Chapter 19

Allyson's Pov.

Era già passato un mese. Dall'ultima volta la situazione con Harry non faceva altro che migliorare. Di certo, se avesse lavorato di più sugli sbalzi d'umore e sui suoi istinti omicidi allora sarebbe stato davvero il fidanzato perfetto. Nonostante tutto, se ve lo state chiedendo: no, non stavamo insieme. Iniziammo ad uscire, a frequentarci per vedere se effettivamente potrebbe nascere altro, e le cose sembravano andare davvero bene. Harry era cambiato in meglio. Stava cercando in tutti i modi di modificarsi e di adattarsi a questo 'noi' che sembrava spaventarlo così tanto, e sinceramente, spaventava un po' anche me. Ma in quel mese di progressi ce ne sono stati. Iniziò ad accompagnarmi tutti i giorni a casa dopo scuola, mi passava a prendere prima di uscire..a volte mi faceva sorprese a casa, e raramente veniva a mani vuote. Ogni tanto portava un cioccolatino, altre volte un fiore. Uno per me e uno per la zia Emily, dato che sapeva quanto la zia fosse ossessionata dai fiori. Il rapporto con la zia Emily e con mia sorella cresceva di volta in volta, cercava di mostrarsi sempre disponibile e al suo meglio davanti la zia. Ero felice che volesse mostrarsi migliore per me. Riguardo a Niall, anche con lui il nostro rapporto migliorava tantissimo. Eravamo diventati una famiglia a tutti gli effetti.. o almeno così sentivo io. Ormai era un'abitudine sentire le loro risate e urla per casa, quando bisticciavano davanti alla TV, oppure quando sospiravano esasperati per tutti i nostri discorsi da donne. Non potevo far a meno di loro.
Di certo però, tutta questa situazione non è sempre stata rosa e fiori. Ha avuto i suoi alti e bassi.

#flashback#

"Cavolo Harry, era proprio necessario?" sbraitai portandomi le mani fra i capelli non riuscendo a contenere la frustrazione per il suo gesto esagerato.
"Cazzo Allyson ti rendi conto? Ti è strisciato attorno come un fottuto verme per ore!" Sbraitò di rimando anche Harry stringendo le mani attorno al volante. La sua mascella era completamente serrata, i suoi occhi furiosi che andavano da me alla strada.
"Ma non c'era bisogno di dargli un pugno, Harry!"
Le sue nocche alle mie parole non fecero altro che diventare così bianche da far paura. Odiavo discutere con lui. Non portava a nulla di buono.
"Se non l'avessi fatto quel figlio di puttana ci avrebbe provato ancora."

Tirai un sospiro, abbassando lo sguardo. Non avevo più niente da dirgli. Per il resto del tragitto non mi guardò nemmeno per un secondo, e quando arrivammo fuori casa e la sua macchina si fermò, le lacrime iniziarono a minacciare di scendere.
Trattenni un singhiozzo quando iniziai a parlare.
"Sei riuscito a rovinare un appuntamento." mormorai prima che lacrime silenziose scendessero sulle mie guance. Non sentii risposta, il suo respiro pesante era l'unica cosa, assieme ai miei respiri strozzati, che riempiva l'abitacolo. Senza dire nulla uscii dalla macchina, e mi diressi verso la porta di casa.
"Merda!" Fu l'unica cosa che sentii da lui prima di entrare.

#fineflashback#

Lasciai perdere i miei pensieri, guardando il bellissimo ragazzo vestito in nero seduto accanto a me. I suoi riccioli cadevano ribelli sulla sua fronte, quando notai le sue sopracciglia aggrottate, concentrato su quello che il resto del gruppo diceva. Trattenni un sorriso quando abbassai lo sguardo sulle nostre mani intrecciate sulla mia coscia sinistra, il suo pollice accarezzava il dorso della mia mano dolcemente, mentre piccole farfalle svolazzavano nel mio stomaco. Non mi ero mai sentita così bene e attratta da un ragazzo. Harry era stato l'unico capace di suscitare sensazioni mai provate prima.

Come se leggesse i miei pensieri, girò il viso verso la mia direzione e mi sorrise. "Tutto bene?" mormorò come se non volesse far sentire la nostra conversazione a nessuno.
Annuii decisa, ricambiando il sorriso, prima che lui premesse dolcemente le labbra sulle mie.

Il resto della serata trascorse normalmente. Tra le risate e alcuni bicchierini, ormai non erano quasi tutti brilli. Di solito odiavo bere, ma erano stati proprio mia sorella ed Harry a incitarmi a divertirmi almeno per una volta.
"Eddai, lasciati andare." Avevano detto, idioti. Riescono sempre a convincermi. Guardai uno ad uno i ragazzi, e beh, rispetto a loro, io e mia sorella riuscivamo ancora a ragionare lucidamente.
Louis a stento si reggeva in piedi, mentre la ragazza al suo fianco che per tutta la serata non aveva detto una parola, meglio così, non faceva altro che ridere e giocare con i capelli castani del ragazzo, che la spostava infastidito. Louis aveva lanciato un colpo basso ad Isabel, ma in fondo non riuscivo nemmeno a dargli completamente torto. Mi dava quasi un senso di tenerezza, deve essere orrendo provare qualcosa per qualcuno che prova dei sentimenti per un tuo amico. Liam, di solito il più responsabile fra loro, si era lasciato completamente andare, per poi raccontarci ogni minimo dettaglio della sua litigata con Hope. Senza dubbio ci avrei parlato il giorno seguente. Louis invece non faceva altro che fare battute squallide per poi ridere da solo alle cose che diceva. Niall non faceva altro che muoversi, ridendo di tanto in tanto alle cose che Liam e Louis dicevano. Riempiva di piccoli baci il viso di Isabel ormai rossa come un peperone, era raro che Niall fosse così affettuoso da ubriaco, figuriamoci da sobrio.
Harry invece mi teneva stretta fra le sue braccia e rideva con i ragazzi, cacciando ogni tanto qualche battutina. Non potevo far a meno di ridacchiare. Amavo quando era così, sembrava un ragazzino.

Improvvisamente Liam e Louis si alzarono di botto. Si guardarono prima di scoppiare a ridere.
"È la nostra canzone!" Immediatamente i loro occhi finirono su me e Isabel. Entrambe ci guardammo con occhi confusi, prima che quei due ci portassero nella pista da ballo e iniziassero a fare dei movimenti strani con le braccia.
"Avanti! Fate come noi!" ci incitò Liam non riuscendo a trattenere le risate.
Isabel li guardò senza parole, conoscendola non aveva la minima intenzione di mettersi in ridicolo con quelle mosse strane.
Dopo vari richiami da parte loro, scoppiai a ridere e urlai un "Ma andiamo, a chi importa cosa pensa la gente?!" in modo da sovrastare la musica, e iniziai ad imitare quel balletto imbarazzante. Isabel rise alle mie parole iniziando a muoversi a sua volta. Osservai Harry guardarmi divertito, e gli lanciai uno dei miei migliori sorrisi. Successivamente guardai Niall, sembrava così infastidito, forse non voleva che Louis si avvicinasse troppo ad Isabel, dopo tutto quello che era successo. Come dargli torto?

Passarono vari minuti. Ormai avevamo perso il senso del tempo che passava, e quando notammo che avevamo perso di vista il resto dei ragazzi ci fermammo. Lasciammo perdere Liam e Louis che avevano cambiato ballo, e ci dirigemmo verso il nostro tavolo, trovandolo completamente vuoto.
"Dove si sono cacciati?" domandò Belle con una faccia infastidita. Sospirai scuotendo la testa.
"Non ne ho idea."
E come se mi avesse letto il pensiero ci avviammo entrambe fuori dal locale.
Dove poteva essere finito? Avevo un bruttissimo presentimento nello stomaco, e non sapevo nemmeno la ragione.
Guardai il volto di Isabel, sembrava più rilassato del mio, oppure cercava di nasconderlo.
Uscite dal locale mi guardai attorno. Sospirai lisciando il tessuto del vestito rosso che Harry diceva di adorare. Quando notai un piccola nuvoletta di fumo grigio spuntare da un angolo una piccola luce di speranza si accese in me, ma quando un ciuffo scuro spuntò, quella speranza scomparve.
Aggrottai le ciglia quando il volto divertito di Zayn fu visibile. Una risata uscì dalle sue labbra prima di indicarmi con la sigaretta quasi completamente consumata.
"Chi non muore si rivede, eh White?" Sapevo che probabilmente parlava al plurale, ma avevo l'impressione come si fosse rivolto solamente a me.
Isabel fece un passo deciso in avanti, affiancandomi in un niente.
"Se non ti togli dai piedi morirai sul serio, Malik." sputò velenosa.
Trattenni il fiato prima di parlare, ma non aspettai una risposta da Zayn.
"Cosa ci fai tu qui?" domandai assumendo un'espressione terribilmente seria. I ricordi di quella sera tornarono a vagarmi nella mente. Non ce l'avevo con lui, anche se sembrava stupido, non riuscivo ad odiarlo, come evidentemente facevano il resto dei ragazzi, Isabel compresa. Loro lo recitavano un pericolo. Io sapevo avessero ragione, ma dall'altro lato non ero capace di farmene una ragione. Ma se non fosse come dicono loro, allora perchè scomparire senza più dare notizie?
Ero delusa. Terribilmente.
"Coincidenze?" mormorò divertito. Notando le nostre espressioni serie, uno sbuffo uscì dalle sue labbra.
"Volevo scusarmi. Sono scomparso senza lasciare tracce per paura di non essere più accettato da voi, odio quello che ho fatto, e mi dispiace davvero troppo. Non posso accettare di perdervi. Mi dispiace."
La sua espressione afflitta stava quasi per convincermi. Quasi.
Ho sempre saputo che Zayn era un ottimo attore, di certo non mi sarei fatta convincere in quel modo.
Sentii un sospiro annoiato da parte di Isabel.
"Bene, ora, per caso hai visto Harry e Niall?" domandò senza mezzi termini.
La sua espressione mutò immediatamente e i suoi occhi nocciola divennero più freddi. Un sorriso malefico comparve sulle sue labbra.
"Cosa ne so io? Nessuno vi ha mai insegnato a guardarvi i vostri ragazzi?" ci schernì con astio, senza abbandonare il suo ghigno dalle labbra. Pronunciò le ultime due parole con disprezzo.
Stavo per replicare quando una sua occhiataccia mi incenerì, ammutolendomi.
"Ho sentito di voi quattro, e solo per avvisarvi, non sono come credete. Non sono quei bravi ragazzi misteriosi e fighi che si innamorano e cambiano. Quei due bastardi nascondono cose che, credetemi, non sono per due come voi. Voi siete un mondo completamente diverso dal loro. Non potreste mai stare insieme, nemmeno volendo." sussurrò guardandoci negli occhi. Come se fosse qualcosa che avremmo dovuto sapere solo noi.
Un vuoto si aprì nel mio stomaco.
"Cosa intendi?" dissi senza fiato. Le sue parole mi avevano scossa.
Isabel era congelata al mio fianco, non accennava a muoversi, troppo persa nei suoi pensieri per poter pensare ad altro.
"Lasciate perdere. Tornate dentro. Non ho più niente da dirvi." Sbuffò prima di accendere una seconda sigaretta e buttare a terra la prima. La schiacciò col piede prima di tirare un tiro della sigaretta. Ormai c'era solo silenzio. La musica del locale era appena udibile alle nostre orecchie, il vento soffiava calmo muovendoci i capelli. Cosa voleva dire Zayn? Harry era sempre stato sincero con me, eppure, mi resi conto che effettivamente non sapevo niente del suo passato o di lui. Non aveva mai accennato a parlare, al contrario di me. Lui sapeva tutto.
Rimasi a fissare il ragazzo in confusione, in completo stato di shock per qualche secondo, dopo di che Isabel mi prese delicatamente per un braccio, e mi portò all'interno dell'edificio. Nessuna delle due proferì parola. Semplicemente continuammo la nostra ricerca invano, fin quando non persi di vista anche Belle.
Frustrata mi poggiai ad una parete di un azzurro consumato, con alcune crepe su di esso. Guardai il soffitto completamente bianco, sfinita. Anche quella sera non era andata bene. Cosa stava succedendo? Dove si era cacciato Harry? E di cosa parlava Zayn? Avrei dovuto parlarne con lui una volta a casa?
Chiusi gli occhi, tentando invano di ritrovare la calma. Quando una mano si poggiò sulla mia spalla aprì gli occhi, stupendomi di trovare Liam di fronte a me.
"Ally.."
"Liam, hai visto Harry?" lo guardai quasi supplicante. Era la mia unica speranza, doveva averlo visto da qualche parte. Ma i suoi occhi tristi mi fecero capire il contrario. Alla mia domanda sembrò congelarsi sul posto. Cosa non andava?
Le sue labbra si aprirono, come per parlare, ma si chiusero un secondo dopo.
"Ally, io.." si morse il labbro inferiore senza sapere cosa dire. "..No, non l'ho visto. Mi dispiace."
Con la coda nell'occhio notai Isabel parlare con Louis. Vidi Louis annuire e poggiarle una mano dietro la schiena guidandola verso l'uscita. L'avrebbe accompagnata a casa. Dovevo trovare un modo per tornare anche io. Guardai un'ultima volta il dolce viso di Liam afflitto per una ragione a me sconosciuta. Annuii amaramente, ingoiando il groppo in gola che si era formato. Mi allontanai velocemente da lui udendo un lontano "Allyson! Dove vai?"
Uscii dal locale, mentre piccole lacrime mi rigarono le guance senza preavviso. Mi guardai attorno, mentre l'aria fredda si scontrava contro la mia pelle calda.

"Allyson." la calda voce di Zayn mi chiamò.
Mi asciugai velocemente le lacrime prima di sorpassarlo velocemente, ma mi bloccò il polso con una mano.
"Aspetta. I-io.." imprecò silenziosamente passandosi una mano fra i capelli per poi guardarmi "Ti accompagno."

Non potei far altro che annuire. Mi serviva un passaggio. Volevo tornare a casa il prima possibile.

Il viaggio in macchina con Zayn fu silenziosissimo. Nessuno dei due parlò. Tenni la testa poggiata al finestrino tutto il tempo. Gli occhi socchiusi tentando di trattenere le lacrime. Sentivo gli occhi pesanti e gonfi. Andare con Zayn era stata una mossa stupida, ma era la migliore delle ipotesi che avevo in quel momento. Evidentemente in quel momento Harry aveva avuto qualcosa di meglio da fare che badare a me.
Quando la macchina si fermò, sospirai prima di sussurrare un "grazie" e aprire lo sportello. Ma la sua voce mi richiamò.
"Aspetta Allyson."
Lo guardai incerta, stringendo le mani in due pugni, affondando le unghie nei palmi.
"Volevo solo dirti di stare attenta." disse guardandomi attentamente. Forse riuscì a vedere un briciolo di dolcezza nei suoi occhi.
Annuì leggermente anche se non avevo capito bene a cosa si riferisse.
Rimasi in attesa, mi aspettavo dicesse altro, ma in risposta ricevetti la sua mano che delicatamente si poggiò sulla mia guancia. Mi ritrassi istintivamente sgranando gli occhi. Non riuscivo a fidarmi di lui dopo quello che era successo. Vidi un'espressione sorpresa prendere posto sul suo volto, prima di diventare delusa.
"Okay.." mormorò appena abbassando lo sguardo per poi girarsi verso la strada. "Buonanotte." mormorò a bassa voce.
"Buonanotte." sussurrai uscendo velocemente dalla macchina. Quando entrai in casa, la sua macchina non partì ancora, così mi avvicinai ad una finestra, scostai lentamente la tenda bianca ed esitante lo osservai. Aveva la testa poggiata contro il sediolino. Gli occhi chiusi e le mani ancora poggiate sul volante. Ci volle qualche secondo, poi si ricompose e partì.

Mi voltai osservando il salotto vuoto. E pensare che ora avrebbe potuto non essere vuoto. La fortuna non era decisamente dalla mia parte. Mi avvicinai alle scale, voltandomi a guardare la porta d'ingresso un'ultima volta. Non mi restava altro che andare a letto adesso.

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