Chapter 13

Allyson's Pov

Quando poco dopo tornai dalla camera degli ospiti in cui Niall mi aveva permesso di cambiarmi con qualcosa di più comodo datomi da Hope, notai subito le espressioni avvilite dei ragazzi, e non mi ci volle molto per capire quello che fosse successo.
Guardai Louis, la sua espressione sconvolta mentre si toccava il labbro. Niall che camminava avanti e indietro per il soggiorno.

Ebbi quasi l'impressione di vedere del fumo uscirgli dalle orecchie tanta era la sua ira. Liam guardava Hope mentre lei era seduta a infondere coraggio a Belle.
La faccia di mia sorella esprimeva tutta la sua sofferenza. Una lacrima silenziosa le rigò la guancia, ma non perse tempo ad asciugarla. Troppe volte l'avevo vista stare male oggi. Non se lo meritava. Dovevamo andarcene.

Scesi velocemente le scale, ignorando completamente Harry, nonostante sentissi il suo sguardo bruciare sulla mia schiena. Mi rivolsi a mia sorella prima di parlare in modo autoritario.

«Isabel, andiamo a casa. La zia ci starà aspettando» dissi una mezza verità, in fondo, era anche perché stare in quel posto, a contatto con quei ragazzi non ci faceva bene.
Almeno non dopo quello che era successo.

Lanciai uno sguardo compassionevole verso Louis, il quale mi accennò un sorriso forzato, mentre Isabel non perse tempo ad alzarsi.
Afferrò la sua borsa mentre io infilai la mia giacca di jeans. Lasciai un veloce bacio sulla guancia ad Hope mentre sentii la voce di Niall rompere il silenzio della stanza.

«Vi accompagno.» disse con un tono che non accetterebbe repliche. Peccato che Isa sia sempre pronta a replicare.

«Assolutamente no. Basta. Ne ho abbastanza per questa sera, grazie.» disse con uno sguardo duro prima di guardarlo, e potrei giurare di aver visto quello sguardo addolcirsi e le sue spalle abbassarsi, come se stesse facendo crollare tutte le sue difese.

«Non vi lascio andare da sole» Scosse la testa il biondo incrociando le braccia al petto.

Sentii la mora al mio fianco sbuffare, ma poi trattenne un sorriso quando si girò dandogli le spalle. «No Niall. Lasciatemi sola.»

«Senti cazzo, voglio solo essere gentile. Smettila di fare la bambina del cazzo e fatti accomp..»

«Niall. Vado io.» Sorprendentemente Harry lo interruppe.

In quel momento non fui l'unica a guardarlo con sorpresa mentre si alzò senza dire una parola afferrando le chiavi della sua Range Rover nera.

Niall annuì appena, forse era sollevato che ci accompagnasse Harry. In fondo sapevamo tutti che se fosse venuto Niall non sarebbe andata a finire bene.

Belle guardò il riccio sconvolta, ma quando lui le passò accanto lei gli afferrò il braccio, e gli sussurrò un leggero «Grazie.» e sono sicura di averlo visto quasi sorridere prima di uscire del tutto dalla casa.
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Isabel uscì dalla macchina di Harry dopo averlo ringraziato, e lui la salutò con un leggero sorriso, prima di rivolgersi a me, magari aspettando un mio ringraziamento.
Presi un respiro guardandomi le mani.

«Grazie del passaggio. Non dovevi disturbarti.» Mormorai giocherellando con le mie dita.

Lo vidi alzare le spalle prima di afferrare il volante con entrambe le mani senza una buona ragione.

Non sapevo cosa dire, ma forse era semplicemente l'ora di andare e basta.
Inalai per l'ultima volta il profumo di Harry che riempiva la grande macchina prima di uscire e chiudere lo sportello sussurrando un piccolo "buonanotte" senza essere sicura che mi avesse sentito.

Vidi Isabel sorridermi appena mentre aprì la porta di casa. Feci per entrare quando mi diede una gomitata nel fianco.

«Andiamo Ally, fallo entrare.» Mormorò per poi farmi un occhiolino con la sua solita aria furba.

Mi scappò una risata e scacciai il rossore che si era formato sulle guance quando mi girai verso la macchina notando con piacere che era ancora lì.

«Harry?» Alzai il tono di voce, abbastanza da farmi sentire.

«Mh?» Mormorò voltandosi verso di me.

«Vuoi entrare?»

Senza che glielo ripetessi due volte, scese con estrema eleganza dalla sua auto, e con passo veloce si avvicinò a me, aspettando che entrassi in casa.
Accennai un sorriso timido quando mi resi conto che Isabel si era già volatizzata probabilmente in camera a scrivere sul diario, così entrai mimando ad Harry di non far rumore o la Zia si sarebbe svegliata.

Quando chiusi la porta sentii un rumore agghiacciante provenire alle mie spalle. E quando mi girai, realizzai con orrore che il vaso antico proveniente dal Giappone preferito di mia zia era andato in mille pezzi, a causa di Harry. Iniziamo bene.

«Uhm..io..sono inciampato..uhm..mi dispiace.» Si scusò imbarazzato grattandosi il retro del collo prima di rivolgermi un sorrisetto mortificato.

È così bello mentre sorride.

Sospirai esasperata. «Cercheremo..uhm..di aggiustarlo..oppure..credo che la Zia capirà.» Dissi massaggiandomi una tempia. Avevo un dolore atroce alla testa, credo che prenderò un'aspirina.

Improvvisamente le luci si accesero, mentre una voce mi fece gelare il sangue.

«La zia capirà cosa?» Zia Emily.

«Oh no..» Sussurrai terrorizzata «Zia Emily! Quanto mi sei mancata!» Dissi prima di gettarle le braccia al collo.

«Come mai a quest'ora? Non vi vedo da due giorni diamine.» disse severa ricambiando però l'abbraccio, prima di puntare lo sguardo confuso su Harry.
«E tu sei? Cavolo Ally, sai come la penso sul portare ragazzi a casa di notte!»

«Dio zia! Cosa dici, lui non è-» dissi velocemente prima di essere interrotta.

«Sono Harry..Harry Styles, piacere signorina. Accompagnavo le sue nipoti a casa, si erano fermate da noi per una festa ma è finita più tardi del previsto. Mi dispiace, me ne assumo tutta la responsabilità..e anche del vaso..mi dispiace terribilmente, vedrò di ripagarglielo al più presto..il tempo di parlare con i miei e sarà come nuovo» disse sfoggiando un sorriso smagliante, mai visto su quel volto bellissimo, con tanto di fossette.

Istintivamente sorrisi a quella sua presentazione, già sapendo che mia zia se ne sarebbe innamorata.

«Oh tesoro, ormai non sono più tanto una signorina ma grazie lo stesso» Ridacchiò con ogni sognanti mentre ricambiò la stretta di mano decisa di Harry. «E non preoccuparti del vaso, un fondo era da tantissimo che volevo venderlo, non importa. Grazie di essere stato così gentile da accompagnare le mie ragazze a casa, era ora che tornassero, e scusami il disturbo, la prossima volta ricambierò il favore.» Terminò la Zia con un sorriso dolcissimo.

Fui quasi gelosa, era più dolce con Harry che con noi. Wow. E perché Harry non era così dolce anche con noi? Beh, senza parole.

«Allyson che ne dici se il nostro amico non rimane qui per la notte? In fondo sono le 3 e mezzo. Non può guidare da solo a quest'ora di notte. Dormirai sul divano tesoro, domani mattina con calma faremo colazione e poi andrete a scuola.» propose zia Emily, mentre sentii la mia mascella toccare terra dallo stupore.

«Cosa?!» esclamai nello stesso istante in cui Harry accettò allegramente la proposta ringraziando zia Emily con delle buone maniere che non pensavo conoscesse. Ruffiano.

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Dopo che la Zia andò a dormire, diedi una pulita al macello creato da Harry per poi iniziare a preparare il divano che si aprì divento un letto. Presi una coperta abbastanza calda a causa delle fredde temperature notturne, e accesi la TV per un po' di luce. Nel frattempo Harry si guardava attorno, curiosando fra le vecchie foto appese alla parete.

«Questi sono i tuoi genitori?» Mi chiese improvvisamente.

Mi girai di scatto vedendolo sfiorare con le dita una foto. Quella con la migliore cornice fra tutte.

Deglutii prima di mormorare un "sì". Mi avvicinai a lui poggiando le mani sui fianchi mentre un sospiro lasciò le mie labbra mentre ammirai la foto.
Sullo sfondo due bambine erano sul prato a giocare con delle piccole Barbie fra le mani. Avevano enormi sorrisi sulle labbra, mentre i loro vestitini azzurro e rosso svolazzavano al vento. In primo piano un uomo e una donna di meno di una trentina d'anni si abbracciavano affettuosamente sorridendo all'obiettivo. La donna aveva i lunghi capelli castano chiaro che le ricadevano dolcemente sulla schiena e sulle spalle, fino a coprire i seni. Gli occhi di un marrone chiaro che tendeva al verde erano incorniciati da lunghe ciglia, mentre le labbra rosse erano curvate in un sorriso felice. L'uomo era più alto della donna. I capelli scuri, la pelle olivastra e gli occhi neri con alcune sfumature di viola all'interno. Nessuna delle sue figlie aveva ereditato gli occhi viola del padre. Una leggera barba gli ricopriva le guance mentre una maglia bianca copriva il fisico allenato.
Tutta la foto rappresentava tutta la loro felicità immensa.

Ed eravamo davvero immensamente felici.

Guardai Harry, che nel frattempo mi stava guardando già da tempo, aspettando una mia reazione. Non dissi nulla, semplicemente lo abbracciai, per la seconda volta in serata. Affondai il viso nel suo petto e godetti del suo profumo quando con una mano mi accarezzò la schiena cercando di infondermi coraggio.

«Mi dispiace così tanto. Non credevo aveste passato tutto questo. Ti capisco.» Mi sussurrò all'orecchio, nonostante in quella stanza ci fossimo solo io e lui.

«No, non mi capisci, nessuno può. Ma grazie lo stesso.» Scossi la testa allontanandomi da lui, andando a sistemare un'ultima volta il letto.

«La mia ragazza» disse tutto d'un fiato. Lo guardai confusa. «La mia ragazza è morta. Un anno fa.» disse mentre vidi il dolore attraversargli il viso.

Lo guardai incitandolo a continuare, mentre mi sedetti seguita subito dopo da lui.

«È una storia complicata. Io..cazzo non so perché mi sto per aprire così tanto con te.» Sbuffò, e non riuscii a non trattenere una risatina nervosa. Non sapevo nemmeno io come mai parlava con me.
«La mia famiglia, anche se non sembra da come sono io, è davvero benestante. Non posso lamentarmi. Ma i miei hanno sempre avuto il vizio del cazzo di decidere per me la ragazza con cui dovevo stare. Almeno fino a quando successe quello ad Elizabeth.» Prese un profondo respiro prima di parlare. «I nostri genitori si conoscevano già, e devo ammettere che non sbagliarono a far conoscere me ed Eliza. Era..la ragazza più bella che avessi mai visto..aveva i capelli dorati, gli occhi viola, e cazzo. Dopo tuo padre non ho mai visto nessuno con gli occhi viola. Ma i suoi occhi erano..gli occhi più belli in assoluto. Era minuta, quindi adoravo prenderla in braccio e stringerla a me, farla sentire protetta.. amavo vederla arrossire, adoravo la sua risata, i suoi modi di fare..era così mia in ogni fottuto particolare.» Un amaro sorriso crebbe sulle sue labbra mentre vidi le sue mani stringersi in due pugni.

Sentii una morsa al petto quando sentii quelle parole. Era forse gelosia? Non ci badai molto, anche se continuava a far male, così gli presi una mano e gliela strinsi leggermente, cercando di dargli coraggio. Con mia sorpresa ricambiò la stretta.

«Decidemmo di andare a vivere insieme dopo 3 anni di fidanzamento. Lei era entusiasta. Amava ordinare tutto, era una sorta di maniaca dell'ordine, amava avere tutto sotto controllo, tutto in ordine. Aveva orari per tutto. Così le era facile gestire la casa, mi diceva. Iniziai a lavorare nell'azienda di mio padre, quindi facevo tardi la sera, quindi non stavamo moltissimo insieme durante la giornata, ma amavamo parlare la sera a cena. Mio padre era un uomo di successo, e aveva..le sue conoscenze. Conoscenze che non erano simpatiche ad alcune persone. Quando tornai trovai due o tre uomini in cerchio in casa nostra. Erano vestiti di nero e avevano un sorriso soddisfatto sulle labbra. Iniziai a domandare cosa fosse successo perdendo la pazienza, ma quando si spostarono iniziai ad urlare dal dolore. Non ricordo più bene quello che successe dopo, sono solo immagini sfocate. Ricordo me che piangevo sul suo petto, che le baciavo ogni centimetro di viso disperatamente per vedere se rispondeva ai miei baci, le toccavo il polso..il collo..il petto..per cercare anche solo un minuscolo battito. Ma il sangue continuava a scorrere dal suo petto e dalla sua testa, e la sua pelle diventava sempre più bianca e fredda. La vita aveva lasciato il suo corpo e non era più la mia Elizabeth. La mia piccola principessa era morta.» disse mentre iniziò a tremare.

Notai che gli era diventato difficile parlare a causa dei forti singhiozzi che lo colpivano durante il discorso. Le lacrime scorrevano veloci lungo le sue guance, e riempivano i suoi occhi offuscando il meraviglioso verde.

«Dio mio..Harry, mi dispiace..» dissi prima di prenderlo fra le mie braccia e stringerlo forte a me.
Le sue mani si posarono sui miei fianchi stringendomi a lui mentre affondò il viso nel mio collo e gli passai una mano fra i ricci morbidi.

«Va tutto bene..shh.»

«No! Non va tutto bene cazzo! Non va niente bene se lei non è con me!» disse cercando di soffocare i singhiozzi che ormai gli facevano mancare il respiro.

Non so cosa mi prese in quel momento.
Gli presi il viso fra le mani allontanandolo leggermente da me.
I suoi occhi stracolmi di lacrime si puntarono nei miei, era la seconda volta oggi che vedevo Harry in quello stato. Non potevo sopportarlo.

Sussurrai un "ci sono io.." sperando con tutto il cuore che non mi avesse sentita, ma la sua espressione mi disse tutto.

«Cioè.. ci sono io..so che non è importante e che probabilmente non te ne fotte un cazzo, ma adesso ci sono io..e non importa cosa dirai adesso, adesso con te ci sono io e non me ne and-» Venni interrotta dalla sensazione improvvisa delle sue morbide labbra sulle mie. Sapevano di tante cose in quel momento. Sapevano delle sue lacrime salate, sapevano di dolore, di bisogno, di..amore, e di felicità. Sì. Ero felice.

Il bacio sembrò durare qualche minuto, mentre l'uno si spingeva sempre di più contro l'altra. I nostri respiri si mischiarono e le labbra non si staccavano nemmeno per prendere fiato. Le mani si intrecciavano fra loro, altrimenti correvano lungo la pelle dell'altro. Lasciò piccoli baci umidi sul mio collo prima di farci stendere sul letto.
Lasciò un ultimo bacio sulle mie labbra prima di guardarmi negli occhi e accennare un sorriso.
Senza pensare gli accarezzai una guancia ancora umida e sorrisi felice.

«Cosa mi stai facendo White?» mormorò sulla mia guancia prima di stendersi e avvolgermi la vita con un braccio, per poi stringermi delicatamente a lui. «Dormi con me.» sussurrò, e capii che ne aveva davvero bisogno quella sera.

Forse avevo bisogno anche io di un po' di compagnia quella notte.

Quando vide che non arrivò nessuna risposta un sorriso rilassato crebbe sulle sue labbra e dopo aver lasciato un bacio nei miei capelli, sentii gli occhi iniziare a pesarmi, talmente tanto da cadere subito fra le braccia di Morfeo.
Ma prima di abbandonarmi completamente al sonno, riuscii a sentire in lontananza la sua calda voce roca che mormorava "Buonanotte piccola White".

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