Chapter 5
Allyson's Pov
Le forti luci colorate illuminavano l'intera sala mentre il rumore assordante della musica mi riempiva le orecchie. Mi spostai fra la folla urlante e sudata, la quale ballava e si strusciava l'uno sull'altro, il più velocemente possibile per arrivare verso il gruppo dei miei amici, che ridevano fra loro.
Il primo ad avvistarmi fu Louis, il quale mi mostrò un sorriso a 32 denti quando mi avvicinai.
«Come va piccola peste?» disse, avvolgendomi la vita con le braccia. Gli gettai le braccia al collo, ricambiando l'abbraccio, sorridendo.
«Tutto bene, e a voi?» Rivolsi un sorriso agli altri, salutandoli uno ad uno.
«Alla grande, stai proprio bene sai?» Mi sorrise dolcemente Liam.
«Grazie. Dov'è Hope?» Mi voltai più volte per cercare la mia amica. Era strano che non ci fosse, dato che Liam era lì. Forse sarebbe arrivata in ritardo.
«Beh, chiedilo a Romeo.» Ridacchiò Zayn, lanciando un'occhiata a Liam, che faceva intendere più di mille parole.
Spalancai gli occhi e aggrottai le sopracciglia. Ero pronta a dirne di tutti i colori al ragazzo dagli occhi color nocciola davanti a me.
«Non ci credo. Che le hai fatto?»
«Oddio, niente, che hai capito.» Alzò le mani in aria in segno di difesa, «le ho semplicemente parlato oggi!» Si giustificò, abbassando il tono di voce man mano che parlava per poi accennare un sorriso timido. Era decisamente adorabile.
«Voglio. Sapere. Ogni. Cosa!» Saltellai emozionata, trattenendo un urletto dall'eccitazione e facendo ridere i ragazzi.
Mentre ridevano, mi resi conto che non tutti erano così gioiosi. Guardai meglio, notando una chioma bionda poco distante da Zayn. Niall.
Teneva su il solito broncio odioso e lo sguardo fisso su qualcosa o meglio, qualcuno, tra la folla.
Allora mi voltai, e capii che stava guardando mia sorella ballare e ridere spensierata con quel Joseph.
Quel ragazzo era così dolce, ed ero davvero contenta che Isabel avesse fatto amicizia con un tipo così. Sembrava affidabile.
Spostai di nuovo la mia attenzione su Niall, che bruscamente spostò la gente davanti lui. Si creò un passaggio fra la folla, andando nella direzione dei due.
Alzai gli occhi al cielo.
«Ally? Quando la finirai di perderti nei tuoi pensieri così?» Mi schernì Zayn, ridendo. Stranamente era troppo vicino al mio corpo.
«Oh..ehm..ecco..mi dispiace..» Balbettai, arrossendo per la troppa vicinanza.
Riuscivo a sentire il suo respiro sulle guance e mi sentivo davvero a disagio.
«Tranquilla, e non arrossire con me.» Mi tranquillizzò sorridendo. Mi accarezzò una spalla e prese, finalmente, le distanze dal mio corpo.
Annuì tranquillizzandomi, per poi guardare la folla ballare. Poi, improvvisamente sentii partire Tsunami di Martin Garrix, e gli occhi di Zayn si illuminarono.
«Ti va di ballare, sì?» Ridacchiò, tirandomi sulla pista da ballo, per poi fermarsi e iniziare a ballare a ritmo di musica.
Non se la cavava affatto male. Fu facile facile abituarmi al suo modo di ballare, così iniziai a muovermi, cercando di andare il più possibile a passo con la musica.
Tutto d'un tratto, i suoi occhi, vedendomi a disagio, si addolcirono.
«So che sai fare di meglio Allyson, fammi vedere che sai fare.» Mi incitò.
Fammi vedere che sai fare. Allora facciamoglielo vedere.
In un secondo, tutta la timidezza si spostò in un angolino della mia testa. Iniziai ad ondeggiare e ruotare i fianchi a ritmo di musica, lasciando che le mani si muovessero sul mio corpo. Lo vidi smettere di ballare, mentre la sua bocca si aprì dallo stupore, per poi ghignare e poggiò le mani sui miei fianchi, senza però mettermi a disagio.
Non avrei mai pensato di lasciarmi andare così tanto con persone che conoscevo da poco, ma con loro sapevo di poterlo fare.
Ballammo per altre due canzoni, quando Zayn si allontanò ed urlò al mio orecchio: «Vado prendere qualcosa da bere», per farsi sentire meglio a causa del rumore assordante della musica.
Annuii per fargli intendere che avevo capito e poi si allontanò fra la folla che continuava a ballare senza sosta.
Mentre aspettavo Zayn, mi resi conto che dovevo andare in bagno, e mi promisi che doveva essere qualcosa di veloce oppure Zayn non mi avrebbe trovata. Così, cercando di non andare addosso a nessuno, sentendomi oppressa da tutte quelle persone, salì al piano di sopra per cercare il bagno. Mi ritrovai in un corridoio enorme, con le pareti blu scuro, e con quadri dipinti da colori vivaci che rendevano il tutto più luminoso.
Quando finalmente trovai il bagno, mi sciacquai il viso con dell'acqua fresca e mi guardai allo specchio. Durante la serata non avevo visto nemmeno una volta Harry. Forse non era proprio venuto, o forse aveva avuto altro da fare che rompermi. Meglio così.
Improvvisamente un forte rumore mi scosse dai miei pensieri. Qualcosa aveva urtato contro la porta. Mi feci coraggio, e aprì la porta di legno bianca, trovandomi un Harry ubriaco fradicio poggiato allo stipite.
Strizzò leggermente gli occhi verdi. Quando riuscì a mettere a fuoco la mia immagine e si rese conto di chi fossi, un ghigno malefico si stampò sul suo volto bellissimo.
«Ma guarda un po' chi abbiamo qui» disse sogghignando, mentre uno sbuffo lasciò le mie labbra.
«Mi era sembrato strano di non averti avuto fra i piedi tutta la serata.» Ammisi con un sorriso strafottente incrociando le braccia al petto.
Il riccio fece un passo in avanti, entrando nel bagno, senza che gli dessi alcun permesso per entrare.
«Prego, entra» mormorai sarcastica, ruotando gli occhi al cielo.
Harry barcollando, cercò un posto a cui aggrapparsi, così si poggiò al lavandino. Mi guardò, senza perdere quel suo solito sorrisetto.
I suoi occhi verdi erano lucidi e rossi a causa dell'alchol in corpo. Chissà quanto aveva bevuto e per quale motivo. Magari lo faceva per puro divertimento.
«Ti sono mancato?» disse ridendo, aprendo il rubinetto e si sciacquò la faccia con dell'acqua fredda. Esattamente come avevo fatto io qualche minuto prima.
Magari l'acqua fredda aiutava a farlo tornare in sé.
«Nemmeno un pò» risposi sincera, per poi ridere per la sua domanda.
«Non sei gentile come il solito, perché? Che peccato, mi dispiace non prendere in giro quel bel faccino innocente da vittima del cazzo» disse, asciugandosi il viso.
Le sue parole non mi ferirono per niente, sapevo lo dicesse solo per infastidirmi. Ma dovevo andarmene, non sopportavo di rimanere con lui, nemmeno per un secondo in più.
«Ciao Harry» dissi, dandogli le spalle pronta ad andarmene. Ma la sua grande mano mi afferrò il polso costringendomi a girarmi, e andai a sbattere contro il petto duro di Harry. La sua altezza mi sovrastava, facendomi sentire impotente.
«Dove credi di andare?» Sussurrò con voce roca ad un centimetro dalla mia faccia.
Cercai di restare lucida e divincolarmi dalla sua forte presa. Ma era impossibile, siccome il suo profumo di menta, mischiato all'alcohol e al fumo, mi mandava letteralmente in estasi.
Il suo viso si avvicinò ancora di più al mio, mentre con una mano mi prese entrambi i polsi, e con l'altra mi strinse un fianco spingendomi contro il suo corpo, facendo scontrare i fianchi con i suoi.
Un mugolio sfuggì dalle mie labbra, mentre i suoi occhi rimasero fissi nei miei.
«Harry..lasciami, ora» sibilai, mentre cercai invano di far mollare la sua presa.
Non sapevo cosa mi prendesse vicino a lui. Il mio corpo reagiva in modo opposto a quello che voleva la mente. Il mio corpo piccolo e minuto rispetto al suo sembrava rispondere perfettamente ad ogni suo tocco, e ogni volta che la sua pelle sfiorava la mia, questa sembrava bruciare. Ma ciò non cambiava che i miei sentimenti erano gli stessi per lui, puro odio. Dovevo andare via da lì prima di impazzire.
«Rimani un po' con me..non aver paura, non ti mangio.» Mi disse con tono seducente.
Le sue labbra sfiorarono appena il mio collo e un sospiro lasciò le mie labbra senza che io volessi.
Non appena allentò la presa sui miei polsi, portai le mani sul suo petto spingendolo per approfittare della sua momentanea debolezza, riuscendo così ad allontanarlo da me.
«Non provare più a toccarmi!» urlai indignata.
Per non cadere, Harry dovette poggiarsi al muro.
«Come se non ti piacesse.» Mi schernì, gettando una ciocca di ricci all'indietro.
«Sei come tutte le altre. Una troia. Aspetti che qualcuno ti sfiori solamente per darla al primo che capita.» Sputò velenoso e nel mentre sentii un crack proveniente dal mio petto. Lo ignorai, nonostante sentissi gli occhi pizzicare, dovevo andarmene, il più velocemente possibile.
Andai verso la porta e la aprii, quando dei colpi di tosse provenienti dalle mie spalle catturarono la mia attenzione.
«Bene, vattene. Scappa. Tanto sai fare solo quello da quanto ho capito» disse con un sorriso malefico, prima di curvarsi sul water e vomitare tutto ciò che aveva in corpo.
Vattene. Lascialo lì. Non merita la tua compassione.
Il mio subconscio mi disse. Ma a quanto pare, il senso di pietà ebbe la meglio su di me. Non potevo lasciarlo lì da solo a rimettere anche l'anima.
Sospirai andandogli vicino, spostai la treccia all'indietro e poggiai una mano sulla sua schiena calda. A quel tocco lo sentii trasalire, ma non si mosse da quella posizione, e continuò a rimettere per qualche minuto. La mia mano faceva cerchi immaginari sulla sua schiena per massaggiargliela, cercando gli dargli sollievo, almeno in parte.
In quel momento mi sentii così superiore, avrei facilmente potuto ferirlo o lasciarlo lì senza aiutarlo, avrei potuto fare quello che si meritava. Ma non lo feci, non ero così.
Quando ebbe finito, si alzò e si pulì le labbra, poi mi fissò con gli occhi chiusi in due fessure, come a studiare la mia espressione. Non sapendo se fidarsi o meno. Sapevo che tutto quello non avrebbe cambiato nulla e che non saremmo diventati amici, ma avevo deciso di aiutare quello scontroso lo stesso.
Dato che non riusciva a reggersi in piedi, riluttante, presi un suo braccio e me lo avvolsi sulle spalle per dargli sostegno. Cercò di opporre resistenza, lamentandosi in continuazione, per dimostrarmi di riuscire a reggersi da solo.
«E lasciami. Ce la faccio» disse, prima di spingermi lontano dal suo corpo. Ma urtò contro il muro e cadde, così si arrese avvolgendomi le spalle, cercando di non farmi troppo peso addosso.
Soddisfatta, scendemmo le scale insieme. Uno Zayn preoccupato mi aspettava alla fine delle scale.
Che idiota! Zayn!
Mi schiaffeggiai mentalmente rendendomi conto di essere stata via troppo tempo, e che Zayn si preoccupò tantissimo non trovandomi più.
«Oddio, che cazzo ti è successo?! Ti ha fatto qualcosa Ally?» Zayn mi venne in contro, con un'espressione che era un misto fra rabbia e preoccupazione, mentre scrutava attentamente la figura di Harry, sfinito dalla stanchezza e appoggiato al mio corpo.
«Tranquillo, non ho fatto nulla che non le sia andato bene.» Ridacchiò il ragazzo poggiato a me. A causa del malessere e della gola secca non riusciva a scandire perfettamente ogni parola, e la sua voce era ancora più roca e profonda del solito.
Aprii la bocca per replicare e smentire quello appena detto, quando un'improvvisa sensazione di freddo mi pervase, rendendomi conto che il corpo di Harry non era più poggiato sul mio ad infondermi calore.
Zayn lo teneva per il colletto, schiacciato contro il muro, mentre cercava di reggere la testa alzata per non mostrare la sua debolezza in confronto a quella di Zayn.
«Se l'hai toccata anche solo con un dito ti giuro che ti spacco la faccia.» Sputò velenoso Zayn, mentre avvicinava minaccioso il viso a quello di Harry, senza staccare il contatto visivo dal suo.
Picchiare uno nello stato di Harry sarebbe stato da codardi, così afferrai Zayn per un braccio, cercando di calmarlo.
«Zayn.. sono stanca, devo andare, mi accompagni fuori?»mormorai, sperando che mi ascoltasse.
Il moro annuì, lasciando riluttante la maglia nera di Harry, che riuscì a tenersi in piedi, per poi fissarmi.
Gli lanciai un ultimo sguardo, prima di prendere Zayn per il braccio e trascinarlo via.
«Lascialo perdere» dissi per l'ennesima volta a Zayn, che non faceva altro che fare avanti e indietro per la strada, mentre mi strinsi nelle spalle per il freddo. Volevo solo andarmene.
Allora si fermò, e sospirando annuì.
«Lo fa con tutte, tu sei solo la sua prossima vittima. Sa che non sei come le altre, e questa cosa lo eccita. Non voglio che ti faccia soffrire, non sei come le altre, tu ci entreresti più di tutte.» Ammise sospirando, mentre si accese una sigaretta.
E forse, aveva proprio ragione, quel ragazzo sarebbe stato la mia rovina se solo gli avessi dato modo.
Mentre cercai di rispondere, una Isabel incazzata uscì dalla casa a grandi falcate per poi guardarmi e fermarsi.
Aveva gli occhi lucidi più scuri del solito. Sapevo che se non l'avessi assecondata, sarebbe scoppiata in lacrime.
«Buonanotte Zayn.» Lo salutai distrattamente, e feci cenno col capo a mia sorella di andare in macchina.
Non se lo fece ripetere due volte.
«Buonanotte Allyson.»
Raggiunsi velocemente la macchina ed entrai, girandomi verso mia sorella che aveva la testa poggiata al sedile.
«Che serata.» La sentii solamente sospirare.
Annuii in risposta, non credevo fosse il momento giusto per domandarle cosa le fosse successo, avremmo parlato domani a mente fresca. Ci saremmo raccontate tutto. Come sempre.
«Non ti chiederò cosa è successo, ma fammi solo indovinare chi c'entra.» Le proposi guardando la strada partendo.
«Mhmh» Mugolò in risposta, mentre si guardò le mani curate.
«Niall.»
«Allyson, non lo sopporto,cosa mi sta facendo? Io...non capisco cosa voglia da me» disse, portandosi le mani fra i capelli e sbuffando dalla frustrazione.
«ti capisco Belle.» Mormorai, consapevole che mi aveva sentito.
Non parlammo più, e nella macchina cadde il silenzio.
Sarebbe stata una nottata molto lunga.
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