Capitolo 21

"Va bene, ditemi i vostri nomi, cognomi e classe" Disse facendoci accomodare dentro l' aula, tutti i ragazzi e le ragazze ci guardavano.

"Jean Kirchestein 5-D" Disse Jean dopo aver fatto l' occhiolino ad una ragazza.

"Armin Arlet 5-D" Disse timidamente Armin e ora dovevo dire io e avevo ansia.

"Giulia Li Causi 5-D" Dissi e una chioma corvina al mio nome alzò la testa.

"Ehm...Li Causi tutto attaccato?" Chiese la prof. come facevano tutti.

"No staccato." Risposi e ci fece mettere nei banchi nei assenti, capitai vicino alla chioma corvina familiare.

"Ackerman dopo il pisolino che ne dice vuole pure un caffé?" Disse ironica la professoressa.

"Magari." Sussurrò Levi, gli tirai un pizzicotto e alzò la testa per vedere chi lo disturbava.

"Am...Giulia che ci fai qui?" Mi chiese su un foglietto mentre la prof. spiegava.

"Il nostro prof. manca e pure la classe dove dovevamo andare quindi ci hanno mandati qui." Scrissi e lui dopo mi prese la mano nella sua.

Per tutta l'ora siamo rimasti mano nella mano, e io visto che potevo non seguire come i miei compagni misi le cuffiette e ascoltai la musica.
Intrecciammo le dita e lui strinse leggermente la mia mano dopo averci dato una carezza col pollice.

Alla fine della prima ora, la professoressa Petra Ral venne verso di noi e Levi sbuffò, la professoressa gli sorrideva e lui staccò la mano dalla mia.

"Ackerman come ogni giorno dopo le 11:50 come sempre venga nel mio ufficio, e domani stessa ora." Disse la professoressa facendo l'occhiolino a Levi.

Le prime cose che a cui pensai erano: tradimento, bugia o solo delle ripetizioni.

"A cosa stai pensando?" Chiese guardandomi negli occhi.

"Niente." Risposi cercando di non far trasparire nessuna emozione.

"Gelosa?" Chiese con un ghigno.

"Per niente, sono solo leggermente delusa." Risposi freddamente.

"Perché delusa....?" Chiese stranito.

"Perché mi avevi detto che uscivi a l'una meno un quarto e non alle 11:50" Risposi ovviamente. 

"Beh...credevo ti saresti arrabbiata se avessi passato con una ragazza un' oretta circa." Disse e io non parlai più, mi girai dall' altra parte e cercai lo sguardo di qualcuno che conoscevo.

Jean mi guardò come avesse capito cosa pensavo e la sua faccia valeva più di mille parole.

"Ragazza...  È una fottuta professoressa di sta minchia.." Borbottai tra me e me.

"Guarda che ti ho sentito." Rispose Levi avvicinandosi a me.

"Si va ben." Dissi e poi mi sposta di posto e andai vicino ad Armin che era da ora mai un po' di giorni che mi guardava di più del solito.

Levi fece il cenno che se mi toccava lui lo avrebbe ucciso e Armin annuì, mi girai verso il biondo e lo abbracciai e le sue gite si dipinsero di rosso, Levi ci guardava e io gli facevo la linguaccia.

"Bambolina poi quando siamo soli in camera me la paghi.." Dice con un tono malizioso e inizio a sentire caldo.

"Non vedo l'ora." Gli rispondo e Armin ci guarda più in imbarazzo lui di noi.

"Professoressa!" Alzo la mano e dico per farmi notare da miss troia capelli arancioni, si girò verso di me con una faccia confusa ed io chiesi gentilmente di andare fuori e mi lasciò andare, Levi mi guardò uscire e poi scrisse, ero alle macchinette e mi stavo facendo palesemente i cavoli miei.

Mi scrisse Eren e io gli risposi, mi chiese se avevo da fare appena uscivamo e io gli risposi che probabilmente avrei studiato ma, lui mi invitò in un posto che conosceva lui a studiare insieme allora accettai.

Levi mi chiese se ero viva e quanto ci mettevo così entrai subito in classe col telefono in mano, la professoressa mi guardò malissimo e io le feci un genuino sorriso finto alla stai zitta che polverizzo.

Tornai al banco e anche se Levi mi guardava come per dirmi qualcosa ritornai al telefono.

"Li Causi si becca rapporto." Disse la professoressa, alzai la testa dopo aver finito di rispondere e lei mi guardò con una faccia sconvolta.

"Scusi, tutti stanno usando il telefono quindi perché proprio a me il rapporto, non è manco una mia professoressa..." Spiegai molto tranquillamente e la signora di alteró e fece per dire qualcosa.

"Lei non deve contrastare la mia parola, se io le do rapporto significa che c'è il motivo, che io sia una sua professoressa o meno!" Alzò la voce, spalancai gli occhi e mi alzai di scatto.

"Inizi a non urlarmi che non vorrei alterarmi." Dissi con tono più calmo che potevo ma, a quanto pare alla prof le diede fastidio e si alzò pure lei dalla sua sedia, ci guardammo con uno sguardo truce e io pensavo solo a quanto l'avrei voluta menare.

"Siamo a due rapporti, se non vuole aggravare la sua condizione la inivito a sedersi e di tacere." Disse battendo una mano sua scrivania, feci un respiro profondo per non fare azioni brutte.

Respirai e la guardai, la parte di me che mi diceva di calmarmi stava morendo e Levi mi guardava in modo di rimprovero, gli sorrisi e mi allontai dal banco, battei tutte e due le mani sulla scrivania e lei sbatté gli occhi per lo spavento.

"Lei non mi fa paura, veda di non urlarmi più perché non vorrei alterarmi io." Dissi con tono piatto e inquietante, mi guardò spaventata mentre si avvicinava al computer per scrivere le note disciplinari.

"Comunque sono quattro le note: 1) Ho contraddetto un insegnante, 2) Ho sbattuto le mani sulla scrivania e 3) le ho fatto capire che non mi importa il suo ruolo, per quanto credo sia mediocre, lei non ha il diritto di urlarmi in faccia, 4) sono uscita senza permesso dall'aula.." Dissi con tono acido e lei mi guardò stranita.

"E quando è uscita?" Mi chiese non capendo e io le risi in faccia.

"Adesso" Le risposi menefreghista per poi uscire da quella stanza e andarmene in giro per i corridoi finché non fosse finita l'ora.

Camminavo per i corridoi e sentivo le mano fremere e congelarsi, non avevo freddo però il nervoso faceva avvenire queste cose, odiavo la mia parte stronza ma da una parte era parte di me e me ne fregavo che non piacesse perché alla fine era la parte che amavo.

"Pel di carota del cazzo." Sbuffai ripensando che mi aveva fatto sbottare e che in quel momento sarei stata con Levi..

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