C.65. "Non è reale"

-Non voglio che nessuno mi veda piangere!- esclamò la voce roca di Lydia cercando di nascondere le proprie lacrime.

-Io penso che tu sia bellissima quando piangi.- rispose Stiles senza scollarsi dal finestrino.

La biondo-fragola sobbalzó al ricordo di quel pensiero, era passato così tanto tempo dalla prima volta in cui Lydia aveva pianto davanti a Stiles.

-Lydia. Vai via.- le urlò Stiles.

-Io non ti lascio!- esclamò lei di colpo

-Che succede Lyds?- la voce di Scott la risvegliò da quello stato di paralisi.

Scose la testa. -Niente...solo dei vecchi ricordi.-

-Di te e Stiles?-

La banshee serró le mani intorno al volante.

-Si di me e lui, ricordi che un po' di tempo fa non mi avrebbero toccata minimamente...ma adesso....mi riempiono di gioia, tristezza e malinconia, non mi sono mai accorta di quanto gli volessi bene.-

Scott sorrise ma non aggiunse altro.

Arrivati al ospedale Lydia scese dall'auto.

-Vado un secondo in bagno...ci vediamo nella sua stanza.-

Senza aspettare altro chiuse la macchina ed entrò di corsa dentro la struttura.

Sorpassò alcuni infermieri e con la testa bassa corse subito dentro il bagno delle femmine.

Appena arrivata, notò che all'interno non c'era nessuno. -Perfetto...- bisbiglió.

Si tolse la borsa a tracolla e la buttò a terra.

Appoggiò le mani lungo il lavandino freddo,
lo strinse talmente tanto da farsi sbiancare le nocche.

Stava tremando.

Leggermente alzò lo sguardo e si osservò allo specchio.

Enormi borse sotto gli occhi le solcavano il viso pallido, i suoi occhi erano cerchiati di rosso e lucidi.
I capelli raccolti male in una coda vagabonda. Non aveva trucco. Niente, zero.

Non era mai stata conciata così.

Notò le lacrime scendere velocemente lungo il suo volto, eppure dentro di sé sapeva che piangere non avrebbe migliorato la situazione, ma la cosa la alleggeriva un po'.

Qui ricordi di lei e Stiles la stavano distruggendo piano piano.

Prese un po' di acqua e si risciacquó il viso più e piú volte.

Quando rialzò lo sguardo per osservarsi un ultima volta allo specchio qualcosa alle sue spalle catturò la sua attenzione.

Una persona era dietro di lei, in piedi con le mani lungo i fianchi. Snello e alto, era un ragazzo.

Non riusciva a vedere la sua faccia,  e questa cosa le suscitò talmente tanta paura che si voltò di scatto.

Però, invece di trovarselo di fronte, vide che non c'era nessuno, o per di più la porta che lei aveva chiuso era socchiusa.

Raccolse la borsa da terra ed uscì di fretta.

Fuori c'era un po' di gente che camminava avanti e indietro per i corridoi e la cosa la tranquillizzò, ma non per molto.

La persona ora era appoggiata al muro e appena Lydia uscì si stacco e rimase immobile a fissarla.

Le si gelarono le gambe.

Indossava una maglietta blu e dei jeans scuri.

-Stiles...- bisbigliò.

Il castano sorrise, ma poi si girò e prese a camminare nella direzione opposta da dove si trovava la banshee.

-Stiles!- esclamò la biondo-fragola e prese a correre dietro al ragazzo.

Svoltarono parecchi angoli, eppure Lydia non riuscì a raggiungerlo. Soltanto quando si trovo in una stanza sentì una voce nella sua mente.

-Fai attenzione piccola Banshee-

Lydia a quelle parole rabbrividí e scose la testa cercando di riprendersi e di uscire in fretta da quella stanza piena di pazienti che la guardavano accigliati.

* * * *

-Lydia, dove sei stata?- Scott, appena la ragazza entrò nella stanza di Stiles fu assalita da domande.

-In bagno....c'era gente.- si giustificò lei abbassando lo sguardo, poiché se avesse resso lo sguardo del lupo lui avrebbe capito che mentiva.

Dentro c'era la mamma di Scott, Melissa.

-Ciao Lydia.- sorrise dolcemente.

La ragazza ricambió con un sorriso ed andò a sedersi vicino al castano prendendogli la mano nella sua.

È stata tutta un' immaginazione, Stiles era ancora sdraiato lì, nel letto.

-Scott, non so cosa fare. Gli altri medici non riescono a spiegarsi come mai è entrato in coma, non ha a che fare con l'essere umano o come la vuoi chiamare.... È sovrannaturale. Non migliora, peggiora solo ogni giorno e persino i farmaci che gli iniettano sembra risputarli fuori...-

Lydia strinse più forte la mano del ragazzo, non voleva ascoltare quelle notizie, eppure non poteva non farlo.

-Mamma cosa vorresti dire? Che hanno fatto un chissà che di incantesimo a Stiles che lo tiene in coma? - domandò ironico Scott.

-Non so, non sono esperta in questo campo, ma non è naturale entrare in coma così.-

-Mamma non conosco nessuno che lo vorrebbe incatenare in un sonno eterno.-

-Tu no.-

La voce di Lydia fece girare tutti verso di lei.
Ora era tutto chiaro. Aveva capito tutto.

-L'ho visto, é qui. É dentro l'ospedale e forse in questo momento è fuori dalla porta che sta origliando.-

-Lydia ma di che stai parlando?- chiese Scott avvicinandosi alla ragazza.

Lei guardò il lupo negli occhi cercando di farglielo capire con lo sguardo, ma non ci riuscì così parlò

-È tornato Scott,é  qui. Il Nogitsune, il Void Stiles è di nuovo tra noi.-

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