Capitolo 14

Non dormiva così bene da un bel po' di tempo ormai, ma addormentarsi con la mano di Louis che carezzava i suoi ricci aveva reso il sonno di quella notte un sonno rilassante e appagante: era riuscito a recuperare tutte le notti insonni che aveva trascorso nelle ultime settimane.

Si svegliò con la mano poggiata sul petto di Louis e le lenzuola che lo coprivano fino alla vita. Il materasso e il cuscino facevano lo stesso odore che emanava il corpo nudo di Louis, disteso accanto a lui. Dormiva tranquillo e non appena Harry aprì gli occhi decise di non svegliarlo, rimanendo qualche minuto a guardarlo.

Aveva la bocca leggermente socchiusa e i capelli scombinati che gli coprivano la fronte, una mano dietro la nuca e l'altra lungo il corpo. I muscoli delle braccia erano rilassati, ma Harry riuscì a scorgere delle piccole vene che sporgevano dagli avambracci.

Harry alzò piano il capo e guardò la propria mano sul petto di Louis e si accorse subito che era del tutto scoperto e aveva una gamba leggermente piegata. Osservarlo mentre dormiva beatamente era una delle cose più belle che si potesse fare appena svegli.

Harry si ricordò però che entrambi avrebbero avuto lezione quella mattina, ma soprattutto che non dovevano destare alcun tipo di sospetto e non dovevano farsi scoprire da nessuno.

Iniziò a carezzargli piano la pelle morbida del viso e quello dischiuse gli occhi, prima di mugugnare qualcosa e voltarsi completamente dal lato di Harry. Aveva chiuso di nuovo gli occhi e si era leggermente accovacciato e il riccio sorrise dolcemente, continuando però a carezzargli il volto.

- Buongiorno - sussurrò con la sua solita voce rauca, impastata dal sonno.

Louis mugugnò di nuovo qualcosa. Si avvicinò sempre di più a Harry nascondendo il volto contro il suo petto.

Harry ridacchiò appena e lo strinse a sé come per abbracciarlo e iniziò a carezzargli la schiena: osservò le sue dita affusolate che si muovevano contro la pelle calda di Louis e abbozzò un sorrisetto. Rimasero in quella posizione ancora per qualche secondo prima che Louis si voltasse per stiracchiarsi e tornare a pancia in su.

- Ho sonno - borbottò, aprendo appena gli occhi e guardando Harry. Il riccio stava messo di lato, con la mano poggiata sulla testa che lo fissava mentre tentava di svegliarsi.

- Dai, amore, devi svegliarti - gli sussurrò dolcemente.

- Ripetimelo di nuovo - disse quello.

- Cosa? Devi svegliarti? -

- No, chiamami di nuovo amore -

Harry sorrise, avvicinandosi a lui e dopo aver poggiato la testa sulla sua spalla gli baciò piano il collo. - Amore mio - sussurrò, con le labbra contro la sua pelle. Louis attorniò le sue spalle con un braccio, carezzandogli piano i capelli.

- Perchè non stiamo tutto il giorno qui? - propose Louis baciandogli la fronte.

Il ricciolino ridacchiò - Perchè abbiamo entrambi lezione, non possiamo mancare -

Louis sbuffò - Hai ragione, ma ancora è presto, possiamo rimanere a letto ancora un po' - Harry si strinse maggiormente a lui, iniziando a giocherellare con i pochi peli che aveva sul petto, sentendo gli occhi di Louis addosso. Rimasero in silenzio a carezzarsi dolcemente, entrambi completamente nudi, con le loro gambe intrecciate l'una con l'altra.

- E' stato bello dormire con te - disse il riccio alzando lo sguardo.

Louis gli prese il mento con una mano avvicinandogli il viso e fece in modo di far incontrare le loro labbra per un lungo e romantico bacio a stampo che parve durare minuti interi. Harry non si era mai sentito così bene in vita sua come in quel momento, sentiva quella ventata di aria fresca che aveva sempre desiderato.

- Sei la parte migliore di me, Harry - il riccio arrossì violentemente e nascose il volto nel collo di Louis e lo sentì ridacchiare per la sua reazione.

- Perchè ti nascondi, piccolo? Non sarai mica timido? - disse iniziando a solleticargli i fianchi e quello trasalì iniziando a ridere.

- No, dai, non farmi il solletico! -

- Oh! Il piccolo Harry soffre il solletico! - Louis continuò a solleticarlo in tutte le parti del corpo e quello iniziò a dimenarsi cercando di farlo smettere ma non ci riuscì e la stanza si riempì della sua risata.

- Ti prego! Tregua! Tregua! -

- Ti concedo la tregua anche se pagherei oro per vederti sempre ridere in questo modo - Harry ridacchiò di nuovo, dopo essersi ritrovato Louis disteso su di lui, che lo guardava dritto negli occhi. Il riccio lo abbracciò, stringendolo forte.

- Oggi abbiamo lezione? - domandò poi Louis. Harry non riuscì a rispondere immediatamente: si era perso a guardare i suoi splendidi occhi, che brillavano di un azzurro vivido e dentro i quali Harry riusciva a vedere tutta la sua felicità.

Si rese conto poi che era stato zitto per troppo tempo - Sì, seconda ora - rispose dunque.

- Sarà difficile non prenderti e baciarti -

- Fallo adesso allora -

Louis non se lo fece ripetere più di una volta e gli prese il volto con entrambe le mani, premendo le sue labbra contro quelle di Harry. Il riccio chiese accesso alla sua bocca, spingendo la lingua contro le sue labbra e quello le dischiuse appena cosicchè potessero baciarsi con trasporto. Le loro mani avevano iniziato a percorrere ogni parte dei loro corpi, fino a quando le dita di Harry non raggiunsero il fondoschiena di Louis e glielo strinse forte.

- Harry, mh - mugugnò quello.

- Che c'è? - chiese a fior di labbra.

- Non farmi eccitare, abbiamo lezione adesso - sorrise, passando una mano tra i suoi ricci e Harry portò il capo indietro sentendo le sue dita intrecciate con i suoi capelli.

Louis lo fissò prima di potergli baciare il collo ripetutamente, arrivando fino al pomo d'Adamo, salendo poi verso la mandibola, fino a quando Harry non gli prese il volto con una mano per fare in modo che le loro labbra potessero incontrarsi di nuovo.

- Doccia? - sussurrò Louis.

•••

Louis si era svegliato con le carezze di Harry, quella mattina, e aveva deciso che voleva svegliarsi in quel modo per il resto della sua vita. Ripensando a quella notte, si era reso conto che non dormiva così bene da secoli, e non era sicuro di voler lasciare quel letto, avrebbe preferito stare lì tutto il giorno, coccolandosi con Harry sotto le coperte.

Era assurdo come quel ragazzo lo cambiasse, come lo rendesse felice, come riuscisse a seppellire la sua parte oscura e far emergere persino la sua parte sdolcinata - che non era molto grande, ma c'era. Era assurdo come lo rendesse migliore. E quando Louis gli aveva detto che Harry era la parte migliore di sé, il ragazzo era arrossito, ma Louis non avrebbe potuto mai dirgli una cosa più sincera di quella: Harry era parte di lui ormai, si era reso conto che quelle settimane senza di lui erano state praticamente un inferno, era intrattabile e sgarbato con tutti; con Harry accanto, invece, era una persona nuova.

E non poteva negare che la cosa gli facesse una certa paura. A Louis non era mai piaciuto essere dipendente da qualcosa, figuriamoci da qualcuno, ma quella sorta di dipendenza da Harry in qualche modo lo rendeva felice, in qualche modo lo faceva stare bene, e anche se ne era un po' spaventato, la accettava. Perché ormai aveva imparato a capire cosa fosse giusto e cosa sbagliato, e Harry era assolutamente la cosa più giusta di sempre.

Addormentarsi con lui e svegliarsi con lui era stata una delle cose più belle della sua vita, e sperava di farlo molte altre volte ancora. Guardarlo mentre si stiracchiava accarezzandosi la pancia, sentire la sua voce rauca e bassa dopo essersi svegliato da poco, sentire il suo profumo misto al proprio, le sue mani su di sé, accoccolarsi a lui e inalare il suo odore, mentre la sua pelle gli accarezzava le labbra; erano cose di cui Louis non avrebbe mai più voluto fare a meno.

- Doccia? - sussurrò sulle sue labbra, dopo l'ennesimo bacio.

- Mh, no. Voglio stare qua con te.

- La facciamo insieme, la doccia.

- Mh - mugugnò di nuovo quello, accoccolandosi a lui senza nessuna intenzione di lasciare il letto.

- Styles, faccia quello che le dice il suo professore.

Harry alzò lo sguardo su di lui, nei suoi occhi un lampo di lussuria che non c'era, pochi secondi prima. - Vuole mettermi in punizione, professore? - chiese, con una voce così sensuale che Louis si sentì svenire.

- Oh, sì - rispose quello, alzandosi dal letto e facendo segno a Harry di seguirlo. Entrambi entrarono nel bagno, e subito Louis chiuse la porta e ci spinse il riccio contro. - Non sa che non si disobbedisce ai professori, Styles?

Harry lo guardò, le mani strette sui suoi fianchi, le guance che piano piano si stavano già arrossando. - Ma lei è sempre così gentile con me...

- Solo quando obbedisci - disse, prendendo i suoi polsi e bloccandoglieli sopra la testa con una mano. - Sei un bravo ragazzo, Styles?

- No - rispose quello, con un sorriso soddisfatto sul suo volto.

Anche Louis sorrise, e si abbassò sul suo petto per leccargli un capezzolo, mentre con l'altra mano gli massaggiava l'erezione già quasi completamente formata. - Ripeti, scusa?

- Non... non sono un bravo ragazzo.

- Vorrà dire che dovrò metterti in riga, Styles - quello non rispose, il suo respiro era ormai pesante, ma Louis aveva capito cosa voleva. - Vero?

- Sì - rispose quello.

Louis lo lasciò andare all'improvviso. - Doccia - gli disse, facendogli segno di entrare. Subito dopo lo seguì e aprì il getto dell'acqua, che iniziò a scorrere su di loro: Harry era bellissimo, completamente bagnato, con i capelli che ricadevano sul viso, il petto che si muoveva velocemente e lo sguardo puntato su di lui.

Lo spinse contro il muro della doccia, facendo scontrare le loro erezioni, e quello gemette. - Sempre così bisognoso, vero Harry? Hai bisogno di me?

- Per favore...

- Per favore...?

- Per favore, professore. Signore.

Louis sorrise malizioso e prese in mano entrambe le loro erezioni, iniziando a pompare forte: sapeva che Harry era ancora esausto dalla sera prima, e non voleva sfinirlo, anche perché quel giorno avrebbe avuto lezione e non voleva avere sulla coscienza la sua educazione.

Harry ansimava forte, spingendo il bacino di tanto in tanto verso la sua mano e scontrandosi anche con la sua erezione di conseguenza, mentre Louis non sapeva se guardare prima il suo viso o la propria mano. Iniziò a dargli dei baci sul collo e sulle clavicole, per poi tirargli leggermente i capelli e sentirlo gemere ancora più forte di prima. Era così bello che sembrava quasi surreale, magico.

Dopo una serie infinita di minuti, in cui Louis non aveva fatto altro che baciare ogni centimetro di pelle di Harry che riusciva a raggiungere e pompare insieme le loro erezioni, quello finalmente sussurrò. - Louis...

- Dimmi.

Si spinse in avanti, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. - Ci sono quasi.

- Vieni per me, Harry.

Il ricciolino si liberò sulla sua mano con un forte gemito, che portò Louis a seguirlo dopo qualche secondo. Entrambi si accasciarono poi contro il muro della doccia, respirando forte e cercando di prendere il normale ritmo, sia dei respiri che dei battiti. Harry poggiò la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.

- No, Haz. Dobbiamo lavarci e andare a fare colazione, è tardi.

- Ma Lou...

- Harry.

Quello alzò gli occhi al cielo e prese la spugna e il sapone, mettendosi in ginocchio e iniziando a lavare Louis: era così bello sentire le sue mani che lo massaggiavano mentre il suo viso era rilassato e lo guardava in un modo che lo faceva sentire assolutamente speciale. Louis non sapeva cosa Harry ci trovasse in lui, ma non voleva chiederglielo, magari ci avrebbe pensato e avrebbe scoperto che di buono in lui non c'era proprio nulla.

Si lasciò cullare dalle sue attenzioni, per poi ricambiare il gesto, e finalmente entrambi uscirono dal bagno.

Louis stava iniziando a vestirsi, quando Harry gli picchiettò sulla spalla.

- Mi presti un paio di boxer?

- Sì - ridacchiò, e gli porse subito dopo un paio di boxer grigi.

- Mi staranno probabilmente larghi dietro, ma meglio di niente.

- Ehi! - fece piccato Louis. - Vorresti dire che ho il culone?

Harry scoppiò a ridere, e quel suono fece morire d'infarto tutte le farfalle dentro il suo stomaco. - Un po'... ma mi piace - si affrettò ad aggiungere, dopo aver visto lo sguardo omicida di Louis.

- Ti sei salvato in corner, Styles.

Quando finalmente furono pronti, decisero che Harry sarebbe uscito per primo, controllando se ci fosse qualcuno nei paraggi, andando poi nella Sala Grande per fare colazione, come se nulla fosse successo. Louis sarebbe andato una decina di minuti dopo, per evitare strani incontri o qualsiasi altro tipo di imprevisto.

Ma Louis sapeva che quel giorno nessun imprevisto avrebbe potuto rovinare il suo umore.

•••

Harry era uscito fuori dall'ufficio di Louis, dopo essersi scambiati infiniti baci, non essendo pronti a passare una giornata l'uno senza l'altro. Si era guardato intorno almeno una decina di volte, assicurandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi: non appena si accorse che il corridoio era del tutto vuoto, mandò un bacio con la mano a Louis e si diresse immediatamente verso la Sala Grande per poter fare colazione. Durante il tragitto si sistemò il mantello e la cravatta, ripensando a quanto fosse bello svegliarsi con qualcuno al proprio fianco. Era tremendamente felice quel giorno.

Non appena arrivò alla Sala Grande, vide in lontananza Niall e Liam e iniziò a prepararsi psicologicamente per la serie di domande a cui l'avrebbero sottoposto. Si sistemò i capelli prima di sedersi vicino a loro.

- Buongiorno! - disse con il tono di voce piuttosto alto.

- Harry, che diamine di fine hai fatto? - Niall lo prese dal mantello per avvicinarlo maggiormente a sè, in modo tale che il resto delle persone attorno a loro non potesse sentire ciò di cui stessero parlando.

- Calmo, Niall... ho solo dormito con lui stanotte - disse Harry sottovoce mentre sia il biondo che Liam si erano avvicinati a lui per poter sentire meglio.

- Hai dormito con lui?! - sbottò Niall ma Harry gli tappò immediatamente la bocca dopo che il suo tono di voce era stato eccessivamente alto. Si accorse che per fortuna erano tutti troppo assonnati o troppo intenti a mangiare per poter fare caso a Niall.

Harry tolse la mano dalla sua bocca - Sei impazzito? Vuoi farci scoprire? -

- Ma che è successo Harry? Avete chiarito? - domandò Liam.

Harry fece un sospiro e in quel momento si sentì una ragazzina di quindici anni che parlava della sua cotta. - Beh, sì - sorrise.

- E poi? - fece Liam.

- Non sono sicuro che tu voglia sapere tutti i dettagli - ridacchiò il riccio.

Liam fece una smorfia di disgusto - Okay, no evidentemente no - rise subito dopo e lo stesso fece Niall.

- Ma dov'è lui adesso? -

- Starà arrivando, sono uscito prima io di lui -

- Ci hai fatti preoccupare Harry, non sapevamo se ti fosse successo qualcosa, pensavamo fosse veramente un tipo pericoloso, visto che era un... - Liam frenò la frase, lasciandola completare alla mente di Harry.

- Louis è innocuo, veramente innocuo -

Harry si accorse che Liam e Niall si erano scambiati uno sguardo veramente preoccupato. Non avevano tutti i torti ad essere spaventati per lui, dopotutto era vero che Louis in passato era stato ciò che era stato, ma Harry adesso non aveva più nessun dubbio nei suoi confronti, non temeva più quella persona e nemmeno il suo passato.

Il problema era convincere i suoi amici che fosse realmente così.

- Harry, ne sei davvero sicuro? - chiese Liam.

- Sì, Li, davvero - gli dedicò un sorriso rassicurante.

Liam e Niall sorrisero a loro volta. Furono costretti ad abbandonare la loro conversazione vedendo tutti gli altri alunni che raggiungevano la Sala Grande per la colazione e insieme a loro Harry vide in lontananza arrivare anche Louis al seguito del professor Malik. Sorrise istintivamente vedendolo, pensando al fatto che pochi minuti prima si ritrovavano insieme con gli sguardi ancora assonnati e le voci impastate dal sonno. Niall gli diede un calcio da sotto il tavolo per fargli capire che era stato per troppo tempo a fissarlo in quel modo.

- Dovresti guardare la tua fidanzata piuttosto - sussurrò il biondo.

- Chi? - subito dopo Niall gli fece segno con la testa e Harry si voltò verso Evelyn Garrett che si sistemava i capelli con una mano e con l'altra lo salutava. Quello ricambiò in modo imbarazzato.

- E' persa per te, pensa di avere delle speranze -

- Cosa?! -

- Sì, l'ha detto l'altro giorno a Liam -

- Oh mio dio - Harry si passò una mano tra i capelli, disperato.

- Suvvia, non è così male, cosa ha che non va? - ridacchiò Niall, sgomitando.

Harry ci riflettè un attimo, poi sorrise - Beh, non è Louis Tomlinson. -

~~

Sembrò quasi che quei giorni in cui non si erano parlati non fossero mai esistiti e Harry se ne accorse nel momento in cui si ritrovò di nuovo ad essere il primo ad entrare nell'aula di Difesa per accaparrarsi uno dei primi banchi. Niall non lo sopportava per questo motivo, detestava stare tra i primi banchi, soprattutto durante l'ora di Difesa.

- Capisco che sei innamorato perso, ma perchè mi devo mettere pure io qua?! - gli disse sottovoce avvicinandosi al suo orecchio, poco prima di sedersi nel banco accanto a Harry.

- Beh, perchè sei il mio migliore amico -

- Non è una buona giustificazione -

Si sedettero accanto, poggiando i loro libri sul banco e Harry alzò lo sguardo sperando che Louis si fosse accorto della sua presenza. Appena i loro sguardi si incontrarono, Harry si accorse che il professore stava facendo una fatica tremenda a trattenere un sorriso. Riusciva di nuovo a leggere nei suoi occhi quella serenità che gli era mancata nelle settimane precedenti, si era accorto quanto fosse influente nella vita di Louis Tomlinson e questa cosa lo rese incredibilmente felice.

Rimasero qualche secondo a fissarsi, approfittandone della confusione della classe per potersi guardare in silenzio, indisturbati. Harry desiderava ardentemente ritornare nel letto con lui, stare abbracciato a lui e sentire il profumo del suo corpo e delle sue lenzuola.

- Mi chiedo come ho fatto a non capire tutto e subito - ridacchiò Niall.

Harry scosse la testa ritornando alla realtà. - Eh? - chiese alzando il sopracciglio.

- Il modo in cui vi guardate -

Harry arrossì violentemente: in effetti era vero, qualsiasi persona che si fosse anche solo minimamente accorta del modo in cui si guardavano, avrebbe visto nei loro sguardi quella punta di amore e di desiderio che emanavano le loro pupille.

- Credi che uscirà mai fuori questa cosa? -

- Non lo so - Harry fece spallucce - In realtà spero di no -

Subito dopo Louis si alzò dalla sedia per iniziare la sua lezione: Harry aveva perso gran parte della lezione a guardare ogni suo movimento, a ripensare alla sera precedente e a bearsi del suono della sua voce che riempiva l'aula.

Si sentiva innamorato.

Innamorato da fare schifo.

•••

Harry era corso via dal suo studio dopo avergli mandato un bacio con la mano, che lo fece ridere. Aspettò una decina di minuti e alla fine uscì anche lui, incontrando per puro caso Zayn nel corridoio, diretto anche lui alla Sala Grande per la colazione.

- Buongiorno, Zay! - gli disse, mettendogli un braccio attorno alle spalle e sorridendogli.

- Okay - fece quello, ridendo. - Che è successo?

Louis si fermò in mezzo al corridoio, il sorriso che ancora non voleva scomparire dal suo viso. - E' venuto da me, ieri sera, e abbiamo fatto pace.

- Davvero? Che bella notizia! - fece subito Zayn, abbracciandolo e sorridendo anche lui. - Sono felicissimo per te, Louis. Non riuscivo più a vederti in quello stato, e stavi anche iniziando ad irritarmi, onestamente.

- Ehi! - gli diede un leggero pugno sul braccio. - Io sono la persona più amabile e simpatica di questo mondo, e tu sei il mio migliore amico e dovresti amarmi per come sono.

- Ti amo per come sei, infatti. Solo che quando non parlavi con Harry eri insopportabile - fece spallucce.

Louis lo liquidò con un gesto della mano. - Sì, okay - disse, non riuscendo a contraddirlo oltre, perché sapeva che aveva ragione. Ricominciarono a camminare verso la Sala. - Il sesso è fantastico - sussurrò all'orecchio del suo amico.

Quello rise. - Non avevo dubbi. Ma avete parlato?

Louis scosse la testa. - Abbiamo litigato, a dire il vero. Poi abbiamo risolto in un altro modo e non ho avuto la possibilità di dirgli nulla.

- Non hai avuto la possibilità o non hai voluto?

- Entrambe. Quando avrò la possibilità gliene parlerò, promesso.

- Come vuoi, Lou. Non voglio forzarti.

- No, hai ragione. Devo farlo - disse. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto raccontare tutto a Harry, non poteva tenergli nascosta una parte così importante della sua vita. Aveva il diritto di sapere, e poi chissà, magari raccontarlo a lui gli avrebbe fatto bene. Louis era convinto che quel periodo di ghiaccio tra di loro, invece di rovinare il loro rapporto, lo aveva fortificato: entrambi si erano resi conto di provare qualcosa di forte, di voler davvero continuare quella relazione, di tenerci sul serio. O almeno, Louis sperava fosse un sentimento comune in entrambi, perché non voleva pensare a cosa sarebbe successo o cosa sarebbe diventato se Harry avesse deciso di lasciarlo lì su due piedi.

Scosse la testa: non doveva pensare a quelle cose, soprattutto non dopo i bellissimi momenti che avevano passato di recente.

Una volta entrati nella Sala Grande, Louis dovette impiegare tutti i suoi sforzi per non andare da Harry e baciarlo, quindi si impose di non guardarlo, almeno non mentre gli passava vicino.

E lo stesso dovette fare a lezione: quando i loro sguardi si incrociarono, Louis trattenne a stento un sorriso, alla vista di quel viso sorridente con le fossette in mostra. Era davvero perso, e lo sapeva.

Gli alunni stavano facendo confusione come sempre, ma a Louis non importava davvero nulla, quel giorno avrebbe potuto fare qualsiasi cosa e niente lo avrebbe fatto arrabbiare. - Ragazzi - disse infatti, calmo. Alcuni di loro lo ascoltarono, altri continuarono a parlare tra di loro, ma Louis non fece una piega. - Ragazzi, iniziamo la lezione - disse con un tono di voce un po' più alto, e tutti lo sentirono e si sedettero ai loro posti. Vide che Horan aveva sussurrato qualcosa ad Harry, facendolo ridere, e gli riservò un velocissimo sguardo confuso, prima di iniziare a spiegare la lezione.

- Allora ragazzi, oggi inizierò a spiegarvi un incantesimo molto particolare e molto difficile su cui dovrete impegnarvi molto, perché sarà nei test di fine semestre - si sentì qualcuno protestare. - Lo so, lo so - sorrise. - Ma dobbiamo farlo, è importante. - nella classe calò un silenzio inaspettato, ma Louis non ci fece caso e continuò. - Questo incantesimo serve per scacciare via i... i Dissennatori - sospirò. - E la formula è Expecto Patronum. Di sicuro ne avete sentito parlare.

- Harry Potter l'ha imparato a soli tredici anni! - disse subito Liam Payne, senza essere interpellato, ma Louis gli sorrise - e non gli sfuggirono i suoi occhi increduli.

- Esatto. E l'ha insegnato al cosiddetto Esercito di Silente. Di sicuro avete sentito parlare anche di questo.

Si levò un mormorio di "sì" dalla classe. - Se lui l'ha usato a tredici anni non dev'essere poi così difficile - disse Evelyn Garrett ad un'amica, ma abbastanza forte perché lui lo sentisse.

- Signorina Garrett, se io dico che è difficile farebbe bene a credermi. E non si sopravvaluti troppo, non è proprio nella posizione per farlo - disse acido. Ecco, suo malgrado aveva trovato una cosa che lo irritava nonostante tutto, anzi, una persona. Quella ragazzina era sempre capace di farlo innervosire, e Louis stava sinceramente cominciando a non sopportarla più. E doveva ancora levarle dei punti.

- Una volta pronunciata la formula, apparirà un animale argenteo che vi rappresenta, e sarà lui a scacciare via il Dissennatore - Louis fece un respiro profondo al ricordo delle volte in cui avrebbe voluto utilizzare quell'incantesimo ad Azkban, ma non poteva. - Prima di pronunciare la formula, dovete pensare ad un ricordo felice, molto felice, qualsiasi cosa che vi abbia resi felici così tanto da rendervi felici ancora adesso al pensiero - spostò lo sguardo su Harry, per distoglierlo subito senza destare sospetti. I suoi Patronus erano sempre stati deboli, perché Louis non aveva mai avuto un ricordo davvero felice nella sua vita. Li aveva evocati diverse volte, ma non erano mai potenti abbastanza, e questo era uno dei motivi per cui aveva timore di quella lezione: mostrare agli studenti un Patronus debole sarebbe significato mostrargli la propria debolezza, e Louis non voleva essere così esposto davanti a loro, né davanti a nessun altro.

Ma quel giorno era diverso. Quel giorno avrebbe pensato a Harry, al suo viso, alla sua voce, ai suoi occhi, al suo sorriso, a ciò che provava per lui, e tutto sarebbe stato diverso.

- Alzatevi - disse, e gli alunni lasciarono velocemente i propri banchi. Louis li spostò ai lati dell'aula con un gesto della bacchetta. - Adesso vi mostrerò come si fa e poi ci proverete voi, va bene? - Tutti i ragazzi annuirono e si spostarono ai lati della classe, vicino ai banchi. Louis chiuse per un attimo gli occhi e cercò di ricordare ogni singolo particolare di Harry, visto che non poteva guardarlo troppo durante la lezione: i suoi occhi verde smeraldo, i suoi ricci che gli incorniciavano il viso, il sorriso, la risata, il modo in cui arrossiva quando era in imbarazzo, il modo in cui gli parlava e lo baciava. - Expecto Patronum! - disse, e subito dalla sua bacchetta fuoriuscì un serpente che mosse la lingua come per sibilare. Era più luminoso di come Louis l'avesse mai visto, e dalla classe si levò un "oh" sorpreso, che lo fece sorridere con orgoglio. Era il Patronus migliore che avesse mai fatto, e doveva tutto a Harry.

- Bene, adesso provateci voi! - disse alla classe.

•••

Durante la lezione, Niall gli aveva dato diversi calci da sotto il banco per richiamarlo all'attenzione: era una lezione importante quella sul Patronus e non poteva permettersi di non seguire. Rimase sbalordito quando dalla bacchetta di Louis fuoriuscì un bellissimo serpente che aveva illuminato tutta la stanza. Si accorse anche che nel volto del suo professore si era dipinto uno splendido sorriso, probabilmente fiero di ciò che era riuscito a fare.

Harry sperava in cuor suo che Louis avesse pensato a lui e ai loro momenti passati insieme, perchè lui l'avrebbe fatto, perchè senza dubbio erano quelli i ricordi più felici che in quel momento portava dentro.

I ragazzi si erano messi tutti in fila uno dietro l'altro e a turno avrebbero dovuto utilizzare l'incantesimo: Harry era curioso di sapere quale fosse il suo Patronus. Si accorse che la prima della fila era proprio Evelyn e notò subito una punta di disprezzo nella voce di Louis quando le disse di venire avanti e concentrarsi.

Evelyn provò l'incantesimo una prima volta, ma non successe nulla.

- Ci riprovi, signorina - disse Louis, con le braccia conserte e lo sguardo fisso su di lei. Ci riprovò una seconda volta, ma anche quella volta Evelyn non ricevette nessun risultato.

Harry scorse Louis fare una piccola risatina - Sarà per la prossima volta - disse poi il professore, battendole una mano sulla spalla e quella si allontanò un po' delusa da se stessa e continuava a chiedersi a bassa voce per quale motivo l'incantesimo non avesse funzionato. Louis intanto fece continuare gli altri alunni e il successivo era proprio Liam, il quale riuscì a scagliare un perfetto Patronus, quasi bello quanto quello di Louis e tutta la classe applaudì appena una meravigliosa tigre iniziò a girovagare sopra le loro teste aprendo le fauci fino a scomparire qualche secondo dopo.

- Complimenti Payne! Il prossimo! - mancavano poche persone prima di Harry, e lui si sentiva un po' in ansia, probabilmente perchè temeva di fare una figura terribile davanti a Louis: dopo aver visto figure di animali di vario tipo che scorazzavano per aria nella stanza e dopo aver sentito una lunga serie di "wow!" provenire da quasi tutti gli alunni, fu il turno di Niall.

- Horan, prego - disse Louis facendo segno di avvicinarsi un po' a lui. Niall si mise in posizione e poi puntò la bacchetta: Harry lo vide socchiudere gli occhi e poi pronunciare "Expecto Patronum" e dalla sua bacchetta uscì una lepre che saltellava in giro per la stanza.

- Incredibile! - fece il biondo guardando il suo Patronus con un enorme sorriso stampato nel volto. Non era luminoso come quello di Liam, ma era comunque riuscito a farcela.

Nel momento in cui però il Patronus di Niall si dissolse, Harry iniziò a sentirsi ancora più in ansia perchè era arrivato il suo turno.

- Ha.. Styles - disse Louis. Harry abbozzò un sorrisetto, accorgendosi che il professore stava per chiamarlo per nome e non per cognome e quella cosa in un certo senso fece quasi scomparire l'ansia che aveva dentro di sé.

- Pronto? -

- Sì - rispose il riccio. Harry iniziò a pensare a Louis e non gli venne nemmeno difficile farlo. Nella sua mente iniziarono a passare a velocità della luce tutti i momenti che avevano vissuto insieme, i loro baci, il loro risveglio uno a fianco all'altro, la loro prima volta. Vide anche gli occhi di Louis e sentì la sua risata nella sua testa e in quel momento pronunciò "Expecto Patronum" in attesa che qualche animale bellissimo apparisse davanti a sè con quella colorazione argentea che aveva qualsiasi Patronus.

In realtà non successe nulla.

Tutti rimasero in silenzio e lui rimase immobile, senza muoversi di un millimetro. Si sentì in imbarazzo davanti a Louis, perchè effettivamente aveva pensato a lui, ma malgrado tutto dalla sua bacchetta non era uscito proprio niente.

Deglutì, e la sua mano iniziò a tremare - Va tutto bene - sussurrò Louis poggiandogli una mano sulla spalla - Di nuovo - disse stringendogliela leggermente. Un gesto quasi impercettibile, ma che fece sentire Harry più sicuro che mai. Si morse il labbro e poi ci riprovò di nuovo: si voltò prima verso il suo professore, poi socchiuse gli occhi e quando iniziò a pensare di nuovo a tutti i momenti passati con Louis, senza escluderne nemmeno uno, riuscì a pronunciare la formula.

- Expecto Patronum! - disse con un tono di voce piuttosto alto e proprio sulla sua testa spuntò uno splendido leone che spalancava le fauci come per ruggire. Aveva una bellissima criniera e si muoveva lentamente con passo felpato. Harry si sentì quasi dispiaciuto quando il suo leone scomparve, tanto che avrebbe voluto riprovare l'incantesimo solo per vederlo di nuovo.

- Complimenti, un bel Patronus Styles! - disse Louis sorridendo. La classe applaudì, come aveva fatto con tutti quelli che ci erano riusciti. Harry avrebbe voluto abbracciare Louis, ma si limitò a voltarsi verso di lui e sorridergli, come per ringraziarlo.

Ritornò alla fine della fila e diede il cinque a Niall che era ancora emozionato per il suo Patronus.

- Hai visto che figata? - fece il biondo.

- Sì, è stupendo -

- Ancora una volta la vincita dell'Irlanda al Campionato di Quidditch ha funzionato - disse Niall sottovoce al suo amico. Harry sorrise - Hai davvero pensato a quello? -

- Certo! E' stato il giorno più bello della mia vita -

Il riccio ridacchiò - Perchè, tu a che hai pensato? - Harry si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo, prima di rialzarlo per poter guardare Louis da lontano, facendo intendere al suo amico che non poteva pensare ad altro se non alla persona per cui provava quel sentimento tale da renderlo la persona più felice del mondo.

Si chiese a cosa avrebbe pensato se solo lui e Louis non avessero chiarito la sera precedente, forse avrebbe fatto la sua ennesima brutta figura davanti a lui perchè non sarebbe uscito proprio niente dalla sua bacchetta nemmeno al secondo tentativo, proprio come era successo ad Evelyn che si era seduta in una sedia in fondo alla classe, con un enorme broncio.

Harry non vedeva l'ora di poter vedere Louis quella sera e abbracciarlo forte e chiedergli se quell'incantesimo lo avesse reso fiero di lui, era curioso di saperlo.

~~

Alle undici di sera, Harry lesse l'ultima pagina del capitolo di Storia della Magia che avrebbe dovuto studiare per il giorno dopo e chiuse il suo libro con un grosso tonfo. Si alzò da una sedia della Sala Comune, dove si trovava completamente da solo.

Diede un'occhiata all'orologio e poi uscì da lì silenziosamente.

Arrivò davanti la porta del solito ufficio di Louis e bussò tre volte ed entrò subito dopo, trovandolo lì, seduto sulla poltrona, che leggeva un libro.

- Buona sera - fece Harry con un enorme sorriso stampato in faccia.

- Ciao piccolo - sussurrò Louis, chiudendo il libro e poggiandolo nel tavolinetto che stava accanto a lui. Ormai Harry si era abituato a quell'enorme stanza, al profumo che emanava e alla luce sempre soffusa che si creava la sera grazie alle lanterne e quell'atmosfera gli piaceva tanto. Gli piaceva anche il fatto che parlavano sempre come se stessero sussurrando.

- Come stai? - gli chiese raggiungendolo e stampandogli un piccolo bacio sulle labbra.

- Adesso che ci sei tu, molto bene -

- Sei diventato troppo sdolcinato, non ti ricordavo così all'inizio dell'anno -

Louis ridacchiò abbassando lo sguardo - Sei tu che mi fai questo effetto -

Harry per la millesima volta da quando frequentava Louis, arrossì e fu costretto a voltarsi dall'altro lato perchè si sentiva sempre in leggero imbarazzo quando le sue guance si tingevano di rosso.

- Perchè ti giri sempre quando arrossisci in quel modo? -

- Perchè mi vergogno - disse Harry tornando a guardarlo.

- Però sei bello - dopo quelle parole il riccio si fiondò di nuovo sulle sue labbra, dedicandogli un bacio che era durato per un bel po' di secondi. Gli carezzò i capelli e poi piano la guancia.

- A cosa hai pensato oggi quando ci hai fatto vedere il tuo Patronus? - sussurrò il riccio guardandolo negli occhi, dopo essersi seduto sul bracciolo della poltrona.

Rimase lì a guardarlo, osservando ogni angolo del suo viso e innamorandosene sempre di più.

•••

Louis e Harry non si erano dati un vero e proprio appuntamento per quella sera, ma Louis sapeva che sarebbe venuto, come sempre. Così, dopo cena, tornò nel suo studio e si sedette sulla solita poltrona, con il libro in mano; la sua intenzione era di leggerlo, ovviamente, ma i suoi pensieri vagarono altrove: anche se non aveva fatto nulla di particolare rispetto al solito, era stata una bellissima giornata, perché aveva avuto modo di vedere Harry, di parlargli e di stargli vicino, e oltretutto aveva visto il suo Patronus, che era un bellissimo leone. Tipico, per un Grifondoro, ma Louis pensava che si adattasse perfettamente a lui.

Durante le altre lezioni si era sentito come prima del litigio, con la testa tra le nuvole, felice come un bambino il giorno di Natale, e non aveva assolutamente nessun rimpianto. Era stanco di essere triste, e adesso che aveva trovato una cosa che lo faceva stare bene non se la sarebbe fatta scappare per nulla al mondo.

Quando Harry entrò nel suo studio alla solita ora, Louis si sentì rinato. Continuava ad avere paura di quel sentimento, di quelle sensazioni che quel ragazzo gli provocava, addirittura della felicità che provava, ma non riusciva a preoccuparsene più di tanto, anche se ci pensava spesso.

Dopo averlo baciato, Harry si era seduto sul bracciolo della poltrona, vicino a lui, e - A cosa hai pensato oggi quando ci hai fatto vedere il tuo Patronus? - gli aveva chiesto.

Louis non rispose subito. Guardava ogni singolo particolare del viso di Harry, in fondo chiedendosi come gli fosse venuta in mente una domanda così stupida, visto che secondo lui era ovvio, ma sorrise, perché il riccio aveva alzato un sopracciglio guardandolo con uno sguardo divertito. - Indovina.

- Torta di mele.

Louis scoppiò a ridere. - Perché proprio la torta di mele?

Harry fece spallucce. - Non lo so. L'estate?

- Bleah - fece, storcendo il naso.

- Zayn? - Louis alzò entrambe le sopracciglia e il ragazzo si morse il labbro, cercando di nascondere un sorriso. - Evelyn senza testa?

Rise di nuovo, sapendo che lo stava prendendo in giro. - Non sono così cattivo!

- Se lo dici tu - rise, per poi sedersi cavalcioni sulle sue gambe, una mano sulla sua spalla e l'altra che gli accarezzava il collo. - Perché la odi così tanto, comunque?

Il professore alzò gli occhi al cielo. - Io non la odio.

- Oggi sembravi quasi felice, quando il Patronus non le è riuscito.

- Non le è riuscito perché è stupida. - Harry lo guardò negli occhi. - Okay, forse un po' la odio.

- E perché?

- Lo sai perché - sbuffò.

- Dimmelo - sussurrò, avvicinando il viso al suo, con un sorriso timido. - Mi piace quando sei geloso.

Louis ridacchiò e gli poggiò le mani sui fianchi, accarezzandolo piano. - La odio perché ti sta sempre intorno e pensa di avere qualche minima possibilità con te. Quando invece tu sei solo mio.

Harry si fiondò sulle sue labbra, baciandolo con passione. Era un bacio così bello e così sentito che Louis non avrebbe mai voluto staccarsi dalle sue labbra, così lo spinse ancora più vicino a sé, la presa sempre salda sui suoi fianchi. La lingua di Harry esplorava ogni centimetro della sua bocca, mentre i loro nasi si sfioravano.

- Hai pensato a me? - chiese poi il riccio, leccandosi le labbra arrossate.

- Pensavo ad un ragazzo bellissimo. Ha gli occhi verdissimi e i capelli ricci, castani. Quando sorride gli si formano delle fossette sul viso - poggiò il dito su una fossetta, mentre Harry sorrideva. - E ha il sorriso più bello che abbia mai visto. È alto e con delle gambe stupende, ha una voce profonda che mi fa venire i brividi tutte le volte che parla. Le sue labbra sono soffici e morbide, ed è uno stramaledettissimo Grifondoro. Lo conosci?

Harry ridacchiò. - Potrei averlo visto in giro per il castello.

Louis annuì, sorridendo. - Harry?

- Dimmi, Lou.

- Vuoi essere il mio ragazzo? - chiese, all'improvviso, sorpreso da se stesso. Non ci aveva pensato neanche un momento - o almeno, ci aveva pensato nei giorni e nei mesi precedenti, si era chiesto spesso cosa fossero loro due di preciso, perché non ne avevano mai parlato, ma non aveva mai deciso che glielo avrebbe chiesto quel giorno, anzi, non aveva mai deciso che gliel'avrebbe chiesto in generale. Il problema era che Harry lo faceva diventare stupido, sconsiderato, e soprattutto gli annebbiava la mente, così da non essere più in grado di pensare. E Louis non era mai stato un tipo da "segui il cuore", lui seguiva sempre la sua mente e ponderava le sue decisioni per giorni, prima di metterle davvero in atto, e probabilmente questo era uno dei motivi principali per cui il Cappello Parlante lo aveva assegnato ai Serpeverde, tanti anni fa. Ma poi era arrivato lui, e tutta la sua forza di volontà e la sua razionalità si erano sgretolate in un battito di ciglia.

Stupido Louis.

Se possibile, gli occhi di Harry si fecero ancora più grandi, e le sue guance si tinsero di un rosso vivido, mentre si copriva il viso con entrambe le mani.

Louis entrò nel panico. - E' okay se non vuoi, voglio dire, lo capisco, io sono più grande e sono il tuo professore e sono uno stronzo insensibile e potresti stancarti presto di me, ma ti prego pensac... - le sue parole furono bloccate dalla labbra di Harry premute forte sulle sue, mentre le sue mani gli accarezzavano le guance.

- Non stai mai zitto? - gli disse poi, i visi vicinissimi.

- Non proprio.

- Sì, voglio essere il tuo ragazzo.

Il viso di Louis si illuminò con un enorme sorriso. - Davvero?

Harry fece una faccia incredula. - Certo, Lou. Perché non dovrebbe essere vero?

- No, solo... non importa - gli sorrise, e probabilmente Harry pensò che era meglio lasciar perdere l'argomento, perché gli diede un bacio sulla fronte e si alzò dalla poltrona, per poi rimanere in piedi nel centro della stanza, sorridendo.

- La lezione di oggi è stata fighissima!

- Mi sa che dovremo continuare anche domani, molti non ci sono riusciti e molti di voi dovete perfezionare l'incantesimo. A parte Payne, che lo fa già quasi perfetto, ovviamente.

Harry si poggiò alla scrivania e sbuffò. - Lo odio, a volte. È bravo in tutto!

Louis fece spallucce. - Tutti abbiamo il compagno secchione. Nei Tassorosso c'è Williams che - oh mio dio, è insopportabile! E nei Corvonero c'è Sheila Jackson che praticamente mi prega per un Confundus ogni volta che parla, dio mio.

- E nei Serpeverde?

- I Serpeverde sono tutti brillanti, Styles - disse severo, ma con un tono scherzoso nella voce.

- Oh, ma davvero? Anche Malik lo è?

- Perché parli sempre di Zayn? - Harry fece spallucce. - Sì, comunque. Con quel suo maledetto Occhio Interiore.

Il riccio ridacchiò. - A volte mi mette soggezione. Voglio dire, ti guarda come se sapesse tutti i tuoi segreti.

- Probabilmente li sa.

- Come?! - arrossì violentemente, guardandolo con gli occhi spalancati.

Louis non potè fare a meno di scoppiare a ridere. - Sto scherzando, scemo! Non è mica onnipotente, grazie al cielo.

Harry gli fece una linguaccia e gli propose di andare in camera. Nonostante Louis gli avesse detto che non poteva rimanere di nuovo a dormire con lui perché era troppo rischioso, decisero che sarebbero rimasti un po' a coccolarsi sul suo letto, che era decisamente più comodo della poltrona o della scrivania. Louis era seduto con la schiena poggiata sulla testiera del letto, e Harry era accoccolato a lui, con il viso sul suo petto, che tracciava dei segni immaginari con il dito. La mano destra di Louis gli accarezzava piano i ricci, e rimasero così, in silenzio, per un bel po' di tempo.

- Ne parleremo mai? - chiese a un certo punto Harry, alzando il viso per poterlo guardare negli occhi.

- Di cosa?

Indicò il braccio sinistro del professore. - Di quello.

Louis sospirò. Sapeva che prima o poi gliel'avrebbe chiesto, e sapeva che avrebbe dovuto rispondergli, così si era preparato un discorso già da un po'. - Sì, Harry. Ci sono molte cose che devo dirti, e alcune di queste non le ho mai raccontate a nessuno. È... è difficile, ma voglio dirtelo, perché te lo meriti. Non voglio più tenerti nascosto nulla.

Harry annuì, serio. - Quindi, quando ne parliamo?

Guardò l'orologio, era già mezzanotte. - Domani, promesso. Adesso faresti meglio a tornare alla torre.

Il ragazzo sbuffò, ma suo malgrado si alzò dal letto, e si diresse insieme a Louis alla porta. Vi si poggiò sopra, prendendolo per la camicia avvicinandolo a sé. - Dammi il bacio della buonanotte.

Louis sorrise e poggiò la mano destra sulla porta, accanto alla testa di Harry, e l'altra sul suo fianco, per poi abbassarsi e catturare le sue labbra in un bacio che durò più del previsto, quando il ragazzo socchiuse le labbra per lasciargli libero l'accesso, mentre con le mani gli accarezzava i capelli.

- Voglio stare qui con te per sempre - gli disse, sussurrando.

- Non fare lo sdolcinato - sorrise, segretamente felice di quella sua affermazione.

Harry ridacchiò. - Buonanotte Lou.

- 'Notte, piccolo - rispose, aprendo la porta e lasciando che tornasse nel suo dormitorio.

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