Capitolo 16
Descrivere a Liam e Niall la mattina successiva cosa avesse provato quella sera, gli venne praticamente impossibile: non riusciva proprio a trovare le parole adatte per parlare di quell'atmosfera che si era creata, di come avessero pianto insieme sentendo la storia di Louis per poi dichiarare apertamente di amarsi l'un l'altro. Harry non era proprio riuscito a spiegare loro quello che realmente provasse per Louis, forse l'unico a saperlo era il suo cuore.
- Sei fatto troppo sdolcinato, Styles! - aveva detto Niall, mentre si sistemava i capelli biondi davanti allo specchio dopo che Harry aveva sussurrato un "lo amo" buttandosi così sul letto, con la faccia contro il cuscino.
Harry poi rise - E' l'amore che fa quest'effetto, dovresti provare ad innamorarti - disse.
- Nah! Non fa per me, sono uno spirito libero io - finì di sistemarsi i capelli e nello stesso momento uscì Liam dal bagno intento ad abbottonarsi la camicia: come sempre Harry era già pronto ma aveva preferito aspettare i suoi amici quella mattina per poter raccontare loro quello che era successo. I due erano rimasti abbastanza sbalorditi dal racconto di Azkaban e Harry aveva chiesto loro di non parlarne con nessuno. Si fidava di loro e per questo sapeva che non l'avrebbero mai fatto.
- Prima o poi ti innamorerai di qualcuno, Niall - disse Liam.
Niall fece un gesto con la mano in segno di disinteresse - Meglio poi che prima - rise - Non voglio ridurmi come il nostro povero Harry, che ogni volta che parla del professor Tomlinson sembra diventato cretino all'improvviso - rise e anche gli altri due lo fecero e Harry lanciò istintivamente il cuscino contro Niall.
- Hey, non insultarmi così! - ridacchiò.
- Non ti sto insultando, è solo la verità, dovresti vederti - Harry arrossì alle parole di Niall e si coprì il volto con entrambe le mani - Lascialo stare, Harry, è solo stupido! - disse poi Liam.
- Ieri sera volevo dormire con lui - Harry fece il broncio mentre Liam si sedeva al suo fianco per mettersi le scarpe. - Perchè non l'hai fatto? - chiese poi.
- Lui non voleva, ha paura che ci possano scoprire - fece spallucce.
Liam gli poggiò una mano sulla spalla - Harry, non ha per niente tutti i torti, sarebbe un guaio per entrambi -
- Lo so! Però volevo dormire con lui! - sbuffò sbattendo poi la testa contro la spalla di Liam e simulando un pianto. Liam rise vedendo la sua reazione, mentre Niall continuava a fare roteare gli occhi verso l'alto.
- Cosa ti ha fatto quello lì, lo sai solo tu - disse il biondo, sistemandosi la cravatta.
Harry gli fece la linguaccia e quello scoppiò a ridere. Alla fine sapeva che stava scherzando, perchè era il suo migliore amico e si divertiva a vederlo in quello stato. Dopo aver oziato ancora un po' in camera, decisero di scendere per la colazione, giusto in tempo per mangiare qualcosa al volo e poi dirigersi alla prima lezione della giornata.
~~
Quel pomeriggio aveva avuto gli allenamenti di Quidditch e non aveva potuto fare a meno di desiderare che Louis spuntasse da un momento all'altro per guardarlo da lontano mentre si allenava: in effetti l'ultima volta che Louis era venuto ad un suo allenamento di Quidditch aveva quasi rischiato di morire, quindi forse era stato un bene il fatto che non si fosse presentato quel pomeriggio. In compenso, negli spalti dell'enorme campo, c'era Evelyn. Anche quel giorno era truccata più del solito e aveva delle labbra rosso fuoco con le quali mandò un bacio a Harry mentre si allenava.
Niall non aveva potuto fare a meno di scoppiare a ridere subito dopo aver visto il gesto imbarazzato con cui Harry l'aveva salutata. Per tutto l'allenamento era stata lì a battere le mani ogni volta che la mazza di Harry toccava un bolide e Niall non aveva fatto altro che prenderlo in giro tutto il tempo con frasi come "chissà se lo sa che al posto dei capelli lunghi, preferisci qualche altra cosa lunga" meritandosi uno scappellotto da parte di Harry svariate volte.
Non aveva tutti i torti, ma Niall non riusciva mai a trovare un modo appropriato per dire le cose.
Il dramma comunque avvenne esattamente dopo l'allenamento di Quidditch. Si era diretto insieme ai suoi compagni di squadra negli spogliatoi e dopo aver parlato della partita che si sarebbe tenuta quella domenica contro i Corvonero, avevano fatto tutti una doccia veloce e lui si era trattenuto a parlare con Niall del più e del meno. Pensava soprattutto che avrebbe dovuto svolgere i suoi compiti di Divinazione ed era già piuttosto tardi, considerando che qualche ora dopo sarebbe dovuto andare da Louis come ogni sera.
Esattamente nel momento in cui uscirono lui e il suo migliore amico dallo spogliatoio, si presentò vicino a loro Evelyn, con il libro di Difesa stretto tra le mani. Si parò davanti a Harry con un sorriso a trentadue denti.
- Ciao Harry - fece.
- Ehi Evelyn - rispose il riccio, più freddo che mai.
Harry sperava che Niall rimanesse con lui, ma ovviamente si era allontanato per trattenere le risate: non si poteva mai contare su di lui in quelle situazioni. - Mi chiedevo se... ti andrebbe di farci un giro ora, magari possiamo anche studiare insieme Difesa, ti va? - Harry fece un lungo sospiro, probabilmente per poter mantenere la calma, ma non gli servì proprio a niente, anzi.
- Evelyn, ascoltami - disse serio - In quale lingua te lo devo fare capire che non mi interessi per niente? - la reazione di Evelyn fu immediata. Spalancò gli occhi guardandolo con una certa aria delusa.
- Ma... - tentò di dire, ma Harry la interruppe.
- Sono impegnato con un'altra persona e credimi che in ogni caso non sceglierei senza dubbio te - il riccio sentì ridacchiare Niall da lontano e desiderò lanciargli addosso un bolide, per farlo almeno zittire.
- Ah - disse poi semplicemente lei.
- E' da almeno un paio di anni che cerco di fartelo capire, non puoi essere così stupida da non averlo capito tu stessa -
- Quindi stai con qualcuno? - sembrò che la ragazza avesse colto soltanto quella parte del discorso che Harry le aveva fatto e desiderò picchiarsi da solo. Il riccio rimase zitto per un momento rendendosi conto che forse aveva fatto un enorme sbaglio a dirglielo, ma era stata una risposta del tutto istintiva, non aveva riflettuto prima di parlare. - S... sì! - rispose dopo qualche secondo.
- Bene, ti auguro tanta felicità con lei, allora - disse la bionda e Niall sghignazzò ancora di più. Lei assottigliò lo sguardo e quasi Harry ebbe paura: in fondo era pur sempre una di quelle ragazzine, vipere fino al midollo che erano finite nei Grifondoro probabilmente per un enorme sbaglio del Cappello Parlante al momento dello smistamento. Si allontanò, muovendo i lunghi capelli biondi che quasi sfiorarono Harry.
Il suo amico si avvicinò a lui - E' stata la scena più divertente che abbia mai visto - rise ancora e Harry lo seguì a ruota. Sicuramente adesso si era tolto per sempre un enorme peso, ovvero quella ragazzina insistente che continuava a flirtare con lui. Adesso si sentiva anche meglio.
•••
Quella era stata una normalissima giornata di lezioni, per Louis, ma gli era capitato più volte, durante la giornata, di pensare a Harry e alla sera prima. Odiava mostrarsi debole e indifeso davanti a qualcuno, e gli era successo proprio quella sera; ma Harry - il suo ragazzo! - era stato così dolce e comprensivo con lui che a un certo punto non aveva capito più per che cosa stesse piangendo, se per il dolore che gli provocavano quei ricordi o per la commozione di avere accanto a sé una persona così meravigliosa - che era sicuro di non meritare, oltretutto, ma se l'avesse detto a Harry probabilmente quello lo avrebbe zittito con un bacio.
Dopo cena era subito corso nel suo studio, impaziente di vederlo. E oltretutto voleva dargli qualcosa per ricompensarlo del suo affetto e della sua gentilezza.
Andò nella sua stanza e accese alcune candele sui comodini, per poi farne fluttuare altre vicino al tetto e creare l'atmosfera. Fece poi comparire un piccolo tavolo con un vassoio di dolci, in caso Harry avesse fame. Proprio mentre sistemava le ultime cose, sentì i tre familiari colpi alla porta, e andò ad aprire, con un sorriso.
- Buonasera.
Harry entrò e si chiuse la porta alle spalle. - Buonasera a lei, professore - gli sorrise.
Louis gli prese il viso tra le mani e lo baciò, prima dolcemente, ma quando Harry socchiuse le labbra per permettergli di approfondire il bacio, si fece più passionale. Lo spinse contro la porta e continuò a baciarlo, tirando piano i suoi ricci.
Quando si staccarono per bisogno di ossigeno, Harry ridacchiò. - Ti sono mancato?
- Dio, sì.
- Anche tu - gli sorrise malizioso, dandogli un altro bacio a stampo. Si allontanò da lui e si poggiò sulla scrivania, giocherellando con una piccola sfera di cristallo che si trovava lì come soprammobile, visto che Louis non la sapeva usare. - La vuoi sapere una cosa divertente?
- Dimmi - rispose Louis, fermandosi vicino a lui con le braccia incrociate.
- Oggi Evelyn è venuta a vedere gli allenamenti, e poi è venuta nello spogliatoio per chiedermi di fare un giro e studiare insieme.
- E? - chiese Louis impaziente, stringendo i pugni.
Harry fece spallucce. - Le ho detto più o meno gentilmente che non voglio avere a che fare con lei. E che sto con qualcuno.
Il professore spalancò gli occhi. - Sei impazzito?
- Senti Lou, mi dispiace. Mi è scappato. Ma lei crede che sia una ragazza.
- Sì, ma... - sospirò, decidendo di lasciar perdere l'argomento. Non era sicuro che qualcuno oltre i loro migliori amici sapesse qualcosa, anche una cosa minima come questa, ma in quel momento non ci voleva pensare, voleva solo godersi quella serata con Harry, e tutto il resto delle serate che avevano a disposizione. - Non fa niente - disse alla fine. - Ma sono contento che tu l'abbia respinta, finalmente.
- Ah, sì? - chiese con un sorriso malizioso, posando la sfera di cristallo al suo posto e avvicinandosi a lui.
- Sì - rispose Louis, avvicinandosi a sua volta. - Mi irritava da morire, con quella sua vocina squillante e quei suoi capelli biondi.
- Non è così male, sai - disse Harry, sempre con lo stesso sorriso, accarezzandogli il petto e guardandolo negli occhi.
Louis alzò un sopracciglio. - Innanzitutto è una femmina. E poi è un'oca.
- Mi piace quando sei geloso.
- Non sono... okay - cedette, dopo lo sguardo del suo ragazzo. - Ma anche tu sei geloso.
Il riccio sbuffò. - Sì, e io ho un motivo più che valido per esserlo. Ma tanto ormai sei solo mio.
Il professore gli passò una mano tra i capelli. - Solo tuo - sussurrò, per poi baciarlo con passione, esattamente come poco prima. Lo spinse verso la scrivania facendolo sedere sul legno scuro, e Harry gli circondò le gambe con le proprie, mentre con le mani accarezzava la sua schiena dall'alto in basso, senza però arrivare mai al fondoschiena.
- Toccami - gli ordinò Louis, con un tono che non ammetteva repliche. I suoi occhi erano ormai scuri per l'eccitazione, così come quelli di Harry, e lo vide sorridere, mordendosi leggermente il labbro inferiore. Con una lentezza esasperante cominciò a scendere sempre più verso il basso con le sue mani, fino ad arrivare al sedere di Louis e palparlo con quella che non si poteva definire esattamente dolcezza.
- Ti piace? - gli chiese, e Louis sentì una scarica percorrerlo interamente.
Annuì. - A te?
- Sai quanto mi piace il tuo culo, Lou.
Louis sorrise. - Ne sono molto felice - Harry ridacchiò e fece per insinuare le mani nei pantaloni di Louis, ma quello lo fermò. - Letto.
- Niente pavimento, oggi?
- Oggi preferisco qualcosa di più comodo - rise. Lo prese per mano e lo guidò velocemente nella sua camera da letto, girandosi poi verso di lui per vedere la sua reazione.
Lo sguardo di Harry andava dalle candele ai dolci, con un sorriso contornato come al solito dalle sue fossette. - Hai fatto questo per me?
- No, per Madama Chips.
Il riccio scoppiò a ridere. - Devo preoccuparmi?
- Oh, assolutamente sì! - scherzò Louis, togliendosi scarpe e calze e coricandosi sul letto. - Vieni?
- Avevi già programmato tutto, quindi.
- Ogni uomo ha le proprie esigenze.
Harry scosse la testa con un sorriso e si liberò anche lui di calze e scarpe, per poi salire cavalcioni sul letto e sedersi sul bacino di Louis, con le mani sulle sue spalle. Louis era poggiato con la schiena alla testiera del letto, i capelli leggermente scompigliati, gli occhi scuri per la lussuria e per ciò a cui pensava e che aveva in mente da praticamente tutto il giorno. - Sei bellissimo - gli disse Harry.
Quello rise. - Tu sei bellissimo.
Harry si sporse in avanti e catturò le sue labbra, mentre le sue mani vagavano per tutto il corpo di Louis, provocandogli brividi ovunque. Quando il riccio iniziò a muoversi contro il suo bacino, Louis mugugnò nel bacio e sentì i propri pantaloni farsi sempre più stretti.
- Harry...
- Shh - fece quello, scendendo con la bocca sul suo collo, sbottonandogli la giacca lentamente. Quando finalmente gliela sfilò, gettandola da qualche parte nella stanza, iniziò a stuzzicargli il capezzolo destro con la lingua. Louis gli tirò piano i ricci e quello gemette.
- Vieni qua - gli disse Louis, e Harry tornò all'altezza del suo viso, sorridendo. - Ho intenzione di ripagarti per quanto sei stato gentile ieri.
Harry arrossì. - Non devi...
- Sdraiati - gli ordinò, il suo ragazzo obbedì, prendendo il suo posto sul materasso, mentre Louis si sedeva cavalcioni su di lui. - Sei così ubbidiente - sussurrò. Il riccio gemette e cercò di toccarlo, ma Louis gli scostò la mani. - Non fare nulla.
Harry annuì, mordendosi il labbro.
Louis sorrise e iniziò a sfilargli la cravatta rossa e oro, per poi passare alla camicia che gettò anche lui in qualche angolo della stanza. Harry respirava velocemente sotto di sé, e Louis riusciva a sentire la sua erezione farsi sempre più prominente.
Passò poi ai pantaloni che gli sfilò con una lentezza esasperante, per poi fare lo stesso con i propri e lasciare entrambi in boxer.
- Sei impaziente, Harry? - gli chiese, massaggiandogli l'erezione attraverso la stoffa. Quello non rispose ma gemette semplicemente, portando il bacino in avanti contro la sua mano. - Ti piace, vero?
- Louis... ti prego.
- Cosa, baby?
- Levami questi cosi.
- Bastava chiederlo - disse malizioso. Gli sfilò i boxer e la sua erezione si stagliò completamente formata contro il suo stomaco; Harry fece un sospiro di sollievo e fece per toccarsi, ma Louis lo fermò di nuovo. - Cosa ti ho detto? - il riccio non rispose e lo guardò, mordendosi il labbro.
Louis si liberò anche dei propri boxer e subito dopo si chinò su Harry per baciarlo dolcemente, mentre quello cercava di spingere il bacino all'insù per cercare contatto con qualsiasi cosa. Senza preavviso, Louis prese l'erezione del suo ragazzo tra le mani e cominciò a pompare lentamente, mentre quello si copriva il viso con le mani e cercava di trattenere al meglio i suoi gemiti.
- Stai tranquillo, non ci sente nessuno qua - disse Louis, lasciando la sua erezione dopo un po' di minuti, e facendola scontrare con la propria. - Ora, Styles... voglio ricompensarti come si deve - disse, deciso. Prese la sua mano destra e iniziò a baciargli le dita a una a una; quando si accorse che Harry si era rilassato leggermente, iniziò a succhiargli le dita e bagnarle il più possibile, e quello sussultò.
- Louis, io non ho mai...
- Stai tranquillo, amore. Ti aiuto io.
Quello annuì incerto e fissò il suo sguardo sulle proprie dita dentro la bocca di Louis, con gocce di liquido preseminale che gli bagnavano la pancia.
Quando Louis decise che era abbastanza, si staccò con uno schiocco e guidò la sua mano verso la propria apertura.
- Dimmi se ti faccio male - sussurrò Harry, ma probabilmente non ci stava neanche pensando più di tanto, con lo sguardo perso sul suo corpo.
Louis annuì solamente e aspettò che un primo dito entrasse dentro di lui. All'inizio era fastidioso, ma quando Harry cominciò a muoverlo il fastidio sparì. - Un altro.
Harry annuì come ipnotizzato e obbedì, iniziando a muovere entrambe le dita avanti e indietro dentro Louis, aprendole un po' per prepararlo meglio. Louis inarcò la schiena e spinse le proprie erezioni una contro l'altra, gemendo. - Un altro - disse, di nuovo.
- Lou...
- Stai tranquillo.
Harry aggiunse un altro dito e Louis iniziò a muoversi sulle sue dita; quando finalmente il riccio toccò la sua prostata, Louis gemette forte. - Sì, là - ansimò. Harry, capendo di aver trovato il suo punto, iniziò a scoparlo più forte con le dita, colpendo la sua prostata ad ogni colpo e provocandogli intense scariche di piacere.
Continuarono così per parecchi minuti, finchè Louis non parlò. - Ho bisogno di te, Styles.
- Sì - gemette quello, incerto, sfilando le dita da dentro di lui.
Louis gli sorrise e lo baciò. Si sporse per prendere una piccola boccetta di lubrificante e ne spalmò una generosa quantità sul pene del suo ragazzo, prima di allinearlo alla propria apertura; poggiò le mani sulle sue spalle e piano scese su di lui, chiudendo gli occhi per il dolore iniziale. Riusciva a sentire il respiro pesante di Harry e le sue mani che si erano poggiate saldamente sui suoi fianchi.
Quando finalmente il dolore era quasi passato, Louis iniziò a muoversi su di lui: Harry era bellissimo, con i ricci sparsi sul cuscino, le guance arrossate, i rivoli di sudore che scendevano dal suo collo lo sguardo incatenato al suo. Louis sarebbe rimasto così per sempre.
- Muoviti - gli disse.
Harry tremò sotto di lui e iniziò a muoversi allo stesso ritmo di Louis. Il piacere iniziò a diventare travolgente mentre Harry colpiva il suo punto ad ogni spinta e Louis si muoveva su di lui allo stesso ritmo, entrambi gemendo e ansimando all'unisono.
Louis ancorò le proprie mani alle spalle di Harry e trovò la posizione perfetta. - Toccami, Harry - gli disse con fatica, e la mano destra del riccio scattò subito verso la sua erezione, pompandola velocemente, e il professore si accorse che Harry non sapeva se guardare lui o la propria mano, e sorrise.
- Ci... ci sono quasi, Lou.
Quello annuì. - Vieni dentro di me.
Probabilmente gli serviva solo un minimo stimolo in più, perché non appena Louis pronunciò quelle parole, il rilascio del riccio si cosparse dentro di lui, provocandogli una scarica di calore per tutto il colpo. Dopo poche spinte pigre, anche Louis lo seguì a ruota con un gemito, per poi accasciarsi su di lui, sfinito.
•••
Harry emise un gemito liberatorio, portando la testa indietro e inarcando appena la schiena. Sorrise, sentendosi del tutto appagato da quel momento e qualche secondo dopo sentì Louis accasciarsi su di sè. I loro petti si muovevano velocemente e i loro corpi leggermente sudati erano attaccati e Harry iniziò a carezzargli lentamente la schiena nuda.
Avvicinò il naso tra i suoi capelli e per poi baciargli piano l'orecchio.
- Dio - sussurrò poi, ancora in estasi per l'orgasmo.
Louis ancora non aveva parlato, era sfinito con la testa poggiata sulla spalla di Harry. Si spostò subito dopo, mettendosi al suo fianco a pancia in su. Guardarono entrambi il soffitto per un momento per poi guardarsi negli occhi.
- Ti amo - sussurrò Harry, con gli occhi che gli brillavano dalla felicità.
Louis sorrise - Ti amo anche io - gli carezzò piano il volto e Harry si perse a guardarlo. Amava osservarlo, notare tutti i piccoli dettagli del suo viso: amava la sua pelle chiara, il naso piccolo e leggermente all'insù e amava soprattutto le sue labbra sottili perchè gli piaceva tantissimo quando si incontravano con le proprie, molto più carnose. Amava da impazzire i suoi enormi occhi azzurri e gli piaceva anche quando teneva la barba un po' più lunga. Lo amava: amava ogni piccola cosa di lui e soprattutto lo amava in ogni sua sfaccettatura.
- Ti è... piaciuto? - chiese poi un po' timidamente.
- Tantissimo - ammise e si avvicinò a lui per poterlo baciare. Harry lo attorniò con le braccia e lo strinse, prendendolo poi di peso e facendolo poggiare sopra di sè, continuando a stringerlo il più che poteva. Quello sorrise a fior di labbra e gli carezzò poi i capelli, portandoglieli leggermente indietro con entrambe le mani e poi lo guardò negli occhi.
- Chi l'avrebbe mai detto - disse poi Harry guardandogli prima le labbra per poi risalire verso le sue splendide iridi azzurre. - Cosa? - chiese.
- Che sarei finito qui... nel letto del mio professore di Difesa, pensando che sia la cosa più bella che la vita mi avesse potuto dare - si sentì tremendamente sdolcinato dopo averlo detto, ma si accorse che questo portò Louis a sorridere e sarebbe stato capace di ripeterlo altre mille volte pur di vedere quello splendido sorriso dipingersi sul suo volto.
- E chi l'avrebbe detto che mi sarei innamorato di un mio studente? - sorrise anche Harry a sua volta.
- Voglio quei dolcetti che hai messo lì, il sesso mi fa venire fame - disse ridacchiando. Louis si alzò dal letto con il lenzuolo attorno alla vita per potergli prendere uno dei dolci che aveva messo lì per loro: Harry rimase spaparanzato sul letto completamente nudo, con una gamba leggermente piegata e le mani dietro la testa, seguendo ogni movimento di Louis.
- Cosa ti va di man... - Louis fece per girarsi, ma si bloccò improvvisamente dopo aver guardato il riccio.
Harry alzò il sopracciglio - Che c'è? - chiese.
- Sei... bellissimo - ammise rimanendo a fissarlo lì, reggendosi con una mano il lenzuolo che gli copriva le gambe e il bacino e Harry scoppiò a ridere. - Ho fame, Lou - si lamentò.
- Sì, sì... - disse scuotendo la testa e voltandosi di nuovo verso il vassoio con i dolci e Harry continuò a ridacchiare. - Allora, cosa vuoi? -
- Una di quelle ciambelline lì - disse facendo segno con il dito. Louis prese una delle ciambelle con la glassa rosa sopra e ritornò a letto per potergliela dare. Si sedette accanto a lui dopo che Harry gli diede un bacio sulla guancia per ringraziarlo.
- E' buonissima - disse con la bocca piena dopo averla addentata.
- Lo so, sono veramente bravo con questo genere di incantesimi - Harry si voltò verso di lui per poi ridacchiare e spintonarlo leggermente - Smettila di vantarti! -
- E' solo la verità! - rise. - Dai, vieni qua, scemo - disse poi Louis, aprendo le braccia e Harry si fiondò su di lui ancora con la ciambella tra le mani. Poggiò la testa sulla sua spalla, ingoiando poi l'ultimo boccone, sentendosi osservato da Louis.
- Sazio? - chiese poi.
- Sì - sorrise e Louis gli diede un bacio sulle labbra per poi stringerlo maggiormente a sè.
- Adesso che vuoi fare? -
- Voglio che mi coccoli - rispose stringendosi forte a lui e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
- Viziato -
- No, ogni uomo ha le proprie esigenze - disse riprendendo la frase che aveva detto Louis all'inizio della serata, facendogli il verso e quello rise. - Va bene, hai vinto, ti faccio le coccole - Harry sorrise contento e si accoccolò a lui mentre Louis se ne stava con la schiena poggiata contro la testata del letto - Ma solo perchè sei troppo bello - continuò poi iniziando a carezzargli la schiena con le unghie e Harry socchiuse gli occhi, sentendosi rilassato. Non rispose all'affermazione di Louis, ma rimase in quella posizione godendosi il tocco caldo delle sue dita.
- Avrei tanta voglia di farlo di nuovo - sussurrò ridacchiando.
- Sei insaziabile, Styles! -
- Ehi, sono le mie prime volte e ho quasi diciassette anni, è normale! -
- Quasi diciassette anni? Quando fai il compleanno? - domandò Louis.
- Fra qualche settimana, il primo febbraio - annuì.
Louis sorrise e gli carezzò il volto - Allora il mio piccolo Harry avrà bisogno di uno splendido regalo, no? -
- A me basta che ci sia tu per il mio compleanno, poi non importa - fece spallucce e poi gli baciò la guancia. Louis continuò a carezzarlo dolcemente, passando poi una mano tra i suoi capelli.
In effetti era così: non aveva bisogno di nessuno per il suo compleanno. Di solito amava festeggiarlo con i suoi amici a Hogwarts, spegnendo le candeline e divertendosi con loro, ma quell'anno non aveva voglia di passarlo con nessun altro se non con Louis. Magari avrebbe voluto lo stesso mangiare la sua torta e spegnere le candeline, ma poi avrebbe voluto baciare le labbra di Louis per tutto il giorno fino a quando non avrebbe avuto diciassette anni e un giorno.
Louis gli baciò all'improvviso la fronte - Ti amo, Harry, lo sai? -
- Sì, me lo hai già detto -
- Ti dispiace se te lo ripeto? -
- No - alzò la testa per guardarlo negli occhi e Louis gli scostò un riccio che gli ricadeva sul volto.
- Ti amo alla follia -
•••
In quel momento, Louis si sentiva la persona più felice del pianeta. Il suo ragazzo era accoccolato a lui dopo che avevano fatto l'amore, ma soprattutto il suo ragazzo era lui, Harry Styles, il ragazzo più bello che avesse mai visto in vita sua.
Harry non era solo bello; Harry era intelligente, dolce, sexy, simpatico. Lo stava a sentire e gli era sempre vicino, e soprattutto, lo amava. Probabilmente, a parte Zayn, nella sua vita non c'era mai stato nessuno che lo aveva amato così tanto, e Louis ancora stentava a crederci. Gli sembrava surreale, gli sembrava un sogno divenuto realtà, e lui non credeva a queste cose; nella sua vita non c'era mai stato nulla che gli avesse permesso di credere nei sogni o nei "miracoli", ma quando guardava Harry, quando i suoi occhi azzurri si perdevano nei suoi occhi verdi, si ritrovava a mettere in questione tutte le sue credenze e tutte le sue certezze.
Harry era così, non condizionava soltanto il suo umore, ma anche gli altri aspetti della sua vita. E sì, Louis ne era ancora terrorizzato, ma stava imparando a capire, o forse ad auto convincersi, che fosse una cosa bella. Perché Harry Styles era la cosa più bella che gli fosse mai capitata, e questo ormai non poteva più negarlo.
- Ti amo alla follia - gli ripetè per almeno la quarta volta quella sera, e Harry arrossì, sfregando il naso sul collo di Louis.
Dopo qualche secondo di silenzio, il riccio alzò di nuovo lo sguardo e gli sorrise debolmente. - Lou?
- Dimmi, Haz.
- Credi... credi che durerà?
- Che cosa?
- Noi.
Louis gli sorrise: in quel momento Harry era così preoccupato, così dolce, che avrebbe voluto soltanto baciarlo; ma vedeva benissimo che il ragazzo aveva un po' di ansia nella voce, così preferì rispondergli. - Se tu lo vorrai.
- Ovvio che lo voglio! - scattò, sciogliendo l'abbraccio e mettendosi seduto vicino a lui. Quando Louis non rispose, continuò. - Perché hai sempre dubbi del genere?
Louis fece spallucce. - Ho imparato a non aspettarmi nulla dalla gente.
Harry gli fece un sorriso, un sorriso triste, e gli accarezzò una guancia. - Ti ho promesso che ci sarò sempre, no? Io mantengo le mie promesse.
- Vorrei crederci.
- Louis Tomlinson - disse serio, scostando la mano dalla sua guancia. - Non ti libererai così facilmente di me. Prometto di tormentarti l'esistenza finchè tu me lo permetterai.
Quello rise. - Sembra una proposta di matrimonio.
- Ti amo, ma il matrimonio mi sembra precoce...
- Sono d'accordo. E poi non ho nemmeno conosciuto i tuoi genitori.
- Quest'estate, se ti va... - arrossì, abbassando lo sguardo. - Voglio dire, lo so che è presto e che tu sei più grande ma mi piacerebbe se li incontrassi, e anche Gemma.
Louis cercò di non sembrare spaventato, perché Harry era già abbastanza in imbarazzo, ma l'idea di conoscere i suoi genitori lo spaventava: cosa avrebbero pensato di lui? Cosa avrebbero pensato del fatto che si fosse innamorato di un suo alunno e che quell'alunno era loro figlio? O del fatto che fosse di sette anni più grande di lui? Avrebbe preferito che quel momento non arrivasse mai, ma sapeva che glielo doveva. - Certo - gli rispose quindi, con un sorriso. - Mi farebbe molto piacere.
Harry alzò di nuovo lo sguardo e lo guardò con gli occhi che quasi brillavano. - Sul serio?
Louis annuì. - Prima o poi dovrò farlo.
- Magari ti chiamo durante l'estate.
- Mi... chiami?
- Al telef... - si bloccò a metà della parola e rise. - Scusa, ti mando una lettera via gufo.
Il professore aggrottò le sopracciglia. - Sono sempre dell'idea che tu mi debba fare lezioni di babbanologia, Harry.
- Sono assolutamente d'accordo. Non puoi vivere senza sapere cos'è un telefono o una televisione.
- E poi mi fai fare un giro per Londra.
- Sì, ma non con quei vestiti che hai!
- Ehi! - fece piccato. - Cos'hanno i miei vestiti che non vanno?
- Nulla - rise Harry. - Ma se vai in giro per la Londra babbana con il mantello ti prenderanno per pazzo.
- Il mio mantello è bellissimo. L'ho preso pochi mesi fa da Madama McClan - disse, facendo poi un piccolo broncio.
Harry rise di nuovo e si avvicinò a lui, posandogli un bacio sulle labbra e facendolo sorridere. - E' bellissimo e ti sta benissimo. Ma i babbani non usano vestiti del genere - sussurrò a fior di labbra.
- E che vestiti usano? - chiese Louis, accarezzandogli la schiena nuda.
- Maglioni, jeans... cose semplici, ma non i mantelli.
- E va bene - rispose Louis, fingendosi irritato dalla cosa, ma sorridendo. - Allora faremo a modo loro.
Harry annuì e tornò a baciarlo, spingendolo dolcemente contro il letto per farlo coricare.
Louis rimase lì, ricambiando il bacio e accarezzando la pelle liscia di Harry, sentendolo rabbrividire piano sotto il suo tocco; le candele riscaldavano un po' l'atmosfera, ma le stanze di Louis erano nei sotterranei e non erano esattamente calde, anche se in generale nel castello si stava bene.
Si staccarono leggermente l'uno dall'altro e Harry gli sorrise mettendo in mostra le sue fossette. - Posso dormire qua?
- Harry...
- Per favore - si morse il labbro in maniera sensuale, e Louis sentì un brivido percorrerlo interamente.
- Harry, dobbiamo stare attenti. Possiamo rischiare davvero tanto.
- Dai, Lou - rispose quello, iniziando ad accarezzargli il petto con una mano. - Ho freddo da solo, voglio dormire vicino a te.
Louis non aveva bisogno di ulteriore persuasione, perché anche lui voleva dormire con il suo ragazzo più di ogni altra cosa al mondo; se normalmente avrebbe seguito la sua mente, ora avrebbe seguito il suo cuore. - Okay. Ma domani devi svegliarti presto e uscire da qua prima che qualcuno ti veda.
Harry annuì felice, per poi coricarsi vicino a lui e coprire entrambi con la coperta. - Buonanotte, Lou.
- Buonanotte, amore - rispose, lasciandogli un bacio tra i capelli.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top