°A Wrong Angel°
Akabane guardò l'altro sorpreso, mentre Nagisa aveva un'aria più che seria e sicura in volto.
Era... Davvero sicuro di volerlo fare?
Si fidava davvero così tanto di lui da volergli raccontare tutto? Davvero?
In effetti, Karma non aspettava altro da tempo.
Il rosso annuì, guardando l'altro con attenzione.
Il celeste si portò le gambe al petto tenendo lo sguardo verso il basso.
Ci fu silenzio.
Prese un respiro profondo.
Schiuse le labbra, cercando invano di far uscire le parole.
All'improvviso non era più tanto sicuro di volerlo dire: farsi tornare tutto alla mente faceva più male di un coltello nel cuore. Ma, d'altro canto... Faceva più male tenersi tutto dentro.
Guardò il diavolo rosso: lui aveva tirato fuori tutto, probabilmente facendosi anche lui male, ma l'aveva fatto: e l'aveva fatto perché si fidava di Nagisa.
Anche lui voleva fargli capire che si fidasse di lui più di chiunque altro.
Strinse ancora di più le gambe al petto, facendo entrare per bene l'aria nei polmoni.
<<ti è mai capitato... Di pensare alla tua esistenza come un errore?>> chiese il minore, con voce spenta e gli occhi vuoti, rivolti al soffitto. Karma lo guardò perplesso <<un errore per i tuoi genitori, un errore per gli altri, un errore per il mondo... Questo è quello che le persone mi hanno portato a pensare per tutta la mia vita. >> la sua anima scivolava via ogni parola di più che pronunciava, mentre l'altro rimase completamente basito. <<sai: mia madre ha sempre voluto una figlia femmina... >> disse <<quando sono nato io ed ha scoperto di non potere più avere figli, è uscita letteralmente di testa... >> si indicò la testa, come per indicare ciò che raccontava tramite i gesti <<lei... Aveva già alcuni problemi psicologici: era ossessiva-compulsiva, soffriva di personalità borderline e scatti d'ira molto frequenti... >> quelle fredde e morte labbra facevano scivolare fuori quelle parole come una storia antica e noiosa, capace solo di suscitare pena o disprezzo. <<si è sempre ostinata a trattarmi come una femmina, spacciandomi in giro come una di queste; solo che... Io sapevo di essere maschio, sapevo com'ero veramente: mi piacevano di più le cose maschili ma se provavo ad oppormi, avrei solo messo la lapide sulla tomba con mia madre: provare ad oppormi a lei sarebbe stato un suicidio... >> I suoi occhi blu erano di un vuoto spaventoso, mentre alla sua mente riaffioravano tutte quelle violenze prese tra quelle quattro mura chiamate "casa", mentre sua madre gli urlasse contro quanto fosse sbagliato.
<<ci servivano soldi e mia madre aveva conosciuto un ricco proprietario di un'azienda che si era proposto di sposarmi: così facendo, gran parte dei suoi soldi sarebbero passati anche alla mia famiglia >> e Karma lo ascoltava basito e disgustato per tutti gli avvenimenti che quel piccolo angelo aveva dovuto passare. <<mia madre accetto quell'offerta, senza chiedere una mia opinione. Il problema, è che quell'uomo credesse che io fossi una ragazza... >>
<<avevano deciso tutto il mio matrimonio e stavamo mettendo in atto la cerimonia e poi... Beh, il resto già lo sai... >> concluse Shiota.
Calò il silenzio.
Akabane era rimasto così shockato da quel racconto, che quasi non riusciva a crederci: ma sapeva che quel ragazzino non avesse mentito, nemmeno con una parola.
Nagisa che si sentiva il cuore più leggero, tornando normale.
Ed in quel momento, entrambi videro quanto non sapessero nulla l'uno dell'altro.
In quel momento, Karma avrebbe solo voluto poterlo stringere forte a sé, dirgli che andava tutto bene e che non avrebbe mai permesso che qualcosa del genere potesse capitargli ancora. Fece per muoversi, la le parole di Shiota lo fermarono prima <<sai... Ho sempre voluto... Essere io a consolarti per una volta come tu fai sempre con me... >> lo guardò con quei grandi occhi profondi come l'oceano <<solo che... Sapevo che non ci sarei mai riuscito perché sono semplicemente un incapace in queste cose... >> ridacchiò tra sé e sé, a bassa voce, mentre l'altro lo guardò stupito <<tu invece sei bravissimo... Ci riesci così bene... Solo tu riesci a farmi tornare calmo e sereno ogni volta... >> gli sorrise, gli sorrise quasi dispiaciuto per non poter fare nulla per lui <<mi dispiace di non poter fare niente per te... >> concluse il minore.
Ed il maggiore lo guardava sorpreso, con quei taglienti occhi d'oro spalancati.
E finalmente riuscì a stringerlo forte, mentre l'altro era rimasto di stucco <<mi basta vederti felice e mi basterà più di qualsiasi altra cosa>> gli sussurrò all'orecchio con tono calmo e rassicurante.
Le palpebre di Shiota si socchiusero, mentre piano stringeva l'altro, con le guance che si scaldavano ed il cuore finalmente libero da ogni peso.
<<se sono con te, sono sempre felice>> disse sussurrando, passando le sue dita sottili tra quelle ciocche rosse fiammante dell'altro.
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