Ventiquattresimo
Steve allungò il braccio lungo il letto, accanto a se, fra le morbide lenzuola in cui aveva dormito con Bucky; toccando, invece della calda pelle del compagno, il materasso vuoto. Il sorrisetto sereno che aveva si tramutò presto in un'espressione confusa e preoccupata, con gli occhi assottigliati e la fronte aggrottata, ancora mezzo addormentato.
«Avanti, svegliati.» Sentì una voce ai piedi del letto. Steve sfregò il viso con le mani, e sbadigliò sonoramente, aprendo a fatica gli occhi.
«B-bucky, ma che?» Mugugnò seccato, come se quella fosse una giornata normale, una di quelle che si compiono ogni giorno da sempre. Come se per la prima volta, fossero due persone normali.
«Non credi sia ora di fare un bagno? Puzzi come una fogna, forza, tirati su.» Bucky sfilò delicatamente le coperte di dosso a Steve.
«Spiritoso, come arrivo in bagno?» Rispose Steve, ancora addormentato, indicando le sue gambe.
«Non sarai mica il piccolo asmatico di prima, leggero come una piuma e facile da prendere in braccio, ma in qualche modo mi arrangerò, hai davvero bisogno di una ripulita.» Scherzò Bucky, portando la sedia a rotelle al lato del letto, e caricando, quasi a fatica ma con più delicatezza possibile, il peso morto di Steve.
Ancora, un piccolissimo frammento di ricordi fece apparire James come quello di un tempo.
Portò Steve fino al bagno, dove riempì con acqua calda la vasca, sotto gli occhi imbarazzati e ancora mezzi addormentati del biondo.
Bucky prese i bordi della t-shirt bianca di Cap, sfilandogliela con delicatezza, poi passando ai pantaloni, ai calzini e infine ai boxer.
«P-posso fare anche da solo...» Sussurrò il biondo divorato dall'imbarazzo, mentre guardava, arrossendo, le mani di Bucky sulla sua vita.
«N-no, non preoccuparti...» Rispose Bucky cercando di mantenere un tono fermo, ma anche lui, ingoiato dal disagio.
Era strano, non molto tempo prima avevano fatto l'amore, e adesso si sentivano in imbarazzo, dopo che, quei gesti, li avevano compiuti per anni, senza troppi problemi.
Sfilò con delicatezza i boxer blu di Steve, facendoli scendere piano lungo le cose, le ginocchia, i muscolosi polpacci, fino alle caviglie, alzando, infine, le gambe per farli finalmente andar via.
I due si guardarono rossi dall'imbarazzo, respirando a fatica, cercando di trattenere un'eccitazione istintiva che quel momento aveva creato. Bucky si morse il labbro, e, prendendo Steve da sotto le braccia, lo immerse nella calda e rassicurante acqua della vasca bianca.
Si inginocchiò difronte ai bordi di essa, prendendo una spugna gialla, inzuppata, e strizzandola sulla testa di Steve. I suoi biondi capelli che stavano ricrescendo, bagnati dall'acqua pulita che li fece ammosciare, esaltarono la cicatrice ancora umida e sanguinolenta.
Bucky ansimò vedendo quella ferita, sentendo avvampare quel terribile senso di colpa che aveva cercato di contenere.
«I-i tuoi capelli sono sempre così morbidi...» Disse sottovoce mentre continuava a bagnare la testa di Steve, rompendo il ghiaccio.
«Non addossarti colpe che non hai.» Rispose serio Steve capendo cosa stesse provando Bucky.
«Non ci riesco.» Continuò il moro, fermandosi per un attimo, spostandosi difronte a Steve, adesso insaponandogli il busto, quasi andando fuori di stesa alla vista dei pettorali bagnati e insaponato di Cap.
«Dimmi un segreto.» lo spronò Rogers.
«Non ho segreti.» rispose Buck con un sorrisetto forzato, cerando di capire cosa potesse collegare quella domanda alla situazione.
«Non ci credo, tutti hanno segreti.» Insistette imperterrito il biondo, con delle gocce d'acqua che gli rigavano il viso.
«D'accordo, ho un segreto. Io ho paura.» Si sentì stranamente libero a quell'affermazione.
«Paura di cosa?» Chiese sorpreso e confuso il vendicatore.
"Di te. Sono terrorizzato da te. Perché tu hai il potere di distruggermi. Mi hanno cambiato, mi hanno insegnato ad ucciderti, ma tu sei più forte di loro. Il fantasma dentro di me regna ancora, riesco solo a controllarlo in una piccola parte. Sì, riesco, ma non sempre. Hai il potere di distruggermi, perché se ti facessi del male, o semplicemente ti accadesse qualcosa, mi uccideresti dentro. E io sono terrorizzato da un dolore così grande. Tu non ne hai idea". Pensò velocemente Bucky, facendo passare come dei fulmini quelle parole nella sua testa, accompagnate dalle immagini in cui Steve veniva ferito ogni volta da lui; l'immagine del capitano sull'hovercraft a Washington; fra le lamiere dell'auto; l'immagine di Steve in terra, in coma per colpa del suo proiettile; Immagini che pregava di poter cancellare assieme ad i suoi ricordi perduti.
«Ho paura di non poter essere abbastanza....» Rispose in ritardo alla domanda di Steve, che sospirò sorridendo.
«Abbastanza? Tu dai tutto te stesso in ogni cosa che fai, credi che non sia abbastanza?» Lo consolò spiritoso Cap, facendolo sorridere dolcemente, facendo spalancare gli angoli delle sue rosse e carnose labbra, in quel sorriso perfetto che amava.
Le mani del moro si mossero ancora, adesso, insaponando il basso ventre di Steve, che, al contatto di quella spugna con la sua pelle, provò un calore inebriante.
Steve uscì dall'acqua la mano gocciolante, lentamente, afferrando il polso con cui Bucky lo stava lavando.
«B-Bucky...» Ansimò, ormai inebriato da quel tocco.
«Oh Steve.» Sussurrò estasiato Bucky, allungando il braccio metallico, immergendolo in acqua lungo il pube di Steve, che socchiuse gli occhi.
La fredda e dura mano afferrò il membro ormai eretto di Steve, iniziando a muoverlo, facendo impazzire Cap.
«O-oh, cazzo, Bucky,» ansimò Steve, con ogni muscolo del suo corpo contratto e la testa tirata all'indietro.
«Linguaggio capitano.» Disse lui, stuzzicandolo.
Steve rafforzò più saldamente la stretta sul polso di Bucky, ansimando e sussurrando con il respiro irregolare: «N-non mi sento più le gambe.»
«Beh, non credo che dovremmo preoccuparci più di tanto.» Sorrise malizioso e divertito Bucky, che si leccò le labbra.
«Ti prego, ti prego Buck, non ce la faccio.» il viso del capitano era diventato rosso, il piacere causatogli da James era talmente provocatorio, che quasi gli faceva male.
«Si che ce la fai, resisti ancora un po'.» il soldato si morse il labbro inferiore, compiaciuto ed eccitato. Vedere Rogers totalmente assuefatto da lui, sotto il suo totale controllo, lo faceva sentire in paradiso.
«Bucky.» mormorò il biondo, ormai senza più nessun controllo sul suo corpo -come se prima ve avesse molto di più- afferrando d'istinto la mano calda e umida del maggiore, tenuta in equilibrio sui bordi della vasca con il polso.
Il movimento di Barnes si fece più veloce e violento, costringendo alla stretta di Steve di farsi più forte tra le sue dita.
«Vieni, coraggio, voglio che tu venga urlando in mio nome.» la voce di Bucky era provocatoria e ferma, percepita da Steve con difficoltà, mentre teneva gli occhi chiusi ed il respiro irregolare, gemendo senza controllo.
Steve scrollò la testa, sentendo che ormai non avrebbe resistito ancora a lungo, abbassando il capo, e, con sofferenza, arrivando all'orgasmo, mugugnando il nome di James, con tutta la forza che aveva in corpo.
Soddisfatto, il moro uscì la mano robotica dall'acqua, liberando Cap dalle sue grinfie, e limitandosi a guardarlo con un sorriso compiaciuto, mentre quest'ultimo riprese fiato.
«Dovrei darti una ripulita più spesso, Steve. Ne hai bisogno.»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top