Chapter 28.
Isabel's pov
Io e Niall ci nascondemmo dietro una siepe, sul retro della casa. Ormai avevamo perso le speranze, siccome eravamo lì dietro da più di un'ora e mezza.
Sentimmo delle voci provenire da dentro la casa. Erano due donne.
Un cipiglio si fece spazio sul viso di Niall, mentre guardava un punto indefinito nel prato e ascoltava le voci.
«Cosa c'è?» Gli mimai, aggrottando la fronte.
«Una di quelle voci mi sembra familiare, ma non..» Venne interrotto da una di quelle sue voci.
«Hey! Chi c'è qui fuori?» Urlò la ragazza.
Spiammo tra le foglie, riuscendo ad identificare una ragazza abbastanza alta, capelli biondi e degli occhi azzurri...Era quasi uguale a Niall.
Vidi il ragazzo al mio fianco scattare in piedi, quindi cercai di fermarlo, ma quando stavo per afferrargli la mano, dalle sue labbra uscì un nome.
«Virginia!» La guardò incredulo. «Come cazzo è possibile?»
Virginia?
A quel punto, mi alzai dal prato, affiancando Niall. Volevo guardare meglio la ragazza e capire cosa non andava.
La ragazza si voltò nella nostra direzione, sbiancando in viso.
«N-Niall?»
«Sì, Virginia, sono io. Che c'è, ora non ti ricordi neanche di tuo fratello?» Sbottò furioso, avvicinandosi a lei.
Suo fratello?
La mia mente tornò indietro nel tempo.
-flashback-
«Cosa ci fa..» Si bloccò, quando sulla lapide lesse il cognome. «Oh dio...» Mormorò incontrando il mio sguardo e si sedette accanto a me.
«E tu cosa ci fai qui?» Sussurrai talmente piano, che credevo non mi avesse sentita.
«Mia sorella...» Disse semplicemente, portando lo sguardo altrove.
-fine flashback-
In quel momento mi era tutto chiaro, ma quel che ancora non capivo, era: perché aveva finto di essere morta?
«Calmati, Niall...Posso spiegarti.» Disse, poggiandogli una mano sul petto.
«Non me ne fotte un cazzo delle tue spiegazioni!» Sbraitò, togliendole la mano dal petto. «Tu non ti rendi conto della gravità delle tue azioni. Non sai quanto mamma e papà hanno sofferto. Non sai quanto io, abbia sofferto. E tu che fai? Ti fingi morta, ovvio!» Sbuffò una risata amara.
«L'ho fatto per una buona causa, Niall!» Cercò di giustificarsi, Virginia.
«Non esiste una buona causa per fingersi morti, Virginia.» Puntò gli occhi nei suoi. «Quanti anni hai? Due?» Sbuffò, passandosi le mani tra i capelli, tirandone le punte per la frustrazione.
La ragazza provò a parlare di nuovo, ma sapevo che, qualunque cosa avrebbe detto, non avrebbe fatto altro che far arrabbiare ancora di più Niall. Per questo, mi avvicinai a lei, facendole segno di aspettare che suo fratello si calmasse un pò.
Inizialmente mi guardò un pò incerta, ma poi annuì.
Mi avvicinai a Niall, che intanto teneva gli occhi chiusi e respirava profondamente, gli presi il viso tra le mani, accarezzandogli le guance con i pollici.
«Calmati, amore..» Gli sussurrai, stampandogli un bacio sulle labbra.
Aprì gli occhi, puntandoli nei miei. Da quei due oceani traspariva tanta tristezza e delusione da parte della sorella.
Come potevo biasimarlo? Anch'io avrei reagito così.
Sapevo benissimo che aveva sofferto tantissimo ed ora non poteva perdonarla così facilmente.
«Non ci riesco, piccola. Ha fatto più male di una pugnalata nel petto.» Scosse la testa, sospirando.
«Ce la puoi fare, io lo so. Sei forte ed insieme possiamo superare tutto.»
Poggiò la fronte contro la mia, chiudendo gli occhi e sospirando nuovamente.
«Ti amo.»
Sorrisi ampiamente, stampandogli un bacio. «Ti amo anch'io.»
Finalmente sulle sue labbra nacque un sorriso. Ma sfortunatamente, questo bel momento fu rovinato da Virginia.
«Allora? Posso spiegarti tutto?»
Niall roteò gli occhi al cielo, voltandosi verso di lei e annuì. Si sedette sul prato, facendomi sedere sulle sue gambe.
«Uhm allora, il mio ex, Tyler Smith...» A quel nome, sgranai gli occhi, quindi la interruppi.
«Scusami, Tyler Smith hai detto?» La guardai negli occhi e lei annuì. «Beh, è anche il mio ex. Ora mi è tutto chiaro.» Sbuffai una risata ironica.
«Quel bastardo figlio di puttana...» Niall venne interrotto per la millesima volta dalla sorella.
«Fatemi spiegare, grazie.» Sospirò. «Stavo dicendo, Tyler voleva a tutti i costi farmi entrare in un circolo di droga, per questo ho finto di essere morta. Volevo tenervi tutti al sicuro.»
Non avrei saputo dire se quella fosse tutta la verità. Ma secondo me, Virginia aveva detto un'ennesima bugia.
«E cosa c'entrava Isabel? Mettere a rischio la nostra relazione per puro divertimento è stata la mossa più stupida, perché come vedi siamo di nuovo insieme.» Scrollò le spalle, indicandoci.
«Beh lui mi ha detto cosa fare ed io l'ho fatto.»
«Ma forse credi che io sia stupido, Virginia? No perché ti posso assicurare che non è così. Se con me puoi mentire, con i nostri genitori non potrai farlo!» Si prese una pausa per osservare sua sorella, che intanto si mordeva il labbro inferiore. «Farai meglio ad andare da loro, perché li ho avvisati del tuo ritorno. Ah, ti avverto, mamma potrà perdonarti, ma papà non ti perdonerà neanche tra 50 anni.»
«Questo lo dici tu!» Gli puntò il dito contro, infuriata. «Mi perdoneranno entrambi, inizialmente saranno delusi da me, ma vedrai che quando ti vedranno con questa sciagurata al tuo fianco, saranno ancor di più delusi.»
La mia bocca formò una 'O' perfetta.
Non mi conosceva affatto, come poteva giudicarmi così? Nonostante io l'avessi 'aiutata' a calmare suo fratello, permettendole così di spiegarsi.
«Sciagurata sarai tu, sorellina. Non permetterti di trattare così la mia ragazza. E ora vai, che i nostri genitori hanno già la predica pronta per te.» La fulminò con lo sguardo.
Lei girò i tacchi infuriata, tornando velocemente in casa e lasciandoci così soli nel giardino.
Voltai il viso verso quello di Niall, avvolgendogli il collo con le braccia e rivolgendogli un sorriso a 32 denti.
«La tua ragazza eh?» Inarcai un sopracciglio, guardandolo. «E chi è? La conosco?»
«Oh sì, certo che la conosci! Si chiama Isabel. Ti dice qualcosa questo nome?» Mi sorrise, infilando una mano sotto la maglia per accarezzarmi un fianco.
«Mh sì, mi sembra di aver già sentito questo nome.» Scrollai le spalle, mentre lui iniziò a ridere.
«La solita simpaticona.» Scherzò, mordendomi un lembo di pelle sul collo.
Risi, dandogli uno schiaffetto sul petto.
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Dopo aver ritrovato Harry ed Allyson con una faccia abbastanza sconvolta, entrammo in auto.
Io e Niall eravamo nei sedili posteriori, mentre Harry ed Allyson ero in quelli anteriori.
Nell'auto regnava un silenzio tombale. Nessuno fiatava.
Eravamo tutti ancora sotto shock.
Soprattutto Allyson, la quale aveva dovuto veder tornare la ragazza che Harry aveva amato alla follia in passato.
Non avrei mai voluto essere nei suoi panni, in quel momento.
Io invece non potevo ancora credere che io e Virginia avevamo in comune un ex: Tyler.
Ora si spiegava il perché mi stava addosso, perché era tornato così di punto in bianco, e soprattutto, di come mi aveva trovata.
Mi restava una sola cosa da scoprire: Chi era stato ad appiccare il fuoco a casa mia? E quindi, chi aveva ucciso i miei genitori?
Queste domande mi torturavano notte e giorno. Avevo bisogno di sapere la verità.
Niall mi risvegliò dal mio stato di trance, poggiandomi una mano sulla coscia.
«Qualcosa non va?» Aggrottò la fronte, guardandomi negli occhi.
Scossi la testa, rivolgendogli un piccolo sorriso.
«Nulla, tranquillo.»
Annuì, stampandomi un bacio sulla fronte, poi uno sulla punta del naso ed infine uno sulle labbra.
Sorrisi sulle sue labbra, ricambiando il bacio e lui ne approfittò per approfondirlo, aggiungendo la lingua.
In un attimo sentii la sua lingua accarezzare la mia, lentamente.
Portai una mano dietro la sua nuca, facendola poi scivolare nei suoi capelli.
La suoneria del suo cellulare ci costrinse a staccarci.
Recuperò il cellulare dalla tasca, sbuffando quando lesse il nome sul display.
«Mia madre.» Mi disse con tono scocciato, per poi rispondere alla chiamata.
«Dimmi.» Roteò gli occhi quando sua madre iniziò a parlare a raffica dall'altro capo del telefono. «Mamma come avrei dovuto trattarla? Siamo stati male per tre anni, cazzo. Come posso far finta che sia tutto okay?» Si prese una pausa per ascoltare la risposta di sua madre, per poi ricominciare a parlare. «Cosa posso farci io che sta piangendo?» Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli.
Gli occhi di mia sorella guizzarono nello specchietto, per rivolgermi un'occhiata. Capii subito che voleva essere spiegata cosa stava succedendo, così presi il cellulare dalla tasca e le mandai un messaggio.
"Quella Jessica Davis, in realtà è la sorella di Niall, Virginia. Ha finto di essere morta, per ben 3 anni." Inviai il messaggio, guardando la sua reazione dallo specchietto.
Allyson sgranò gli occhi, iniziando poi a digitare sulla tastiera.
"Merda! Beh io ho scoperto che Brooklyn è l'ex di Harry, anche lei si è finta morta."
"Certo che la nostra vita è più divertente di un telefilm."
"Eh già."
Il mio sguardo tornò su Niall che, a differenza di qualche minuto prima, stava parlando con suo padre.
«Va bene papà, ho capito, ora arriviamo.» Annuì, anche se il padre non poteva vederlo. «Calma la mamma per favore, non è giornata.» Sospirò, chiudendo poi la telefonata.
Si sporse in avanti, poggiando una mano sulla spalla di Harry.
«Haz, dobbiamo andare a casa mia. Mio padre mi ha chiesto di andare lì per risolvere una questione familiare.»
Harry lo guardò dallo specchietto retrovisore, con la fronte aggrottata.
«Che è successo?» Gli chiese.
«Lunga storia. Lo vedrai tu stesso appena saremo lì.»
Il ragazzo riccio annuì e cambiò strada, dirigendosi verso casa di Niall.
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Da quel che doveva essere una semplice chiacchierata, ci ritrovammo seduti a tavola per cenare con la famiglia di Niall. Ero seduta tra Niall e Virginia. Erano presenti anche i genitori di Harry, Harry ed Allyson.
Il padre di Niall continuava a scherzare con il padre di Harry, cercando anche di strappare un sorriso a sua moglie, che intanto non faceva altro che mandare occhiatacce a suo figlio.
Com'era possibile che non era neanche un pochino incazzata con Virginia? Sapevo benissimo che non poteva avercela con sua figlia, ma un minimo di rabbia doveva pur provarla.
E poi tutta questa rabbia nei confronti di Niall non riuscivo a capirla.
Lui non aveva fatto nulla di male, non aveva colpe.
Quando meno ce lo saremmo aspettati, la madre di Niall sbottò furiosa.
«Come diamine puoi fare una cosa del genere al sangue del tuo sangue?» Lo guardò, furiosa.
«Dai cara, siediti, non rovinare la serata a tutti.» Suo marito cercò di calmarla, afferrandole la mano.
Lei però si scansò, aspettando una risposta da parte di Niall.
Niall, che fino a quel momento aveva evitato di risponderle, scattò in piedi, sbattendo le mani sulla tavola, talmente forte da far tremare i piatti.
Gli afferrai il braccio come per dirgli di non esagerare, ma a quanto pare questo non servì a nulla.
«Non me ne frega più un cazzo, mamma. Io non ho più una sorella. L'unica sorella che avevo è morta anni fa e non tornerà più. »
Niall e sua madre erano molto simili. Erano entrambi molto irascibili, ma suo padre era il più razionale tra i quattro, fortunatamente.
«Come puoi dire una cosa del genere?» Mormorò Maura, sua madre.
«Come posso dire una cosa del genere? Ma sei seria?» Sbuffò una risata amara. «Per colpa sua, sono cambiato nel peggiore dei modi. Per colpa sua, me la sono presa con persone che non avevano colpe per quello che è successo. Per colpa sua, ho rischiato di perdere la persona che mi ha tirato fuori dal mio inferno. E tutto questo perché? Per uno stupido ragazzo!» Alzò di molto la voce, indicando Virginia.
Quest'ultima mi afferrò un braccio, delicatamente.
«Ti prego, non so come tu faccia ma cerca di calmarlo, perché solo tu ci riesci.» Disse con tono supplichevole.
Annuii, rivolgendole un piccolo sorriso per rassicurarla. «Ci penso io, non preoccuparti.»
Mi alzai, affiancando Niall. «Vieni con me, hai bisogno di calmarti.» Sussurrai, guardandolo negli occhi.
Esitò per un attimo, ma poi decise che era meglio seguirmi e lasciar cadere quell'argomento.
Mi scusai con tutti i presenti, prendendo la mano di Niall e lo portai al piano di sopra. Entrammo nella sua camera, chiusi la porta dietro le mie spalle e lo feci sedere sul letto.
Poggiai le mani sulle sue spalle, restando in piedi davanti a lui. «Sai che la penso esattamente come te. So anche che non volevi dire tutte quelle cose e che è stata la rabbia a farti reagire così. Però potevi dirlo con più calma, oppure sviare l'argomento, siccome ci sono altre persone presenti.»
Sospirò, poggiandomi le mani sui fianchi. «Ho accumulato troppe cose in soli due giorni, Belle. Non ce l'ho fatta più.» Si prese una pausa per bagnarsi le labbra con la lingua, poi riprese a parlare. «Prima Liam in ospedale, poi Louis che ti tratta male ed infine questa cosa di Virginia.
Lei non aveva il diritto di mettersi tra noi, perché io l'ho sempre lasciata fare tutto ciò che voleva.»
«Niall, sai che potrebbe essere stata costretta da Tyler, vero? Quindi dovresti prendertela con lui forse.» Gli ricordai. «Ti prometto che scopriremo cosa c'è dietro tutta questa storia.» Lui annuì, stringendomi tra le sue braccia possenti.
«Citando Louis, mi sono ricordato che ci ha interrotti mentre eravamo impegnati in una riunione.» Disse, sorridendo maliziosamente.
«uhm si, quindi potremmo anche riprendere da dov'eravamo rimasti.» Gli feci l'occhiolino, mordendomi il labbro inferiore.
«Potrei ricordartelo, se vuoi...» Sussurrò al mio orecchio, mordendomi il lobo.
Fece scivolare le labbra fino alla mia bocca, la quale iniziò a baciare con passione.
Il pensiero che qualcuno avrebbe potuto interromperci, abbandonò la mia mente nel momento esatto in cui mi lasciai completamente andare.
Stavolta eravamo solo lui ed io, nessun altro.
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