Chapter 15

Allyson's pov

Guardai Belle mostrarmi il dito medio prima di sparire con Niall sul ring in fondo alla stanza. Ridacchiai per la sua espressione quando gli era vicina, era così dolce in fondo, e Niall stava facendo cedere tutte le sue barriere.

«Quei due sono uguali.» La voce rauca di Harry mi distrasse dai pensieri su mia sorella, così portai la mia attenzione sul riccio e sorrisi.

«Già, con la microscopica differenza che la mia dolce sorellina non è una cogliona patentata che soffre di disturbi di personalità.» Commentai con un sorrisetto ed incrociai le braccia al petto, piegando leggermente la testa di lato.

«Niall non è..okay. Un punto per te.» Ridacchiò, prima di farmi cenno di seguirlo all'interno della grande sala piena di ring e attrezzi di cui a stento sapevo il nome. Non ero mai stata una grande amante dello sport, avevo sempre pensato ad altro.

Harry si avvicinò ad un armadietto, inserì il codice e lo aprì, prima di tirare fuori due asciugamani e lanciarmele, poi, posò le chiavi della sua macchina prima di chiuderlo.

«A cosa ci servono?» Gli chiesi, riferendomi agli asciugamani.

«Ci? A cosa ti servono, White.» Disse con un ghigno che gli crebbe sulle labbra alla vista della mia espressione scioccata.

«Cosa? Aspetta Styles, non ho mai detto che avrei..»

«Blah, blah, blah.. sali e basta piccoletta.» Mi interruppe prima che potessi finire la frase.

Afferrò con una mano il bordo del ring e saltarci agilmente sopra. Mi avvicinai titubante al ring, prima di lanciare un'occhiatina terrorizzata ad Harry, che ridacchiò alla mia difficoltà, ma suonava più come una risata dolce. Allungò una mano verso di me prima di afferrarmi entrambi i fianchi, aiutandomi a salire. Un mio piede rimase incastrato ad un laccio della ringhiera del ring facendomi inciampare e perdere l'equilibrio. Andai a sbattere contro il suo petto, e se non fosse stato per lui sarei caduta con la faccia per terra.

Alzai lo sguardo ritrovandomi il suo viso a pochi millimetri di distanza dal mio, i suoi occhi verdi nei miei.

«So che ti manca baciarmi Harry, ma non lo farò di nuovo.» Sentenziai con sarcasmo, allontandolo da me non appena riuscii a tenermi in equilibrio e aver liberato il piede.

Un sorriso giocoso nacque su quelle bellissime labbra.
«Hey, credevo che quello sarcastico fossi io!»

«E invece no, vedi? Sono piena di sorprese.» Dissi spingendo una ciocca di capelli dietro la mia spalla e stringendo gli occhi a mo di snob, sotto il suo sguardo incredulo.

Rise scuotendo la testa mentre stese un tappetino per terra.
«Andiamo ragazzina, vediamo se fai la simpatica anche mentre ti alleni.» Disse facendomi sedere e poi stendere lungo il materassino, prima di sedersi di fianco a me e stiracchiarsi.

«Aspetta.. e tu non ti alleni?» Gli chiesi alzando un sopracciglio.

Scrollò le spalle. «Nah, fatto già ieri. Ora muoviti, voglio 20 addominali, 20 flessioni e 70 squat. Poi passiamo ai pesi.» Disse con un sorrisetto malizioso sulle labbra, prima di dare inizio alla mia tortura.
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«Andiamo non è stato così male.» Mi spinse delicatamente.

Avevo dolori ovunque, non mi sentivo più le gambe, così mi tenni ad un suo braccio per evitare di cadere.
Gli lanciai un'occhiataccia prima di farlo ridere a crepapelle.
Lo spinsi per una spalla ridendo leggermente mentre mi sedetti per terra ormai senza forze, subito dopo lui si sedette di fronte a me. Portai le ginocchia al petto prima di bere un sorso dalla mia bottiglia d'acqua.

«E quindi fai questo ogni giorno?» Dissi, sentendomi già male per lui poiché subiva tutti quegli esercizi ogni giorno.

«Oh no, io faccio di peggio ogni giorno. Questo è l'inizio.» Ridacchiò prima di osservare i ragazzi alla reception.

«Oh.» Esclamai, prima di notare la sua espressione diventare più cupa.
«Cos'hai?» Gli chiesi, aggrottando le sopracciglia.

Scosse la testa. «Niente. Pensavo solo che qui incontravo spesso Elizabeth.»

Quando pronunciò il suo nome una scintilla gli illuminò lo sguardo. La stessa sensazione fastidiosa allo stomaco della sera prima si fece viva anche in quel momento.

«Devi amarla ancora tanto.» Mormorai, guardandolo serrare la mascella e chiudere gli occhi per qualche secondo, come se la domanda che gli avevo fatto fosse stata come un pugno nello stomaco.

«Più di quanto pensi.» Sospirò. «Mi manca così tanto..» Continuò guardandomi negli occhi.

I suoi erano di un verde spento, come se stesse sul punto di piangere da un momento all'altro, ma non avesse più lacrime.

Il fastidio dentro di me si fece sentire ancora una volta, così distolsi lo sguardo dal suo con un sospiro e guardai altrove.
Sentii le sue dita calde sfiorare leggermente le mie prima di prendermi la mano esitando.

«Tutto bene? Ho detto qualcosa di sbagliato?» Mi chiese, guardandomi attentamente, come per capire cosa mi avesse infastidita.

Sospirai nuovamente scuotendo la testa e mi alzai.
«No, niente. Cosa devo fare adesso?»

Un pizzico di delusione passò per i suoi occhi mentre mi guardava. Forse si sentiva in colpa. Magari aveva realizzato che quello che aveva detto mi aveva fatto male. In fondo mi aveva baciata e aveva detto che era significato qualcosa.

Evidentemente erano tutte palle per evitare di farti rimane male. Lui ama ancora la sua ragazza morta.

Si alzò da terra prendendo poi un sacco da boxe. Mi aiutò a mettere i guantoni prima di mantenere il sacco e guardarmi con attenzione.

«Colpisci. Con tutta la forza che hai. Sfogati, immagina che il sacco sia qualcosa o qualcuno che odi..usalo per scaricare tutta la tua tensione. Tutte le tue sofferenze. Funziona.»

Ascoltai le sue parole prima di iniziare a colpire senza sosta il sacco. Di tanto in tanto usavo anche i calci, e lui riusciva a parare senza sforzo ogni mio colpo, aspettando pazientemente che finissi di sfogarmi.

Quando terminai lanciai i guantoni per terra, prima di passarmi l'asciugamano sulle spalle.

«Ha funzionato?» La mano di Harry si poggiò sul mio fianco come gesto di conforto.

Annuii prima di girarmi a guardarlo.
«Mi sa che ho bisogno di una doccia. Per fortuna sono abbastanza intelligente da portarmi qualcosa di pulito.» Dissi orgogliosa di me stessa, facendogli un occhiolino. Lui rise leggermente prima di indicarmi una porta oltre le mie spalle.

«Gli spogliatoi sono lì. Dopo di lei Madame.» Disse prima di fare un piccolo inchino e un gesto cortese con la mano.

Risi di gusto prima di spostargli istintivamente un ricciolo caduto sulla sua fronte. «Oh merci Monsieur.» Cantilenai, prima di andare verso gli spogliatoi.

Per fortuna Harry mi seguii solamente fino alla porta, così potei fare in santa pace una doccia calda.
Era così difficile stargli vicino dopo il momento di ieri sera. Quel momento in cui le nostre labbra si assaporavano e i nostri corpi si toccavano era impresso nella mia mente, e nemmeno una doccia calda riusciva a farmi dimenticare per un secondo le cose provate.

Sei davvero fottuta Allyson.

Mi ricordò la mia coscienza. E sì, lo ero davvero.

Mi avvolsi in un'asciugamano prima di dirigermi verso la panca dove avevo poggiato i vestiti, prima di lanciare un urletto alla scena che mi si presentò davanti.

«Cristo Santo Harry esci subito fuori!» Gridai, stringendomi l'asciugamano per paura che potesse cadere da un momento all'altro.

Guardai il riccio seduto comodamente sulla panca con le braccia al petto e le gambe leggermente distese. Il suo solito sorriso strafottente sulle labbra mentre mi scrutava dall'alto verso il basso.

«E perchè? Ti dispiace la mia presenza?» Mi chiese, senza perdere il suo sorrisetto alzandosi e mostrandosi in tutta la sua altezza.

«No. Ora esci. Non è il momento.» Dissi duramente, ma la mia voce vacillò quando si avvicinò talmente tanto da sovrastarmi con la sua alta figura snella. Il suo naso sfiorava la mia fronte mentre udii una risatina lasciare le sue labbra.

«Vuoi davvero che esca?» Sussurrò sulle mie labbra, prima di alzare una mano e accarezzarmi delicatamente una guancia.

Al suo tocco i miei occhi si chiusero istintivamente quando sentii le sue labbra sfiorare nuovamente le mie, stavolta quasi pressandole.

Bastardo, voleva farmi impazzire.

Annuii lentamente, poco convinta di me stessa, ma mi spinse delicatamente per le spalle fino a farmi toccare il muro freddo con la schiena. Rimasi intrappolata fra il suo corpo e il muro mentre le mie mani continuavano a stringere violentemente l'asciugamano. Una sua mano si fermò dietro il mio collo prima di farmi avvicinare al suo viso per farmi premere le mie labbra sulle sue in un bisognoso bacio appassionato. Subito una mia mano lasciò l'asciugamano per intrufolarsi nei suoi ricci morbidi prima di fare su e giù lentamente dal collo alla spalla e viceversa fino a tornare fra i capelli. Li tirai leggermente alla radice quando mi morse delicatamente il labbro inferiore, e un suono che assomigliava ad un gemito lasciò le mie labbra. Sentii un sorriso crescergli sulle labbra quando le sue parole mi tornarono in mente.

"Devi amarla ancora tanto.."
"Più di quanto pensi"

«Harry..aspetta.» Richiamai la sua attenzione, poggiandogli le mani sul petto e girando leggermente il viso.

Allontanò il viso da me confuso, inarcando un sopracciglio prima di afferrarmi il viso e girarmi verso di lui.
«Cosa ti prende Ally?»

«I-Io...non posso.» Dissi allontanandomi da lui e dal muro. Si girò verso di me mentre il fastidio iniziò a farsi spazio nel suo viso.

«Come sarebbe a dire non posso? Perchè? Cosa ti ho fatto ora?» Sbuffò una risata, gesticolando.

Abbassai lo sguardo incapace di sostenere il suo. «Hai detto di amarla ancora. Non posso farlo. Non quando provi qualcosa per lei Harry.»

Le mie parole sembrarono colpirlo, e per un secondo non seppe cosa replicare, ma alla fine rispose.
«Ma è morta Allyson, non dire cazzate.» Serrò la mascella stringendo forte i pugni, fece un passo verso di me ma la mia voce lo fermò.

«Harry, non voglio essere il mezzo per farti dimenticare lei. Non voglio essere la seconda scelta. Non posso farlo. Mi dispiace.» Mormorai scuotendo la testa.

Lo sentii sospirare, mise due dita sotto il mio mento e portò il mio viso verso il suo prima di accennare un sorriso forzato «Avevi detto che potevo prendermi il tempo che mi serviva.»

Annuii «Sì, ma non illudendomi nel frattempo Harry.» Sussurrai, certa che mi stesse ascoltando lo stesso.

Chiuse gli occhi come per assimilare quello che gli avevo appena detto, quando li riaprì il suo sguardo era più calmo, ma quando aprì la bocca per parlare lo squillo del mio cellulare lo interruppe.

«Scusami.» Mormorai prima di rispondere /

-Pronto?-
-Ciao dolcezza- Quella voce.

Rimasi completamente in stato di shock, con ancora lo sguardo confuso di Harry addosso.

-Ti ricordi di me principessa?-
-Cosa cazzo vuoi?- Sputai velenosa, andando velocemente dietro ad una tendina e iniziando a vestirmi il più velocemente possibile.

«Allyson, qualche problema?» La voce di Harry era poco distante dalla tendina, così risposi con un 'no' secco, mettendo per un secondo il muto alla chiamata.

-Ma come, tanto tempo che non ci sentiamo e tu mi accogli così? Mi manchi tanto sai?- Dio, quella risata odiosa. Iniziai a sentire la pelle d'oca.

Mi allontanai dalla tendina ormai vestita e presi le mie cose.
-Se riprendi di nuovo a chiamarmi giuro che cambio numero, stronzo.-
-Invece credo tu debba stare attenta al tuo indirizzo, amore.-
Rabbrividii -Che cosa intendi?-
-Che sono in città per te tesoro mio, vengo a farti una visita. Contenta bellissima?-

Non risposi. Una lacrima cadde dal mio occhio, ma Harry non perse tempo a raccoglierla con un dito. Mi allontanai da lui non volendo sentisse altro.

-Senti pezzo di merda, sta lontano da me e dalla mia famiglia. Se becco o te o quell'altro figlio di puttana giuro che vi uccido.- Sussurrai ferocemente tenendo il telefono ben saldo vicino alle mie labbra prima di attaccare.
Dovevo avvisare Isabel.

«Allyson, cosa cazzo sta succedendo?» Chiese Harry sul punto di perdere la pazienza. Non aveva sentito la mia ultima frase quindi potevo mentire. Quando smise di girare avanti e indietro per la stanza lo guardai negli occhi e scrollai le spalle.
«Nessuno, solo uno dei tanti coglioni che fa gli scherzi telefonici. Mi ha detto delle cose brutte e ci sono rimasta male.» Risi amaramente, abbassando la testa.

Sembrò crederci dato che mi prese subito fra le sue braccia sospirando pesantemente.

«Mi dispiace Ally.» Disse accarezzandomi la schiena per confortarmi.

Sospirai scuotendo la testa. «Tranquillo Harry, va bene così. Ora devo cercare Isabel, è ora di andare, sempre se ha finito di amoreggiare con Niall.» Dissi ridacchiando, facendo ridere anche lui.
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Aspettammo qualche minuto mentre Liam andò a cercare Niall e Belle, sicuramente insieme. Vedemmo da lontano  la figura di Louis avvicinarsi a noi.

«Hey ragazzi.. Isabel?» Disse grattandosi la nuca, evidentemente imbarazzato.

Incrociai le braccia al petto, diventando di colpo seria.
«Per fare cosa? Baciarla di nuovo davanti al tuo migliore amico? Non ho intenzione di dirti dove sia.» Vidi Harry annuire leggermente alle mie parole mentre guardava Louis con uno sguardo di rimprovero.

«Cosa? Oh nono..cazzo Ally, volevo scusarmi. Ho fatto una cazzata tremenda..e, Dio se mi dispiace, spero di non aver perso nessuno dei due.»

Cercai di mandare indietro un sorriso, ma mi faceva troppa tenerezza, quindi gli sorrisi amorevolmente.

«Tranquillo Lou.»
Quando in lontananza vidi Isabel arrivare con Liam, seppi che era quasi ora di affrontare la verità.
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Entrammo in casa finalmente sole. La zia era a lavoro, così avremmo potuto finalmente affrontare l'argomento.
Sospirai camminando avanti e indietro per il soggiorno.

«Si può sapere cosa ti rende così nervosa Ally? Mi stai facendo ruotare gli occhi!» Sbuffò mentre si sedette sul divano, lasciandosi cadere di peso.

Sospirai guardandola.
«Se lo sapessi saresti nervosa quanto me cara Belle.» Dissi poggiando le mani sui fianchi.

«Bene, allora sputa il rospo.» Disse frustrata, alzando gli occhi al cielo. «Se è per il fatto che hai baciato Harry, che hai dormito con lui ieri, che magari l'hai baciato anche oggi allora sappi che..»

«Dio, no no! Non è questo..Cavolo.» Sbuffai, tirandomi leggermente i capelli per la frustrazione.

«Cosa Ally? Per il fatto che ho baciato Niall? Dio te lo avrei detto ora appena avuto del tempo, io..»

«Isabel! Cazzo, Max e Tyler sono in città!» Urlai frustrata.

Dopo quelle parole. La casa cadde in un profondo silenzio.

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