Capitolo 18

Lo diceva sempre: la sua festività preferita dopo il Natale era il suo compleanno e quell'anno era speciale, particolarmente speciale. I giorni precedenti al primo febbraio però non erano stati per niente facili, solo da qualche giorno quegli stupidi avevano smesso di fare battutine, forse perchè non era più poi così divertente come i primi giorni in cui Evelyn aveva messo in giro quella voce.

Sperava dunque di poter passare il compleanno in totale serenità, senza preoccupazioni e soprattutto divertendosi come faceva ogni anno. Il risveglio però era stato leggermente traumatico ma piacevole allo stesso tempo.

- Styles! Alzati dal lettooo! - aveva urlato Niall vicino al suo orecchio, iniziando a saltare sul letto, continuando a ripetergli che era il primo febbraio e che dunque era il suo compleanno e doveva alzarsi. Liam fece lo stesso, iniziando a scuoterlo in tutti i modi per svegliarlo, ma lui sentiva soltanto un gran baccano e decise di coprirsi tutto fino alla testa, fino a quando Niall non lo scoprì completamente, levandogli lenzuolo e piumone.

- Ehi - si lamentò quello con voce rauca, mettendosi le braccia davanti alla faccia per evitare la luce che proveniva dalla finestra della stanza.

- Harry è il tuo compleanno, alzati! - fece Liam.

- Dai diciassettenne, è l'ora di alzarsi dal letto -

Harry si lamentò ancora ma poi un sorriso si dipinse sul suo volto nel momento in cui realizzò che effettivamente era il suo compleanno e che quel giorno compiva la bellezza di diciassette anni.

- Okay, okay, mi alzo - ridacchiò, stropicciandosi poi gli occhi. Appena si mise seduto sul letto, Liam e Niall lo abbracciarono stringendolo forte e Harry capì che quel risveglio era stato uno dei più belli di quell'anno.

- Tanti auguri amico! - fece Niall scompigliandogli i capelli.

- Lo vuoi aprire il nostro regalo? - chiese poi Liam con un sorriso.

- Lo sapete che non voglio che mi facciate regali - si lamentò Harry, nascondendo un piccolo sorriso. In realtà però era contento di sapere che i suoi amici si preoccupavano sempre di fargli un regalo, qualcosa che senz'altro avrebbe gradito.

Niall iniziò a frugare nel suo baule - Troppo tardi Styles, ormai l'abbiamo preso - disse porgendogli una busta che conteneva parecchie cose.

- Siete due stupidi - disse Harry prendendo il regalo.

Liam e Niall fecero spallucce per poi rimanere davanti a lui con due sorrisi enormi in attesa che scartasse il loro regalo. Harry aprì la busta e tirò fuori la prima cosa che riuscì a toccare: era una sciarpa come quella che gli aveva regalato Louis per Natale, nera con dei pois bianchi, particolarmente bella.

- Abbiamo visto che ti è piaciuta molto quella di Louis, allora te ne abbiamo presa un'altra - disse Liam contento non appena vide Harry sorpreso nel vedere un'altra di quelle splendide sciarpe che metteva di solito tra i capelli.

- E' bellissima - la rigirò più volte tra le mani per poi metterla di lato a lui nel letto.

- Dai, vedi gli altri - fece Niall.

Harry tirò fuori una camicia a quadri rossa, nera e verde militare - Woah! - fece appena la tirò fuori e si dovette alzare in piedi per provarsela. La indossò e si avvicinò allo specchio, guardandosi prima le maniche per controllare la lunghezza per poi guardare la sua figura davanti lo specchio - Mi piace tanto! -

- Sapevo che ti sarebbe piaciuta, Liam non era d'accordo all'inizio - disse il biondo.

Liam gli diede una leggera spinta, ridendo - Non è vero, solo che non mi sembrava tanto da Harry Styles, invece gli sta benissimo - ammise.

- Grazie ragazzi, mi piace davvero molto, esattamente come la sciarpa - sorrise contento e abbracciando i suoi due amici.

- Non è finita! Ci sono altre due cose - Niall indicò di nuovo la busta che stava sul letto, spingendo Harry a continuare a vedere il resto dei regali. Harry tirò fuori prima un libro riguardante tutte le creature magiche esistenti e poi un anello. Il riccio rimase stupito in un primo momento perchè effettivamente non ne aveva mai indossati in vita sua. Lo guardò in silenzio girandoselo più volte nelle mani: era un anello a timbro, argentato e aveva stampato su un grifone legato ad un serpente.

- Wow - fece poi guardando i suoi amici - E'... particolare, non ho mai indossato un anello - disse per poi infilarlo nell'indice, sorridendo e guardandoselo fiero. Eppure non gli stava per niente male, gli piaceva parecchio.

- In realtà l'abbiamo preso più che altro per l'incisione - disse Niall - Sono un grifone e un serpente e in un certo senso ci ha fatto pensare a te e a Louis - il biondo sorrise e Harry rimase a guardare per una manciata di secondi l'anello che stava sul suo dito prima di voltarsi verso i suoi amici.

Sfoggiò un sorriso a trentadue denti - Siete fantastici ragazzi, davvero, sono i regali più belli che mi abbiate mai fatto, li adoro tutti - disse poi abbracciandoli per l'ennesima volta quella mattina.

- Buon compleanno Harry - Liam gli diede una pacca sulla spalla mentre lo abbracciava, per poi carezzargli la schiena dolcemente. Liam Payne era una delle persone più dolci che potessero esistere al mondo e si sentiva fortunato ad essere suo amico.

Anche Niall lo era e quando si abbracciarono lo strinse veramente forte, quasi facendolo soffocare - Ti voglio bene, Styles - disse quello.

- Niall, mi fai soffocare così - fece Harry con voce strozzata.

- Scusa, ma è un giorno speciale, è il tuo compleanno! Stasera organizziamo in Sala Comune insieme a tutti gli altri, no? - disse sciogliendo l'abbraccio. In realtà Harry si aspettava di passare la serata con Louis, visto che era il primo compleanno che festeggiava insieme a lui e quindi avrebbe voluto trascorrere un po' di tempo in sua compagnia, però sarebbe riuscito a conciliare entrambe le cose. Dopotutto quelle feste non duravano mai fino a tardi, quindi poi sarebbe potuto sgattaiolare fuori e andare da Louis, dato che il giorno prima non era potuto andare a causa dell'infinità di compiti che si era ritrovato a fare.

- Certo! - disse poi Harry.

- Adesso vatti a preparare, è già tardi e dobbiamo andare a lezione - Liam lo spinse verso il bagno e iniziò a prepararsi. Si sentiva felice esattamente come ogni primo febbraio di ogni anno. Non aveva mai trascorso un compleanno senza essere felice.

•••

Louis quel giorno si era svegliato felice, sapendo che era un giorno speciale. Era l'1 febbraio e Harry avrebbe compiuto diciassette anni, e probabilmente era più in ansia lui del ragazzo stesso: era felice non solo perché Harry sarebbe finalmente diventato maggiorenne, ma anche perché era il primo compleanno che passavano insieme, visto che Louis non aveva detto nulla ad Harry il 24 dicembre, giorno del suo compleanno. Non sapeva perché, ma non gli andava di andarlo a sbandierare in giro; in realtà non gli era mai piaciuto il suo compleanno, di solito i suoi genitori erano più interessati alla vigilia di Natale e Louis veniva messo da parte come in qualsiasi altra giornata.

Con tutti i giorni che c'erano, proprio il 24 dicembre doveva nascere?

E quel giorno invece era l'1 febbraio, il compleanno del suo Harry, e Louis gli aveva comprato un regalo alcuni giorni fa, quando era andato ad Hogsmeade con Zayn apposta per quello. Aveva fatto impazzire il suo migliore amico, che aveva minacciato di ucciderlo parecchie volte, ma alla fine ne era uscito soddisfatto e felice. Ora fremeva per darglielo, ma avrebbe dovuto aspettare la sera.

A colazione non aveva avuto modo di fermarlo, ma lo aveva guardato tutto il tempo dal tavolo dei professori, mordendosi le unghia nervoso.

- Si può sapere cosa hai? - aveva sbottato Zayn ad un certo punto, sussurrando per non farsi sentire dagli altri.

- E' il suo compleanno - sussurrò Louis di rimando, così piano che il moro non lo sentì.

- Eh?

Si girò verso di lui, staccando finalmente gli occhi dal suo ragazzo. - E' il suo compleanno! - ripetè, con voce un po' più forte.

- Ah, è oggi? Auguri!

- Sei scemo? Mica devi fare gli auguri a me.

Zayn si toccò le tempie con due dita. - E' ovvio che glieli devi fare tu da parte mia, Louis. Lo vuoi scritto su un foglio, così lo capisci meglio?

Louis gli fece il dito medio, facendolo ridere, e poi tornò a scrutare il tavolo di Grifondoro: Harry rideva con i suoi amici, e molti si fermavano per fargli gli auguri. Sembrava che il putiferio dei giorni precedenti si fosse un po' calmato e che la notizia dell'omosessualità di Harry non fosse più tanto interessante, ormai. Louis ne era davvero felice.

- Non posso aspettare fino a stasera.

- Tommo, mi fai venire il diabete.

Louis alzò gli occhi al cielo. - Stai zitto - disse semplicemente, e Zayn rise di nuovo.

~~

Ma Louis non ce la faceva davvero ad aspettare fino alla sera. Voleva fare gli auguri al suo ragazzo e soprattutto voleva evitare che pensasse che se lo fosse scordato, perché ovviamente non era così.

Erano le dieci e stava per impazzire, così decise che avrebbe fermato Harry anche se aveva qualche lezione, e lo avrebbe portato nel suo studio o in qualsiasi altro posto, anche solo per augurargli buon compleanno e poi andarsene. Riuscì a fermarlo appena in tempo, mentre usciva dal castello, probabilmente diretto alle serre.

- Styles? Devo dirle due parole - disse serio, anche se Harry si era girato verso di lui con un enorme sorriso.

- Veramente dovrei andare a lezione di Erbologia.

- Le firmerò una giustificazione per il ritardo.

Harry annuì, cercando di trattenere un sorriso, e disse a Liam e Niall che li avrebbe raggiunti dopo; poi seguì Louis in silenzio, finchè entrambi non furono lontani dalla vista di tutti, ma parlarono solo una volta che la porta dell'ufficio del professore fu chiusa alle loro spalle.

Louis si girò verso Harry e lo circondò con le sue braccia. - Buon compleanno, amore.

Harry ricambiò l'abbraccio. - Grazie - rispose, e quando si staccarono Louis notò che era arrossito.

- Mi dispiace che debba passare questa giornata a fare lezione, vorrei poterti firmare un permesso per uscire, ma questo sarebbe senza dubbio favoritismo.

- Non importa - sorrise. - Mi basta essere qua con te.

Louis ricambiò il sorriso e gli accarezzò una guancia, baciandolo dolcemente sulle labbra. Aveva bramato quel contatto per tutto il giorno, e finalmente adesso era riuscito ad essere vicino a lui. - Non riuscivo più ad aspettare.

Harry non rispose, ma gli portò le braccia al collo e lo attirò di più a sé, baciandolo dolcemente ma con più passione di prima; la sua lingua incontrava quella di Louis e le mani di Louis vagavano sul corpo di Harry come se si conoscessero da sempre, come se conoscessero esattamente ogni sfaccettatura l'uno dell'altro. E Louis amava questo aspetto della loro relazione.

- Mh, Haz - disse poi, staccandosi dal bacio malvolentieri. - Devi tornare a lezione.

- Non mi interessa di Erbologia, voglio stare con te - rispose, facendo per tornare a baciarlo, ma Louis lo fermò.

- Se non vai la professoressa Sprite mi uccide. E poi dobbiamo stare attenti e tutto il resto.

Il riccio sbuffò. - Stasera devo festeggiare con gli altri, ma appena finisco corro subito da te.

- Va bene - gli sorrise. - Comunque, Zayn ti fa gli auguri.

- Grazie! - sorrise, sorpreso.

- Prima che tu vada via, voglio darti il mio regalo.

- Regalo? Ma non dovevi, Lou!

Louis rise, dandogli le spalle per cercare il piccolo sacchetto argentato. - Volevo - rispose. Frugò in un cassetto della sua scrivania e prese il sacchetto, al quale era attaccato un piccolo biglietto che aveva modificato trasformandolo in zucchero filato; anche il sacchetto aveva subìto dei cambiamenti da parte della magia, e quando Harry lo toccò si aprì magicamente rivelando una collana argentata con un ciondolo a forma di aeroplanino di carta.

Il bigliettino di zucchero filato, anch'esso a forma di aeroplanino, si fermò davanti ad Harry e si aprì. - Al mio bellissimo, stupendo, meraviglioso, fantastico ragazzo per il suo diciassettesimo compleanno, nella speranza che, ogni volta che questa collana sarà appesa al tuo collo, tu possa pensare a me come io penso a te, sempre - lesse il riccio. - Ti amo, Louis - concluse.

- E' di zucchero filato - sussurrò Louis, e Harry prese il biglietto con due dita per poi mangiarlo e sorridere.

Prese poi la collana che stava ferma sospesa nell'aria davanti a lui e se la mise al collo, accarezzandola dolcemente. - E'... è bellissima, Lou.

- Ti piace? - arrossì. - Non sapevo se fosse adatta a te, di solito non metti collane e...

- Sh - lo zittì Harry, avvicinandosi a lui e intrecciando le dita delle loro mani. - La adoro - disse poi, stampandogli un bacio sulle labbra. - Ti amo anch'io.

Louis sorrise, ma subito dopo aggrottò le sopracciglia e si portò la sua mano destra davanti agli occhi. - E questo? - disse, guardando l'anello che aveva al dito. Era molto bello, e vi erano incisi un grifone e un serpente.

- Me l'hanno regalato Liam e Niall, insieme ad altre cose. Stasera te le faccio vedere.

- Ti sta benissimo - gli sorrise, per poi baciargli la mano. - Adesso devi proprio andare, mi sa.

- Firmami la giustificazione, o la Sprite mi uccide.

- Giusto - rise, e gli firmò la giustificazione per il ritardo. Si baciarono circa altre quattro volte prima che Harry si decidesse ad uscire dal suo studio, e quando rimase solo, Louis cercò di smettere di sorridere, ma proprio non ci riusciva.

•••

Durante le lezioni quel giorno non aveva fatto altro che toccare tutto il tempo la collanina che Louis gli aveva regalato, come se in qualche modo potesse sentire il tocco delle sue mani. Ripensava al biglietto che gli aveva scritto e sorrideva fra sè e sè.

Tutte le volte che sorrideva in quel modo, abbassando lo sguardo per non farsi notare da nessuno, sentiva sempre Niall dirgli frasi del genere "da quando sei innamorato, sei più cretino del solito", parole che aveva sentito parecchie volte e alle quali aveva sempre risposto scoppiando a ridere. Sapeva che era assolutamente la verità, ma non poteva farci nulla: sua madre gli aveva sempre detto che l'amore è uno di quei sentimenti che ti annebbia la mente e che ti fa sentire come un bambino, ma lui era felicissimo di provare amore nei confronti di una persona come Louis, ne valeva la pena.

Finite le lezioni, era uscito in giardino con Niall e Liam decidendo di mettere da parte i compiti per la settimana successiva e godendosi intensamente il giorno del suo compleanno come faceva sempre.

- Allora? - fece Liam sorridendo - Che ti ha regalato Louis? -

- Ma come, non lo sai? E' tutto il giorno che parla di quella collana! - Niall si stampò una mano contro la fronte e Harry scoppiò a ridere mentre tirava fuori dal cappotto la collana che gli aveva regalato Louis, passandogli sopra il pollice. La mostrò a Liam che la prese tra le mani guardandola con un sorriso.

- E' davvero bella - ammise.

- Sì, la adoro - Harry abbassò la testa per poterla guardare, rigirandosela tra le dita - Ho anche tenuto il vostro anello oggi! - disse poi mostrando la mano destra e i suoi due amici sorrisero contenti.

- Mi ha anche scritto un bigliettino - continuò poi il riccio, infilando di nuovo la collana sotto il cappotto - Ed era fatto di zucchero filato! -

- Non è giusto - ribattè Niall - Louis ti fa sempre mangiare un sacco, anche io voglio essere il suo fidanzato! - disse per poi fermarsi a riflettere sulla frase che aveva appena detto e scoppiarono tutti e tre a ridere - No, okay mi accontento di essere suo amico o alunno, sinceramente - Harry rise, scompigliandogli i capelli biondi e quello fece poi una smorfia.

~~

Dopo cena Harry, si diresse verso la Sala Comune, dove si sarebbe tenuta la festa che i suoi amici avevano organizzato per lui. Dopo aver pronunciato la parola d'ordine davanti alla Signora Grassa, la porta si aprì e percorse il corridoio che dava verso la Sala Comune e appena entrò vide tutti i suoi compagni che urlavano battendo le mani e lui si sentì incredibilmente felice.

Avevano messo un festone attaccato all'enorme camino con scritto "Buon Compleanno" e molti di loro corsero verso di lui per poterlo abbracciare, i primi Niall e Liam - come se già non l'avessero fatto un milione di volte durante il resto della giornata.

Harry notò come gli unici che erano rimasti seduti a parlare tra di loro erano Smith, Parker, Anderson, Evelyn e un paio di sue amiche, ma Harry non se ne curò più di tanto: gli interessava veramente poco se quelle persone gli facevano gli auguri o meno, anzi preferiva che se ne stessero al loro posto dopo quelle settimane infernali che gli avevano fatto passare.

- Tanti auguri Harry! - disse poi Lauren, una ragazza dell'ultimo anno, facendogli distogliere lo sguardo dal gruppetto che si era formato in fondo alla Sala Comune. La ragazza gli diede un bacio sulla guancia seguita poi da un ragazzo alto e magro, Chris e da altre due ragazzine del terzo anno che gli chiedevano spesso aiuto in Storia Della Magia, ma di cui Harry ricordava a mala pena il nome. Era contento perchè aveva capito che i suoi compagni se ne erano infischiati delle voci che aveva messo in giro Evelyn: avevano riso alle battutine di quei tre stupidi inizialmente, ma adesso non mostravano nessun tipo di disprezzo nei suoi confronti, anzi lo abbracciavano e lo baciavano normalmente, come avevano sempre fatto negli anni precedenti.

- Ovviamente la torta è stata scelta da Niall! - disse Liam avvicinandosi a lui e poggiandogli una mano sulla spalla.

- Dai, vieni a spegnere le candeline! - il biondo lo prese dal polso, trascinandolo verso un tavolo che avevano messo al centro della Sala Comune. Qualche secondo dopo, apparvero due suoi compagni del sesto anno, Claire e Paul, che tenevano un'enorme torta e Harry mise le mani davanti alla bocca dallo stupore: si sentì davvero felice.

Misero la splendida torta piena di fragoline sul tavolo e Harry lesse la scritta "Buon Compleanno Harry" e diciassette candeline messe tutte attorno. Per quanto i maghi si distaccassero molto spesso dai babbani, certe tradizioni rimanevano immutate in entrambi i mondi, ricordandosi Harry i compleanni di quando era bambino che somigliavano molto a quelli trascorsi a Hogwarts.

In quel momento pensò ai suoi genitori, che da sei anni desideravano trascorrere il compleanno con lui, ma purtroppo era impossibile e potevano concedersi soltanto di scrivergli una lettera e inviargli un regalo - che però quel giorno ancora non erano arrivati.

Dopo esser rimasto per qualche secondo a fissare le candeline accese, alzò lo sguardo per vedere tutti i suoi amici disposti davanti a lui che avevano iniziato a cantare la tipica canzoncina che si canta durante i compleanni e si coprì il volto con entrambe le mani. Quel momento lo faceva sempre sentire in imbarazzo, ma allo stesso tempo era felice di sentire quel coro che riempiva la Sala Comune. Desiderava tanto che tra quelle voci potesse scorgere anche quella di Louis.

- Esprimi un desiderio, Harry! - urlò Lauren.

Harry chiuse gli occhi e il primo desiderio che gli venne in mente era legato a Louis: desiderò di poter stare con lui per tutta la vita. Era la cosa che più bramava in quel momento e dopo aver fatto un sospirò, riaprì gli occhi e soffiò le candeline.

Subito dopo Liam tirò fuori la bacchetta e con un gesto veloce la torta si tagliò in tanti quadratini, spostandosi poi su dei piatti e a poco a poco si avvicinarono tutti per prenderne una fetta. Harry afferrò la sua, andando verso i suoi due migliori amici.

- Siete fantastici - disse, con un pezzo di torta in bocca.

- Per così poco? Sei maggiorenne, è normale che avremmo organizzato qualcosa del genere! - disse Niall che già stava prendendo la seconda porzione di torta.

Subito dopo Harry scartò i regali dei suoi amici più stretti, ricevendo qualche maglietta e dei libri, perchè tutti sapevano quanto amasse leggere. Durante tutta la festa, un ragazzo dell'ultimo anno aveva anche scattato delle foto e Harry fu contento di sapere che avrebbe ricordato per sempre quel momento con delle fotografie perchè si sentiva veramente felice, malgrado non vedesse l'ora di andare da Louis quella sera.

Quelle ore però passarono in fretta e piacevolmente, tanto che si fecero le undici di sera senza che nessuno se ne accorgesse. Molti di loro però avevano fatto più tardi rispetto al solito e Harry fremeva per andare da Louis ma dovette aspettare la mezzanotte prima che tutti dormissero.

Sperava che Louis non se la prendesse per il suo ritardo.

•••

- Incredibile - fece Zayn, seduto sulla solita poltrona di Louis, con il viso poggiato alla mano e un sorriso furbo stampato sul viso. - Louis Tomlinson innamorato.

- Taci, Malik - disse quello, percorrendo il proprio studio avanti e indietro per almeno la dodicesima volta in un minuto.

Dopo il suo incontro con Harry, Louis si era un po' tranquillizzato, ma aveva comunque aspettato la sera con i nervi tesi. Voleva che tutto fosse perfetto per il suo ragazzo, e pretendeva che nulla, nemmeno un singolo particolare di ciò che aveva in mente andasse storto. Zayn gli aveva detto che sarebbe andato tutto bene, gli aveva detto che se lo sentiva, ma Louis sospettava che stesse usando la scusa del suo infallibile Occhio Interiore solo per calmarlo e farlo stare zitto.

Già da mezz'ora aveva preso l'amuleto che gli aveva regalato il suo migliore amico e l'aveva messo al collo, riuscendo a calmarsi un po', ma non riuscendo ad evitare di pensare che qualcosa potesse andare storto. Non sapeva nemmeno cosa sarebbe potuto andare storto, ma di sicuro sarebbe successo.

- Louis - lo chiamò il moro. - Lo stai facendo di nuovo.

- Mh? - Louis si fermò a guardarlo con uno sguardo interrogativo, ma poi si rese conto che si stava mangiando le unghia e scostò la mano dalla propria bocca bruscamente. - Zayyyn - si lamentò.

Quello alzò gli occhi al cielo. - Ti lancio un Crucio, lo giuro.

- Sei un insensibile.

- Insensibile?! - esclamò. - Ti ho sopportato per tutto il giorno senza lanciarti maledizioni, dovresti essermi grato, per questo.

- A cena mi hai lanciato un pezzo di pane in faccia.

- Avrei dovuto lanciarti direttamente il piatto.

Louis mise il broncio, ma poi riprese a camminare per la stanza, rigirandosi l'amuleto tra le mani - recentemente aveva scoperto che faceva più effetto, se lo avvolgeva completamente con la mano.

E se Harry fosse stato stanco per la festa e avesse deciso di andare a dormire, invece di venire da lui? E se non gli fosse piaciuta la sorpresa che aveva organizzato? E se si fosse sentito in imbarazzo? E se si fosse arrabbiato?

E se avesse preferito passare la notte a festeggiare con i suoi amici?

- Smettila di farti paranoie - disse all'improvviso Zayn, spezzando il silenzio della stanza. Lo stava guardando intensamente, con quello sguardo che Louis chiamava "sguardo di chi sta invadendo la tua privacy col proprio Occhio Interiore".

- Smettila di farti i fatti miei.

- Anche se non avessi l'Occhio Interiore, saprei benissimo cosa ti passa per la testa. E poi avere l'Occhio Interiore non significa leggere nella mente, lo sai questo, vero?

- Sì, come vuoi - lo liquidò con un gesto della mano. Si girò poi a guardare l'orologio sulla parete, che segnava mezzanotte meno cinque, e si morse il labbro. - E se non viene?

- Verrà.

- E se non... - si bloccò nel bel mezzo della frase, sentendo i tre familiari colpi alla porta, e spalancò gli occhi. - E' qui - sussurrò, guardando Zayn nel panico.

Il moro sorrise divertito. - Lo so - rispose, sussurrando a sua volta per prenderlo in giro, ma alzandosi subito dalla poltrona per lasciare lo studio.

Louis posò l'amuleto in un cassetto e si sistemò i capelli e i vestiti. - Come sto? - chiese, girandosi verso il suo migliore amico.

- Sei bellissimo - rispose quello. - Vedrai che andrà tutto bene - disse poi, dandogli un bacio sulla guancia, per poi andare ad aprire la porta. - Buonasera, Styles.

- L... professor Malik?

- Stavo giusto andando via - gli sorrise. - Sa - si abbassò, per sussurrare qualcosa nel suo orecchio. - Louis è molto nervoso, è stato nervoso tutto il giorno in realtà, per colpa sua.

- Okay! - fece la voce di Louis, che subito spinse il moro fuori dalla porta, facendolo ridere. Harry aveva le guance arrossate. - Ciao Zayn, buonanotte!

- 'Notte - fece quello, ancora ridendo, e subito Louis chiuse la porta dello studio, trascinando Harry dentro.

Non disse niente per qualche secondo, finchè non sentì la risatina del riccio alle sue spalle. - Eri nervoso, quindi?

Louis avrebbe voluto rispondere che lo era ancora, ma non voleva darla vinta a Zayn, quindi si girò verso il suo ragazzo, cercando di camuffare le proprie emozioni, e rispose. - Assolutamente no.

Harry mise il broncio. - Quindi non eri nervoso? Malik mi stava mentendo?

- Oh, stai zitto - rispose, prendendolo poi per il colletto della camicia e coinvolgendolo in un bacio che sapeva di necessità, oltre che di amore. Perché sì, Louis sentiva il bisogno di stringere Harry a sé e di non lasciarlo andare mai più, di passare il resto dei suoi giorni con lui e di prendersi cura di lui. Voleva solo il meglio per il suo ragazzo, e avrebbe fatto di tutto per farglielo avere.

Harry aveva allungato le mani e gli stava palpando il fondoschiena senza nessun pudore, facendo sorridere Louis nel bacio, ma quando tentò di insinuare le mani nei suoi pantaloni, quello lo fermò. - Aspetta - gli disse, così vicino che i loro nasi si toccavano. - Ho una sorpresa per te.

Lo prese per mano e lo fece sedere sulla poltrona, ma prima di fare qualsiasi cosa, si accertò di essere pronto a nascondersi in qualche angolo della stanza. - Okay, adesso ti metterò in comunicazione con alcune persone. Ho mandato loro un gufo la settimana scorsa, e hanno accettato, ovviamente. Non durerà moltissimo, è un incantesimo difficile e richiede molta magia, ma spero... spero ti piaccia.

Harry annuì, anche se non sapeva di cosa si trattasse, ma rimase lì immobile.

Louis sussurrò la formula e presto apparve un enorme cerchio colorato di nero, a qualche metro da Harry, e dopo qualche secondo, comparvero tre visi: era la famiglia di Harry.

Il riccio fece un verso di sorpresa e si tappò la bocca aperta con le mani, guardando Louis felice, per poi tornare a guardare la sua famiglia. Tutti lo stavano salutando con calore e Louis riusciva a vedere che il ragazzo aveva gli occhi lucidi; rendere Harry felice rendeva felice anche lui, ed era sicuro che in qualche modo la sua felicità passasse al suo cuore, per come si sentiva in quel momento.

Decise di guardare la scena rannicchiato nel suo angolo, dal quale poteva vedere ma non poteva essere visto.

- Mamma! Papà! Gem!

- Buon compleanno! - fecero tutti e tre contemporaneamente.

Harry sorrise felice. - Come state?

- Noi stiamo bene, tesoro - rispose sua madre. - E tu?

- Bene. Benissimo - aggiunse poi, arrossendo un po'. Louis sorrise orgoglioso.

Gemma si scostò i capelli dal viso e sfoggiò un sorriso malizioso. - Chi è questo tuo "amico segreto"?

- Chi?

La ragazza sorrise, e Louis non riuscì a fare a meno di pensare che somigliasse tantissimo ad Harry. - Quello che ci ha mandato il gufo la settimana scorsa!

- Ah, lui - Harry arrossì violentemente e si guardò le scarpe.

- Te lo dicevo - fece Gemma a sua madre, trionfante. - Ve lo dicevo che era il suo ragazzo!

- L'amico segreto ha detto che l'incantesimo è molto difficile e la comunicazione dura per poco tempo. Dev'essere uno studente modello, se è riuscito a farlo! - esclamò sua madre felice, battendo una volta le mani.

Gemma si girò di scatto verso di lui. - Ti sei messo con Liam Payne?!

Louis alzò gli occhi al cielo ridendo in silenzio.

- No! - rispose Harry, diventando ancora più rosso di prima. - E'... si chiama Louis.

- Possiamo vederlo? - chiese suo padre, parlando per la prima volta da quando avevano iniziato la comunicazione.

- Non... non è qui. Per ora.

- Digli che è invitato da noi, quest'estate! - disse sua madre.

Louis sentì il panico prendere possesso di lui, ma decise che lo avrebbe ignorato. Oltretutto l'incantesimo sarebbe durato ancora per poco, e poteva farcela.

Harry annuì, sorridendo. - Va bene.

Gli raccontò della sua giornata e dei regali che aveva ricevuto, della festa che i suoi amici gli avevano organizzato e persino del tempo che faceva lì al castello, fin quando non furono costretti a salutarsi, e la comunicazione si interruppe proprio mentre Harry mandava un bacio con la mano alla sua famiglia. Non appena la loro immagine scomparve, il riccio si alzò dalla poltrona e si fiondò su di lui, abbracciandolo stretto. - Ti amo - disse. - Sono così felice di averli visti. Grazie.

Louis gli accarezzò dolcemente la schiena. - Non devi ringraziarmi, piccolo.

Harry gli lasciò un bacio sul collo, sfregando il naso contro la sua pelle, per poi staccarsi da lui e guardarlo negli occhi. - Scusa se non ti ho presentato, ma... vorrei prima dirgli che sei il mio insegnante. Non... non so come la prenderanno e non voglio che tu debba assistere alla scena.

Louis aggrottò le sopracciglia, ma gli accarezzò la guancia dolcemente. - Non ti preoccupare. Hai paura che non approvino?

- In un certo senso - rispose. - Forse si arrabbieranno un po', ma poi gli passerà.

Louis annuì, cercando di nascondere la preoccupazione nel suo volto, per poi baciarlo, desiderando di non staccarsi mai più da lui.

•••

Quello si era senza dubbio classificato al primo posto nella lista dei compleanni migliori che avesse mai trascorso in diciassette anni della sua vita. Aveva gli occhi leggermente umidi per la sorpresa, perchè rivedere i suoi genitori e sua sorella era stato in assoluto il regalo migliore che potesse ricevere visto che nessuno era mai riuscito a fare niente del genere in quei sei anni a Hogwarts e solo un mago esperto come Louis ci sarebbe riuscito.

Sapeva che sua sorella avrebbe subito capito che quell'amico segreto era un fidanzato perchè era stata l'unica a cui lui aveva espresso il suo tremendo amore per Johnny Depp, un attore del mondo dei babbani, e sua sorella aveva un rapporto troppo speciale con sua madre per non dirglielo.

Si sentì comunque contento perchè nessuno di loro si era sconvolto più di tanto, forse però si sarebbero realmente preoccupati quando sarebbero venuti a conoscenza del fatto che Louis in realtà era un professore e non un alunno di Hogwarts.

- Hai visto che ti hanno anche invitato da noi in estate? - sorrise contento.

Louis sorrise a sua volta - Sì, sarà... strano - arricciò il naso e Harry subito dopo gli stampò un bacio sulle labbra, non riuscendo a resistere. Avrebbe voluto baciarlo per tutta la sera e ringraziarlo infinitamente per il gesto perchè era una cosa che davvero non si aspettava.

- Tua sorella ti somiglia tantissimo - disse poi, carezzandogli il volto con una mano.

- Sì, ce lo dicono tutti -

- E' molto bella - ammise Louis e Harry assottigliò lo sguardo. Il professore scoppiò a ridere - Ma io sono follemente innamorato del fratello -

- Ti sei salvato giusto in tempo, Tomlinson - disse, scompigliandogli il ciuffo per poi sentire la presa di Louis sul suo polso. Questo lo trascinò verso la camera da letto per poi buttarlo sul materasso e Harry rimbalzò appena, distendendosi completamente.

Louis se ne stava lì vicino a lui a fissarlo.

- Perchè non ti siedi pure tu? - disse battendo la mano nel posto vuoto accanto a lui. Louis non se lo fece ripetere più di una volta e si mise al suo fianco.

- I regali non sono finiti qui oggi - sussurrò poi.

- Come? - fece Harry.

Louis si mise a cavalcioni su di lui, stringendogli i polsi con le mani e quello emise un piccolo gemito, sentendo i loro bacini scontrarsi - Ho detto che i regali non sono finiti qui - sussurrò avvicinandosi alle sue labbra.

- Hai ancora qualcos'altro per me? -

- Oh, sì mio piccolo Styles - Harry mosse il bacino verso l'alto facendo scontrare il suo membro contro quello di Louis. Quest'ultimo però spinse maggiormente i polsi di Harry contro il materasso, come per obbligarlo a fermarsi.

- Non ti è consentito comandare stasera -

- Non mi capita quasi mai di comandare, in realtà - ridacchiò.

- Sono io quello grande, devi stare ai miei ordini, piccolo Styles -

- Io amo stare ai tuoi ordini - disse con voce provocante. Louis si avvicinò alle sue labbra baciandolo con foga e Harry fu costretto a soffocare un gemito. Sentire la lingua di Louis sulle sue labbra lo faceva eccitare da morire e sentì immediatamente il suo membro indurirsi, soprattutto quando Louis rese tutto ancora più eccitante strusciandosi lentamente contro il suo bacino.

- Dio... mi fai... - sussurrò, ma la voce gli morì in gola.

- Ti faccio...? - chiese Louis ma Harry non riuscì a rispondere, perchè quello aveva continuato a muovere il bacino in modo sinuoso contro di lui e l'eccitazione non gli permise di parlare. Louis però gli tirò con una mano piano i capelli, avvicinandosi al suo orecchio - Dimmelo - sussurrò.

Il riccio fece di nuovo fatica a rispondere, farfugliò qualcosa e Louis rispose tirandogli ancora di più i capelli - Dimmelo - ripetè.

- Mi fai... arrapare da morire - sussurrò, ansimando. Louis subito dopo sorrise soddisfatto, fermando il suo bacino e guardandolo fisso negli occhi. Harry lo guardò dal basso con la bocca socchiusa e con il respiro irregolare, mentre il suo petto si abbassava e si alzava velocemente.

- Questa... mi servirà per altro - disse poi Louis passando una mano tra i suoi ricci, sfilandogli la sciarpa verde militare che gli aveva regalato lui e la fece girare attorno alla sua mano tirandola leggermente. Harry continuò a fissare ogni suo piccolo movimento, come se fosse del tutto ammaliato.

Louis lo spinse leggermente indietro verso la testata del letto, prendendogli i polsi nel modo meno delicato possibile e facendogli aderire le mani contro le barre in ferro del letto e Harry ansimò sentendo quel contatto freddo. Il suo professore usò la sua sciarpa per legargli le mani contro il letto, facendo un nodo piuttosto stretto.

- Umh - ansimò Harry.

Louis gli sbottonò completamente la camicia, carezzandogli il petto con una mano e arrivando fino alla vita. Lo tirò verso il basso dal bordo dei pantaloni, ma quello non riuscì a muoversi più di tanto perchè era legato al letto e a quel punto Louis sorrise soddisfatto. Gli sbottonò con un gesto i pantaloni, quasi fino a rompergli la cerniera e glieli abbassò con un gesto veloce, facendoli scivolare a terra.

Il professore si avvicinò ai suoi boxer e glieli sfilò piano piano e Harry si limitò ad ansimare e mugugnare parole sconnesse. Il suo membro duro, appena fu liberato dalla stretta dei boxer, si scontrò con il viso di Louis tremendamente vicino al suo bacino. Quello lo prese subito in bocca, succhiando piano la punta per poi percorrere tutta la lunghezza con la lingua e Harry non potè fare altro che muovere piano il bacino, sentendo la mano di Louis stamparsi contro la sua coscia e sentì un piccolo dolore che però aveva reso tutto ancora più eccitante.

Louis fece in modo che il membro di Harry potesse entrare interamente nella sua bocca e quello portò la testa all'indietro sentendo un brivido carezzargli tutta la colonna vertebrale mentre Louis aveva iniziato a massaggiargli tutta l'intimità con le labbra, ora con movimenti lenti ed esasperanti, ora aumentando la velocità.

Si fermò poi all'improvviso, staccandosi dal membro di Harry facendo schioccare le labbra e si mise a cavalcioni su di lui, sfilandosi la camicia. Harry rimase immobile, lo sguardo fisso su di lui che bottone dopo bottone, mostrava la pelle chiara del suo petto fino a quando non si trovò totalmente a torso nudo e la camicia raggiunse esattamente quella di Harry nel pavimento.

- Vuoi divertirti ancora, bambino mio? - disse sottovoce e avvicinandosi al suo volto, facendo scontrare i loro nasi. Quello annuì velocemente e subito dopo sentì le mani di Louis contro le proprie e quello sfilò il nodo che lo teneva legato contro le barriere di ferro del letto.

Louis lasciò la fascia di fianco a loro per poi prendere Harry dal bacino e girandolo con un gesto veloce e mettendolo gattoni nel letto. Harry poggiò i gomiti contro il materasso, sentendo la mano di Louis tra i suoi ricci: glieli massaggiò piano, facendogli muovere la testa, per poi tirarglieli con forza.

Subito dopo però sentì tutte e dieci le dita di Louis premere contro il proprio fondoschiena, dopo avergli dato una pacca su entrambe le natiche. Harry gemette forte e Louis poi strinse forte la pelle del suo fondoschiena, per poi avvicinare due dita alla sua apertura.

Le insinuò piano dentro e Harry fu costretto a scontrare la faccia contro il materasso per quel maledettissimo dolore iniziale che sentiva tutte le volte. Louis però non si fermò davanti quei gemiti di dolore, anzi continuò il suo lavoro facendo entrare e uscire ripetutamente le sue dita e Harry iniziò a provare un forte piacere, soprattutto quando quello lo penetrò con tre dita anziché due, mentre sorrideva soddisfatto sentendolo gemere sotto il suo tocco.

Harry portò la testa indietro e si voltò verso di lui per poterlo guardare mentre fissava le sue dita muoversi. Le tirò fuori e poggiò di nuovo entrambe le mani sulle sue natiche, premendo le dita con forza, per poi avvicinarsi verso l'apertura di Harry, passandoci sopra la lingua e quello non ebbe quasi nemmeno le forze di ansimare, sentendo solo un forte piacere. Louis premette la lingua contro l'apertura del riccio, facendola roteare piano, per quanto le misure lo consentissero, attorniandola poi con le labbra e lasciandoci sopra un po' di saliva. Poggiò lì di nuovo un dito, premendo di nuovo dentro e Harry gemette così forte che gli parve di urlare.

Qualche secondo dopo Louis si mise meglio in ginocchio, sbottonandosi da solo i pantaloni, per poi levarseli e lasciandoli accanto a loro nel letto insieme ai suoi boxer e poi afferrò di nuovo la sciarpa di Harry.

Lo spinse in avanti, premendolo completamente contro il letto e afferrandogli di nuovo i polsi, mettendogli le braccia incrociate dietro la schiena. Tenne i due polsi con una mano e con l'altra li legò tra di loro con la sciarpa verde. Quando finì, prese il suo membro tra le mani e lo penetrò piano, tenendosi ai ricci di Harry per potersi spingere dentro e la stanza ormai era piena dei suoi forti ansimi.

Louis fu completamente dentro e iniziò a spingere forte aumentando ritmicamente la velocità delle sue spinte, reggendosi dai capelli di Harry con una mano e tenendogli i polsi legati con l'altra mentre spingeva dentro di lui con tutta la forza che aveva in corpo.

Gli tirò i capelli e si abbassò verso il suo orecchio - Dimmi di chi sei - sussurrò piano.

- T... tuo - disse Harry, urlando subito dopo, visto che Louis aveva toccato il suo punto con una spinta più violenta delle altre.

- Dimmelo - ansimò quello.

- Sono... sono solo di Louis Tom... oddio - urlò di nuovo e sentì di nuovo Louis tirargli i capelli. Gli fece piegare di nuovo le gambe mettendolo in ginocchio con il volto premuto contro il materasso, mentre con foga spingeva dentro di lui. Harry non riusciva più a calcolare con quanta velocità si stesse muovendo, ma sicuramente di quel passo sarebbe venuto da un momento all'altro.

Subito dopo Louis poggiò una mano sul membro di Harry pompando con forza e masturbandolo, muovendo la mano con lo stesso ritmo con cui spingeva dentro di lui. Toccò il suo punto ancora un paio di volte e subito dopo Harry venne violentemente sul materasso, ma non ebbe il tempo di metabolizzare e di godersi il suo orgasmo, che Louis gli aveva tirato di nuovo i capelli e aveva iniziato a dare le sue ultime spinte.

Venne poco dopo, un po' dentro di lui e un po' sul suo fondoschiena.

Harry era sfinito e si accasciò completamente sul letto, ancora con i polsi legati dietro la schiena: quello sì che era un altro regalo con i fiocchi.

•••

Louis era ancora in ginocchio dietro Harry, il respiro pesante e lo sguardo fisso sul corpo del suo ragazzo: era spalmato sul letto, completamente esausto, con le gocce di sudore che si mischiavano allo sperma di Louis sul suo fondoschiena. Aveva gli occhi chiusi e la bocca semi aperta in un'espressione di chi era assolutamente in pace con se stesso, nonostante avesse i polsi legati dietro la schiena.

Louis circondò le sue gambe con le proprie e si sedette su di lui, sciogliendogli i polsi e iniziando a massaggiargli le spalle. Harry gemette, rilassato, e portò le braccia sopra la sua testa, sorridendo.

Rimasero così per un po', Louis che lo massaggiava piano, finchè non parlò, interrompendo il confortevole e rilassante silenzio che si era creato. - Tutto okay? - sussurrò.

- Mh - fece Harry, in segno d'assenso.

Louis sorrise. - Sono stato troppo duro?

- Oh sì, decisamente - rise il riccio, senza però aprire gli occhi.

- Scemo - rise e gli diede un colpo sulla spalla, scivolando alla sua sinistra e coricandosi vicino a lui. Gli spostò i capelli dal viso e lo guardò in tutta la sua bellezza, notando che le sue labbra erano ancora arrossate.

Lo amava. Non credeva di aver mai amato qualcosa o qualcuno così tanto nella sua vita, era un sentimento del tutto nuovo per lui, ed era felice che la persona verso cui lo provava fosse Harry. Perché Harry ricambiava, Harry lo amava e gli stava vicino, e non c'era cosa più bella al mondo.

Gli accarezzò dolcemente la guancia e Harry si spinse contro la sua mano, sorridendo mentre le sue guance si tingevano di rosa. Era assolutamente uno spettacolo.

- Sei così bello... - sussurrò, quasi senza rendersene conto.

Finalmente Harry aprì gli occhi, e lo guardò. - Amo quando me lo dici. Nessuno me l'ha mai detto.

- Davvero?

- Sì. A parte mia madre - ridacchiò.

A Louis sembrava assurdo, perché Harry era l'essere più bello che avesse mai visto nella sua vita, senza esagerare. Nessuno aveva i suoi occhi verdi, nessuno aveva il suo naso perfetto e le sue labbra rosa e carnose; nessuno aveva i suoi ricci, le sue mani e la sua voce. Nessuno era Harry Styles. - Allora te lo dirò più spesso.

Harry arrossì ancora e gli diede un leggero bacio sulle labbra. - Quando fai il compleanno, Lou? - chiese poi.

- Il ventiquattro dicembre.

- La vigilia di Nat... il ventiquattro dicembre?! - esclamò, mettendosi a sedere di scatto e guardandolo con gli occhi spalancati.

Louis annuì e si mise anche lui seduto, preparandosi a una bella strigliata. - Già.

- Perché non me l'hai detto? - sembrava quasi ferito.

- Non lo so - fece spallucce. - Non volevo festeggiare, volevo solo stare con te. C'era già il Natale in mezzo, e... non lo so, Harry. Semplicemente non mi è venuto in mente.

- Non ti è venuto in mente? Hai fatto tutto questo per il mio compleanno e io non ti ho neanche fatto un regalo.

- Ehi - disse, prendendogli una mano e intrecciando le loro dita. - Non voglio nessun regalo, mi basti tu. Mi dai già abbastanza ogni giorno.

Il riccio sorrise e strinse la sua mano. - Avresti dovuto dirmelo, però.

- Scusa.

Harry annuì e si avvicinò mettendosi cavalcioni su di lui, per poi abbracciarlo. Erano ancora nudi e sudati, ma a nessuno dei due importava, perché erano insieme ed era tutto quello che contava.

Louis però non era stato completamente sincero con lui. Non gli aveva detto del suo compleanno perché lo aveva sempre odiato, ma era qualcosa che apparteneva al suo passato, e non poteva cambiarla. Ma forse Harry ci sarebbe riuscito, proprio com'era riuscito a cambiare lui e la sua vita.

- Non mi è mai piaciuto, il mio compleanno.

- Perché, amore? - chiese Harry, alzando lo sguardo su di lui e baciandogli piano la mandibola.

- Perché ai miei genitori non importava. Erano sempre impegnati ad organizzare grandi feste per la Vigilia, e il mio compleanno veniva dimenticato.

- Adesso ci sono io - disse, tornando a guardarlo negli occhi. - E il ventiquattro dicembre per me sarà solo il tuo compleanno. Sempre.

Louis lo strinse forte a sé e si morse il labbro per impedire a una lacrima di scendere. Ogni cosa che Harry faceva o diceva non faceva altro che confermare il fatto che fosse una persona fantastica, e Louis aveva perso le speranze, prima di conoscerlo. Era fermamente convinto che non ci fossero persone come lui al mondo, ma Harry aveva smontato anche quella sua certezza. - Grazie - gli disse.

- Grazie a te.

- Di cosa?

Erano ancora abbracciati e Louis non riusciva a vedere il suo viso; dopo qualche secondo rispose. - Di amarmi.

Quelle parole gli provocarono i brividi per tutto il corpo, e non seppe cosa rispondere. Preferì rimanere in silenzio ma stringerlo ancora più forte, perché in quel modo avrebbe detto molto più di quello che poteva dire con le parole.

Louis non era bravo con le parole, ma era bravo con i gesti, e aveva intenzione di rimanere abbracciato a Harry per tutta la notte.

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