"Il mio segreto"
"Mi trovo dentro una stanza buia, distesa su qualcosa di morbido, un letto molto probabilmente. Mi circonda una strana atmosfera. Sento delle mani che tentano di salire sulle mie gambe. Cerco di respingerle, ma non ci riesco, qualcosa sembra tenermi ferma. Le mani salgono sulle cosce, poi sulla pancia, finché non arrivano sulle mie guance. Vedo un viso a pochi centimetri da me, ma non riesco a metterlo a fuoco, non c'è luce, si vedono solo i suoi occhi che luccicano. Mette il suo corpo sopra il mio, ma non riesco a respingerlo. La sua bocca si poggia sulla mia e mentre mi bacia palpa le mie tette".
«Basta!». Apro gli occhi spaventata.
Sono tutta sudata. Sposto i miei capelli indietro e faccio una coda alta per non farlo appiccicare sul mio collo.
Odio questo sogno, mi perseguita da sempre. Quando avevo dieci anni mi avevano rapita e violentata, era stato mio fratello a ritrovarmi. L'uomo che mi aveva stuprata mi perseguitava da tempo, lo notavo spesso in giro ma non credevo che cercasse proprio me, pensavo fossero solo coincidenze.
Avevo solo dieci anni infondo.
Non l'ho mai detto a nessuno se non alla mia famiglia. So che dopo l'accaduto quell'uomo è scappato via e si è trasferito in un altro stato, ma ho la costante paura che possa ricapitarmi qualcosa, per questo avevo poi deciso di non uscire più di casa e rintanarmi in un mio mondo sicuro.
Accendo la bajour sopra il mio comodino accanto al letto e prendo il telefono. Sono le sei del mattino, oggi avrei avuto l'occasione di dormire molto di più visto che non c'è scuola, ma dopo il sogno che ho fatto non ho voglia di chiudere gli occhi, ho paura che possa risognarlo di nuovo.
Mi alzo e decido di andarmi a fare un bagno. Riempio la vasca e dopo essermi spogliata mi ci immergo dentro. Guardo fuori la finestra, il cielo è ancora buio, riesco ad intravedere qualche stella ma ormai stanno per scomparire. Mi soffermo poi a pensare al sogno... come può una persona sconosciuta rovinarti la vita per sempre?
Ho passato sette anni della mia vita a tenermi tutto dentro, non ho mai più parlato dell'accaduto dal momento che Owen mi aveva ritrovata sotto una casa sconosciuta. Io ero riuscita a scappare e non so come ero riuscita ad avere fortuna. Non ne ho nemmeno più parlato con lui. Penso a come ero stata trattata, ero solo una bambina cavolo, mi è stato negato di perdere la verginità con una persona che amassi. Forse è per questo che non mi sono mai innamorata di nessuno. Pensare che qualcuno mi debba toccare di nuovo mi fa venire i brividi.
Dopo essermi lavata esco dalla vasca e mi guardo allo specchio. Riesco a vedere solo una ragazza di diciassette anni, magra, ferita e fragile. Non mi sono mai sentita una ragazza come le altre, quindi non so nemmeno che cosa provano quelle della mia età. Vorrei però avere uno specchio quando guardo Mike, mi sento bene quando sto con lui. Al solo pensiero riesce anche a scapparmi un sorriso e mi sento talmente stupida.
Indosso una tuta e scendo al piano di sotto, non so quanto tempo ho perso rinchiusa in bagno, conoscendomi sarà passata un'eternità. C'è già mia madre seduta sul piano colazione della cucina che mangia il bacon. «Sei già di malumore?». Mi chiede.
Annuisco con la testa e apro il frigo a due ante. Prendo il succo di lamponi e lo metto dentro il bicchiere di vetro. «Ho avuto un incubo». Rispondo bevendo.
Non mi chiede niente però sull'argomento, sa che non parlo mai dei miei sogni, soprattutto quando sono incubi. «Oggi uscirai con Mike?». Mi chiede curiosa.
Mike gli ha chiamato ieri, non appena ho capito che stesse parlando al telefono con lui ho origliato tutto il tempo dietro la porta della sua stanza. Mio padre era contento che io uscissi, lei non molto invece, forse se fosse stata una ragazza sarebbe rimasta più contenta. «Si, ma non mi va molto». Faccio una smorfia.
In realtà non mi va e basta.
Il campanello suona insistentemente da non so quanto tempo. Né io e né mio fratello abbiamo però intenzione di aprire la porta. Mia madre è uscita quindi quella persona può aspettare tranquillamente fuori. «Britney, vai tu!». Sento mio fratello urlare dalla sua stanza.
Sollevo gli occhi al cielo e vado ad aprire io. Scendo le scale di corsa e apro la porta ritrovandomi davanti un Mike con un sorriso smagliante. «Che ci fai qui?». Gli chiedo sorpresa.
Riesce sempre a stupirmi questo ragazzo. Noto con piacere che è vestito elegante. Ha indosso una camicia bianca a maniche corte e dei pantaloni neri. «Sono venuto per ricordarti che stasera hai un impegno con il sottoscritto». Dice facendosi avanti dentro casa mia.
Chiudo la porta e lo seguo, sta andando verso il soggiorno. Non sapevo che conoscesse casa mia. Quanto tempo sono stata rinchiusa in camera mia negli ultimi anni? «Lo sai che esiste anche il cellulare?».
Si siede sul mio divano in pelle bianco e mi guarda dalla testa ai piedi. «Con i messaggi non mi avresti risposto, quindi sono venuto a costringerti di persona». Fa un piccolo sorriso.
Allora sta cominciando a conoscermi davvero bene. Non gli avrei risposto ai messaggi. «Che gesto carino». Sbuffo sedendomi al suo fianco.
Sento i passi di mio fratello venire verso la nostra stanza, non appena vede il ragazzo fa un fischio. «Ecco chi c'è». Dice salutandolo con una stretta di mano.
Poi si siede accanto a me e mi fa l'occhiolino. «Pronta per uscire?». Mi chiede sorridendo.
Scuoto la testa e la poso sopra la sua spalla già sentendomi stanca. «In realtà mi piacerebbe tantissimo rimanere a casa». Mi lamento.
Mi solleva dal divano tenendomi per le spalle. «Adesso tu ti vai a preparare nella tua camera che già è tardi, se vuoi una mano chiamo Reese». Dice premuroso.
Odio quando fa così solo per le cose che gli convengono a lui. «Ok!». Sollevo gli occhi al cielo.
Reese non ha perso tempo a venire da noi, con se ha portato anche dei suoi vestiti perché sapeva che io non avevo molta scelta. Abbiamo scelto un tubino nero abbastanza corto, senza spalline e in pizzo dietro la schiena fino al sedere. Poi metto un paio di décolleté color carne abbinate alla borsetta dello stesso colore. Ha fatto dei boccoli sulle punte dei miei capelli biondi e mi ha truccata con l'eyeliner sopra l'occhio facendomi uno sguardo più da gatta, fard di un rosa naturale, rossetto rosa chiaro matte e mascara sulle ciglia per rendermele più folti. Non ho voluto che esagerasse troppo. «Sei bellissima Brith!». Dice sembrandomi sincera.
Io allo specchio stento quasi di riconoscermi, spero di non combinare casini per questa sera. Mi porta nella camera di mio fratello dove si trova anche Mike. Provo un grandissimo imbarazzo, mi sento quasi nuda. Entrambi i ragazzi sorridono, e non mi piace questo sorriso. «Wow!». Si lascia scappare mio fratello. «Allora hai proprio deciso di fare sul serio stasera>>.
Il mio viso arrossisce, abbasso anche la testa. Non voglio sentire altre frasi del genre per questa sera. «Non esagerare». Lo rimprovero.
Non sono abituata a tutto questo, mi piace passare inosservata, non stare al centro dell'attenzione. «Lascialo stare tuo fratello, lo sai che è stupido». Dice Mike alzandosi dal letto.
Viene verso di me e mi accenna un altro piccolo sorriso. «Certo!». Sbuffa Owen. «A lui fa piacere questo tuo abbigliamento, almeno sa che potrà portarti al letto più facilmente».
Vorrei tirargli la cosa più dura che esista in testa. «Ma quella bocca non la chiudi mai?». Gli chiede Mike quasi offeso. «Sai anche essere peggio di tua sorella quando ti ci metti».
«Ehm, andiamo prima che io possa cambiare idea?». Gli chiedo guardandolo.
Spazio autrice:
Ecco un nuovo capitolooo! Cosa vi aspettate della serata con Mike? Non vedo l'ora di pubblicare un nuovo capitolo, spero di riuscirci domani.
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