Il corpo di Bucky era delineato da mille cicatrici.
C'erano le svariate pennellate bianche lungo il polso destro, che parevano sfumature di foglie mosse dal vento.
C'erano le chiazze candide lungo il suo petto e le sue costole, memorie di dozzine di proiettili e lame conficcatesi nella sua carne, capaci di essere paragonate a petali candidi di una rosa bianca, la quale il gambo era rimasto spoglio al lato del suo costato, da quell'altra profonda e vecchia cicatrice causata dal suo cuore affannato.
C'erano i mosaici rosei e scarlatti lungo tutta la superficie della spalla sinistra, cornice astratta di quell'arto d'argento, collegato dall'interno alla sua spina dorsale.
C'erano le onde rialzate sulla sua schiena, che si muovevano lungo le spalle, altri segni chiari di tagli e percorse.
C'erano avvallamenti quasi invisibili sul suo volto, sulle sue ginocchia, ovunque.
Ogni distesa infinita della sua pelle era rigata da cicatrici.
Nulla le avrebbe mai cacellate, tranne gli occhi di Steve. Il suo sguardo in disuso, sintomo dell'apoteosi del suo sentimento d'amore, ogni volta che cerchiava nuovamente quei tanti scarabocchi dolorosi sul corpo di Bucky, aveva il potere di annullarli.
Per un unico, solo ed insignificante millesimo di secondo.
Ma andava bene, in ogni caso.
Perché poi le labbra di Rogers trasformavano il sale sopra quelle ferite in zucchero.

Questa Stucky ha subito davvero un milione di modifiche, benché fosse nata a parte, molto prima di "Brooklyn", ma le mie manie di controllo su ogni cosa che riesco a scrivere sono troppo forti, e con ciò mi hanno spinta a ricavarne un sequel dalla prima storia nata da se'.
Sono abbastanza affezionata a questa storia, che è stata la seconda vera e propria scartoffia che ho buttato giù con tanto impegno! So che potrà presentare svariate lacune, e altrettanti punti ripetitivi magari, e poco concisi, ma nel contesto spero che, dato che siete arrivati fino a qui, possa avervi colpito in qualche modo, positivo o negativo che sia. Inutile dire che questa coppia slash continua ad ispirarmi ogni giorno, e che dalle mie milioni di idee alla fine sia nato questo.
Come sempre, grazie.