43.

⚠️ATTENZIONE⚠️: questo capitolo contiene linguaggio esplicito e scene forti, se siete dei lettori sensibili, siete pregati di passare avanti.

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Ero sconvolta! Non potevo immaginare che Nate mi baciasse così, all'improvviso, nel bel mezzo del ballo e con tutta la scuola a fare da testimone. Ero ancora ferma a decidere come reagire, e soprattutto intenzionata a tirargli un ceffone, ma non feci in tempo a scansarlo, poiché sentii una forza spingermi lontano da lui. Era Eddie che si era scaraventato sul povero Nate tirandogli un pugno in pieno viso, lasciandolo mezzo tramortito.

Urlai.

<Eddie, ma che fai sei pazzo???> cercai di mettermi in mezzo, ma sembrava un folle con gli occhi iniettati di sangue.

<Stanne fuori ok?> mi urlò con una voce piena di odio. Non sembrava neanche lui.

<Aiuto!> cominciai a urlare. Ero disperata e loro due sembrava non volessero smetterla di azzuffarsi. In meno di trenta secondi si palesò Steve che tentò di separarli, quando ad un certo punto si avvicinò anche Carver sconvolto.

Cominciò una super zuffa, con ragazzi della squadra di basket che erano venuti a difesa dei propri compagni, mentre altri ragazzi prendevano le parti di Steve ed Eddie.

Robin mi tirò in disparte, trascinandomi per andare a chiamare gli insegnanti. Quelli che erano presenti come chaperon intervennero subito e in qualche minuto la rissa venne sedata.

<Mi meraviglio di voi ragazzi, mettervi a fare a botte come degli incivili delinquenti! Lunedì mattina vi presenterete dal preside Higgings, non voglio sentire ragioni!> il prof. Tate puntò il dito contro Eddie, Nate e Jason.

<Harrington tu non fai più parte del liceo, ma gradiremmo non averti più ai prossimi balli!> ammonì anche Steve. E io mi sentii malissimo, perché sapevo che era tutta colpa mia.

I ragazzi fecero per andarsene e io provai a seguirli.

<Sally!> urlò il mio nome un sempre più sbigottito Nate.

Poverino doveva avere il naso rotto, Eddie lo aveva colpito con tutta la potenza che aveva con la mano con gli anelli.

<Mi dispiace Nate, ti chiedo scusa, tu non c'entri nulla, è tutta colpa mia!> gli gridai mentre stavo per allontanarmi.

<Ma dove vai?> era sempre più scioccato.

<Scusami, ma non posso restare!> esclamai.

<Ma come?>

<Mi dispiace! Non volevo che succedesse tutto questo, scusami ancora, tu sei un bravissimo ragazzo!> ammisi.

<Lasciala perdere, non hai capito che le piace lo svitato?? Deve essere una svitata anche lei!>

Eccola, la frase che stavo evitando da quando avevo cominciato la qualsiasi cosa avessi avuto con Eddie, e forse dal primo giorno in quel liceo, alla fine era venuta fuori, in tutta la sua verità, e proprio dalla bocca del re dell'Hawkins High! La cosa strana era che inaspettatamente, contro ogni pronostico, non me ne fregava nulla; volevo solo andare a vedere come stavano Steve e Eddie.

Tirai dritta, superai gli sguardi sbigottiti dei miei compagni, e mi tolsi i tacchi per correre più velocemente che potevo.

Arrivai appena in tempo, Steve e la ragazza nuova erano appoggiati sulla macchina del mio collega, mentre Robin cercava di far ragionare un sempre più invasato Eddie, poco più distanti.

<Steve?> mi avvicinai reggendomi il fianco con la mano per la corsa.

<Sally!> mi rispose lui stanco e notai che aveva un labbro che gli sanguinava.

<Cazzo! E' tutta colpa mia!> mi sentivo una vera schifezza.

<Sally...> continuò lui indicandomi il moro, <Non devi scusarti con me...>

Feci un respiro profondo e andai verso gli altri due, lasciando il mio migliore amico a tamponarsi il labbro.

Notai che Robin stava tenendo un fazzoletto vicino alla tempia del moro – aveva un taglio profondo vicino l'occhio che gli attraversava tutta la parte del sopracciglio esterno.

<Eddie...> sobbalzò nel sentire la mia voce.

<No per favore, vattene!> ruggì.

<Sì...io lo capisco... volevo solo sapere come stavi.> mi sentivo malissimo e solo per pronunciare quella frase avevo dovuto fare appello a tutto il mio coraggio.

<Che te ne frega?> mi sputò addosso quelle parole in un tono così amaro da sembrare irreale.

<Io...>

<Me ne vado...> poi si rivolse a Robin, <Grazie...>

<No, aspetta... ti prego!> tentai di fermarlo.

<E' troppo tardi adesso! Spero che tu sia soddisfatta!> salì in macchina, mise in moto e si allontanò.

Restai non so per quanto tempo immobile a fissare la strada ormai vuota.

Ad un certo punto mi si avvicinò il mio amico, mettendomi una mano sulla spalla.

<Ehi, andiamo dai.>

<Steve!> lo guardai negli occhi, mentre calde lacrime cominciavano a scendere giù. Non riuscivo a parlare.

Mi abbracciò ed io ero senza fiato. Mi sentivo come se il mondo avesse fatto una rotazione troppo velocemente e mi avesse scaraventata con tutta la forza in uno posto non ben definito.
Ad un certo punto sentii che l'abbraccio si fece più pesante, alzai il volto e mi ritrovai Robin al mio fianco.

<Sono una stronza! Mi sono comportata di merda anche con voi che siete gli amici migliori del mondo!> ammisi tra un singhiozzo e l'altro, combattendo contro la mancanza di fiato.

<Bentornata, Sally buona, ci eri mancata!> mi disse la mia amica, facendomi singhiozzare ulteriormente. <Vediamo di sistemare anche le cose con il tuo ragazzo adesso!> proseguì lei.

<Prima che lo arrestino.> aggiunse Steve ridacchiando.

<Oddio, non mettermi quest'altra ansia! Già mi sento malissimo così!> incrociai le mani.

<Sally?> mi voltai stupita.

Era Dustin.

<Quel ragazzo è pazzo di te!> continuò.

<Cioè ha fatto a pugni per te!> esclamò Wheeler.

<Che cosa romantica!> intervenne con mio stupore la ragazza con cui Eddie era venuto al ballo.

<Che aspetti?> mi incalzò Max.

<Credo che sia ora, Sally.> mi incoraggiò il mio migliore amico.

<Ma lui non vuole parlarmi!> risposi disperata.

<Credo che forse solo tu potrai trovare un modo per convincerlo.> mi sostenne Lucas.

Feci un respiro profondo, tremando nel più profondo per la decisione che stavo per prendere.

<Steve mi accompagneresti da lui?>

<Salite tutti in macchina!> fece lui sorridendo, ampliandosi il taglio sul labbro.

<Mi dispiace.> continuavo a dirgli mentre ci avviavamo alla BMW.

<Tranquilla, lo curerò io!> mi rivelò la ragazza nuova spiazzandomi, e facendo alzare gli occhi al cielo a tutti gli altri.

Avrei voluto indagare, per capire come mai la dama di Eddie prodigasse tutte quelle attenzioni al mio migliore amico, ma lo avrei fatto più tardi. Per il momento quello che mi premeva era andare a parlare con Eddie e dirgli la verità. Non sapevo quando l'avevo capito, se era stata la frase di Carver a farmelo comprendere o se in fondo l'avevo sempre saputo, ma in quel momento l'importante era che anche lui ne venisse a conoscenza. Poi avrebbe potuto anche mandarmi a quel paese, ma soltanto dopo aver saputo la verità.

Arrivammo al campo caravan con il ritmo dettato dai battiti del mio cuore che erano sempre più accelerati. Prima di scendere chiesi rassicurazioni a Steve.

<E se dovesse cacciarmi in malo modo?>

<Non lo farà!> rispose sicura Robin.

<Ma se dovesse farlo?> continuai preoccupata.

<Staremo qui in giro per un po'.> mi rispose il mio amico.

<Alle brutte vieni da me!> intervenne Max, facendo spallucce.

<Coraggio Sally!> mi esortò Dustin.

<Dai!!!> urlarono gli altri.

Altro sospiro e poi mi decisi a scendere.

Mi voltai verso la BMW e vidi gli sguardi incoraggianti dei miei amici.

Mi feci coraggio e bussai.

Dovetti insistere più di una volta per far sì che qualcuno aprisse.

Il ragazzo spalancò la porta con indosso una t-shirt dei Metallica e ancora i pantaloni da Sith.

Appena mi vide sbuffò e fece per richiudere.

<Ti prego Eddie, fammi entrare...>

<Non ho voglia di vederti né tantomeno di parlare!> mi rivelò in un tono duro.

<Bene, tanto dovrai solo ascoltare, e potrai anche chiudere gli occhi!> insistetti.

<Non ho voglia nemmeno di quello!>

<Eddie...> sospirai. <Ti capisco benissimo, e anche io al posto tuo farei la stessa cosa, credimi. Ma ti chiedo solo qualche minuto. Poi potrai mandarmi via, non rivolgermi più la parola, cancellarmi dalla tua vita, quello che ti pare, ti giuro che non ti romperò più le scatole!> alzai la mano in segno di giuramento.

Soppesò un pochino le mie parole, quando capì che forse sarebbe stato il solo modo per liberarsi di me, roteò gli occhi infastidito, ma mi lasciò passare, facendomi fare una piccola capriola interiormente.

Si sedette sul divano e si poggiò una bustina di piselli surgelati sull'occhio che si stava gonfiando, assumendo anche un colorito pericolosamente violaceo.

Presi uno straccio, mi avvicinai e lui si allontanò.

Sbuffai di frustrazione.

<Mettici questo attorno alla busta! Non devi mai mettere il ghiaccio direttamente sulla pelle senza una protezione!> glielo lasciai sul tavolino davanti.

Mi sedetti dall'altra parte del divano.

Stemmo in silenzio per un po'.

<Allora, avevi detto che dovevo ascoltare..?! Ti prego, sii breve, perché me ne voglio andare a dormire! Che è stata una giornata fottutamente schifosa!>

Aveva un tono durissimo e io me lo meritavo tutto, senza scusanti.

Sospirai, poi mi alzai e cominciai ad andare avanti e indietro per la stanza.

<Mmm, ok, allora... da dove cominciare?> feci una smorfia nervosa.

Mi fissava praticamente indifferente, ma prese lo straccio che gli avevo passato e lo mise attorno alla busta dei surgelati prima di riapplicarsela sulla faccia.

Sorrisi, nonostante l'uragano che mi si stava preparando dentro.

<Allora...> mi schiarii la voce, <Ti ricordi quando ti ho parlato dei miei? O meglio del divorzio dei miei?> lo fissai ma lui sembrava non ascoltarmi, continuando ostinatamente a fissare la finestra. Mi feci comunque coraggio e continuai.

<Allora, non so se ricordi quando ti ho detto che mia madre ha lasciato mio padre per un produttore, dando il via a tutto il casino che è la mia vita attualmente. Beh...> mi grattai la testa, <All'epoca ho omesso di dirti due cose fondamentali: la prima è che mia madre aspettava un bambino da questo suo 'amante' e la seconda è che il produttore era il padre di James, il mio fidanzato.>

In quel momento catturai la sua attenzione, smise di fare finta di guardare fuori dalla finestra, e si voltò, anche se non direttamente verso di me, ma almeno con lo sguardo rivolto alla stanza. Era già un ottimo passo avanti.

<Vedi io e James, ci siamo conosciuti al conservatorio, lui era un polistrumentista ancora più bravo di me, sapeva suonare di tutto, anche se la sua passione erano il canto e la batteria. Poi era bello come il sole: alto, biondo con gli occhi azzurri...> feci un respiro profondo e mi alzai. Notai che il ragazzo seduto accanto a me seguiva i miei passi, nonostante ostentasse finta indifferenza.

<Ci siamo conosciuti e piaciuti praticamente subito, lui era un paio di anni più grande di me. Aveva cominciato a farmi una corte serrata, perché diceva che ero l'unica in quel conservatorio con cui avrebbe potuto rivaleggiare. Era super competitivo! E poi aveva anche questa convinzione che avremmo fondato un gruppo con cui avremmo sfondato in Europa!> sorrisi con amarezza.

<Sai Eddie, lui è stato il mio primo tutto, il mio primo bacio, il mio primo fidanzato...> feci una pausa, <La mia prima volta...> confessai, arrossendo. Il moro alzò gli occhi da terra e li puntò nei miei, facendomi arrossire ancora di più.

<Mi sentivo la ragazza più felice del mondo insieme a lui! Sembrava un vero principe azzurro! Tutte le mie amiche ne erano innamorate, e io ero l'invidia di tutto il Lake View High School di Chicago!> ammisi con amarezza. <Figurati che alla festa per i miei 16 anni mi regalò un anello di Cartier con un diamante al centro! Era esagerato ma all'epoca non potevo rendermene conto!> scossi la testa e continuai a misurare la stanza con i miei passi, incollandomi addosso lo sguardo del riccio.

<Avrei dovuto aspettarmelo che prima o poi sarebbe dovuto succedere qualcosa! La mia vita non poteva essere così perfetta! E infatti qualcosa successe: papà era sempre in giro con la sua band, che ormai aveva raggiunto fama internazionale, e Chicago cominciava a stargli stretta così come era successo per Hawkins, ma stranamente mamma, che lo aveva sempre seguito in tutti i suoi progetti, non lo appoggiava più di tanto, non lo accompagnava nei suoi viaggi come faceva di solito e, se proprio la sua presenza era considerata indispensabile, stava via qualche giorno e poi tornava subito.> altro sospiro.

Il moro ormai si era rassegnato a tenermi il broncio e ascoltava la storia rapito.

<Un giorno io e James tornammo prima da scuola, perché c'era stata una fuga di gas – avevamo deciso di mangiare qualcosa assieme e poi di andare in barca, ma quando arrivammo a casa trovammo mia madre e suo padre sul divano in atteggiamenti che ti lascio immaginare.> mi dovetti fermare e sedermi, in quanto cominciavano a cedermi le gambe.

<Non dimenticherò mai quella scena, così come non scorderò mai le parole cariche di odio che mi rivolse James! Diceva che mia madre era una poco di buono, per dirlo in termini potabili, e che io non potevo essere di meno!> rabbrividii e cominciai a tirarmi su con le gambe e a stringermele al petto.

Il ragazzo accanto a me si alzò, prese un bicchiere d'acqua e lo mise davanti a me. Lo ringraziai con lo sguardo, bevvi un sorso e continuai.

<Mio padre non sapeva nulla, era in Europa, e io ero disperata, in un solo istante avevo perso mia madre e il ragazzo dei miei sogni, che ovviamente si ostinava a non voler parlare con me. Io le urlai le cose peggiori, dicendole che aveva rovinato due famiglie, che aveva rovinato la mia vita, che mi vergognavo di lei! A scuola ovviamente il fattaccio si seppe in un baleno! James da bravo cavaliere cominciò a raccontare a tutti i nostri compagni che mia mamma fosse una sgualdrina e che io non fossi da meno...> mi fermai, ma calde lacrime cominciarono a scendermi dagli occhi. Tirai su con il naso e lui mi si avvicinò, poggiando una mano sulla mia.

<A scuola ero additata da tutti come la figlia della sgualdrina e venivo evitata da tutti...> smisi di fissare il vuoto davanti a me e lo guardai negli occhi. <Adesso capisci perché non volevo farmi vedere a scuola con un ragazzo, in particolare con uno dei ragazzi più esposti ed emarginati del liceo, perché avevo già vissuto quell'incubo e non volevo ripeterlo?!> abbassai lo sguardo, vergognandomi.

<Sono una stronza, hai ragione a pensarlo, sono stata egoista e ho agito solo pensando a me stessa! Fai bene a non volermi più parlare! Me lo merito!> confessai odiandomi.

Lui si avvicinò ancora di più e mi abbracciò. Per me fu come ritornare in paradiso dopo essere stata all'inferno. Respirai il suo profumo che mi mandava in estasi e continuavo a piangere sulla sua spalla, mentre lui mi stringeva a sé.

<Te la sto macchiando tutta...> affermai, asciugandomi gli occhi.

<Non fa nulla, c'è sempre quest'altra manica!> mi sussurrò tra i capelli, mi venne da sorridere. Altro sospiro.

<Ma ovviamente la mia sfiga non poteva fermarsi lì; mia madre mi confessò che era incinta di tre mesi e visto che mio padre era in tour da almeno cinque, non poteva esserne il genitore. Il bambino era del papà di James e loro erano così felici di formare una nuova famiglia tutti insieme! Io ero disgustata! Per giunta, mi aveva chiesto di mantenere il segreto con papà perché avrebbe voluto dirglielo lei, e contemporaneamente ero odiata da tutti i nostri amici a scuola e al conservatorio, visto che James aveva iniziato un'anti-campagna davvero serrata nei miei confronti. Mi ritirai in me stessa, l'unica che continuavo a vedere era la mia amica, Maya, che era la mia unica ancora di salvezza.>

Altra pausa per soffiarmi il naso e bere un po' di acqua.

<Una sera qualche giorno prima del ritorno di papà dal tour, James mi venne a prendere, voleva parlare con me, forse chiarire non potevo saperlo, e io che non aspettavo altro scesi subito. Ero una ragazzina spaventata che stava vivendo cose più grandi di lei! Comunque, James mi voleva portare al vecchio porto sul lago per discutere a quattrocchi, così almeno mi aveva assicurato, ma noi lì non ci arrivammo mai. Il Suv non si fermò al semaforo e lo schianto all'incrocio fu totale. La macchina ci colpì in pieno dal lato destro, dove ero seduta io.>

Dovetti fermarmi perché mi accorsi che mi stava mancando l'aria e cominciavo a tremare visibilmente.


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ciao a tutt* brochachos <3

allora, ho chiarito un po' di dubbi sul perché Sally ha dato di matto e ha sclerato con il nostro svitato preferito? ** che ne pensate della sua storia? ** so che è stata un po' triste da leggere, ma doveva avere delle motivazioni serie quella poverina su **
Fatemi sapere tutto quello che avete pensato leggendo questo capitolo, sapete che amo leggervi **

ps: come già anticipato siamo ai minuti finali di questa storia <3 sono così felice che vi abbia appassionato tanto e spero che continuerete a seguirmi anche con le prossime **

come al solito vi chiedo di sostenere anche questo capitolo con una stellina ** <3

grazie di tutto <3

PS: immagine presa da internet, non ne detengo nessun credito, crediti al creatore della foto <3


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