Chapter fifty-three
È passata una settimana da quella splendida giornata al mare. Sembra che io e Travis siamo finalmente riusciti a trovare un punto d'incontro, ora le cose tra di noi vanno decisamente meglio. Lui è molto dolce e premuroso, ma ho come la sensazione che non sia realmente se stesso. C'è qualcosa che lo turba e che non gli permette di aprirsi al cento per cento. Ci sono volte in cui si chiude a riccio, non permettendomi di scoprire le sue battaglie interiori e ci resto molto male, perché tutto ciò che vorrei è poterlo aiutare a lenire il suo dolore, mandar via tutto ciò che gli dà tormento e che lo rende schiavo di notti insonni.
In questa settimana è venuto spesso nel mio letto, a notte fonda, per trovare un po' di conforto a causa degli incubi che non gli danno tregua. Inutile dire, che la maggior parte delle volte finivamo per fare sesso. Non che mi dispiacesse, però, saperlo così nervoso fa sorgere in me mille domande e preoccupazioni. Cos'è che non gli dà pace? Cosa mi nasconde? Perché spesso è così combattuto nel dire o fare qualcosa? Forse sono io che sto sbagliando nei suoi confronti?
Vorrei solo che fosse felice e spensierato, ma per quanto mi sforzi, non sempre riesco ad alleggerire le sue giornate. Lui invece, con me ci riesce benissimo e lo fa sembrare sempre così semplice. Ma a volte tutto questo mi fa una paura tremenda, perché le persone che sono in grado di renderti felice, spesso sono anche in grado di distruggerti in un battito di ciglia.
Travis è passione pura, incontrollata e irrazionale. Una di quelle che non puoi gestire, ma che puoi solo lasciarti travolgere e sperare che non ti si ritorcerà contro.
Questi sono i pensieri che si susseguono nella mia mentre, mentre sono distesa sul letto a fissare il soffitto, aspettando che lui mi venga a prendere. Alla fine avevamo nuovamente deciso di volerci fare il tatuaggio. È un'idea assurda, lo so, ma sono due i motivi per i quali ho accettato di imprimere qualcosa di indelebile sulla mia pelle. Il primo è che la prima cosa che mi viene in mente se penso a quella parola sono gli indimenticabili giorni che abbiamo trascorso insieme alla baita, e il secondo motivo è che il significato nascosto in questo tatuaggio è qualcosa di molto intimo e profondo per me. Proprio come ci dicemmo quel pomeriggio, comunque andranno le cose tra di noi, nulla sarà più come prima e lui è e sarà per sempre il mio Zweisamkeit.
Il telefono squilla e allungo il braccio verso il comodino per prenderlo. Travis mi sta chiamando, probabilmente mi starà aspettando giù.
«Piccola» questo semplice nomignolo riesce a farmi sciogliere ogni volta.
«Ehi» lo saluto, mordendomi il labbro inferiore.
«Sono arrivato, sei pronta?» chiede, prima di bussare ripetutamente il clacson e inveire contro qualcuno.
«Sì, arrivo subito» chiudo la chiamata, precipitandomi verso la porta di casa.
Per fortuna l'ascensore era già al nostro piano, quindi ho impiegato pochissimi minuti per raggiungerlo.
Eccolo lì, il ragazzo bello e dannato che ho la fortuna di chiamare fidanzato. È alla guida della sua Mustang nera, che fuma una sigaretta tenendo il braccio fuori dal finestrino perché sa che odio sentire quel terribile odore in macchina. Indossa un paio di Ray-Ban, perfettamente intonati al colore dei suoi abiti scuri. I capelli sono scompigliati come al solito e un sorriso mozzafiato si forma sulle sue labbra non appena mi vede.
«Spegnila» ordino, prendendo posto sul sedile del passeggero.
Ultimamente sta davvero esagerando, qualche giorno fa è riuscito a fumarsi due pacchetti di sigarette in sole ventiquattro ore. Non oso immaginare in che condizioni siano i suoi polmoni a causa di questa merda. Proprio non lo capisce che così si sta ammazzando da solo!
«Agli ordini, capo!» esclama, gettando il mozzicone fuori dal finestrino.
«Sei senza speranza» affermo, riferendomi al poco rispetto che ha per l'ambiente.
«Non mi hai ancora salutato come si deve» mi ammonisce, avvicinandosi.
Il suo profumo di menta e tabacco invade le mie narici, mentre le nostre labbra danno vita a un bacio un po' troppo spinto per un semplice saluto.
«Non ne ho mai abbastanza di te» mormora sulle mie labbra, accendendo un fuoco dentro di me.
«Faremo meglio ad andare prima che ci ripensi» replico, contenendomi nel non saltargli addosso.
Ultimamente sta diventando sempre più difficile resistergli. Travis sta diventando, per me, una droga di cui ne sono ormai dipendente.
«Hai paura?» chiede, facendo partire la macchina e immettendosi sulla strada principale.
«Paura è riduttivo, sono terrorizzata!» ammetto, mordendomi le unghie.
«È una cazzata!» sdrammatizza.
«Forse per te che ne sei pieno, ma io non so cosa si prova e questo mi mette tanta agitazione» ammetto.
Non ho una soglia del dolore bassa e non mi fanno paura gli aghi, però mi hanno sempre detto che fare un tatuaggio fa molto male quindi non so cosa aspettarmi, ma soprattutto non so se riuscirò a sopportare quel fastidio.
«Sarà come avere dei piccoli pizzichi a ripetizione per una decina di minuti» prova a tranquillarmi, non sapendo che io odio i pizzichi!
«Dura così poco?» domando stupita e sollevata allo stesso tempo.
«Sì, non ci vuole niente a fare una scritta» mi spiega.
«Bene, allora penso di riuscire a resistere per dieci minuti» cerco di convincermi.
Continuiamo a parlare per tutto il tragitto, arrivando allo studio in pochissimo tempo. Lo capisco grazie a un'enorme insegna a led con su scritto "TATTOO". Parcheggiamo la macchina e ci dirigiamo verso l'ingresso del negozio. Apriamo la porta e un campanellino indica il nostro arrivo.
«Kevin!» grida Travis al mio fianco.
Un ragazzo alto e robusto, ci raggiunge dopo qualche secondo. È ricoperto di tatuaggi dalla testa ai piedi e ha due piercing sul viso. È pelato e ha degli occhi neri come la pece. Se il suo intendo è quello di incutere timore tramite il suo aspetto fisico, ci riesce alla grande. Ha tutta l'aria di essere un tipo poco raccomandabile e se fossi da sola non mi avvicinerei a lui per nessun motivo al mondo.
«Ehi amico» i due si scambiano una stretta di mano, seguita da una pacca sulla spalla «È lei la tua dolce metà?» continua, indicandomi.
Kevin posa il suo sguardo su di me, squadrandomi dalla testa ai piedi. Gli rivolgo un sorriso forzato, intimidita dal modo in cui mi guarda.
«Diciamo che la definirei tutt'altro che dolce! Ma comunque sì, lei è Rebecca» mi presenta.
Io sarei tutt'altro che dolce? Vuole per caso essere picchiato a prima mattina?
Gli lancio un'occhiataccia, mentre Kevin si presenta. I due iniziano a parlare dei tatuaggi che a breve faremo. Ho lasciato a Travis la scelta dello stile, fidandomi ciecamente di lui.
Io, nel frattempo, mi metto a curiosare in giro.
Il locale è molto piccolo, ha solo una sala d'ingresso e due stanze. Una è dedicata alle scorte e ai macchinari per sterilizzare gli attrezzi e l'altra è quella dove si effettuano i tatuaggi. Le pareti sono tutte dipinte di nero, con sopra tantissimi quadri e disegni di progetti. Ci sono statuette con riferimenti sessuali disperse un po' ovunque e una musica rock che riecheggia in tutto lo studio. Noto anche una parete dedicata ai premi vinti e devo ammettere che ne sono davvero tanti. Nel complesso ha un'aria molto dark che però si addice al contesto.
«Allora principessa andiamo?» la voce di Kevin mi fa sobbalzare. Mi volto, trovandoli entrambi alle mie spalle che mi fissano.
«Stavo solo dando un'occhiata» mi giustifico, rossa in viso.
«Tranquilla, fai come se fossi a casa tua» il pelato ammicca, spingendomi a seguirlo nella stanza accanto «Allora, chi inizia?» domanda, sedendosi su una sedia girevole.
«Io» rispondo, alzando istintivamente la mano «Si dice via il dente, via il dolore no?»
«Ok, sai già dove farlo?» ridacchia.
«Sì, qui» indico l'avambraccio.
«All'esterno?» controlla, tenendomi per un polso.
«Sì» annuisco.
«Ok, qualche minuto e iniziamo» dice, iniziando a preparare tutto l'occorrente «Siediti pure sul lettino».
Faccio ciò che mi dice e Travis mi raggiunge.
«Tutto ok?» si posiziona tra le mie gambe, giocando con una ciocca dei miei capelli.
«Credo di sì, tu hai già deciso dove farlo?» provo a distrarmi.
«Sì, penso che lo farò al tuo stesso posto».
Un sorriso spontaneo illumina il mio viso. Non avevamo mai parlato di dove lo avremmo fatto e sapere che sarà allo stesso posto mi rende felice. Non so il perché, ma è un gesto che apprezzo molto.
«Sono pronto» Kevin mi richiama, interrompendo il nostro momento dolce.
Travis si allontana e lui mi fa appoggiare il braccio su un poggia mano, posizionandolo in modo che riesca a lavorarci. Sistema lo stencil, lasciando che l'inchiostro si traferisca sulla mia pelle.
«Principessa sei pronta a marchiarti per sempre?» sogghigna divertito, percependo la mia agitazione.
Allontano subito il braccio, nascondendolo dietro la mia schiena.
«Se me lo dici così no» sono tesa a livelli estremi, penso che potrei svenire da un momento all'altro.
«Vuoi che ti tenga la mano?» propone Travis, ma appena capisce che ci sto ripensando prova a tranquillizzarmi «Davvero vuoi tirarti indietro proprio ora?»
«Farà male?» chiedo timorosa.
«No, te lo prometto» mi assicura e io decido di credergli.
Riposiziono il braccio davanti a Kevin, dandogli l'ok per iniziare.
«Parliamo d'altro però» imploro Travis, non appena sento il ronzio della macchinetta.
«Ok, di cosa vuoi parlare?» si siede sul lettino accanto a me.
«Parlami del significato dei tuoi tatuaggi» dico
la prima cosa che mi viene in mente.
«Vediamo, da dove iniziamo?» osserva indeciso le sue braccia.
Kevin inizia a bucare la mia pelle e chiudo gli occhi per il fastidio. Ammetto, però, che mi aspettavo di peggio.
«Allora come sai ho due rondini sul petto» Travis prova a richiamare la mia attenzione «Quelle le ho fatte perché le rondini simboleggiano il viaggio, la fortuna e la certezza di fare sempre ritorno a casa».
Resto stupita da questo significato molto profondo. Il tatuaggio è una cosa molto personale e il fatto che abbia accettato di parlarmene, significa molto per me. Decido quindi di chiedergli della bottiglia che vedo tatuata nella piegatura del braccio, al centro di una frase: "You booze, you loose".
«Questa si spiega da sola» afferma cupo e capisco subito che si riferisce a qualcosa di talmente importante che è successo in passato, tanto da sentirne il bisogno di inciderlo sulla pelle «Se ti ubriachi, ci perdi».
«Ma tu non bevi» a parte qualche birra o qualche piccolo shot, mi sembra di non averlo mai visto bere per davvero da quando ci consociamo.
«Ora non più, ma prima sì» risponde secco, facendomi capire che non ne vuole parlare.
Kevin spinge su un punto in particolare, facendomi cacciare un gemito di dolore. Decido di concentrarmi su Travis, indicando un altro tatuaggio all'intento del bicipite: "Don't stop till you surrender" . Accanto ad esso c'è anche una stella stilizzata.
«Beh anche questo sparla da sé» dice semplicemente «Non fermarti finché non ti arrendi».
Decido allora di rischiare, indicando un cuoricino nero che si trova tra il bicipite e la spalla. Rabbrividisco quando il mio sguardo cade su una rosa che si trova un po' più giù. Anche se è sempre stata davanti ai miei occhi, non ci ho mai fatto caso. È proprio così che ci avevo definito qualche giorno fa. Lui un cuore nero e io una rosa rossa piena di spine. Vederli ora disegnati sul suo corpo mi fa un certo effetto, sono davvero curiosa di sapere quale sia il significato che gli ha attribuito.
«Il cuore nero sono io, o meglio il mio cuore. È così che lo vedo» confessa, senza farsi troppi problemi e capisco che tra lui e Kevin ci sia un forte legame «Mentre la rosa indica l'amore che non ho mai provato e le spine il dolore che esso comporta. È un po' per ricordarmi che amare può fare davvero male».
È davvero triste sapere che ha questa concezione dell'amore, ma forse è proprio per questo motivo che ha decido di affrontare questa relazione con i piedi di piombo. Semplicemente ha paura di soffrire, ma io gli dimostrerò che l'amore può essere anche altro.
«C'è un detto molto popolare sulla rosa sapete?» si intromette Kevin «Chi desidera ardentemente una rosa deve rispettarne le spine».
Ed è esattamente quello che io sto facendo con Travis e non mi fermerò, a costo di ferirmi con tutte le spine che fanno da scudo al suo cuore.
«Bene principessa, io ho finito» il pelato si allontana dal mio braccio, permettendomi di ammirare il capolavoro che ha appena fatto.
«È bellissima» sussurro, non distogliendo lo sguardo da quella scritta che risalita sulla mia carnagione chiara. È semplice, ma particolare e mi piace da impazzire.
«Come ti sembra?» chiede Travis, speranzoso.
«Lo amo» confesso.
«Ne sono felice, ora tocca a me» sfrega le mani una contro l'altra, eccitato all'idea di tatuarsi.
Non appena prende il mio posto, gli squilla il telefono. Risponde, allontanandosi. E in quel preciso istante un'idea si fa strada nella mia mente.
«Kevin» chiamo l'omone girato di spalle.
«Si?» mi spinge a parlare, senza voltarsi.
Gli spiego ciò che ho in mente e accetta molto volentieri. Travis torna dopo qualche minuto, rivolgendomi uno sguardo interrogativo nel vedere Kevin disegnare qualcosa sulla mia mano.
«Che stai facendo?» chiede, avvicinandosi.
«Finito» mi informa Kevin.
Orgogliosa, mostro il mio nuovo secondo tatuaggio.
«Questi siamo noi» indico la scritta sull'avambraccio «E questo sei tu» continuo, mostrandogli il piccolo cuoricino nero che ho fatto sulla mano tra l'indice e il pollice.
«Tu sei pazza» sgrana gli occhi incredulo.
Prende il mio viso tra le mani e dai suoi occhi capisco che questo mio gesto l'ha emozionato più di quanto voglia far vedere.
«Sì Travis, sono pazza» sussurro a un centimetro dalle sue labbra «Ma di te» aggiungo, annullando la poca distanza rimasta tra di noi.
#Spazio autrice 🌹🖤
TAKE ME HOME HA RAGGIUNTO LE 10000 VISUALIZZAZIONI E IO ANCORA NON CI CREDO!!!! Non so davvero come ringraziarvi, questo traguardo è importantissimo per me ed è solo merito vostro. Ve ne sarò per sempre grata! 🙏🏻❤️ Anyway, capitolo un po' lunghetto, ma spero ne sia valsa la pena. Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacio. :)
P.S.: Questo capitolo lo dedico a amoilibri123_ , grazie per il continuo supporto! ❤️
-Juls.
Profilo Instagram della storia: juls.stories
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