Capitolo 12

Quella sera Harry non aveva chiuso completamente occhio. Quando provava ad addormentarsi, improvvisamente la sua mente decideva di scavare tra i suoi pensieri più nascosti per impedirgli di dormire: per questo si era del tutto rassegnato e aveva dormito poco più di un'ora. Da una parte si era quasi sentito in colpa per aver fatto ingelosire Louis in quel modo, ma poi ripensava al male che gli aveva fatto e pensava di aver fatto la cosa giusta.

Il giorno dopo si era guardato allo specchio e aveva notato due enormi occhiaie sotto i suoi occhi e si era maledetto per non aver dormito.

- Hai una pessima cera - aveva detto Liam con la voce impastata dal sonno appena lo aveva visto uscire dal bagno. Niall si stava ancora dimenando nel letto, borbottando frasi sconnesse.

Harry non rispose all'affermazione di Liam, si limitò solo a fare spallucce mentre indossava la sua camicia e la cravatta Grifondoro.

- Ma hai dormito stanotte? - chiese il biondo sbattendosi il cuscino in faccia.

Harry non rispose subito. - No, non ci sono riuscito - disse però poi.

- Ho sentito tutta la notte il letto cigolare e... - fece uno sbadiglio prima di continuare a parlare - ...e il rumore delle lenzuola -

- Sì, mi sono girato e rigirato, ma non ce l'ho fatta -

Liam si mise accanto a lui mentre si sistemava allo specchio la cravatta. Poggiò le mani sulle sue spalle, abbozzando un sorriso che Harry notò attraverso lo specchio.

- Pensi a lui? -

Harry sentì un groppo in gola che non gli permise di rispondere immediatamente alla domanda di Liam. Lo guardò dallo specchio e rimase un secondo ad indugiare: effettivamente sì, pensava tutta la notte a Louis, non smetteva un secondo di pensare a quanto gli mancasse e a quanto volesse di nuovo stringerlo tra le sue braccia ma pensava anche a come questo sentimento combattesse dentro di lui contro il rifiuto di volerlo anche solo guardare in faccia.

Pensava sempre a Louis, come poteva negarlo?

- Sì - disse semplicemente, consapevole del fatto che Liam non avrebbe scavato ancora di più dentro i suoi pensieri e si sarebbe accontentato di quello stupidissimo "sì". Gli strinse le spalle come per fargli coraggio e Harry lo guardò con un sorriso: malgrado tutto, sapere che Liam e Niall gli stavano vicino gli dava un po' la forza di andare avanti.

~~

Scese come sempre prima di tutti a colazione e trovò lì Evelyn che sfogliava il libro di incantesimi. Harry avrebbe voluto cambiare direzione per evitare che la bionda gli ricordasse che quel pomeriggio si sarebbero dovuti rivedere, ma nello stesso momento in cui ci pensò, Evelyn alzò lo sguardo e gli sorrise.

Harry ricambiò agitando timidamente la mano e si sedette poco più avanti per godersi la sua colazione. Nello stesso momento la sua civetta si catapultò proprio davanti a lui per consegnargli una lettera da parte dei suoi genitori e Harry fu felice di sentire finalmente qualche notizia da parte loro, ma fu costretto a distrarsi qualche secondo dopo: aveva sentito una risata provenire dal tavolo dei professori, una risata che avrebbe riconosciuto sopra qualsiasi altra perchè era quella che aveva riempito il suo cuore negli ultimi mesi e per questo si voltò istintivamente. Vide il professor Malik vicino all'orecchio di Louis che gli stava sussurrando qualcosa: Louis intanto rideva di gusto mentre il moro si avvicinava sempre di più a lui.

Harry sentì lo stomaco quasi scoppiargli per il nervosismo: sicuramente lui e Malik erano ritornati ad avere quel rapporto "speciale" che Louis tanto amava e il pensiero che quel pazzo con l'Occhio Interiore potesse anche solo sfiorare il professor Tomlinson, fece quasi venire i brividi a Harry. Tornò a leggere la lettera che gli era arrivata, ma fu costretto a rileggere per tre volte di fila la prima frase che sua madre aveva scritto perchè la sua mente continuava a concentrarsi su quei due.

- Harry - sentì la voce di Evelyn e desiderò spaccare qualcosa perchè era assolutamente l'ultima persona con cui voleva parlare in quel momento.

- Sì, dimmi - disse.

- Possiamo studiare insieme stasera? Avevo detto ad Emma che sarei stata con lei questo pomeriggio - disse sorridendo e sistemandosi una ciocca di capelli. Il riccio si limitò ad annuire, sforzando un sorriso e tentando di non voltarsi di nuovo verso il tavolo dei professori.

Evelyn lo salutò stampandogli un bacio sulla guancia e quasi rimase basito davanti a quel gesto, ma sperò che Louis l'avesse visto: si voltò verso di lei e la salutò con la mano, vedendola che andava via.

Rilesse nuovamente la prima frase della lettera, fino a quando non sentì la voce di Niall: aveva capito che leggere quella lettera quel giorno gli sarebbe venuto veramente impossibile. - Molto intimi quei due, eh? - aveva sussurrato Niall, facendogli segno di guardare verso il tavolo dei professori. Harry fu costretto di nuovo a girarsi e li vide ancora lì che ridevano e scherzavano. Socchiuse gli occhi, facendo un lungo respiro.

- Sì, si vogliono molto bene a quanto pare - rispose Harry.

- Avrà trovato qualcun altro con cui scopare la sera - ridacchiò Niall. Quella frase non fu per niente di conforto per Harry, soprattutto sapendo cosa si celasse dietro l'amicizia dei due professori.

- Boh - il riccio fece spallucce, prima di guardare di nuovo Louis con il quale riuscì a scambiarsi uno sguardo. Gli mancava tremendamente riuscire a guardarlo intensamente negli occhi come erano soliti fare anche nel silenzio più totale.

In quel momento Harry capì che quella sarebbe stata l'ennesima brutta giornata.

•••

Louis quella notte aveva dormito bene, probabilmente la promessa che avrebbe avuto una vendetta su Harry lo faceva stare bene. Louis non era cattivo, generalmente, era solo un Serpeverde. Non si beava del dolore degli altri - non di tutti almeno -, e di certo non era nei suoi piani far del male ad Harry, ma se il ricciolino si comportava così, allora probabilmente non era così distrutto come gli aveva voluto far credere quando avevano litigato.

Nonostante la buona dormita, o forse proprio per quella, Louis si svegliò abbastanza presto, e chiamò Zayn attraverso il camino per sapere se fosse già sveglio. Il moro non era mattiniero, di solito, ma quella mattina per fortuna era già in piedi, e decisero di incontrarsi nel corridoio che portava alla Sala Grande in una ventina di minuti.

- Quindi mi aiuterai non è vero? - disse subito Louis a Zayn, senza nemmeno dargli il buongiorno.

- Buongiorno anche a te - fece quello infatti, alzando un sopracciglio.

- 'Giorno - gli sorrise. - Allora?

- Sì, ma cosa vuoi che faccia?

- Gesti intimi che sembrano innocenti a chiunque tranne che a lui? - suggerì, iniziando a camminare verso la Sala Grande.

- Ma noi ci comportiamo sempre così, Lou.

Quello alzò gli occhi al cielo. - Puoi sforzarti un po'?

- Va bene, va bene.

Si accorsero con grande piacere che nessuno dei professori era ancora arrivato quella mattina, così si sedettero ai loro soliti posti al grande tavolo degli insegnanti. Il tavolo dei Tassorosso e quello dei Serpeverde erano ancora completamente vuoti, mentre una decina di Corvonero erano già seduti - secchioni, pensò Louis - e anche un paio di Grifondoro, uno dei quali era Evelyn Garrett. Louis storse il naso: quella ragazzina si stava rivelando veramente fastidiosa, se la ritrovava ovunque.

Stava già mangiando da un po' quando, alzando lo sguardo, vide la testa riccia di Styles fare capolino e agitare una mano in direzione di Evelyn. Louis fece del suo meglio per non lanciargli la forchetta, e invece diede una gomitata a Zayn.

- Sei scemo? - fece quello, guardandolo con gli occhi spalancati.

- E' il tuo momento, fai vedere chi sei - rispose, senza distogliere lo sguardo dal ragazzino. Zayn controllò dove stavano puntando i suoi occhi, e capì.

Harry stava leggendo una lettera, probabilmente dei suoi genitori, ma era sicuro che potesse sentire benissimo la risata di Louis, soprattutto in quel momento che la Sala era praticamente vuota. Quindi Louis rise, mentre Zayn si avvicinò pericolosamente a lui sussurrandogli qualcosa all'orecchio che in realtà erano insulti, del tipo "sei un idiota", "quanti anni hai, dodici?", ma che agli occhi di Harry dovevano sembrare tutt'altro. Il moro era così vicino al suo orecchio che gli provocò una scia di brividi lungo la spina dorsale, e dopo qualche secondo, si avvicinò a sua volta a Zayn. - Ci ha visti?

- Si è girato, sì.

Louis sorrise, soddisfatto di se stesso.

- Sei contento adesso?

- Sì, ma non è finita qui.

Zayn alzò gli occhi al cielo. - Louis, è inutile che fingi con me. So che ti manca e vorresti che tornasse da te.

Il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo: era vero, gli mancava e lo rivoleva indietro, ma Harry stava giocando sporco, e non capiva perché lui non potesse farlo. E poi era lui il Grifondoro tra i due, non avrebbe dovuto essere giusto, coraggioso, leale, rispettoso e tutta quella roba là? Louis aveva un naturale istinto di auto-conservazione, ed era un Serpeverde. Se c'era uno, tra i due, che doveva tirarsi indietro, quello era senza dubbio Harry.

- Non vuole parlarmi, Zayn.

- Perché non gli hai detto la verità.

Louis si girò verso di lui, fissando il suo amico negli occhi. - Non posso dirgli la verità. Ha solo sedici anni, non voglio turbarlo con i miei racconti dell'orrore - disse, facendo le virgolette con le dita all'ultima parola. - Vorrei solo che quel marchio potesse scomparire dalla mia pelle - disse poi, abbassando il tono della voce.

Zayn gli mise una mano sulla spalla. - Lou, tu lo conosci meglio di me, ma io penso che tu lo stia sottovalutando. A me sembra un ragazzo intelligente, si vede che ci tiene a te e...

- Ci tiene? Lo vedi come fa con Evelyn Garrett?

- Così come tu fai con me? - alzò un sopracciglio. - Si vede lontano un miglio che nessuno dei due è felice al momento.

- Tu lo vedi grazie a quel maledettissimo Occhio Interiore.

Zayn ridacchiò. - Sono sicuro che anche i suoi amici se ne sono accorti, e credimi, Horan non ha assolutamente l'Occhio Interiore.

Proprio in quel momento Louis si girò verso il ragazzo, notando che la biondina gli aveva appena stampato un bacio sulla guancia ed era andata via dalla Sala Grande, che si stava già popolando di gente. Louis desiderò sprofondare, perché quel peso all'altezza dello stomaco era tornato. - Giuro che oggi le levo cinquanta punti.

Il moro gli diede uno schiaffo sul braccio. - Non cambiare argomento. E non rifilarmi la scusa che non vuoi impressionarlo, perché non hai raccontato nulla neanche a me, almeno di Azkaban, e so benissimo che il problema non è quello.

- Sì, va bene Zayn. Ci penserò - disse, facendo un gesto con la mano e chiudendo l'argomento, visto che stavano arrivando anche gli altri professori.

Fece in tempo a scambiarsi uno sguardo con Harry per un paio di secondi, prima che Lumacorno si sedesse accanto a lui e iniziasse una conversazione alla quale non era assolutamente interessato.

•••

Niall gli aveva ricordato almeno un centinaio di volte nel corso della mattinata che di pomeriggio avrebbero avuto gli allenamenti per il Quidditch. Non era poi così entusiasta di doversi allenare quel giorno, probabilmente perchè tutto quello stress psicologico a cui era stato sottoposto lo faceva sentire spossato senza aver effettivamente mosso nemmeno un dito.

Si chiese se avesse dovuto sopportare quel continuo essere sovrappensiero fino alla fine dell'anno scolastico. Lumacorno quel giorno l'aveva richiamato durante la lezione di Pozioni per chiedergli se tutto stesse andando per il verso giusto. Harry non poteva sicuramente dirgli la verità, e si limitò a dirgli che quel giorno era un po' stanco, ma quando Lumacorno gli ricordò che era dall'inizio dell'anno che non lo vedeva così concentrato come una volta, allora non seppe più che rispondere e fu costretto a fare spallucce. Lumacorno non fece più domande, anche perchè Harry non avrebbe detto sicuramente nulla.

Sicuramente però non era l'unico professore che gli faceva notare quanto quell'anno fosse cambiato e sentiva anche lui nella sua pelle quel forte cambiamento e da quando aveva litigato con Louis tutto era diventato ancora più difficile: pensava che adesso sarebbe riuscito a concentrarsi maggiormente sullo studio, quando in realtà l'effetto fu totalmente opposto. Probabilmente perchè sentiva un vuoto dentro di sè, perchè non riusciva a trovare sollievo nello studio come faceva Liam.

Era tutto piuttosto stressante.

E pensare che l'unica persona che l'avrebbe potuto aiutare in quel momento, era esattamente quella persona con cui ce l'aveva a morte, con cui non voleva parlare per nessun motivo al mondo, ma che allo stesso tempo voleva riabbracciare e stringere forte a sè come aveva fatto a Natale l'ultima volta.

Quel giorno per gli allenamenti decise di indossare la fascia che gli aveva regalato proprio Louis a Natale. La guardò per un po' prima di indossarla ma poi pensò che gli sarebbe servita per evitare che i capelli gli andassero in faccia durante gli allenamenti: si rese conto però che emanava un po' del suo profumo, ma decise di metterla lo stesso.

Indossò la sua divisa e prese la sua scopa e si diresse verso l'enorme campo di Quidditch della scuola: lì c'erano già Niall e altri due ragazzi del terzo anno che avevano iniziato a lanciarsi i bolidi.

Quel giorno faceva particolarmente freddo e la divisa non gli consentiva di stare al caldo, ma non poteva fare altrimenti. Montò la sua scopa e raggiunse Niall in volo, notando che tra gli spalti c'erano Evelyn con la sua amica Emma, entrambe interessate ad una rivista che soltanto le streghe come loro avrebbero potuto leggere.

- Dove sono gli altri? - chiese Harry a Niall.

- Stanno arrivando, così possiamo iniziare - disse il biondo prima di sfrecciare con la sua scopa in giro per il campo, facendo dei giri su se stesso. Harry si chiese come fosse capace di fare una cosa simile, lui non ci era mai riuscito, tutte le volte era caduto con la faccia contro il prato del campo.

Qualche minuto più tardi tutta la squadra di Quidditch di Grifondoro fu al completo e iniziarono finalmente i loro allenamenti. Harry si sentì un po' più tranquillo e rilassato, aveva colpito svariate volte con la mazza i bolidi che erano arrivati nella sua direzione. Era molto concentrato, intento a evitarsi qualche bolide in faccia o nella mano o nel petto o in qualsiasi altra parte del corpo, fino a quando la sua attenzione non fu catturata dalla presenza di due persone nel campo.

Vicino agli spalti, aveva visto Louis e il professor Malik. Parlavano e Harry si accorse che i loro atteggiamenti erano molto più intimi di quanto lo fossero mai stati in presenza di altre persone. Le mani di Harry iniziarono a tremare, fino a quando non perse quasi il controllo della sua mazza e a quel punto si costrinse a tornare concentrato sul gioco.

Colpì per puro miracolo un bolide che stava quasi per arrivargli dritto in faccia e fece un sospiro di sollievo prima di tornare a guardarli. Sicuramente da quel fatidico giorno di Natale, Louis aveva avuto bisogno di sostegno e chi poteva dargliene se non il suo tanto amato amico Zayn Malik? Sicuramente non ci aveva pensato due volte a tornare da lui e a riallacciare i vecchi rapporti che erano andati perduti da quando loro due erano una coppia, o qualsiasi altra cosa fossero stati.

Non si era mai sentito così geloso in vita sua.

- HARRY! - sentì Niall urlare, ma fu troppo tardi quando il bolide non gli prese proprio la testa e perse il controllo. Era sul punto di cadere, ma riuscì a reggersi con una mano alla scopa.

Si rimise a cavallo e dopo essersi sistemato la fascetta si toccò la nuca dolorante: guardare Louis e Malik così incessantemente gli era costato un bel dolore alla testa.

- Tutto bene amico? - chiese Niall raggiungendolo.

- Sì, fa solo un po' male -

- E ci credo! Grant ne ha tirata una delle sue - Harry continuava a guardare i due seduti vicino gli spalti e in quel momento il suo amico capì per quale motivo Harry si fosse preso quel bolide in testa.

Il biondo sbuffò - Che ci fanno qua? -

- Non lo so, mi dà troppo fastidio -

- Cerca di non guardarli Harry, o il prossimo bolide ti lascia qui stecchito - Harry notò che gli allenamenti si erano fermati per un attimo dopo che lui aveva preso quella bella botta. Anche Evelyn l'aveva chiamato per chiedergli se andasse tutto bene, probabilmente perchè tutti avevano notato il modo ridicolo con cui era stato colpito alla testa.

Fece segno ad Evelyn che andava tutto bene anche se la testa continuava a pulsare e anche se quei due erano ancora lì: appena vide Zayn poggiare la mano sulla gamba di Louis, in prossimità della sua coscia, desiderò ardentemente andare lì giù e buttarli fuori dal campo.

Pensò invece che sarebbe stato più saggio tornare a giocare e non appena vide uno dei bolidi venire verso di lui, lo colpì così forte che fu un miracolo se non si ruppe.

Aveva scaricato tutta la sua rabbia contro quell'enorme palla che correva contro di lui.

- Scusa per prima, Harry! - aveva detto Grant, il ragazzino basso del terzo anno con gli occhiali che poco prima gli aveva lanciato il bolide che l'aveva colpito. Gli avrebbe voluto dire che sicuramente non era colpa sua, ma che era stato lui troppo occupato a morire dentro per la gelosia per potersi concentrare effettivamente nel gioco.

Quando pensò che quella giornata non era ancora finita e che ancora avrebbe dovuto passare la serata con Evelyn a studiare, pensò quasi che cadere da quella scopa sarebbe stato più emozionante.

•••

Quel pomeriggio Louis non aveva lezioni da fare, e sapeva che la squadra di Grifondoro si sarebbe allenata, perché quando aveva chiesto se il campo fosse disponibile per i Serpeverde, la McGranitt lo aveva informato che era già occupato. Dopo essersi ricordato che anche Harry faceva parte della squadra, Louis aveva risposto in modo piuttosto sgarbato e aveva promesso alla sua squadra il campo per il giorno dopo. Ora era questione di principio che il Serpeverde vincesse la Coppa, non poteva permettere che la squadra di Styles e Horan li battesse.

Decise però che non poteva lasciare la questione aperta con Harry, e lasciando da parte tutte le cose che aveva da fare, fece velocemente la strada fino all'ufficio di Zayn e quando la porta si aprì entrò senza tante cerimonie, investito come sempre dall'odore di incenso. Il moro era seduto ad un tavolino rotondo, coperto da una spessa stoffa rossa e oro, e stava guardando attentamente dentro la sfera di cristallo. Louis non aveva l'Occhio Interiore, non era mai riuscito a guardare nulla dentro quella maledetta sfera, e si poteva dire che Zayn gli avesse salvato il culo in quella materia, quando studiavano; non riusciva però a negare che il moro fosse davvero stupendo mentre era concentrato in quel modo, gli occhi che brillavano mentre quello che per Louis era fumo informe, per Zayn erano probabilmente figure che si stagliavano nitide sulla superficie della sfera.

Rimase qualche minuto a guardarlo, non gli capitava spesso di trovarlo nel bel mezzo del suo lavoro, ma dopo un paio di minuti il suo amico si girò verso di lui e gli sorrise. - Ah, sei già qui.

- Che vuoi dire già?

- Sapevo che saresti arrivato.

Louis alzò gli occhi al cielo. - Ovviamente. Senti - disse poi, deciso a illustrargli il suo piano. - Devi venire con me.

- Dove? - chiese Zayn, riponendo la sua sfera su una mensola.

- Al campo di Quidditch.

- Perché? C'è una partita?

- I Grifondoro si stanno allenando.

Stavolta fu il turno del moro di alzare gli occhi al cielo. - Non possiamo assistere agli allenamenti, Lou. Lo sai.

- Non mi interessa...? - fece, alzando un sopracciglio.

- Interessa a me. Se la McGranitt ci vede ci spella vivi.

- Avanti Zayn, non può mica licenziarci! - protestò, spalancando le braccia. - Ti prego?

Zayn sbuffò. - Sei un idiota. Hai ventitré anni, perché non ti comporti come un adulto e non vai a parlargli? Lo sai che sarebbe tutto molto più semplice, vero?

- Perché non sono un adulto - gli fece l'occhiolino. Ma quando quello lo guardò male, non potè fare altro che sbuffare. - Per favore, mi accompagni?

Zayn lo guardò per un po', con quel suo sguardo che sembrava penetrarlo. - Va bene. Ma non stiamo per molto.

Louis annuì e lo prese per un braccio, trascinandolo fuori dal castello.

~~

Louis e Zayn arrivarono nel campo quando la squadra di Grifondoro era già tutta radunata e l'allenamento era già iniziato. I due si sedettero sugli spalti e Louis si avvicinò molto a Zayn - quello alzò gli occhi al cielo per la millesima volta, ma non gli disse nulla.

Dopo qualche minuto, Louis si accorse che Harry aveva qualcosa tra i capelli, e guardandolo meglio si accorse che era la sciarpa che gli aveva regalato lui. Il cuore gli si fece piccolo piccolo nel petto e iniziò a battere più forte di prima: perché l'aveva messa? Forse non era arrabbiato con lui come voleva fargli credere? Forse un po' gli mancava? A quel punto era quasi sicuro che l'avesse buttata tra le fiamme, e invece eccolo lì, con quella sciarpa tra i capelli e il viso concentrato sul gioco. Louis avrebbe voluto reprimere quella sensazione di fastidio misto a tristezza che lo pervadeva in quel momento, ma non ci riusciva proprio, era più forte di lui. Così decise di ignorarla.

Zayn probabilmente capì - anzi sicuro, maledetto Occhio Interiore - e gli mise una mano sulla spalla per poi avvicinarsi al suo viso e sorridergli. - So cosa stai pensando - gli disse, il sorriso palesemente falso, solo per fare scena. - E sì, credo che gli manchi.

- Se gli mancassi verrebbe a parlarmi, non pensi? - chiese a sua volta, con un sorriso quasi malizioso, e vide che Zayn si stava trattenendo dal non ridergli in faccia, visto che stavano facendo un discorso serio con delle facce assolutamente inappropriate alla situazione.

Prima che il moro potesse rispondere, però, sentirono Horan urlare un "HARRY!" e si girarono in tempo per vedere un bolide colpire il ricciolino sulla nuca, che per poco non perse la presa sulla scopa. Louis trattenne il respiro, ma quando si accorse che stava bene e che parlava con il biondino tranquillamente, si rilassò. Non fece però a meno di notare che qualcuno dagli spalti si era sporto per chiedergli se stava bene, e quel qualcuno era proprio Evelyn Garrett.

Louis strinse forte i pugni sulle sue gambe. Da una parte avrebbe voluto coccolare Harry, chiedergli se stava bene, se si era fatto male, se se la sentiva di continuare a giocare, ma dall'altra parte, visto che non era stato poi così grave, sperava che almeno quella botta in testa gli avrebbe fatto aumentare un po' il quoziente intellettivo.

Quando vide però Harry fare segno a Evelyn che andava tutto bene, subito si girò verso Zayn. - Toccami.

- Scusa? - fece quello, alzando un sopracciglio.

- Fai qualcosa, mettimi la mano sulla gamba, non lo so.

Zayn ridacchiò e strinse la coscia di Louis. - Così?

- Sì - gli sorrise quello, girandosi poi verso il campo e notando che Harry li stava guardando. Bene.

Rimasero per un altro po' a guardare la squadra giocare. Ogni tanto, oltre Harry, anche gli altri giocatori buttavano uno sguardo verso di loro, forse chiedendosi cosa ci facessero lì e perché stessero assistendo agli allenamenti, ma a Louis non importava granché. Non potè fare a meno di notare, però, che Harry era piuttosto bravo: quando colpiva i bolidi i suoi ricci si muovevano insieme a lui e poi gli ricadevano morbidamente sul viso concentrato. Riusciva quasi a sentire i suoi muscoli flettersi sotto le dita, riusciva quasi a sentire il suo odore sotto il naso e la sua voce nelle orecchie. Provò nuovamente l'impulso di andare da lui e seppellirlo tra le sue braccia.

Proprio in quel momento lo vide fare il segno di time-out ai suoi amici e planare verso il terreno, per poi scendere dalla scopa e avvicinarsi al punto in cui tenevano le bottigliette d'acqua. Louis non riusciva a non guardarlo: era bellissimo e gli mancava così tanto che si sentiva senza un pezzo di cuore.

Zayn gli mise un braccio attorno alle spalle e gli diede un bacio sulla tempia. - Vedrai che si sistemerà tutto.

Louis si girò verso il suo migliore amico, i loro visi molto vicini. - Lo spero - gli sorrise.

Ma non appena si girò verso il campo, non fece in tempo a dire nulla che vide un bolide colpire Harry in pieno stomaco. Era come se l'aria si fosse fermata, tutto attorno a Harry aveva smesso di muoversi. Il riccio rimase per qualche secondo con gli occhi spalancati e la mano sulla pancia, per poi cadere a terra.

Louis fu più veloce di tutti i suoi compagni di squadra e persino di Evelyn Garrett: scese dagli spalti correndo e si avvicinò al ragazzo, prendendolo tra le sue braccia. - Harry? - sussurrò, ma quello non rispose, era svenuto. Una folla di ragazzi li accerchiò, Zayn dietro di lui. Sapeva che avrebbe dovuto portarlo in infermeria, ma vedendolo lì inerme non riusciva a muovere neanche un muscolo, figuriamoci alzarsi e camminare.

- Professore, dobbiamo portarlo in infermeria - disse Evelyn Garrett.

Louis alzò lo sguardo, gli occhi probabilmente sul punto di lanciare fiamme. - So benissimo cosa devo fare, signorina Garrett. Stia zitta e torni dentro il castello - disse aspro, per poi far apparire una barella e, con l'aiuto di Horan e degli altri ragazzi, adagiarvi Harry sopra. - Lo porto in infermeria. Voi continuate pure. - disse, e con un gesto della bacchetta fece in modo che la barella camminasse davanti a lui. Zayn lo seguì in silenzio.

•••

L'ultima cosa di cui si ricordava era stato il fortissimo dolore allo stomaco che aveva sentito subito dopo aver visto il professor Malik dare un bacio a Louis sulla tempia, poi il vuoto più totale. Non aveva visto quel bolide neppure di sfuggita e quando era arrivato dritto al suo stomaco aveva solo sentito un'enorme fitta alla pancia prima di ricadere privo di sensi.

Quando riaprì gli occhi vide tutto sfocato e quella sensazione gli fece girare di nuovo la testa per un momento. Sembrava non esserci nessuno lì dentro, fino a quando non si accorse che qualcuno, vestito interamente di nero, stava parlando con Madama Chips. Non riusciva ancora a vedere bene, si sentiva piuttosto confuso e per questo non riuscì a riconoscere la persona che stava a pochi metri da lui. Mugugnò qualcosa muovendosi appena nel letto.

La pancia gli faceva ancora male, non come quando aveva preso quella botta tremenda, ma sicuramente faceva male.

- Si è svegliato - disse Madama Chips abbandonando la conversazione e precipitandosi verso il letto vicino a Harry. - Come ti senti? - chiese l'anziana donna che si era chinata verso di lui. Harry fu costretto a chiudere nuovamente gli occhi per poi riaprirli e riuscì ad avere una visuale fortunatamente più nitida, ma non riuscì a rispondere a quella domanda.

- Ha solo bisogno di riprendersi un attimo, ma credo stia bene - disse poi.

Harry si stropicciò un occhio per poi rendersi conto che la persona che stava ai piedi del suo letto non era né uno dei suoi migliori amici né un componente della squadra di Quidditch di Grifondoro né un infermiere, ma bensì era Louis Tomlinson che lo guardava mentre tentava di riprendersi.

Era stata l'ultima persona che aveva visto prima di svenire e la prima che aveva visto appena era riuscito a riacquistare i sensi e questa cosa in un certo senso lo aiutò a sentirsi meglio.

- Vado a prenderti qualcosa che ti farà sicuramente stare meglio! - l'infermiera si allontanò da Harry dopo avergli carezzato i ricci con la mano. Era sicuro che Madama Chips come sempre gli avrebbe dato qualche strana medicina dal sapore tremendo che altro non avrebbe fatto se non peggiorare la situazione. Aiutandosi con le braccia alzò con fatica il busto, sentendosi tremendamente osservato da Louis che ancora stava lì.

Fece un piccolo gemito di dolore e fu costretto a sfiorarsi lo stomaco.

- Fa ancora male? - chiese il professore, mantenendo comunque quel suo tono cupo e distaccato. Harry si sentì ugualmente felice di poter sentire la sua voce, malgrado non fosse il tono che si aspettava di sentire.

- Umh, abbastanza - borbottò.

- Hai preso una bella botta - Harry avrebbe voluto rispondergli dicendogli che era stata tutta colpa sua e del suo splendido amichetto, ma non disse nulla, preferì poggiare la testa contro il cuscino e guardare il soffitto.

- Dov'è... Niall? - domandò.

Louis si avvicinò di più a lui - E' andato a cambiarsi, arriverà qui tra poco - rispose. Quel tono freddo e distaccato, faceva moltiplicare il suo dolore, che aumentò ancora di più non appena spostò lo sguardo e incontrò i suoi splendidi occhi azzurri, simili al colore del ghiaccio, quegli occhi che gli avevano concesso di innamorarsi di lui giorno dopo giorno. Rimasero così per qualche secondo e Harry sentì il fortissimo desiderio di baciarlo e aveva tanta voglia di sentirlo mentre gli carezzava la pancia dolorante, dicendogli che sarebbe guarito presto.

- Eccomi qua! - la voce di Madama Chips ruppe quel momento che a Harry parve infinito in cui i loro occhi si incontrarono di nuovo. Harry mugugnò di nuovo per il dolore e vide subito dopo il suo professore di Difesa allontanarsi un po' da lui, senza però lasciare l'infermeria.

- Prenditi questa, ragazzo mio, starai subito meglio - il riccio fece una smorfia non appena Madama Chips gli porse un piccolo recipiente contenente una sostanza maleodorante. Pensò che non era il caso di fare i capricci e decise che doveva assolutamente berla: il sapore era veramente terribile, avrebbe preferito altri venti bolidi sullo stomaco piuttosto che bere ancora quella roba terribile. Fece un'altra smorfia di disgusto.

- Su, su! Non è così terribile, ringrazia il cielo che non hai niente di rotto! - disse mentre Harry tentava di riprendersi dal gusto orribile di quella medicina. Madama Chips si allontanò e nello stesso momento entrarono in Infermeria silenziosamente Niall insieme ad altri suoi compagni tra cui anche Evelyn che si fiondò verso di lui: nel farlo, Harry si era accorto che la bionda aveva per sbaglio urtato il professor Tomlinson che la fissava con quello sguardo tipico di chi era sul punto di scagliare contro qualcuno una maledizione senza perdono. Harry sapeva che se Louis avesse potuto l'avrebbe realmente fatto e quel pensiero lo fece sorridere.

- Harry! Come stai? - chiese la bionda carezzandogli i capelli. Harry si scostò appena per evitare la sua mano: non aveva proprio voglia di essere carezzato da lei, tantomeno in quel momento.

- Bene, credo - sussurrò e subito dopo vide la testolina bionda di Niall che spuntava, per sedersi proprio accanto a lui. Louis intanto si era allontanato ed era tornato a parlare con Madama Chips e intanto Niall aveva iniziato a raccontargli tutta la dinamica della situazione di cui Harry non stava seguendo assolutamente una parola, probabilmente per il dolore che ancora era fisso sul suo stomaco o per il fatto che era occupato a seguire ogni singolo movimento di Louis.

- Per un momento ho pensato che fossi morto, sono felice che tu sia vivo! - disse Niall dandogli una pacca sulla spalla e quella fu l'unica cosa che Harry riuscì a sentire. Abbozzò un sorriso guardandolo negli occhi e quello ricambio allo stesso modo. Poco dopo spuntò anche Liam che era stato sicuramente intento a fare i suoi soliti compiti giornalieri per il giorno successivo e lì Harry fu costretto di nuovo a sorbirsi il racconto di Niall e dei suoi compagni di squadra riguardo a ciò che gli era successo qualche ora prima.

Quando più tardi tutti andarono via, rimasero soltanto Liam e Niall insieme a lui: quella pozione aveva iniziato a fare effetto e finalmente non sentiva più quel forte dolore di prima.

- Sai - fece Niall - Quando sei caduto dalla scopa, è stato il primo a correre verso di te - aveva detto e Harry capì immediatamente a chi si stesse riferendo il suo amico. - E... non se n'è andato via nemmeno un secondo da qui, fino a quando non ti sei svegliato e devo dire che è passata almeno più di un'ora - aveva continuato poi.

- Davvero? - sul viso di Harry apparve un piccolo sorrisetto spontaneo.

- Sì -

Harry non rispose. Dentro di sé era ancora sempre parecchio arrabbiato con Louis, ma c'erano momenti come quello che gli facevano ripensare al Louis splendido che si era potuto godere quando erano in solitudine nel suo studio, quando lo baciava e lo abbracciava in quel modo speciale.

Qualche minuto dopo sentì una forte stanchezza che lo fece addormentare improvvisamente sul lettino dell'infermeria, con Liam ai suoi piedi e Niall che stava seduto su uno sgabello accanto a lui. Era stata veramente una giornata stancante.

•••

Louis si era sentito davvero male quando aveva visto Harry colpito da quel bolide, e di certo non sarebbe stata una cosa che avrebbe dimenticato molto presto.

Dopo averlo portato in infermeria e spiegato a Madama Chips cosa fosse successo, lui e Zayn lo adagiarono sul letto, e Louis gli sistemò i capelli sul cuscino, per poi togliergli la sciarpa e poggiarla sul comodino vicino a lui.

Madama Chips lo visitò per un attimo, per poi girarsi verso i due professori. - Starà bene, ha solo preso una botta molto forte. Sport pericoloso il Quidditch, l'ho sempre detto io! - si lamentò.

Zayn annuì, per poi rivolgersi al suo amico. - Lou, io vado allora - disse, probabilmente capendo che aveva bisogno di stare solo. - Se ci sono problemi o hai bisogno, chiamami.

Louis annuì e si sedette sul letto alla sinistra di Harry. Sapeva che stare lì non sarebbe stata una buona idea, Madama Chips lo aveva già guardato con curiosità, ma a lui non importava. Harry era svenuto, probabilmente per colpa sua, e lui non poteva lasciarlo là, non voleva che si svegliasse senza nessuno vicino. Aveva voglia di accarezzargli i capelli e di stringergli la mano, ma non lo fece, ovviamente. Ed era consapevole del fatto che non avesse niente di grave, ma solo guardandolo lì inerme sul letto dell'infermeria lo faceva stare male.

Seppellì il viso tra le proprie mani: era stato davvero così stupido? Harry aveva cercato di farlo ingelosire con una stupida ragazzina e lui si era abbassato al suo livello in quel modo patetico, come se non avesse potuto utilizzare altri mezzi per riaverlo. Zayn aveva ragione, doveva comportarsi da adulto, da persona seria quale era.

Ma proprio in quel momento, una consapevolezza a cui non aveva mai fatto caso gli pervase la mente: Harry lo rendeva stupido. Harry lo faceva tornare indietro nel tempo, lo rendeva felice come una ragazzina, lo rendeva spensierato ed era capace persino di liberarlo dagli incubi che in quel periodo lo stavano tormentando. Louis non sapeva cosa provasse per Harry di preciso, non lo sapeva e non voleva nemmeno trovare una risposta, perché ne era spaventato così tanto che al solo pensiero gli venivano i brividi; ma sapeva che ciò che provava era una bella cosa, sapeva che stava perdendo una delle cose più belle che gli fossero capitate nella sua vita. E la cosa che lo faceva arrabbiare di più, era che la stava perdendo per colpa di qualcun altro. Perché Louis non aveva mai voluto essere un Mangiamorte. Louis era stato costretto ad unirsi all'esercito di Voldemort, era solo un ragazzino che non sapeva cosa fare se non seguire gli ordini di suo padre. Era stato uno stupido, e lo sapeva, ma aveva avuto paura. Aveva ucciso persone, per colpa della paura.

Ma Louis giurò che non avrebbe pagato le conseguenze di ciò che gli era stato imposto di fare più di quanto non avesse già fatto. Azkaban gli sembrava già abbastanza per una colpa che era sua solo in parte, e perdere Harry non era di sicuro nella lista.

Rimase in infermeria per più di un'ora, aspettando che Harry si svegliasse. Era così bello mentre dormiva, sembrava così tranquillo.

Madama Chips entrò nella stanza e lo chiamò da lei. - Quando si sveglierà gli darò una pozione per il dolore, ma questa sera potrà già tornare nel suo dormitorio - gli disse. Louis annuì. - Oh, si è svegliato - aggiunse poi, guardando verso il letto del ragazzo e precipitandosi verso di lui.

Dopo aver scambiato con entrambi qualche parola, Madama Chips si allontanò per prendere la pozione di Harry, lasciandoli soli nella stanza. Adesso Louis si sentiva leggermente a disagio e in tensione, perché non sapeva come comportarsi.

- Fa ancora male? - gli chiese quindi, vedendo che il ragazzo si era toccato la pancia con una leggera smorfia di dolore. La sua voce uscì più aspra e fredda di quello che avrebbe voluto.

- Umh, abbastanza.

- Hai preso una bella botta - disse semplicemente, e sì, non c'era bisogno che lo informasse di quello, perché probabilmente lo sapeva già, ma non sapeva che dire. E si stava mentalmente schiaffeggiando per non essere stato più gentile con lui.

- Dov'è... Niall? - domandò poi il ragazzo.

Louis si avvicinò di più a lui - E' andato a cambiarsi, arriverà qui tra poco - rispose, leggermente contrariato dal fatto che Harry si preoccupasse più di vedere Niall piuttosto che di stare attento a lui.

Dopo poco, Madama Chips rientrò con la pozione, che Harry prese storcendo il naso in modo così adorabile che Louis dovette usare tutte le sue forze per non sorridere. Dio, era patetico.

Finalmente anche i suoi amici arrivarono, e nel precipitarsi al capezzale di Harry, Evelyn Garrett urtò Louis, che stavolta dovette davvero radunare tutte le sue forze per non scagliarle addosso un Avada Kedavra così forte da farla esplodere in un milione di pezzettini. Era sicuro che il suo sguardo la dicesse lunga, perché Horan lo guardò un secondo negli occhi per poi spostarsi da lui con aria preoccupata.

Quando Harry iniziò a dedicare la sua intera attenzione ai suoi amici, Louis capì che era il momento di andare via, così uscì dall'infermeria senza dire una parola e tornò al suo studio.

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Harry aveva cenato in infermeria, e visto che nella Sala Grande non erano presenti né Liam Payne né Niall Horan, Louis capì che probabilmente erano rimasti con lui. Sarebbe andato a trovarlo, ma non gli andava con i suoi amici tra i piedi, e poi avrebbe voluto parlare con Harry a quattr'occhi e c'era sempre Madama Chips tra i piedi - che oltretutto si sarebbe davvero insospettita, se Louis fosse tornato in infermeria. Decise così di andare a dormire, sperando che gli incubi lo lasciassero in pace.

L'unica cosa che sognò quella notte furono morbidi ricci e occhi verdi.

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