Capitolo 6
- Incantesimo di Locomozione! - disse Vitious scrivendo la formula alla lavagna. Stava sollevato su una pila di libri per riuscire a scrivere e la cosa rendeva quel professore piuttosto strambo. Era di bassa statura ed Harry ricordò che dopo averlo visto il primo giorno di scuola del primo anno era scoppiato a ridere e lo stesso aveva fatto Niall e da lì avevano iniziato a parlare e a conoscersi, fino a diventare migliori amici.
- Questo incantesimo - iniziò scendendo dalla pila di libri, camminando tra i banchi della classe - fa spostare a piacimento del mago o della strega un qualsiasi elemento desiderato - Harry aveva iniziato a scarabocchiare distrattamente sul libro di Incantesimi, riempendo le O della parola LOCOMOZIONE, fino a quando non sentì il professor Vitious pronunciare il cognome di Liam.
- Payne, vuole venire a provare l'incantesimo? - chiese.
- Sì, certo professore! - il migliore amico di Harry si alzò spedito dalla sedia. Sicuramente era un incantesimo che Liam aveva già provato e approfondito come faceva sempre. Almeno il novanta percento delle cose che spiegavano i professori, Liam le aveva già lette o studiate per conto suo, magari in estate come "passatempo".
- Bene, hai qui davanti a te un libro, iniziamo da una cosa abbastanza semplice - disse affiacandosi a Liam, il quale lo guardava dall'alto - dovrai recitare la formula Locomotor.. -
- ...preceduta dal termine latino dell'oggetto che vogliamo spostare! - continuò Liam, lasciando il professore sbalordito.
- Eccellente ragazzo! Adesso su, prova! E voglio attenzione da parte di tutta la classe, perchè poi proverete tutti quanti a fare quest'incantesimo e vi ricordo che non è per niente facile - Harry aveva sentito quella frase almeno un centinaio di volte da quando era entrato a Hogwarts quell'anno. Tutti gli incantesimi e le pozioni "non erano per niente facili" e questo lo rendeva ancora più nervoso, perchè non era assolutamente concentrato quell'anno come in realtà sarebbe dovuto essere e non era lo spirito adatto per superare quell'anno scolastico con dei voti decenti.
Osservarono tutti il volto concentrato di Liam che fissò per qualche secondo il libro poggiato sulla cattedra di Vitious per poi pronunciare "Liber Locomotor" con un movimento di bacchetta: improvvisamente il libro si spostò prima lentamente e poi più velocemente fino a quando non fu Vitious stesso a fermarlo.
Tutta la classe applaudì.
- Non per niente il Signor Payne è uno dei migliori studenti in questa scuola! - sorrise fiero il professore e Liam sorrise a sua volta, voltandosi verso la classe.
- Bene, adesso voglio che tutti voi facciate lo stesso con il vostro libro - disse il professore. Harry fece un respiro profondo, tentando di concentrarsi a fondo su quello che avrebbe dovuto fare malgrado gli venisse quasi impossibile. Oltre a pensare a Louis, pensava agli allenamenti di Quidditch che avrebbe avuto subito dopo pranzo e all'infinità di compiti che avrebbe dovuto fare prima della solita punizione serale.
Vide che i suoi compagni avevano già iniziato a provare l'incantesimo: alcuni di loro avevano ottenuto ottimi risultati, altri avevano fatto saltare il libro fino a toccare il soffitto per poi farlo ricadere sul banco con un tonfo, altri invece, come Harry, ancora stavano pensando all'incantesimo oppure ai fatti loro.
- Styles, ha intenzione di provare l'incantesimo? - chiese Vitious dal basso, notando che Harry era fermo immobile. Il riccio si voltò verso il professore.
- Sì, sto tentando solo di concentrarmi -
- Su, non è difficile - disse poi.
- Ma lei ha appena detto che lo è -
- Se si concentra, non lo è! Suvvia Styles, non si lamenti e si concentri - disse il professore strattonandolo dal braccio. Harry annuì e poi mosse la bacchetta pronunciando "Liber Locomotor" ma per sua incredibile sfortuna il libro non si mosse nemmeno di un millimetro. Si schiarì la gola e ripetè l'incantesimo. Gli occhi di Vitious puntati su di lui lo rendevano ancora più nervoso di quanto già non lo fosse e probabilmente fu per questo che l'incantesimo non riuscì nemmeno per la seconda volta. Provò una terza: non aveva voglia di scoraggiarsi in quel modo.
Niente.
Il riccio si voltò verso il professore e quello gli diede una piccola pacca. - Non preoccuparti, con un po' di pratica ci riuscirai, su, continua! - gli disse, prima di allontanarsi verso gli altri alunni, per controllare il loro operato.
Quattro, cinque, sei, sette, otto volte, ma ancora quell'incantesimo stupidissimo non dava i suoi frutti ed Harry non sapeva se essere arrabbiato, deluso da se stesso o scoraggiato, così decise di essere tutte e tre le cose.
Non appena la lezione di Incantesimi si concluse, Harry si diresse verso la Sala Grande per il pranzo, malgrado gli fosse passata anche la fame dopo quell'orribile ora passata a tentare di far muovere un libro. Riuscì a mangiare giusto qualcosa, ma non pronunciò nemmeno una parola mentre i suoi amici tentavano di consolarlo con frasi del genere "bisogna solo esercitarsi!" oppure "tranquillo, non era un incantesimo facile", ma sinceramente Harry se ne faceva ben poco di quelle parole, soprattutto quando era nervoso. Si alzò così dal tavolo per andare a prendere la sua divisa per il Quidditch. Sperava che con l'allenamento qualcosa potesse migliorare, magari avrebbe potuto scaricare un po' lo stress.
Si diresse verso il dormitorio, prese tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno per l'allenamento e iniziò a camminare verso i campi di Quidditch, con l'aria piuttosto spenta. Era inutile innervosirsi e star male per un maledettissimo incantesimo, ma Harry non riusciva a non sentirsi un fallimento totale quando succedevano queste cose.
Durante il suo tragitto però sentì una voce che da una parte riuscì a consolarlo, per quanto fosse possibile.
- Harry? -
•••
Louis stava tornando nel suo studio per riposarsi dopo pranzo, quando vide, nel corridoio di fronte a sé, una sagoma rossa e oro che camminava con la testa bassa; dopo averla messa a fuoco si rese conto che era Harry con la sua divisa da Quidditch che camminava, probabilmente diretto all'allenamento.
- Harry?
Quello si girò, e sul suo viso si dipinse un leggero sorriso. - L... professor Tomlinson.
Louis sorrise e scosse la testa. - Cosa ci fai qua?
- Stavo andando ad allenarmi.
Louis annuì. Si guardò attorno e notò un'aula vuota a un paio di metri, così fece segno al ragazzo con la testa, e quello lo seguì. Una volta entrati si chiuse la porta alle spalle. - Cos'è quell'aria triste?
- Cosa? Ah - fece, come se si fosse ricordato all'improvviso di una cosa. - Non è niente.
- Sicuro? - chiese, avvicinandosi a lui.
Harry si passò una mano fra i ricci, abbassando lo sguardo. Per un momento sembrò in combutta con se stesso, ma alla fine decise di parlare. - Oggi abbiamo avuto Incantesimi - si fermò per qualche secondo. - E il professor Vitious ha spiegato l'incantesimo di Locomozione.
- E?
- Non sono riuscito a farlo. E' difficile - arrossì e guardò a terra, come se il pavimento fosse la cosa più bella dell'universo.
Louis sorrise, preso da un'incredibile tenerezza per il ragazzo: era così dolce quando si imbarazzava, ed era tenero e piccolo e Louis voleva soltanto stringerlo a sé e non farlo andare più via dalle sue braccia. - Ehi - disse, alzandogli il visto dal mento per poterlo guardare bene - Non è la fine del mondo. Anch'io ci ho messo un po' per impararlo.
- Ma Liam ci è riuscito al primo colpo, e dopo un po' anche Niall...
Il professore alzò gli occhi al cielo. - Payne è un secchione. E Niall... beh, Horan avrà avuto solo fortuna, probabilmente. - Harry ridacchiò, e Louis si sentì felice. - Se vuoi ti aiuto io, questa sera.
- Ma i programmi...
- Fanculo i programmi - disse semplicemente, e poggiò le labbra sulle sue.
Non l'avrebbe mai ammesso e si vergognava anche a pensarlo, ma Harry gli era mancato quella mattina. In più di una lezione si era ritrovato a pensare a lui e a sorridere come un idiota, e più di una volta Zayn gli aveva sventolato la mano davanti al viso perché lo vedeva perso nei suoi pensieri - e lui non voleva che Zayn sospettasse, perché un Zayn sospettoso con l'Occhio Interiore non era mai una cosa buona.
Harry socchiuse le labbra e lasciò che la lingua di Louis esplorasse la sua bocca; era come se Louis sapesse che anche a lui era mancato, anche se il ragazzo non gli aveva detto nulla. Ma Harry era uno che esprimeva i sentimenti, ne aveva avuto la prova i giorni precedenti, e la cosa lo metteva a disagio, in un certo senso.
- Mi sei mancato - disse infatti, allontanandosi per un secondo dalle sue labbra.
Louis sorrise, ma non rispose. Gli piaceva guardarlo negli occhi e farlo arrossire, gli piaceva passare la mano tra i suoi capelli e vedere i suoi occhi che si chiudevano in estasi, gli piaceva vederlo accoccolato a lui, proprio come in quel momento, proprio come se stessero insieme da una vita.
A quel pensiero Louis si irrigidì. Stavano insieme? Cosa stavano facendo? Un'ondata di panico lo avvolse, ma cercò di fare finta di niente. Di certo non l'avrebbe chiesto a Harry, meno ne sapeva meglio era.
Gli accarezzò per un momento i capelli, prima di risvegliarsi dai suoi pensieri. - Harry?
- Mh - fece quello semplicemente.
- Non stavi andando agli allenamenti?
- Merda! - esclamò, staccandosi subito da lui con gli occhi spalancati. - Devo andare, scusa!- gli lasciò un bacio sulle labbra e fece per andare via, ma poi si girò e lo baciò di nuovo - A dopo - sorrise, lasciando la stanza.
Louis non riuscì a riposarsi nemmeno per quelle due ore libere che aveva.
•••
Gli allenamenti quel giorno erano stati piuttosto stancanti: la prima partita dell'anno si avvicinava e quindi la squadra aveva bisogno di lavorare duramente per raggiungere un ottimo risultato. Speravano, come ogni anno, di vincere il torneo.
Harry si era preso più di una volta un bolide dritto in faccia, non essendo riuscito a colpirlo con la mazza, ma per fortuna non aveva perso l'equilibrio e non era caduto dalla scopa, altrimenti oltre a qualche livido in faccia, avrebbe avuto anche una gamba rotta. Malgrado tutto però avevano lavorato bene e il migliore come sempre era stato Niall, motivo per cui era il Cercatore della squadra.
L'allenamento finì piuttosto tardi e Harry avrebbe dovuto sbrigare dei compiti di Trasfigurazione prima di cenare e andare dal professor Tomlinson: decise così insieme a Niall di tornare nei dormitori per poter fare una doccia prima dello studio.
- Sono distrutto - fece Niall sedendosi a terra.
- Anche io e mi fa male il naso - Harry storse un po' il naso facendo una smorfia e sentì un forte dolore.
- Sicuro che non sia niente di rotto? -
- Sì, credo - fece spallucce e poi si tolse la maglietta sudata, dimenticandosi del segno che gli aveva lasciato Louis sulla clavicola la sera prima e Niall non tardò ad accorgersene e per questo guardò Harry un po' stordito in un primo momento.
- Che c'è? - chiese il riccio.
- Cosa è quella cosa...lì? - Harry tentò di guardarsi la clavicola ma riuscì appena a scorgere un enorme segno tendente al viola e per un momento ebbe un fremito. Non sapeva proprio cosa dire, come giustificarlo.
- Questo, dici? - fece per perdere tempo.
- Sì, sembra un... succhiotto! -
- No... no... ma che succhiotto! - la voce di Harry tremava, mentre tentava di trovare una scusa decente. - Credo sia stato un bolide, oggi - concluse.
- Ma non può esserti già diventato così! -
- Ho la pelle delicata, lo sai - si guardò allo specchio e si rese conto lui stesso che quello non sarebbe mai potuto essere un livido causato da un colpo di un bolide, ma di certo non poteva dire a Niall la verità.
Eppure l'avranno inventato un incantesimo per far sparire queste cose! Peccato che si sarebbe dovuto informare un po' prima.
- Vado in doccia - disse poi, scappando verso il bagno. Aveva ancora il cuore che andava all'impazzata: aveva rischiato di farsi scoprire dal suo migliore amico e di certo non poteva permetterselo perché poi la voce sarebbe arrivata anche a Liam e in qualche modo avrebbe fatto il giro della scuola e lui e Louis si sarebbero cacciati nei guai.
Aprì il getto di acqua ghiacciata e tentò di scacciare tutti i pensieri: alla fine era riuscito a sfuggire alla curiosità del suo amico o almeno c'era riuscito in quel momento.
~~
- Harry, ma non hai nemmeno mangiato! - disse Liam vedendolo uscire dal Salone dei Grifondoro per andare all'ufficio del professor Tomlinson.
- Lo so, ma ho finito solo adesso di studiare - rispose il riccio. Quella sera non aveva toccato minimamente cibo: era rimasto nella Sala Comune di Grifondoro tutta la sera per svolgere i suoi compiti di Trasfigurazione e aveva finito solo qualche minuto prima di dover andare da Louis.
Quella sera lo avrebbe aiutato con l'incantesimo di Locomozione e aveva un po' paura di fare qualche figuraccia davanti al suo professore, magari avrebbe iniziato a pensare che fosse un inetto. Si ricordò poi che era stato proprio durante l'ora di Difesa Contro Le Arti Oscure che si era fatto scagliare dall'altro lato della stanza da Evelyn cadendo proprio ai piedi del suo professore, quindi sicuramente Louis non aveva un'ottima stima nei suoi confronti o almeno dal punto di vista scolastico.
Bussò alla porta e poi entrò.
- C... ciao - disse un po' timidamente: vederlo era sempre una gioia per i suoi occhi. Era felice di essere lì in quel momento e sorrise non appena Louis fece lo stesso dopo che entrò dentro l'ufficio. Fu quello il momento in cui Harry iniziò a chiedersi cosa fossero realmente lui e il suo professore.
Erano una... coppia? Non ne avevano mai parlato e sperò con tutto il cuore che quel pensiero avesse tormentato Louis nei giorni precedenti, perché lui non gli avrebbe mai chiesto niente del genere. Si sedette silenziosamente accanto a lui e lo fissò per un momento mentre finiva di compilare un foglio.
Era veramente meraviglioso.
•••
Louis finì di scrivere qualcosa in un foglio e si girò verso Harry. Stava per sorridergli, ma le sue sopracciglia si inarcarono. - Che hai fatto al naso?
Harry se lo sfiorò, facendo poi una smorfia di dolore. - Mi hanno colpito in faccia con la pluffa agli allenamenti.
Stavolta sorrise, provando di nuovo il moto di tenerezza che aveva provato quella mattina, quando il ragazzo gli aveva confessato di non essere riuscito a fare l'incantesimo di Locomozione. - Ti fa male?
- Un po'.
- Aspetta - disse. Si girò verso una vetrinetta poggiata al muro e aprì uno dei cassetti in basso, prendendo una pomata che diminuiva il dolore e faceva magicamente in modo che il livido non si vedesse, nonostante fosse comunque lì. Si avvicinò al viso di Harry e se ne mise un po' sul dito, per poi spalmarglielo il più delicatamente possibile sul naso. Quello fece una smorfia di dolore. - Lo so - disse il professore. - Ma ti aiuterà.
Una volta finito di spalmare la crema, Louis gliela porse. - Tienila, mettila finché non ti sarà passato il dolore.
Harry arrossì. - Grazie.
- Prego - rispose, lasciandogli un bacio sulla fronte. - Ora, vogliamo provare questo incantesimo di cui hai tanta paura?
- Non ho paura! - fece, con un broncio sul viso.
- Allora dimostramelo - sorrise Louis, e gli indicò un libro sul tavolo.
Harry prese la bacchetta e si mise in posizione. Si leccò le labbra e sul suo viso comparve un'espressione concentrata che Louis non gli aveva mai visto e che lo fece sorridere. Poi esclamò - Liber Locomotor! - ma il libro non si mosse. Il riccio sbuffò e ci provò un altro paio di volte, prima di abbassare la bacchetta e sospirare. - Non ce la farò mai.
- Non ti concentri abbastanza - gli disse Louis, avvicinandosi a lui. - Ti ho visto già fare altri incantesimi e non sei completamente una nullità...
- Grazie - disse Harry, alzando gli occhi al cielo.
Louis ridacchiò. - Guarda, metti il braccio così - si mise dietro di lui con la mano sinistra sul suo fianco e la destra sul suo gomito. - E cerca di non pensare a nient'altro se non all'incantesimo.
Passò qualche secondo senza che Harry dicesse o fece nulla, dopo un po' fece un leggero colpo di tosse. - Louis... non riesco a concentrarmi se mi stai così vicino.
Quello lo strinse ancora di più a sé. - Perché? - chiese, facendo finta di cadere dalle nuvole.
- Mi... mi distrai.
Louis rise e si allontanò, aspettando un po' prima che il ragazzo riuscisse a concentrarsi del tutto. Poi lo sentì sussurrare l'incantesimo e il libro si alzò di un paio di metri per qualche secondo prima di ricadere con un tonfo sulla scrivania.
- Ce l'ho fatta! - quasi urlò Harry, girandosi verso di lui con un sorriso che illuminava completamente il suo viso.
- Sei stato bravissimo - rispose Louis. - Vuoi continuare?
Harry annuì, le fossette evidentissime sul suo viso e quell'aria da bambino felice che lo faceva sciogliere. - Prima però me lo dai un bacio? - sussurrò, diventando completamente rosso.
Louis sentì una scarica percorrergli la spina dorsale, non capiva se per la tenerezza o chissà cos'altro, ma Harry era così bello e così dolce che non riusciva proprio a resistergli, e l'unica cosa che voleva fare era baciarlo, proprio come gli aveva chiesto. Si avvicinò a lui e gli accarezzò i capelli. - Sei così esigente - sussurrò nelle sue labbra. Harry non fece in tempo a mugugnare che subito il professore incollò le loro labbra e lo baciò prima lentamente e poi con passione, desiderando rimanere in quel modo per sempre.
Quando si staccarono per riprendere un po' d'aria, Harry finalmente parlò. - Oggi Niall ha visto il succhiotto che mi hai fatto.
- Ah - fece. Normalmente sarebbe entrato nel panico, ma in quel momento non gli importava, Harry era così vicino a lui che non riusciva quasi a pensare. - E tu che gli hai detto?
- Che è stato un bolide. Ma non credo che mi abbia creduto.
- Potevi dare la colpa alla signorina Garrett.
- O dirgli la verità.
- Harry... - stava già per dire, con tono serio, ma quello lo fermò.
- Lo so, lo so, non devo dire nulla. Non ho detto niente né a Niall né a Liam, nonostante siano i miei migliori amici. Dovresti apprezzare un po' di più i miei sforzi, per questo.
- Li apprezzo eccome - sussurrò, tornando a baciarlo, ma dopo qualche secondo qualcuno bussò alla porta.
Louis e Harry si scambiarono uno sguardo interrogativo e subito dopo il professore andò ad aprire.
•••
Harry decise che stare lì in piedi avrebbe destato sospetti, così nel momento in cui Louis si diresse verso la porta per aprire, si sedette nella sedia in cui si sedeva di solito quando doveva scrivere i programmi. Quando Louis aprì, Harry si sporse appena per vedere chi fosse.
Era il professor Malik che entrò tranquillamente nell'ufficio di Louis.
- Tutto be... ah, buona sera Signor Styles! - disse appena vide il riccio seduto lì.
- Buona sera a lei - rispose Harry, sempre con quel tono timido e spaventato. Quel professore gli metteva sempre molta ansia quando lo guardava in quel modo, aveva paura che potesse leggergli nella mente.
Era rimasto lì a fissarlo con uno strano sorrisetto stampato sul viso e poi ridacchiò voltandosi verso Louis: Harry aveva assolutamente avuto la conferma che quel professore fosse del tutto schizzato.
- Come posso aiutarti, Zayn? - chiese Louis.
- Ero solo venuto a riportarti il libro che mi avevi prestato - disse tirandolo fuori dall'enorme mantello nero e porgendolo a Louis - e speravo di poter passare un po' di tempo con te, ma vedo che sei occupato con... Styles - per pronunciare quelle frasi aveva abbassato notevolmente il tono della voce e si era avvicinato leggermente a Louis. Harry fece finta di nulla per evitare di sembrare un impiccione e iniziò a guardare altrove ma con la coda dell'occhio si era accorto di ogni movimento ed era riuscito a sentire tutto.
- Ti è piaciuto? - chiese Louis afferrando il libro.
- Molto, quando ti va me ne presti un altro - disse sistemandosi il mantello. Guardò prima Louis e poi Harry - Adesso vado, devo correggere dei compiti - si avvicinò alla porta e Harry lo guardò andare via e lo salutò, esattamente come fece Louis.
Il riccio non poté fare a meno di notare che Zayn quando parlava non staccava un secondo gli occhi da Louis, lo fissava incessantemente e aveva sempre un sorrisetto malizioso stampato in faccia, qualsiasi cosa dicesse.
- Mi fa paura quel professore - disse poi Harry.
Louis scoppiò a ridere e si avvicinò a lui sedendosi sulla cattedra. - Perché? - chiese.
- Non lo so, sembra che sappia tutto su di te, come se con quel suo Occhio Interiore possa leggerti la mente, il cuore, tutto! Ho paura pure a pensare quando sono vicino a lui - risero entrambi e la risata di Louis riempì la stanza e il cuore di Harry nello stesso momento. Era così bella ed Harry notò che il colore dei suoi occhi si illuminava sempre di più quando rideva in quel modo.
- Sì, è un tipo strano, ma dopo tutti questi anni ci ho fatto l'abitudine - ammise Louis facendo spallucce, subito dopo si voltò verso Harry per poterlo guardare e quello abbozzò un sorrisetto. Rimasero così per qualche secondo e Harry capì che tra di loro bastavano anche quei momenti di silenzio per star bene e per riempire i loro corpi di felicità, bastava anche solo stare lì a guardarsi intensamente negli occhi e tutto il resto si annullava, come se non ci fosse più niente al mondo se non loro due.
Harry si odiava profondamente quando pensava queste cose, perché non era un tipo piuttosto romantico, era sensibile sì, ma non romantico in quel modo. Quel professore faceva uscire lati di lui che non conosceva nemmeno.
- A che pensi? - chiese poi Louis, e Harry non seppe che rispondere. Non poteva seriamente dirgli tutto quello che stava pensando in quel momento o lo avrebbe preso per un bambino stupido e innamorato. In un certo senso temeva sempre il giudizio di Louis: dopotutto era più grande di lui ed era teoricamente il suo professore di Difesa.
- Umh - mugugnò per un momento - A... tutta questa situazione, è strana, ma bella allo stesso tempo - rispose alla fine e per l'ennesima volta quella sera Louis sorrise e Harry si rese conto che non avrebbe mai più incontrato sorrisi così belli. Forse perché Louis al di fuori di quelle situazioni non sorrideva mai, era sempre abbastanza cupo e quindi quando si concedeva quei momenti, brillava sul suo volto il sorriso più bello che potesse sfoggiare, anche per una semplice frase che Harry aveva detto.
- È vero, è strana - disse poi Louis.
- Secondo te il professor Malik ha capito qualcosa? - chiese il riccio. Louis rifletté un secondo su quella domanda e spostò lo sguardo verso il pavimento. - Non credo, alla fine sei sempre in punizione qui - dopo quelle parole, scese dalla scrivania e si avvicinò a Harry per potergli stampare un bacio sulle labbra. Il riccio non si aspettava quel gesto, per questo ebbe un sussulto. Rimase seduto nella sua sedia in un primo momento, poi si alzò in piedi cingendogli la vita con le braccia, facendo in modo che le loro labbra non si potessero staccare.
Lo strinse forte sé, rendendo quel bacio più intimo.
- Cosa faremo appena finirò questa punizione? - chiese a fior di labbra.
- Te ne assegnerò un'altra, visto che sei un cattivo ragazzo - risero entrambi, facendo scontrare i loro nasi, prima di potersi baciare di nuovo.
•••
Tutte le volte che ridevano insieme, Louis si rendeva contro che oltre Zayn, Harry era l'unica persona capace di farlo ridere sul serio. E la cosa gli piaceva parecchio.
Si baciarono per un po' di tempo, e Louis sentì le mani di Harry andare a poco a poco verso il basso, fino a fermarsi sul suo fondoschiena, quasi incerte, per poi stringere leggermente. Sorrise nel bacio. - Styles, sei un ragazzino impertinente - disse poi.
Harry lo guardò. - Con tutti questi vestiti addosso non avevo notato di quanto bello fosse il tuo sedere.
Louis alzò un sopracciglio: quel ragazzo un momento era la persona più timida del mondo, e il momento dopo prendeva sicurezza non si sapeva da dove e proferiva certe frasi. - Mica posso andare in giro nudo.
Il riccio rise. - I babbani mettono dei vestiti diversi, tipo i jeans.
- Ne ho sentito parlare - ci fu qualche secondo di silenzio, poi una domanda balenò nella mente di Louis. - Sei m... hai i genitori babbani? - gli chiese, e fu grato a se stesso per essere riuscito ad evitare di usare la parola mezzosangue.
Harry annuì. - Sì. Quando ho ricevuto la lettera a undici anni i miei pensavano fosse uno scherzo, e non ci siamo presentati alla stazione. Poi hanno mandato Hagrid a prendermi.
- Anche Harry Potter è stato portato qui da Hagrid.
- Lo so - rispose, felice. - Sarà il nome.
A Louis veniva da vomitare. Non gli era mai importato granché di queste cose, ma non poteva fare a meno di essere un po' deluso. Voleva cercare di vederla sotto una luce positiva, e soprattutto non fare notare al ragazzo il suo umore. Anche perché erano ancora molto vicini e bastava uno sguardo per capirlo. Decise che l'avrebbe baciato e basta.
Quel bacio continuò per un bel po', a parte le pause per respirare nessuno dei due voleva staccarsi dall'altro. Harry gli aveva sbottonato il vestito sul petto e stava per restituirli il favore del succhiotto, ma Louis lo fermò bruscamente. - No.
- Ma tu l'hai fatto.
- Sì, ma poi io come lo spiego? Dico che è stata la McGranitt?
Harry si accigliò. - A chi devi spiegarlo? Non sei in un dormitorio comune.
Louis rimase con la bocca mezza aperta e pensò di essersi fregato con le sue stesse parole. Cercò di salvarsi in extremis, perché non poteva proprio dire a Harry di Zayn. Anche se non aveva fatto più niente con lui da quando loro due avevano questa... cosa. - Non lo so Harry, meglio non rischiare.
Quello lo guardò un paio di secondi negli occhi, poi annuì. - Va bene - rispose semplicemente. - Posso continuare a baciarti o devo stare attento anche a quello?
- Puoi baciarmi - rispose Louis, contento di essersela cavata.
Non sapevano quanto tempo fosse passato, finché Louis non sentì un rumore provenire dallo stomaco del ragazzo e subito dopo vide Harry arrossire violentemente. - Scusa.
- Hai fame?
- Un po'. Non ho mangiato a cena.
- E perché?
- Non ho avuto tempo, dovevo venire qua da te e...
- Ehi - disse, accarezzandogli i capelli. - Non devi correre da me, non mi arrabbio se fai un po' tardi. La prossima volta mangia, okay?
- Ma io volevo correre da te.
Louis sorrise. - Siediti, ti faccio un po' di tè - decise. Ogni volta che Harry gli diceva cose dolci si bloccava, non sapeva mai come rispondere e si limitava a sorridere. Non era bravo ad esprimere i propri sentimenti, figuriamoci con uno come Harry.
Dopo qualche minuto poggiò una tazza fumante sul tavolo insieme ad un piatto di biscotti al burro. - Ecco, mangia.
- Grazie Lou.
- Prego Haz.
- Haz?
- Tu mi chiami Lou, ho trovato un soprannome anche per te - quello arrossì e si concentrò sul suo tè - Sei tenero quando arrossisci.
Se possibile, Harry arrossì ancora di più. - Sai essere dolce anche tu quando vuoi. Qualche tempo fa non l'avrei mai detto.
- Per carità - disse Louis, alzando le mani. - Non sono per niente dolce. Mi hai solo preso in un bel periodo.
- Quindi se ti avessi preso in un altro periodo probabilmente avresti continuato a trattarmi di merda e basta?
Louis rimase spiazzato da quella domanda e ci mise un po' a rispondere. - Probabile. O forse sarei comunque rimasto incantato dai tuoi occhi e dai tuoi capelli.
- È questo che ti piace di me, quindi? I miei occhi e i miei capelli? - chiese, dopo aver preso un sorso di tè.
- Okay, adesso basta con queste sdolcinatezze, Styles. Mangia e poi vai a dormire, che è già mezzanotte e c'è il coprifuoco.
Harry sorrise e scosse la testa, facendo esattamente quello che gli era stato detto. Louis pensava fosse bellissimo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top