Chapter 21

Allyson's Pov

Quando sentii la porta d'ingresso chiudersi, capii che anche Isabel era andata. Mi poggiai all'Isola della cucina tirando un lungo sospiro, chiusi gli occhi cercando di godermi quei pochi secondi di silenzio creatosi in quella cucina.

Sentii un piede di Harry battere ripetutamente sul pavimento, cosa che faceva quando era piuttosto nervoso.
Riaprii gli occhi e mi girai puntando gli occhi in quelli di Harry, che mi guardava con quella che sembrava frustrazione nel suo sguardo.

«Te ne sei andata con lui.» Disse solamente, mantenendo il tono di voce basso e neutro, pesando ogni singola parola facendomi gelare il sangue nelle vene. Poggiai le mani sull'isola dietro di me e strinsi il marmo fra le mani per darmi la forza di rispondere a tono o quantomeno di reggere il suo sguardo.

«Tu mi hai lasciata lì, Harry. Penso di aver almeno diritto ad una spiegazione.» risposi decisa.

«Quante volte devo ripetertelo? Ho visto che ballavi con Liam e Louis, e mi sono incazzato. Mi avevi lasciato lì da solo come un cretino, e quindi ho iniziato a bere.» rispose convinto. Si passò nervosamente una mano fra i ricci passandosi la lingua fra le labbra rosee.

Distolsi lo sguardo decisa a non cedere. Non potevo cedere così facilmente, sapevo stesse nascondendo qualcosa.

«Come se non avessi già bevuto abbastanza» risposi alzando gli occhi al cielo, incrociando poi le braccia al petto,gesto che subito dopo imitò anche lui, «e dopo? Cosa ti ha fatto scomparire così Harry? Io e Isabel vi abbiamo cercato ovunque, per tutto il locale, ma a quanto pare tu e il tuo amico vi eravate volatilizzati!» Dissi enfatizzando l'ultima frase gettando le braccia al cielo, «e non inventarti scuse come il bagno o altro Harry, perchè non sei credibile. Sono stanca di sentire bugie ogni volta.» Affermai lanciandogli un'occhiata glaciale. Non ricordo di avergli mai parlato con quel tono.

Vidi le sue spalle rilassarsi, prima di abbassare la testa sospirando. La rialzò e puntò gli occhi verdi nei miei avanzando verso di me. Rimasi immobile, reggendo il suo sguardo colpevole.

«Allyson..ascolta, sarò sincero, ma giurami che mi ascolterai.» Disse alzando una mano facendo per accarezzarmi una guancia, ma istintivamente spostai il viso.

«Parla.»

Vidi la consapevolezza nei suoi occhi, quando prima di iniziare a parlare tirò un lungo sospiro, «di ieri sera, sono sincero, non ricordo molto. Ho bevuto molto, dopo che tu sei andata con Liam, Louis e Isabel. Dopo non ricordo nulla, ricordo solo di essermi avviato verso l'uscita per prendere un po' d'aria.» Fece una pausa serrando la mascella, ero pronta a qualsiasi cosa avesse avuto da dirmi.

«Continua.»

Abbassò lo sguardo, non avendo la forza di sostenere il mio, «sono rimasto sul retro del locale, seduto sull'asfalto a fumare una sigaretta dopo l'altra per minuti che sembravano ore. Sapere che eri lì dentro, con altri ragazzi, mi faceva provare sensazioni stranissime, ero sicuro che se fossi rimasto lì dentro avrei spaccato un osso qualcuno» In quel momento provai un dispiacere improvviso, non avendo la minima idea che quel gesto l'avesse fatto stare male, «ma poi quando ho visto Zayn, e mi ha detto che eri con Louis di sopra, ho dato di matto. Ho incontrato una mia vecchia amica che andava a casa, mi ha offerto un passaggio, ed ho accettato. Poi tutto il resto è completamente sfocato. Non ricordo nulla. Stamattina mi sono svegliato a casa sua, sul divano. E..»

Strabuzzai gli occhi quando sentii le sue parole. «Tu hai fatto cosa?» Dissi alzando di un ottavo la voce, allontanandomi di scatto da lui.

«No..no no no, Ally non è come pensi! Non è successo assolutamente niente, ci conosciamo da una vita, non sarebbe mai potuto succedere niente! E poi c'era la famiglia! Per questo mi hanno ospitato, tu credi davvero che io...»

Il suo discorso inutile venne interrotto dal suono delle notifiche del mio telefono. Lo afferrai sbloccandolo. Lessi il messaggio proveniente da un numero sconosciuto, aggrottai le sopracciglia sotto lo sguardo confuso e irritato di Harry di fronte a me.

«Cosa c'è? Potresti posare il cellulare per un fottuto secondo?» sbottò irritato allargando le braccia.

«Perché non guardi e mi spieghi questa?» Dissi in risposta mostrandogli la foto sul cellulare.

La foto ritraeva Harry e una ragazza bionda che si baciavano. Lui teneva lei contro il muro, bloccandole ogni via di uscita tenendo le mani poggiate sul muro ai lati della sua testa. Lei invece aveva le dita fra i ricci di lui. La stanza era illuminata a malapena, con luci dorate soffuse. Disgustoso.

Guardai l'espressione del ragazzo di fronte a me cambiare, la sua carnagione divenne pallida, la bocca si socchiuse formando una piccola 'o', le sue braccia caddero lungo i suoi fianchi.

«Io..cazzo. Ti giuro che non siamo andati oltre il bacio. Non c'è stato nulla fra noi. Solo un bacio e basta.» tentò di spiegarsi, avanzando di un passo verso di me, ma come davanti ad uno specchio, indietreggiai decisa.

«Non osare avvicinarti a me!» alzai la voce facendolo bloccare sul posto. Lo sorpassai andando nel soggiorno, «non sarebbe mai potuto succedere nulla, eh Harry?» una risatina nervosa uscì dalle mie labbra, mentre gli occhi iniziarono a pizzicarmi.

Harry mi seguì a ruota, fermandosi a pochi passi da me. La sua voce uscì come un sussurro. «Allyson, devi credermi. È stato solo un bacio, nulla di più.»

«Solo un bacio? Solo un bacio?» Urlai stavolta, avvicinandomi a lui per poi spingerlo con quanta forza avevo. Lui rimase immobile, guardandomi con gli occhi colmi di dispiacere.

«Sei proprio convinto di esserti limitato ad uno 'stupido bacio' Harry?» Dissi con la voce tremante mentre una risatina sarcastica risuonò nel silenzio del soggiorno.

I suoi occhi si scurirono leggermente mentre dava la risposta. «Lo spero...» mormorò abbassando la testa.

Rimasi paralizzata. Gelata. Lo guardavo come per cercare un qualsiasi segno che mi dicesse che tutto quello che stava succedendo fosse uno stupido scherzo. Ma l'unica cosa che riuscivo a capire sempre di più era quella che lui era riuscito a spezzarmi. Era riuscito ad abbattere quel muro che avevo costruito con tanta fatica per poi uccidermi. Prendere il mio cuore e farlo in mille pezzi.

«Allyson, piccola...devi credermi, io non volevo. Lei non significa assolutamente nulla. L'ultima cosa che volevo era farti del male o deluderti...devi credermi...» parlò con estrema calma, come si parla ad un bambino per evitare che possa scoppiare a piangere. C'era solo un'unica differenza, io non ero più una bambina.

Quando prese cautamente il mio viso fra le sue mani, le lacrime iniziarono a scorrere velocemente lungo le mie guance bagnandole.
I suoi occhi mi scrutarono con attenzione, mentre la collera riempì il suo sguardo. I singhiozzi mi scuotevano il petto, mentre spostai bruscamente le sue mani dal mio viso, portando le mie ad asciugare le mie lacrime.

«Allyson...» sussurrò distrutto.

«Esci da casa mia. Ora.» mormorai camminando verso la porta per poi aprirla.

Mi feci da parte per farlo uscire. Ma l'unica cosa che fece fu quella di rimanere immobile a guardarmi. Come se stesse per dire qualcosa, ma dalle sue labbra non osò uscire nessun suono.
Potei giurare di aver visto i suoi occhi diventare improvvisamente lucidi. Abbassò la testa, con i suoi ricci a coprirgli la fronte, portò una mano a strofinarsi gli occhi. Tirai un sospiro tremante distogliendo lo sguardo. Non avrei avuto pietà. Non stavolta.

«E ora?» Disse avvicinandosi alla porta, «vuoi davvero finire tutto così?»

Puntai il mio sguardo nel suo. «Sei stato tu a distruggere tutto Harry. Hai distrutto tutto quello che poteva esserci fra noi. Hai distrutto me. Ora vattene. Non voglio più vederti.»
L'ultima cosa che vidi, fu lui annuire ed uscire di casa.

Chiusi immediatamente la porta poggiandomi con la schiena ad essa e chiusi gli occhi scoppiando in un pianto isterico. Sentii un forte rumore contro il muro. Probabilmente Harry aveva dato un pugno al muro. Poi più nulla.
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Quando sentii la porta avorio della mia stanza scricchiolare, mi voltai puntando gli occhi in quelli colmi di lacrime di Isabel. Mi guardò per qualche secondo prima di chiudere la porta dietro di sè e sedersi sul letto su cui ero seduta. Spostò lo sguardo da me al cuscino su cui poco prima avevo consumato fino all'ultima lacrima.

«Beh, la solita nostra fortuna.» commentò con una risatina sarcastica mentre giocherellava con i braccialetti che portava al polso.
Ridacchiai tristemente puntando gli occhi sulla fotografia che avevo sul comodino.

In questa eravamo raffigurati Harry ed io. Un primo piano. I miei occhi erano contornati da un leggero filo di eye-liner, le guance velate di un leggero rossore mentre un sorriso era stampato sul mio viso e i capelli mi ricadevano disordinati sulle spalle. Mentre io avevo un aspetto caotico, Harry era perfetto come sempre. I ricci disordinati in quel modo perfetto come solo lui sapeva farli, i due smeraldi verdi che tanto ero solita amare erano chiusi mentre lasciava un dolce bacio sulla mia guancia. Credo che quella fosse stata l'unica volta in cui ero riuscita a scattare una foto cogliendo Harry di sorpresa. Ricordo che non era per niente programmata, ma vedendo Harry di ottimo umore, decisi di approfittarne. Non avrei mai potuto dimenticare quei momenti.

«Dovresti darti una ripulita al viso, prima di trasformarti in un panda.» Dissi distogliendo lo sguardo dalla foto per poi spostarlo sul suo viso ancora macchiato di trucco.

«Già, dovrei proprio.» concordò alzandosi andando poi a specchiarsi allo specchio.
Abbassai lo sguardo girandomi il telefono fra le mani. Avevo 21 chiamate perse di Harry. 10 messaggi e 5 vocali. Ovviamente avrei letto solamente. Non avrei retto la sua voce. Mentre scorrevo il dito lungo lo schermo, il numero sconosciuto di poco fa mi saltò all'occhio.

«Sai Belle, mentre litigavo con Harry mi è arrivata una foto, da un numero sconosciuto. Non so se è il tuo stesso numero, non credo. Comunque sia, non può essere una coincidenza.» riflettei ad alta voce.

"Stai scherzando spero." mi guardò afflitta, per poi avvicinarsi a passo svelto al letto. Mi alzai porgendole il cellulare, in modo che confrontasse i due numeri. "Non è lo stesso. Se proviamo a chiamare?" propose, mentre senza aspettare una risposta già aveva portato il cellulare all'orecchio. Rimasi a guardarla in attesa, fino a quando non bloccò nuovamente il cellulare con un'espressione scoraggiata. "Dice che il numero non è esistente."
Inarcai un sopracciglio, stavolta provando a chiamare il numero sul mio cellulare, ottenendo lo stesso risultato.
"Non ho idea di chi possa essere stato, so solo che non è qualcosa di buono." affermò Isabel con voce pacata.
Annuii decisa per poi comporre un numero e poggiare il cellulare fra spalla e orecchio. Isabel mi guardò con aria interrogativa prima che mi sentisse pronunciare qualsiasi parola.

"Hey Louis. Abbiamo bisogno di te."
"Ally, cosa c'è? Che è successo?" riuscii a percepire la sua voce allarmata dall'altro lato dell'apparecchio.
"Ci servi per una questione importante. Ti spiego appena arrivi. Ti aspettiamo." dissi osservando l'espressione preoccupata di Isabel.
Sentii un sospiro dall'altro lato del telefono, sembrò pensarci qualche secondo prima di rispondere.
"Arrivo." mormorò attaccando.

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Andai ad aprire alla porta suonata qualche secondo prima. La figura snella di Louis fece ingresso nella casa, si fermò sfilandosi la giacca di jeans e poggiandola sull'attaccapanni.
"Non so cosa sia successo." disse seriamente per poi girarsi verso di noi a braccia saldamente incrociate al petto.
Imitai la sua posizione come ero solita fare con.. basta pensare a lui. Diamine.
"Buongiorno anche a te, Louis." commentai sarcasticamente alzando gli occhi al cielo, procurandomi un'occhiattaccia da parte del moro.
"Lasciami finire. Non so cosa sia successo. Non voglio essere coinvolto ulteriormente fra gli affari di voi quattro." disse guardandoci severamente. Ci scrutò attentamente prima di sospirare e finire la frase " Ma vi aiuterò lo stesso."
Un sorriso crebbe istintivamente sulle mie labbra. Sentii un sospiro di sollievo lasciare le labbra di Isabel. Riuscivo a sentire il disagio fra i due. Non avrei voluto essere nei panni di Louis per nulla al mondo, ma il fatto che continuasse ad aiutarci e ad essere presente nonostante i suoi sentimenti per Isabel, non faceva altro che dimostrare che persona e amico speciale fosse.
"Allora, con cosa iniziamo?" domandò Isabel, indicando con la testa il piano di sopra.

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Harry's Pov.

Frenai di colpo, causando un rumore fastidioso sull'asfalto consumato di quelle strade. La mezzanotte era ormai passata, i lampioni illuminavano a stento le strade, mentre i gatti frugavano nell'immondizia in cerca di qualcosa da mangiare. L'unica cosa che illuminava veramente il posto era il grande ingresso illuminato del locale. Un grosso arco di luci colorare decorava l'ingresso. Le mura ai lati di questo erano imbrattate da fottuti graffiti davvero orrendi. Beh, quei coglioni non avranno avuto un cazzo da fare se non rendere uno schifo questo posto, ancora più schifoso di quello che è.
Tirai un calcio al bidone più vicino. Questo rotolò fino a scontrarsi contro la parete creando un rumore assordante. Distorsi il viso in un'espressione infastidita.
"Merda." sbottai, infilando le mani nelle tasche della giacca e stringendomi nelle spalle a causa del freddo di quella notte. Mi passai la lingua fra le labbra secche prima di entrare a passo spedito in quel locale, la cui puzza di fumo ed alcool già si poteva sentire dall'esterno.
Quando entrai in quel luogo dalla musica assordante, la gola iniziò a bruciarmi a causa del forte fetore.
Sbuffai infastidito spingendo la gente sudata che si strusciava l'una sull'altra. Mi sedetti al bancone di legno vecchio,puntando lo sguardo sulla ragazza dietro di esso. I suoi capelli biondi erano legati in due codini ai lati della testa, gli occhi azzurri decisamente troppo truccati, e le labbra di un rosso acceso. Un sorrisetto malizioso crebbe sulle sue labbra quando si accorse di me, sporgendosi in avanti sul bancone in modo da mettere il suo seno in risalto. Spostai lo sguardo altrove quasi disgustato da tutto quel silicone in una sola ragazza di appena 20 anni. La sua espressione mutò da seducente ad infastidita, mentre cercò di catturare la mia attenzione sfiorandomi il braccio destro con una mano.
"Cosa ti porto, bel riccio?" ammiccò passandosi la lingua lungo il labbro superiore. La guardai spostando il braccio dalla sua mano.
"Qualcosa di forte." dissi solamente, mentre la osservai riempire un bicchiere con diverse bibite a cui non feci caso. Non mi importava cosa ci fosse dentro, avevo solo voglia di dimenticare la sensazione di vuoto che stavo provando in quel momento il più presto possibile.
Con uno sguardo soddisfatto mi passò il bicchiere, prima che si dileguasse dopo aver ricevuto un'occhiata da parte mia. Avevo bisogno di stare solo. Odiavo tutti. Odiavo chiunque mi stesse vicino. Chiunque tranne lei. Di lei avevo bisogno. Con lei mi sentivo felice. Con lei provavo sensazioni che non provavo da anni. Con lei miglioravo. Lei ora mi odiava. L'avevo persa. Ero solo.
Poggiai il bicchiere alle labbra, iniziando a sorseggiare a grandi sorsate il contenuto del bicchiere di vetro.
Tra un sorso e l'altro, non potevo far a meno di immaginare il suo piccolo viso.
I suoi occhi..
Un sorso.
Le sue labbra..
Un sorso.
Il suo sorriso..
Un altro sorso.
Tra un sorso ed un altro, tra un bicchiere e l'altro, l'immagine della piccola Allyson divenne sempre più sfocata, fino a scomparire del tutto.

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