Capitolo 11
Riusciva a malapena a ricordare come avesse passato quei giorni prima del Capodanno. Si ricordava semplicemente di esser rimasto chiuso nella stanza del suo dormitorio con il desiderio che Niall e Liam fossero lì, non desiderava nemmeno che ci fosse Louis a stringerlo o a stargli vicino perchè era stata la causa di tutte quelle lacrime che aveva versato da Natale fino a Capodanno.
Le parole di Louis gli rimbombavano nel cervello giorno e notte e continuavano a fare sempre più male: quei mesi gli sembrarono del tutto inutili, tutti quei pensieri dedicati al suo professore ormai apparivano come una totale perdita di tempo. La verità era che si era fatto illudere da una persona che non conosceva realmente, era riuscito a cadere nella trappola di una persona che nel braccio aveva quell'orribile marchio nero ancora tatuato, di un colore così tremendamente nero da fargli venire i brividi. Aveva l'immagine stampata nella sua testa del momento in cui l'aveva visto.
Era anche riuscito a farsi considerare soltanto un "ragazzino" e probablimente Louis non aveva tutti i torti. Quel pensiero gli macinava il cervello, lo stava facendo impazzire ed era stata la causa delle sue vacanze in totale solitudine.
Aveva recuperato tutti i compiti che aveva da fare, aveva letto, aveva versato tante lacrime e aveva anche battuto il pugno sul tavolo quando per caso ripensava a Louis ed erano quelli i momenti in cui iniziava ad odiarsi per averci anche solo pensato per sbaglio.
Aveva tentato di evitarlo in tutti i modi possibili anche se non era poi così facile: usciva dalla Sala Comune solo per andare a mangiare e tutte le volte era costretto a vederlo. Si guardavano per qualche secondo poi Harry si voltava dall'altra parte con un enorme disprezzo nei suoi confronti.
Descrivere quello che realmente provava dentro non era per niente facile, ma prevaleva dentro di lui quel senso di delusione per il modo in cui Louis si era comportato ma anche nei confronti di se stesso, per essersi fatto catturare da due occhi che in realtà nascondevano dietro qualcosa di pericoloso: era questo il motivo per cui Harry era stato fin da sempre così curioso di sapere qualcosa su di lui, sul suo passato, perchè in fondo sapeva che c'era qualcosa che Louis avrebbe dovuto dirgli assieme a tutte le parole dolci che gli dedicava, ma non l'aveva fatto.
Aveva lasciato che fosse lui a scoprire la verità, nel peggiore dei modi e durante quello che sarebbe dovuto essere uno dei momenti più belli della loro storia.
La cosa che più aveva reso quei giorni tristi era stata l'assenza di Liam e Niall, non vedeva l'ora di rivederli e poter raccontare loro quanto fosse stato stupido a credere per un momento che ci fosse qualcosa di buono in Louis Tomlinson.
In realtà non riusciva a soffocare del tutto quel sentimento che provava, perchè dentro di sè non riusciva a non pensare a quegli splendidi momenti che avevano vissuto insieme nei mesi precedenti, non era facile.
~~
Il due gennaio era arrivato con una lentezza mai vissuta prima d'ora, ma quando vide all'improvviso entrare dentro la Sala Comune dei Grifondoro, proprio mentre era intento a studiare, i suoi due amici Niall e Liam, i suoi occhi si illuminarono e corse loro incontro per poterli stringere forte.
- Harry! - urlò Niall appena lo vide. Si abbracciarono tutti e tre insieme e Harry si sentì un po' più felice adesso che la presenza dei suoi migliori amici aveva riempito anche il suo cuore.
- Allora? - chiese il biondo trascinandosi dietro il suo baule e dirigendosi verso il dormitorio seguito da Liam e Harry - Come hai passato queste vacanze? - Harry non seppe come rispondere: Niall sapeva che Harry era rimasto lì per stare un po' da solo con Louis e che quella dello studio fosse del tutto una scusa, per questo stette in silenzio senza dare una risposta. Il biondo si era voltato verso di lui ammiccando, ma il suo sguardo si trasformò non appena vide l'espressione di Harry che probabilmente non era assolutamente quella che si aspettava di rivedere al ritorno dalle vacanze natalizie.
- Harry? - fece Liam abbassando la testa per cercargli gli occhi bassi.
Il riccio si voltò e chiuse la porta della loro stanza per assicurarsi che nessuno potesse sentire i loro discorsi. - Non è andata esattamente come mi aspettavo - sussurrò.
- Che vuoi dire? - Niall aveva iniziato a svuotare il suo baule mentre ascoltava Harry che parlava con un tono di voce cupo e triste, reduce da dieci giorni passati nella più totale solitudine.
Harry tossì per schiarirsi la voce. - Voglio dire che il giorno di Natale io e Louis ci siamo incontrati e ci siamo scambiati i regali e stavamo per fare un passo avanti nella nostra storia, qualcosa di molto speciale - iniziò il riccio.
- E cosa c'è che non va? - domandò Liam.
- C'è che... - Harry si fermò per un momento: non gli piaceva ricordare a se stesso cosa aveva visto il pomeriggio di Natale. - ...c'è che Louis Tomlinson era un Mangiamorte - la stanza si riempì di un silenzio così assordante che Harry sentì quasi tutto il dolore ritornargli al cuore e gli si riempirono gli occhi di lacrime ma tentò di non piangere di nuovo, non davanti i suoi amici.
Niall e Liam si guardarono e poi guardarono Harry che strinse piano i pugni.
- Oh Harry... - fece Liam.
- No, è... tutto okay, sarà un modo per tornare alla normalità, no? - disse Harry ma gli sembrò una frase quasi per auto convincersi che tutto andava bene e che sarebbe andato bene, quando sapeva in cuor suo che non era esattamente così.
- Ci sei rimasto molto male, vero? - chiese il biondo. Il riccio si limitò ad annuire e a tirare su con il naso: fece spallucce, tentando di non darla vinta ai sentimenti. I suoi amici non riuscivano nemmeno a dirgli una frase sensata che potesse aiutarlo, ma li capiva, non si trattava di certo di una notizia che si sentiva tutti i giorni, di conseguenza non era facile trovare le parole adatte.
Liam lo abbracciò e quel gesto bastò più di mille parole, perchè Harry sapeva che gli abbracci dei suoi migliori amici significavano molto. Non appena però anche Niall si unì a loro, scoppiò a piangere non riuscendo più a controllare i suoi sentimenti.
In quel momento desiderò che Louis Tomlinson non avesse mai preso l'espresso per Hogwarts.
•••
Da Natale in poi Louis aveva passato le giornate da solo. Non parlava con nessuno, se non qualche parola con Zayn, e usciva dal suo studio solo per mangiare.
Ogni giorno, però, non faceva che pensare alla conversazione che aveva avuto con Harry: all'inizio incolpava se stesso, che aveva tenuto il ragazzo all'oscuro del suo passato, non gli aveva raccontato assolutamente nulla nonostante lui glielo avesse chiesto più volte; qualche giorno dopo, però, iniziò a provare anche del rancore verso Harry: cosa ne sapeva lui di quello che aveva passato? Reclamava il diritto di conoscere il suo passato quando nel suo passato c'erano cose di cui Louis non voleva parlare perché gli faceva male anche solo ricordarlo. E Harry non poteva capire, perché Harry era un ragazzino con una famiglia che lo amava e che non desiderava nulla per lui se non il suo bene. I suoi genitori non lo avevano forzato ad unirsi ai Mangiamorte perché erano troppo spaventati per stare dalla parte giusta. Non lo avevano lasciato completamente solo dopo essere morti per una causa in cui neanche credevano.
Louis non riusciva davvero a spiegarsi cosa ci fosse di sbagliato in lui che portasse via tutte le persone a cui voleva bene. L'unico rimasto sempre con lui era Zayn, e sapeva di poter contare su di lui in qualsiasi momento.
Aveva ripensato milioni e milioni di volte alla conversazione che avevano avuto quel giorno, di come Harry gli avesse detto che credeva che per lui fosse solo un giocattolo, che si sentiva usato. Sosteneva che Louis non provasse niente per lui e che fosse solo uno stronzo, ma non era così. Louis provava qualcosa per Harry, non sapeva ancora cosa, ma sapeva che era qualcosa di forte, perché non l'aveva mai provato per nessuno e soprattutto non aveva mai provato un'insieme di emozioni così intense in così poco tempo. Non riusciva a spiegarsi perché, ma era così ed era innegabile: Harry gli faceva venire le cosiddette "farfalle allo stomaco", e anche se si sentiva una quattordicenne solo al pensiero, non sapeva come definire meglio la cosa.
Ma soprattutto, le parole su cui si era soffermato di più, erano "probabilmente stavo iniziando ad amarti". Ogni volta che le sentiva rimbombare nella sua testa gli si gelava il sangue nelle vene. Sul momento non aveva avuto il tempo di pensarci, ma con la mente lucida si era reso conto di quanto quelle parole lo terrorizzavano: Harry provava qualcosa di così forte per lui che credeva fosse amore. Louis era convinto che non lo fosse, perché sapeva che nessuno lo avrebbe mai amato con quel suo caratteraccio e quella sua aria da mago caduto in disgrazia, ma già solo il fatto che il ragazzo credesse che era amore lo faceva andare nel panico.
Lui non amava Harry. Lui non aveva mai amato nessuno, e probabilmente non l'avrebbe mai fatto, e non voleva che qualcuno si legasse così tanto a lui, perché poi finiva sempre male, e la prova l'aveva appena avuta: avrebbero potuto passare dei bellissimi giorni insieme, e invece li avevano sprecati così, perché Harry si era arrabbiato in quel modo quando aveva scoperto del Marchio Nero, e tutto questo solo perché teneva troppo a lui e "probabilmente stava iniziando ad amarlo". Ogni volta che ci pensava, Louis voleva spaccare qualcosa.
Era così arrabbiato (o triste, ancora non l'aveva capito), che non aveva voluto festeggiare nemmeno l'arrivo dell'anno nuovo. Che senso aveva festeggiare l'arrivo di un altro anno che sarebbe stato esattamente come i precedenti, se non peggio? Si ricordava i Capodanni ad Azkaban: sentiva i festeggiamenti dei maghi fino a lassù, ovattati a causa della nebbia provocata dai Dissennatori, mentre il gelo si faceva strada nelle sue ossa ogni giorno di più, le urla dei prigionieri echeggiavano tra le mura di pietra, anch'esse fredde come il ghiaccio, e la sua testa pullulava di pensieri e ricordi tristi che neanche si ricordava di avere.
Ogni volta che ci pensava gli venivano degli attacchi di panico, e in quei giorni aveva benedetto Zayn e il suo tempismo nell'avergli regalato quell'amuleto elfico.
~~
Il due gennaio era già arrivato, e con il ritorno degli studenti anche il nervosismo e l'intolleranza di Louis erano tornate: vedere tutti quei ragazzini tornare felici dalle vacanze lo irritava. Non voleva nessun ragazzino urlante tra i piedi, e sentiva che quella era l'occasione perfetta per dare agli alunni una perfetta dimostrazione dell'uso di una delle Maledizioni Senza Perdono.
Non appena vide Horan e Payne varcare la soglia, subito gli venne alla mente anche Harry, così decise che era meglio andare via e lasciare che si occupasse del tutto Vitious - che, per fortuna, non gli chiese se c'era qualcosa che non andasse e lo guardò a malapena quando si accorse che stava andando via.
Ma, non appena varcò la soglia della Sala Grande per prendere posto per la cena, subito si ricordò che il giorno dopo aveva lezione con il sesto anno di Grifondoro, e desiderò ardentemente di scomparire in un buco nero per non riemergerne mai più. Aveva anche considerato di fare una spedizione nella Foresta Proibita e farsi mangiare da qualche strano animale gigante, ma una morte così lenta lo avrebbe fatto soffrire ancora di più quando il suo unico desiderio era quello di evaporare il più velocemente possibile.
Anche quella sera, come faceva ormai da una settimana, prese un'abbondante dose della pozione contro l'insonnia di Lumacorno, e non appena poggiò la testa sul cuscino cadde in un sonno senza sogni, con l'amuleto al collo stretto in una mano e la fronte corrugata.
•••
Sapere di dover assistere ad una lezione del professor Tomlinson quella mattina non era esattamente il suo più grande desiderio, cosa che in realtà lo avrebbe reso la persona più felice del mondo in altre circostanze: Niall e Liam avevano passato tutto il giorno precedente insieme a lui che aveva raccontato loro tutto ciò che era successo e i suoi due amici si erano dimostrati disponibili come sempre fin dal primo secondo.
Quando quella mattina si era alzato dal letto per un momento aveva quasi dimenticato tutto quello che era successo con Louis, ma ritornò alla realtà giusto qualche secondo dopo e fu costretto a prepararsi per la lezione di Difesa Contro Le Arti Oscure che lo aspettava a prima ora quella mattina: un ottimo rientro per chi, come lui, non si era per niente goduto le sue vacanze natalizie. Si era anche sentito in colpa per aver abbandonato i suoi genitori per quelle vacanze e ci pensava tutte le volte che stringeva tra le mani i DVD che aveva ricevuto.
Non aveva avuto nemmeno il tempo di dire a Louis che i suoi genitori glieli avevano regalati e avrebbe tanto voluto rispondere alle sue domande curiose su cosa fossero questi strani aggeggi babbani.
La strada verso l'aula di Difesa di solito sembrava infinita per l'emozione di rivedere il suo insegnante, quel giorno però si ritrovò lì dentro di mala voglia e per questo motivo il percorso gli sembrò finire subito, con Niall e Liam che tentavano di confortarlo in qualsiasi modo, ma la sua faccia era rimasta la stessa da quando si era alzato dal letto.
Appena entrò lo vide lì, seduto che leggeva qualcosa ma Harry non si preoccupò più di tanto e quel giorno fece in modo di sedersi il più lontano possibile dalla cattedra, probabilmente perchè si rifiutava anche solo di stargli vicino.
Liam e Niall si misero vicino a lui e appena si sedette poggiò il libro sul tavolo con un tonfo tale da far alzare lo sguardo al professore, attento alla sua lettura e fu quello il momento in cui i due si scambiarono il loro primo sguardo della giornata.
Harry sentiva ancora dentro di sè quel senso di rabbia e delusione nei suoi confronti, malgrado guardarlo negli occhi gli suscitasse ancora quelle fatidiche farfalle allo stomaco. Tentò di rompere subito quel contatto che si era creato e voltò lo sguardo da un'altra parte, notando con la coda dell'occhio che Louis continuava a fissarlo.
- Tutto bene Harry? - sussurrò Niall avvicinandosi al suo banco.
Harry fece spallucce - Credo di sì, vorrei soltanto essere altrove in questo momento - rispose, prima di sentire la voce di Louis Tomlinson che pronunciava il suo cognome.
- Signor Styles, gentilmente, sta per iniziare la lezione potrebbe evitare di intrattenere conversazioni poco interessanti con Horan? - il tono che aveva usato fece sentire Harry così nervoso che non fu in grado nemmeno di dargli una risposta, fece soltanto un lungo sospiro per poter mantenere la calma. Si sarebbe voluto alzare in piedi e dire a tutti quanto male quella persona gli avesse fatto, poi ritenne più corretto starsene lì seduto, zitto e limitarsi a lanciargli un'occhiataccia.
Sapeva che Louis stava solo provando a trattarlo in quel modo perchè voleva sconfiggere quei sentimenti che lo portavano a provare ancora qualcosa nei suoi confronti, ma sapeva anche che non ci sarebbe mai riuscito perchè glielo leggeva negli occhi, perchè in un certo senso lo conosceva almeno da quel punto di vista.
- Bene - disse poi Louis con tono severo, un tono che non sentiva da parecchio tempo, forse perchè la sua presenza l'aveva addolcito - Oggi parleremo dell'incantesimo di attacco più potente che esista - continuò avvicinandosi alla lavagna. Scrisse con foga le parole Sectumsempra e poi si voltò verso i suoi alunni.
Harry riusciva a capire Louis, riusciva a leggergli dentro guardandolo semplicemente negli occhi e aveva inteso che anche lui era stato male. Il problema del professor Tomlinson era che sfogava tutta la sua rabbia verso le altre persone, mostrandosi come un professore severo e rigido e seminando il terrore durante le sue lezioni. Ma ormai Harry non lo temeva più o almeno non come faceva il resto della classe, per questo non si terrorizzava quando usava quell'atteggiamento.
- Quest'incantesimo - disse muovendosi per la classe con le mani dietro la schiena - provoca all'avversario diverse emorragie e perdite di sangue - aveva continuato a spiegare e Harry iniziò a prendere appunti, ma perse subito dopo l'attenzione perchè non aveva assolutamente voglia di sentirlo parlare: dopo qualche secondo qualcosa lo richiamò all'attenzione.
- E giuro che userò questa maledizione contro il signor Horan se non la smette di parlare con la signorina Garrett! - tuonò e Harry strinse forte il pugno sul banco.
Non riuscì a trattenersi - Professore, stamattina si è svegliato con il piede sbagliato? - disse il riccio e notò che la classe si era voltata completamente verso di lui. Louis non aveva risposto e le mani di Harry tremavano appena, ma non per il terrore quanto piuttosto per il nervosismo che scaturiva quella persona dentro di sè.
Rimasero a guardarsi negli occhi per qualche secondo, prima di ricevere una risposta.
- Signor Styles, visto che stamattina ha deciso di deliziarci con la sua maleducazione, che ne pensa se levo trenta punti a Grifondoro? - Harry non rispose, spalancò soltanto gli occhi sentendo una dolorosissima fitta al petto, causata da tutti quei sentimenti repressi dentro di sè, primo di tutti la rabbia che in quel momento si stava accendendo sempre di più.
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Louis non era stato per niente felice quella mattina, quando, dopo essersi svegliato, si era ricordato che avrebbe avuto lezione col sesto anno di Grifondoro proprio alla prima ora. Non aveva nessuna voglia di vedere Styles e i suoi amichetti, e nemmeno nessun altro di quei fastidiosissimi ragazzini che gli ronzavano attorno. Ma era contento che, almeno, lo temessero abbastanza da parlare il minimo indispensabile con lui. Oltretutto adesso che era - finalmente! - tornato quello di prima, poteva incutergli terrore quanto voleva e anche trarne piacere.
Harry era entrato in classe e aveva sbattuto il libro sul banco, e subito Louis si era innervosito: pensava che, solo per quello che avevano avuto, poteva permettersi di fare ciò che voleva durante le sue lezioni? L'avrebbe trattato come un alunno qualsiasi, se non peggio, e di sicuro quel trattamento non sarebbe stato piacevole. Se non si fosse dato una calmata avrebbe levato fino all'ultimo punto all'interno della clessidra di Grifondoro e oltre.
Proprio mentre spiegava la lezione, Horan aveva deciso di intrattenere una conversazione con quella piaga della signorina Garrett, e Louis non ci aveva visto più.
- E giuro che userò questa maledizione contro il signor Horan se non la smette di parlare con la signorina Garrett! - urlò arrabbiato, facendo drizzare a tutti i capelli e facendo sbiancare i due ragazzi in questione in un paio di secondi.
- Professore, stamattina si è svegliato con il piede sbagliato?
Louis si girò verso la voce, che sapeva al cento percento essere di Harry Styles, e una rabbia enorme lo pervase completamente: in quel momento avrebbe voluto urlargli contro, buttarlo fuori dall'aula e non vederlo più per il resto dell'anno scolastico. Non poteva permettersi di essere così insolente con lui e gliel'avrebbe fatta pagare in tutti i modi. - Signor Styles, visto che stamattina ha deciso di deliziarci con la sua maleducazione, che ne pensa se levo trenta punti a Grifondoro? - disse, guardandolo freddamente.
L'espressione di Harry cambiò in quella che Louis riconobbe come ira e aprì la bocca per rispondere, ma poi decise di chiuderla e rimanere in silenzio. Louis gli riservò un ultimo sguardo prima di dargli le spalle e continuare la sua spiegazione. - Come sapete, questo incantesimo è stato inventato da Severus Piton, per anni insegnante di Pozioni qui a Hogwarts, successivamente di Difesa e dopo la morte di Silente, Preside della scuola. Il Ministero della Magia ha deciso di inserirlo nel programma di studio perché, poco dopo la battaglia di Hogwarts, la notizia di questo incantesimo si è diffusa, e il mondo della magia voleva che tutti sapessero di cosa si trattasse e come respingerlo. Ovviamente per respingerlo è necessario un semplicissimo incantesimo Protego o, meglio ancora, Protego Maxima, che mi auguro abbiate già imparato. Ricordatevi che tra un mese facciamo la verifica di fine semestre, e vi conviene essere pronti. - fece con tono severo, per poi continuare normalmente la lezione. Sentì gli occhi di Harry puntati su di lui per l'intera ora, e a volte gli riservava sguardi sprezzanti che lui prontamente ricambiava, ma non aveva fatto più nulla per fare in modo che Louis levasse punti alla sua casa, e anzi, si era pentito di non averlo fatto quando aveva potuto.
Alla fine della lezione, Louis stava sistemando il materiale per la prossima, quando vide Harry avvicinarsi al banco di Evelyn Garrett, poggiandosi su di esso come faceva qualche tempo prima con la scrivania del suo studio. Louis alzò lo sguardo, erano rimasti pochissimi dentro l'aula ancora, e seguì tutta la scena.
- Ehi Ev.
- Harry! - fece lei, arrossendo leggermente.
Lui le sorrise. - Ti va di studiare con me più tardi?
- Sì, assolutamente!
- Magari ci esercitiamo su gli incantesimi di Difesa. Va bene?
- Va benissimo - gli sorrise lei, spostandosi i capelli biondi dietro l'orecchio. - Allora a dopo.
Harry annuì e si girò a guardare Louis, che non spostò lo sguardo da lui: la rabbia gli ribolliva dentro, e sapeva che era tutta una tattica del ragazzo per infastidirlo, ma non riusciva a fare a meno di provare un fastidiosissimo senso di gelosia alla bocca dello stomaco. Avrebbe voluto insultarlo, dirgli che non gliene fregava niente di cosa faceva con Evelyn Garrett, che poteva stare dietro a tutte le ragazzine della scuola per quanto lo riguardava, che poteva andarsene a quel paese, tanto a lui non fregava assolutamente nulla. Ma invece si girò e tornò alle sue carte, e dopo qualche secondo sentì la porta dell'aula chiudersi.
Era assolutamente distrutto.
La rabbia lo stava mangiando vivo, e oltre all'insonnia, che si poteva curare con la pozione di Lumacorno, gli incubi lo tormentavano. A volte prendeva una quantità tale di quella pozione che riusciva a farlo dormire senza farlo sognare, ma Lumacorno gli aveva detto che non era prudente prenderne troppa tutti i giorni, così a volte era costretto a prendere una dose minore, e prontamente si svegliava sul suo letto tutto sudato e con una sensazione di gelo su tutto il corpo.
Sognava i Dissennatori, sognava Azkaban, sognava Voldemort e a volte anche suo padre. Molto spesso non riusciva più a prendere sonno e andava a lezione così stanco che la sera saltava la cena per andare a dormire prima. Era davvero distrutto, e sapeva che non c'era più niente che poteva farlo stare bene.
•••
Harry non pensava che sarebbe mai potuto arrivare a tanto per far ingelosire qualcuno e sinceramente non si era per niente sentito a suo agio quando aveva chiamato Evelyn "Ev" e le aveva chiesto di studiare insieme: cosa gli era passato per la testa?
Sicuramente però si era sentito estremamente soddisfatto quando si era reso conto che Louis lo stava fissando, sapendo quanto lui non sopportasse Evelyn.
Ma per godersi quello sguardo pieno di gelosia, si era ritrovato costretto a studiare con Evelyn e soprattutto quella ragazza avrebbe iniziato a pensare che avrebbe avuto speranze con lui, cosa del tutto impossibile.
Prima di tutto perchè lui era gay e poi perchè provava qualcosa di veramente forte nei confronti del suo professore, qualcosa che nemmeno la rabbia infinita che sentiva in quel momento poteva soffocare. Era più forte di lui.
Si era accorto di come Louis stesse tentando di ritornare il vecchio se stesso, quello per cui Harry aveva provato una forte curiosità ma che allo stesso tempo aveva temuto all'inizio dell'anno. Non gli piaceva perchè era tornata la persona acida che aveva conosciuto a settembre e vederlo di nuovo così rendeva Harry piuttosto triste perchè conosceva il suo lato dolce ed era sicuramente la parte migliore di Louis malgrado la nascondesse.
Iniziò a ricordare i momenti belli passati insieme, poi si ricordò di quell'orribile teschio stampato sul suo braccio e gli venne voglia di rovesciare tutto l'inchiostro per terra mentre scriveva la sua relazione per la professoressa McGranitt: si accorse poi che mancava circa mezz'ora e avrebbe dovuto studiare con Evelyn. Solo l'idea gli faceva venire da vomitare.
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La vide scendere dalle scale del dormitorio femminile e gli venne voglia di sbattersi la testa contro il tavolo della Sala Comune non appena la vide con i capelli perfettamente pettinati e gli occhi truccati, cosa che non faceva mai. Harry iniziò a pensare che seriamente avesse preso quell'invito a studiare come una sorta di appuntamento.
- Ciao Harry! - fece lei scuotendo la mano mentre con l'altra teneva il libro di difesa. Si scostò i capelli dalle spalle per poi avvicinarsi a lui e stampargli un bacio sulla guancia. Harry si sentì tremendamente a disagio, probabilmente perchè una ragazza non lo baciava sulla guancia dai tempi dell'asilo babbano, visto che aveva evitato ogni tipo di contatto femminile negli ultimi anni e solo nell'ultimo periodo aveva capito il reale motivo.
- Ciao - sussurrò il riccio abbozzando un sorrisetto.
- Ti va se... andiamo a studiare fuori? Oggi c'è una bella giornata anche se fa freddo - disse lei un po' timidamente e Harry si limitò ad acconsentire: prese così la sua sciarpa rossa e gialla e insieme andarono verso gli enormi giardini di Hogwarts. Non dissero una parola durante il tragitto, Harry probabilmente nemmeno la guardò mentre lei stava stretta nel suo libro di Difesa e camminava a fianco a lui.
Appena furono fuori si accorsero che non erano stati gli unici ad avere avuto quell'idea e che lì era pieno di persone che stavano studiando. Harry indicò un muretto dove si sarebbero potuti sedere e si mise lì a cavalcioni, mentre Evelyn si era semplicemente seduta con le caviglie incrociate mentre dondolava i piedi.
- Ascolta - disse mentre sfogliava il libro - Posso ripeterti la lezione sulla legilimanzia? Il professor Tomlinson l'ha fatta fare prima delle vacanze e io non avevo voglia di aprire i libri a casa - ridacchiò e Harry fece lo stesso e solo in quei momenti si era degnato di guardarla. Era abbastanza timida anche se non lo dava spesso a vedere, probabilmente perchè di solito appariva più come un'oca giuliva.
- Sì, certo, vai tranquilla - disse Harry - anzi se vuoi spiegato qualcosa dimmelo, io... sono rimasto qua a studiare per tutte le vacanze - tentava spesso di non pensare a come avesse trascorso le vacanze, ma in realtà gli sembrava del tutto inevitabile.
- Oh, sì... credi che il professore ci sottoporrà ad una verifica? - domandò alzando lo sguardo dal libro per guardare Harry. - Suppongo di sì, di solito lo fanno tutti in questo periodo e per adesso il professor Tomlinson è un po' nervosetto, quindi mi aspetto di tutto - Evelyn rise e subito dopo iniziò a ripetere la lezione, sbirciando ogni tanto qualche parola dal libro ma Harry non stava proprio ascoltando una parola di quello che stava dicendo sulla legilimanzia e su come usarla e respingerla, non gli importava proprio. Non voleva nemmeno essere lì in quel momento ed esattamente nell'istante in cui aveva anche solo provato ad ascoltare Evelyn, vide spuntare qualche metro più avanti Louis insieme al professor Malik. Stava ridendo e Harry sentì improvvisamente una fitta allo stomaco.
- Harry? - fece Evelyn.
Il riccio scosse la testa e tornò a guardare la bionda - Va tutto bene? Mi stai ascoltando? -
- Sì, tranquilla, continua... stai andando alla grande - disse sfoggiando un sorriso del tutto falso; non aveva idea di cosa avesse detto Evelyn e adesso la sua attenzione si era del tutto concentrata sulla presenza di Louis. Il professore si rese conto della sua presenza qualche minuto più tardi e a quel punto Harry pensò che era arrivata l'ora di attuare il suo piano.
Si avvicinò maggiormente a Evelyn, guardando il libro insieme a lei. - Dovresti mh... - disse voltando la pagina del suo libro - ripetere questa parte qui! - continuò poi indicando il paragrafo e alzò appena lo sguardo per vedere se Louis lo stesse guardando ed era proprio così. Concentrò la sua attenzione sulle parole di Evelyn, correggendola di tanto in tanto e lei si riprendeva con un "scusa, hai ragione" e poi continuava. Harry le aveva dedicato qualcuno dei suoi dolci sorrisi, ma soltanto perchè c'era Louis a pochi metri da lui; in realtà gli veniva da vomitare al solo pensiero che potesse realmente guardarla in quel modo, non gli passava nemmeno per l'anticamera del cervello.
Evelyn poi aveva cambiato argomento, ripetendo a Harry la lezione che aveva spiegato il professor Tomlinson quella mattina. Louis non gli aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un attimo, almeno da quanto fosse riuscito a vedere Harry.
- Umh, Harry... avevo promesso alle mie amiche che sarei stata un po' con loro oggi, ti va se ci vediamo di nuovo domani? Magari proviamo gli incantesimi, come avevi detto tu - si voltò verso di lui e gli sorrise - Certo! - rispose Harry sorridendo a sua volta, pensando che non sarebbe riuscito a reggere un altro pomeriggio del genere.
- Ti ringrazio! - la ragazza scese dal muretto e si sporse verso Harry per stampargli un bacio sulla guancia e il riccio allungò la mano per carezzarle la nuca dolcemente. Giurò che non avrebbe mai più fatto niente del genere.
Appena lei si allontanò vide Louis scostare lo sguardo.
Harry si sentì soddisfatto.
•••
Dopo pranzo Louis era andato a riposare, visto che quella notte non aveva dormito bene, e nonostante avesse preso un sorso della pozione di Lumacorno, si era svegliato un paio di ore dopo coperto di sudore e con la sensazione di non poter mai più essere felice. Provava spesso quella sensazione, ma quando sognava i Dissennatori era ancora più accentuata: tutti i bricioli di felicità che provava nella giornata anche per cose stupide venivano spazzati via come polvere, e lui si ritrovava solo nei suoi incubi, rinchiuso ad Azkaban, con le urla degli altri prigionieri a riempirgli le orecchie giorno e notte.
Non aveva mai urlato, Louis. Louis aveva tenuto sempre tutto dentro. Tremava di freddo e di paura in quella prigione spoglia, ma non aveva mai urlato. Non sapeva se fosse perché era così terrorizzato da non riuscire neanche a parlare, o se perché era così orgoglioso da non darla vinta neanche ai Dissennatori, ma tutti avevano sempre urlato tranne lui.
Più di una volta l'avevano creduto morto, guardandolo accasciato sul pavimento freddo, gli occhi spalancati e il respiro appena percettibile; ma Louis ce l'aveva fatta, era uscito da quell'inferno gelato e adesso quel posto lo tormentava ogni volta che chiudeva gli occhi.
E Louis non riusciva a non pensare che l'unico periodo in cui dormiva sogni tranquilli era quello passato con Harry. Ci pensava, ma poi scacciava via quel pensiero con violenza, proprio come faceva mesi prima con tutti i pensieri riguardanti il ragazzo.
E Louis sapeva che stava a poco a poco ricadendo in quel buco nero post Azkaban, ma non riusciva a fare nulla per evitarlo. E Harry non voleva parlargli, quindi non poteva risolvere la situazione in nessun modo.
~~
Una volta capito che non avrebbe più potuto dormire quel pomeriggio, Louis si fece una doccia veloce per poi incontrare Zayn per una passeggiata nel parco: era una giornata fredda, ma non aveva nevicato quel giorno, e lo strato di neve era più basso del solito. Se ci si copriva bene si poteva fare una bella passeggiata, riscaldandosi un po'.
Incontrò Zayn proprio all'entrata, e quello lo guardò aggrottando le sopracciglia, probabilmente notando il suo umore e la sua brutta cera. - Tutto bene, Lou?
- No - rispose, sincero. Era inutile che mentisse al suo migliore amico, nonostante si sforzasse di farlo sempre. Quella volta era proprio inutile.
- Che succede?
- Non dormo bene.
- Hai provato una pozione?
- Sì, ma non blocca i sogni - rispose, esasperato. Si portò una mano sul viso. - Continuo a sognare di Azkaban - continuò poi, sussurrando.
Zayn gli strinse una spalla, visto che avevano preferito evitare contatti troppo intimi davanti agli studenti, e lo guardò con sguardo triste. - Se c'è qualsiasi cosa che posso fare per te, Louis, dimmelo.
Louis annuì. - Ti ringrazio, ma non credo che ci sia molto da fare - sussurrò, sorridendogli debolmente per poi prendere la via del parco.
Camminarono per un po' in silenzio, l'unico rumore che si sentiva erano i loro passi nella neve e le risate e le chiacchiere degli studenti che avevano avuto la loro stessa idea, quel pomeriggio. Louis e Zayn passarono accanto a un gruppo di ragazzine Corvonero, che non appena videro il loro professore di Divinazione iniziarono a ridacchiare e a salutarlo con la mano.
Louis guardò l'amico con un sopracciglio alzato. - Sul serio?
Zayn fece spallucce. - Cosa vuoi che ti dica, sono giovane e bello. Le ragazze mi adorano.
- Peccato tu non sia interessato - disse a bassa voce, ed entrambi risero.
Proprio in quel momento Louis si irrigidì: un paio di ragazzi, una bionda e uno castano, avevano attirato la sua attenzione. Dopo qualche passo che lo portò più vicino alla coppia, Louis si rese conto che i suoi sospetti erano fondati, erano proprio Harry ed Evelyn Garrett, che studiavano assieme. Harry si era avvicinato a lei e le stava indicando qualcosa nelle pagine del libro di Difesa. I loro sguardi si incontrarono, e il professore probabilmente lo fulminò con gli occhi, perché Harry distolse subito lo sguardo e si concentrò di nuovo sulla ragazza.
- Fermiamoci un po' qua - disse Louis.
- Louis non puoi...
- Zayn.
Quello sospirò e si mise di fronte a lui. - Almeno facciamo finta di parlare.
Louis annuì, non staccando però mai gli occhi di dosso dal ragazzo. - Lo fa apposta.
- Ti rendi conto che non potete continuare così, vero? Qualcuno se ne accorgerà.
- Devi aiutarmi, Zayn - disse all'improvviso, finalmente spostando lo sguardo sul suo amico.
- A fare che?
- A farlo ingelosire esattamente come sta facendo lui.
- Sei impazzito? Non possiamo metterci a limonare in Sala Grande di fronte a mezza scuola.
Louis alzò gli occhi al cielo. - Cose un po' più discrete, Zayn. Per favore? - chiese poi, notando che il moro lo guardava severamente, probabilmente pensando che fosse totalmente uscito di senno.
- Va bene, ma niente di esagerato, okay? Non voglio essere denunciato da qualche genitore per atti osceni in luogo pubblico. E soprattutto non voglio che la McGranitt o qualsiasi altro pensi male.
- Okay. Grazie.
- Prego - fece, alzando gli occhi al cielo in un'imitazione di Louis.
In quel frangente, Louis aveva distolto lo sguardo da Harry solo quelle poche volte che gli servivano per conversare con Zayn, finchè non vide i due ragazzi congedarsi. Evelyn Garrett si abbassò su Harry e gli stampò un bacio sulla guancia, mentre quello le accarezzò la nuca. Louis provò un senso di gelosia così forte all'altezza del cuore che avrebbe scagliato un Sectumsempra a quella ragazzina, anzi no, ad entrambi, e poi se ne sarebbe andato senza nemmeno prestargli soccorso. Ogni volta che li vedeva insieme si innervosiva, perché quella insulsa ragazzina baciava la guancia di Harry e lui era lì come un idiota a guardarli. E a ricordare i momenti che avevano passato insieme.
Harry lo stava facendo apposta. Non sapeva se sarebbe andato oltre, ma stava facendo tutto quello solo per fare ingelosire Louis, per infastidirlo, e la cosa stava senza dubbio andando a buon fine. Ma questo non significava che Louis avrebbe ceduto, nossignore. Louis avrebbe contraccambiato, ed era sicuro che da parte sua avrebbe fatto molto più effetto, perché Zayn era un uomo e avevano pure avuto una sorta di relazione, e Harry lo sapeva.
Sapeva di avere la situazione in pugno, sapeva che Harry avrebbe ceduto. Non sapeva come, ma sapeva che lo avrebbe fatto.
Ma sperava che succedesse prima che gli incubi lo divorassero.
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