Chapter forty-nine

Sono ufficialmente la fidanzata di Travis Malone... incedibile, ma vero!

Penso, mentre riposo nella scatola i post-it scritti da Travis, che ho cacciato per rileggerli ancora una volta. Avevo accettato la sua proposta, perché fingere che tra di noi non ci fosse nulla era impossibile. Ho voluto dare una seconda possibilità all'amore e l'ennesima a lui. Ho sbagliato? Solo il tempo me lo dirà.

Sento qualcuno picchiettare da dietro la mia porta. Lo invito ad entrare, mentre sistemo questo piccolo cuoricino nero di cartone in una mensola in fondo al mio armadio. Ieri, non appena l'ho visto spiccare tra tutti gli altri ho capito che sarebbe stato perfetto. Il cuore nero esprime sentimenti negativi, come il dolore o la tristezza, ma in realtà simboleggia anche un amore profondo, morboso, irrazionale! E questa piccola scatolina rispecchia esattamente la nostra relazione. È così che ci vedo, lui un cuore nero e io una rosa rossa con fin troppe spine, ma che al suo interno cela amore e passione.

«Ehi» sussurra quella voce così familiare, che mi fa voltare all'istante.

«Jack...» riesco a dire, prima che mi muoiano le parole in gola.

È finalmente arrivato il momento di chiarire le cose tra di noi, ma non so se sono pronta.

«Come va sorellina?» chiede, richiudendo la porta alle sue spalle.

Il suo corpo mi fa capire che è agitato e che non si sente per niente a suo agio. Ha uno sguardo triste e continua a tirare all'insù i suoi capelli, mentre intravedo la guancia rientrare a causa dei continui morsi che la tormentano.

«Bene, tu?» rispondo, asciugando le mani sul pantaloncino a causa del sudore che le inumidisce per il mix di emozioni che sto provando in questo momento.

Mio fratello sta tastando il terreno, recuperando tempo con ridicole formalità.

«Bene, bene» si dondola sui talloni spostando lo sguardo ovunque, senza lasciarlo cadere mai su di me «Sono venuto qui per parlarti».

«Ti ascolto» lo incito a parlare, speranzosa che questa volta la nostra discussione avrà un finale diverso da quello dell'ultima volta.

«Mi dispiace» sputa timidamente «Per tutto» aggiunge poi.

Resto in silenzio, lasciandogli il tempo che gli serve per riuscire a continuare.

«Avrei dovuto ascoltarti, lasciarti spiegare e invece ho agito da vero stronzo. Ho rischiato di distruggere il bellissimo rapporto che abbiamo, ma soprattutto di perderti. E non ti biasimo se ora tu non voglia più parlare con me, se non mi voglia perdonare, perché so di aver esagerato e di aver detto cose che mai avrei dovuto dire» caccia fuori tutto così velocemente che a stento riesco a capire ciò che esce dalle sue labbra.

È una cosa che ci accomuna questa. Ogni qualvolta abbiamo un turbinio di emozioni dentro, le riversiamo all'esterno senza controllo, prima che esplodano come bombe.

«Jack è tutto ok» provo a tranquillizzarlo, prima che vada ancora di più nel panico.

Mi avvicino, stringendolo in un forte abbraccio. Era così che facevamo pace quando eravamo piccoli. Lasciavamo che le nostre braccia facessero tutto il lavoro, riportando la pace dove poco prima c'era stata la guerra. Da grandi, però, molto spesso questo non è abbastanza. Perché se da piccoli basta una semplice canzoncina che dice "mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigare" seguito da un po' di affetto per porre fine ad uno stupido litigio, da grandi non funziona proprio così. Da gradi bisogna fare a botte con sentimenti più profondi e malvagi come il risentimento, l'orgoglio, la rabbia che spesso prendono il sopravvento, non permettendoci di superare quanto è accaduto, rovinando poi tutto ciò che di bello c'è stato prima. Perché loro non se ne fanno nulla di una vecchia canzoncina inventata da chi sa chi per far capire ai bambini che se si ha litigato è per un qualcosa di brutto, cattivo che ci spinge a far ciò e non perché noi lo abbiamo voluto veramente. Semplicemente ci insegna che il bene vince sul male, o almeno dovrebbe, perché molto spesso purtroppo non è così. I sentimenti negativi molto spesso si insidiano nelle ossa, nella pelle, nei polmoni facendoci dimenticare cosa significhi fare un passo indietro, volere davvero bene a qualcuno, perdonarlo. Ci accecano, facendoci vedere solo l'oscurità. Ma a volte, la famosa luce in fondo al tunnel si fa vedere e ci aiuta a ritornare a casa.

«Ci siamo detti tante, troppe, cose che in realtà non pensiamo e che ci hanno fatto stare molto male. Abbiamo buttato all'aria tutti gli insegnamenti della mamma» continuo, accarezzandogli la schiena «Mi dispiace di non avertene parlato prima, di averti nascosto tutto e non aver minimamente preso in considerazione le tue raccomandazioni. Ma vedi, io penso che Travis sia davvero un'altra persona quando sia con me e lo sono anche mio. Fa uscire fuori un lato di me che non pensavo di avere e riesco ad essere davvero me stessa con lui» provo a fargli capire ciò che provo per quel riccio che ha rubato il mio cuore, senza chiedermi il permesso.

«Io spero davvero che sia così Becky, lo spero per lui» emette un sospiro profondo, stringendo la presa attorno al mio corpo «Sono contento che abbiamo finalmente chiarito».

C'è ancora una piccola cosa che gli devo confessare, però, e non so proprio come la prenderà. Seppure abbiamo fatto pace, questo non significa che lui accetti ciò che c'è tra me e Travis e ho paura della relazione che avrà non appena gli dirò della decisione presa ieri sera.

«Jack» sussurro, staccandomi da lui per trovarci poi faccia a faccia.

Voglio guardarlo negli occhi mentre glielo dirò, voglio che capisca dal mio sguardo quanto sia imporrante per me che lui lo sappia, ma soprattutto che lo scopra da me.

«Si?» le sue iridi azzurre mi scrutano attentamente.

«C'è un'altra cosa che dovrei dirti» affermo, tirando via le pellicine dalle mie labbra, con un pizzico di paura e agitazione «Vedi, ieri sera io e Travis abbiamo deciso di...» sento la bocca e la gola seccarsi improvvisamente a causa della salivazione ridotta, ma provo comunque a continuare a parlare «Beh noi... ci siamo messi insieme» continuo, abbassando il tono della mia voce tanto che ho il dubbio che abbia potuto non sentire ciò che ho appena detto.

Dalle sue labbra non esce alcun suono e la cosa mi agita parecchio. Restiamo in silenzio per interminabili secondi, prima che si decida finalmente a parlare.

«Sei sicura di ciò che stai facendo?» chiede secco.

In realtà no, vorrei rispondergli. Perché davvero non ne sono sicura. L'unica cosa di cui sono certa è che tra di noi ci sia qualcosa. Qualcosa che si vede, si percepisce e che non conosce definizioni. Ed è per questo che ho deciso di provarci.

«Sì» rispondo infine.

«Ok, allora per me va bene» scrolla le spalle.

Un sorriso si forma sulle mie labbra. Un sorriso sincero, pieno di amore.

«Ti voglio bene fratellone».

«Ti voglio bene anch'io» mi da un bacio sulla fronte prima di andar via, ma lo blocco prima che possa uscire dalla mia stanza.

«Jack» lo richiamo.

Si volta verso di me, aspettando di sentire cosa abbia da dire.

«Travis mi ha detto che avete chiarito le cose anche tra di voi e che siate riusciti a trovare un punto d'incontro. Di cosa si tratta?» chiedo, ricordando le parole di Travis.

«Nulla che ti riguardi, sta tranquilla» ammicca.

Eppure Travis mi disse che mio fratello me ne avrebbe parlato, probabilmente aveva capito male le sue intenzioni?

«Sicuro?» domando, poco convinta.

«Sicuro» mi sorride, prima di uscire definitivamente.

Non so se crederci o meno, ma decido di non pensarci per ora. Un senso di felicità pervade tutto il mio corpo, facendomi sentire finalmente libera. Dopo tanto tempo tutto sembra andare per il verso giusto. Anche se in realtà c'è ancora qualcosa da risolvere, qualcosa che nessuno sa. La mia dipendenza è di nuovo tornata, più forte di prima, ma questa volta voglio provare a risolvere le cose da sola. E per il momento, sembra che nessuno se ne sia reso conto, quindi presumo che non sarà difficile farlo. Questa volta, sarò abbastanza forte da rialzarmi da sola, o almeno lo spero.

Sento un bip provenire dal mio telefono, segno che è appena arrivato un messaggio. Lo recupero, scoprendo che il mittente è Travis.

Sto per arrivare a casa. Indossa un costume che ti porto in un posto.

Digito velocemente la mia risposta.

Dove andiamo?

Inizio a frugare nell'armadio, mentre attendo di scoprire la destinazione. Per fortuna il suo messaggio non tarda ad arrivare.

Mantengo la mia promessa, ti insegno cosa significa vivere con leggerezza.

Un gridolino incontrollato sfugge dalle mie labbra, a causa dell'eccitazione che brucia in me. Mi cambio velocemente, curiosa di sapere cosa abbia preparato Travis per me. Qualsiasi cosa sia, sento di fidarmi ciecamente. Lascerò che stravolga completamente i miei piani e la mia vita organizzata nei minimi dettagli, proprio come mi aveva chiesto lui. Perché io e Travis siamo abbastanza simili per capirci, ma allo stesso tempo siamo anche abbastanza diversi per sorprenderci a vicenda. E so che questa volta mi sorprenderà più di tutte le altre.




#Spazio autrice 🌹🖤
Ed ecco a voi il quarantanovesimo capitolo, cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo momento tra fratelli? Cosa avrà organizzato Travis per Becky? Vi comunico che siamo quasi giunti al termine di questa lunga e tormentata storia, ma ci sarà un sequel. Il secondo volume di "Take me home" sarà ambientato al college ed è lì che inizierà la vera storia d'amore tra Becky e Travis. Questo primo volume è stato una semplice introduzione a quello che succederà nel prossimo e spero che continuerete a seguirmi. Aspetto di leggere i vostri commenti, a presto! :)

P.S.: Vi ringrazio ancora per tutti i messaggi di auguri che mi avete mandato ieri. Non mi aspettavo di ricevere così tanto affetto, vi voglio bene! Ma soprattutto, grazie per seguirmi sempre!!

-Juls.

Profilo Instagram della storia: juls.stories

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