Capitolo 17
Era incredibile come gli ultimi giorni fossero passati senza che Harry se ne fosse realmente accorto: era passata ormai la metà di gennaio da quasi una settimana e si avvicinava il suo compleanno, ma soprattutto si stava rendendo conto che già aveva trascorso ben quattro mesi ad Hogwarts, mesi nei quali la sua vita era cambiata radicalmente.
Tornando a Londra avrebbe dovuto raccontare tutto ai suoi genitori, avrebbe dovuto dire loro di Louis e di come si fosse innamorato inconsapevolmente di lui nell'istante in cui aveva varcato la soglia della Sala Grande il primo settembre. Aveva uno splendido rapporto con i suoi genitori, quindi non poteva di certo tenere loro nascosto qualcosa del genere: non sapeva in che modo avrebbero reagito, ma non si creava problemi a dire loro come stavano realmente le cose.
Nelle ultime settimane la sua media scolastica si era nuovamente alzata e i professori si erano complimentati con lui per esser riuscito a recuperare il ritmo scolastico e ogni volta avrebbe voluto rispondere con un "merito di Louis Tomlinson", ma si limitava a sorridere.
Sfortunatamente però aveva passato diversi giorni senza vedere Louis nemmeno per cinque minuti, perchè doveva studiare e perchè Liam e Niall lo costringevano a rimanere in Sala Comune perchè "non poteva uscire ogni sera, qualcuno primo o poi l'avrebbe scoperto". Quando però ne aveva l'occasione andava sempre da lui per passare un po' di tempo in sua compagnia, con frasi sdolcinate davanti al camino oppure facendo l'amore, ripetendosi più e più volte quanto si amassero a vicenda.
Harry non si sarebbe mai aspettato che qualcuno potesse amarlo così tanto, eppure quel qualcuno era arrivato quando meno se l'aspettava.
Quella mattina però non si era svegliato di buon umore, ma non ne capì fondamentalmente il motivo: dormire senza Louis al suo fianco a volte non gli consentiva di alzarsi con il piede giusto la mattina. Si era svegliato tardi rispetto al solito e per di più i suoi capelli avevano deciso di non stare a posto e quella cosa lo fece innervosire maggiormente. Ne approfittò però per mettere la sciarpa che Louis gli aveva regalato per Natale, almeno indossandola i suoi capelli avrebbero preso forma, più o meno.
La incastrò tra i ricci e subito dopo si accorse che era ancora in tempo per fare colazione. Andò verso la Sala Grande dove già erano riuniti la maggior parte degli alunni, tra cui anche Niall e Liam.
Si avvicinò a loro e si sedette accanto a Niall.
- Sei in ritardo oggi, tutto okay? - fece il biondo.
- Sì, stamattina mi sono svegliato... strano, nervoso - ammise bevendo un po' di succo di zucca: aveva corso fino a lì per potersi rilassare un attimo prima delle lezioni e gli era venuta una gran sete.
Tentò di calmarsi e lo fece voltandosi, come sempre, verso il tavolo dei professori dove uno splendido Louis Tomlinson stava mangiando un pancake. Sorrise, sentendosi improvvisamente meglio. Sì, Louis Tomlinson era un mago, ma di certo non aveva usato nessun tipo di incantesimo per stregarlo in quel modo e per renderlo così felice e tranquillo ogni volta che lo guardava.
Improvvisamente però sentì il suo cognome pronunciato da un ragazzo del quinto anno di Grifondoro di cui conosceva soltanto la faccia - E' arrivato Styles! Attenzione ragazzi, potrebbe innamorarsi di voi - dopo quella frase altri due ragazzi scoppiarono a ridere: Harry si sentì confuso, non capiva assolutamente cosa intendesse con quella frase e per questo guardò Niall e Liam alzando un sopracciglio.
- Scusami? - fece dopo.
Quelli risero ancora e poi parlò un altro ragazzo, con i capelli rossicci e le lentiggini sulle guance - Styles, lo preferisci lungo o piccolo? - risero ancora e Harry sbarrò gli occhi.
- S... scusami? - ripetè di nuovo, con la voce che gli tremava.
- Dai! Non fare il finto tonto! - disse il terzo ragazzo.
- Lo sappiamo che ti si alza soltanto quando vedi un altro cazzo - continuò il rosso.
Harry si sentì morire. Nello stesso momento però si accorse che Evelyn era vicino a loro e rideva di gusto, reggendosi la pancia con la mano.
Il riccio strinse il pugno nel tavolo mentre sentiva quelle risate rimbombargli nella testa e Niall gli poggiò una mano sulla gamba - Harry, tranquillo - sussurrò.
- Non risponde nemmeno! Allora è tutto vero! - disse il primo ragazzo che aveva parlato, alzando il tono della voce.
- Ragazzi, Harry Styles è davvero gay come aveva detto Evelyn! - Harry spalancò ulteriormente gli occhi non appena si accorse che una buona parte del tavolo dei Grifondoro si era voltata verso di lui e aveva iniziato a fissarlo e a ridere. Sperava che Louis potesse sentire per poter fare qualcosa, ma non successe niente. Iniziò a chiedersi cosa avesse fatto pensare a Evelyn tutto questo, si chiese se sapesse anche di Louis. Alcuni suoi amici babbani gli avevano detto che di solito le ragazze quando vengono rifiutate iniziano a dire cose cattive in giro, anche cose false.
Ma Evelyn sapeva la verità o aveva soltanto inventato una cavolata che però rispecchiava esattamente la realtà dei fatti? Si era fregato anche da solo, non aveva saputo dare una risposta a quei tre stupidi e adesso pensavano che le parole di Evelyn fossero vere. Iniziò a sentire caldo, stava entrando in panico e Niall aveva iniziato a stringergli ancora più forte la gamba quando le risate si moltiplicarono.
Ad Harry sembrò di vedere quelle bocche muoversi quasi a rallentatore e quel momento gli parve infinito. Si alzò di scatto e decise di andare via e a seguirlo furono Niall e Liam.
Non aveva avuto nemmeno le forze di pensare a quanto fosse stata stronza e cattiva Evelyn per aver messo in giro quella voce, si sentì solo sprofondare e iniziò ad allontanarsi dalla Sala Grande con Niall e Liam che lo seguivano urlando il suo nome per dirgli di fermarsi.
Aveva soltanto voglia di nascondersi e non farsi più vedere da nessuno: aveva bisogno di Louis in quel momento e ringraziò il cielo che la prima lezione della giornata sarebbe stata Difesa Contro Le Arti Oscure.
Andò in aula ma ancora non era arrivato nemmeno il professore e si ritrovò solo con Niall e Liam, costretto a trattenere le lacrime. Nessuno dei tre proferì parola, rimasero soltanto lì ad aspettare che la lezione potesse cominciare.
•••
Quella mattina Louis aveva lezione con il sesto anno di Grifondoro, e dopo colazione si fiondò subito nella propria aula per preparare il tutto. Non appena entrò, una decina di minuti in anticipo, vide che già tre ragazzi erano dentro: Liam Payne, Niall Horan e Harry.
- Buongiorno professore - fece subito Liam, alzandosi dalla sedia in segno di rispetto.
- Buongiorno - rispose Louis.
Harry si girò di scatto verso di lui e Louis notò che aveva in testa la sciarpa che gli aveva regalato a Natale. Non riuscì a trattenersi dal sorridere, ma si sentiva a disagio a fare qualsiasi cosa in presenza degli altri due ragazzi, anche se sapevano della loro storia; il riccio, invece, non sembrava del suo stesso avviso, e si avvicinò a lui dandogli un bacio sulla guancia. - Ciao.
Louis era sicuro di essere arrossito dalla testa ai piedi per l'imbarazzo, ma cercò di non pensarci troppo. - Ehi - rispose, sussurrando. Sentì la risatina di Horan dietro di lui ma decise di ignorarlo. - Che ci fai qua così presto?
Harry fece spallucce. - Avevo finito di fare colazione e sono venuto a trovarti.
- Non potevi... non potevi venire da solo? - sussurrò, e quasi fece fatica a sentire la sua stessa voce.
Il riccio ridacchiò. - Scusa - rispose, accarezzandogli una guancia.
Louis cedette e gli diede un bacio in fronte, per poi andare a sistemare le cose per la sua lezione. Quel giorno avrebbe dovuto aiutarli ad esercitarsi ancora una volta con il Patronus, così spostò direttamente in quel momento i banchi ai lati dell'aula e scrisse la formula sulla lavagna - in caso qualche inetto l'avesse dimenticata.
- Siete carini - sussurrò Niall a Harry, ma a quanto pare non abbastanza forte da non farsi sentire. Louis fece finta di niente e continuò a scrivere sulla lavagna.
- Lo so - rispose il riccio, felice.
- E' strano vederlo così gentile - disse anche Liam. - Non potrebbe farci dei favori, visto che siamo tuoi amici?
- Payne, Horan - li chiamò Louis, anche se era infinitamente divertito e stava cercando di trattenere un sorriso. - Aprite le porte dell'aula invece di importunare Styles con le vostre domande sulla sua vita privata.
- S-sì signore! - scattò subito Liam, seguito poi da Niall.
Harry rise e gli mandò un bacio da lontano.
~~
La lezione iniziò tranquillamente, e mentre i ragazzi provavano i loro Patroni, Louis camminava tra di loro per vedere come andavano e per aiutarli. Payne era fastidiosamente perfetto, e quindi decise che si sarebbe inventato qualcosa che non andava solo per dispetto. - Payne, metti la mano così - gli disse, spostandogli leggermente il polso. - Così hai una presa migliore.
Liam annuì e provò di nuovo l'incantesimo. - Expecto Patronum! - disse, e una bellissima tigre argentata fuoriuscì dalla sua bacchetta. - Grazie professore! - gli disse raggiante.
Louis lo guardò sconvolto, notando che il suo consiglio aveva avuto effetto anche se l'aveva completamente inventato, e scosse la testa rassegnato: quel ragazzo era assurdo, riusciva in tutto e anche bene. - Venti punti a Grifondoro, Payne.
Quello lo guardò con gli occhi spalancati e Louis gli fece l'occhiolino, prima di spostarsi verso Evelyn. Ora sì che si sarebbe divertito. - Garrett - la chiamò. - Ancora niente?
La ragazza scosse la testa bionda. - Proprio non riesco.
Louis sbuffò, non aveva intenzione di fare il carino con lei. - Se metti la mano come se tenessi un coltellaccio da cucina non ci riuscirai mai. La presa giusta è questa - disse, aggiustandole la bacchetta nella mano. - E devi pensare ad un ricordo felice. Felice, capito?
- Ci penso, ma...
- Vuol dire che non è abbastanza felice - disse Louis, secco. - Impegnati di più.
Evelyn annuì e chiuse gli occhi. Dopo qualche secondo parlò di nuovo. - Expecto Patronum! - disse, ma dalla sua bacchetta uscì un semplice sbuffo argentato.
Louis scosse la testa sorridendo e si spostò accanto a Niall. - Allora, Horan - Il biondo deglutì e lo guardò con sguardo nervoso, prima di riportare gli occhi sulla sua bacchetta. - A che punto siamo?
- La mia lepre oggi è timida - rispose, arrossendo.
Louis rise. - Certo. Stai pensando ad un ricordo felice?
- Sì. Lo stesso della volta scorsa.
- Allora concentrati di più - disse semplicemente, e gli diede una pacca sulla spalla.
- O-okay - rispose Niall, con uno sguardo confuso.
Proprio in quel momento Louis si accorse che alcuni ragazzi ridevano vicino ad Harry, ma non ci fece caso e andò dalla parte dei Serpeverde per controllare anche il loro lavoro. Inutile dire che quasi tutti erano riusciti a fare un Patronus, chi più chi meno splendente, e Louis era incredibilmente soddisfatto della sua Casa.
Continuava a sentire risate provenire dai Grifondoro, ma non gli interessava in quel momento, così decise di andare a controllare qualcuno di loro che aveva saltato.
- Anderson - disse, avvicinandosi ad un ragazzino con i capelli rossi. All'inizio aveva pensato fosse un Weasley, ma il suo cognome non corrispondeva. - Ci sei riuscito finalmente?
- Volevo far apparire qualcosa di lungo per Harry, ma non ci riesco - disse, cercando di trattenere le risate.
Louis alzò un sopracciglio. - Prego?
- Niente - disse quello, e tornò a concentrarsi sul proprio incantesimo. Mentre Louis stava aiutando Anderson a migliorare la presa, che a quanto pare era un problema comune ai Grifondoro, sentì di nuovo qualcuno ridere, e stava già cominciando ad irritarsi.
- Hai mai provato con la bacchetta, Styles? Sono sicuro che funziona! - disse una voce.
- Ragazzi io non mi cambio più davanti a Styles... - anche a quest'affermazione seguì un coro di risate.
- Stai zitto, Parker - fece la voce di Harry, piuttosto irritata.
- Cosa c'è, Harry? Ti da fastidio che ti chiami frocio?
Louis si irrigidì sul posto e si girò lentamente verso il gruppo: Harry era attorniato da alcuni ragazzi e stava cercando di ignorarli, con le lacrime agli occhi, mentre quelli lo infastidivano con battute omofobe. Louis strinse i pugni e cercò di raccogliere tutta la sua ormai inesistente pazienza per non lanciare un Crucio a tutti loro, e si avvicinò al gruppo. - Parker, Johnson, Smith, Carter - li chiamò. - Avete un problema?
Jack Parker, un ragazzo alto e dai lineamenti forti, fece spallucce. - Stavamo solo scherzando con Styles.
- Su cosa, di preciso?
- Gira voce che Styles sia frocio - ridacchiò.
Louis strinse i pugni. - E credi che sia divertente, Parker? Credi che sia divertente insultare qualcuno per la propria sessualità?
- Era solo per ridere...
- Non c'è niente da ridere! - sbottò Louis, e tutta la classe si girò a guardarli. - Vi levo dieci punti a testa e voglio entro domani due rotoli di pergamena su come fare ad estrarre un Bezoar da una capra senza ucciderla. E se domani non me li portate vi levo altri ottanta punti, a testa. In questo modo, anche se vinceste la Coppa, non servirà a nulla. - I quattro ragazzi rimasero pietrificati sul posto a guardarlo, con gli occhi spalancati, ma a Louis non bastava. - Voglio sapere chi ha messo in giro queste voci.
I quattro si guardarono, e poi uno di loro, Smith, parlò. - Evelyn. Diceva che aveva la conferma...
Louis annuì e si avvicinò alla ragazzina bionda, che sembrava terrorizzata. - Voglio un riassunto di tutte le lezioni che abbiamo fatto fin'ora sulla mia scrivania entro domani. Non meno di due rotoli di pergamena. - Quella annuì, senza rispondere. - E se sento qualcun altro fiatare su questo argomento, vi levo tutti i punti della Casa.
Nessuno rispose, e Louis decise di continuare la lezione come se niente fosse, ignorando il peso che aveva sentito al petto quando aveva udito Harry tirare su col naso.
•••
Quella giornata era stata una delle più difficili che avesse mai affrontato e soprattutto era ancora lungi dal concludersi e ogni minuto che passava a contatto con i suoi compagni si sentiva sempre peggio.
Avrebbe voluto strozzare Evelyn con le sue stesse mani, tirarle i capelli fino a strapparglieli e qualche altra cosa cattiva che potesse in qualche modo farle capire quanto male facesse quella situazione: l'unico momento di sollievo l'aveva vissuto con Louis durante l'ora di Difesa. Quando aveva iniziato ad urlare contro ogni alunno che si permetteva di insultarlo si era sentito finalmente protetto, come se nessuno potesse più fargli del male. Ma quei punti levati ad ognuno di quei ragazzi non servirono assolutamente a farli zittire una volta finita la lezione di Difesa. Infatti, non appena uscì dalla classe, sentì Parker sussurrare un "tanto rimani comunque un frocio" che l'aveva portato a dover trattenere per l'ennesima volta le lacrime. Non avrebbe voluto seguire più nessuna lezione per quel giorno, ma fu costretto a seguire quella di Divinazione, Storia Della Magia e Trasfigurazione ma in nessun momento ebbe realmente pace.
Arrivato all'ora di pranzo, decise che non avrebbe mangiato nulla. Rimase nella Sala Comune da solo: non aveva assolutamente voglia di sentire quei ragazzini che lo insultavano in quel modo anche durante il pranzo, preferiva stare digiuno ma smettere di sentire quelle maledettissime risate ogni volta che qualcuno faceva qualche battutina sul suo conto.
Quando si accorse però che era arrivata l'ora di ritornare a lezione, uscì da lì dentro, passandosi una mano sotto gli occhi. Effettivamente era stato tutto il tempo a piangere, pensando a Louis e desiderando che potesse proteggerlo ogni secondo da quelli lì, perchè lui non aveva le forze necessarie per potersi difendere da solo: si sentiva stupido e debole davanti persone altrettanto stupide e deboli che nella vita non avevano niente di meglio da fare se non ripetergli "frocio" tutte le volte che passava vicino a loro.
Si chiese per quanto ancora tutto quello sarebbe durato.
Improvvisamente però apparve, esattamente all'uscita della Sala Comune dei Grifondoro, Louis che probabilmente lo stava cercando.
- Harry, finalmente! - disse infatti avvicinandosi a lui.
Il riccio tirò su con il naso e lo salutò con un gesto della mano. Louis si guardò intorno, accorgendosi che tutti erano ancora in Sala Grande e che loro due erano soli.
- Come stai, piccolo? - sussurrò.
Harry fece spallucce - Normale, credo - rispose tenendo lo sguardo basso. Alzò lentamente la testa e Louis si accorse degli occhi gonfi e rossi - Perchè non sei venuto a mangiare? -
- Non... non avevo fame - mentì.
- Harry, sei rimasto qua per quelli? - chiese con tono serio.
- N... no, figurati, solo che... non avevo fame - ripetè, con la voce che gli tremava.
- E' inutile che continui a dirlo - fece Louis - Non puoi più mentirmi, piccolo Styles - disse prendendogli il volto dal mento e sorridendo dolcemente. Il suo tono era cambiato, adesso era quello che tanto amava, quello che usava quando doveva consolarlo, quando cercava di strappargli un sorriso e puntualmente ci riusciva sempre.
Alzò un angolo della bocca.
- E' che non avevo voglia di sentirli parlare ancora, è tutto il giorno che mi prendono in giro -
Louis sospirò, probabilmente esasperato da quella situazione - Dio, quella Garrett - disse poi a denti stretti.
- Lo so... non la sopporto nemmeno io -
- Harry, devi riuscire ad ignorarli -
- Louis, come posso ignorarli? Io non... - si fermò all'improvviso lasciando la frase in sospeso. La voce iniziò a tremargli e sentì gli occhi inumidirsi, ma tirò di nuovo su con il naso per evitare di sembrare schifosamente debole anche davanti a Louis: non riuscì ugualmente a concludere la frase.
Louis lo fissava, mentre lui stava con lo sguardo basso ed entrambi erano rimasti zitti uno di fronte all'altro. Harry avrebbe voluto abbracciarlo e baciarlo, ma se solo fosse spuntato qualcuno sarebbe stata la fine per entrambi.
- Hai fame? - chiese poi Louis.
- Un pochino - rispose sottovoce.
Louis fece una di quelle magie che lui tanto adorava e davanti a lui spuntò un muffin enorme al cioccolato che Harry prese subito tra le mani, guardando il suo ragazzo - Mi farai ingrassare così - si passò di nuovo una mano sotto gli occhi e nello stesso momento sorrise. Lo fece anche Louis.
- Ti amo Harry, adesso mangia il muffin e vai a lezione, okay? - sussurrò carezzandogli i ricci e guardandosi di nuovo intorno.
- Va bene, okay... - Louis fece per allontanarsi, ma Harry lo fermò dal polso. Il professore si voltò verso di lui e il riccio lo guardò attonito per un istante poi ebbe le forze di parlare - Ti amo anche io - disse sussurrando in modo quasi impercettibile. Louis però riuscì a sentirlo e sorrise per poi andare via. Harry rimase lì da solo per qualche minuto con il suo enorme muffin in mano che divorò in pochissimo tempo: era davvero tanto affamato.
Louis sapeva sempre come farlo riprendere e come aiutarlo.
~~
La sera fu felice di essere finalmente nel dormitorio con Liam e Niall. I suoi amici avevano fatto di tutto per farlo distrarre e riprendere, dopo che la cena non era stata per niente gradevole. Niall e Liam lo avevano convinto ad andare a mangiare, fregandosene di Parker e compagnia bella ma non era stata assolutamente una buona idea.
Aveva fatto finta di non sentire per tutta la durata del pasto, ma in realtà riusciva a sentire tutte le frasi che gli rivolgevano e avevano iniziato ad andarci giù pesante con tutti quegli insulti. Non appena aveva finito di mangiare, infatti, era subito scappato in Sala Comune.
- Oggi a ora di pranzo Louis è venuto a cercarmi - disse Harry a Liam e Niall mentre erano da soli nel dormitorio - Mi ha fatto comparire un muffin gigante al cioccolato! - sorrise.
- Sul serio?! - fece Niall spalancando gli occhi - Come ha fatto?! -
Harry scoppiò a ridere - Non lo so, fa sempre questo genere di incantesimi, fa spuntare cose buone da mangiare - disse mentre sistemava il suo comodino che era diventato soltanto un ammasso di libri e altre cianfrusaglie.
- Oddio, voglio sapere come fa! - disse contento - Inizia a farmi simpatia questo Tomlinson - Harry si accorse come i suoi amici non riuscissero in nessun modo a chiamarlo "Louis", quando invece lui aveva avuto parecchie difficoltà a volte a chiamarlo "professore" durante le lezioni: ormai per lui era Louis, non più un semplice professore.
- Glielo chiederò stasera! -
- Stasera? - fece Liam.
- Sì, al solito orario andrò da lui -
- Sei sicuro Harry? Non vorrei che magari quei coglioni stessero lì a guardare ogni tuo movimento adesso - Liam effettivamente aveva ragione, ma dopo una giornata come quella non poteva assolutamente permettersi di non passare la serata con Louis. Aveva bisogno di vederlo e di sentirlo vicino e soprattutto tentare di dimenticare tutto quello che era successo.
- Si... ma... - lasciò la frase in sospeso e poi alzò le spalle - Starò attento - disse poi alla fine. Liam lo guardò titubante prima di cambiare discorso: rimasero lì insieme per un paio di orette a studiare Trasfigurazione prima che arrivasse il solito orario in cui Harry andava da Louis.
•••
Louis era stato nervoso per tutto il giorno: non gli era per niente piaciuto ciò che era successo a lezione, ed era sicuro che non sarebbe finita lì. Adesso che i suoi compagni sapevano che Harry era gay lo avrebbero tormentato e avrebbero cercato di scoprire se aveva qualche relazione con qualcuno, probabilmente; se aveva avuto bisogno di un motivo per convincersi che Harry avesse sbagliato a dire ad Evelyn che era impegnato, adesso lo aveva trovato. Avrebbero dovuto stare attenti, più attenti di prima.
A pranzo non aveva visto Harry nella Sala Grande, e si era preoccupato: sapeva che non aveva preso bene tutta quella faccenda e che era stato sull'orlo delle lacrime per praticamente tutto il giorno, ma non poteva andare a consolarlo davanti a tutti; e quando non l'aveva neanche visto a pranzo si era preoccupato ancora di più.
Aveva deciso di andare a cercarlo nella Sala Comune di Grifondoro, ma visto che non poteva entrare, aveva sperato che fosse stato lui ad uscire. E quando l'aveva fatto aveva notato che era più devastato di quella mattina, e gli si era stretto il cuore: aveva gli occhi rossi per il pianto e tirava ancora su col naso, ma Louis aveva fatto del suo meglio per tirarlo su di morale, per quanto gli era stato possibile.
Quei "ti amo" sussurrati erano stati la cosa più intima che si erano potuti dire o che avevano potuto fare, quando in realtà Louis avrebbe solo voluto prenderlo e baciarlo fino allo sfinimento, fino a far capire a quegli stupidi bulletti che sì, erano entrambi gay e si amavano alla follia, e che se avessero torto un capello al suo ragazzo lui li avrebbe fatti fuori ad uno ad uno con le sue stesse mani, anzi, con la sua stessa bacchetta, come ai vecchi tempi.
Di solito non gli piaceva pensare certe cose, ma nessuno poteva permettersi di trattare Harry in quel modo, nessuno.
Prima che iniziassero le lezioni del pomeriggio, Louis decise di andare a parlare con il suo migliore amico, così percorse la solita strada per arrivare all'aula di Divinazione.
- Zayn - disse subito, una volta entrato nella suo studio.
Il moro era intento a rivedere alcuni compiti. - Ehi - rispose, senza neanche alzare lo sguardo dai fogli davanti a lui.
- Ho bisogno di parlarti.
- Dimmi.
- No, devi guardarmi.
Zayn alzò gli occhi al cielo e posò la sua piuma sulla scrivania. - E' successo qualcosa?
- Più o meno. Harry ha detto ad Evelyn Garrett di essere impegnato con qualcuno e lei in qualche modo ha capito che è gay, o lo ha inventato e ha fatto centro, e adesso la voce si è sparsa e i suoi compagni lo stanno tormentando.
- E' terribile, Lou - disse, seriamente dispiaciuto.
Louis annuì. - Ho levato diversi punti a quegli idioti, ma ho bisogno che tu stia attento a quello che succede durante le tue lezioni. Harry è distrutto e...
- Lo farò Louis, senz'altro. Ma devi capire che non puoi prendere troppo a cuore questa situazione, o meglio, non puoi mostrare a tutti quanto questa cosa ti faccia stare male. Puoi dirlo a me, ma non puoi dirlo agli altri insegnanti.
- Ma è semplicemente un provvedimento disciplinare, lo farei per chiunque.
Zayn alzò un sopracciglio. - Sai benissimo che non è vero, lo sai tu, lo so io e lo sanno tutti. Normalmente non te ne importerebbe assolutamente niente. E considerato di cosa stiamo parlando, faresti meglio a non dire proprio nulla.
Louis allargò le braccia esasperato. - Non posso semplicemente lasciar correre!
- E invece devi! - rispose il suo amico, a tono. - Louis, potresti finire in un mare di guai se scoprono cosa succede, e non ne hai proprio bisogno.
Louis non rispose, ma pensò alle sue parole: Zayn aveva ovviamente ragione, ma lui non riusciva proprio a vedere Harry in quello stato e non fare niente. Ma allo stesso tempo non voleva rischiare di mandare a monte la loro relazione solo perché ci teneva troppo, quindi pensò che per il momento avrebbe seguito il consiglio di Zayn, nonostante gli pesasse davvero tanto.
- Promettimi che ci starai attento - gli disse solamente.
- Te lo prometto - rispose Zayn.
~~
Louis era stato sul punto di cancellare il loro solito appuntamento, quella sera. Aveva paura che qualcuno cominciasse a farsi domande, cominciasse a fare due più due, ma non ne aveva avuto il coraggio, sapeva che, dopo quella terribile giornata, se Louis gli avesse detto che non potevano vedersi, Harry sarebbe stato ancora peggio. Così lascio stare e lo aspettò, come sempre.
Era un po' più tardi del solito quando sentì i tre colpi alla porta, e si affrettò ad aprire. - Tutto bene? - gli chiese subito, senza nemmeno salutarlo.
Harry annuì ed entrò velocemente, chiudendosi la porta alle spalle. - Scusa se ho fatto tardi - disse. - Ho aspettato che andassero a dormire quasi tutti.
Louis sorrise. - Hai fatto bene.
- Senti - si passò una mano tra i capelli. - Mi dispiace. È tutta colpa mia se sta succedendo tutto questo, e potremmo finire nei casini entrambi...
- Harry...
- Quindi lo capisco se vuoi, non so... rompere con me - concluse, con la voce rotta.
Louis gli prese il viso con due mani e lo avvicinò a sé. - Per favore, non dire cazzate. Non ti lascerò mai.
- Lou...
- Ci siamo fatti una promessa, Harry. Non sarà di certo questo a fermarci.
Harry si gettò praticamente su di lui e lo abbracciò, seppellendo il viso nell'incavo del suo collo; rimase in silenzio per un po', ma Louis poteva sentire le sue lacrime contro la sua pelle ormai umida. Gli accarezzò piano i capelli, lasciandolo sfogare, anche se quasi veniva da piangere anche a lui.
- Vorrei solo che la smettessero - disse poi, tra i singhiozzi.
- Amore mio - sussurrò Louis, tra i suoi capelli. - Quando ti insultano, pensa a me. Pensa a quanto mi fai stare bene, a quanto ti amo. Pensa che abbiamo la cosa più bella al mondo e che nessuno potrà portarcela via.
Harry annuì e lo strinse ancora più forte a sé, e Louis non avrebbe voluto lasciarlo andare mai più. - Sono fortunato ad avere te.
- No, io sono fortunato.
•••
Non era assolutamente facile quella situazione, lo rendeva stressato e nervoso e soltanto il forte abbraccio di Louis riusciva a farlo riprendere. Gli aveva inumidito la camicia e il collo con le lacrime, ma ovviamente Louis non si lamentò: Harry alzò lo sguardo dopo quelle piccole dolci frasi che l'avevano fatto sentire protetto anche quella volta.
Subito dopo gli lasciò un bacio sulle labbra e Louis sorrise.
- Non posso più vederti piangere in questo modo - sussurrò, asciugandogli le lacrime che ancora gli bagnavano le guance.
- S... scusami - rispose quello, abbozzando un sorriso timido.
- Non scusarti - lo baciò di nuovo e Harry si strinse forte a lui. Sentiva l'aria che gli mancava e il cuore battere all'impazzata ma non aveva assolutamente intenzione di sciogliere la stretta, aveva soltanto voglia di stare attaccato a lui per sempre.
Louis lo prese poi per mano e lo trascino versò la poltrona dello studio e il riccio si sedette. Subito dopo il suo ragazzo si poggiò sulle sue ginocchia e Harry lo strinse forte a sè, carezzandogli dolcemente la schiena.
- Sono io che dovrei stare in braccio a te - rise, con gli occhi ancora arrossati.
- Perchè? -
- Perchè sono piccolo e indifeso e tu devi proteggermi -
Louis scoppiò a ridere per poi baciargli la fronte - Ti proteggo lo stesso anche se sto in braccio a te - Harry sorrise a sua volta e lo strinse maggiormente a sè. Poggiò la schiena contro la poltrona e Louis si accoccolò a lui.
- Liam e Niall sono... preoccupati - disse Harry.
- Anche Zayn -
- Davvero? -
- Sì, si preoccupa che possano scoprirci -
Harry annuì - Già, anche i miei amici - ci fu un momento di silenzio subito dopo, in cui Harry continuò a carezzare la schiena di Louis, insinuando la sua mano sotto la sua camicia, sfiorandogli la pelle piuttosto calda. Le sue mani erano fredde e per questo Louis ebbe un fremito e poi scoppiò a ridere. - Hai le mani ghiacciate - sussurrò.
- Lo so, fa freddo stasera -
Louis lo guardò alzando appena il sopracciglio avvicinandosi poi al suo orecchio, mordicchiandogli appena il lobo - Conosco un modo... - sussurrò prendendogli la mano e portandola vicino al cavallo dei suoi pantaloni. Harry sentì un brivido percorrergli tutta la spina dorsale ed ebbe quasi un fremito, sentendo il respiro di Louis contro la sua pelle - ...per poter riscaldare queste splendide mani - continuò. Prese poi la mano di Harry, come per analizzarla, toccando i suoi polpastrelli e carezzandone il dorso prima di poggiarla di nuovo contro il suo membro.
- Davvero? - disse Harry maliziosamente - Me lo insegni, professore - sussurrò poi.
Louis premette ancora la mano contro il cavallo dei suoi pantaloni e Harry sentì il suo membro indurirsi proprio sotto il suo tocco, mentre il professore lo accompagnava nei movimenti. Harry continuò a massaggiarlo piano e Louis subito dopo gli prese il volto con un dito e lo costrinse a guardarlo negli occhi. Passò un dito sulle labbra carnose di Harry e quello sorrise - Anche queste labbra avranno bisogno di riscaldarsi in qualche modo -
- Dimmi come e lo farò - sussurrò poi - Sai, ho tanto freddo - leccò appena il dito di Louis e quello continuò a passarglielo delicatamente sulle labbra. Harry osservò Louis mentre stava lì concentrato a osservare il movimento del suo dito. Subito dopo però, con un movimento fugace Harry lo prese dal collo facendo incontrare le loro labbra: lo baciò con passione, chiedendo subito accesso alla sua bocca e le loro lingue iniziarono ad inumidirsi a vicenda.
- Mh - sussurrò Louis nel bacio, per poi staccarsi - Non si riscaldano così le labbra, Styles, sei un cattivo ragazzo - disse, per poi cambiare posizione: Harry si alzò in piedi e Louis si sedette sulla poltrona.
- In ginocchio - sussurrò Louis e Harry obbedì senza troppe esitazioni, anzi fece un sorriso malizioso. Era quello che ci voleva dopo una giornata del genere, dopo aver versato troppe lacrime per gente che non lo meritava. Adesso voleva soddisfare il suo uomo, che era la cosa che meglio gli riusciva.
Il riccio si inginocchiò davanti a lui, abbassandogli i pantaloni neri e facendoli arrivare fino a terra. I boxer grigi rendevano l'erezione di Louis sempre più evidente e quello ormai stava lì fermo con le braccia poggiate sui braccioli della poltrona ad osservare i suoi movimenti. Harry alzò lo sguardo e iniziò a fissarlo dritto negli occhi mentre carezzava ancora la sua intimità attraverso il tessuto, fino a levare anche quelli con calma e lentezza.
- Perchè non ti dai una mossa, piccolino? - sussurrò mordendosi le labbra - Questa lentezza mi sfinisce - disse, prendendo con la mano la propria intimità e avvicinandola alle labbra di Harry: questo scostò la mano e il membro di Louis iniziando a muovere piano le dita contro la sua pelle, aumentando gradualmente la velocità dei suoi movimenti, fino a quando non sentì la mano di Louis tra i suoi ricci. Gli premette quasi il suo voltò contro la sua erezione e Harry fu costretto ad attorniare la punta con le labbra, andando sempre più a fondo e per poi accoglierlo interamente in bocca.
Louis gemette - Sei bravo - disse poi, portando la testa indietro - Impari in fretta -
Harry non rispose, si limitò soltanto a guardarlo continuando a muovere le labbra attorno a tutta la sua lunghezza, prima lentamente e poi andando più veloce spinto dalla mano di Louis, intrecciata tra i suoi capelli.
Harry sentì Louis tirargli di tanto in tanto i ricci, accompagnandolo nei movimenti, mentre faceva in modo che la sua lingua potesse muoversi attorno alla punta. Aveva iniziato anche ad usare la mano e questo fece gemere Louis sempre di più.
- Più veloce - ansimò Louis e Harry non se lo fece ripetere più di una volta.
Continuò per una manciata di minuti, con Louis che continuava a ripetergli di aumentare la velocità o che gli spingeva la testa per farglielo prendere interamente in bocca e quello non si permise di obiettare. Aveva continuato il suo lavoro, staccandosi di tanto in tanto per prendere fiato e gemendo appena quando passava la lingua su tutta la sua lunghezza, gesto che spesso era seguito da un "cazzo, Styles" di Louis alla quale Harry rispondeva sempre accennando una risatina.
Gli ultimi momenti furono un susseguirsi di gemiti provenienti dalla bocca di Louis e un aumento della velocità nei movimenti di Harry, fino a quando quello non venne praticamente sulle sue labbra. Il riccio rimase per un momento attonito, poi scoppiò a ridere leccandosi via il liquido, scambiandosi una serie di sguardi con Louis.
- Dio, sei così eccitante - sussurrò poi, e Harry si sedette a terra e sorrise.
- Ora non sento più tanto freddo, sai? - ridacchiò e Louis fece lo stesso, ancora preso dall'eccitazione e per questo poggiò la testa contro la poltrona, tentando di regolarizzare il suo respiro.
Harry rimase lì a fissarlo in tutta la sua bellezza.
Lo amava alla follia.
•••
Louis non era bravo con le parole, sapeva di non esserlo, e non era una persona romantica, quindi spesso trovava vie alternative per sollevare il morale a qualcuno. Il sesso era sempre un'alternativa vincente.
Stava lì, seduto sulla poltrona ancora mezzo nudo, aspettando che il suo respiro tornasse regolare, mentre Harry lo guardava dal basso, seduto a terra a gambe incrociate; i suoi occhi erano ancora rossi, ma almeno adesso sorrideva.
Louis si sporse in avanti e si rimise i boxer e i pantaloni. - Stai meglio?
Harry rise. - Sì, decisamente. Sai sempre come tirarmi su il morale.
- Sono nato per questo.
- Mi dici le domande del compito?
Louis alzò un sopracciglio e poi scoppiò a ridere. - Assolutamente no! Non ti raccomando, Styles.
- Ma professore! Neanche in cambio di prestazioni sessuali? - chiese, mordendosi il labbro.
- Quelle me le dai anche gratis.
Harry incrociò le braccia e mise il broncio. - Non è giusto.
- Ci tengo alla tua educazione, Harry. Devi studiare come fanno tutti gli altri.
- Ma...
- E poi se le dico a te tu le dici ai tuoi amici.
- Non è vero!
- Sì che è vero.
- Uffa.
Louis ridacchiò. - Vieni qua - gli disse, e stavolta fu il riccio a sedersi su di lui. - Come va con le lezioni? Tutto bene?
Harry annuì, giocando con i bottoni della camicia di Louis. - Sì. A volte mi esercito con il Patronus nelle ore libere, e mi viene molto bene. Anche se quello di Liam dura di più.
- Payne è un secchione.
- Ehi - gli diede un leggero colpo sulla spalla. - Non dovresti parlare così dei tuoi alunni.
- Ma è la verità - rise. - Cosa ne pensano di me, comunque? Payne e Horan - chiese poi. In realtà non gliene sarebbe importato niente in altre circostanze, ma quelli erano i migliori amici di Harry, e ci teneva a fare una buona impressione su di loro; o meglio, ci teneva a non essere odiato del tutto da loro.
- Liam non disprezza nessun insegnante, in generale li rispetta tutti. All'inizio diffidava un po' per quanto riguardava te, ma adesso è più tranquillo... poi lui riesce ad andare bene anche in Divinazione e Malik sembra avere una predilezione per lui, quindi Liam non conta. E Niall... diciamo che Niall è il suo esatto contrario, disprezza tutti i professori a prescindere - rise. - E poi tu non ti sei fatto di certo amare, all'inizio.
- Lo so, colpa mia - sorrise. - E adesso?
- Adesso è piuttosto sereno anche lui, nei tuoi confronti.
- Meglio così - rispose, abbastanza soddisfatto della risposta. Non si aspettava di certo che Payne e Horan lo amassero, anche perché era sicuro che a parte Harry nessun alunno di quella scuola provasse per lui qualcosa anche di solo lontanamente vicino all'affetto - soprattutto i Tassorosso -, ma quello lo considerava già un traguardo. Avrebbe potuto fare meglio di così, ma non se ne preoccupava più di tanto.
- E Malik? Cosa pensa di me?
Louis fece spallucce. - Sei un alunno come tanti, per lui. Non parliamo di queste cose.
- Non parli del tuo ragazzo al tuo migliore amico? - chiese, con un broncio.
- Certo che gliene parlo! - gli sorrise, accarezzandogli il braccio. - Ma oltre ad avermi detto che sei un bravo ragazzo non mi ha mai detto nulla. Non ti conosce, e per noi insegnanti è più difficile capirvi, rispetto a voi alunni.
- Magari qualche giorno mi farò conoscere anche da lui.
Louis gli diede un piccolo schiaffo sul braccio, facendolo ridere, e rimasero entrambi accoccolati sulla poltrona per molto tempo, baciandosi e accarezzandosi, o semplicemente chiacchierando. Quando si fece troppo tardi, però, Harry dovette andare via: gli aveva chiesto di dormire con lui, ma Louis aveva deciso che per un po' non sarebbe successo, perché dovevano essere molto prudenti, adesso più che mai. Harry per fortuna aveva capito, e gli aveva dato la buonanotte dopo un lungo bacio davanti alla porta.
E Louis si preparò ad un'altra notte serena.
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