Capitolo 2

L'unica cosa che Harry odiava di Hogwarts era il fatto che si sarebbe dovuto svegliare presto quasi ogni mattina per seguire le lezioni. Forse era ciò che gli mancava di più dell'estate, svegliarsi tardi la mattina. Per il resto era felice di potersi svegliare al fianco dei suoi due migliori amici, sapendo che avrebbe passato l'intero anno scolastico con loro.

Quella mattina si alzò dal letto prima di tutti. Avrebbe dovuto seguire la primissima lezione dell'anno, nonché la primissima lezione di Difesa Contro Le Arti Oscure tenuta dal nuovo professore Louis Tomlinson.

Dopo una doccia, mise la camicia bianca, la cravatta Grifondoro e il mantello nero e decise di scendere per primo a fare colazione, mentre i suoi due amici si lamentavano ancora nel letto, desiderosi di dormire per altre ore. Harry prese il suo nuovo libro di Difesa, acquistato qualche giorno prima a Diagon Alley, lo mise sotto braccio e si diresse verso la Sala Grande per la colazione. Nel lungo tavolo Grifondoro c'era già qualcuno intento a godersi la sua colazione ed Harry si sedette da solo.

Decise così di iniziare a sfogliare il nuovo libro. Amava quella materia, era molto interessante e sperava che Tomlinson la rendesse altrettanto interessante. Mentre beveva succo di zucca e sfogliava il libro strizzando un po' gli occhi quando trovava qualcosa di curioso, sentì una presenza proprio dietro di lui, ma non se ne curò in un primo momento.

- Bello, eh? - una voce non familiare si rivolse a lui.

Harry trasalì e poi si voltò verso la persona che stava dietro di lui e gli apparve il professor Tomlinson. Indossava un mantello nero che lo copriva interamente e in quel momento Harry rimase a fissarlo e si preoccupò di notare ogni suo dettaglio. Aveva un po' di barba, all'apparenza abbastanza morbida e non ispida e le labbra estremamente sottili. I capelli erano corti e castani e i suoi occhi magnetici e azzurri lo stavano ancora fissando.

Il suo volto era abbastanza serio.

Harry si chiese a quel punto se avesse timore di quel professore o se semplicemente avesse troppo sonno per poter dare una risposta immediata. Stava di fatto che ebbe il tempo di scrutarlo attentamente.

- Mh, sì... abbastanza -

- Ti piace questa materia? - domandò freddo.

- Sì, mi viene piuttosto facile studiarla - rispose il riccio.

Il professore scoppiò a ridere, una risata ironica. - Facile? Chi è stato quell'ignorante che ha reso Difesa Delle Arti Oscure una materia... facile?! - disse mantenendo sempre quella sua compostezza. Ridacchiò di nuovo e poi fece per andarsene via.

Harry alzò il sopracciglio.

Forse era arrivato il momento di iniziare a temere quel professore.

- Che voleva? - chiese Liam spuntando all'improvviso e sedendosi accanto ad Harry.

- Nulla, mi ha solo visto che sfogliavo il libro - chiuse tutto e continuò la sua colazione, mentre sentiva ancora gli occhi del professore addosso.

- Quest'anno dovrò impegnarmi molto - disse Liam.

- Come se non lo facessi ogni anno - ridacchiò Harry.

- Si, ma voglio dare il meglio... l'anno prossimo abbiamo i M.A.G.O. -

- Già, non voglio pensarci -

- Fra circa dieci minuti abbiamo la lezione e Niall ancora non arriva - disse poi guardando l'orologio e cercando il biondo con lo sguardo, ma non vide nessuna traccia del loro amico.

- Come sempre - sbuffò Harry, finendo la sua colazione.

- Tra l'altro oggi è la prima lezione con il nuovo professore, non possiamo fare tardi -

Improvvisamente videro Niall arrivare di corsa mentre si sistemava ancora il suo mantello, reggendo il libro tra le mani. Iniziò a fare colazione, tentando di mangiare il più possibile prima della lezione.

Sapeva che sarebbero senza dubbio arrivati in ritardo: Harry non voleva arrivare in ritardo, ci teneva ad essere puntuale.

- Dai Niall, muoviamoci - disse il riccio. Quello stava ancora mangiando ma si alzò ugualmente e tutti e tre insieme si diressero verso l'aula di Difesa.

Arrivarono giusto in tempo e presero posto. Il professore era nella sua cattedra, intento a scrivere qualcosa mentre nella classe molte persone chiacchieravano tra di loro.

Improvvisamente si creò un vero caos di voci all'interno dell'aula che portò il professore ad alzarsi in piedi. - Silenzio - fece quello alzando il tono della voce e tutti si voltarono verso di lui e rimasero fermi immobili a fissarlo mentre scendeva dalla piattaforma rialzata in cui si trovava la sua cattedra. Si avvicinò alla lavagna lentamente e con un movimento di bacchetta fece in modo che il gessetto scrivesse il suo nome con un corsivo perfetto.

Louis William Tomlinson.

- Louis William Tomlinson - ripeté lui, muovendosi lentamente tra i banchi e scrutando ogni alunno. - Come già sapete, il vostro nuovo insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure - si fermò un attimo, guardando per terra.

Camminava con le mani dietro la schiena.

- Materia... - continuò poi. - Impegnativa, che richiede molto interesse e soprattutto serietà. Materia non per niente facile, come alcuni di voi credono - ridacchiò appena e rivolse il suo sguardo verso Harry e quello rimase di pietra. Alcuni studenti Serpeverde si voltarono verso Harry, sghignazzando e il professore li richiamò battendo la bacchetta sui loro banchi e quelli posero la loro attenzione di nuovo sul professore.

- Non ho voglia di farvi discorsi stupidi né di perdere tempo, quindi aprite subito il libro alla prima pagina - disse sempre con quel tono freddo. Harry continuava a guardarlo, come se non riuscisse a staccargli gli occhi di dosso. Rimase quasi imbambolato.

- Hey amico, ma che hai? - disse Niall, strattonandolo e facendolo tornare alla realtà.

- Niente, niente... ho solo sonno - rispose il riccio.

- Il signor Styles e il biondino lì in fondo, sarebbero pregati di fare silenzio - disse il professore con tono severo, alzando leggermente il tono della voce. Quest'ultimo mantenne un certo contatto visivo con Harry per qualche secondo, fino a quando non ordinò di nuovo a tutti di aprire il libro alla pagina uno, iniziando la lezione.

•••

Louis quella mattina si era svegliato già stanco, probabilmente a causa della sbronza della sera prima. Aveva dormito bene però, i letti ad Hogwarts erano sempre stati comodissimi, e anche se non era nel suo solito dormitorio si sentiva comunque a casa, come se non fosse la prima volta che dormiva lì.

Però si era svegliato molto presto e non aveva dormito abbastanza. Era arrivato nella Sala Grande quando c'erano pochissimi studenti e soltanto il professor Lumacorno al tavolo degli insegnanti, e lo salutò velocemente per poi prendere posto dove era seduto la sera prima, lontano da lui; non era proprio in vena di chiacchiere la mattina.

Mentre consumava tranquillo la sua colazione osservando la sala, vide entrare Harry Styles, con un'aria affannata e il libro di Difesa Contro Le Arti Oscure sotto braccio; il ragazzino si sedette, e iniziò a sfogliarlo febbrilmente, fermandosi di tanto in tanto, e sembrava molto assorto. Louis lo scrutò per un po', e fu in quel momento che decise che doveva tormentarlo. Tutti i professori avevano un alunno da tormentare, era sempre stato così: Piton aveva Harry Potter, lui aveva scelto Harry Styles. Per mantenere vive le tradizioni, insomma.

Dopo un po' si alzò dal tavolo dei professori e, prima di uscire dalla Sala, si fermò a parlare con il ricciolino.

- Facile? Chi è stato quell'ignorante che ha reso Difesa Delle Arti Oscure una materia... facile? - disse a un certo punto. Chi si credeva di essere, quel ragazzino? Le Arti Oscure non erano una cosa da prendere alla leggera, e di certo difendersi non era facile. I professori incompetenti con cui avevano avuto a che fare negli anni, probabilmente, non gli avevano insegnato niente, e adesso il lavoro toccava tutto a lui. Che la McGranitt lo avesse assunto perché nessuno voleva insegnare ad un branco di incompetenti come loro?

~~

Dopo le dovute presentazioni in aula, Louis si rese conto che quella classe era messa peggio di quanto si aspettava e soprattutto si rese conto del fatto che Styles gli rendeva molto più facile il compito dandogli ogni cinque minuti un motivo valido per torturarlo.

- Ho detto via le bacchette, Styles. Se ti becco ancora ad usarla sono venti punti in meno per Grifondoro. E siamo ancora al primo giorno, ho tutto il tempo di levare tutti i punti alla tua Casa prima della fine dell'anno.

Alcuni Serpeverde risero, ma Louis non ci badò, perché avevano tutto il diritto di farlo. Lui, dal suo canto, si stava divertendo un mondo.

Quando il ragazzo non rispose, Louis decise di continuare. - Mi dica, signor Styles. Qual è l'argomento che più le è piaciuto studiare?

Harry si prese qualche secondo, poi rispose. - Le maledizioni senza perdono, signore.

Louis rimase colpito da quell'affermazione, non se l'aspettava. Si grattò il braccio sinistro da sopra il mantello, piantando lo sguardo di ghiaccio negli occhi di Harry. - Ah sì? Ne ha mai vista una in atto, signor Styles?

- No, signore.

- Bene - gli sorrise, quasi malvagio. - Allora mi dica, le piacerebbe usarne qualcuna?

- No, signore - rispose di nuovo, senza staccare lo sguardo da lui. Se stava cercando di sfidarlo, aveva scelto senza dubbio la persona sbagliata.

- E allora perché dici che è l'argomento che ti è piaciuto di più?

- Sono affascinanti.

- Crede che sia affascinante comandare, torturare o uccidere qualcuno?

- No. Lei?

Louis lo fissò per qualche secondo, sentendo la rabbia che cominciava a ribollirgli dentro. Quel ragazzino gli dava sempre più motivi per torturarlo, ma non poteva farsi battere così da un sedicenne qualunque, e non voleva farlo usando su di lui l'arma dell'autorità. - Trovo più affascinante capire perché un sedicenne trovi interessante un argomento del genere.

- Trovo interessanti le persone che ne hanno fatto uso.

- Ad esempio?

- Lord Voldemort, signore.

- Ah - fece Louis. - Ne parlate spesso qui a scuola? Della grande battaglia, del grande... Harry Potter.

- No, signore. A nessuno piace ricordare certe cose.

- Lo credo bene - rispose Louis duramente. - Ma, mi dispiace per voi, con questa materia sarete costretti a parlarne spesso. Il Signore Oscuro è stato il mago oscuro più grande di tutti i tempi, e bisogna prendere esempio da lui per poter capire come combatterlo. Certo, io penso che Harry Potter abbia avuto più fortuna che altro, ma ognuno ha la propria versione della storia. - concluse. Si accorse che Styles lo fissava come per capire quali fossero i suoi segreti, e all'improvviso sentì il marchio nero bruciare, proprio come anni fa. Si girò di scatto appoggiandosi alla cattedra, il cuore che batteva all'impazzata. Respirò a fondo per qualche secondo, aspettando di calmarsi. A volte gli succedeva, di sentire il marchio bruciare. Le prime volte si era spaventato così tanto da non riuscire a calmarsi per ore, ma poi aveva capito che era solo un riflesso, un riflesso di ciò che era stato e che non sarebbe mai più accaduto.

- Si sente bene, signore? - fece la voce leggermente impaurita di una ragazzina.

- Sì - rispose debolmente Louis. - Sì, sto bene - disse poi, più deciso. Si girò di nuovo verso la classe, fece qualche respiro profondo e iniziò a spiegare la lezione, cercando di evitare il più possibile Styles, i cui occhi sembravano scrutarlo quasi come quelli di Zayn.

•••

Harry ne era sicuro. Era sicuro che quel professore nascondesse qualcosa e lo riusciva a leggere nei suoi occhi azzurri, nel suo sguardo freddo. Voleva soltanto capire che cosa e quel pensiero continuò a torturarlo per tutta la giornata anche dopo l'ora di lezione di Difesa.

C'era qualcosa di strano in quel professore che non riusciva proprio a capire.

Con la testa piena di pensieri si diresse verso l'aula di Pozioni per seguire la lezione con il professor Lumacorno. Un tipo strano anche lui.

Quello arrivò in classe sorridendo come sempre, con il suo tono di voce eccessivamente alto che a Harry dava sempre un certo fastidio e soprattutto disturbava i suoi pensieri in quel momento.

Era il primo giorno di lezione e già aveva la testa per aria.

Non avrebbe dovuto, ma quel maledettissimo nuovo professore lo stava facendo confondere come mai nessuno in quella scuola aveva fatto. O più che altro era semplicemente curioso di capire cosa si nascondesse dietro la figura apparentemente forte di Louis Tomlinson.

Il professor Lumacorno aveva iniziato a parlare e tutti erano messi attorno al tavolo che stava al centro dell'aula per poterlo ascoltare. Harry era assorto nei suoi pensieri.

- Non è vero Signor Styles? - disse ad alta voce il professore.

Harry scosse la testa e spalancò gli occhi. Non aveva seguito niente di quello che stava dicendo il professore e per questo gli venne un groppo in gola e non parlo per una buona serie di secondi.

- S... sì - balbettò poi.

- Potrebbe stare attento, caro? -

- Sì, mi scusi professore - rispose Harry sottovoce. Capì che era arrivata l'ora di mettere da parte i suoi pensieri riguardo al professor Tomlinson. I suoi amici l'avevano guardato con il sopracciglio leggermente alzato, chiedendosi probabilmente cosa avesse Harry.

Iniziò a seguire attentamente quello che stava dicendo il professore e per iniziare l'anno aveva deciso di far preparare agli alunni il Distillato di Morte Vivente. Harry conosceva quella pozione ed era sicuro sul fatto che non sarebbe mai riuscito a prepararla correttamente, era veramente molto difficile.

- Bene, ognuno davanti ai suoi calderoni! - disse il professore. Il calderone di Harry era proprio accanto a quello di Liam e Niall e sapeva che adesso lo avrebbero tempestato di domande. Per evitare, Harry si mise subito al lavoro e aprì il libro per leggere gli ingredienti che sarebbero serviti per preparare la pozione e si diresse verso l'armadietto per procurarsi il necessario. Sperava con tutto il cuore di riuscire a smettere di pensare a quegli occhi che lo fissavano mentre con sicurezza parlava di Lord Voldemort senza paura o timore.

Molti ancora non riuscivano neppure a nominarlo e aveva notato anche che dopo aver pronunciato quel nome, la faccia del nuovo professore di Difesa era cambiata immediatamente e da lì Harry aveva iniziato a farsi qualche domanda su cosa nascondesse.

Tornò poi davanti al suo calderone dopo essersi accorto che era tornato a pensare.

Decise così di concentrarsi sulla pozione e basta.

~~

Ovviamente l'unico della classe ad aver completato la pozione con successo fu Liam, non aveva dubbio. Harry infatti uscì dalla classe un po' scoraggiato, perchè odiava non dare il meglio di sè e poi era soltanto il primo giorno di lezione, non poteva essere già distratto.

L'ora successiva avrebbe avuto Incantesimi ma per fortuna avevano all'incirca quindici minuti di pausa prima della lezione. Di solito in questi casi Harry si ritirava un po' in biblioteca alla ricerca di qualche bel libro interessante da leggere la sera.

Amava leggere fin da quando era piccolo e questo l'aveva reso un mago curioso e si vedeva già dalla sua ossessione nel voler conoscere la storia del suo nuovo professore.

Entrare nella biblioteca di Hogwarts era sempre qualcosa di emozionante, era enorme e piena di libri anche se Madama Prince non era sicuramente una delle persone che più gli andavano a genio: magra, quasi scheletrica e aveva l'aspetto di uno strano avvoltoio denutrito e per questo il più delle volte cercava di evitarla.

Iniziò a girovagare tra le librerie alla ricerca di qualcosa di interessante anche se ormai mancava poco tempo all'inizio della lezione.

Iniziò a pensare.

E se avesse cercato qualche notizia sulla famiglia Tomlinson per saperne di più?

C'era un libro che una volta gli aveva consigliato una ragazza del quarto anno, una sorta di enciclopedia sulle famiglie più conosciute nel mondo dei maghi. Sicuramente per essere arrivate ad insegnare Difesa Contro Le Arti Oscure ad Hogwarts a soli ventitré anni, la sua famiglia doveva essere piuttosto conosciuta.

Girovagò ancora per un po' tra i lunghi corridoi, fino a quando non trovò finalmente il libro che stava cercando. Poggiò la mano su di esso e nello stesso secondo in cui lo fece, sentì una voce.

- Cosa cerchi di interessante, Styles? - si chiese da dove fosse spuntato, ma quella era proprio la voce del suo professore di Difesa e per un momento rimase paralizzato e spostò la mano su un altro libro a caso.

- Umh.. questo - disse prendendolo in mano.

Il professore si avvicinò a lui con passo felpato, strappandoglielo dalle mani.

Scoppiò in una risatina. - Filtri d'amore? - rise ancora.

- S.. sì, sa.. alla mia età.. -

- Sicuro che fosse questo il libro che cercavi? - chiese guardandolo fisso negli occhi.

•••

A Louis quel ragazzino non piaceva per niente. Gli sembrava troppo curioso e decisamente troppo ficcanaso. Gli ricordava qualcuno di sua conoscenza - e di conoscenza dell'intera popolazione magica.

- S-sì - disse, con lo sguardo basso.

Louis sorrise. Non gli piaceva, ma amava il fatto che gli desse sempre un motivo per tormentarlo. - E a chi dovresti somministrare il tuo filtro d'amore?

Passò qualche secondo, infine rispose. - Evelyn Garrett.

Ci volle un po' prima che Louis si ricordasse il suo viso, le ragazze non gli rimanevano mai impresse nella memoria, soprattutto quelle tra gli undici e i diciassette anni, tutte con quelle vocine squillanti e in cerca di ragazzi come fossero delle prede; non che i ragazzi fossero meglio in quello, alla fine. Era una ragazzina Grifondoro, con i capelli lunghi e biondi sempre legati in una coda. - Ma davvero? E com'è che non ricambia? Non gli piace il suo bel faccino, signor Styles?

Il ragazzino arrossì, continuando a tenere il viso basso, come se non avesse il coraggio di guardarlo in faccia. - N-no, suppongo di no.

- Strano. Pensavo che tutti voi Grifondoro foste attratti dalle faccine slavate e coraggiose.

Harry Styles si decise finalmente a guardarlo in faccia. - E voi Serpeverde da cosa siete attratti, signore?

- Dal fascino e dall'intelligenza. Cosa che, nella mia esperienza, manca a molte persone.

Entrambi si guardarono negli occhi per qualche secondo, finché il ragazzo non fu costretto a distogliere lo sguardo. E in ogni caso non gli sarebbe convenuto sfidare il suo professore.

- Tieni il libro - disse Louis infine, porgendogli il libro sui filtri d'amore. - Sarebbe utile se utilizzasse la biblioteca per scopi didattici, signor Styles. Le servirebbe.

- Ma lei non può sapere se mi serve o meno, abbiamo fatto appena una lez...

- Prego? Mi ha per caso risposto, signor Styles?

- No - si affrettò a rispondere quello, prendendo il libro; Louis notò che le sue mani tremavano un po'. - No signore, ha ragione lei.

- Bene. Buona giornata, signor Styles - disse, per congedarlo. Il secondo dopo si rese conto che in realtà non voleva augurargli una buona giornata.

- Anche a lei, signore - disse, e si affrettò velocemente fuori dalla biblioteca.

Louis lo seguì con lo sguardo per essere sicuro che se ne andasse, poi si girò di nuovo verso lo scaffale e prese il libro che Harry Styles stava guardando: Purosangue negli anni - le grandi famiglie di purosangue che hanno fatto la storia della magia. Si chiese cosa potesse farci con un libro del genere, forse il professor Rüf gli aveva affidato una ricerca. Ma perché nasconderglielo?

Sfogliò l'indice del libro e vide diverse famiglie di purosangue molto famose: Black, Lestrange, Malik, Malfoy, Paciock, Potter, Serpeverde e, poi la sua, Tomlinson. Molte di queste famiglie non avevano storie importanti o chissà quanto eroiche e celebri, neanche la sua famiglia a dire il vero. Ma il libro non era abbastanza vecchio, e non c'era scritto nulla che ai tempi potesse essere considerato infamante, come il fatto di essere dei Mangiamorte. Non c'era scritto di nessuno, nemmeno dei Lestrange o dei Malfoy, e Louis fu felice che non ci fosse scritto neanche dei Tomlinson. Forse, nei libri scritti dopo la battaglia di Hogwarts sarebbe stato fatto il suo nome, ma lui non era uno dei seguaci più "famosi", e in ogni caso non poteva farci niente. Gli toccava, era il destino che purtroppo era stato scelto per lui.

Riposò il libro dove l'aveva trovato e uscì dalla biblioteca, incontrando la professoressa MccGranitt che passava da lì.

- Salve, Louis.

- Buon pomeriggio, professoressa.

Quella rise. - Come dicevo qualche tempo fa, le abitudini non muoiono mai qui a Hogwarts. Puoi chiamarmi Minerva, ormai siamo colleghi.

- Va bene, Minerva - rispose Louis, anche se gli sembrava stranissimo chiamarla per nome. Quella era stata la sua professoressa per sette anni, avevano anche combattuto l'uno contro l'altro quel famoso due maggio, ma lei sembrava non ricordarsene. O far finta di non ricordarlo, comunque.

- Come ti trovi qui ad Hogwarts?

- Non è un luogo nuovo per me - rispose semplicemente.

- Certo che no, ma adesso sei dall'altra parte - passò qualche secondo, in cui Louis non rispose. Non gli andava, e non sapeva nemmeno cosa dirle. - Vedo che tu e Zayn Malik siete tornati ad essere buoni amici.

- Lo siamo sempre stati - disse, con un tono un po' duro. Non gli piaceva che gli altri, chiunque essi fossero, mettessero in questione il rapporto e l'amicizia che li legavano.

- Lo so bene. E ne sono felice.

- Minerva, perché mi hai riammesso a scuola?

La donna lo guardò con un sopracciglio alzato; il suo sguardo sembrava invecchiato, molto più di sei anni. - Perché non avrei dovuto?

- Sai benissimo perché - disse, quasi scocciato. Non gli andava di perdere tempo in discorsi inutili.

- Louis - disse la McGranitt. - Non hai bisogno di spiegazioni. Sono sempre stata molto affezionata a te, so che eri uno studente modello e che saresti stato un bravissimo insegnante. Ho fiducia in te, e seguo le orme del mio vero predecessore, Albus Silente. Volevo darti l'opportunità di cambiare la tua vita, e posso farlo solo così. Non sprecarla.

Louis non sapeva cosa rispondere. Da un lato le era davvero grato, dall'altro pensava che fosse una sprovveduta, anche se, in realtà, c'era una probabilità su cento che un ex Mangiamorte tornasse a praticare magia oscura. Forse solo Belllatrix Lestrange l'avrebbe fatto, ma era morta.

- Vorrai ringraziare anche il tuo amico Zayn, immagino - disse poi, e, senza dargli il tempo di chiedere a cosa si riferisse, entrò nell'aula in cui doveva tenere la sua lezione di Trasfigurazione.

•••

Dannazione.

Ecco l'unica parola che gli era venuta in mente per tutto il giorno.

Durante le lezioni l'unica cosa che era riuscito a dire era esattamente "dannazione".

Stava per prendere quel maledettissimo libro e invece era spuntato Louis Tomlinson proprio accanto a lui e si era ritrovato costretto a prendere un libro sui filtri d'amore. Davvero ridicolo, l'aveva anche sfogliato durante la lezione di Incantesimi e gli veniva da vomitare anche solo a guardarlo. Quel libro aveva un leggero profumo di lavanda e questo suscitò la curiosità di Niall che durante la lezione gli aveva chiesto per quale assurdo motivo avesse quel libro.

Inizialmente Harry non gli seppe dare una risposta vera e propria e iniziò a balbettare parole confuse, poi decise di dirgli che serviva a Evelyn Garrett e le aveva fatto il favore di prenderglielo.

Usava sempre quella ragazza quando doveva cacciarsi via da una brutta situazione, ma questa volta portò Niall a farsi ancora più domande. In effetti per quale motivo Harry avrebbe dovuto fare un favore simile a Evelyn? Il suo amico, fortunatamente, si limitò a fare spallucce anche se lo aveva guardato con un sopracciglio alzato.

Ad ogni modo Harry aveva bisogno di quel libro e l'avrebbe preso.

Forse era arrivato il momento di pianificare una delle sue uscite notturne. Durante l'anno scolastico capitava spesso che avesse bisogno di uscire di notte per fare qualcosa che nessuno doveva sapere.

Probabilmente si sarebbe cacciato in un mare di guai se solo qualcuno l'avesse scoperto, ma era deciso e l'avrebbe fatto sicuramente anche quella notte.

Durante la cena aveva tentato di non suscitare più sospetti nei suoi amici e per questo motivo tentò di essere il più normale possibile, senza farsi sopraffare dai suoi continui pensieri che gli tartassavano il cervello da quando era entrato in quella scuola. Se l'anno scolastico fosse continuato in quel modo, sarebbe stata più dura di quanto avesse pensato.

- Voglio andare ad Hogsmeade - disse poi Niall mentre afferrava un'aletta di pollo.

- Ho sentito dire che ci andremo a Natale - rispose Harry.

- Sul serio?! -

- Niall, non puoi stare soltanto a Mielandia però, ad High Street ci sono un sacco di bei negozi - ridacchiò Liam. Tutte le volte che andavano ad Hogsmeade, Niall spariva da Mielandia e spuntava almeno due orette dopo ai Tre Manici di Scopa dove si ritiravano sempre Liam ed Harry a bere un po' di Burrobirra.

Era comunque divertente e anche Harry non vedeva l'ora di andare quell'anno.

- Come puoi dirmi una cosa simile?! - si lamentò Niall.

- L'ultima volta ti eri praticamente perso lì dentro -

- Bugie - sbuffò.

- Non è vero! Ti abbiamo ritrovato lì dentro dopo mezz'ora che ti cercavamo mentre addentavi la tua ventesima Cioccorana - Harry e Liam scoppiarono a ridere dopo le parole del riccio. Quando si trattava di cibo, Niall era veramente un caso perso.

- Che noia che siete, non si può nemmeno mangiare dolci in santa pace - rispose poi, decidendo così di dedicarsi al suo piatto stracolmo di cibo.

Malgrado l'allegria di quel discorso, ancora una volta a Harry venne in mente quello che avrebbe dovuto fare quella sera. Si voltò per guardare il suo professore seduto nell'enorme tavolo in fondo alla sala dove stavano seduti tutti i docenti. Come sempre era seduto accanto al professor Malik.

Guardarlo suscitava ancora di più la sua curiosità.

~~

Aveva fatto finta di addormentarsi presto quella sera, una volta ritiratosi nel dormitorio di Grifondoro, quando in realtà era rimasto sveglio in attesa che i suoi amici dormissero.

Capì che poteva muoversi da lì solo quando Niall iniziò a russare.

Prese la sua bacchetta e decise di indossare il mantello nero con il cappuccio, magari per potersi nascondere meglio, anche se non sarebbe servito a nulla se solo qualcuno l'avesse scoperto. Ma alla fine non era preoccupato, era riuscito a farla franca sempre negli anni precedenti.

La moquette faceva sempre quel rumore estremamente fastidioso ed Harry si ritrovò costretto a levare le scarpe per poter arrivare fino alla porta della Sala di Grifondoro. Uscì da lì, indossò le sue scarpe e afferrò la sua bacchetta, tenendola stretta tra le mani.

Si ritrovò in uno dei tanti corridoi della scuola, pieno di quadri. Tutti i personaggi rappresentati nei dipinti dormivano ed Harry sperava di non svegliarli con la luce della bacchetta. Sussurrò "Lumos" e si mise il cappuccio sulla testa e iniziò a guardarsi intorno.

Nessuno nelle vicinanze, nemmeno Gazza o Mrs Purr.

Iniziò a camminare e si rese conto che la biblioteca distava parecchio da dove si trovava in quel momento. Proseguì il suo percorso e stranamente gli salì un po' di ansia, cosa che non succedeva mai, ma con quel professor Tomlinson che spuntava ovunque, aveva molto più timore.

Sentì all'improvviso delle voci e fu costretto a spegnere la bacchetta e si nascose dietro un muro. Fu lì che iniziò a chiedersi per quale motivo fosse lì, di notte a rischiare una punizione. Tutto per un libro, per un professore, per la sua maledettissima curiosità.

Sentì le voci di Vitious e di Lumacorno che si allontanavano sempre di più e fortunatamente nessuno si era accorto della sua presenza.

Superata la Sala Grande non mancava molto per arrivare alla biblioteca ed era felice, perché finalmente era arrivato quasi a destinazione e avrebbe finalmente stretto quel libro tra le sue mani e avrebbe saputo qualcosa di più sulla famiglia Tomlinson.

Continuò a guardarsi intorno e a camminare con passo felpato.

Nello stesso momento in cui spense la bacchetta bisbigliando "Nox", decidendo così di farsi guidare solo dalle luci delle fiaccole appese al muro, avvertì una presenza proprio alle sue spalle.

Gli si gelò il sangue nelle vene.

- Harry Styles -

•••

La cena era finita da circa un paio d'ore nella Sala Grande, e tutti gli studenti erano già nei loro dormitori, ma probabilmente nessuno di loro dormiva. Erano appena le nove e mezza.

Louis diede un colpo di bacchetta ai suoi capelli, che si asciugarono all'istante, e poi si guardò allo specchio: come qualche giorno prima, si trovava diverso, cambiato. E non positivamente. Era molto più magro, il viso era scavato e pallido, aveva la barba da così tanto tempo che non riusciva più ad immaginarsi senza, e, ritornato a casa da Azkaban, aveva tagliato un po' i capelli, ma rimanevano comunque lunghi, rispetto al solito. Ma i suoi occhi erano sempre di un azzurro acceso, vispi, come se niente avesse potuto togliergli la gioia della vita, il suo umorismo e la sua felicità. Ma non era così, e Louis non riusciva a nasconderlo per niente bene.

Senza rimuginare ulteriormente sul suo aspetto fisico, uscì dalla sua stanza e si chiuse la porta alle spalle, incamminandosi nei corridoi bui, illuminati soltanto da qualche torcia qua e là. Andò verso la Torre Nord, salì gli scalini ripidi di una scala a chiocciola, finché non scorse sopra di sé una botola, a malapena visibile a causa del buio, con una targa di ottone al centro "Zayn Malik, insegnante di Divinazione"; la botola si aprì e una scala argentata scese fino a piedi di Louis, permettendogli di salire. Un odore di incenso lo investì in pieno, e Louis arricciò il naso. Faceva molto caldo là dentro. Sembrava non esserci nessuna traccia di Zayn, finché qualcuno lo prese per un fianco, da dietro, e gli accarezzò i capelli. - Sei qua.

Louis sorrise e si girò verso Zayn, guardandolo nei suoi occhi color miele, che sembravano assurdamente scuri quella sera. - Sono qua - rispose.

- A cosa stai pensando? - gli chiese poi il collega, aggrottando le sopracciglia.

Louis alzò gli occhi al cielo, anche se non smise di sorridere. - Puoi mettere da parte il tuo Occhio Interiore, per piacere? Non sono venuto qui per farmi predire il futuro.

L'espressione di Zayn cambiò. - E per cosa sei venuto?

Louis non rispose, gli mise una mano sul petto e lo spinse sul divanetto alle sue spalle, per poi mettersi cavalcioni su di lui. - Ricordi la prima volta? Quando Serpeverde ha vinto il campionato?

- Oh, sì che la ricordo - gli prese i fianchi con entrambe le mani, stringendo un po'. - Eravamo su di giri entrambi.

- E a nessuno dei due interessava molto della partita di Quidditch.

- Decisamente no.

Louis si abbassò su di lui e lo baciò lentamente, le braccia poggiate ai lati della sua testa. Zayn si sporse verso di lui approfondendo di più il bacio, ma mantenendo la presa salda sui suoi fianchi.

Quando Louis si decise a interrompere il contatto, gli sorrise e si alzò cominciando a spogliarsi, senza tante esitazioni, e lo stesso fece Zayn; quando furono entrambi nudi, in piedi l'uno davanti all'altro, Zayn si avvicinò a lui e gli accarezzò il petto con una mano, dolcemente. Lo guardava e lo esplorava, come per cercare tutti i dettagli che aveva dimenticato in quegli anni di lontananza.

- Sei cambiato - disse infatti. - Sei più magro e hai...

- Più cicatrici - concluse per lui. Gli alzò il mento con due dita, in modo da guardarlo negli occhi. - Non guardarle. Non sono bei ricordi.

Il moro semplicemente annuì, sapeva che Louis non voleva parlarne, e sapeva che quando avesse voluto gliel'avrebbe detto lui. Così lo guidò verso il divanetto su cui erano sdraiati poco prima, ma con le posizioni invertite, e lo baciò di nuovo, lentamente, muovendo sinuosamente il bacino contro il suo.

Louis portò il collo all'indietro, esponendolo completamente ai baci di Zayn, sentendo le sue labbra scendere sempre di più fino all'ombelico, mentre con le mani gli massaggiava i fianchi, facendogli anche un po' di solletico. Mugugnò piano, appagato dalle attenzioni che il moro gli stava riservando, e felice che potesse finalmente rilassarsi un po'.

Zayn tornò a baciarlo sulle labbra, e dopo un po' cominciò a muoversi su di lui, strappando a Louis qualche gemito strozzato. Continuarono così, in silenzio, guardandosi negli occhi, entrambi respirando affannosamente, i loro petti che si muovevano su e giù a forte velocità.

Era sempre stato così il loro rapporto, no okay, non sempre, ma da molto tempo. Nessuno dei due provava nulla di più per l'altro se non un infinito affetto, ma entrambi pensavano che non ci fosse nulla di male nel divertirsi un po' ogni tanto.

- Zayn - fece Louis, quasi senza fiato. - Per favore...

Il moro sorrise e gli passò le dita sulle labbra, per poi fare in modo che le succhiasse e le inumidisse con la sua saliva. Louis fece il tutto per un paio di minuti, non distogliendo lo sguardo da lui per tutto quel tempo, mentre Zayn faceva uscire ed entrare le dita dalla sua bocca, come se lo stesse scopando in quel modo, guardandolo a sua volta rapito.

Louis gemette, prese il polso di Zayn e si sfilò le sua dita dalla bocca, facendogli segno di procedere.

Quello gli sorrise e si mise in ginocchio fra le sue gambe. Gli accarezzò piano l'apertura, il respiro di Louis che si faceva sempre più pesante, stuzzicandolo senza mai entrare, finché al momento giusto lo penetrò con un dito.

Zayn sapeva sempre cosa voleva e quando lo voleva, e Louis non sapeva se fosse il suo Occhio Interiore o avesse semplicemente un talento naturale.

Quando arrivò al terzo dito, Louis quasi non ce la faceva più. Forse era passato troppo tempo, ma Zayn era così dannatamente bravo che i suoi arti avevano già cominciato a formicolare.

- Non ancora, tesoro - sorrise Zayn. Sfilò le dita da dentro di lui e tornò a baciarlo, mentre Louis portava il bacino all'insù per trovare un po' di sollievo, che però non arrivava.

Spostò la testa di lato e Zayn finì per baciargli la mandibola. - Avanti, Zay.

- Shh - fece quello,di rimando. - Non vogliamo che finisca troppo presto, vero? - sussurrò, cominciando a succhiargli una parte di pelle sotto l'orecchio.

- Fermo... lo vedranno.

- Sei un mago o un babbano, Lou?

Louis non rispose e lasciò che il collega continuasse il suo lavoro, anche se era sempre più impaziente. I loro membri si toccavano di tanto in tanto e sentiva già il proprio liquido preseminale sulla pancia.

- Zayn - quasi ringhiò ad un certo punto, e gli lasciò un leggero morso sul collo. Voleva che si muovesse ovviamente, ma dopo aver sentito il suo gemito appagato continuò a lasciargli dei morsi fino alla spalla, lentamente, facendo in modo che anche lui diventasse impaziente.

Il moro si mise di nuovo tra le sue ginocchia indossando il preservativo e Louis si poggiò sul bracciolo del divanetto, per avere una visuale migliore. Finalmente, Zayn decise di darsi una mossa, molto lentamente, mentre lo sguardo di entrambi era fisso sul pene del moro che entrava nell'apertura di Louis. Quando fu completamente dentro, non perse un secondo prima di iniziare a muoversi, con le mani sempre saldamente ancorate ai fianchi del suo amico, mentre quello ansimava forte, con lo sguardo sempre su quel punto.

- Toccati - gli disse Zayn, dopo un po' di tempo.

Louis non se lo fece ripetere due volte, e cominciò a masturbarsi al ritmo delle spinte del moro, lo sguardo stavolta fisso sul suo viso. Gli piaceva guardarlo mentre godeva, entrando e uscendo da dentro di lui, con gli occhi chiusi, la bocca leggermente aperta e il respiro pesante. Il moro gli stava massaggiando i fianchi e di tanto in tanto si mordeva le labbra, gemendo.

Louis gli toccò il petto in modo da fargli aprire gli occhi e gli mise una mano dietro il collo, spingendolo giù e coinvolgendolo in un bacio, che ebbe la conseguenza di far entrare Zayn ancora di più in lui. Quello si ancorò alle sue spalle e cominciò a spingere più forte, essendo entrambi vicini al limite; Louis portò il collo indietro lasciando che il moro lo baciasse e lo mordesse dolcemente.

- Zayn - gemette Louis piano, facendolo mugugnare.

Il moro diede qualche altra spinta, finché non vennero entrambi quasi contemporaneamente, ma rimasero in quella posizione, ansimanti.

Louis sentiva il proprio sperma sullo stomaco, ma non se ne curò molto, e chiuse gli occhi, pronto per dormire, quando si ricordò che doveva preparare la lezione del giorno dopo, e gli venne voglia di cavarsi gli occhi con la bacchetta.

- Zay - lo chiamò. - Devo andare.

Quello alzò il viso che aveva poggiato sulla sua spalla e lo guardò. - Come, di già?

- Devo preparare la lezione per domani, l'avevo completamente scordato.

Entrambi si alzarono dal divano e Zayn diede una ripulita ad entrambi con la bacchetta, prima di salutare l'amico con un bacio languido sulle labbra e lasciarlo andare.

~~

Stava tornando tranquillo nel suo ufficio, quando vide un alone di luce, che sembrava proprio quello di una bacchetta, e riuscì ad intravedere una sagoma dai capelli ricci prima che quest'ultimo sussurrasse un "Nox" e tutto tornasse buio.

- Harry Styles - disse Louis, stavolta deciso a fargliela pagare. Quello non rispose, forse sperando che non riuscisse a vederlo o a sentirlo, ma Louis accese la propria bacchetta e gliela puntò esattamente in faccia. - Che ci fai qua?

- E... ero... ero uscito a fare due passi.

Louis rise. - Eri uscito a fare due passi? Lo sa che è proibito girare per i corridoi di notte, o forse non ha imparato nemmeno le regole base della scuola, in sei anni? - Harry non rispose, e Louis alzò un sopracciglio. - Lo sai o no?

- Sì.

- Proprio per questo, credo che bisognerebbe incidertelo meglio nella mente. Sei in punizione per una settimana Styles, tutte le sere nel mio ufficio subito dopo cena.

- Ma io... la prego professore, non lo farò più.

Sentirlo supplicare in quel modo gli fece venire i brividi, e se non fosse stato un professore gli avrebbe chiesto senza dubbio di rifarlo. - Ah dimenticavo, venti punti in meno a Grifondoro. E ti conviene correre subito al tuo dormitorio, se non vuoi che ne levi altri cinquanta.

Harry abbassò lo sguardo e annuì, correndo subito verso il dormitorio di Grifondoro e lasciando Louis lì, felice e sorridente.

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