresti mettere gli occhiali, nemmeno vedi più i bolidi! - aveva detto Niall in quella occasione e questo aveva fatto ridere tutta la sua squadra e probabilmente anche Louis che guardava dal basso gli allenamenti. Se solo l'avessero visto lì l'avrebbero subito cacciato via, visto che non avrebbe dovuto assistere agli allenamenti della squadra avversaria, per questo rimaneva il tempo necessario per scambiarsi degli sguardi con Harry e poi andava subito via.
Erano quei momenti che facevano sentire Harry più felice che mai, malgrado i bolidi dritti in faccia. Le ultime sere, comunque, era uscito molto più spesso del previsto dalla Sala Comune per dirigersi all'ufficio del professor Tomlinson, dicendo ai suoi amici che doveva cercare delle cose nel reparto proibito della biblioteca. Sapeva che prima o poi quella scusa non avrebbe attaccato più, soprattutto con Liam e Niall.
Quella mattina, nonché il giorno prima di Halloween, si era svegliato con un sorriso enorme stampato sul volto, esattamente come tutti i giorni in cui aveva lezione di Difesa Contro Le Arti Oscure perché avrebbe visto Louis e perché amava il modo in cui insegnava, riusciva a farti appassionare alla materia. Amava anche quando si arrabbiava con qualche alunno, aveva l'aria piuttosto sexy.
Capitava qualche volta che lo facesse anche con lui, cosicché la gente non pensasse male ma quando lo faceva e gli diceva frasi del genere "Styles, ma sei capace almeno a fare due più due?" a Harry veniva una gran voglia di ridere perché sapeva che non era questo quello che pensava. Quel giorno arrivò in classe prima di tutti insieme ai suoi amici e decise di mettersi tra i primi banchi. Louis era già lì, seduto che guardava i suoi alunni che a poco a poco arrivavano. Harry lo fisso e abbozzò un sorrisetto desiderando da morire che lo facesse anche Louis ma non gli era assolutamente consentito in quelle circostanze. Il riccio non gli staccò nemmeno per un momento gli occhi di dosso: era incredibilmente bello e se ne rendeva conto sempre di più ogni giorno che passava.
- Dove sono finiti i vostri compagni? Mancano due minuti all'inizio della lezione - aveva detto Louis, alzandosi in piedi, spazientito.
- Staranno arrivando, credo - rispose Niall facendo spallucce e prendendo posizione. Harry continuava a guardarlo fino a quando non spostò lo sguardo verso i suoi amici che tutto volevano fare fuorché stare lì ad ascoltare quello che aveva da dire Louis sull'incantesimo Ferio e su come utilizzarlo, a differenza di Harry che sarebbe rimasto lì ad ascoltarlo per ore e ore.
A poco a poco arrivarono tutti gli altri compagni, facendo un baccano tale che il professor Tomlinson fu costretto a far zittire tutti aumentando il tono della sua voce e ricordando loro che quella era un'aula in cui si svolgevano delle lezioni e non Hogsmeade.
Harry si rese conto di provare qualcosa di veramente così forte nei confronti di quella persona che gli veniva ormai difficile nasconderlo agli occhi degli altri.
•••
Louis non poteva nascondere che in quel mese era stato terribilmente difficile, per lui, concentrarsi su qualsiasi cosa. Lui e Harry riuscivano a vedersi pochissimo e quelle volte in cui si vedevano era per pochissimi minuti.
Dopo la partita di Quidditch in cui Serpeverde aveva perso, Louis aveva tenuto per un po' il broncio a Harry, che non aveva creduto nemmeno per un secondo che fosse davvero arrabbiato. Quando infatti, un paio di giorni dopo, erano riusciti a vedersi per alcuni minuti dopo la lezione di Difesa, Harry si era avvicinato a lui con un sorriso malizioso e - Sei arrabbiato perché abbiamo fatto il culo ai Serpeverde? - gli aveva chiesto.
- Avete vinto per dieci punti di differenza, Styles. Ora non montarti la testa.
- Però abbiamo vinto.
- Sì, beh, complimenti - l'aveva liquidato Louis con un gesto della mano, per poi dargli le spalle, non riuscendo però a trattenere un sorriso.
Harry lo aveva preso per i fianchi e lo aveva girato verso di sé; il professore si era reso conto che, nonostante fosse più piccolo, stava cominciando ad avere un po' più di confidenza in se stesso, e di conseguenza anche un po' più di sicurezza nella loro relazione. - Vorrei proprio farmi perdonare - sussurrò, e stava per baciarlo, quando entrambi avevano sentito le voci dei ragazzini del primo anno che si accingevano ad entrare nell'aula.
Louis gli aveva accarezzato velocemente i capelli. - Ti prometto che avremo un po' di tempo per noi.
- Lo spero - gli aveva risposto Harry, un po' triste, per poi lasciare l'aula.
E quello era stato il momento più intimo che avevano avuto per quelli che gli erano sembrati secoli. Zayn a volte lo riprendeva, soprattutto durante i pasti quando lo beccava a fissare il tavolo dei Grifondoro: Louis amava guardare Harry ridere, i capelli un po' più lunghi che gli incorniciavano il viso, e quelle fossette che gli si formavano quando sorrideva. Quando rideva di gusto, riusciva quasi a sentire la sua risata in testa, anche se da quella distanza era difficile captare un suono distinto.
- Amico, lo stai fissando di nuovo - gli sussurrava Zayn.
- Lo so - rispondeva Louis. E, anche se sempre di mala voglia, si ritrovava costretto a spostare lo sguardo da un'altra parte, anche se poi tornava inevitabilmente là. Si sentiva una quattordicenne in preda ad una cotta.
Ma Louis amava le lezioni con il sesto anno di Grifondoro, perché poteva fissare Harry quanto voleva e nessuno gli avrebbe mai detto nulla.
Quel giorno aveva proprio la lezione con la classe di Harry. Normalmente, quando gli alunni non lo ascoltavano, gli avrebbe levato dieci punti a testa per punirli tutti, ma quel giorno era così felice di vedere Harry che lasciò correre.
- Se non volete che vi levi dieci punti a testa, fareste bene ad ascoltarmi - disse semplicemente, e gli alunni si zittirono tutti, lasciandolo parlare.
- Oggi vi parlerò dell'incantesimo Ferio - iniziò. - È un incantesimo molto potente, che provoca gravi lesione interne a chi viene colpito, invisibili dall'esterno.
- Lo proveremo? - fece una voce vicina a lui, e Louis riconobbe subito chi era. Harry si metteva sempre al primo banco, nelle sue lezioni.
- Ovvio che no, Styles! - sbuffò. - A meno che tu non voglia provocare delle lesioni gravi al tuo amico Horan, in quel caso te ne sarei davvero grato...
- Ehi! - fece Niall, che rifiutandosi di mettersi al primo banco con lui, era più in fondo all'aula.
Louis colse la risata di Harry, e sorrise a sua volta. Non riusciva proprio a non farlo, si malediceva ogni volta, ma non poteva non sorridere quando lo vedeva ridere.
- Come stavo dicendo prima che Styles mi interrompesse - continuò poi Louis, lanciandogli un'occhiataccia che lo fece arrossire. - L'incantesimo Ferio è un incantesimo molto potente. Per molto tempo fu abolito dall'insegnamento a scuola, ma poi fu riammesso nel periodo in cui Lord Voldemort era al pieno del suo potere. Da quel momento non è stato più eliminato, credo che il Ministero della Magia abbia finalmente capito che non si è mai troppo prudenti.
- Professore? - fece un alunno vicino a lui, e Louis si accorse che era Liam Payne, che stava seduto accanto ad Harry.
- Mi dica, Payne.
- Cosa ci può dire di Voldemort?
Louis rimase un po' spiazzato da quella domanda. Non era la prima volta che lo nominava nelle sue lezioni, essendo un insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure era praticamente d'obbligo che lo nominasse, ma nessuno gli aveva mai fatto domande prima d'ora. Se Payne stava cercando di farsi odiare ci stava riuscendo benissimo. - Cosa vuole che le dica?
- Non so - adesso il ragazzo sembrava intimidito. - Noi eravamo piccoli, i nostri genitori non ci dicevano molto.
- Lo sai quante antologie ci sono sull'argomento?
- Sì, ma lei è il professore di Difesa...
Beh, effettivamente il ragazzo non aveva tutti i torti. Harry lo guardava confuso, quindi si decise a parlare. - Okay, va bene. Sapete già che Lord Voldemort era il mago oscuro più potente di tutti i tempi, e l'unico che poteva tenergli testa era Albus Silente. Era un grande mago, Silente, ma per come la vedo io aveva qualche rotella fuori posto - qualcuno ridacchiò. - Comunque, quando Silente morì, il mondo della magia cadde in ginocchio: coloro che erano dalla parte del bene si sentivano spacciati, coloro che stavano dalla parte del Signore Oscuro si sentivano già la vittoria in pugno. Ma poi arrivò Potter, di nuovo - cercò di mantenere il suo tono neutro, anche se gli veniva piuttosto difficile. - E, non si sa come, quel ragazzino riuscì a sconfiggere il mago oscuro che aveva sterminato centinaia di persone.
- Si dice che sia stata sua madre, signore?
Louis rise. - Sì, il potere dell'amore e bla bla bla. Personalmente, non credo che l'amore sia così forte da poter fare una cosa del genere.
- Allora non l'ha mai provato - disse Harry, all'improvviso.
Il professore lo guardò con gli occhi spalancati, e tutti si zittirono nell'aula, come se si aspettassero che scoppiasse d'ira da un momento all'altro. Ma lui non lo fece. Era più che altro sorpreso.
•••
Harry si sentì tremendamente soddisfatto per aver detto una frase del genere, del tutto spontanea: era sicuro che l'amore della madre di Harry fosse riuscito a sconfiggere Lord Voldemort molti anni prima, non aveva mai avuto nessun dubbio al riguardo e anzi la cosa lo affascinava molto.
Qualcosa nel passato di Louis non gli permetteva di credere nella vera forza dell'amore o forse la sua appartenenza alla casata degli "acidi senza cuore" e Harry lo capiva, in un certo senso e sperava di fargli capire un giorno quanto fosse potente quel sentimento. Non appena finì di dire questa frase fece un piccolo sorrisetto compiaciuto, lasciando il professore del tutto di stucco.
- Beh, Styles... - disse probabilmente per temporeggiare e questo non fece altro che far sorridere Harry sempre di più: amava metterlo in difficoltà - ...non credo che lei sia in grado di sapere se io abbia mai provato o meno l'amore - rispose.
- Allora perché pensa che non sia così forte? - chiese Harry, poggiando i gomiti sul banco e incrociando le dita delle sue mani, pronto ad ascoltare ciò che avesse da dire il suo professore. Era esattamente di fronte al suo banco e il desiderio di toccarlo aumentava sempre di più, soprattutto adesso che sentiva il suo profumo in modo particolarmente intenso. I loro occhi si erano incrociati mentre Harry aspettava una risposta.
- Credo che se l'amore potesse salvarci da qualsiasi cosa, a quest'ora sarebbe tutto più facile, quando invece non è assolutamente così - il riccio meditò un attimo sulla risposta del professor Tomlinson e tenne lo sguardo basso, risucchiando le sue labbra. Poi tornò a guardare Louis.
- Ma infatti non è facile per niente provare amore - fece Harry - Provare amore non è una passeggiata, a volte è difficile, a volte questo amore è ostacolato da qualcosa - iniziò a gesticolare, come faceva spesso quando era convinto di ciò che stava dicendo - ... oppure a volte ci auto convinciamo di non poter provare amore o semplicemente smettiamo di credere in esso e a quel punto non può più salvarci - Louis rimase a fissarlo con la bocca socchiusa per una buona serie di secondi ed Harry continuò a provare una certa soddisfazione interiore.
- Vabbè, insomma... - lo liquidò Louis con un gesto della mano - ...non trasformiamo una lezione importante di Difesa Contro Le Arti Oscure in una ridicola lezione sull'amore - Harry poggiò la schiena contro la sedia, continuando a guardare il suo professore che forse aveva preferito concludere lì la discussione: Harry sperava dentro di sé di aver scaturito qualcosa nel cuore di Louis con quelle parole.
Quando lui e Louis, o meglio, lui e il professor Tomlinson finivano per avere quel genere di discussioni, a Harry veniva sempre di più una gran voglia di sapere qualcosa sul suo passato, esattamente come all'inizio dell'anno scolastico, quando si era fatto scoprire di notte che sgattaiolava fuori dal dormitorio per andare a ricavare informazioni su di lui e la sua famiglia.
La cosa divertente adesso era che fosse Louis stesso a chiedergli a volte di uscire dal dormitorio di notte, ma questa volta per andare da lui.
Subito dopo la lezione di Difesa avrebbe finalmente pranzato e poi forse si sarebbe potuto rilassare un po' prima delle lezioni pomeridiane. Si diresse verso la Sala Grande con i suoi amici e non appena arrivarono spuntò sulla grande tavola di Grifondoro una varietà infinita di cibo.
- Harry, oggi pomeriggio abbiamo gli allenamenti! - disse Niall all'improvviso, con la bocca piena.
- Oggi pomeriggio? -
- Sì, fra qualche giorno giochiamo contro i Corvonero, ti ricordo -
Harry si sentiva ancora stanco dagli allenamenti del giorno precedente, avrebbe fatto fatica quel giorno a sostenerne un altro quel pomeriggio, si sentiva abbastanza stanco e con le braccia indolenzite, ma non poteva fare altrimenti.
- Hai ragione, ma sono stanco - sbuffò.
- Sei fatto troppo deboluccio Harry - lo prese in giro Niall e scoppiarono entrambi a ridere.
- Non è vero, sono solo stanco -
- Ehh, cosa fai quando la sera esci? Reparto proibito, eh? - disse Niall ammiccando e sgomitando contro il braccio di Harry che si sentì in forte imbarazzo davanti il resto dei suoi compagni.
- Smettila - rise - studio molto per ora e conciliare tutto con gli allenamenti, non è facile - rispose, con un sorriso sul volto.
- Harry, oggi sei stato grande, hai praticamente zittito il professor Tomlinson - disse un suo compagno che gli porse le mano aperta per poter battere il cinque: Harry poggiò la propria mano contro quella del suo amico e fece un sorrisetto soddisfatto. Non era soddisfatto perché provasse odio nei confronti di Louis Tomlinson, ma più che altro perché amava metterlo in difficoltà.
- Ho solo detto quello che penso - rispose, facendo spallucce.
Harry quella sera sarebbe voluto andare per un po' da Louis, aveva voglia di vederlo anche se era uscito dal dormitorio di notte giusto un paio di sere prima e sicuramente non era la cosa più saggia da fare, ma tutte le volte che aveva lezione con lui si riaccendeva un forte desiderio che gli faceva venir voglia di correre da lui. Pensandoci, gli venne istintivo voltarsi verso il tavolo dei professori e lo scorse lì, sempre accanto al professor Malik che scambiava qualche parola di tanto in tanto. Harry sperò che alzasse lo sguardo e lo guardasse, ma fu costretto a voltarsi dopo che Niall aveva iniziato a parlargli degli allenamenti, delle tattiche che avrebbero adoperato e di come si sentiva gasato all'idea di fare un'altra partita: Harry in realtà aveva capito soltanto la metà delle parole che aveva detto il suo amico.
Pensava che forse era arrivata l'ora di fregarsene e che quindi probabilmente quella sera sarebbe andato da Louis anche solo per qualche minuto, anche solo per rubargli un bacio e poi scappare via.
•••
Louis aveva appena finito di cenare ed era andato nel suo studio per finire di scrivere i programmi, visto che Harry non doveva più scontare la sua punizione.
Mentre scriveva, si ritrovò a pensare alla lezione che aveva avuto con il sesto anno di Grifondoro quel giorno: Harry aveva detto qualcosa sull'amore, qualcosa di decisamente troppo sdolcinato e romantico, a suo parere, ma gli aveva fatto venire dei dubbi. E non su Potter, ormai aveva rinunciato a pensare a lui e alla sua storia, sinceramente non gli interessava, gli importava solo che fosse tutto finito; gli aveva fatto pensare proprio a Harry Styles: cosa provava veramente il ragazzo per lui? Era innamorato?
Perché Louis non lo sapeva. Erano passati quasi due mesi, ma Louis non sapeva cosa provava veramente per Harry, non se l'era mai chiesto fino a quel momento.
La cosa lo terrorizzava, a dire il vero. Se Harry lo amava - cosa che sperava fosse assolutamente falsa - era un bel problema, non solo perché Louis non sapeva se ricambiava o meno, ma perché l'intensificarsi di quel sentimento non faceva bene a nessuno dei due. Eppure non stavano facendo proprio nulla per evitare che l'attrazione che provavano diventasse qualcosa di più, anzi.
Quel giorno Zayn gli aveva detto che doveva mettere le cose in chiaro col ragazzo, perché non era giusto tenerlo sulle spine in quel modo - gliel'aveva detto senza che Louis accennasse nulla sull'argomento, ma ormai non si stupiva più di nulla con lui. Ma cosa avrebbe dovuto fare? Chi gli assicurava che, parlandogli della situazione, Harry non si sarebbe messo in ansia? E se si fosse spaventato e avesse deciso di mollare tutto?
Louis era incredibilmente insicuro di se stesso e di tutta quella situazione in cui si erano cacciati, non sapeva come sarebbe andata a finire, se si sarebbe di nuovo cacciato nei guai, se sarebbe stato mandato via dal corpo insegnanti o che altro, ma nonostante questo non riusciva proprio a troncare il rapporto con Harry.
Era senza dubbio più debole di quanto ricordasse.
Erano circa le undici di sera, e a Louis si chiudevano gli occhi perché si era alzato molto presto quella mattina. Stava posando carta e piuma, quando sentì qualcuno bussare tre volte alla porta. C'era solo una persona che bussava tre volte alla porta in quel modo, e di sicuro non era previsto che arrivasse in quel momento.
- Sì? - fece Louis, senza aprire la porta.
- Lou? - sussurrò Harry, abbastanza forte perché lui lo sentisse.
Il professore aprì velocemente la porta e la richiuse dietro di lui altrettanto velocemente. - Che ci fai qua?
Il riccio si morse il labbro. - Volevo vederti.
- Harry, devi sempre avvisarmi prima. Non si sa mai.
- Hai qualcosa da nascondermi?
- No, scemo - sorrise. - Ma è pericoloso, innanzitutto perché dovresti essere già a letto, a quest'ora - lo guardò con uno sguardo severo.
- Dai, come se rispettassi il coprifuoco ormai.
- Dovresti.
- Ma se lo rispettassi non potremmo vederci praticamente mai - sbuffò. Sembrava davvero triste, e a Louis dispiaceva, perché neanche lui era molto contento della situazione. Ma non potevano farci nulla, purtroppo.
Si avvicinò a lui e lo abbracciò. - Ehi piccolo, va tutto bene.
Harry lo strinse forte e affondò il viso nell'incavo del suo collo. - Sì - sussurrò. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi parlò di nuovo. - Starei abbracciato a te per sempre.
Quelle parole provocarono in Louis diverse emozioni: da una parte gli fecero venire i brividi, perché non si aspettava che gli dicesse una cosa del genere, ed era esattamente ciò che provava lui in quel momento; dall'altra aveva paura di cosa potesse significare, ma se solo pensava che avrebbe dovuto chiederglielo gli si seccava la gola.
Così non rispose, ma rimase immobile ad abbracciarlo.
Rimasero così per un po', finché Harry non sciolse l'abbraccio e lo guardò fisso, senza parlare.
- Credevo volessi stare abbracciato a me per sempre - disse Louis.
- Sì, ma voglio anche sapere perché non credi nell'amore.
Louis alzò un sopracciglio, nonostante si aspettasse che, prima o poi, Harry gli avrebbe fatto una domanda del genere, visto il loro discorso quella mattina. - Non ci credo e basta.
- Non puoi non crederci se non l'hai mai provato.
- Tu l'hai mai provato?
- No - rispose. - Ma sembra bello. L'amore fa fare alla gente cose bellissime.
Louis sbuffò. - Ora si scopre che sei un accanito lettore dei romanzi rosa delle Streghe Incantate.
- No, ma ho letto un paio di romanzi di Nicholas Sparks.
- Chi? - chiese il professore, sinceramente confuso.
- Lascia stare - lo liquidò quello. - Ma in ogni caso, non puoi giudicare qualcosa se non l'hai mai provata. Questa è la mia opinione - fece spallucce.
- La mia opinione è che ho provato abbastanza cose da capire che non credo nell'amore. No - disse subito, notando che Harry stava per interromperlo di nuovo. - Non voglio più stare su questo argomento, mi sento in un gruppo di streghe ottantenni che parlano dei loro amori passati.
- Siamo solo due.
- Fa lo stesso.
Harry si sedette sulla poltrona, mentre Louis tornò alla scrivania per mettere a posto le sue cose. Non indossava il mantello quella sera, e i pantaloni neri che aveva addosso lo fasciavano perfettamente - Zayn non aveva perso tempo a farglielo notare. Non appena si girò verso il ragazzo lo sorprese a fissarlo, e quello arrossì visibilmente. Louis sorrise. - Che c'è?
- Niente.
- Harry?
- Ti stavo guardando.
- Ah sì? - fece quello. Si avvicinò a lui lentamente, per poi mettersi cavalcioni sul ragazzo, facendolo sprofondare ancora di più nella poltrona. Harry non rispose, così Louis gli prese le mani e le poggiò sul proprio fondoschiena, notando con piacere che il ragazzo non aveva perso tempo a stringere piano. - Apprezzi ciò che vedi?
- Parecchio - rispose quello, e fu così che passarono l'intera serata a baciarsi.
Almeno finché Louis non si accorse che era l'una di notte e mandò Harry dritto a letto.
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