Chapter ten
«Ti prego, dimmi che non è vero» dico con voce tremante, a causa della mia agitazione.
Travis percepisce il mio disagio e mi guarda perplesso.
«È una cosa che succede spesso in realtà, tra poco dovrebbe ripartire» mi spiega Travis.
Sento l'ansia farsi strada dentro di me e provo a calmarmi facendo dei respiri profondi.
«I-io sono claustrofobica» confesso, guardandolo negli occhi.
«Cazzo» esclama, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
Dal suo sguardo capisco che è preoccupato.
Ho un nodo alla gola che mi fa mancare il respiro. I miei occhi iniziano a pizzicare e capisco che sto per avere un attacco di panico.
«Forza, vieni qui» dice Travis, notando la mia agitazione.
Si siede a terra, con le spalle al muro. Batte la mano sul pavimento accanto a lui, spingendomi a raggiungerlo.
Resto in silenzio a fissarlo. Esito per qualche secondo, ma poi mi avvicino.
«Prova a pensare ad altro» propone.
Mi attira a sé, stringendomi tra le sue braccia. Fa dei piccoli cerchi con le dita sul mio avambraccio e provo un attimo di sollievo per questo gesto così rilassante.
«Perché non mi racconti un po' di te?» mi chiede.
Mi volto verso di lui, incredula di star parlando con la stessa persona di qualche ora fa. Prima, sulla spiaggia, non ha fatto altro che urlarmi contro, in modo scorbutico e antipatico. Mentre ora, è qui vicino a me che prova a tranquillizzarmi, con una dolcezza infinita.
Questo ragazzo riesce a stupirmi sempre di più!
«Forza, dimmi qualcosa che nessuno sa» continua, incitandomi a parlare.
Decido di lasciarmi andare e faccio un respiro profondo prima di iniziare a parlare.
«Beh, cosa posso dirti? Ho diciotto anni e vengo da Seattle, ma penso che questo tu già lo sappia.»
Fa un cenno col capo, spingendomi a continuare.
«Quando avevo due anni, mio padre è andato via abbandonandoci senza un motivo. Lui e la mamma erano giovani e probabilmente a venticinque anni era diventato troppo per lui badare alla sua famiglia. La mamma si è data subito da fare. È un'infermiera e fa doppi turni di lavoro da quando ne ho memoria. Per la maggior parte del tempo siamo cresciuti con i nonni, perché lei era sempre via per il lavoro. L'abbiamo sempre capita, tutto ciò che faceva era per noi. Ci ha sempre dato la priorità, in tutto. Mio padre, a quanto ne so, si è risposato e ora vive a New York, mentre la mamma da quando lui è andato via non si è mai più messa con nessun altro uomo, probabilmente anche a causa del lavoro.»
Mi volto verso di lui, per vedere se mi sta ascoltando e mi sorprendo, nel vederlo fissarmi attentamente. Abbasso lo sguardo sulle mie mani, continuando a parlare.
«Io e Jack siamo molto uniti anche per questo motivo, siamo sempre stati solo io e lui. Non mi fido molto delle persone, faccio davvero tanta fatica a far entrare qualcuno nel mio cuore. Insomma, se mio padre mi ha abbandonato perché non dovrebbe fare lo stesso uno sconosciuto?» domando, più che altro a me stessa. «Una volta però è successo. Sono stata debole e ho ceduto, ma anche quella volta sono stata ferita. Da allora ho chiuso con tutto ciò che riguarda la fiducia e l'amore. Le uniche persone per le quali provo tutto questo sono mio fratello Jack, mia mamma e la mia migliore amica Sam.»
«Cosa è successo?»
Lo guardo, incerta su cosa dire. Raccontare ciò che è accaduto un anno fa mi fa ancora tanto male, ma decido di farlo. In questo momento sto aprendo il mio cuore a Travis, confidarmi con lui mi sta venendo naturale. Mi sta facendo sentire al sicuro. È come se lo conoscessi da sempre.
«Per farla breve, il mio ex fidanzato mi ha tradito con la mia ex migliore amica. Li ho scoperti la sera del mio compleanno, a casa mia, nella mia camera. Insomma, una cosa peggiore di questa non mi poteva accadere» un sorriso triste compare sul mio viso.
Mi torturo le mani nervosa. Ripensare a quella sera mi mette sempre agitazione.
Travis se ne accorge e prende le mie mani tra le sue. Mi stupisco di questo suo gesto improvviso. Le fa intrecciare e abbasso lo sguardo su di esse. Sono calde e molto più grandi delle mie.
Tutta l'ansia di poco fa è di colpo sparita. Alzo lo sguardo su di lui, incontrando i suoi meravigliosi occhi verde smeraldo.
«Perché stiamo facendo tutto questo Travis?» domando «Insomma, non hai fatto altro che confondermi dal primo giorno che ci siamo conosciuti. Ci sono giorni in cui mi rivolgi la parola e altri in cui a stento mi consideri. Che senso ha tutto questo ora? Perché ti comporti così con me?»
Sono stanca di questo suo essere così lunatico, voglio capire le sue intenzioni. È stato lui a non voler creare nessun tipo di rapporto con me ma, puntualmente, finiamo sempre per scontrarci.
Resta a fissarmi, in silenzio, senza darmi una risposta. Riprendo a parlare.
«Possiamo essere amici se ti va, ma mi sono stancata di questo tuo comportamento nei miei confronti. Non puoi trattarmi così e sinceramente non capisco neppure il motivo per il quale tu lo faccia.»
Dopo qualche secondo, inizia finalmente a parlare.
«Mi dispiace se ti ho ferita, non era mia intenzione. Tu mi incuriosisci Rebecca, c'è qualcosa in te che mi attira» risponde.
Posa una mano sulla mia guancia e l'accarezza dolcemente. Restiamo in silenzio, non distogliendo lo sguardo l'uno dall'altra. Posa il pollice sulle mia labbra, accarezzandole dolcemente. Abbassa lo sguardo su di esse, per poi rialzarlo sui miei occhi.
Capisco che mi sta chiedendo il permesso e non so cosa fare. Le sue labbra sono così invitanti, ma al tempo stesso tutto questo è così sbagliato. Insomma, che senso avrebbe baciarci in questo momento?
Lo vedo avvicinarsi di più al mio viso e nel momento in cui sta per posare le sue labbra sulle mie, le porte dell'ascensore si aprono.
«Che cazzo state facendo?»
Io e Travis ci allontaniamo all'istante, voltandoci nella direzione della persona che ci ha appena urlato contro. Jack è in piedi che ci osserva, con uno sguardo furioso.
«Si era bloccata l'ascensore e tua sorella stava andando nel panico, così ho provato a tranquillizzarla» spiega Travis disinvolto, uscendo dall'ascensore.
«Strano, a me è sembrato che stavate per baciarvi» ribatte in tono brusco.
Stavo davvero per baciare Travis?
Travis continua a camminare, ma Jack lo blocca per un braccio, facendolo voltare verso di lui.
«Puoi avere tutte le ragazze che vuoi Malone, ma lascia in pace mia sorella» ringhia tra i denti con rabbia.
«Stanne fuori Jack» sputa Travis infastidito.
«Devo starne fuori?» ripete Jack. «Cazzo Travis è mia sorella! Pensavo di essere stato chiaro su questo, non ti devi avvicinare a lei!»
Sono faccia a faccia, nessuno dei due distoglie lo sguardo dall'altro. Aspettano di vedere chi cederà per primo.
«Io faccio quello che cazzo mi pare, anche io pensavo di essere stato chiaro su questo!» sbotta Travis.
Decido di intervenire, prima che si mettano le mani addosso. Jack sta esagerando come suo solito, a volte è davvero troppo protettivo nei miei confronti.
«Ehi Jack, basta» affermo, tirandolo a me «Travis ha ragione, mi stava solo aiutando. L'ascensore si era bloccato e stavo iniziando ad andare nel panico» provo a convincerlo, ripetendo le stesse parole di Travis.
Posa il suo sguardo su di me per qualche secondo, provando a capire se quello che sto dicendo è la verità. Per fortuna, decide di crederci.
«Ok» risponde «Ma resta il fatto che tu devi stare lontano da Becky!» precisa nuovamente a Travis.
Lui ignora ciò che gli ha appena detto mio fratello e mi rivolge un'ultima occhiata, prima di dirigersi verso l'appartamento.
#Spazio autrice 🌹🖤
Qualcosa sta cambiando tra Travis e Becky! Forse, scopriremo qualcosa in più nei prossimi capitoli! ;)
P.S.: Questo capitolo lo dedico a Vanymangajapan , grazie per il continuo supporto! ❤️
-Juls.
Profilo Instagram della storia: juls.stories
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