C.58. "Dopo un piccolo bacio"
Stiles era furioso, nella sua mente ribolliva tutto il discorso fatto con Lydia ma anche il piccolo bacio, forse insignificante per lei...ma per lui significava qualcosa eccome, per non parlare di quel piccolo morsetto sul labbro.
Arrivò nel parcheggio semi deserto della scuola, Scott e Malia non c'erano più.
Stava pensando a come spiegare quella piccola fessura sul labbro a Malia...ma non aveva giustificazioni molto valide.
La più significativa era "Mi sono morso da solo", ma sapeva anche che Lydia aveva un morso sul labbro e dire anche lei che si era morsa da sola non era una scusa valida.
Scacciò via quei pensieri e salì in macchina, se se sarebbe occupato quando Malia l'avrebbe notato, dopotutto era bravo ad inventarsi delle scuse sul momento.
Durò molto poco il suo distacco dai pensieri perchè le parole che aveva detto Lydia gli tornarono in mente.
" Non è reale! Non sarà mai reale!"
Spinse il piede sull'acceleratore e schizzò in avanti.
-Perché ti ostini a non capire Lydia?- borbottó tra se e sé.
"Perché non può accadere.."
Senza rendesi conto stava sempre accelerando di più, superando il limite di velocità.
Dai 70 all'ora stava andando ai 110.
Curvó e sulla strada spuntò un gatto randagio, era troppo tardi per frenare l'avrebbe pestato comunque, ma lui a questo non ci pensò.
Frenò e girò il volante di colpo, cercando di fare un inversione.
La povera Jeep ruotò su se stessa, ma per colpa del troppo peso dalla parte di Stiles, perse l'equilibrio e si capovolse, rotolando fuori strada.
Il castano batté la testa sul volete, sul soffitto ed infranse il finestrino procurandosi enormi graffi sul viso e sul torace, iniziò a tossire e cerco di sganciarsi la cintura per poter uscire fuori, ma appena allungò il braccio davanti ai suoi occhi si formarono diverse chiazze nere. Senza riuscire a fare altro Stiles svenne.
* * * * * * * * *
Lydia, appena giunta in casa ed aver chiuso la porta, fece cadere i suoi libri dalle mani mentre si sentì il cuore rimpicciolirsi ed esplodere dentro il petto.
Le sue pupille si dilatarono, mentre pronunciò il nome -Stiles..-
Era successo qualcosa.
Qualcosa di grave al ragazzo.
-Stiles!- ripeté uscendo di corsa di casa e dirigendosi verso la macchina, mise in moto e partì senza neanche sapere dove andare.
-Non sarà nulla di grave. No. Sarà solo molto arrabbiato con me.- bisbigliò cercando di rassicurarsi da sola, ma sapeva che non era così.
Il tragitto verso casa sua sembrava non finire mai, passò davanti alla scuola, fermandosi a guardare le macchine parcheggiate, ma la jeep di Stiles non c'era.
Proseguì dritto, finché non girò la curva.
Si sentì lo stomaco in subbuglio , le mani si serrarono intorno al volante, con una potenza tremenda.
Una macchina aveva sbandato e si era capovolta fuori dalla strada.
Lydia frenò di colpo. Sembrava che dentro di lei stesse ribollendo il vulcano prima di eruttare, la gola prese a seccarsi e la ragazza fece fatica a mandare giù la saliva.
Si accorse che la macchina era proprio quella di Stiles,era la sua jeep e senza pensarci più di tanto urlò dall'orrore.
Si tolse la cintura di colpo ed aprì la portiera cadendo fuori, sulla strada.
-No..no...- gracchió rimettendosi in piedi e correndo verso la macchina, l'erba era strappata dalla terra per colpa del urto violento.
-Stiles!- disse facendo il giro del veicolo.
Si inginocchiò sentendo le lacrime rigargli il viso.
-No...no...no...Stiles...no.- bisbigliò allungando le mani tremanti verso il corpo del ragazzo, aveva metà corpo fuori e tutto il viso ricoperto di sangue.
-Stiles! Apri gli occhi! Forza!- urlò tastando il viso freddo e senza espressione del ragazzo.
-No! Non puoi lasciarmi così! Non puoi!- tirò con tutta la sua forza il ragazzo da dentro la macchina e si mise la testa di lui in grembo.
-Ho sbagliato ... okay... tu...hai sempre ragione... però non può finire così! Stiles...- piangeva a dirotto.
Posò due dita sotto il mento di lui per sentire il polso.
Era debole, però c'era.
-STILES SVEGLIATI!!-urlò più forte che poteva.
Ma niente, gli occhi del ragazzo rimasero chiusi.
Dopo la morte di Allison, ne era rimasta devastata, è stata una morte inaspettata e molto dolorosa...ma Stiles non poteva morire, lui proprio no.
Estrasse il telefono dalle tasche e chiamò un' ambulanza.
-Non avrei mai dovuto dirti quelle cose...- bisbigliò continuando ad accarezzare in modo soave il viso del ragazzo.
-Stiles. Ti prego! Non tu...-
Dentro di sé si sentì come se stesse cadendo in mille pezzi.
Urlò. Urló il nome di Stiles, in un modo così potente, così disperato da farsi paura da sola, temeva che le si sarebbero strappate le corde vocali talmente aveva messo tanta potenza in quel grido.
La biondo-fragola, con gli occhi gonfi dalle lacrime si strinse il ragazzo più vicino a sé.
-Ti credo okay, ti credo...ma ti prego apri gli occhi.- bisbigliò con le labbra premute contro la fronte di lui.
In lontananza si udì il suono della sirena, ma niente le impedì di staccarsi da lui e di implorare che quel incidente non fosse nulla di grave, quanto sembrava.
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