Chapter 22
Isabel's pov
Ero grata a Louis in quel momento, nonostante ci fosse tensione tra noi due, aveva deciso comunque di aiutarci.
Salimmo al piano di sopra, ci riunimmo tutti e tre nella mia camera, mettendoci a sedere sul mio letto.
Passai subito i cellulari a Louis, così che avesse potuto farsi un'idea di cosa stava succedendo.
«Abbiamo provato a chiamare entrambi i numeri, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta.» Disse Allyson, sospirando.
«Uhm... la situazione allora è un pò critica, ma avrei un'idea.» Ci guardò entrambe, aspettando un nostro consenso per continuare a parlare.
«Ovvero?» lo guardai attentamente, curiosa di sapere cos'avesse in mente.
«Allora, mi serve un pc e i vostri telefoni.» aggrottai la fronte, mentre gli passavo il pc portatile. «Okay, ora inizio a cercare la posizione del mittente dei messaggi.» Disse iniziando a smanettare velocemente sulla tastiera, cliccando dei tasti di cui non sapevo neanche l'esistenza.
«Lou, posso sapere cosa stai fac...» provai a dire, ma lui mi zittì poggiando l'indice sulle mie labbra, ritirando subito la mano, appena si accorse del gesto.
«Uhm...zitta Belle, mi deconcentri.» distolse lo sguardo, puntandolo sullo schermo del computer e iniziò a parlare nuovamente. «Allora ecco, ora devo solo trovare...» Dal momento in cui iniziò ad usare tutti i termini tecnici, entrai in uno stato di trance, smettendo così di ascoltarlo.
Niall si sarebbe incavolato di brutto a quel gesto di Louis. Pensai.
Isabel, basta pensare a lui, è stato uno stronzo. Se si fosse fidato di te, non si sarebbe incazzato per nulla e tutto quello che è successo, non sarebbe successo.
Ora non staresti male per lui se provasse davvero i tuoi stessi sentimenti.
«Allora, sono stato chiaro?» La voce squillante di Louis mi risvegliò dallo stato di trance, facendomi portare lo sguardo su di lui.
Annuii semplicemente, anche se non mi aveva guardata.
«Uhm....più o meno.» Disse Allyson con tono titubante.
Louis sospirò, alzando gli occhi al cielo e sfilò il suo cellulare dalla tasca, compose il numero che c'era nel messaggio che mi avevano mandato.
Lasciò squillare per un bel pò fino a quando scattò la segreteria.
«Nulla da fare.» Sospirò scuotendo la testa.
Fino a quel momento gli avevo rivolto uno sguardo speranzoso, ma a quelle parole, la mia speranza morì del tutto.
«Lascia perdere.» Dissi distogliendo lo sguardo, alzandomi dal letto.
«Belle aspetta...» Sentii mia sorella richiamarmi, mentre uscivo dalla camera.
Scesi le scale velocemente, dirigendomi sul retro della casa, dove vi si trovava un dondolo a forma di mezza sfera. Mi lasciai cadere su di essa, infilai le cuffiette facendo partire la musica.
Baby, no more showing up when you're not sober
At my front door just to say you're alone tonight
Yeah, tryna fuck me and my mind up
It's a reminder you're a liar and you know I'm right
You say you can't live without me
So why aren't you dead yet?
Why you still breathing? (why, why?)
And if you say you can't live without me
Then why aren't you dead yet?
Why do you say that?
Chiusi gli occhi mentre "Dead" di Madison Beer suonava nelle mie orecchie. Lui era sempre nei miei pensieri però, non mi lasciava neanche un attimo, non ne potevo fare a meno.
Mi mancava, cazzo se mi mancava.
Una lacrima scivolò lungo la mia guancia, ma la asciugai velocemente, riaprendo gli occhi e mi ritrovai Louis davanti, che intanto era impegnato a fissarmi.
Tolsi una delle cuffie da un orecchio, guardandolo. «Cosa c'è?» La mia voce suonò quasi come un sussurro.
«Tu lo ami?» La sua domanda sembrava più un affermazione, mentre mi guardava negli occhi.
Abbassai lo sguardo, iniziando a torturarmi il labbro inferiore con i denti. «Io...non..non lo so...» Sospirai. «Credo di sì.» Aggiunsi sussurrando.
Trovai finalmente il coraggio di alzare lo sguardo e guardarlo negli occhi.
Annuì semplicemente, abbassando lui lo sguardo stavolta.
«Perché me lo chiedi Louis? Se ti fa del male, perché vuoi saperlo?» Sbottai guardandolo. «Io non voglio far star male nessuno, cazzo!»
Puntò gli occhi negli miei, sembrava dispiaciuto, ferito, vulnerabile.
«Non è colpa mia se mi innamoro così in fretta.
Non è colpa mia se mi innamoro sempre delle persone sbagliate.
Non è colpa mia se non sono innamorata di te.
Non è colpa mia se sento che sei la persona che più ci tiene a me.
Sono un'egoista a volere che tu sia il mio migliore amico.» Mi alzai dal dondolo, avvicinandomi a lui. «E mi dispiace Louis, mi dispiace così tanto che tu mi abbia conosciuta. Mi dispiace per quello che ti sto facendo, ma non riesco a controllare le mie emozioni. Mi dispiace così tanto Lou.» Gli occhi mi si riempirono nuovamente di lacrime.
Non disse nulla, mi afferrò un braccio e mi attirò al suo petto, stringendomi forte a se.
«Lo so che non è colpa tua, Belle. Non devi incolparti. Non puoi controllare i tuoi sentimenti.» Sussurrò accarezzandomi i capelli. «Fà sempre ciò che ti dice il cuore.»
«Dici che ci sia dell'altro dopo quel bacio?» Tirai su col naso, stringendomi al suo petto.
«Io credo di no.» Scosse la testa.
«E cosa te lo fa credere?» Alzai il viso per guardarlo negli occhi, ma appena mi accorsi della spaventosa vicinanza dei nostri visi, mi allontanai un pò.
«Non lo so, Isabel, ma so che lui ci tiene troppo a te per farti una cosa del genere. Okay, si sono baciati, ma credo che appena si è accorto di ciò che aveva fatto, si sia pentito.» Scrollò le spalle.
Sospirai, passandomi una mano tra i capelli. «Io non so cosa pensare, Louis. Una parte di me dice che dovrei credergli, l'altra invece mi dice di non ascoltare perché mi sta riempiendo di palle.» Dissi gesticolando.
«Beh questo non puoi saperlo se non lo lasci spiegare del tutto.»
Inarcai entrambe le sopracciglia guardandolo. «Ma da che parte stai, Lou?»
«Da nessuna parte, Belle, siete entrambi miei amici e sto cercando di aiutarvi. Siete entrambi testardi e orgogliosi, se qui non vi aiuta qualcuno, non risolverete mai.» Alzò gli occhi al cielo.
Louis non me la raccontava giusta, si vedeva da lontano un miglio che mi nascondeva qualcosa. Avevo come l'impressione che avesse già parlato con Niall.
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Decidemmo di ordinare una pizza, siccome io ed Allyson avevamo zero voglia di cucinare, Louis aveva deciso di restare con noi così che non ci saremmo depresse. La zia invece era fuori a cena con il suo compagno.
«Lou, hai scelto il film?» Dissi uscendo dalla cucina con una ciotola di pop corn tra le mani, per poi sedermi sul divano tra lui ed Allyson.
Rubò il pop corn che stavo per mettere in bocca, mangiandolo al mio posto. «Si, Simba. Abbiamo scelto 'Volver'.»
«Scommetto che lo hai scelto solo perché c'è Penelope Cruz.» Scossi la testa, alzando gli occhi al cielo.
«Ovvio!» Fece partire il film, appropriandosi della ciotola di popcorn.
Durante il film, il mio cellulare iniziò a squillare di continuo, così mi sporsi in avanti per recuperarlo dal tavolino da caffè. Guardai il display, era pieno delle sue chiamate, dei suoi messaggi che dicevano:"ti prego Belle, parliamone.", "non è andata come pensi.", "se solo mi lasciassi spegare.", "non avrei mai avuto il coraggio di fare ciò che pensi.".
Nel mentre fissavo i suoi messaggi, il cellulare riprese a squillare, non risposi, spensi direttamente il cellulare.
Sentivo gli sguardi di Allyson e Louis fissi su di me, ma feci finta di nulla, tornando a guardare il film.
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-il giorno dopo-
Anche quella notte non avevo dormito per nulla. Avevo impiegato tutta la notte a pensare a lui, fissavo continuamente la sua chat, speravo che mi avesse scritta di nuovo, anche se non sapevo se gli avessi risposto.
Mi alzai, finalmente, dal letto e dall'armadio presi le prime cose che mi capitavano davanti: dei jeans nei con degli strappi sulle ginocchia, una tshirt bianca, una felpa bianca di Gucci e delle timberland bianche.
Cercai disperatamente di coprire le occhiaie e fortunatamente, grazie alle tecniche del makeup ci riuscii alla grande. Legai i capelli in una coda alta, da cui cadevano giù i miei capelli mossi.
Scesi al piano di sotto, andando in cucina, dove trovai la zia Emily ed Allyson che intanto stavano già facendo colazione.
«Buongiorno.» Stampai un bacio sulla guancia ad entrambe, per poi sedermi accanto ad Allyson, iniziando così a fare colazione.
«Buongiorno tesoro.» La zia mi sorrise dolcemente, per poi tornare seria. «Come mai Niall ed Harry non sono ancora arrivati?»
Presi un bel respiro profondo, prima di schiudere la bocca per iniziare a parlare.
«Loro non verranno.» Disse Allyson con tono duro.
Ringraziai mentalmente mia sorella per aver risposto al mio posto. Il suo tono però spiazzò così tanto la zia che non ebbe il coraggio di chiedere altro. Conoscendola, mi sarei aspettata un terzo grado da parte sua, ma a quanto pare aveva capito cosa fosse successo.
Le rivolsi un mezzo sorriso, per risollevarle un pò il morale.
«Isabel, andiamo? Faremo tardi.» Il tono di Allyson suonò quasi come una supplica per scampare alle domande della zia Emily.
Annuii semplicemente alzandomi dalla sedia e feci il giro del tavolo, dando un bacio sulla guancia alla zia che mi rivolse un sorriso dolce.
Uscimmo di casa salendo sulla mia macchina, siccome eravamo già abbastanza in ritardo.
Mettemmo le cinture di sicurezza, poi accesi il motore, iniziando a guidare verso la scuola.
Lanciai un'occhiata veloce ad Allyson che era impegnata a guardare fuori dal finestrino.
«Come ti senti?»
«Male, Isabel. Tu?»
Scrollai le spalle, sospirando. «Me la cavo.»
«Non è vero, Belle, non devi mentirmi.» Sospirò guardandomi.
«Ally, è inutile dire che ci sto male, perché è palese che è così. Cerco solo di non pensarci. È successo per la seconda volta, come potrei sentirmi secondo te?» Sbuffai frustrata, stringendo appena le mani sul volante.
«Dai Belle, si sapeva benissimo che Tyler era uno stronzo, per Niall invece non si hanno scusanti.»
Parcheggiai fuori la scuola e uscimmo dalla macchina, entrando poi nel cortile. Notai subito il gruppo dei nostri amici e ci avvicinammo a loro, ovviamente erano presenti anche Niall ed Harry, ma li avevamo ovviamente evitati.
Salutai ognuno di loro con un bacio sulla guancia, escludendo Niall ed Harry, per poi affiancare Louis, tenendo però lo sguardo basso per non incontrare quegli occhi che tanto amavo.
«Tutto bene?» Mi sussurrò Louis all'orecchio.
Scossi la testa, sospirando per poi guardare l'orologio.
«Io devo andare, ho lezione di spagnolo e non posso far tardi.» Annuii ancora con lo sguardo basso, voltandomi poi e iniziare a camminare verso l'entrata.
Sentii dei passi seguire i miei, subito dopo una voce chiamare il mio nome, quella voce che avrei riconosciuto tra mille, quella voce che non avrei voluto ascoltare, ma allo stesso tempo amavo il modo in cui pronunciasse il mio nome.
«Isabel aspetta, ti prego, dobbiamo parlare.» Riuscì a raggiungermi e mi afferrò da un braccio, facendomi girare verso di lui.
Il mio cuore sprofondò quando i nostri occhi s'incrociarono. Distolsi subito lo sguardo, non riuscendo a reggerlo, e incrociai le braccia al petto.
«Non abbiamo nulla da dirci, Niall. La situazione ormai è chiara come l'acqua, non devi spiegarmi nulla.» Dissi con tono duro.
«No, non hai capito un bel niente di quello che devo dirti. Non è andata come pensi.» Scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli, cosa che faceva quando era frustrato.
«Oh si invece!» Risi amaramente, scuotendo la testa. «Non credo proprio che avete passato la serata a giocare a carte, ah no, è proprio quello che avete fatto, ma avete giocato a Monopoli.» Mi voltai dandogli poi le spalle ed entrando nella scuola.
Non aveva proprio intenzione di lasciarmi andare, continuava a seguirmi, cercando di darmi qualche spiegazione inutile che, a parer mio, erano tutte bugie.
«Fermati un attimo, cazzo!» Sbuffò frustrato, facendomi voltare nuovamente verso di lui. «Non sono stato a letto con Meredith, ci siamo solo baciati, ma solo perché ero ubriaco fradicio, poi le ho chiesto di portarmi a casa, dopo che ti ho vista ballare più vicina a Louis, perché non ero in grado di guidare. Lei aveva capito del perché ero così ubriaco e non ha neanche provato a sfiorarmi un solo capello, Isabel. Non ti avrei mai fatto una cosa del genere. Non sarei mai andato a letto con lei o con nessun'altra ragazza, perché mi sono promesso di non farti soffrire.»
«Beh non mi sembra, perché è proprio quello che stai facendo.» Gli diedi le spalle per la seconda volta e iniziai a camminare lungo il corridoio.
La sua voce però mi fece voltare e le parole che lasciarono le sue labbra, fecero perdere un battito al mio cuore.
«Isabel, io ti amo.» Urlò dall'altra parte del corridoio, non curandosi degli sguardi di tutti che in quel momento erano fissi su di lui.
Non mi fregava dei commenti delle ochette che guardavano la scena e ribollivano dalla rabbia, poiché probabilmente avevano cercato di sedurre Niall in passato e magari non ci erano riuscite.
Ero intenzionata a colmare tutta la distanza che c'era tra noi e fiondarmi tra le sue braccia, risolvere ogni nostro problema. Gli occhi mi si riempirono di lacrime, per la millesima volta ormai in quei giorni.
Scossi la testa, voltandomi di spalle e mi diressi spedita nella classe di spagnolo, scacciando via le lacrime.
Seduto all'ultimo banco vi trovai Louis che mi guardava con un sorriso compiaciuto.
Aggrottai la fronte, guardandolo, ma lui dovette recepire la mia espressione come un "cosa succede?".
«Ho trovato i...o meglio dire, le mittenti dei messaggi.» Sorrise ampiamente, guardandomi.
Finalmente potevo scoprire cosa ci fosse dietro a tutto quell'enorme casino.
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