Chapter 3

Allyson's pov

Il pranzo era passato veloce, forse troppo velocemente, dopo quello che era successo a mia sorella. Non volevo di certo lasciarla andare in giro per la scuola da sola, non dopo aver visto il suo sguardo ferito per l'acido comportamento di Niall.

Vedevo il dispiacere nei suoi occhi.
Già la nostra non era una situazione facile, già non eravamo felici per quello che ci stava capitando, ma la maschera da quelle dure che cercavamo di indossare aveva un limite.

Prima non si sarebbe mai sgretolata per una discussione con un idiota come quello, la vecchia Isabel lo avrebbe mandato a quel paese o gli avrebbe dato un ceffone, e poi se ne sarebbe andata. La vecchia Isabel gliene avrebbe cantate 4. Già, la vecchia Isabel.
La Isabel di ora invece no, cercava di mostrarsi dura per mia zia, per me. Credeva che le uniche persone a cui teneva rimaste, erano sotto la sua responsabilità, e così facendo accumula tutto fino a scoppiare. Isabel non era mai stata così forte. Ma non potevo andarle dietro, da anni ormai eravamo in grado di intenderci con un solo sguardo, non avevamo bisogno di parole, ci guardavamo e basta. Per questo, leggendo quello sguardo che mi supplicava di lasciarla sola e di lasciarle per un po' i suoi spazi, non insistetti. Fra di noi funzionava così.

«Allyson?Hey?Terra chiama Allyson!» La voce squillante di Hope mi risvegliò dai miei pensieri. Mi accorsi che mi stava sventolando la mano davanti al viso per attirare la mia attenzione.

«Oh..scusami..non ero attenta» mormorai sospirando.

«Sai che non me ne ero accorta?» disse con un sorriso sarcastico sulle labbra. «Allora?»

«Allora cosa?» domandai guardandola e corrugando la fronte. Mi sedetti sul prato morbido del cortile, all'ombra di una quercia, lei fece lo stesso.

«Ti ho semplicemente chiesto cosa ne pensavi dei ragazzi, cioè, sono piuttosto okay,nel senso..non sono male, sono simpatici, soprattutto Louis, Zayn e...»

«Liam?» La interruppi con un sorrisetto, al quale lei rispose con una leggera spinta.

«Per favore, non apriamo questo discorso.»

«se ti può aiutare parlarne...» Mi limitai a dire, accarezzandole una mano per incoraggiarla, cosa che sembrò funzionare.

«Non c'è molto da raccontare, sai, la solita fregatura alle feste di questa maledetta scuola. Ho sempre frequentato il gruppo dei ragazzi, mi hanno accolta da subito, e Liam è sempre stato così premuroso con me. Passava a prendermi la mattina, mi accompagnava a casa dopo scuola. A volte uscivamo insieme, e cavolo se ero attratta da lui. Ma sai, ero solo una matricola, non avrei mai potuto immaginare di stare con uno come Liam..e lui era così bello...» Fissai il suo viso. Era un misto fra malinconia ed emozione, era così presa da Liam, ma come darle torto. Liam era davvero un ragazzo d'oro per quello che l'avevo conosciuto.

«..e?» La incitai quando smise di parlare. Fece una smorfia, confermando la mia idea, che stesse per arrivare al punto.

«E alla fine Louis organizzò una festa. Sai i ragazzi, soprattutto lui e altri della squadra di football sono i migliori dell'organizzare feste»

«Aspetta, fanno parte della squadra di football?» La guardai curiosa. Effettivamente quello spiegava come facessero ad avere un fisico così perfettamente modellato.

Immediatamente mi piombarono nella mente gli occhi verdi di quell'Harry. L'immagine del suo fisico scolpito mi sfiorò la mente. Il modo in cui aveva le braccia incrociate al petto che mettevano in risalto i muscoli contratti, la sua mascella squadrata ma tesa.

Subito scacciai via quei pensieri dalla testa. In fondo non lo conoscevo nemmeno, non aveva fatto altro che lanciarmi occhiatacce da quando eravamo a tavola, e sembrava strano, e magari troppo affrettato, ma davvero già non lo sopportavo.

«Già, si nota eh?» Commentò Hope con un risolino. 

Già, si nota Hope.

«Uhm, non saprei» risposi invece.

«..e beh, a questa festa, io avevo appena litigato col mio ex ragazzo, e bevvi molto, così anche lui. È successo, e ora cazzo, non riesco a stare da sola con lui nemmeno per mezzo minuto» Confessò con aria triste. Non potei fare altro che annuire, quando ad un tratto la sua espressione mutò in un sorriso, come se avesse scacciato tutti i ricordi in un secondo.

Avrei voluto tanto saperlo fare anche io.

«Beh tesorino ora devo proprio andare, mi aspetta la fantastica ora di allenamento delle cheerleader.» Rise di gusto. Si alzò, mettendo la sua tracolla color crema in spalla e si liberò dell'erba dalla gonna nera.

«Sei una cheerleader? Ah però, e, dimmi, chi ci sarà all'allenamento?» domandai sarcasticamente, già sapendo la risposta.

«Liam ovviamente, a dopo bellissima» disse, prima di lasciarmi un sorriso luminoso. Si allontanò e sparì dietro le porte d'ingresso.
Risi scuotendo la testa.

Hope era davvero una forza della natura. Era una ragazza così forte e piena di vita che mi faceva quasi invidia. Avrei voluto essere spensierata e bella quanto lei, godermi la mia vita come ogni altra ragazza della mia età. Ma a quanto pare il destino non voleva questo per me.

Piegai la testa all'indietro, poggiandola contro il tronco freddo e chiusi gli occhi, tirando un grosso sospiro. Mi concentrai sul venticello fresco di primavera che mi spostava lentamente i capelli, e accarezzava le guance.

Le risate soffuse degli studenti erano le uniche cose che si udivano, e una pace come quella era l'unica cosa da voler davvero provare per sempre. Ma poi, mi resi conto che quella pace perfetta non poteva durare per sempre e quindi tirai fuori dalla mia borsa il mio diario dalla copertina di pelle rossa consumata.
Lo avevo da quando avevo 7 anni, e, a parte Isabel, era il mio unico amico. Mordicchiai la punta della penna che prima era poggiata sul diario, per poi iniziare a scrivere.

"Caro diario, ti scrivo seduta sul prato del cortile della scuola poggiata ad una vecchia quercia. Il mio primo, ansioso e stressante giorno di scuola sta per finire, ormai mancano solo un paio d'ore, e sai, non vedo l'ora di tornare casa. Tutta questa attenzione mi sta snervando, e come previsto, già l'intero istituto è a conoscenza delle 'nuove matricole'. Ma c'è una buona notizia, ho fatto amicizia con un gruppo di ragazzi, alcuni di loro sono davvero simpatici, come Hope, cotta a puntino di Liam, che è un ragazzo dolcissimo, Louis che al solo aprire bocca ti fa ridere come mai prima d'ora, un ragazzo così genuino serviva proprio, no? Poi c'è Zayn, a primo impatto oscuro e silenzioso, ma se conosciuto bene sa come farti divertire. Poi c'è Niall, cavolo se è antipatico, ha fatto stare male Isabel, non può starmi simpatico. Ed infine c'è lui, Harry..è il ragazzo più bello che abbia mai visto, e non riesco a non pensare a lui. Non so cosa mi sia preso da quando ho incrociato quegli occhi così magnetici da togliere il fiato. Ma è anche il ragazzo più asociale di questo mondo, non so come cavolo faccia ad avere più amici di quanti ne abbia i..."

Sobbalzai quando sentì il corpo di qualcuno toccare terra, mettendosi proprio accanto a me. Mi sbrigai a chiudere il diario, poi mi voltai verso l'ultima persona che avrei mai immaginato di trovare.

«La santarella qui ha anche un diario segreto quindi?» Rise di gusto Harry.  La sua dannatissima voce roca, che allo stesso tempo era il miglior suono mai sentito.

«come scusa? Perchè santarella? E poi, nessuno ti ha insegnato a farti gli affari tuoi?»

«Ma dai, non ci vuole un indovino a capire che sei una verginella del cazzo, insomma, vedi? Sei una fottutissima asociale, te ne stai sempre per cazzi tuoi, non sei una che parla molto, sembri sempre sentirti fuori posto, guarda come cazzo ti vesti, e poi, hai un fottuto diario segreto» disse prima di scoppiare a ridere, gettando la testa all'indietro e battendo un mano sul suo ginocchio coperto da skinny jeans neri.

A quelle parole drizzai la schiena. Puntai i miei occhi nei suoi verdi, i quali in quel momento erano pieni di eccitazione.
Pensava davvero quello che stava dicendo, e lo stava dicendo per prendermi in giro, sapeva che ci stavo credendo. Ma poi, cosa aveva che non andava il mio aspetto? Indossavo solo una gonna bianca lunga fino a metà coscia e una canotta bordeaux.

Davvero ero vestita da santarella? Cosa avevo che non andava? Ero davvero asociale?..No che non lo sei, lo sta dicendo per farti stare male, lo stronzo.

Intanto lui era lì, con le gambe incrociate e le braccia poggiate sul prato per reggere il suo peso, con un sorriso provocatore sulle labbra aspettando una mia risposta.

«Prima di tutto, non usare tutte queste parolacce con me, sei odioso. Secondo, non ti permettere mai più di giudicarmi, non mi conosci, non permetterti mai più cavolo. Tu non sai niente.» Sputai acida, puntandogli un dito contro il petto duro.

Alle mie parole, il suo sorriso sghembo non fece altro che aumentare di più, prendendosi il gioco di me.

«Sto solo giudicando l'evidenza, non mi interessa sapere qualcosa di te, sei inutile, non spreco il mio tempo ad ascoltare la storiella strappalacrime di una mocciosetta viziata.»

«Non osare darmi della viziata cazzo. Tu non sai niente di me. Non hai nemmeno la più pallida idea di quello che ho passato io. Non osare parlare di me senza prima esserti lavato la bocca Harry.» Ringhiai alzandomi dell'erba e sistemando la borsa sulla spalla. I suoi occhi divertiti e strafottenti che mi bruciavano addosso.

«Altrimenti?» rispose con un tono più cupo stavolta, ma sempre con un accenno di divertimento. Cercò di sopprimere un sorriso idiota per mantenere la sua espressione seria.

«Altrimenti non risponderò delle mie azioni» dissi solamente, prima di girare le spalle e andarmene. Continuavo a sentire la sua forte risata fare eco nelle mie orecchie.

Era ufficiale, Harry era un bastardo.
Lo odiavo.

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