Chapter 7

Allyson's Pov.

Arrivata a scuola, salutai Isabel. Fummo costrette a separarci, dato che avevamo lezioni differenti e da come mi aveva detto lei, quel giorno Joseph non sarebbe stato presente, forse era meglio così.

Mi aveva dato una bella impressione all'inizio, quando lo vidi alla festa, ma dopo quello che mi aveva raccontato Bel, non sapevo quanto potessi fidarmi di lui. Dovevo tenerlo d'occhio. Solo non sapevo come o quando.
Il suono della campanella risuonò nell'edificio, segno che dovevo sbrigarmi, o sarei arrivata in ritardo.

Mentre camminavo velocemente lungo il corridoio, prestai attenzione al numero delle classi per riconoscere la classe di Letteratura. Siccome ero distratta, andai a sbattere contro il petto di qualcuno, per poi barcollare all'indietro.
Arrossii violentemente imbarazzata per la figuraccia appena fatta, così alzai lo sguardo pronta a scusarmi, ma appena i miei occhi si puntarono in quelli del ragazzo di fronte a me, desiderai solamente che la terra mi inghiottisse.

«Attenta a dove cazzo vai!» Sbraitò con la sua voce roca, prima di realizzare un secondo dopo chi fossi, e la sua espressione sembrò quasi addolcirsi di poco. Corrugò le sopracciglia e increspò le labbra rosse «Oh sei tu.» Mormorò,incrociando le braccia al petto e mise nuovamente su quel suo solito broncio.

«Sempre così felice di vedermi Styles?» risposi sbuffando e alzando gli occhi al cielo. «Ora se non ti dispiace vado in classe o farò tardi.» Cercai di sorpassarlo, ma mi afferrò il braccio con una mano.

«Aspetta» disse, puntando gli occhi verdi nei miei.

Quando lo fece, mi sentì sprofondare. Come potevano due occhi così belli essere di una persona tanto stronza?

«Che lezione hai ora?» Continuò, senza interrompere il contatto visivo.

«Letteratura inglese, perchè?» dissi, liberandomi dalla sua presa. Facendolo, sentii una strana scarica elettrica lungo la spina dorsale.

«Devo parlarti. È importante.» Si morse il labbro inferiore, mentre si passò una mano fra i capelli nervosamente. «Oh al diavolo. Volevo solo dire di non fare caso a quello che ti ho detto nel bagno l'altra sera, di solito quando bevo divento un coglione.»

Sbarrai gli occhi, non credendo a quello che avevo appena sentito. Si stava scusando con me? Lui?
Non riuscì a nascondere un sorriso alle sue parole, e incrociai le braccia al petto guardandolo.

«Ti stai scusando Harry?» dissi con un tono divertito, sollevando un sopracciglio.
Lo vidi accigliarsi, per poi rabbuiarsi subito dopo.

«Certo che no. Non ho detto di non pensare quello che ho detto, solo di non farci caso, a volte preferisco tenere dentro quello che penso. Ma almeno adesso hai un'idea di quello che penso di te.» Un sorriso maligno era presente sulle labbra piene.

Aprii la bocca per replicare, decisa a cantargliene quattro, quando la porta della classe di Letteratura si aprì e la testa della professoressa Johnson sbucò dalla porta. Gli occhiali rotondi poggiati sul naso, i capelli legati in una coda disordinata. Il viso segnato dalla maggiore età si contorse in una smorfia confusa e infastidita quando ci vide. Io e Harry voltammo la testa all'unisono e persi un battito guardando l'insegnante.

«Che ci fate qui fuori tutti e due? Forza, tutti dentro o vi mando dritti dal preside.»

Annuii immediatamente, scansando Harry, per poi entrare in classe sotto lo sguardo infuriato della Johnson, seguita a ruota da Harry. La professoressa chiuse la porta per poi tornare a sedersi, mentre noi prendemmo posto.

Sarebbe stata una lunga lezione.
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L'ultima ora era conclusa, e camminai a passo svelto verso la mensa. Purtroppo la Johnson non era passata sopra a quel battibecco e quel ritardo a causa di Harry, e dopo scienze mi chiamò per farmi una ramanzina come si deve. Dire che mi scoppiava la testa era poco. Tutto era per colpa di Harry. E avrei voluto dirgliene quattro, ma non potevo perdere il mio tempo con una persona come lui.
Spinsi le porte della mensa ed entrai, guardando con la coda nell'occhio i ragazzi seduti al tavolo. Riempii il mio vassoio con del cibo e mi sedetti al tavolo con tutti gli occhi dei ragazzi addosso.

«Ciao bellezza.» Mi sorrise Louis, dandomi un bacio sulla guancia.

«Ciao ragazzi.» Sorrisi guardandoli, mentre mi sorrisero uno ad uno.

Puntai lo sguardo su Harry, sentendo i suoi occhi bruciare sul mio corpo. La solita faccia inespressiva. Sospirai, mentre gli feci un cenno con la testa che lui non ricambiò. Ovviamente.
Sospirai.

Vidi Hope avvicinarsi con un sorriso e la solita eleganza, sedendosi fra me e Liam. I due si scambiarono uno sguardo complice, prima che lei arrossisse e si girasse con un sorriso timido verso di me.

«Non sei venuta alla festa, come mai? Stai bene?» Le domandai, sorridendole.

«Già..dopo ti racconto.» Mi sorrise, lanciando un'occhiatina a Liam, che era intento a parlare con i ragazzi. Sorrisi quando vidi entrare Isabel nella mensa. Prese posto a tavola e mi sorrise debolmente, poi tornammo a chiacchierare con gli altri.

Qualche secondo dopo che Zayn domandò dove fosse Niall, la voce di Harry ruppe il silenzio creatosi, per la prima volta che eravamo tutti insieme, con un "Eccolo." indicando alla nostra destra.

Quel suo intervento mi fece pensare. Non aveva mai parlato, e improvvisamente se ne esce con quello. Forse era semplicemente perché anche lui voleva inserirsi. Poco probabile. Il rumore di alcuni passi ci fece girare tutti, mostrandoci Niall con un sorriso vittorioso sulle labbra e il braccio attorno alle spalle di una ragazza.
Al tavolo calò il silenzio, mentre un sorrisetto sarcastico spuntò sulle labbra di Isabel. C'era una strana scintilla nel suo sguardo, che non avevo mai visto.

«Che guardate? Possiamo sederci?» Chiese il biondo, alzando gli occhi azzurri al cielo. Senza aspettare una risposta, si sedette con la sua 'ragazza' sulle gambe.

Sentì un verso di disgusto provenire da Isabel. Trattenni una risata quando la ragazza, anche lei bionda, si curvò su Niall per lasciare un bacio sul suo collo.

«Oggi ci sono gli allenamenti.» Liam interruppe il silenzio imbarazzante che si era creato. Così, l'attenzione fu tutta sul ragazzo che parlava, «Voi ci siete?» disse guardando me, Bel e subito dopo Hope, lasciando che il suo sguardo indugiasse nel suo per più tempo del previsto. Non me la contavano giusta quei due.

«Uhm, certo..se la Johnson mi lascia libera prima degli allenamenti ovvio."» Sospirai, giocando col cibo nel mio piatto.

«Perché dici questo? Cos'è successo con la Johnson?» Mi chiese Isabel, decisamente confusa. Nessuno mi aveva mai messa in punizione, e lei lo sapeva.

«Perché non lo chiedi ad Harry?» risposi acida, lanciando un'occhiataccia al riccio dall'altra parte del tavolo.

«Ci ha semplicemente visti nel corridoio a parlare, eravamo semplicemente in ritardo di qualche minuto. Si è incazzata e ha messo Allyson in punizione, non è colpa mia se quella vecchia del cazzo ce l'ha con la tua cazzo di sorella» rispose a tono Harry, guardando Belle, prima di bere un sorso di coca cola.

«E tu perché non sei stato messo in punizione?» rispose stizzita lei.

«Perché sono nella squadra di football, ovvio che non ci mettono in punizione. Abbiamo gli allenamenti, non posso perdere tempo per una fottuta punizione per colpa di tua sorella che non sa nemmeno guardare dove cammina.»

«Uno. Non ero attenta dato che ero in ritardo. Due. Sei tu che mi hai fatto fare ancora più tardi trattenendomi. Non è colpa mia» risposi, stavolta guardandolo.

«Ragazzi, andiamo, ma non sapete far altro che litigare?» Sbuffò Louis, sospirando poi.

«Che coglione.» Mormorò Isabel guardandomi, mentre una sonora risata uscì dalle mie labbra.

«Potresti ripetere, scusami?» Domandò Harry, alzandosi dalla sedia, la quale strisciò lungo il pavimento.

«Certo. Sei un coglione.» Rispose a tono Isabel, alzandosi anche lei e tenendo gli occhi fissi in quelli verdi del riccio.

«Ripetilo e ti giuro che...» Fece per dire, ma un'altra voce sovrastò la sua.

«Hazz, siediti, non rovinarti la reputazione per questa qui.» Lo interruppe Niall.

«Questa qui ha un nome» risposi.

«E a me non potrebbe fregar di meno.» Un ghigno era fisso sulle labbra. La ragazza sulle sue gambe rise come un'oca, attirando l'attenzione di molte persone nella mensa.

«Basta. Me ne vado.» Belle, si mise in spalla la borsa.

«Ohw, la piccolina si è offesa?» La schernì Niall ridendo, mentre Isabel uscì di fretta dalla mensa.

Hope fece per alzarsi, ma la precedetti.
«Hope, vado io» dissi, alzandomi di colpo dalla sedia e avvicinandomi a Niall sotto il suo sguardo attento.
«Stai attento Horan. Sta lontano da mia sorella. Già ha sofferto troppo per coglioni idioti come te. Sembra che non le importi nulla ma non è così. Soffre, forse più di ognuno di voi messi insieme. Falle versare anche una sola lacrima e te ne farò pentire.» Il tono della mia voce era privo di emozioni, e per enfatizzarlo, gli puntai un dito contro.

Stavolta l'ochetta rimase senza parole, ed io ne approfittai per andarmene sotto lo sguardo stupito degli studenti della mensa.

«Belle! Aspettami!» Alzai la voce per farmi sentire da mia sorella, che era a qualche metro più distante da me.

I corridoi erano vuoti, eccetto per i bidelli che se ne stavano in un angolino a bere caffè.

Si fermò di colpo, mentre emettendo un sonoro sbuffo, si girò verso di me.
Non disse nulla, e nemmeno io. Non feci altro che abbracciarla forte, e lei si fece stringere ricambiando l'abbraccio. Riuscii a sentire le sue lacrime che bagnavano la mia spalla.

Da quanto non piangeva? Non sapevo che cosa le era preso. Ma sapevo c'entrasse lui. Vederla così mi fece venire un tuffo al cuore mentre cercai di calmarla.

«Non ne posso più Ally! Lo odio! Lo odio cazzo! Perché mi riduco così sempre per le persone sbagliate?» Urlò frustrata, staccandosi dall'abbraccio e asciugandosi gli occhi con il dorso di una mano.

Era così bella, perchè doveva stare male?

«Io..non lo so..è uno stronzo Belle, Non merita le tue lacrime lo sai.»
Usavo il nomignolo Belle, ricordandomi che era sempre nostro padre che la chiamava così. E questo la faceva stare meglio. Ma in quel momento non vidi i suoi occhi addolcirsi, e questo mi fece sentire ancora più male.

«Allora perchè non riesco a smettere di piangere?» disse, trattenendo un singhiozzo. «Mi mancano, mi mancano davvero tanto. Se ci fossero, ora non saremmo qui.»

Sospirai prendendole il viso fra le mani. Puntando i miei occhi nei suoi.
«Belle, devi essere forte,okay? Credi che avrebbero voluto lasciarci? Credi che vorrebbero vederci soffrire? Per tipi come loro?» Alzai il tono della voce all'ultima frase, indicando il corridoio che portava alla mensa.

La vidi scuotere la testa, poi sospirò e mi abbracciò, finalmente smettendo di piangere.

Sospirai, forzando un sorriso, cercando di mandare indietro tutte le lacrime che minacciavano di scendere lungo il mio viso.

«Facciamo una cosa. Al diavolo la punizione della Johnson, andiamocene a fare un giro, solo io e te, andiamo a divertirci. A fare shopping, al luna park, al parco, al cinema..mandiamo a quel paese tutti e divertiamoci solo io e te. Niente Joseph, Liam,Zayn, Louis, Hope, Niall o Harry. Ti va?» Le sorrisi.

Un sorriso crebbe sul suo viso ancora umido per le lacrime e annuì con un sorriso.

Questa volta i ruoli si sarebbero invertiti. Avrei protetto io Isabel.

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