Escape

LORENZO' S POW

Eccola lì, la solita sfigata, con quei capelli castani e lo sguardo omicida.
Sembrava troppo una principessa per non doverla annientare, eppure ogni volta mi sfogavo su di lei.
La vidi alzare la testa, le sue iridi scure incontrarono le mie, che erano ridotte a due fessure. Riabbassò lo sguardo in fretta, non riusciva ancora ad affrontare il mio demone, non aveva la forza per sconfiggerne due. Era così debole ed io avevo un mostro troppo forte.
La continuai a guardare in modo divertito, la mia gang dietro di me che se la rideva di gusto e lei lì, immobile, come un muro. Non sembrava avere l'intenzione di fare un passo.
Quindi, lo feci io.
Il suono delle mie scarpe sul cemento bagnato dalla pioggia la fece sussultare. Era spaventata. Stava lottando per non cedere.
Mi avvicinai cautamente, i miei capelli erano ribelli quanto me, mi cadevano sulla fronte, bagnata dal sudore.  E nei miei occhi quella voglia incessante di vederla morire davanti a me, sola, a terra, implorandomi pietà.
E il mio sorriso che sarebbe spuntato subito dopo le sue parole: «Ti prego, non uccidermi».
Mi avvicinai sempre di più al suo corpo, le rialzai il mento delicatamente e incrociai i nostri occhi.
-Avanti, affrontalo, lo so che ne sei capace. -dissi con una voce a mo' di presa in giro.
Vidi la ragazza ridurre sempre di più le sue pupille. Lei strinse i pugni, le sue vene si intravedevano un po' dalla manica. Erano contratte. Portavano elegantemente del sangue su di esse. E lei pronta a combattere, sferrandomi un pugno.
No, non riuscivo a temerla, nonostante tutto.
Parlò.
-Mi ero promessa di diventare una guerriera, non sarai tu a convincermi del contrario. -disse seria.
Scoppiai a ridere e la presi in braccio.
Lei sussultò.
-Guardati! -esclamai, ridendo.
-Sei ancora così debole, troppo sicura di te. -
La buttai violentemente al suolo, su una pozzanghera di fango. Si sporcò tutta e mi guardò, alquanto spaventata.
Io ricambiai lo sguardo, ero pronto a ridere.
Chiara si rialzò e continuò ad osservarmi.
Nei suoi occhi potevo intravedere paura, sapeva di aver superato il limite della mia pazienza.
Esatto, mi ero stancato di vederla lottare per nulla.
I suoi occhi divennero più chiari, imploravano pietà.
Non dissi nulla, restammo fermi per un po'.
La ragazza fece qualche passo indietro, stava tremando.
Si girò alla svelta e scappò via.
La guardai con fare interrogativo.
-Ridicola- dissi in modo chiaro.
Il mio gruppo se la rise di gusto.
-Dai, vai a prenderla, così ci divertiamo un po'-propose Sascha.
Un ghigno comparve sul mio volto e mi misi a correre, inseguendola.
Lei continuava a fuggire, sempre più velocemente, ma io ero troppo alto rispetto a lei, e di conseguenza più rapido.
La presi in un batti baleno e la feci sedere a terra, su di me.
I suoi occhi gettavano lacrime, all'apparenza infinite, che le rigavano il volto.
La sclera era arrossata, così come il suo viso. Era semplicemente distrutta.
Le accarezzai i capelli, ma, nel momento stesso in cui avvicinai la mano al suo viso, lei lo ritrasse.
Aveva paura di me, del mio mostro.
In quel momento provai una sensazione di pietà.
Mi sentivo uno schifo.
Le avevo davvero causato tutte queste lacrime?
Non aveva voglia di smettere.
Non ce la faceva.
Le presi delicatamente la mano e scoprii il suo polso.
Ricoperto di tagli, Chiara sembrava una ferita umana. Nessuno spazio della sua pelle era rimarginato. Solo rosso. Tutto di questo colore.
Era come la tela di un pittore, io il pennello e lei il quadro da dipingere nel suo colore preferito.
La sua maschera da guerriera e il suo scudo erano ceduti completamente.
La barriera dell'apatia era stata rasa a suolo, come le mura delle città che abbatterono i Greci.
Il soldato lasciò per sempre il suo lavoro, non aveva più l'abilità adatta al combattimento. Non era più agile come una volta e andò in pensione, lasciando il compito di combattere agli altri.
Tutti rimpiansero questa sua scelta, ma nessuno si ricordò di lui, una volta che egli sparì da quella terra.
-Chiara, smettila di piangere. Davvero la tua armatura è andata via dopo quest'ultima cosa?-.
Mi fulminò con lo sguardo.
-DOPO QUESTA COSA? L' HAI DISTRUTTA PIANO PIANO.
E, purtroppo, ce l'hai fatta, quindi, perché non stai esultando?- mi chiese, con le lacrime agli occhi.
-Non sei adatta a vivere qui, sei troppo debole, volevo solo darti una mano a rafforzarti-.
Stette in silenzio.
-Lorenzo, stavo bene, prima di averti incontrato- mi rispose, sincera.
Se non ricordo male, quel giorno fu colpa tua, mi sfidasti... ed io odio le sfide. -dissi secco.
-Si, ma dopo come me lo spieghi?- domandò.
-Beh, da allora per me diventasti un gioco che usavo per sfogarmi.
Hai presente le bambole? Alcuni ragazzi le detestano così tanto che le staccarono la testa, facendo piangere le loro posseditrici.
Sai? Dovevano rilassarsi in qualche modo. E quello in quel momento era l'unico modo. -affermò il ragazzo, guardandola negli occhi.
-Non riesco e non riuscirò mai a capire perché dovete rovinare la vita a tutti per stare calmi voi. -enunciò Chiara, leggermente irritata.
-Forse perché crediamo che le nostre vittime siano persone forti o che possono diventarlo grazie ai nostri sfoghi. - sussurrai, sperando di non farmi sentire.
Restò in silenzio, a pensarci.
-Si, hai ragione, mi hai fatto costruire una maschera, una barriera e uno scudo. Ma poi me li hai distrutti tu stesso. -affermò la ragazza, abbassando lo sguardo.
Glielo rialzai di nuovo.
-Ah... scusami, a volte esagero. -dissi sincero.
-Bello chiedere scusa dopo aver ucciso qualcuno, vero, Ostuni? -.
Rimasi spiazzato.
-Non volevo ucciderti, okay? -gridai.
-Beh, l'hai fatto, complimenti. -mi rispose a tono, facendomi gli applausi.
Mi guardò con disgusto. Sembrava avesse recuperato tutto ciò che le serviva per la lotta.
Fece per alzarsi, voleva lasciarmi lì, solo, a capire quanto faccia schifo.
- Dove vai? - le chiesi.
-Qualunque posto, basta sia lontano da te. -affermò seria.
Le sue parole mi avevano colpito.
Se voleva darmi una pugnalata, ci era riuscita.
La guardai con gli occhi scuri.
-Oh, no. Tu non vai da nessuna parte. -dissi, la presi per un braccio e la bloccai a muro.
Il demone era ancora qui, ricomparso più forte di prima.

Spazio scrittrice
When ti vuoi sfogare.⬆⬆😂😂
Raga, prossimamente, quando potrò, aggiornerò ECC.
NEWS
HO APERTO UNA PAGINA INSTAGRAM SU LORENZO.
È @favijsmyth.
Dateci un'occhiata e seguitemi, se volete.😉❤
Al prossimo capitolo, zao❤

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