C.3. "Urlo"

Stiles decise all'ultimo di non portarla in infermeria... Non ce n'era bisogno.

Così optó per il bagno.

Condusse la ragazza sotto il suo braccio in bagno, facendola appoggiare al lavandino.

-Lydia? Stai bene? - le domandò notando la pelle pallida.

Si stava guardando allo specchio con aria interrogativa.

E Stiles capí immediatamente ciò che la rossa stava guardando.

Il vuoto.

-Senti delle voci, non è così? - domandò, ma la ragazza non rispose.

Il sangue le colò sulla giacchetta bordeaux sporcando anche la maglietta blu datale in prestito.

-...Io... - borbottò la ragazza indietreggiando dallo specchio, e senza distogliere lo sguardo dalla sua immagine riflessa.

-Tu cosa? - chiese Stiles afferrandola dagli avambracci e facendola sedere sulle panche.

-Non... Non riesco a capire... - borbottò lei guardando il marmo grigio del pavimento.

-Lydia! - esclamò lui cercando di svegliarla dallo stato di trance.

Si affrettò a prendere uno straccetto e a bagnarlo con l'acqua per poi iniziare a pulire il sangue che le stava uscendo dalle orecchie.

Appena il tessuto umido toccó la pelle della ragazza lei si ritrasse scattando in piedi.

-Stiles! - esclamò guardandolo negli occhi.

Lui si affrettò ad imitarla e portarle una mano al viso.

Le lacrime le scesero giù per le guance rosee.

-Lydia... Perché piangi? - domandò pulendo il sangue ormai secco.

Lei scostò la sua mano appena ebbe finito, e lo guardò dritto negli occhi.

-Banshee ti ricordi cosa vuol dire? - iniziò lei con voce roca.

Stiles annuì. (Cercò di portare la sua mano verso il viso della ragazza per asciugarle le lacrime ma lei continuò a respingerle. )

-...Stiles... Quelle voci... - inizió lei, ma le lacrime le smozzarono le parole in bocca, costringendola a lasciarsi ricadere sulla panca e prendersi la testa fra le mani.

Il ragazzo si inginocchiò davanti a lei posandole le mani sulle gambe fredde, dove il tessuto della gonna non c'era.

-Cosa ti hanno detto? - domandò lui, con voce il più calma e tranquilla possibile.

Il suo viso si alzò dalle mani, alle quali i palmi erano circondati di nero, del mascara.

-io morirò Stiles.... Morirò.-

Il ragazzo caddè per terra, guardando la ragazza come se lo avesse appena pugnalato con un coltello d'argento.

Lui voleva dirle che lei non sarebbe mai morta, che lui l'avrebbe protetta... Ma avrebbe mentito, e questo lo sapeva benissimo.

Una Banshee non mentiva mai su una morte di qualcuno.

-Lydia sei sicura?- fu l'unica cosa che riuscì a dire.

La ragazza annuì, soffocando dei singhiozzi.

Stiles si alzò da terra e si sedette al fianco di Lydia, abbracciandola. E questa volta lei se lo lasciò fare.

-Perché lo fai? - domandò la ragazza alzando lo sguardo, per fissare il ragazzo.

Lui sorrise. -Tu dici di aver capito, ma ti piace risentire ciò che dico. -

Le scostò una ciocca dietro l'orecchio ormai asciutto.

-Perché Ti amo. E niente mi impedirà di amarti. -

Lydia si era sentita ripetere quelle parole mille volte, ma non aveva mai notato il tono del ragazzo quando lo diceva.

La sua voce era spezzata come se sapeva perfettamente di dire una cosa alla quale la risposta sarebbe stata di certo No. Come ieri, che le aveva chiesto di fare la ricerca insieme a lui fino allo sfinimento. Ma quello era un altro caso, questo era un caso di amore non corrisposto.

Ma a dirla tutta Lydia non sapeva ciò che voleva dalla vita. Non sapeva chi amava, figuriamoci amare Stiles, un suo grande amico dalle elementari.

Una forza estranea, spinse Lydia e la fece atterare a terra sulle ginocchia.

La ragazza cercò di trattenersi, mordendosi il labbro..ma quando il sapore del suo sangue invase la sua bocca piantò l'urlo.

Non era la prima volta che urlava, di solito le capitava di urlare per la rabbia per la frustrazione.

Ma l'urlo che piantò in quel momento fu del tutto diverso della altre volte.

E lo riconobbe subito. Ne aveva piantato uno uguale dopo la morte della sua amica Allison Argent.

Un urlo pieno di disperazione.

-Lydia! - esclamò Stiles buttandosi al fianco della ragazza e stringendosela al petto.

-Stiles... - borbottò la ragazza non appena ritrovó la voce.

-Cosa hai visto? - domandò lui.

-... Devo andare... - disse lei guardando la porta dell' entrata dei bagni.

Si alzò, con le gambe tremanti e il ragazzo la aiutò facendola appoggiare alla sua spalla.

-Andare dove? - chiese lui aiutandola ad avvicinarsi alla porta.

-Dovo tornarci... Mi stanno cercando... - si lanciò verso il muro della porta, e con mano tremante la aprì.

-Lydia chi ti cerca?! E dove vai?! - esclamò lui prendendola appena uscì, e per poco non inciampò nelle sue stesse scarpe.

- ad Eichen House..- rispose lei. E i suoi occhi verdi si incupirono incontrando quelli del ragazzo.

Eichen House. Lydia è stata lì più di una volta. Quel manicomio, dove sua nonna è morta. Dove per poco lei non moriva, e doveva ringraziare Stiles che ha sempre creduto in lei, ed è andato ad aiutarla ad uscire da quel posto.

Non ci era andata più da tanto tempo. E non che il posto le mancasse, ma sentiva dentro di sé che doveva tornare. Doveva recuperare una cosa che aveva lasciato lì, che aveva dimenticato.

-Lydia! Non se ne parla! Appena metti piede lì dentro quelli ti rinchiudono! Ti sei dimenticata che non hai trascorso un mese come il documento diceva?! - ringhiò lui, cercando di tenerla bloccata al muro.

-Non mi importa! Io devo tornare lì! Ora! - gridò lei. Si divincoló dalle braccia di Stiles, cercando di liberarsi ma non ci riuscì.

Una porta molto più avanti si aprì e un ragazzo lì raggiunse di corsa.

Lydia smise di divincolarsi e si lasciò andare sulla spalla del ragazzo.

-Che succede!? L'ho Sentita piantare l'urlò della Banshee...- disse la voce di Scott evidentemente preoccupata.

-Succede che Lydia vuole tornare a Eichen House!- sbottò Stiles.

La ragazza appoggiata sulla sua spalla stava guardando un punto fisso, e le lacrime le stavano scendendo dagli occhi bagnando la camicia a quadri del ragazzo.

-Cosa?! - domandò colpito Scott.

-Lydia...- delle voci acute e stridule le perforarono i timpani facendola sussultare.

-Lydia..vieni da noi... Vieni a Eichen House. C'è Tessa. Ti ricordi di Lei? Oh Tessa ti adorava. -

Lydia strinse gli occhi cercando di ricacciare quelle voci e smettere di piangere, ma davanti ad egli scorrevano le immagini della sua dottoressa Tessa.

Una donna alta dai capelli castani e riccioli,occhi neri.
Non era mai andata d'accordo con Lydia... Una volta ha cercato di avvelenarla... Ed era quello uno dei motivi perché ha cercato di fuggire.

-Lydia... Scavalca il ragazzo è corri via... Vieni da noi... Abbiamo una cosa che ti appartiene...- le voci nella sua testa risero.

Si premette le mani sulle orecchie, dalle quali uscì di nuovo del sangue porpureo.

- Sta per piantare l'urlo...- borbottò Scott.

Ma Lydia non urlò. Anzi, se ne approfittó del momento che il ragazzo che la teneva schiacciata contro il muro, per spingerlo via e correre verso l'uscita, senza neanche prestare attenzione alle voci dei suoi amici che le gridavano di fermarsi e tornare indietro.

N. A
In due capitoli siamo arrivati a 315 passa di visualizzazioni! Grazie mille. Vi adoro ❤
Dedicato a tutti quelli che la leggono 1974raffa AccioHermioneWatson best_player ellepuppy Martina_Bosio raduraiamannara RobertaMalfoy Julia-TW signorastilinski wearesister e la ultima a cui devo la vita, ed è grazie a lei che la storia sta andando avanti Pandacorninax03

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