OGGI: Metà Maggio 2017 - Ricordo...
Tutti commettiamo degli errori, chi più e chi meno, alcuni di questi sono solo equivoci che non hanno nessuna conseguenza altri però sono veri e propri sbagli di quelli che ti segnano per sempre e ti intrappolano in un senso di colpa infinito.
Il principio di tutto quello che sto vivendo oggi coincide purtroppo con la fine di una mia storia passata.
Ho sempre cercato di ricordare tutto quello che mi è successo, ma nella mia testa ci sono dei grossi buchi neri meglio intesi come - vuoti di memoria - ogni volta che chiudo gli occhi e mi concentro per ritornare in quel tempo nella mia testa rivivo sempre e solo gli stessi frammenti di ricordi.
Sono passati più di tre anni questo lo so, per il resto come detto il tempo non è per niente mio amico perché più giorni passano e più i ricordi si confondono e si sbiadiscono ed il fatto che io non ricordi bene quello che è accaduto mi angoscia anzi mi spegne.
Prego Dio ogni notte affinché mi faccia ricordare, ma non c'è ragione, forse non ho più il controllo della mia mente.
Dico per farmi forza che Lui il signore Iddio ha deciso così, perché vuole aiutarmi a dimenticare, per farmi stare meglio, ma io non voglio dimenticare, non posso dimenticare un passaggio importante della mia vita e allora mi sforzo di farmi tornare la memoria, ma è difficile, però delle volte sembra che sia sul punto di avere il ricordo giusto, quello che mi illuminerà e certe volte invece è tutto troppo vuoto.
Stranamente ho ben presente tutto quello che è avvenuto prima del mio incidente, ma non quello che è avvenuto dopo e per forza di cose devo attenermi a quello che mi hanno raccontato e seppur mi dico di credere alla loro storia, una parte di me sa bene che non è così.
I miei ricordi finiscono nella notte della mia prima volta con Mauro, quello si che è stato un momento di pura magia, poi riprendono in un letto d'ospedale per arrivare fino ad oggi.
Sono andata in overdose, nella sera dell'incendio, Mauro è andato via senza lasciare tracce di se, per il suo e il mio bene così mi è stato raccontato quando ho rivisto la luce in ospedale diversi giorni dopo l'accaduto.
I miei genitori in seguito a quel fattaccio hanno deciso di mandarmi a vivere dalla nonna nonostante abbia in tutti i modi possibili fatto ostruzione, per il mio bene era giusto fare dei cambiamenti, anche questo secondo i miei è stato suggerito da un dottore, ma qualcosa non mi torna.
Ho provato a cercare prove in questi anni, ma ho sempre avuto scarsi riscontri, ho contattato le mie amiche di Milano, nessuna di loro mi ha saputo dare notizie, Mauro è semplicemente scomparso.
Tante volte mi sono sentita con Imma, mai una sola novità, ci ripetevamo quasi sempre le stesse cose, tranne che nell'ultima chiamata dove mi ha detto una cosa sconvolgente: "Mia nessuno sa niente, non ci sono novità, però devo dirti una cosa, non ce la faccio più a tenere il segreto, che lui mi aveva fatto giurare di non rivelarti, beh, il giorno prima della sera dell'incendio, lui è stato al circolo, e parlandogli mi aveva detto che stava pensando di andare via!"
Forse è davvero andata così, Mauro è scappato via, perché era uno spacciatore questa è la verità e credo che io c'entri qualcosa, forse proprio per quel mio andare in overdose non ha fatto altro che spingerlo ad andare via.
Resta tutto troppo strano, mi mancano sempre dei pezzi per completare il mio puzzle, li ho cercati e non li ho trovati, ma nonostante ciò sono andata avanti ed ho lottato contro una nuova me stessa, più paurosa, meno vivace, una ragazza che per certi versi è totalmente sottomessa al volere altrui, non ritrovo più quella mia vecchia pazza e frizzante personalità e si anche abbastanza stronza, a volte non ho più uno spirito di reazione.
Non mi piace essere così, ma non posso reagire se non ricordo perché è successo, come se mi mancasse l'anello che congiunge quella me d'ieri con questa di oggi.
Sono diventata tutto questo proprio perché il passato non mi ha mai lasciato vivere per conto mio ed ora sono stanca, mortalmente stanca.
Stanca di sentirmi dire che sono una poco di buona, di dover dare sempre una spiegazione per ogni mio comportamento, stanca d'essere presa in giro, d'essere sempre io quella che si deve fare in quattro per gli altri, stanca di dover aspettare il mio cavaliere dall'armatura scintillante che viene a salvarmi.
Stanca del male che mi fanno ogni giorno e di quello che quasi sicuramente ho fatto in passato di questo non so perché, ma ne sono assolutamente convinta.
Vorrei solo un'altra occasione per sapere com'è andata per davvero, credo di meritarmela, giusto per riuscire a capire e quindi accettare tutto quello che è avvenuto nella mia vita dopo quel terribile avvenimento e provare così a giustificare queste lacrime amare che ancora mi chiedono una spiegazione...
Adesso in casa c'è silenzio, mia nonna non so bene dove sia, forse in chiesa, credo realmente che lei abbia una vita sociale più attiva di me; soprattutto in quest'ultimo periodo, ma è da un po' di tempo che non mi sento bene, sono sempre più stanca, senza energia e soprattutto questo silenzio mi uccide.
Ho deciso di salire fin sopra la mansarda, per recuperare la mia chitarra, ricordo che da quando mi sono trasferita qui non l'ho più toccata, l'hanno depositata quassù con molte altra mia roba.
Vorrei riprendere a suonare, magari con la musica riesco a non sentire questo silenzio che mi sta uccidendo.
C'è polvere ovunque, dalle tante finestre piccole in lontananze entra obliqua la luce rossa del tardo pomeriggio, rende tutto più nostalgico, non vorrei, per questo resto un po' ferma, a godermi questo momento lento, ma devo, se voglio trovarla quindi per forza di cose devo accendere la luce elettrica.
Ci sono divani, scaffali pieni di barattoli di vernice, immagino che sia secca, passo accanto ad una vecchia cassapanca, e non resisto, decido di aprirla, dentro ci sono tanti oggetti, un carillon con dei cavallini, per sfizio provo a dargli la corda, suona ancora e così l'appoggio sul pavimento di legno lasciandomi cullare da questo suono melodioso e dolce, c'è un album di fotografie, mi rendo subito conto che si tratta dei miei nonni, c'è pure una divisa da soldato, nel prendere la giacca, mi viene da starnutire per la troppa polvere accumulata, giocattoli e bambole di pezza, c'è tutto un mondo di ricordi qui dentro, con delicatezza rimetto tutto dentro, mi alzo e procedo in cerca della mia roba, il pavimento scricchiola sotto ogni mio passo.
In un angolo ci sono diverse biciclette, quella più alta e più antica dev'essere stata di mio nonno, vedo quadri con vecchi dipinti di case antiche, e poi mi fermo, c'è un dipinto che mi ha colpito, un casolare con dei cavalli liberi e subito la mia mente vola a quel casolare, il nostro casolare, con insistenza mi convinco a non pensarci, ad andare oltre, su un altro scaffale ci sono tante riviste di auto, queste devono essere di mio padre.
Ricordo bene gli stivali di mio nonno, stanno lì fermi sotto un attaccapanni sembrano voler testimoniare che lui è esistito veramente; impolverati, conservavano la forma dei suoi piedi e, sulla suola, il ricordo di tutte le volte che è stata nella sua adorata campagna.
Ogni minimo rumore, ogni scricchiolio del legno, ogni fruscio appaiono amplificati tanto da catturare continuamente la mia attenzione, non faccio altro che girarmi intorno, stando ben attenta a dove metto i piedi per non inciampare su qualche asse sconnessa del pavimento.
L'odore di vecchio che si respira, i miei movimenti lenti e cauti e tutti gli oggetti sparsi al suolo e nei bauli aperti producono in me un'impressione particolare: come se ad un tempo avessero preso a coesistere molteplici figure di un caleidoscopio, generando per un istante la percezione di unità con tanta storia, con la mia stessa storia passata; ed è lì sullo scaffale più nuovo che è accumulata la mia roba, subito la riconosco, vedo la custodia della chitarra con i miei pattini accanto, e uno scatolone raffigurante la Statua della Libertà, ricordo che l'avevo con me nella mia cameretta a Milano, così con passo più svelto mi avvicino.
Prendo la chitarra l'appoggio a terra e poi distendo le braccia per prendere lo scatolone, non è pesante, mi metto a sedere tenendo lo scatolone di fianco a me, l'apro con curiosità, proprio non ricordo cosa c'è nel suo interno.
La prima cosa che trovo è una felpa, la sua felpa, la riconosco subito è quella del nostro primo raduno di moto, quando quella sera avevo freddo e lui mi disse di prenderla, l'avvicino al mio naso, riesco quasi a sentire il suo profumo, la tengo un po' poi vado avanti, ci trovo delle candeline, sono quelle dei nostri mesiversari, già perché noi non abbiamo mai avuto un anno, un fumogeno bruciacchiato, foto, diverse foto, mie e sue e un diario.
Fisso quasi spaventata la copertina del diario; perché non ricordavo l'esistenza di questo diario, perché non è insieme a tutti gli altri miei diari, quaderni e agende?
Mi allungo per prenderlo e l'appoggio sulle mie gambe, la copertina è di velluto, l'accarezzo e noto poi come una parte di esso sia...bruciato!
Mi stanno salendo mille pensieri e tanti dubbi, sento l'angoscia pervadermi dentro, ma voglio leggere lo stesso cosa c'è scritto, fortuna vuole che è ancora leggibile in alcune parti.
"Oggi ci ho parlato. Non so più che dire, non capisco più nulla, so solo che sono già pazza di lui."
Questa frase mi da una scossa, mi fa sorridere, riportandomi con la mente a quando ho visto Mauro la prima volta, si, ora ne sono certa è sicuramente il mio diario.
Continuo a leggere per poi soffermarmi su un altro passaggio...
"Oggi sono uscita con lui, fuori dalla scuola è passato e mi ha portato via, proprio come nella canzone di Vasco..."
Salto qualche altra pagina...
"Milano è più bella vista in corsa da una motocicletta..."
Con l'indice e il medio, giro un'altra pagina, ma perché alcune sono attaccate, mi ritrovo senza volerlo quasi alla fine e leggo...
"Dal paradiso all'inferno nel tempo di mezzo cammino della luna fatto nel suo cielo, ora so cosa significa! Questa notte è successo un casino, non doveva andare così, mi ritrovo chiusa in gabbia nella mia stessa casa, tradita dal mio stesso sangue, ma non posso vivere quest'inferno in questo modo, c'è da impazzire! Ti scrivo ed ho il cuore in gola, ho paura. Vorrei fare qualcosa, ma non posso. Sto male. Le sento venir giù gocce di sangue dal mio cuore, nessuno che prova a fermarle, nessuno che mi da ascolto, dicono che Dio si faccia sentire di più nelle giornate no o nei momenti più bui e allora mi sono perso qualcosa, perché io non lo sento. Forse perché ho dentro troppo rumore per restare in ascolto, forse invece più semplicemente ho troppi silenzi intorno. Forse dovrei urlare di più, forse dovrei essere più forte, forse dovrei urlare fino alla morte."
All'improvviso mi gira la testa, perché come dei lampi appaiono scene dentro di essa, che mi sta succedendo!?! Vedo tutti loro, vedo il caos, non hanno un ordine preciso, prendo fiato, mi tocco il petto per darmi una calmata, ad un tratto desidero andare via da questa soffitta, ma c'è qualcosa che mi tiene incollato qui, ed è proprio questo diario.
"Gli ho scritto, non mi risponde."
C'è scritto su una pagina, giusto al centro. Leggo più lentamente ciò che segue nel lato di fianco...
"Mauro dove sei? È la terza chiamata, rispondimi ti prego? Sono preoccupata!"
"Posso sapere cosa ti ha detto per convincerti a non scrivermi nemmeno una parola?"
"Mi merito tutto questo?"
"Dimmi che è finita? Forza, stronzo!!! Dammi una ragione per odiarti, perché se devo restare così, io muoio, sono legata a te, ma tu non ci sei, sono nel mezzo tra ghiaccio e fuoco. Dove mi hai lasciata? Quando? Dimmelo, dammi una ragione, solo una perché io possa odiarti! Solo così posso sperare in qualche modo di sopravvivere a tutto questo!!! Mauro io non riesco a starci senza di te..."
"Se è per la mia famiglia, se loro ti hanno detto o fatto qualcosa, io sono pronta a lasciarli, posso scappare e venire da te e posso farlo anche ora, è te che ho scelto, ma devi rispondere, per favore, non capisci che questo silenzio mi uccide!?!?"
Questi che ho appena letti sono i messaggi che mandai a Mauro, in quella notte, non ricordavo di averli trascritti, per fortuna c'è un appunto, mi passo una mano sulle guance per fermare le mie lacrime sempre più copiose, mi sento male. Poi giro ancora un'altra pagina, intuisco che quello che sto leggendo è la mia storia, non posso davvero più fermarmi...
"Sabato 18 Gennaio 2014, Ore: 05:50,
Caro Diario, sono sempre più stanca di tutto quello che mi sta succedendo, lui se ne è andato e la colpa è tutta di mio padre, chissà cosa gli avrà detto, che minaccia gli avrà fatto!?! Dio quanto l'odio!!!
E se Mauro vigliaccamente ha deciso che tutto deve finire, lui deve dirmelo, ma guardandomi negli occhi, non può scomparire così, voglio proprio vedere se ha il coraggio di farlo.
Per questo HO DECISO VADO DA LUI: SCAPPO DA QUESTA PRIGIONE!!!"
E subito dopo c'è scritto...
"Urla, Spintoni, è successo il peggio. Noi due non siamo più niente, questo è il finale. Mi ha fatto capire che non devo più cercarlo, che non siamo fatti per stare insieme, e poi mi ha persino giurato che l'ha fatto quello sbaglio; me l'ha urlato di proposito davanti a tutti, sapendo che così mi avrebbe fatto più male. Voglio morire, per non sentirmi così. Chi è lui per trattarmi in questa maniera!?! E pure nonostante ogni cosa, non ho la forza per dirgli addio è ancora presente dentro di me, come si dimentica un amore così da un giorno all'altro!?! Non fa niente, va bene così, vedo pezzi di me sparsi ovunque, saprò raccoglierli, almeno ci provo, ora ho solo voglia di restare sola, devo scappare via da tutti.
Si, Diario, ma dove posso andare?
...Già solo qua!!!"
Presa dalla momento proseguo, su l'altra facciata c'è scritto...
Diario,
Pensavo.
Stanno succedendo tutte a me.
Sono qui, e c'è ancora lui nei miei pensieri, tutto questo mi fa solo piangere, ma c'è dell'altro, una rabbia che mi sta salendo dentro, penso, immagino che tutti spesso e volentieri hanno provato gelosia. Quel sentimento tanto violento che ti entra dentro all'improvviso e non fa altro che spingerti a voler strangolare quella persona che ti ha messo addosso la gelosia. Ti senti minacciare il territorio, perché quello è il tuo e nessuno ci può entrare. Ma ciò è peggio se questa minaccia viene da una persona a te vicina, nel mio caso, mia sorella, allora tutto peggiora.
Mi chiedo: mica posso ammazzare mia sorella!?!
Rileggo l'ultima frase che è molto più marcata.
Mi chiedo: mica posso ammazzare mia sorella!?!
Ho un flash, faccio uno scatto in piedi, impaurita, mi guardo intorno, sono sola, alzandomi di fretta non mi sono accorta di aver fatto volare il diario, la fatalità vuole che un foglio si sia staccato e inizia a volteggiare nell'aria, sempre più lentamente, si adagia poi sul pavimento, la vedo quella pagina, è quella che ho scritto con un pennarello nero...
Diario,
Maaa ciaooo, sono ancora qui...
Sento dei rumori d'altra stanza, un tuono è caduto giù dal cielo, ne sono certa, Lui è qui, il mio amore è venuto a prendermi, proprio adesso, vuole parlarmi... ... ...
Improvvisamente mi manca letteralmente il fiato, quasi non ho il coraggio di leggere quello che c'è dopo, leggo tutto nella mia testa, e queste parole sono bombe nella mia mente.
Sconvolta, indietreggio fissando quella pagina, indifesa che è un mostro davanti a me, l'inchiostro sembra animarsi, vuole acciuffarmi, non me ne rendo conto e sbatto con la testa sotto un asse, il dolore, mi fa inginocchiare.
Un violento capogiro - vertigini - più precisamente poi la presa di coscienza che qualcosa sta accadendo in me, seguono dei tremori alle braccia, senso di oppressione, respiro sempre più corto e le forze che vengono meno, mi addormento quasi o almeno resto in uno stato di apparente paralisi, ma qualcosa succede nella mia testa lo so perché vedo come vengo risucchiata in uno spazio temporale che mi porta alla notte dove tutto il peggio iniziò o finì del tutto, questo non so dirvelo.
Già, è proprio così, immagini e ricordi, si proiettano senza un volere nella mia testa, vedo lui, vedo me, vedo lei, ho un improvviso brivido che mi scuote dentro, è un brivido forte di quelli che ti lasciano senza fiato, e adesso voglio uscire da questi ricordi, non può essere vero, sono in trappola, cos'è questa visione che mi sta scavando dentro, i ricordi mi hanno preso, no, non può essere vero, non sta succedendo davvero, ho paura, io non sono così, mi stanno raccontando bugie, fermi tutti, che volete da me.
Pensieri, ricordi, uscite dalla mia testa, non siete voi, mi fate male così, ma che mi sta succedendo?
Niente, mi dico nell'attimo prima in cui tutto sta per oscurarsi, non sta succedendo niente, sto solo conoscendo la verità, si, ora ricordo tutto...poi il buio!
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