Chapter one
Finalmente ci siamo, eccomi arrivata a Santa Monica. È passato un anno dall'ultima volta che ho rivisto mio fratello. Purtroppo, per diversi motivi, non è riuscito a tornare a casa in questi mesi. Non siamo mai stati lontani per così tanto tempo e devo ammettere che mi è mancato davvero tanto.
All'inizio l'idea di passare qui tutta l'estate per ambientarmi e iniziare a conoscere un po' di gente, così da non sentirmi totalmente spaesata il mio primo giorno di college, non mi andava giù. Non avevo voglia di lasciare mesi prima la mamma e la mia migliore amica Sam, ma Jack ha insistito talmente tanto che alla fine ho ceduto.
«Vedrai, non te ne pentirai» mi disse, qualche settimana fa al telefono, quando gli comunicai la mia decisione nell'accettare la sua proposta. «Qui ti piacerà tantissimo, ti farà bene conoscere gente nuova.»
L'ultimo anno a casa non è stato dei migliori. Il mio ormai ex fidanzato, mi ha tradito con quella che una volta era la mia migliore amica, Sophie. Non auguro a nessuno una tale cattiveria. Ciò che è accaduto mi ha resa diffidente e insicura. Ed è per questo motivo che è iniziata la mia dipendenza per la corsa, che è diventata la mia valvola di sfogo. Non è stato facile superare tutto questo senza Jack, lui è da sempre la mia ancora di salvezza. Ci siamo sempre stati l'uno per l'altra e questa volta mi sono sentita persa non avendolo al mio fianco.
Sto recuperando le mie valige quando, a un certo punto, sento qualcuno urlare alle mie spalle.
«Finalmente sei qui!» Riconoscerei la sua voce tra mille.
Mi volto immediatamente verso mio fratello, correndo verso di lui. Lo raggiungo e lui mi stringe subito tra le sue braccia. Sento il cuore battere all'impazzata, mentre un sorriso si forma sulle mie labbra. Chiudo gli occhi, inspirando il suo profumo e per un momento è come se tutto fosse tornato al suo posto.
«Cazzo, quanto mi sei mancato!» esclamo, con le lacrime agli occhi.
Mi tira su e gli circondo la vita con le gambe, stringendolo più che posso.
«Fatti vedere» , dice, facendomi scendere dalle sue possenti braccia. Afferra la mia mano e mi guida in una giravolta. «Devo ammettere che la corsa ti sta facendo bene, sei uno schianto Becky!» afferma, emettendo un fischio di approvazione che fa scoppiare a ridere.
Quella risata, quanto mi era mancata!
«In effetti ho perso qualche chilo nell'ultimo anno, ma anche tu non sei niente male, fratellino» ammetto, scrutandolo attentamente.
Jack è nella squadra di basket. Lo è da sempre in verità, quindi non mi stupisce vederlo così in forma, con dei muscoli ancora più definiti di un anno fa. Mi ha detto che al college l'allenamento è più intenso. Lo trovo molto abbronzato, ma devo ammettere che questa carnagione più scura mette in risalto i suoi occhi azzurri. I capelli sono sempre uguali, forse un po' più biondi, ma il taglio è sempre lo stesso: ha il solito ciuffo dalle superiori.
Io e mio fratello siamo il sole e la luna. Lui è sempre stato solare, simpatico, amato da tutti e, grazie al basket, anche popolare. Al contrario, io sono sempre stata l'opposto. Sono sempre stata vista come la sorella di Jack, nessuno sapeva niente di più su di me. Se non fosse stato per lui, molte delle persone che nel corso degli anni mi hanno rivolto la parola a scuola non mi avrebbero mai notata. Ma a me va bene così, amo la mia solitudine e le mie poche amicizie.
Com'è che si dice? Meglio pochi ma buoni e non potrebbe essere più vero di così, soprattutto dopo tutto ciò che è accaduto.
«Dai Becky, muoviamoci! Stasera ti porterò alla tua prima festa sulla spiaggia, dobbiamo festeggiare l'inizio dell'estate» mi informa entusiasta. «Ti presenterò tutti i miei amici.» Prende le mie valigie e si dirige verso l'uscita dell'aeroporto. Lo seguo, mettendomi al suo fianco.
«Oh andiamo Jack, ho fatto un lungo viaggio e sono molto stanca!» sbuffo, sapendo già come andrà a finire. «Poi lo sai che questo genere di cose non fanno per me», provo a resistere.
«Sorellina, non ci provare!» mi ammonisce. «Stasera verrai con me, ti riposerai domani!» sentenzia, con un tono che non ammette repliche.
Questo ad esempio, non mi era per niente mancato. Avevo dimenticato quanto fosse insistente mio fratello certe volte e la cosa mi irrita parecchio, ma decido di non continuare per non iniziare a litigare.
Raggiungiamo la macchina, per poi immetterci nel traffico di Santa Monica.
****
Dopo un'ora, siamo finalmente a casa.
Jack vive in un appartamento al decimo piano, in un condominio, proprio di fronte al molo.
Lo divide con un suo compagno di squadra, Travis. Hanno deciso di affittare questo appartamento per stare più tranquilli e dare feste quando gli pare, senza dover dar conto a nessuno. Le spese da sostenere sono un po' eccessive a detta di mio fratello, ma tutto sommato a loro va bene così, almeno fin quando riusciranno a permetterselo.
Da quello che ho capito, Travis è l'opposto di Jack. Mio fratello mi ha spesso parlato di lui: so che viene da una famiglia benestante, i genitori sono di New York e fanno gli avvocati. A causa del loro lavoro, però, sono sempre in giro e non hanno seguito molto il figlio. Mio fratello mi ha raccontato che è un ottimo giocatore di basket, ma non è il classico bravo ragazzo. Si mette sempre nei guai e ha delle cattive abitudini. Non ho mai approfondito molto sulla questione, perché Jack mi ha più volte confessato che è un buon amico e a me basta sapere questo. D'altronde, non sono nessuno per poter giudicare le scelte altrui.
«Eccoci qui, benvenuta nella mia umile dimora» afferma il mio fratellone, aprendo la porta di casa. Si sposta di lato per farmi entrare e lo supero, iniziando a curiosare in giro.
Vengo subito travolta da una puzza di sigaretta, camuffata da un deodorante per ambienti alla vaniglia. Arriccio il naso infastidita.
Questa prima parte delle casa è tutta un unico ambiente. Alla mia sinistra c'è una piccola cucina, arredata con il minimo indispensabile, ma considerando che in questa casa vivono due ragazzi che per lo più ordinano cibo d'asporto, direi che va più che bene. Noto una porta un po' più avanti e mi avvicino per vedere cosa ci sia dietro. Abbasso la maniglia e mi ritrovo nel bagno. È piccolo, ma confortevole. La richiudo, voltandomi verso il salone che è proprio alle mie spalle. Al centro della stanza c'è un enorme divano blu, con davanti un piccolo tavolino. Proprio di fronte ad esso, attaccata al muro, vedo una Smart tv. La stanza è illuminata da un'ampia vetrata che affaccia proprio sulla spiaggia, dalla quale si può ammirare una vista favolosa. Alla mia destra c'è un piccolo corridoio con tre porte chiuse. Presumo siano le camere da letto dei ragazzi. Nel complesso, la casa non è niente male. Me l'aspettavo un po' più disordinata, ma devo ammettere che non posso lamentarmi.
«Vieni, ti mostro la tua stanza» lo sento dire alle mie spalle. Prende le mie valige e si dirige verso il piccolo corridoio. Lo seguo, mentre raccolgo i miei capelli in una coda disordinata.
«Non è niente di che, ma spero ti piaccia» aggiunge titubante.
Apre la porta di quella che per questi mesi sarà la mia camera e mi lascia passare per prima. Per fortuna la mia borsa di studio copre anche le spese per poter alloggiare nel campus dell'università, quindi questa sistemazione sarà temporanea.
Entro, guardandomi intorno. Le pareti sono tinteggiate di bianco, proprio come nella prima parte della casa. Alla mia sinistra, attaccato al muro, c'è un letto matrimoniale con affianco un piccolo comodino. Più avanti noto un enorme armadio e una piccola scrivania al lato opposto. È arredata con il minimo indispensabile, e ciò la rende un po' fredda, ma mi adatterò. Scrutando attentamente, intravedo un piccolo balconcino all'esterno. Mi dirigo verso quella direzione, facendo scorrere la finestra per poter uscire fuori.
Un leggero venticello pizzica la mia pelle, facendo ricadere una ciocca di capelli sul mio viso. Mi sporgo sul davanzale, ammirando la spiaggia che ho di fronte. Chiudo gli occhi, inspirando a pieni polmoni l'odore del mare, e un senso di tranquillità si impossessa del mio corpo.
«Sapevo che ti sarebbe piaciuto» mormora Jack al mio fianco. «Ci ho messo anche una piccola poltroncina, così potrai rilassarti qui fuori tutte le volte che vorrai» mi stringe in un tenero abbraccio.
«Grazie mille Jack. È tutto perfetto. Sono felice di stare qui con te, mi sei mancato davvero tanto.» Sussurro, appoggiando la testa sul suo petto.
Restiamo così per qualche secondo, godendoci questo piccolo momento solo nostro.
«Bene, io ora vado! Ti lascio sistemare le tue cose, se hai bisogno sono di là» mi saluta. «Sii pronta per le otto stasera. Vedrai che ti divertirai, te lo prometto!» Alza il mignolo in aria e lo bacia, proprio come facevamo da piccoli, quando ci rassicuravamo a vicenda che sarebbe andato tutto bene.
«Va bene» acconsento, arrendendomi.
Sono talmente stanca che non ho le forze di iniziare una discussione con lui in questo momento. Lo accontenterò, ma di certo non passerò l'intera serata a quella festa.
Lo vedo camminare verso la porta della mia camera per andare via, ma poi si volta di nuovo verso di me.
«Quasi dimenticavo!» esclama, alzando gli occhi al cielo. «La stanza accanto alla tua è quella di Travis, la mia è quella dopo. Lui ora non c'è, te lo presenterò più tardi.»
Alzo un pollice, rivolgendogli un sorriso in segno di assenso. Lo vedo ammiccare, per poi uscire definitivamente, chiudendo la porta alle spalle.
#Spazio autrice 🌹🖤
Ciao a tutti, ecco qui il primo capitolo... spero vi piaccia! È da un po' che fantasticavo di scrivere qualcosa, ho letto milioni di romanzi e questa volta ho trovato il coraggio di provare a buttar giù qualcosa di solo mio. Fatemi sapere cosa ne pensate, accetto tutti i tipi di critiche e/o consigli! A presto. :)
-Juls.
Profilo Instagram della storia: juls.stories
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