Capitolo 7
Harry si era chiesto per tutta la mattina cosa avrebbero fatto lui e Louis non appena sarebbero finite le punizioni: stava quasi per finire quella settimana e di conseguenza non si sarebbe dovuto più dirigere ogni sera nell'ufficio di Louis, e allora come avrebbero fatto? Harry era certo del fatto che non sarebbe riuscito a stare senza le labbra di Louis per più di ventiquattro ore, ma era anche piuttosto difficile ritagliarsi un momento per loro in quella scuola, senza che nessuno venisse a conoscenza della loro "relazione".
Che poi ancora Harry si chiedeva che tipo di relazione fosse la loro e forse avrebbe dovuto parlarne con Louis, chiedergli qualcosa, ma conoscendolo avrebbe iniziato ad essere freddo con lui e lo avrebbe reso ancora più confuso di quanto già non fosse. Iniziò a sperare che fosse Louis a tirare fuori l'argomento il più presto possibile.
Durante il pranzo aveva guardato più spesso il tavolo dei professori per scorgere la figura di Louis piuttosto che i suoi amici o il piatto pieno di cibo. Quel giorno non sarebbe riuscito a resistere fino alla sera, aveva voglia di baciarlo e stringerlo forte a sé.
Non appena finì di pranzare, pensò ad un modo per poter stare un po' con lui prima dell'inizio delle lezioni pomeridiane: lo vide dirigersi verso l'uscita della Sala Grande e iniziò a chiamarlo, lasciando tutti i suoi amici di stucco.
- Professor Tomlinson! - fece. Louis si voltò lentamente, probabilmente avendo riconosciuto la voce leggermente rauca di Harry.
- Sì? - disse freddamente.
- Volevo chiederle un chiarimento su... sull'ultima lezione di Difesa, ho avuto qualche difficoltà - si morse piano il labbro guardando in basso ma subito dopo alzò lo sguardo incontrando gli occhi di Louis che lo fissavano con un'aria interrogativa.
- Bene, allora... venga un attimo nel mio ufficio, Styles - rispose con un tono di voce piuttosto basso. Per un momento Harry ebbe il timore che Louis ce l'avesse con lui, come se avesse preferito evitare determinate situazioni soprattutto in Sala Grande e subito dopo pranzo, ma il gesto di Harry fu istintivo, era il suo cuore ormai ad agire per lui.
- Harry? Dove stai andando? - chiese Liam.
- Oh, emh... avevo bisogno di... un chiarimento su Difesa, quindi sto andando un attimo con il professore, vi raggiungo tra un attimo - rispose un po' incerto. Liam e Niall si scambiarono uno sguardo prima di acconsentire.
Camminarono insieme, silenziosamente fino all'ufficio di Louis fino a quando non arrivarono.
Non appena entrarono, continuò a regnare tra di loro un silenzio assordante, spezzato dalle voci dei ragazzini che sbraitavano tra i corridoi della scuola.
- Cazzo, mi farai finire nei guai, Harry - disse Louis, passandosi una mano tra i capelli.
- Hai... hai ragione, Louis - rispose il riccio con la voce che gli tremava e con lo sguardo, come sempre, basso - Mi dispiace, è stato un... gesto istintivo, avevo voglia di stare con te - il suo tono di voce era piuttosto basso e fu quello il momento in cui si maledì ancora una volta per aver fatto una cosa sbagliata e strinse forte i pugni.
Louis non rispose ma Harry si sentì tremendamente osservato e per questo si rifiutò di alzare lo sguardo. Incrociò i piedi, cosa che faceva sempre quando si sentiva in colpa o a disagio oppure quando non sapeva che fare se non desiderare di sprofondare. Quell'attimo di silenzio gli parve veramente infinito, fino a quando non fu Louis stesso a romperlo.
- Vaffanculo - sbottò ed Harry ebbe il tempo di alzare appena lo sguardo prima di ritrovarsi Louis con le labbra incollate alle sue e con la schiena attaccata contro il muro dell'ufficio del suo professore. Si baciarono con foga, stretti l'uno all'altro, con le mani vogliose di esplorare ogni singola parte del loro corpo. Il rumore dei loro baci era seguito da qualche piccolo ansimo.
- Lou - ansimò Harry, ma quello non rispose e lo prese dal colletto della camicia baciandolo con trasporto. Gli sbottonò il primo bottone e iniziò a baciargli il collo e Harry gemette più forte e Louis fu costretto a tappargli la bocca.
- Fai piano, Harry - sussurrò guardandolo negli occhi, senza levargli la mano dalla bocca. Il riccio annuì piano sentendo che il suo respiro era del tutto irregolare e i due rimasero in quella posizione per qualche secondo, fino a quando Louis non iniziò a massaggiargli le labbra con i polpastrelli, delicatamente.
Subito dopo Harry sentì l'altra mano di Louis tra i suoi ricci e nuovamente le sue labbra pressate contro quelle del suo professore. Fece ancora un ansimo, soffocato dalle loro lingue che si intrecciavano. Si fece trasportare da quel bacio, con il cuore che gli stava scoppiando in petto e con la paura che qualcuno potesse entrare in quel preciso istante e scoprirli, ma non appena sentì la mano di Louis poggiarsi sul suo volto per poi carezzargli il lobo dell'orecchio e infine i capelli, improvvisamente tutte le sue ansie e le sue preoccupazioni sparirono.
Louis si staccò dalle sue labbra per potergli baciare nuovamente il collo, poi la spalla, abbassandogli appena la camicia bianca. - Il tuo profumo - sussurrò il professore.
- C... cosa? - balbettò il riccio.
- Mi piace da impazzire - lo premette maggiormente contro il muro ed Harry deglutì per soffocare un gemito.
- Pensavo che... ce l'avessi con me - sussurrò poi.
- Per un momento ero incazzato - disse baciandogli ripetutamente il collo e poi il mento - Ma non riesco più a resisterti - lo guardò fisso negli occhi per poi baciarlo a stampo sulle labbra, rimanendo così per una lunga serie di secondi. Esattamente in quel momento riuscirono a sentire una terza voce nella stanza e il sangue di Harry si gelò nelle vene.
- Louis?! -
- Cazzo - sussurrò Louis a fior di labbra.
•••
L'atmosfera nella stanza sembrò gelare all'improvviso. Louis e Harry rimasero immobili, e l'unica cosa che si poteva sentire erano i respiri dei tre.
- Che stai facendo? - fece poi Zayn, con quel suo accento particolare, quasi in sussurro.
Louis non poteva mentire, la cosa era troppo ovvia. E oltretutto anche se avesse mentito, Zayn avrebbe saputo che non stava dicendo la verità, quindi era assolutamente inutile. - Zayn... - iniziò, ma quello lo fermò.
- Lascia stare - disse, e lasciò lo studio.
Ma Louis non poteva lasciarlo andare così. Stava per girarsi verso Harry e dirglielo, quando quello parlò, con uno sguardo accigliato che non gli piacque per niente. - Perché se l'è presa così tanto?
Louis non poteva spiegarglielo, non in quel momento. Lo guardò per qualche secondo negli occhi, per poi scusarsi. - Scusa Harry, devo andare a parlare con Zayn. Torna di là e chiudi la porta - disse semplicemente, uscendo dalla stanza. Gli dispiaceva lasciarlo così, ma non poteva far finta di niente, soprattutto non con il suo migliore amico.
Corse per i corridoi e per fortuna lo trovò sulla via del suo studio. - Zayn! - urlò senza fiato, ma quello non rispose. - Ehi, fermati.
Il moro si girò, arrabbiato. - Cosa c'è? - sbottò. Tutti gli alunni che erano nel corridoio si girarono a guardarli e no, non avevano proprio bisogno di dare spettacolo davanti a tutti.
Louis lo prese per un gomito e si avvicinò a lui. - Lasciami spiegare - gli sussurrò, sperando che il suo amico fosse abbastanza ragionevole da non urlare di fronte tutti.
Ma Zayn era una persona tranquilla generalmente, anche se quando si arrabbiava era davvero difficile farlo stare calmo. - Non so cosa potresti dirmi di interessante, ma fai come ti pare - disse infatti.
Entrarono nel suo studio, che profumava come sempre di incenso, e Louis storse leggermente il naso. Prese un respiro profondo, e decise di parlare. - Senti Zayn, mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo.
- Direi proprio che avresti dovuto dirmelo, Louis! - quasi urlò quello, girandosi verso di lui con uno sguardo d'ira negli occhi. - Sapevo che qualcosa non andava, ma non immaginavo una cosa del genere. Ti rendi conto di quello che stai facendo?
Louis sospirò: eccome se se ne rendeva conto, ci pensava ogni minuto delle sue giornate e aveva sempre dei dubbi e dei ripensamenti, che poi però scacciava via facendo finta che non esistessero. - Sì. Non lo so Zayn, davvero - disse semplicemente. Si sedette su una sedia e si mise la testa tra le mani. - Non so cosa mi sta succedendo. È successo e basta.
- Louis. Harry Styles è un tuo alunno - disse Zayn, facendosi più vicino a lui, la sua voce già un po' più calma. - E ha sedici anni.
- Lo so, lo so - si tirò leggermente i capelli, per poi alzare lo sguardo su di lui. - Credimi quando ti dico che non è facile per me accettarlo. Non so quando è successo, né come, ma non riesco a non pensare a lui. È più forte di me.
- Ti piace?
Louis rimase per qualche secondo in silenzio. Gli piaceva? Ovvio che gli piaceva. Quanto, non sapeva dirlo, ma che gli piaceva era fuori da ogni dubbio. Gli piacevano i suoi occhi più verdi del prato che circondava il castello, i suoi ricci morbidi, le sue mani più grandi delle sue, il suo profumo dolce. Ma non riusciva a dirlo ad alta voce, così annuì semplicemente. Zayn sospirò e si sedette accanto a lui. - Lou, mi dispiace di aver reagito in quel modo. Ma davvero, mi ha colto alla sprovvista.
In quel momento una domanda lo colpì come un fulmine. - Zayn... tu non provi niente per me, vero?
Il moro lo guardò per qualche secondo negli occhi, come se cercasse di capire la domanda, poi rispose. - No, Louis! Per carità, sei il mio migliore amico, e non posso dire che non mi piaceva il modo in cui passavamo il tempo... ma no, non sono geloso in quel senso, se è questo che intendi.
Un grandissimo macigno cadde dal petto di Louis. - Grazie al cielo - disse. - Mi dispiace davvero, Zayn. Non sapevo come dirtelo, come giustificarmi. È tutto così confuso che non so dove sbattere la testa.
- Solo... non farti scoprire Louis, okay? Sei già in equilibrio precario.
- Lo so - sussurrò, massaggiandosi gli occhi con le dita.
- Lui sa che...?
- No - rispose in fretta, quasi sentendo il Marchio Nero bruciare sulla sua pelle. Louis sapeva che prima o poi avrebbe dovuto dirglielo, che prima o poi l'avrebbe scoperto, ma quello non era il momento adatto. Sperava che sarebbe passato ancora molto tempo.
- Sappi che di qualunque cosa tu abbia bisogno, io sono qua.
Louis annuì. Amava Zayn da morire. - Grazie amico - disse, per poi abbracciarlo stretto.
•••
Harry si sentì molto confuso, era successo tutto così in fretta che adesso gli faceva male la testa. Era spuntato il professor Malik, li aveva guardati e aveva liquidato Louis con un "lascia stare" e poi Louis l'aveva inseguito per potergli parlare e per spiegargli forse la situazione, lasciando Harry lì, da solo.
Per quale motivo avrebbe dovuto inseguire in quel modo il professor Malik per dargli spiegazioni? La testa di Harry si riempì ancora di più di mille perché e la cosa che lo faceva innervosire ancora di più era che non avrebbe potuto rivedere Louis prima delle nove di quella sera ed erano appena le due del pomeriggio.
Voleva sapere cosa fosse successo, per quale motivo Zayn Malik aveva avuto quella reazione davanti al loro bacio e per quale motivo Louis fosse così ansioso di inseguirlo per potergli parlare. Decise di dirigersi dai suoi amici, visto l'arrivo delle lezioni pomeridiane.
~~
Quelle ore passarono con una lentezza decisamente straziante.
Non aveva seguito nemmeno una parola durante l'ora di Storia della Magia, di Trasfigurazione e di Pozioni e si era fatto riprendere almeno una decina di volte da tutti i professori. Quando si ritirò nella Sala dei Grifondoro, si mise subito a fare i compiti e sperò che studiando il tempo passasse molto più in fretta, ma in realtà non fu così.
Chiese anche aiuto a Liam per fare sembrare quel tempo un po' più piacevole, ma non servì nemmeno quello. Quando finì di cenare si accorse però che mancava all'incirca un'ora prima di andare lì e così cercò di occupare il tempo nel peggiore dei modi: si sedette su una poltrona della Sala dei Grifondoro a fissare l'enorme orologio posto sopra il camino, guardando il tempo che passava lentamente. Dondolava una gamba distrattamente e ogni tanto scambiava qualche chiacchiera con Niall che stava finendo i suoi compiti di Difesa.
- Hai risolto oggi con il professore? - chiese mentre scriveva il suo saggio.
- Umh, sì - annuì.
- Quanti giorni mancano alla fine della punizione? -
- Credo un paio, non ricordo nemmeno che giorno è oggi - disse facendo spallucce. Erano le nove meno un quarto, così decise ugualmente di dirigersi all'ufficio del professore. Salutò i suoi amici e uscì dalla Sala Comune.
Quando arrivò lì si aspettava che Louis rispondesse a tutti i suoi perché.
- Ciao - sussurrò appena entrò.
- Hey - fece Louis alzando lo sguardo. Gli occhi di Harry si illuminarono appena lo vide lì e fu felice di rivederlo quel giorno, malgrado il loro incontro pomeridiano avesse comportato forse gravi conseguenze: il fatto che il professor Malik sapesse qualcosa lo metteva un po' in ansia. Si avvicinò in silenzio e si sedette nella sedia accanto a lui, ma non proferirono parola.
- Posso... sapere che è successo oggi? - chiese disegnando cerchi immaginari con le dita sulla scrivania, alzando lo sguardo di tanto in tanto. Quella domanda non ricevette subito una risposta da parte di Louis che era occupato a fissare Harry e forse a trovare una risposta.
- Nulla di grave, tutto a posto - sorrise.
- Sì ma... perché il professor Malik ha reagito in quel modo? Non aveva motivo di prendersela così tanto - disse Harry mordicchiandosi nervosamente il labbro. Ancora una volta Louis non rispose subito e questo portò Harry a sospettare molto e ad aumentare le domande nella sua testa.
- Ma non se l'è presa, solo che... avrebbe voluto che gliene parlassi prima, tutto qua - forse per l'insistenza di Harry adesso il tono di Louis era diventato più freddo e più serio e Harry di solito lo temeva in quelle situazioni, ma quella volta voleva che le cose fossero chiare nella sua testa e non che si creasse una confusione ulteriore.
- Capisco... tutto qua, quindi? -
- Harry, perché continui a chiedermelo? -
- No, solo che mi sembra che qualcosa non quadri, mi è sembrata veramente eccessiva quella reazione - disse.
- È il mio migliore amico, c'è un rapporto troppo speciale con lui -
- Un rapporto troppo speciale? - domandò Harry, ripetendo le parole di Louis. Il professore si alzò in piedi, cominciando a passarsi le mani nervosamente tra i capelli e a quel punto Harry non seppe veramente cosa fare, gli sembrava così nervoso e confuso che quasi gli dava fastidio. Sembrava come se volesse dirgli qualcosa.
- Harry, voglio essere sincero con te -
- O... okay - sussurrò quello.
- Io e Zayn non eravamo semplici amici, eravamo qualcosa di più...
- State insieme?! - chiese Harry spalancando gli occhi.
- No, no! Fammi finire - Harry tirò un sospiro di sollievo appena lo disse e lo lasciò continuare - Ecco, non credo che si possa trovare un termine più delicato ma... io e Zayn eravamo scopamici - il riccio rimase fermo immobile davanti quelle parole. Non sapeva se rimanerci male, se alzarsi e uscire dall'ufficio oppure rimanere lì immobile e basta.
- Perché non... me l'hai detto prima? - chiese.
- Perché non mi sembrava corretto nei tuoi confronti - rispose Louis.
- Sì, ma sarebbe stato più carino se fossi stato sincero fin da subito - Harry avrebbe comunque dovuto apprezzare la sua sincerità, ma gli venne piuttosto difficile. Gli veniva un po' da piangere, forse perché si era sentito preso in giro o perché non accettava il fatto che Louis potesse avere quel tipo di relazione con una persona che non fosse lui e iniziò ad odiarsi profondamente per aver pensato queste cose.
- Harry, come potevo anche solo per sbaglio aprire il discorso? -
- Non lo so, ma... avresti potuto dirmelo in qualche modo, ci sarei rimasto meno male forse - fece spallucce e smise di parlare perché se avesse continuato, sarebbe sicuramente scoppiato a piangere e non aveva voglia, sopratutto per un motivo così apparentemente stupido.
Rimase lì, in silenzio, a guardare il pavimento e le sue scarpe, senza proferire parola, aspettando che fosse Louis a continuare il discorso. Era molto nervoso in quel momento.
•••
Louis non sapeva che fare. Gli dispiaceva che Harry l'avesse scoperto così, forse avrebbe fatto meglio a non dirglielo proprio, ma c'erano già tantissime altre cose di se stesso che gli teneva nascoste, e non voleva nascondergli anche una cosa così futile - futile rispetto alle altre. Aveva deciso di essere sincero perché non gli piaceva tenere dei segreti, e poi sapeva che prima o poi si sarebbe venuto a sapere.
Aveva i nervi tesi, non sapeva cosa fare ed era piuttosto confuso. Ma non era pentito di averglielo detto.
- Capisci che non potevo dirti all'improvviso come stanno esattamente le cose tra me e Zayn. Al contrario di quello che dici tu, credo che l'avresti presa ancora peggio di così - disse, e le parole vennero fuori con un tono arrabbiato che lui non intendeva utilizzare.
Harry aggrottò le sopracciglia. - Questo lo dici tu, Louis. Visto che vai sempre in giro con lui, direi che avevo tutto il diritto di saperlo.
- Io e Zayn non stiamo insieme da quando noi due ci siamo baciati la prima volta.
Il ragazzo annuì. - Okay.
Louis sbuffò, un po' seccato dal suo comportamento. Cosa avrebbe dovuto dirgli più di così? Non poteva cambiare il passato. - Cosa devo dirti? Che mi dispiace? Beh, mi dispiace.
Harry lo guardò per un paio di secondi, poi si alzò dalla sedia e fece il giro del tavolo, mettendosi proprio davanti a lui. - Non dirmi che ti dispiace se non lo pensi davvero.
- Lo penso.
- Sì? Beh, a quanto pare non sei abbastanza convincente - si morse il labbro. - So che questa situazione non è facile, ma dobbiamo poterci fidare l'un l'altro per poter andare avanti.
- Io mi fido di te, Harry. Mi fido, altrimenti non starei facendo nulla di tutto questo.
- Ma non ti fidi abbastanza da raccontarmi della tua vita privata.
Ecco, era di questo che si trattava, allora. Louis avrebbe davvero voluto dire tutto a Harry, ma non poteva, non in quel momento almeno. - Harry... - fece per parlare, ma quello gli diede le spalle, e il professore vide che si passava velocemente il palmo della mano sugli occhi.
- Lascia stare. Sono stanco, farei meglio a tornare al dormitorio.
- No - disse secco Louis. Era stanco della gente che gli diceva di "lasciare stare", quel giorno. - Ora ti giri e ascolti quello che ho da dire, okay? - il ragazzo si girò, con un po' di timore negli occhi. - L'unico motivo per cui non ti ho detto di me e Zayn è che non sapevo come aprire l'argomento, e non è un argomento che si può inserire con facilità in una conversazione. Io mi fido di te, Harry, sul serio, e sono sicuro che non hai detto nulla nemmeno ai tuoi amici, di noi. Ma ci sono cose di me che devono rimanere private, o che comunque ti dirò a tempo debito, e voglio che stavolta sia tu a fidarti di me, per questo. Capisci che la mia posizione da insegnante non è delle migliori, in questa situazione, e che non posso fare molto per migliorare le condizioni in cui siamo. Quindi, per favore, non fare il bambino e torna indietro.
- Io sarei un bambino?
Louis aprì le braccia, sconvolto. - È questo tutto quello che hai colto del mio discorso?
- Mi pesa già avere sedici anni senza che tu me lo ricordi in continuazione, sai.
- Hai ragione, scusa. Ma per favore, puoi ragionare un minuto?
- Ah, quindi vuoi dire che non rag...
- HARRY! - urlò Louis, sperando che nessuno fuori dal suo studio l'avesse sentito. Il ragazzo lo guardò a bocca aperta, paralizzato. - Come devo farti credere che non sei un capriccio, per me? Se lo fossi avrei dato peso a tutti i problemi che ci sono in questa situazione e ti avrei lasciato andare già tempo fa. Non è facile vivere in questo modo, soprattutto quando sei sorvegliato a vista dalla McGranitt. Cerca di capirlo, per carità.
Harry abbassò lo sguardo e si avvicinò a lui. - Non sei un capriccio neanche per me - sussurrò.
Louis sospirò di sollievo, soprattutto perché sembrava averlo calmato. - Bene.
- Scusa.
Louis gli prese il viso le mani per poi baciarlo dolcemente. Lo sentì rilassarsi nel suo tocco e gli passò una mano tra i capelli, come amava fare, mentre con l'altra mano gli accarezzava la schiena piano. Le mani di Harry erano ancorate ai suoi fianchi e stringevano, come se avesse paura di lasciarlo andare.
Il professore spinse Harry di più verso di lui, e quello gemette nel bacio, quando le loro erezioni si scontrarono. Bene, non era mai andato più in là dei baci perché Harry gli aveva detto di non essere pronto, ma voleva provare, adesso. Prima o poi avrebbe dovuto farlo, o sarebbe impazzito avendo quel ragazzo meraviglioso davanti a sé e non potendolo toccare.
Abbassò entrambe le mani sul suo fondoschiena, per poi passare ai suoi fianchi, mentre Harry gli mordeva piano il labbro inferiore.
- Scusami tu - sussurrò Louis, insinuando due dita nell'orlo dei suoi pantaloni.
Harry rimase immobile, e per un po' non parlò. Louis capì che doveva provocarlo un po' di più, così cominciò a strusciarsi piano su di lui: la presa di Harry sui suoi fianchi divenne più forte, ma il ragazzo continuava a stare immobile, mentre il più grande faceva scontrare le loro erezioni e gli lasciava dei baci sul collo. Sentiva già che il tutto stava facendo effetto.
- Lascia che mi faccia perdonare.
•••
Harry si sentiva un po' nervoso.
Non aveva mai fatto niente del genere ma sapeva che non avrebbe voluto nessun altra persona per iniziare quel tipo di esperienza se non Louis, desiderava soltanto essere toccato da lui e da nessun altro. Non voleva però mostrarsi spaventato, anche perché avrebbe reso quel momento ancora più imbarazzante di quanto già non lo fosse: Harry non si era mai fatto vedere nudo da nessuno.
- Lou - sussurrò piano a fior di labbra.
- Sì? - chiese quello.
Harry non rispose, sperava che i sui occhi potessero parlare per lui perché in quel momento non trovava le parole per dire a Louis che lo desiderava tanto ma che allo stesso tempo aveva paura. Louis sembrò capire semplicemente guardandolo.
Le loro erezioni continuavano a scontrarsi, adesso un po' più violentemente di prima ed Harry fu costretto ad ansimare, sentendo che i pantaloni stavano diventando sempre più stretti e sentì un leggero dolore all'inguine.
Louis aveva iniziato a baciargli piano il collo, sbottonandogli la camicia, bottone dopo bottone e il riccio cominciò a mordersi nervosamente le labbra per la forte eccitazione. Il professore spinse Harry contro il muro e appena gli sbottonò del tutto la camicia, si soffermò a guardargli il fisico leggermente scolpito, con un sorrisetto malizioso.
- Ecco cosa nascondevi - sussurrò.
Harry sorrise a sua volta, prendendogli il volto con entrambe le mani per poterlo baciare, come se non riuscisse a separarsi dal sapore delle sue labbra, così incredibilmente intenso. Harry aveva ancora quel senso di ansia che regnava nel suo cuore, ma allo stesso tempo il tocco di Louis lo rilassava e lo faceva tranquillizzare, ma ebbe un sussultò quando quello gli sbottonò i pantaloni. Iniziò a baciargli il petto ripetutamente fino ad arrivare all'inguine: si mise in ginocchio davanti a lui e lo guardò dal basso mentre continuava a baciarlo languidamente. Gli abbassò piano i pantaloni, e le mani di Harry tremarono appena.
Il riccio guardò Louis dall'alto e pensò che fosse tremendamente bello mentre sfiorava la sua pelle con le sue labbra e quando lo guardava con quegli occhi azzurro intenso, sentiva il suo membro indurirsi sempre di più.
Louis avvicinò le mani ai boxer di Harry e lo fissò per un attimo, come se gli stesse chiedendo il permesso e il riccio accennò un sorriso per dargli il consenso: subito dopo il professore abbassò lo sguardo e morse i boxer di Harry tirandoglieli leggermente e quello non appena sentì lo schiocco dell'elastico contro la sua pelle, cacciò un forte gemito. Le sue mani tremavano ancora e per questo Louis gliele strinse dopo essersene accorto.
Harry dentro di sé lo ringraziò con tutto il cuore per averlo fatto, perché aveva bisogno di sentire le loro mani unite. Louis fu costretto a lasciargli una mano per far scorrere piano i boxer sulle sue gambe, incontrando così il suo membro esageratamente duro.
Harry alzò lo sguardo, sentendosi in forte imbarazzo davanti quella scena e il suo cuore iniziò a battere ancora più forte di prima. Strinse forte la mano di Louis e poi abbassò di nuovo gli occhi, guardandolo mentre prendeva il suo membro con una mano e iniziava a muovere piano le dita. Gemette forte e fu costretto e mettersi una mano in bocca per evitare che qualcuno li sentisse. Louis continuò quel lavoro ancora per qualche secondo, prima di avvicinare il membro di Harry alle proprie labbra, iniziandole a muovere lentamente. Passò la lingua attorno alla punta e il riccio fece veramente fatica a trattenere i suoi gemiti: era sicuro che non fosse la prima volta che Louis facesse una cosa del genere, sembrava così esperto, così bravo, come se conoscesse ogni punto che lo faceva godere. Quando gli sfiorò delicatamente con la lingua il frenulo, Harry rabbrividì e sussurrò il suo nome e quello lo guardò dal basso, vedendolo che si contorceva sotto il tocco delle sue labbra.
Louis continuò a giocare con la punta del membro di Harry, fino a quando non passò la lingua su tutta la sua lunghezza per poi prenderlo interamente in bocca e il riccio desiderò tantissimo che continuasse così per tutta la vita: era la cosa più bella che potesse fare e sentire la sua mano che sfiorava la sua, rendeva tutto ancora più speciale, più intenso. Harry gli toccò i capelli, inizialmente un po' intimidito come se non sapesse se fosse la cosa giusta da fare o meno, mentre Louis non gli staccava gli occhi di dosso, mentre continuava a muovere le labbra attorno al membro eretto di Harry: a quel punto iniziò ad accompagnare il movimento della sua bocca con quello della sua mano e il riccio gli strinse piano i capelli, mentre la sua mano svolgeva lo stesso movimento della testa di Louis.
Il professore aumentò sempre di più la sua velocità ed Harry sentì un brivido nel basso ventre e qualcosa gli fece capire che era sul punto di venire e un po' si vergognava perché era passato veramente troppo poco tempo dall'inizio di quel momento, ma probabilmente era normale essendo la sua prima volta, ma non sapeva come comportarsi, non aveva idea di cosa si dovesse fare in quelle occasioni.
- Lou - sussurrò gemendo.
Quello alzò lo sguardo senza fermarsi - Sto... credo di stare per venire - mugugnò stringendo ulteriormente le sue mani: con una intrecciò ancora di più le proprie dita con quelle di Louis, con l'altra strinse i capelli del suo professore, spingendolo verso la sua intimità, come se in quel momento desiderasse che andasse ancora più veloce, come se la voglia in quel momento fosse aumentata all'improvviso.
Louis accelerò il suo movimento fino a quando Harry non venne violentemente nella sua bocca lasciandosi andare con un gemito liberatorio. Aveva quasi cacciato un urlo, ma la sensazione era così piacevole e rilassante che non ebbe le forze di muoversi da quella posizione: era il modo più bello per farsi perdonare.
- Cazzo - sbottò alla fine sentendo un brivido percorrergli tutta la schiena. Socchiuse gli occhi e subito dopo sentì la risatina di Louis provenire dal basso e Harry abbassò lo sguardo - Che c'è? -
- Non lo so, sei bellissimo - sussurrò.
Harry scivolò lentamente contro il muro, arrivando all'altezza di Louis. Il suo respiro era del tutto irregolare, ma ebbe ancora un po' di fiato per baciarlo con foga, stringendolo forte a sé.
- Tu sei bellissimo - disse alla fine.
•••
Dopo qualche secondo, Harry si accorse che era praticamente nudo, e si affrettò a rimettersi i boxer e i pantaloni, non riuscendo però a nascondere il rossore in viso. Louis si rese conto che era in imbarazzo e non sapeva che fare, così si avvicino a lui, che stava seduto contro il muro, e si inginocchiò tra le sue gambe, in modo da trovarsi faccia a faccia con lui. - Tutto okay?
- Sì. Credo.
- Credi? - alzò un sopracciglio, facendo finta di essere arrabbiato. - Ehi, non ho mai ricevuto lamentele, quindi mi aspetto che tu sia felice e appagato!
Harry rise. - Lo sono! - poi si ricordò improvvisamente di qualcosa. - Ma tu... - disse, indicando la sua erezione.
Louis fece un gesto con la mano. - Tranquillo - disse. Non voleva forzarlo, si rendeva conto che la prima volta era difficile, soprattutto con una persona più grande che è anche il tuo professore. Avrebbe cercato di contenersi.
- Sicuro?
- Sì.
Rimasero per un po' in silenzio, mentre Harry si tormentava l'orlo della camicia, ancora aperta. Louis non sapeva bene cosa fare per alleviare la tensione, anzi, pensava che quello che aveva appena fatto l'avesse alleviata abbastanza, almeno dal suo punto di vista. Ma forse non era così. - Ti senti in imbarazzo? - chiese.
Harry arrossì di nuovo. - Un po'.
- Non devi esserlo - disse Louis, cercando una tonalità che risultasse il più rassicurante possibile. - Sei stato fantastico.
- Sì?
- Sì. Mi piace quando mi tirano i capelli mentre lo sto facendo - sussurrò Louis al suo orecchio, e sentì il ragazzo tremare leggermente sotto di sé. Sorrise, avendo ormai capito che doveva cercare di farlo sciogliere un po' di più, e gli leccò il lobo. - A te è piaciuto, Haz?
- S-sì - rispose, con voce tremante.
- Non sembri molto convinto.
- Sì - disse allora, con un po' più di sicurezza. - Mi è piaciuto.
- Ti piacerebbe se lo rifacessimo, qualche volta?
- Dio, sì.
Louis rise, sentendo il suo tono di voce quasi disperato, ma pensò che per quel giorno fosse abbastanza.
Era stata una giornata davvero piena, tra le lezioni, Zayn, Harry, i suoi complessi giornalieri e poi si era conclusa nel migliore nei modi, un modo che non si sarebbe mai aspettato, a dirla tutta. Era felice, ma non voleva forzare Harry, e oltretutto era ancora abbastanza eccitato, quindi doveva trovare qualcosa per calmarsi, o sarebbe impazzito.
Si alzò in piedi e porse una mano a Harry per farlo alzare. Quando furono entrambi in piedi, gli abbottonò la camicia con cura, mentre lui lo guardava con un sorriso.
- Ti va un po' di tè? - chiese poi al ragazzo.
- Certo - rispose quello. - Che ne dici se mi metto a scrivere un po' i programmi? Non ho fatto molto, ma posso comunque portarmi avanti...
- Sì, va bene - rispose. Capiva che Harry aveva bisogno di qualcosa per distrarsi, e lui stesso ne aveva bisogno, quindi lasciò il ragazzo lavorare.
Una volta pronto il tè ne versò una tazza per ognuno e portò la sua a Harry, lasciandogli un bacio sulla testa prima di tornare alla sua solita poltrona. Stava per mettersi a leggere, ma alzò lo sguardo in tempo per vedere Harry sorridere, quasi di nascosto, come se non volesse mostrargli ciò che provava. Louis non poté fare a meno di sorridere a sua volta: quel ragazzo aveva portato una ventata di aria fresca e di felicità nella sua vita, e nonostante tutte le difficoltà era felicissimo di averlo incontrato.
Quella notte andò a letto con il cuore un po' più leggero.
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