Capitolo 19

Non amava sprecare il suo inchiostro, ma quel giorno la lezione di Incantasimi era più noiosa del solito e per questo era finito per fare dei disegni stupidissimi su una pergamena con degli appunti sparsi qua e là. Si era seduto tra gli ultimi banchi cosicchè Vitious, basso per com'era, non si potese accorgere del fatto che non stesse assolutamente seguendo.

Niall era accanto a lui con la testa poggiata sul banco e gli occhi chiusi e Harry si chiese se stesse realmente dormendo o avesse semplicemente le palpebre abbassate per tentare di prendere sonno - nella situazione meno consona però.

Soltanto i più bravi, tra cui Liam, stavano a primo banco e si interessavano veramente a quella lezione. Harry stava a primo banco solo durante le ore di Difesa, ovviamente contro la volontà di Niall che non amava per niente stare attaccato alla cattedra dei professori, perchè il più delle volte finiva per distrarsi e almeno all'ultimo banco era libero di fare ciò che voleva.

Harry si ricordò del giorno precedente, ovvero il giorno del suo compleanno e iniziò a ripensare a sua sorella Gemma e ai suoi genitori e fu così felice di rivedere lo splendido sorriso di sua madre, gli occhi castani di sua sorella e poter sentire la voce rassicurante di suo padre. Pensò a quanto fosse stata bella quella giornata, a come fosse finita nel migliore dei modi, tra le braccia di Louis a sussurrarsi frasi dolci e ricordarsi a vicenda quanto forte fosse il loro amore e quanto si amassero.

Harry sorrise proprio nel momento in cui disegnò un piccolo cuoricino sulla pergamena: sembrava una di quelle stupide ragazzine che di solito si vedevano in quei film babbani, solo che lui non era nè una ragazzina, né un babbano e non era nemmeno in un film. Però in compenso era innamorato di Louis Tomlinson quindi questo un po' giustificava il suo comportamento.

Si distrasse un attimo dai suoi pensieri sentendo Niall mugugnare e si voltò per un attimo accorgendosi che adesso il suo amico stava con la bocca semiaperta.

Ritornò alla sua pergamena e ai suoi pensieri.

Louis la sera precedente gli aveva detto che il suo compleanno era esattamente il ventiquattro dicembre, la vigilia di Natale. Non riusciva ancora a spiegarsi il motivo per il quale non gli avesse detto prima quando festeggiasse il suo compleanno e un po' in un primo momento c'era rimasto male, soprattutto per il semplice fatto che lui lo aveva riempito di regali quel giorno quando Harry non si era degnato nemmeno di fargli gli auguri, non sapendolo.

Sicuramente, se solo l'avesse saputo, gli avrebbe fatto un regalo più bello della penna che gli aveva dato a Natale, forse qualcosa di più speciale, di più bello e desiderò tanto che fosse di nuovo il ventiquattro dicembre per poter rimediare - magari senza però rivivere tutto ciò che realmente aveva vissuto nel periodo natalizio di quell'anno, che si era classificato tra i peggiori della sua vita.

Pensò a come poterlo ringraziare per il bel compleanno che gli aveva fatto trascorrere e iniziò a spostare lo sguardo verso il soffitto per poter riflettere, ma non gli venne niente in mente.

- Horan! - urlò Vitious e Harry trasalì e Niall fece un balzo dalla sedia, rischiando quasi di cadere per terra. Il biondo scosse la testa, sbattendo più volte le palpebre come per svegliarsi.

- Sì... sì - disse poi confuso.

- Potrebbe gentilmente riassumere l'argomento di cui stavo parlando pochi secondi fa? - chiese il professore con la sua vocina squillante, scendendo dalla pila di libri su cui stava in piedi di solito, per avere una panoramica migliore della classe. Niall balbettò qualcosa, delle parole sconnesse e Harry scoppiò a ridere, nascondendosi tra i ricci.

- Va bene! Okay! - urlò il professore - Visto che il Signor Horan ha preferito dormire durante tutta la lezione, ripeterò in breve l'argomento e quanto a lei Horan - disse indicando il ragazzo con il suo dito minuscolo - Domani voglio una relazione su tutti gli incantesimi riguardanti l'invisibilità e come usarli e sulla parte teorica di come parlare attraverso il fuoco perchè è questo che stavo spiegando! - disse quello aumentando gradualmente il tono della voce e Harry scorse subito l'espressione scioccata di Niall, il quale sbuffò subito dopo.

- Vedi che sorpresa, sono sempre io quello che viene beccato - mugugnò, con la voce rauca per il sonno.

Sorpresa.

Sorpresa.

Quella parola rimbombò nella testa di Harry un paio di volte, poi ebbe quasi come un'illuminazione - Sei un genio Niall! - disse poi strattonando il suo amico dal mantello.

- Eh? -

- Sei un fottuto genio, ecco perchè sei il mio migliore amico - continuò con il tono di voce più allegro che potesse avere, mentre Niall probabilmente lo stava odiando perchè si era svegliato da un riposino in modo piuttosto brusco.

- Tu sei tutto pazzo - rispose il biondo, alzando il sopracciglio.

- Una festa a sorpresa - disse sorridente.

Niall continuò a fissarlo con aria interrogativa - Ma per chi? - domandò.

- Praticamente ho scoperto che Loui.. - fece per parlare, ma la voce tuonante di Vitious lo interruppe immediatamente - Signor Styles, vuole stare a sentire o le assegno la stessa punizione di Horan?! -

- Sì, mi scusi professore - disse, preso però ancora dall'euforia e in quel momento decise che avrebbe raccontato dopo a Niall quello che era successo e quale grande idea gli era venuta in mente: avrebbe organizzato per Louis una piccola festa a sorpresa, magari con il professor Malik e con Liam e Niall. Sicuramente a Louis avrebbe fatto piacere, sarebbe stato contento o almeno così sperava.

Certo, non aveva questo grande rapporto con Liam e Niall, ma sicuramente non avrebbe disprezzato la loro presenza. Ne avrebbe parlato ai suoi amici subito dopo la lezione e ne avrebbe approfittato il giorno stesso per esporre al professor Malik la sua idea: non vedeva assolutamente l'ora.

~~

- E quindi mi ha detto che il suo compleanno è il ventiquattro dicembre! - Harry aveva appena concluso il suo discorso davanti a Liam interessato e Niall che si stropicciava gli occhi con il libro di Incantesimi stretto fra le mani.

- E quindi? che vuoi fare? - chiese poi il biondo.

- Avevo pensato di organizzargli una piccola festa a sorpresa! - sorrise contento, dopo essersi alzato dal muretto del giardino per poter fare strada con i suoi amici verso l'aula di Pozioni.

- Fantastico! - rispose Liam

- Sì, avevo pensato di invitare il professor Malik, potrei parlargli subito dopo la fine della lezione -

- Solo voi tre? Non sarebbe imbarazzante da morire? - disse il biondo.

- Per questo avevo pensato anche di invitare voi due - sfoggiò un sorriso a trentadue denti ma notò subito che i due si scambiarono uno sguardo quasi sconvolto - Noi?! - chiesero poi in coro.

- Sì, Louis sarebbe contento -

- Non se ne parla, Harry - disse Liam scuotendo la testa convinto - E' il mio professore, anzi i miei professori, non posso partecipare ad una sorta di festa privata con loro! - il tono di Liam era del tutto contrariato e Harry si sentì un po' triste perchè il suo piano stava andando a gonfie vele fino a quel momento, ma i suoi amici gli avevano appena distrutto quello splendido castello di sabbia che aveva costruito.

- Liam ha ragione Harry, io mi sentirei troppo a disagio -

- Ragazzi, vi prego, è per far contento Louis - si parò davanti a loro, cosicchè non potessero più camminare e si ritrovassero costretti a guardare solo Harry. Il riccio mise un broncio e una faccia simile a quella di un cane bastonato - Dai, per favore - disse.

- No categorico, Harry, smettila - Liam lo scostò e andò avanti verso la sua strada, seguito da Niall e Harry stette esattamente dietro di loro.

- Ragazzi, è l'unico favore che vi chiedo! Fatelo per me, non tanto per L... per il professore - disse correggendosi e attorniando le spalle dei suoi amici con le braccia. Si fermarono tutti e tre e i due si voltarono verso di lui - Giura che ci sarà una torta squisita - disse Niall.

- ...e che tenterai di farci sentire a nostro agio - continuò Liam.

- Ve lo prometto! -

I due fecero un sospiro e poi annuirono, come se stessero rispondendo alla prima domanda di Harry e poi il riccio gli saltò al collo per poterli abbracciare, contento di poter fare qualcosa che avrebbe reso Louis felice, dopo tutti quegli anni passati a disprezzare il suo compleanno che passava sempre in secondo piano a causa dei suoi genitori.

- Grazie, ragazzi! -

•••

Louis sbuffò per la quarta volta in cinque minuti. I Corvonero sarebbero dovuti essere i più brillanti della scuola, invece stava passando l'intera mattinata ad insegnare ad Austin Williams del terzo anno, Corvonero, ad utilizzare decentemente l'incantesimo Lacarnum Inflamare.

Erano fuori, nel parco; Hagrid gli aveva dato dei vecchi tessuti per esercitarsi, e Louis aveva lanciato diversi incantesimi di protezione per evitare che gli studenti si facessero male o che andasse a fuoco l'intera Foresta Proibita, vista l'incapacità dei suoi alunni. Purtroppo fare lezione fuori non era mai facile perché tutti trovavano una qualsiasi scusa per distrarsi, e oltretutto Hagrid aveva deciso di assistere, e molti ragazzi stavano chiacchierando con lui.

Louis si ricordava com'era Hagrid quando lui andava a scuola, felice per la maggior parte delle volte - tranne quando avevano condannato a morte l'Ippogrifo Fierobecco, onestamente Louis non riusciva proprio a capire come avesse fatto a salvarsi, ma sapeva che Malfoy era stato un idiota a farlo arrabbiare in quel modo. Adesso il mezzo-gigante era visibilmente più vecchio, nonostante non fosse passato poi così tanto tempo, e i suoi capelli e la sua barba erano quasi completamente grigi; ma nonostante questo non aveva perso la sua voglia di parlare e fare amicizia con gli studenti.

Molti Serpeverde detestavano Hagrid ai tempi di Harry Potter, ma a Louis non era mai importato granché. Certo, non aveva la più grande stima del guardiacaccia, ma poteva quasi rischiare di dire che gli faceva simpatia - e allo stesso tempo poteva dire che Harry lo aveva cambiato davvero tanto.

- Williams! - urlò Louis, esasperato. - Come hai fatto a gelare l'intero mucchio di tessuti? Questo incantesimo serve per bruciarli!

- Io non...

- Va bene, okay - disse, spostando il ragazzo di lato e sciogliendo il ghiaccio con un gesto della bacchetta. Era seriamente sbalordito, anzi, era quasi sicuro che quel ragazzino avesse dei problemi al livello cerebrale, perché non era possibile una cosa del genere. Oppure aveva solo deciso di farlo impazzire. O era solo un incapace.

- Avanti un altro! - chiamò.

Si presentò vicino a lui un ragazzo di Serpeverde, Harry Evans, e quando Louis lo guardò in faccia, non potè fare a meno di pensare al suo Harry. Cercò di reprimere un sorriso quando pensò alla sua espressione quando gli aveva dato la collana, alla serata che avevano passato insieme, a com'era stato felice di vedere i suoi genitori e sua sorella, a come si era aperto completamente per lui e come... okay, quelli decisamente non erano pensieri da fare in quel momento.

- E... Evans - disse, cercando di ricomporsi. - Evans, provi l'incantesimo.

Il ragazzo annuì e si mise in posizione. - Lacarnum inflamare! - disse, e finalmente alcuni tessuti presero fuoco.

Louis sospirò di sollievo e diede dieci punti ai Serpeverde, che come sempre non lo deludevano, ma proprio in quel momento si rese conto che la lezione era finita, così rimandò tutti i suoi alunni nel castello e ringraziò Hagrid per avergli offerto il materiale per esercitarsi.

- Di niente, professore! - rispose quello, contento. - Lo sa che sono sempre a disposizione.

Louis gli sorrise. - Sì, lo so.

Hagrid lo salutò agitando l'enorme mano e il professore ricambiò agitando la sua, che era di parecchio più piccola - era anche più piccola di quella di Harry - e tornò al castello, mentre sentiva le risate dei suoi alunni rimbombare in lontananza.

~~

Era già ora di pranzo, e Louis era incredibilmente affamato. Si diresse così nella Sala Grande, che era già piena di ragazzi seduti ai tavoli, e raggiunse il proprio posto al tavolo dei professori, accanto a Zayn. Quello lo salutò allegro per poi addentare una patata al forno senza ritegno.

- Come mai così felice, oggi? - gli chiese Louis, iniziando a sua volta a mangiare.

Il moro fece spallucce. - Sento che oggi sarà una bella giornata.

- Davvero? Perché stamattina Austin Williams di Corvonero è riuscito a congelare delle stoffe con l'incantesimo Lacarnum inflamare.

Zayn si girò verso di lui con gli occhi spalancati. - L'ha congelato?

- Sì! - fece Louis, allargando le braccia in segno di esasperazione. - Ti rendi conto? Ed è un Corvonero!

- Magari il Cappello ha sbagliato...

- Per favore, il Cappello non sbaglia.

- Devo ricordarti di come Susan McGrath era nei Serpeverde e invece era peggio di un Tassorosso?

Louis si girò verso Zayn con gli occhi spalancati al ricordo della loro compagna di scuola, per poi scoppiare a ridere e attirare a sé le occhiate di alcuni professori. - Oddio, Susan McGrath! L'avevo completamente rimossa!

Anche Zayn rise, con gli occhi ridotti a fessure. - Ti ricordi quando ha fatto cadere il calderone con una pozione in testa a Margaret Harker?

Louis si dovette coprire la bocca per non ridere troppo ad alta voce e si nascose il viso tra le mani, quasi piangendo per le troppe risate. Amava ridere con Zayn, lo faceva sempre stare bene e sapeva come tirargli su il morale in qualsiasi situazione. - Non so che fine abbia fatto.

- Era un personaggio.

- Sì - rispose Louis, asciugandosi gli occhi umidi per le risate e continuando a mangiare e a ricordare i loro vecchi compagni di scuola insieme al suo migliore amico.

Aveva appena finito di mangiare quando scorse lo sguardo di Harry dal tavolo di Grifondoro; il ragazzo gli aveva fatto segno, in modo impercettibile, di raggiungerlo fuori dalla Sala Grande, e Louis annuì. Aspettò che si alzasse e uscisse dalla stanza, e quando fu passato abbastanza tempo perché la cosa non fosse sospetta, anche Louis si alzò. - Devo andare - disse a Zayn, facendogli l'occhiolino, e quello sorrise salutandolo.

Uscì dalla Sala Grande e si incamminò nel corridoio, finchè non si sentì tirato dal mantello e finì dritto contro Harry, in un corridoio deserto.

- Ciao - fece quello, sorridendo.

- Haz - disse semplicemente Louis, baciandogli la fronte.

- Vieni, ti porto in un posto - gli fece segno di seguirlo con la testa e, dopo una serie di corridoi, arrivarono davanti ad una grande porta. Harry vi passò davanti tre volte, con gli occhi chiusi e il viso concentrato, e subito la porta divenne grande e dorata.

Louis sorrise: conosceva quella stanza. - Chi ti ha detto della Stanza delle Necessità?

- L'ho letto in Storia di Hogwarts - disse. Il professore alzò un sopracciglio, e Harry sbuffò. - Okay, me l'ha detto Liam. Ma lui l'ha letto in Storia di Hogwarts!

- E c'è un motivo per il quale mi hai portato qui?

Il riccio annuì e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, aprì la maniglia e lo condusse dentro la stanza.

Una volta entrato, Louis fu accolto da un enorme stanza con le pareti piene di libri, mentre al centro troneggiavano una serie di oggetti che non riconobbe, ma del quale evidentemente il suo ragazzo andava molto fiero.

- Qui ci sono taaanti libri, perché so che ti piace leggere - disse, allargando le braccia. - So che abbiamo un enorme biblioteca nel castello, ma questi sono tutti libri che piacciono a te. Almeno, secondo la Stanza delle Necessità. E questi - continuò, indicando gli strani oggetti al centro della stanza, - Questi sono oggetti babbani. Sono le cose che usiamo più spesso, o almeno, le cose di cui ti ho parlato.

- Davvero? - chiese, sorpreso dalla sua stessa curiosità.

Gli occhi di Harry brillarono. - Sì, guarda! - rispose felice, avvicinandosi a una scatola grigia con un pannello di vetro su davanti. - Questa è una televisione. L'immagine spunta proprio qua dentro - disse, picchettando il vetro.

Louis lo picchettò a sua volta. - E come si fa a farlo partire?

- Ci vuole una presa per la corrente ed elettricità. E dubito che qua ne abbiate.

- Quando vengo a casa tua me la fai provare?

- Certo, Lou! - gli disse allegro. - Ora devo scappare a Divinazione - gli diede un bacio sul naso e gli accarezzò i capelli. - Divertiti qua dentro!

- A dopo, amore - gli rispose, guardandolo mentre andava via dalla stanza.

Louis rimase tutto il pomeriggio nella Stanza delle Necessità a leggere libri sulla televisione.

•••

Durante le due ore successive di Pozioni e Storia della Magia, non aveva fatto altro che pensare all'organizzazione di quella festa. Non aveva idea di dove avrebbe potuto organizzarla e per questo dovette chiedere aiuto a Niall e Liam non appena finirono le lezioni mattutine, nella strada verso la Sala Grande.

- Non ho idea di dove farla - sbuffò.

- Nel suo ufficio? - propose Niall grattandosi la testa.

- Troppo squallido -

- La Stanza delle Necessità! - fece Liam all'improvviso, schioccando le dita.

- La Stanza delle che?! -

Liam roteò gli occhi - Se solo avessi letto anche solo una pagina di Storia di Hogwarts, a quest'ora sapresti perfettamente cos'è la Stanza delle Necessità - disse con tono di rimprovero.

- Non ho letto quel libro solo perchè sapevo che l'avresti letto tu! - Liam dopo la frase di Harry scoppiò a ridere, per poi fermarsi improvvisamente nel corridoio. Prese il riccio da una spalla per spostarsi e lasciar passare gli alunni che stavano dietro di loro e Niall seguì i suoi due amici.

- La Stanza delle Necessità, Harry - iniziò Liam a bassa voce - è una stanza magica che si trova al settimo piano di Hogwarts e può essere scoperta soltanto da chi ne ha davvero bisogno. Per farla apparire, dovrai passare davanti alla porta per tre volte, pensando intensamente a ciò di cui hai bisogno - concluse la spiegazione sfoggiando un sorriso di chi aveva passato l'estate a leggere Storia di Hogwarts e di chi sapeva esattamente cosa fosse quella strana e ormai non più sconosciuta ad Harry, Stanza delle Necessità.

- E' incredibile! - fece poi il riccio con un sorriso che percorreva tutto il suo volto.

- Se non ci fossi tu, Liam, dovrebbero inventarti - disse Niall poggiando una mano sulla spalla del suo amico e Harry non potè biasimarlo, aveva perfettamente ragione. Se non ci fosse stato Liam sarebbero stati ancora lì a cercare un posto adatto per festeggiare il compleanno di Louis e sicuramente non sarebbero mai arrivati ad una conclusione e non sarebbero stati in grado di festeggiarlo.

Harry proseguì la strada insieme ai suoi amici verso la Sala Grande per pranzare, impaziente che arrivasse la sera e che potesse vedere il sorriso di Louis dipinto sul suo volto.

~~

Passare un po' di tempo con il suo ragazzo subito dopo pranzo, lo aveva reso senza dubbio ancora più felice e si era sforzato con tutto se stesso di non far trapelare nulla dai suoi occhi. Aveva portato Louis nella Stanza delle Necessità rendendosi così conto che funzionava davvero e che non era soltanto un'invenzione del libro Storia di Hogwarts e per questo appena aprì la porta e vide la stanza piena di libri e di televisori, sorrise anche lui. Fu costretto però a lasciare Louis da solo qualche minuto più tardi, poiché la sua lezione di Divinazione era sul punto di iniziare.

Gli aveva stampato un bacio sul naso e poi era sgattaiolato fuori dalla stanza del settimo piano. Corse verso l'aula e appena entrò vide il professor Malik che aveva già iniziato la sua spiegazione e si ritrovò costretto a scusarsi - Salve Professore... mi scusi, stavo... - Malik lo liquidò con un gesto della mano senza fargli finire di parlare, probabilmente perchè sapeva perfettamente cosa avesse fatto Harry poco prima dell'inizio della lezione e soprattutto con chi fosse stato, così preferì non sentire nessun tipo di scusa, conoscendo già la verità. Lo incitò a prendere posto vicino a Niall e appena si sedette, poggiò sul tavolo il suo libro di Divinazione mentre il professore era tornato alla sua spiegazione sull'Aeromanzia e sul fatto che fosse una pratica che aveva suscitato interesse già nelle popolazioni Indù, Etrusche e Babilonesi.

Harry aveva iniziato a prendere appunti, mentre vedeva Niall sbirciare ciò che scriveva distrattamente sulla sua pergamena.

- Perchè deve essere così difficile Divinazione?! - borbottò.

- Non è così difficile, dai -

- Sì invece! Preferirei tornare a studiare Rune Antiche - Harry scoppiò a ridere, continuando a seguire la spiegazione del professor Malik, con il quale avrebbe dovuto parlare subito dopo la fine della lezione. Sperava che appoggiasse anche lui la sua idea perchè ormai era quasi tutto pronto per i festeggiamenti, ma aveva senza dubbio bisogno dell'aiuto del migliore amico di Louis.

Non appena l'ora di lezione finì, Malik concluse la sua spiegazione e l'aula si riempì di vari rumori: chi chiudeva il proprio libro con un tonfo, chi si stiracchiava mugugnando versi strani, chi sbuffava - come Niall, che non aveva fatto altro durante tutta la lezione - e chi iniziava a chiacchierare. Harry rimase lì seduto, in attesa che tutti uscissero fuori dall'aula.

Il professore si sedette sulla sedia della sua cattedra, quest'ultima piena di amuleti e oggetti magici di cui conosceva probabilmente solo lui il vero uso.

- Professor Malik? - fece poi, quando non vide più nessuno.

- Sì? - il professore alzò lo sguardo, intento a leggere le pagine di un libro, reggendosi gli occhiali da vista che non indossava quasi mai se non per guardare dentro una delle sue sfere magiche o per leggere qualcosa.

Harry si alzò e si avvicinò a lui - Volevo parlarle di una cosa... una cosa che volevo fare per Louis - il professore si sfilò gli occhiali, incrociando le braccia sulla cattedra come per fargli capire che aveva la sua attenzione.

- Ho scoperto soltanto ieri che il suo compleanno è il ventiquattro dicembre e che quest'anno non ha festeggiato in nessun modo... quindi avevo pensato di fargli una sorpresa e concedergli di spegnere le candeline, anche se in ritardo! E lei è ovviamente invitato! - sorrise e Malik non si scompose più di tanto: poggiò la schiena contro la sedia, indossando di nuovo gli occhiali da vista, senza staccare gli occhi da Harry.

- Dove vorresti farlo, scusami? -

- Nella Stanza delle Necessità! Ho davvero bisogno del suo aiuto - disse il riccio sedendosi su una sedia che stava vicino la cattedra, senza ricevere risposta dal professore - Io mi farò trovare lì dentro con Liam e Niall e lei verrà lì con Louis e... beh insomma, lo sa come funziona la Stanza delle Necessità! - disse facendo un gesto con la mano. Il professore continuò a non rispondere, ma subito dopo fece un sospiro.

- Se non c'è lei, che è il suo migliore amico, la festa non ha senso -

- Va bene, okay, ci sto - rispose infine Malik e anche lui abbozzò un sorriso, alzando un angolo della bocca.

- Fantastico! - disse con un sorriso.

- Harry, però per favore... state attenti. Se dovessero scoprirci tutti e cinque stasera, sarebbe un bel guaio -

- Non si preoccupi, andrà tutto benone! Grazie ancora! - subito dopo Harry fece per uscire, con lo sguardo di Zayn Malik puntato su di lui, probabilmente intento a leggergli nel pensiero o chissà quale strana cosa che di solito faceva lui con quei suoi strani poteri magici e con il suo Occhio Interiore.

Si sentiva più emozionato che mai.

~~

Fece avanti e indietro tre volte davanti l'enorme porta in ciliegio del settimo piano, con Liam e Niall che stavano vicino a lui e lo fissavano. Harry aveva pensato intensamente alla sua necessità e sperava con tutto il cuore che anche quella volta funzionasse.

Fece un sospiro e aprì la porta.

Non appena entrò vide una stanza perfettamente addobbata per una festa di compleanno.

Al centro un tavolo con una torta all'apparenza buonissima e con su scritto "Buon Compleanno Lou" e una candelina con il numero 24. Appeso al tetto c'era un festone con scritto il nome del suo ragazzo a lettere cubitali e poi accanto un altro festone con scritto "Tanti auguri".

In basso vicino al tavolo c'era un pacchetto che doveva essere probabilmente il regalo di cui necessitava per Louis e a cui aveva pensato mentre faceva avanti e indietro nel corridoio.

Sorrise soddisfatto, in attesa che arrivassero Louis e il professor Malik.

•••

Louis era stato tutto il pomeriggio a leggere nella stanza delle necessità, e aveva imparato tantissime cose. Aveva imparato che la televisione era nata a Londra nel 1925 e che all'inizio le immagini erano in bianco e nero, mentre poi divennero a colori. Aveva imparato di come la televisione aveva cambiato la vita nel mondo babbano, di come presto era diventata una dipendenza per molte persone e soprattutto si era informato sui nomi più importanti dello spettacolo, fino ad arrivare al cinema, che, a quanto aveva capito lui, era una versione in grande della televisione, più o meno.

Aveva anche cercato, in un libro sugli attori più famosi d'America, una foto di Leonardo di Caprio e wow, era davvero bello, adesso capiva perché Harry lo adorava. Aveva trovato anche un altro po' di attori interessanti e si era appuntato i nomi su una pergamena per ricordarsi di chiedere ad Harry di fargli vedere qualche film.

Aveva anche scoperto cos'era un telefono e finalmente aveva capito cosa intendeva Harry quando gli aveva detto che "lo chiamava"; ma a quanto pareva bisognava avere un telefono l'uno per poter parlare, e lui non ce l'aveva, quindi probabilmente si sarebbero attenuti alla vecchia maniera via gufo. E poi non era tanto sicuro che quei telefoni funzionassero, gli sembrava un meccanismo piuttosto complicato.

Ma la cosa che più gli sembrava strana, erano i cellulari: i babbani avevano questi strani aggeggi che utilizzavano per parlare a grandi distanze, ma con i quali non potevano vedersi. Erano un po' come i gufi, solo che riuscivano a parlarsi in tempo reale. Più volte, leggendo quei libri, Louis si era chiesto chi fossero davvero i maghi tra loro e i babbani.

Una cosa che non aveva assolutamente capito, invece, era internet. Serviva per tutto, era una "piattaforma di ricerca"... ma che significava? Louis si sentiva completamente stupido, quando leggeva quelle cose.

Solo quando aveva cominciato a sentire il proprio stomaco fare rumore si era accorto dell'orario, e chiudendo di malavoglia i libri si era avviato verso la Sala Grande per la cena, che era già iniziata da un bel po'.

- Dove sei stato? - gli aveva chiesto Zayn quando aveva preso posto vicino a lui.

- Nella Stanza delle Necessità - aveva risposto Louis. - Harry mi ha portato lì questo pomeriggio, ho letto un sacco di cose interessanti sui babbani. Conosci Leonardo Di Caprio?

- Mai sentito.

- E' un attore americano...

- Lou - lo aveva interrotto il moro, a quanto sembrava per niente interessato al suo discorso. - Sbrigati a cenare, ho bisogno del tuo aiuto.

- Per cosa? - gli aveva chiesto, aggrottando le sopracciglia.

- Una cosa di scuola - aveva fatto un gesto con la mano. - Ma dobbiamo sbrigarci perché ci potrebbe volere un po' di tempo.

Louis aveva annuito, anche se Zayn non gli aveva mai chiesto nessun tipo di aiuto per il suo lavoro, ma magari aveva avuto problemi con i primi anni o cose del genere, visto che era lui quello incaricato di fare gli orari per le lezioni. Certo, era un po' tardi per pensarci, ma Louis non si era fatto tante domande e aveva cercato di finire la sua cena il più presto possibile, tentando di non affogarsi e di non mangiare troppo in fretta.

Aveva a malapena avuto il tempo di scorgere Harry tra la folla che qualche minuto dopo era già sparito dalla Sala; Louis aveva pensato che probabilmente aveva da studiare molte cose e voleva finire in tempo per andare da lui.

A proposito. - Zay, lo sai che stasera devo vedere... - lasciò la frase in sospeso, perché non voleva dire il suo nome ad alta voce.

- Sì, lo so. Finiremo in tempo, promesso - gli aveva sorriso.

~~

E così Louis si era ritrovato con Zayn davanti alla porta della Stanza delle Necessità, più confuso che mai.

- Cosa ci facciamo qui? - gli chiese, spazientito. Non voleva perdere tempo, voleva vedere Harry quella sera.

- Shh - fece il moro. Passò tre volte davanti al legno di ciliegio e stette fermò lì, mentre la porta cambiava; poi si avvicinò a lui e gli mise una benda sugli occhi.

- Ehi, sei scemo? - fece Louis protestando, ma quello lo tenne fermo.

- Fidati di me, Tommo - disse.

Louis sentì la porta aprirsi, ma non sentì nessuna voce e nessun rumore; dopo che la porta si fu richiusa alle sue spalle, sentì un paio di labbra poggiarsi sulle sue e sorrise, riconoscendo subito di chi fossero. Spostò le mani sulla vita di Harry e ricambiò il bacio, fino a quando quello non si staccò e lo liberò dalla benda.

- Buon compleanno in ritardo - gli disse, sorridendo.

Il professore rimase a bocca aperta e spostò lo sguardo prima su Zayn, poi su Harry e poi su Payne e Horan che stavano seduti su due poltrone. La stanza era perfettamente addobbata per un compleanno: al centro troneggiava una torta con un grande 24 sopra, mentre dal tetto pendeva un festone con il suo nome e uno con scritto "Tanti auguri"; diversi palloncini erano sparsi per la stanza e nell'angolo c'era un tavolino con un piccolo pacchetto pieno di fiocchi.

Louis non riuscì a non sfoggiare un enorme sorriso, non poteva credere che Harry avesse organizzato tutto questo per lui, che avesse deciso di festeggiare il suo compleanno anche se in ritardo, che avesse deciso di rendere quel giorno migliore per lui già da quel momento.

Aveva con sé il suo migliore amico, il suo ragazzo e probabilmente gli unici due alunni dopo Harry che non detestava e che, anzi, essendo amici del riccio, voleva disperatamente conoscere un po' meglio e magari anche farsi accettare da loro.

Il suo cuore si riempì di gioia in pochi secondi e quasi rimase senza parole. - Tutto questo è per me? - sussurrò.

- C'è scritto "Louis" là sopra - disse Zayn, indicando il festone che pendeva dal tetto. - Tu che dici?

Tutti risero. - Grazie - disse Louis. - Non dovevate.

- Volevamo - disse subito Harry, avvicinandosi a lui e poggiando le mani sul suo petto. - Non potevo permettere che non festeggiassi il compleanno.

Louis sorrise e lo baciò, un bacio casto e ad occhi chiusi, e in quel momento non gli interessava se Zayn, Payne e Horan li stessero guardando, voleva solo baciare Harry e stare con lui per tutta la vita.

Quando si staccarono Harry era rosso in viso, probabilmente in imbarazzo per colpa di Zayn o dei suoi amici, mentre questi ultimi avevano spostato in fretta lo sguardo verso altre parti della stanza.

Louis prese Harry per mano e si sedette sul divano. - Grazie per essere venuti - disse ai suoi due alunni.

- Si figuri - disse Niall tranquillo, prendendo un marshmallow dalla ciotola che teneva tra le braccia.

- Avevamo bisogno di un po' di svago dallo studio - disse poi Liam, tormentandosi la cravatta con le mani.

- Tu ne avevi bisogno forse, Payne. Horan aveva bisogno di una pausa dalla pausa - disse Zayn con un sorriso furbo, accavallando le gambe.

Niall arrossì fino alla punta dei capelli. - Io... io stavo studiando, poco fa! - protestò.

- Divinazione?

- No, ovviament... - si tappò la bocca con la mano, spalancando gli occhi.

Tutti scoppiarono a ridere, compreso Zayn, che sapeva che molto spesso i suoi alunni avevano difficoltà con la sua materia, perché se non avevi l'Occhio Interiore era piuttosto difficile capirla.

Subito dopo, Payne, Horan e Zayn si intrattennero con una discussione sulla materia e sul perché alcuni nascevano con le doti del moro e altri no - mentre Niall chiedeva cosa aveva fatto di male nella vita per meritarsi tutto questo e affogava i suoi dispiaceri nelle caramelle -, e Louis ne approfittò per avvicinarsi ancora di più a Harry e sussurrargli qualcosa.

- Sei dolcissimo - gli disse, facendolo arrossire. - Questa è una delle cose più belle che qualcuno abbia mai fatto per me.

- Te l'ho detto - sussurrò Harry a sua volta. - Non potevo permettere che non festeggiassi il tuo compleanno. E poi tu mi hai fatto un sacco di regali e hai reso la mia giornata davvero speciale, è il minimo che potessi fare.

- Ricordati che in qualsiasi circostanza, mi basti tu.

- Ti amo - disse semplicemente il riccio, avvicinando il viso al suo.

- Ti amo anch'io - rispose, unendo le loro labbra.

- Ew - fece Zayn, vicino a loro. - Prendetevi una stanza!

Liam rise. - Siete carini.

Louis arrossì, non era abituato a ricevere complimenti su loro due, soprattutto se colui che glieli faceva era un suo alunno; la cosa era parecchio imbarazzante.

- E' vero - concordò Niall, e Louis divenne ancora più rosso.

- Grazie! - disse invece Harry, mettendo in mostra ancora una volta il suo sorriso tutto fossette.

- Haz, ti dispiacerebbe prendermi un po' di burrobbirra? - gli chiese Louis, cercando di spostare l'attenzione su loro due; adesso si sentiva incredibilmente in imbarazzo e probabilmente Zayn lo aveva notato, perché ridacchiava sotto i baffi.

- Haz?! - fece Niall, sconvolto.

Il riccio gli fece la linguaccia per poi voltarsi verso Louis che al quel punto era diventato rosso come un pomodoro. - Certo, amore - gli disse, dandogli un bacio sulla fronte, e davvero, sarebbe voluto sprofondare per la vergogna.

•••

Malgrado una piccola preoccupazione iniziale, Harry non si sentiva in imbarazzo, a differenza di Louis le cui guance si erano tinte di rosso svariate volte, meritandosi così quasi sempre un bacio da parte di Harry per poterlo fare sentire a suo agio.

Si sentì così fiero di se stesso per esser riuscito nella sua impresa e aver reso felice Louis e di avergli concesso di festeggiare il suo compleanno come non faceva da tantissimo tempo. Come potevano dei genitori essere così tanto cattivi da mettere da parte persino il compleanno del proprio figlio? Era una cosa inconcepibile e soprattutto una persona come Louis non meritava assolutamente un trattamento del genere: lui meritava il meglio.

Riempì due boccali con un po' di burrobirra e ne tenne uno per sè e uno lo porse a Louis e dopo aver fatto tintinnare i recipienti di vetro l'uno con l'altro, Harry si sporse verso il suo ragazzo per potergli stampare un bacio sulle labbra.

- Se Harry da solo era già abbastanza da voltastomaco, insieme a Louis penso che sia qualcosa di tremendo - disse Niall, stampandosi una mano contro la fronte e Harry scoppiò a ridere nascondendo il volto contro la spalla di Louis.

Liam gli diede uno strattone - Smettila Niall! Non essere così insensibile! -

- Non sono insensibile! -

- Dovete sapere che Niall è ancora nella fase in cui è convinto che l'amore sia soltanto uno stupido sentimento che altro non fa se non renderti un imbecille, spacciatore di frasi romantiche e smielate - continuò Liam, seduto sul bracciolo di un divanetto mentre mangiava delle patatine.

- Quando si innamorerà, si ricrederà - fece Louis che intanto aveva iniziato a carezzare dolcemente il capo di Harry e quello mugugnò qualcosa, con il volto ancora spalmato contro la sua spalla.

- L'amore è una cosa bella, anche se ancora io non l'ho mai realmente provato - Liam fece spallucce, infilandosi una patatina in bocca.

- Beh, di solito arriva quando meno te lo aspetti - disse il professor Malik, che stava con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani incrociate, intervenendo con un tono di voce basso e pacato, rivolgendo uno sguardo a Liam che annuì alla sua frase.

- Come è successo a me e a Louis - disse poi Harry, all'improvviso. Alzò il volto per poterlo baciare e quello gli scompigliò i ricci.

- Okay, va bene, mangiamo la torta! - Niall chiuse lì il discorso, alzandosi dal divano con uno slancio, ma Harry lo frenò immediatamente, facendolo tornare a sedere - No! Non ancora! - disse - Prima Louis deve aprire... il suo regalo -

- Regalo? - chiese quello.

- Sì, non fare lo stupido, l'hai visto subito appena sei entrato, è quello lì! - Harry indicò il pacchetto posto su un tavolo della stanza e se là dentro ci fosse stato davvero quello che aveva intensamente chiesto Harry davanti la porta della Stanza delle Necessità, allora avrebbe reso Louis ancora più contento.

Si avvicinò al tavolo e prese il pacco grigio e lo porse al suo fidanzato che gli sorrise, con gli occhi che brillavano di un azzurro intensissimo e Harry rimase lì in piedi a guardarlo mentre prendeva in mano il suo regalo. Lo scosse, avvicinandolo all'orecchio, tentando di capire cosa fosse - Non lo capirai mai così, dai aprilo! - fece Harry.

Louis tolse il fiocco rosso e lo lasciò scivolare a terra e tutti lo stavano guardando mentre spacchettava il regalo che gli era stato fatto da Harry che se ne stava lì impaziente, con le dita incrociate dietro la schiena.

Il professore aprì lo scatolo e tirò fuori un aggeggio che dovette rigirare più volte tra le mani, senza capire in un primo momento cosa fosse: era un cellulare, aveva dei tasti con dei numeri e delle lettere e uno schermo piccolo su cui poi poter digitare.

- E' un... -

- Un cellulare! Esattamente! - disse Harry euforico.

- Wow - Louis inizialmente non parve tanto sorpreso, piuttosto era curioso e continuava a girarlo tra le dita, premendo tasti a caso.

- E'... un modo per poterci sentire quando io sarò tornato a Londra e tu starai ancora qui, quando non possiamo vederci insomma - sorrise - I gufi a volte sono troppo lenti e non posso stare per molto tempo senza sapere come stai - Louis alzò lo sguardo.

- Conosco un modo - disse il professor Malik - per far funzionare questo aggeggio anche nel mondo dei maghi, fortunatamente ho seguito un corso di Babbanologia -

- Sul serio? - fece Louis con gli occhi che gli brillavano.

- Sì -

- Così non ti libererai mai di me, in nessun momento! -

- Oddio Harry, grazie, non... so che dire - si morse il labbro inferiore prima di alzarsi in piedi per poterlo abbracciare. Gli cinse il collo con le braccia e Harry lo tenne stretto a se tenendolo dai fianchi: un abbraccio pieno di tante parole che in quel momento sarebbero risultate soltanto vane e quando sentì Louis sussurrare un tenero "ti amo", Harry ridacchiò per poi baciargli la tempia.

- Ora possiamo mangiare la torta? - Niall si lamentò, portando la testa indietro contro la testata del divano, sbattendola ripetutamente lì.

- Sì, sì, basta che smetti di lamentarti! - disse Harry. Si avvicinò alla torta e fece mettere Louis dietro il tavolo e come avevano fatto i suoi compagni il giorno prima con lui, loro quattro cantarono la tipica canzone che si canta ai compleanni, peccato che Louis si sentì ancora più in imbarazzo di Harry durante la sua festa, il che era tutto dire. Aveva le guance rosse e un sorriso timido che si stagliava sul suo volto e Harry in quel momento stava iniziando ad amarlo ancora di più, per aver finalmente mostrato quel lato di lui che aveva sempre tentato di sopprimere.

Battè le mani a ritmo e quando finì la canzone, Louis espresse un desiderio.

Harry sperò che il desiderio fosse lo stesso che aveva espresso lui la sera precedente. Si scambiarono uno sguardo veloce e subito dopo Louis spense le candeline. Il riccio si fiondò verso di lui per poterlo abbracciare.

- Sei felice? - chiese Harry con un sussurrò, quando le sue labbra furono abbastanza vicine al suo orecchio.

- Sì -

~~

Quando si fece abbastanza tardi, nella Stanza delle Necessità era calato il silenzio. Il professor Malik e i due migliori amici di Harry erano ritornati nelle loro stanze per poter dormire e per poter lasciare soli Louis e Harry, per concedersi così un momento di solitudine.

- Ancora non ci credo - fece il professore.

- Cosa? - chiese Harry. Louis aveva la testa poggiata sulle sue gambe e il riccio era intento a carezzargli dolcemente i capelli mentre se ne stava comodo sul divano in pelle che offriva la Stanza delle Necessità.

- Che tu abbia fatto tutto questo per me -

- E' una sciocchezza - rispose - Alla fine è tutto merito di questa stanza magica - Louis sorrise per poi spingersi verso l'alto e stampargli un bacio sulle labbra e Harry non smise di massaggiargli i capelli soffici e sottili.

- Dopotutto... tu ieri mi hai regalato una giornata sensazionale - continuò.

- Mi va ancora un po' di torta - disse però poi Louis, cambiando totalmente discorso mentre si toccava lo stomaco per il languorino. Si era sbottonato la camicia per stare più comodo e si intravedeva la poca peluria nel suo petto e Harry era rimasto a fissare la sua figura distesa sulle proprie gambe.

- Oh, si, te la prendo subito - fece, alzandosi dal divano e prendendo un piattino con una fetta di torta. Tornò a sedersi e Louis si rannicchiò accanto a lui, con le gambe raccolte e con le ginocchia poggiate sul suo petto. Harry spezzò un pezzo di torta con la forchettina e la avvicinò alla bocca di Louis che la addentò subito.

- E' buonissima - disse con la bocca piena.

- E tu sei bellissimo - sussurrò il riccio.

Louis gli diede una piccola spinta, scoppiando a ridere - Smettila -

- Perchè? Il piccolo Louis arrossisce? -

- No! -

- Invece sì, hai le guance rosse - disse il riccio, indicandogli la pelle che si era arrossata. Quello si coprì il viso con entrambe le mani, ma Harry gliele scostò, per poterlo guardare meglio. Amava quando faceva il bambino, quando si sentiva emozionato e quando era felice, era la parte più bella di Louis Tomlinson, la parte che più lo faceva innamorare di lui.

- Tieni stupido - disse porgendogli un altro pezzetto di torta.

•••

Louis mangiò la torta imboccato da Harry, ignorando completamente il fatto che avesse compiuto ventiquattro anni da un paio di mesi, e non poteva sentirsi più felice di così: il suo ragazzo gli aveva organizzato una festa a sorpresa anche se il suo compleanno era passato da un po', dimostrandogli quanto ci tenesse a lui e quanto lo amasse.

A volte, quando Louis pensava all'amore che provava per Harry, si sentiva sopraffatto. Non aveva mai creduto, nella sua vita, che potesse succedergli qualcosa del genere, eppure era capitato, e adesso stentava a crederci.

- L'ultimo boccone per il mio Lou - fece Harry felice, dandogli l'ultimo pezzo di torta.

Il professore rise e lo mangiò, stampandogli poi un bacio sulla guancia e poggiando il viso nell'incavo del suo collo, inalando il suo profumo; amava il suo profumo, sapeva di shampoo, di vaniglia e... di Harry. Sfregò il naso contro la sua pelle e iniziò a lasciargli dei piccoli baci partendo da sotto l'orecchio fino ad arrivare alla base del collo, e il riccio portò la testa indietro e chiuse gli occhi, godendosi le sue attenzioni.

Louis sarebbe rimasto così per sempre, a baciare Harry in quella stanza in cui nessuno li avrebbe mai trovati. Si chiese perché non ci avesse pensato prima, ad usarla, sarebbe stata la soluzione perfetta.

- Lou - sussurrò Harry.

- Mh?

- Dammi un bacio.

Louis sorrise e si mise cavalcioni su Harry, accarezzandogli i capelli con una mano, mentre teneva l'altra poggiata sul suo petto; dall'inizio dell'anno i suoi ricci erano diventati più lunghi, e gli piacevano da morire - e poi gli veniva meglio tirarli.

Si abbassò piano sulle sue labbra e le catturò tra le sue, sentendo subito la lingua del suo ragazzo chiedere l'accesso, che gli concesse senza pensarci due volte.

Si baciarono così, dolcemente e lentamente per molto tempo, staccandosi di tanto in tanto per riprendere aria; erano quelli i momenti che più piacevano a Louis, i piccoli momenti di intimità, quei momenti in cui, senza parole, riuscivano a dirsi quanto si amavano e riuscivano ad esprimere i loro sentimenti in maniera completa. E, ancora una volta, Louis non era bravo con le parole, e riponeva tutto in quei piccoli gesti.

Si staccarono l'uno dal bacio e rimasero a guardarsi per un po', mentre Louis accarezzava i capelli di Harry e quello a sua volta gli accarezzava la schiena, facendolo rilassare incredibilmente.

- Sai, Harry - disse. - Il regalo mi è piaciuto molto. Ma non ho idea di come si usi.

Il riccio rise, portando la testa indietro. - Ti faccio vedere - rispose, scostando Louis in modo da potersi alzare a prendere il cellulare. Dopodichè tornò sul divano, vicino a lui, e glielo mostrò. - Allora, così si accende - disse, premendo per un po' un tasto nella parte superiore, con un cerchio tagliato da una piccola linea.

Louis si sentiva già confuso, ma annuì.

- Una volta acceso, compare questa schermata - continuò. Era comparsa una schermata con uno sfondo blu e dei disegni sotto che non aveva idea di cosa significassero. - Okay, questo è più difficile di quanto credessi.

- Ma non hai ancora detto nulla.

- Non so da dove cominciare - rise, ma poi fece un sospiro e ricominciò. - Allora, per chiamare le persone serve un numero, ogni cellulare ha una scheda che contiene, diciamo, questo numero.

- Qual è il tuo?

- Dopo lo salvo nella memoria.

- Dimmelo, me lo ricordo!

- E' una serie di numeri, Lou. Noi lo chiamiamo numero di telefono.

- Oh. Okay - disse, grattandosi la testa.

- Bene. Poi, questa bustina sono i messaggi, che sono praticamente come le lettere via gufo, solo che li ricevi in tempo reale e puoi rispondere subito.

Il viso di Louis si illuminò. - Davvero? Posso scriverti quando voglio e tu lo ricevi subito?

- Sì - sorrise dolcemente Harry. - Ovviamente tutto questo si paga, ma immagino che Zayn abbia risolto anche questo problema.

- Di sicuro - rise.

Harry gli spiegò come scrivere e inviare un messaggio e come chiamare o rispondere alle chiamate; poi gli memorizzò il suo numero di telefono, che era l'unico contatto in memoria nel telefono di Louis, ma non gliene servivano altri, anche perché tutta la gente che conosceva era magica e comunicava via gufo, per fortuna.

Gli spiegò poi anche altre funzionalità del telefono che Louis capì a malapena, finchè non arrivò alla fotocamera.

- Questa è una fotocamera - disse Harry. - Serve per fare le foto.

- Questo aggeggio fa anche le foto? - fece il professore sconvolto, e per la seconda volta in due giorni si chiese se non fosse lui il babbano.

- Sì, guarda - il riccio posizionò il telefono e dopo un paio di secondi si sentì un piccolo suono. - Guarda quanto sei bello! - fece poi, mostrandogli la foto che gli aveva fatto.

Louis storse il naso e prese il cellulare dalle sue mani. - Sorridi - disse. Harry fece come gli aveva detto e lui scattò, ritrovandosi subito dopo una foto di un Harry sorridente e con le fossette in mostra sullo schermo. Sorrise a sua volta, pensando a quanto fosse bello.

- Puoi metterla come sfondo, sai - sussurrò il riccio.

- In che senso?

- Guarda - prese il cellulare e fece qualcosa che Louis ovviamente non capì, e quando glielo porse, il professore notò che la foto di Harry troneggiava in tutta la sua bellezza nella schermata principale. Era stupendo.

- I babbani sono più magici di noi, Harry.

- No, solo che non avendo la magia trovano altri modi per fare le cose. Si chiama tecnologia.

Rimasero per un po' a parlare del mondo babbano, e Louis scoprì altre cose stupende, come tutti gli utensili che usavano in cucina, le macchine, gli aerei, cose di cui sapeva l'esistenza ma di cui Harry gli spiegò ogni dettaglio.

Si persero anche a parlare di cinema e televisione, e Harry gli raccontò dei suoi film preferiti e dei suoi attori preferiti, promettendogli una serata al cinema quando fosse andato a trovarlo in estate.

In tutto quello era già l'una di notte, e Louis se ne accorse solo perché lo scorse nello schermo del suo cellulare.

- Amore, devi andare a dormire - disse al riccio.

- Ma Lou, voglio stare ancora con te.

Quello gli accarezzò una guancia. - Domani. Adesso devi andare a letto, è tardi e domani c'è lezione.

Harry mise il broncio. - Va bene, professore - disse, con voce maliziosa.

Louis ignorò il brivido che gli percosse l'intero corpo. - Harry - disse, guardandolo fisso negli occhi. - Andiamo a dormire.

Il riccio rise e si alzò dal divano insieme a lui.

Si salutarono con una serie di baci davanti alla porta della Stanza, prima di prendere strade diverse.

Louis tornò nella sua stanza con un sorriso enorme sul viso e con il cuore pieno di felicità: aveva passato una delle serate più belle della sua vita; non era stata niente di particolare in fondo, ma lui si era sentito felice come poche volte prima, e non avrebbe potuto chiedere di meglio.

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