Epilogo

«Sei la mia missione.» furono le deboli parole che uscirono sibilando dalle carnose labbra di Bucky, nel bel mezzo della notte, arrivando all'orecchio di Steve, che stava in dormiveglia dandogli le spalle, nel loro piccolo ed antiquato appartamento alle 5th Avenue di Brooklyn, la stessa via in cui abitavano i due soldati da bambini.
Un monolocale non troppo costoso, con uno stile molto anni quaranta, perfetto per il loro tuffo nel passato, per ciò di cui avevano bisogno.
Un brivido di terrore persuase Cap a quelle parole sussurrate dal compagno, sicuro, dopo tutto quel tempo, che si sarebbe consumata un delle vecchie crisi del Soldato D'inverno, ormai messo a tacere da troppo tempo.
Spaventato, il biondo allungò il braccio verso James, accarezzandogli la spalla liscia e calda, volendogli in qualche modo trasmettere sicurezza e calma.
«Sei la mia missione, l'unica cosa che mi tiene in vita, l'unica cosa che devo tenere in vita. Ad essere sinceri, l'unica vera missione della mia vita è non lasciarti mai più punk.»
La voce calda di Bucky spezzò nuovamente il silenzio del buio, dando a Rogers la certezza di essere tornato ad essere suo per sempre.

Nella buca delle lettere del complesso degli Avengers, Iron man trovò stranamente una busta per lui. Era davvero insolito, quando qualcuno voleva contattarlo di solito usava una mail.
Della scomparsa di Steve e Bucky se ne era preoccupato all'inizio, aveva quasi fatto scoppiare una guerra civile per trovarli, soprattutto, per ritrovare il Soldato D'inverno e metterlo sotto chiave una volta per tutte.
Ma poi gli altri l'avevano fatto ragionare, Rhodey lo aveva fatto ragionare, l'unico rimasto con lui dopo che Pepper lo aveva lasciato, dopo che Steve lo aveva lasciato, dopo che tutti lo avevano lasciato, lui era rimasto con Tony.
Si sedette sulla sedia del suo ufficio, aprendo la busta e prendendo fra le mani il foglio di carta, contenente parole scritte a mano libera:

"Tony, sono contento che tu sia tornato al complesso, non mi piace l'idea che tu vaghi in una villa da solo: abbiamo bisogno di una famiglia.
Gli Avengers sono la tua, forse più che la mia. Io sono da solo dall'età di diciotto anni, non mi sono mai integrato da nessuna parte, nemmeno nell'esercito. Ripongo la mia fiducia nella gente, forse negli individui, e sono felice di dire che la maggior parte non mi ha deluso, motivo per cui, nemmeno io posso deluderli. Le serrature si possono rimpiazzare, ma sarebbe meglio di no.
So di averti ferito, ho deciso di non dirti dei tuoi genitori per risparmiarti, ma ora capisco che stavo risparmiando me stesso, e mi dispiace: spero che un giorno potrai comprendere.
Vorrei che la pensassimo ugualmente sugli accordi, dico davvero. So che fai quello che credi, ed è quello che tutti noi possiamo fare, che dovremmo fare.
Qualunque cosa accada, te lo prometto, se hai bisogno di noi, se hai bisogno di me, io ci sarò."

Stark piegò quel foglio di carta, posandolo nel cassetto della sua scrivania, rimanendo nel silenzio più rumoroso di tutti, e sorridendo, con i pugni stretti.

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