Capitolo 20
È stato orribile, aiutami mi sento malissimo, ci siamo pestati e ti devi preoccupare perchè mi ha torturato a sangue e vai da lui e fagli malissimo.
Pensai.
"Sicura di stare bene?" Chiese e io annuí e gli diedi un bacio a stampo.
Lui mi prese e mi tiró verso di lui facendomi gemere dal dolore, sentivo male dappertutto e lui mi guardò preoccupato.
"Giuli non mentirmi." Disse lui mentre mi accarezzava le mani.
"Non sto mentendo, solo sai sono caduta sto pomeriggio e sento che si stanno formando alcuni lividi." Dissi e lui mi bació mentre faceva le flessioni.
"Ti voglio tanto bene." Disse lui con un sorriso.
"Non mi ami?" Chiesi.
"Quelle due paroline le diró poi in una giornata speciale." Rispose e io sorrisi e mi ricambió lasciandomi sorpresa.
"Aspetta, aspetta.. Rivaille Ackerman mi ha sorriso, evento più unico che raro, e bellissimo." Dissi stampandogli un altro bacio.
"Mi hai beccato." Disse lui passandomi il dito sulla schiena, nella colonna vertebrale.
Quasi urlai dal dolore ma lo strozzai mordendomi con forza il labbro fino a farlo sanguinare.
"Oh cristo, vieni che ti disinfetto." Disse Levi un pochino preoccupato.
"A cosa pensavi? Ti ho fatto male io?" Chiese nervoso.
"N-non mi hai fatto male tu.. E non stavo pensando a niente." Risposi con un' altra bugia.
"Sicura?" Chiese incerto andando a prendere cotone e disinfettante.
Inizió a tamponarmi il labbro inferiore dolcemente come se fossi di cristallo e avesse paura che mi potessi frantumare ad un movimento sbagliato.
Dopo un po' non uscí più sangue quindi smise di tamponare.
Posó delicatamente le sue labbra sulle mie dandomi un dolce bacio ovviamente ricambiato, misi le braccia al collo del corvino giocando con i suoi setosi capelli stra belli mentre lui sempre con cautela mise le sue mani sui miei fianchi.
Non mi fece male, non troppo peró avevo bisogno di dormire quindi staccai il bacio.
"Ho un po' sonno." Dissi e andammo nel mio letto, abbracciati ci addormentammo.
Non sapevo come avrei fatto a coprire l' imminente occhio nero che stava arrivando, ma in quel momento non mi interessava.
Mi bastava per adesso stare tra le sue braccia e sentirmi al sicuro.
E nelle braccia di morfeo ci addormentammo.
Il giorno dopo ci svegliammo e io prima di lui per fortuna.
L' occhio nero era lí, non troppo gonfio ma era violastro.
Quindi potevo fare solo una cosa.
Chiamare Isabel.
<Pronto?>
<Si Isabel, beh sono io Giulia, mi potresti portare dei trucchi per coprire un livido.>
<Beh..va bene arrivo, ti trucco io non sei capace.>
<Hai ragione, peró vieni e veloce.>
<Arrivo.>
E dopo questra frase chiusi la chiamata e restai in bagno chiusa perché se mi avesse vista in quello stato sarebbe svenuto o si sarebbe arrabbiato molto con il biondo dalle grandi sopracciglia.
E intanto mi cambiai mettendomi un jeans nero con una maglia a maniche corte bianca e la felpa nera come le scarpe.
"Giu?" Mi chiamò Levi con la voce ancora impastata dal sonno.
"Mi sto cambiando in bagno." Dissi e poi sentii un leggero battito sul legno della porta.
"Posso entrare?" Chiese teneramente.
"Mi dispiace ma no." Risposi e poi sentii un altro bussare sarà Isabel.
"Isabel che ci fai qui?" Chiese il corvino.
"Devo andare da Giulia." Rispose e le aprii un pochino girandomi per non farmi vedere.
"Lesbo ingenue." Commentò Levi scherzosamente ma con una nota di fastidio. Geloso.
"Giulia okey girati e dimmi do-" Disse Isabel e poi si fermò quando mi girai.
"Chi te lo ha fatto?" Chiese incuriosita e nervosa.
"Sono andata a sbattere." Ancora bugie..
"Ok posso non farlo vedere, quindi gli occhi." Disse sicura e chiusi gli occhi.
Quando toccava l' occhio con il dito o con il pennellino sentivo una scarica di dolore, ma chi bello vuol sembrare soffrire prima deve.
Dettagli ma faceva male.
Dopo dieci minuti mi dice che posso aprire gli occhi, e avevo sentito che aveva toccato pure l' altro occhio.
"Ta-da!" Disse e poi mi girai verso lo specchio e notai che mi aveva messo un po' di eiliner.
"Grazie Isabel! Non si nota più." Dissi accennando un sorriso.
Uscii dal bagno e Levi mi guardò e accennò un sorriso.
"Isabel girati un attimo." Disse Levi e quando si fu girata mi venne a baciare a stampo per poi toccarle la spalla alla ragazza che lo abbracciò un attimo dopo.
"Dai andiamo che se no facciamo tardi." Disse il corvino staccandosi dall' abbraccio.
Andammo tutti nelle rispettive classi, e io nella mia dove vidi Eren e Armin parlare come ogni giorno.
É la prima volta che arrivo prima dentro la classe.
Andai verso il mio banco e ci posai la cartella sopra per poi con un cenno salutare i miei amici e poi prendere il materiale della prima ora.
Dai sperai non così male di dure ore consecutive di matematica, faccio schifo non ci capisco niente.
Aspetta...non ho fatto i compiti.
"Armin passami il tuo quaderno." Dissi e lui me lo passò e iniziai a copiare i compiti e dovevo farlo in due minuti.
Erano le otte e il professore non era ancora entrato quindi decisi di riuscire a ricopiare tutto, e tutto ricopiai.
"Ragazzi il vostro professore di matematica oggi é assente." Entrò la bidella e disse la notizia.
"Verrete smistati nelle seguenti classi, non portate le sedie che ce le hanno." Continuò dopo un po' di bordello che facemmo.
"Li Causi, Kirchestein e Arlet nella 4-C dell' università, visto che mancano classi perché oggi c' era una gita." Disse la bidella e mentre diceva gli altri nomi io e i miei amici iniziammo ad andare verso la 4-C.
"Tu bussi e Lui parla." Dissi indicando prima Armin e poi Jean.
Armin bussò.
"Avanti." Disse il prof. seguito da alcuni ragazzi.
"Buongiorno, il professore della nostra classe e la classe che ci doveva tenere per le successive due ore mancano, la bidella ha detto che dovevamo venire qui." Disse Jean tuttimo d' un fiato.
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