ANTEFATTO...di una notte maledetta
C'è sempre una storia dietro ogni attimo che una persona vive, solo che io al momento non mi ricordo la mia.
Per questo penso: e se tutto questo non fosse mai successo? Se il fatto che io mi trovi quassù non sarebbe mai accaduto? Mettiamo che tra un po' mi sveglia e mi ritrova nel mio letto, poi faccio colazione con la mia famiglia e alla fine come ogni mattina esco di casa per andare a scuola, mettiamo che questo è solo un incubo, e che dopo ricorderò tutto, a quel punto la storia andrebbe avanti nello stesso modo oppure diversamente? Non lo so, d'altronde perché perdere tempo con queste stupide domande, visto che tutto questo è successo per davvero.
Sono qui, ho da poco aperto gli occhi, mi fa terribilmente male la testa e sto lottando contro il mio stesso dolore per cercare di muovermi, alla fine ci sono riuscita a mettermi seduta con le spalle appoggiata al muro e adesso resto per un istante immobile a guardare la miriade di stelle che ci sono nel cielo blu della notte, l'aria è fredda, ferma e silenziosa.
In lontananza si sente il canto misterioso dei gufi e sul cornicione davanti a me c'è un corvo che mi fissa, quel suo sguardo profondo è terrorizzante, ipnotico, e all'improvviso cala il gelo sulla mia anima, un velo di tristezza si fa largo dentro il mio petto, è un macigno che mi opprime, è come vedere lo spettro più malvagio impossessarsi di me, diventando così padrone di ricordi che non vuole vedano luce nella mia testa, ha portato con se persino un corvo nero che gli tiene compagnia come il più antico servitore del nero della notte.
Mi fa paura il non staccare il suo sguardo da me, poi improvvisamente con un forte battito d'ali, vola lontano gracchiando ripetutamente...quello è un canto di morte!
Non so bene, ma qualcuno qui è morto.
Dalla tasca dei jeans prendo il pacchetto di sigarette, ne tiro fuori una è tutta ammaccata, va bene lo stesso, l'accendo, faccio un tiro più profondo del solito, cercando in qualche maniera di rilassarmi, prendere di nuovo coscienza dei fatti.
Mi dico per farmi coraggio che piano, piano, saprò ricostruire tutto quello che mi è successo.
La mia attenzione si è spostata quando il mio sguardo cade sul sangue secco tra le dita della mia mano, senza pensare a niente, fisso il fumo della sigaretta che scala l'aria in modo vertiginoso, ma non è questo a preoccuparmi davvero, no, è qualcosa di più profondo che ignoro e non capisco perché, sento continuamente quel peso addosso come di una croce caduta improvvisamente sulle mie spalle.
La cosa peggiore di tutta questa faccenda è che sono ciecamente convinta del fatto che ogni cosa successa è dipesa per colpa mia.
Uno scoppio!
Io che sussulto, dalla paura.
Un boato assordante che nel cuore della notte ha il senso di un qualcosa di definitivo e fatale, senza pensare al mio dolore, per istinto scatto all'in piedi, sotto di me il pavimento continua a tremare, sarà un terremoto, immagino.
Ma arriva nuovamente un'altra botta, questa ancora più pesante della precedente, accompagnata dallo scoppio di vetri che vanno in frantumi, adesso il cuore prende a batte forte, riesco a farmi forza per spingermi fino al muretto, mi sporgo per vedere cosa diavolo stia succedendo, presa dall'ansia mi sporgo quel tanto in più che mi vengono le vertigini e subito devo ritrarmi, ho visto le fiamme venir fuori dalle finestre, sono come grandi lingue rosse di tanti draghi messi insieme.
La paura si sta impadronendo di me e nonostante io faccia fatica a muovere anche solo una gamba mi costringo ad andare via, devo scappare lontana, perché se resto qui sopra, anche solo per un altro minuto, è certo che sarà la fine di questa mia storia.
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