°That's Hell°

Quello... Doveva essere l'inferno.
Mai tante disgrazie gli erano capitate come in quei due giorni.
Prima era obbligato a sposare un uomo che neanche conosceva fingendosi una donna, poi degli uomini armati avevano distrutto l'intera cerimonia, lo avevano rapito, poi era diventato il "giocattolino" personale di quello meno rassicurante del gruppo di malfattori ed infine sarebbe dovuto restare vestito scollatissimo in mezzo a dei possibili maniaci. Ma che dire vestito scollato: era praticamente nudo! Indossava un bikini di pelle nera, aderente, con fiocchetti rosa ed i capelli legati in codini quasi infantili; oltre al fatto che gli avevano messo delle manette, solo un po' più agevoli per il fatto di avere la catenella molto più lunga.
Che avesse fatto qualcosa di sbagliato per meritarsi questo?
Erano passati due giorni da quando era arrivato il quel luogo: non aveva aperto bocca per tutto il tempo; semplicemente rimaneva in silenzio, soffocando le lacrime e subendo le prese in giro, le molestie verbali ed i disagi che quegli uomini gli imponevano tutto il tempo.
Come c'era finito in quella situazione?
Aveva pensato di fuggire da quel posto quando nessuno se ne sarebbe accorto, ma quel luogo era troppo strano: era una specie di appartamento con moltissime stanze, tutte molto ben arredate, ma senza neanche una finestra. L'unica via d'uscita sembrava essere un ascensore, blindato da password e chiave di apertura. Anche se avesse imparato la password a memoria, non sarebbe mai riuscito a prendere la chiave ed il continuo terrore che provava non aiutava a migliorare la situazione.
Un'altra cosa strana era proprio il presunto "capo" del gruppo, il ragazzo dai capelli rossi: nonostante fosse quello più sadico del gruppo e che avesse deciso di trasformare Nagisa nel suo presunto "giocattolino" personale, non lo aveva neanche sfiorato, nemmeno parlato: si limitava semplicemente a osservarlo, da lontano, in silenzio, con quegli occhi ipnotici.
Gli era parso da subito un ragazzo strano, e quel che era peggio era che non riuscesse a capire cosa gli passasse nella testa, rendendolo pericoloso ed inquietante.
Che razza di situazione.
Ed adesso, il povero angelo si ritrovava seduto sul nero divano di pelle, circondato da loschi figuri, e quel diavolo dai capelli rossi lucidare la sua pistola fumante. Stava lì, in quel che era diventato il suo inferno.

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