Capitolo 13

Non era stato per niente un weekend emozionante, anzi tutt'altro. Aveva passato le sue giornate a letto a lamentarsi perchè voleva uscire dalla Sala Comune o quantomeno dal dormitorio per poter fare qualcosa e trascorrere il tempo con i suoi amici.

Certamente Niall e Liam avevano passato un po' di tempo con lui, ma non poteva costringerli a stare chiusi lì dentro per tutto il weekend. Aveva tentato di occupare il suo tempo libero leggendo qualche libro, ma come sempre riusciva a distrarsi dopo poche righe.

Aveva anche scritto una lettera ai suoi genitori, comunicando loro che aveva avuto un piccolo incidente ma che per fortuna stava bene. Immaginava già la faccia preoccupata di sua madre quando avrebbe letto la lettera e al sospiro di sollievo successivo davanti alla frase "non preoccuparti, sto benissimo". In effetti quella pozione tremendamente disgustosa di Madama Chips aveva fatto il suo effetto, causandogli però diversi conati di vomito tutte le volte che era costretto a prenderla.

Quel weekend passato però in compagnia dei suoi libri gli servì per riflettere. Aveva pensato seriamente a quanto Louis gli mancasse e a quanto avesse avuto bisogno di lui nell'ultimo periodo, come se non riuscisse a colmare in nessun modo il vuoto che aveva provocato nel suo cuore, per questo iniziò a chiedersi cosa avrebbe dovuto fare: riflettè anche sul fatto che farlo ingelosire servendosi di Evelyn era stata una cosa veramente stupida, forse a quel punto l'avrebbe seriamente considerato un bambino per quel comportamento infantile.

Inoltre aveva dato ad Evelyn false speranze, facendole credere che avesse qualche opportunità con lui, quando in realtà era scientificamente impossibile che Harry potesse provare qualcosa nei suoi confronti.

Aveva anche ripensato alle parole di Niall, quando in infermeria gli aveva detto che Louis si era precipitato subito verso il campo di Quidditch per soccorrerlo e che era stato tutto il tempo con lui. Si chiese tante volte cosa avesse fatto in quell'ora in cui era del tutto privo di sensi, chissà se l'aveva anche solo sfiorato.

Era curioso di saperlo, era curioso anche di sapere come stesse ed era tremendamente voglioso di baciare le sue labbra, pensiero fisso di quegli ultimi giorni.

~~

Il lunedì mattina si era alzato dal letto senza dover fare nessuno sforzo disumano e Liam e Niall furono felici di vederlo finalmente che gironzolava per la stanza alla ricerca della sua cravatta.

Era quasi contento di dover seguire le lezioni quel giorno, ma solo per il semplice fatto che avrebbe rivisto altri luoghi della scuola che non fossero il suo dormitorio. E poi perchè non amava così tanto stare a letto tutto il giorno e odiava anche stare male. Si promise che da quel momento in poi sarebbe stato più attento durante gli allenamenti e le partite, perchè quella volta era stato veramente fortunato, forse in un altro momento avrebbe rischiato grosso.

Quella mattina durante le lezioni non aveva fatto altro che pensare a cosa avrebbe dovuto fare con Louis, quale sarebbe dovuta essere la cosa giusta da fare: arrivò alla conclusione che era arrivato il momento di parlare faccia a faccia, loro due da soli e discutere su ciò che era successo. Era anche una scusa per passare un po' di tempo con lui, come non succedeva da Natale. Aveva anche chiesto consiglio a Niall e Liam durante la lezione di Pozioni, anche se era stato richiamato più volte da Lumacorno, ma i suoi due amici furono d'accordo con la sua decisione.

La sera stessa sarebbe sgattaiolato fuori dal dormitorio, come faceva una volta, per poter raggiungere Louis nel suo ufficio, sperando di non trovare spiacevoli situazioni come per esempio lui e il professor Malik avvinghiati che si baciavano con passione probabilmente contro il muro. Al solo pensiero Harry ebbe i brividi.

Dopo aver passato la giornata nel panico più totale perchè non sapeva assolutamente come iniziare il discorso con Louis, finalmente arrivò la sera. Era rimasto un po' con Niall e Liam in attesa che tutti andassero a dormire e i suoi due amici gli fecero compagnia, consigliandogli anche le frasi giuste da dire. Harry era sicuro del fatto che avrebbe dimenticato tutto nel momento in cui l'avrebbe visto seduto nella scrivania del suo ufficio, con quella luce soffusa delle lanterne che rendevano il colore della sua pelle particolarmente chiaro.

Percorse il corridoio per raggiungere l'ufficio del professor Tomlinson con il cuore che batteva a mille, un po' per l'ansia di vederlo e un po' per paura di essere scoperto da Gazza o da qualche professore che aveva preferito passare la notte in giro per la scuola anziché stare a letto a dormire.

Appena arrivò davanti alla porta indugiò per un attimo: tutte le sue sicurezze caddero nel momento in cui si trovò a dover bussare. Forse non era proprio la cosa giusta da fare, magari Louis non aveva nemmeno tutta questa voglia di vederlo o di fare pace con lui. Magari Louis Tomlinson era tornata la persona acida di sempre anche nei suoi confronti e non solo nei confronti degli alunni Grifondoro e di tutto il resto del mondo.

Scosse la testa, decidendo di mettere da parte tutti quei forse e tutte quelle preoccupazioni e bussò tre volte come era solito fare. Non ricevette subito risposta, probabilmente perchè Louis aveva capito chi fosse, fino a quando non sentì un "avanti" provenire da dentro l'ufficio e il cuore di Harry iniziò a battere più forte di prima.

Aprì la porta lentamente e fece sbucare la testa. Lo vide lì seduto intento a scrivere qualcosa, concentrato più che mai. Aveva i capelli leggermente scombinati e un po' di barba che lo rendeva più bello del solito: quando alzò lo sguardo per vedere chi fosse entrato nel suo ufficio, Harry riuscì a vedere quanto fossero belli quei due diamanti che aveva al posto degli occhi. Si sentì così stupido a pensare a tutte quelle cose che l'avevano portato a rimanere qualche secondo fermo davanti alla porta, senza batter ciglio.

- Ciao - aveva sussurrato, abbassando subito dopo lo sguardo.

- Harry - aveva risposto semplicemente, e il riccio chiuse la porta alle sue spalle facendo meno rumore possibile. Si sentì in imbarazzo, non sapeva che dire o che fare, non si ricordava quasi nemmeno più per quale motivo fosse andato lì.

- C...come stai? - domandò con la voce che gli tremava. Intrecciò le dita delle sue mani, e alzò lo sguardo per poterlo guardare, ma non si avvicinò minimamente a lui. Rimase lì, vicino il ciglio della porta in attesa che fosse lui a dirgli cosa fare.

Forse era stata veramente una pessima idea quella.

•••

Louis non aveva alzato lo sguardo quando aveva sentito bussare alla porta, a malapena ci aveva fatto caso, immerso com'era nel suo lavoro, e disse "avanti" in modo distratto. La porta si aprì, e dopo qualche secondo di silenzio, Louis alzò finalmente lo sguardo: Harry stava lì a fissarlo, le guance leggermente arrossate e i ricci sempre fuori posto. Il suo cuore cominciò a battere più forte, e l'impulso di alzarsi e stringerlo forte tra le sue braccia si fece largo dentro di lui; invece rimase lì, fermo.

- Ciao - disse Harry, dopo un po', abbassando subito dopo lo sguardo.

Era assolutamente adorabile, e Louis sentì il suo cuore fare un balzo. - Harry - disse, quasi in sussurro.

Il riccio si chiuse la porta alle spalle, e balbettò un "come stai?" incerto, le dita delle mani intrecciate, lo sguardo posato su di lui quasi timidamente. Louis riusciva a vedere l'Harry di qualche mese fa, quel ragazzino impacciato e insicuro, spaventato di fare o dire qualsiasi cosa in sua presenza. Gli dispiaceva vederlo così, perché fino a poco tempo fa avevano raggiunto un livello di intimità tale da potersi permettere un rapporto normale, senza nessuna gerarchia e nessuna differenza. E lui aveva rovinato tutto, ovviamente.

Harry non si era ancora mosso, era rimasto vicino alla porta, forse in attesa di una sua risposta.

- Sto bene. E tu?

- Anch'io.

- Come va lo stomaco?

- Meglio.

- Bene - la discussione si fermò lì per un po'.

Louis non sapeva cosa fare: perché Harry era venuto da lui? Era venuto per scusarsi? Era venuto a chiedere delle scuse? Stava fermo lì senza dire una parola, e se da una parte Louis voleva soltanto baciarlo e chiedergli scusa per tutto, dall'altra si stava spazientendo.

Si alzò dalla scrivania e iniziò a sistemare ciò che c'era sopra, posando tutto al proprio posto, e Harry ancora non parlava. Quando non trovò più nulla da sistemare, si girò verso il ragazzo, sbuffando. - Perché sei qui?

Quello sembrò preso alla sprovvista dal suo tono di voce, e il suo sguardo si fece severo. - Volevo parlarti.

- Volevi parlarmi di come hai reagito in modo esagerato?

Harry si avvicinò a lui. - No. Volevo parlarti di come mi manchi e di come ero venuto qui per fare pace, ma vedo che sei rimasto lo stesso stronzo di sempre.

Louis si avvicinò a lui, i loro visi ormai a centimetri di distanza: avrebbe voluto dirgli che mancava da morire anche a lui, che voleva dimenticare tutto, lasciarsi tutto alle spalle, ma non riusciva a fermare le parole velenose che uscivano dalla sua bocca. - Io sarei stronzo? Mi hai dato addosso per una cosa di cui non ho colpa!

- Non hai colpa? Mi hai nascosto di avere il Marchio Nero, Louis! Direi che la colpa è tua eccome!

Il professore fece un respiro profondo; non era ancora pronto per affrontare il discorso su Voldemort, i Mangiamorte e suo padre, e non aveva intenzione di iniziarlo in quel momento. - Hai comunque esagerato. Non c'era bisogno di farla così grave.

- C'era bisogno eccome. Avevo bisogno di un motivo per fidarmi di te, o meglio, un motivo per continuare a fidarmi di te e zittire le voci nella mia testa che mi dicevano di non farlo. E indovina un po'? Quelle voci avevano ragione!

- Io non sono così. Harry...

- Mi hai chiamato ragazzino - lo interruppe quello, lo sguardo fisso su di lui, gli occhi verdi che erano quasi più scuri, per la rabbia. - So benissimo di essere più piccolo, e so benissimo che è un problema.

- Non lo è, per me.

- Sì che lo è, Louis. Potresti essere sincero adesso, almeno?

Louis sentì la rabbia crescere dentro di lui. - Beh sì Harry, sei un ragazzino! Andare in giro a fare la sgualdrina con Evelyn Garrett ti sembra un comportamento da adulto?

Il riccio spalancò gli occhi all'inverosimile, sul suo viso un sorriso ironico misto a incredulità. - Io? Io sarei la sgualdrina?! - urlò, indicando se stesso.

- Oh avanti - fece Louis, alzando gli occhi al cielo. - Non fare finta di cadere dalle nuvole, sai benissimo di cosa sto parlando. Evelyn studiamo insieme? - lo imitò.

Harry si passò una mano tra i capelli, incredulo. - Come se tu fossi un santo, sempre a ridacchiare e a flirtare con Malik. Ma ovviamente tu non hai colpe, Malik è bellissimo e misterioso, non è mica colpa tua! - disse, ironicamente.

- Pensi che Zayn sia bellissimo?

- Sì, ma non è questo il punto, Louis! Sei bambino tanto quanto me!

Louis si fiondò su di lui, prendendolo per la camicia. - Bambino? Tu non hai idea di cosa ho passato io, Styles. La mia mamma non mi coccolava dalla mattina alla sera e il mio papà non veniva a darmi la buonanotte prima di dormire. Io non sono mai stato un bambino.

Harry rimase in silenzio per un po', con lo sguardo puntato nel suo. - Evelyn è più matura di te.

- E allora vai con lei! - urlò il professore, lasciandolo andare con uno strattone. - Neanche ti piacciono le donne.

- Non mi piaci neanche tu, se è per questo! - urlò di rimando Harry, con gli occhi ludici. - Sei uno stronzo senza sentimenti e mi tratti pure di merda! Vaffanculo, Louis!

- No Harry, vaffanculo tu! Non capisci un cazzo! - si avvicinò al ragazzo, contraddicendo le proprie parole. Adesso si trovavano vicinissimi come poco prima.

- Non te n'è mai fregato niente di me. Dovevo saperlo - ormai le lacrime scendevano copiose dagli occhi del riccio. - Mi hai solo usato!

- Beh, sono sicuro che troverai qualcuno adatto a te allora, magari della tua età.

- Di sicuro! Almeno non devo stare qua a sentire le tue caz... - le parole di Harry furono soffocate dalla bocca di Louis premuta sulla sua.

Non aveva pensato, si era solo fidato del suo istinto. Voleva baciarlo finchè le sue labbra fossero diventate gonfie e rosse, voleva stringerlo a sé fino a farlo smettere di piangere e cancellare le sue lacrime con le proprie dita gentili.

Harry si dimenò per un po' nel suo tocco, come per protestare, ma dopo pochi secondi si arrese e socchiuse la bocca, permettendo alla lingua di Louis di entrare ed esplorare ogni singolo centimetro della sua pelle. Quel bacio non aveva nulla di casto, nulla di dolce o romantico, ma Louis sapeva che entrambi provavano qualcosa di così forte da non poter essere spiegato a parole, in quel momento.

Entrambi si staccarono per necessità di ossigeno, e Louis portò una mano ai capelli di Harry, tirandoglieli e portandogli indietro la testa. Quello gemette e gli diede accesso al suo collo, in modo che il professore potesse leccarlo e lasciargli dei marchi rossi sulla pelle.

- Louis - mugugnò, portando il bacino in avanti. - Sei... sei uno stronzo.

- Lo so piccolo, lo so - rispose quello di rimando, ancorando le mani ai suoi fianchi e spingendo la propria erezione contro di lui. - Mi vuoi, Harry?

- Sì - sembrava ormai fuori controllo, con Louis che roteava il bacino contro il suo in movimenti lenti. - Sì, ti prego...

Louis spostò le mani dai suoi fianchi al suo fondoschiena, stringendo piano e portandolo di più contro di sé, la sua bocca impegnata a lasciargli baci sul collo. - Anche se sono stronzo e senza cuore?

- Sì - rispose di nuovo immediatamente.

- Scommetto che Evelyn non può darti quello che ti darò io stasera - sussurrò al suo orecchio, portando di nuovo una mano tra i suoi ricci. Quando quello non rispose, glieli tirò piano. - Vero, Harry?

- Sì - ansimò, le mani di Louis ovunque sul suo corpo, adesso. - Ti prego.

Louis sorrise e gli sbottonò i pantaloni, che caddero subito alle sue ginocchia. Gli posò poi una mano sul rigonfiamento dei boxer e quello sussultò, gli occhi chiusi e la testa ancora all'indietro contro il muro. - Vuoi che ti tocchi, piccolo? - Harry mugugnò qualcosa che non comprese, annuendo. - Sei sicuro? - chiese poi di nuovo, con la voce più dolce di qualche secondo prima.

•••

Harry aveva il fiatone e gli tremavano leggermente le mani. Si sentiva tremendamente eccitato e tutte le volte che Louis gli tirava i capelli in quel modo sentiva un brivido percorrergli tutta la schiena: la foga con cui l'aveva baciato gli aveva fatto dimenticare tutto quello che era successo nei giorni precedenti, aveva scordato anche il motivo per cui avevano litigato, l'unica cosa su cui riusciva a porre attenzione erano le mani di Louis.

- Vuoi che ti tocchi, piccolo? - aveva sussurrato al suo orecchio e Harry ebbe solo la forza di mugugnare, sperando che Louis riuscisse a tradurre quel piccolo lamento. Desiderava più che mai che lui lo toccasse, era l'unica cosa che voleva.

- Sei sicuro? - disse poi Louis.

- Sì... ti prego - non aveva fatto altro che ripetere quelle tre parole negli ultimi minuti. Sentì la mano di Louis che massaggiava piano la sua erezione e gemette violentemente. Si avvicinò al suo orecchio, poggiando la testa sulla spalla di Louis mentre quello continuava a toccarlo con foga: insinuò la mano dentro i suoi boxer percorrendo tutta la lunghezza con la mano con una lentezza esasperante, che fece eccitare Harry più che mai.

Louis gli tirò con l'altra mano nuovamente i capelli, costringendolo a guardarlo negli occhi - Devi guardarmi negli occhi, piccolo Styles - disse Louis a denti stretti e Harry ebbe solo la forza di annuire, sentendo il tocco della sua mano sul proprio membro. I suoi movimenti erano ancora lenti.

- Louis - ansimò. Quello non rispose, fece solo un sorrisetto malizioso prima di baciargli il collo languidamente.

La sua lingua percorse il suo pomo d'Adamo e Harry iniziò a sentire più caldo di quanto avesse dovuto sentirne. - Voglio sentire le tue labbra Styles -

- Cos... - Harry non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Louis lo spinse dalle spalle costringendolo a inginocchiarsi. Il riccio tentò di non entrare in panico, ma non aveva idea di quello che avrebbe dovuto fare. Rimase lì, fermo con la mano di Louis tra i suoi ricci che tirava di tanto in tanto e con l'altra mano che si slacciava la cintura: Harry notò l'erezione evidente di Louis, il quale si abbassò i pantaloni e subito dopo i boxer.

- Prendilo in bocca - Louis teneva il suo membro con una mano e spinse poi il volto di Harry contro di esso e il riccio fu costretto ad attorniarlo con le labbra, in modo piuttosto impacciato. Poggiò le mani contro la pancia di Louis, per potersi reggere mentre quello guidava i suoi movimenti tenendolo dai ricci: Harry succhiava di tanto in tanto il membro di Louis, mentre le sue labbra massaggiavano con foga tutta la sua lunghezza. Louis spinse il capo di Harry verso di sè e il riccio gemette piano, strizzando leggermente gli occhi.

Louis lo strattonò, facendo in modo che lo guardasse - Voglio che mi fai godere, Styles, come nessun altro ha mai fatto - disse quello e Harry accolse nuovamente il suo membro tra le labbra, facendo roteare la lingua attorno alla punta, fino a quando Louis non iniziò di nuovo a spingergli il capo con violenza.

La stanza si riempì dei gemiti di Louis, che sussurrava il suo cognome. Amava quando lo chiamava per cognome in quei momenti, rendeva tutto ancora più eccitante.

- Più veloce Styles - aveva detto e Harry accelerò i suoi movimenti, aiutato dalla mano di Louis intrecciata con i suoi ricci. I suoi movimenti erano diventati sempre più veloci fino a quando il professore non lo spinse contro il pavimento per poi avvicinarsi a lui.

Harry stava disteso per terra, con il fiatone, che seguiva ogni movimento di Louis. Quello si mise a cavalcioni su di lui, bloccandogli le mani dai polsi - Dove eravamo rimasti a Natale? - sussurrò al suo orecchio, mordendogli il lobo e Harry gemette un po' per dolore e un po' per piacere.

Il riccio non rispose, fino a quando Louis non gli prese il volto con una mano, stringendogli piano le guance - Dove eravamo rimasti a Natale, Harry? - domandò avvicinandosi alla sua bocca.

- Stavamo per... fare l'amore - sussurrò il riccio, riuscendo a mala pena a parlare con Louis che gli stringeva le guance in quel modo. Quell'atmosfera gli piaceva, lo stava facendo impazzire, gli faceva venir voglia di Louis sempre di più.

- Vuoi ancora farlo, Harry? - chiese e quello annuì e Louis tolse la mano al suo volto - Vuoi che ti scopi, Harry? - Harry annuì di nuovo, guardandolo dritto negli occhi. Era l'unica cosa che voleva in quel momento, ma era così eccitato che non aveva proprio le forze di parlare.

- Dimmelo - sussurrò.

- Voglio che m... -

- Con più sicurezza, Styles -

- Voglio che mi scopi Louis, ti prego - Louis ridacchiò alzando un angolo della bocca e rimase lì fermo a guardarlo per un momento. Il petto di Harry si alzava e si abbassava con troppa velocità. Sentì poi le mani di Louis sui suoi fianchi che lo aiutavano a togliersi i boxer.

Gli aprì le gambe e in quel momento Harry credette di non essere pronto per una cosa del genere, perchè nella sua vita quel momento l'aveva immaginato in un modo totalmente diverso, ma l'eccitazione riusciva a offuscare quel pensiero e quell'insicurezza. Louis si tolse la maglietta nera a maniche lunghe che indossava e Harry fu costretto a guardargli di nuovo l'orribile marchio nero che era stampato sul suo braccio. Non ci fece caso più di tanto, soprattutto nel momento in cui quello lo attirò a sè con violenza prendendolo dai fianchi.

- Sei pronto, piccolo Harry? - chiese, con una punta di dolcezza nella voce.

Il riccio indugiò un attimo e poi annuì, sicuro di quello che voleva fare. Louis prese il proprio membro tra le sue mani e lo avvicinò alla sua apertura e Harry sentì un fortissimo dolore che lo fece quasi urlare. Louis gli tappò la bocca, spingendo lentamente dentro di lui.

Harry aveva tentato ancora una volta di urlare, ma la mano di Louis soffocava ogni sua parola e ogni suo gemito, ma era una delle cose più dolorose che avesse mai provato nella sua vita. Tremò appena, ma Louis gli afferrò la mano e fece in modo che le loro dita potessero intrecciarsi: via via che Louis iniziava a muoversi dentro di lui quel dolore spariva del tutto, venendo sostituito da una forte scarica di piacere che Harry sentiva in tutto il corpo, che lo faceva sentire così tremendamente bene.

Louis lo prese dal collo, per potersi aiutare con le spinte e dopo pochi secondi i suoi movimenti divennero sempre più violenti e Harry fece fatica a trattenere i gemiti che ormai sembravano veri e propri lamenti. - Ti piace, Styles? - chiese quello prima di dare una spinta più forte delle altre che lo fece gemere in modo esasperato.

- Sì... sì - ansimò.

Tirò la testa indietro e inarcò la schiena, fino a quando non sentì Louis prenderlo di nuovo dai fianchi dopo essere uscito da dentro di lui. - Ne vuoi ancora? -

- Sì - sussurrò, con la fronte sudata e i capelli leggermente umidi. Improvvisamente si ritrovò a pancia sotto e Louis lo costrinse a reggersi nelle ginocchia prima di entrare nuovamente dentro di lui.

Tenendolo dai fianchi era tornando a spingere con forza dentro di lui e Harry poggiò la fronte contro il pavimento. Ansimava, sentendo una delle sensazioni più belle che avesse mai provato. Harry sentì poi per l'ennesima volta la mano di Louis tra i suoi ricci: glieli tirò con forza e quello gemette ancora più forte. Si reggeva ai suoi capelli mentre continuava a muovere il bacino contro di lui, con tutta la foga che aveva in corpo.

Poco dopo Harry sentì la mano di Louis abbandonare i suoi capelli e poggiarsi sul suo membro: gli fece alzare il busto, senza però fermarsi e subito dopo iniziò a giocare anche con la sua intimità. Harry portò le mani dietro, toccandogli il fondoschiena e accompagnandolo nei movimenti.

Nessuno dei due parlava più, ormai erano soltanto i gemiti che regnavano all'interno dell'ufficio del suo professore. Harry non riuscì più a trattenersi e sentì un forte brivido all'altezza dell'inguine, fino a quando non venne nel pavimento di Louis e portò la testa indietro poggiandosi sulla sua spalla e lasciandosi andare in un gemito quasi liberatorio: ma Louis non aveva ancora smesso di spingere dentro di lui, ma da quanto dicevano i suoi ansimi, era anche lui sul punto di venire.

Louis gli tenne il collo con la mano e si avvicinò al suo orecchio. - Di chi sei Harry? -

- Cosa? -

- Voglio sapere di chi sei, dimmelo -

- T... tuo? -

- Solo mio - disse mentre accompagnava quelle parole con i suoi movimenti, sempre più violenti. Gemette nel suo orecchio e Harry strinse il suo fondoschiena con foga.

Louis lo spinse in avanti e quello dovette reggersi con le mani.

Harry gemette e Louis fece lo stesso per poi uscire da dentro di lui, venendo violentemente sul suo fondoschiena: Harry non si aspettava niente del genere, ma quando sentì il liquido caldo di Louis farsi strada sulla sua apertura e sul suo fondoschiena, ebbe ancora un brivido di piacere prima di accasciarsi completamente sul pavimento. Louis era ancora in ginocchio dietro di lui, che lo guardava muovendo la mano sul proprio membro.

Non si era mai sentito così appagato in vita sua.

•••

Louis era ancora in ginocchio, che guardava Harry disteso a terra, gli occhi chiusi e i ricci sparsi sul pavimento: era stupendo, una visione quasi celestiale. Non poteva credere di averlo tutto per sé, non poteva credere di aver appena fatto l'amore con un ragazzo così bello, così perfetto e così... suo.

Harry era suo e soltanto suo.

Il respiro del riccio non era ancora tornato regolare, così come il suo. E non riusciva a togliergli gli occhi di dosso: era sudato e sporco del suo sperma, e Louis combatté con tutto se stesso per non pulirlo con la propria lingua. Era la prima volta di Harry e non voleva esagerare.

Oddio, pensò all'improvviso. Aveva esagerato eccome.

- Haz? - sussurrò, accarezzandogli dolcemente la coscia.

- Mh? - fece quello, un sorriso si dipinse sul suo volto.

- Tutto bene?

- Credo che non riuscirò a camminare per una settimana - rise, e finalmente aprì gli occhi: erano umidi e leggermente arrossati, così come le sue labbra, e Louis non potè fare a meno di pensare ancora una volta che fosse una visione paradisiaca. Era così bello che si rese conto di essere in apnea.

Ma si rese anche conto che aveva pianto. - Dio mio, scusami - disse, gattonando verso di lui e sedendosi alla sua sinistra. - Ti ho fatto male?

- Un po'.

- Sono stato un idiota. Non ti ho neanche preparato.

- Va tutto bene, Lou - sorrise di nuovo, accarezzandogli una guancia. - E' stato bello.

- Sì - gli sorrise a sua volta, poggiando la mano sulla sua sulla propria guancia. - E' stato molto bello.

Rimasero in silenzio per un po', con dei sorrisi da idioti sul viso, non staccando per un secondo gli occhi l'uno dall'altro.

Louis si sentiva felice. Aveva di nuovo Harry, e non c'era cosa al mondo, in quel momento, che gli avrebbe potuto togliere quel sorriso dal viso. Perché Harry era suo, era suo di nuovo, e non aveva più paura di niente, adesso.

Si abbassò sul suo viso e lo baciò, mentre con la mano gli accarezzava piano la pancia. Era un bacio completamente diverso dal precedente, era un bacio dolce, gentile, un bacio che diceva tutto. Ma Louis sapeva che un bacio non sarebbe bastato e che prima o poi avrebbe dovuto dare delle spiegazioni al ricciolino, che lo volesse o meno. Se le meritava ed era suo dovere farlo.

- Mh, Lou? - mugugnò Harry, aprendo piano gli occhi dopo essersi staccato dal bacio.

- Dimmi, amore.

Harry arrossì visibilmente, e si morse il labbro. - Mi è piaciuto proprio tanto. Sei possessivo e... dominatore?

Louis rise, una risata cristallina che lui stesso non sentiva da moltissimo tempo. - Ti piace, eh? Ne sono felice - sorrise, passandogli una mano tra i capelli.

- E questa cosa che fai con i capelli...

- Questa? - chiese, tirandoglieli leggermente.

Harry gemette. - Oh mio dio.

Il professore ridacchiò e si abbassò di nuovo su di lui per baciarlo, e non si sarebbe mai più voluto staccare dalle sue labbra, erano la cosa più bella del mondo. E soprattutto erano ancora rosse e gonfie per i baci che si erano dati.

Louis circondò la vita di Harry con un braccio, poggiando la mano alla sua destra. - Sei così bello - sussurrò, senza riuscire a frenare i propri pensieri. Aveva sempre saputo che Harry era stupendo, ma in quel momento gli sembrava la cosa più bella che aveva visto nella sua intera vita.

Il ricciolino arrossì. - Tu sei bello - sussurrò a sua volta.

Louis ridacchiò. - Okay, stiamo diventando sdolcinati - si alzò, ancora completamente nudo, in cerca della sua bacchetta, e una volta trovata pulì entrambi e il pavimento con un incantesimo pulente.

Harry si sedette con la schiena contro il muro, ancora nudo e a quanto pare completamente disinteressato ai propri vestiti, e Louis riusciva a sentire il suo sguardo addosso, come sempre: era come se gli occhi di Harry gli scrutassero dentro, come se riuscissero a vedere ogni fibra e ogni cellula del suo corpo. Non poteva dire che quella sensazione non gli piacesse, però.

- Hai proprio un bel culo - disse all'improvviso Harry, la voce rauca e più bassa del solito.

Louis si girò verso di lui. - Neanche il tuo è male.

- Sembra l'inizio di un film porno - rise.

- Un che? - lo guardò con le sopracciglia corrugate.

- E' una cosa babbana. Praticamente è una specie di... come te lo spiego - mentre Harry pensava, Louis si avvicinò e si sedette vicino a lui. - Hai presente le vostre foto, che si muovono? - Louis annuì. - Ecco, un film è praticamente una serie di foto che raccontano una storia, diciamo, e ci sono anche le voci e la musica e tutto. E un porno è, beh...

- So cos'è un porno, Harry - rise.

- Uh, okay - arrossì lui.

- Magari qualche volta mi fai vedere questi film?

- Non avete televisioni qui, quindi immagino che dovresti venire a casa mia a Londra.

- Televisioni?

Harry sbuffò. - Non hai studiato Babbanologia?

- No - rispose. Suo padre glielo aveva espressamente proibito, ma quella era una storia che gli avrebbe raccontato più avanti.

- Vorrà dire che sarò il tuo insegnante.

- Non vedo l'ora - disse, poggiando le labbra sulle sue. - Dormi da me, stanotte - si ritrovò poi a dire, le sue parole simili a una supplica. Sapeva che non era prudente, sapeva che avrebbe dovuto lasciare che Harry tornasse su alla torre di Grifondoro, ma non voleva separarsi da lui, non quella notte.

- Ma Lou...

- Per favore.

Harry annuì, come se aspettasse solo che Louis gli desse la conferma che lo volesse veramente. - Va bene.

Così si misero entrambi a letto, Harry a sinistra e Louis a destra dietro di lui, avvolgendogli la vita con le braccia e tenendolo premuto stretto a sé. Si addormentarono entrambi quasi subito, e Louis non ebbe neanche l'ombra di un incubo.

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