Capitolo 19

Levi's pow :


Aprii la porta comunicante per capire cosa aveva quel moccioso da tanto urlare, ma al suo posto vedo tre ragazzi rossi e Giulia in reggiseno.
Una domanda, o forse piú di una, mi affiorano in testa.

Tipo...faccio qualche esempio banale. Perché lei é in reggiseno? O perché Eren é vicino a lei? O per concludere in bellezza, perchè loro tre sono qui con Giulia che anche lei non so' perchè è qui?!

Però poi vedo Eren provare a dire qualcosa ma finisce per balbettare e gesticolare.

"Io..c-cioè..ehm..n-no ho fatt-to niente-e, a-abbiamo!" Disse in sua difesa mentre gli altri mentre guardavano il mio sguardo glaciale sembravano morti di paura.

"Perchè sei qui Giù? E perchè sei..mezza svestita?" Chiesi con tono roco.

"Perchè..posso spiegarti in privato tutto?" Disse lei e accettai, non si devono mai dare conclusioni affrettate..

Entrammo in camera e i ragazzi ancora con le gote arrossate non spiccarono parola nemmeno dopo la nostra uscita.

"Ascoltami fino alla fine e poi fammi le domande." Disse lei e io annuii mentre ci sedevamo sul suo letto.

"Allora, eravamo al parco con Eren e sono caduta..e cadendo mi sono fatta male con qualcosa che mi ha tagliato, ed Eren iper preoccupato ha deciso di venire qui per medicarmi nel punto in cui mi ero fatta male." Disse lei e si avvicinò a me.

Mi prese il viso e mi guardò gli occhi e sorrise, poi mi diede un semplice bacio casto a stampo e mi accarezzò la guancia.

Mi alzai e distolsi il mio sguardo da le sue perle verdi e arrivai alla porta comunicante, bussai e quando mi diedero il consenso aprii, nessuno mi guardò in viso, tutti a testa bassa.

"Grazie per aver medicato Giulia, Eren." Dissi e alzò lo sguardo con un sorriso raggiante.

"Prego e dille di stare più attenta  dove cammina." Disse facendo una mezza risatina.

Mentre gli altri alzarono il capo e il ragazzo dai capelli biondo cenere e occhi marroni disse un semplice <ciao> e invece il più mingherlino dai capelli biondi e occhi dal colore del mare sussurrò <scusa per prima e ciao.> a testa bassa.


"Mi piace quando sei in reggiseno." Dissi fissandola.

"Levi, Levi ora mi metto la maglietta mi dispiace, o forse no." Disse lei.

"E se invece ti togli il reggiseno e tutto, e facciamo qualcosa.." Dissi col tono più sensuale e malizioso possibile.

"No." Rispose fredda lei.

"Come n-no?" Ripetei stupito.

"Non sono ancora pronta, scusa amore." Disse abbassando lo sguardo.

"Va bene, però la prossima volta non sarò così magnanimo." Dissi un po' innervosito.

"Mhmh..." Mugulò lei mentre si slegava la coda.

"Sei bellissima." Ammisi guardandole i capelli che le incorniciavano il viso.

"Grazie, ma tu sei molto più bello." Disse guardandomi.

"Giuly andiamo a cena?" Chiesi e lei annuí mettendosi delle scarpe comode e la maglia.

Mentre andavamo eravamo mano nella mano, molto romantico, nessuno era li che ci poteva disturbare o almeno credevo.

"Li Causi." Disse un tono che conoscevo molto bene e lei si voltó mugolando qualcosa per poi sgranare gli occhi.

"Signor Smith noi stavamo andando a cenare parleremo dopo." Disse lei stringendo la mia mano.

"La prego o dovró farla convocare dal preside." Disse con un ghigno.

"Dove ci vediamo?" Chiese lei.

"Davanti alla vecchia aula di scienze." Rispose Erwin sorridendo iniziando ad incamminarsi.

"Levi non mi seguire. Poi torno, scusa." Mi disse rammaricata.

"Stai tranquilla, a dopo piccola." Dissi triste andando alla mensa mentre le nostre strade si separavano.

Giulia' s pow:

Mi incamminai velocemente all' aula dove Erwin era già presente.

"Io lascio stare Levi se ti fai torturare, giusto?" Chiese retorico.

"Si..." Risposi mentre mi metteva delle manette.

"Te la cavi nel corpo a corpo?" Chiese e io in risposta annuí.

Inziammo a lottare alcune volte spostando oggetti lanciandoceli per procurarci dolore, vetri per terra dove caddi in ginocchio strozzando un urlo di dolore mentre i vetri entravano dentro alla pelle facendola sanguinare.

Lui mi prese per i capelli e tiró in aria, con un sorriso ai lati con rivolii di sangue, il pugno tirandolo sull' occhio sinistro facendomi molto male.
Non riuscivo ad aprire quell' occhio e lui usó questo svantaggio a suo favore mettendosi nei lati ciechi.

Mi colpiva e ri-colpiva, tra gomitate e calci in pancia a schiaffi e pugni sul restante corpo.
Io rispondevo a tentoni, non ce la facevo più, e Erwin per il suo piacere e il mio dolore tiró fuori una frusta facendomi rabbrividire.

Era in pelle e me la tiró sulla schiena con forza facendomi contorcere dal dolore.

"Che c'é non ti piace?" Chiese ridendo.

"E ora conta, da capo !" Disse tirandomi un' altra frustata.

"U-uno." Iniziai mentre ne tirava ancora.

"Due-e..."

"T-tre-e." Dissi a denti stretti per non urlare stringendo i pugni facendo sbiancare le nocche.

"Quat-...quattro." Dissi a fatica sentendo che dalle ferite stava uscendo il sangue, caldo e lento che mi macchiava la maglia.

"Cin-nque!'' Dissi e dopo questa lui ne tiró fino ad arrivare alla diciassettesima.

"Diciotto." Avevo ormai la voce spezzata e la schiena che bruciava.

"Sei stata brava, vattene." Disse alla fine del 'gioco'.

Mi incamminai e arrivai in palestra, non potevo presentarmi cosí a Levi..avrebbe dato di matto.
E mi feci un doccia calda per pulirmi da quel liquido cremisi che mi imbrattava.
Mi medicai le ferite e misi una maglietta di ricambio che avevo nel mio armadietto per fortuna.

Le fasciature le avevo messe solo dove non si potevano vedere, e per fortuna l' occhio non era nero e non avevo traccie di sangue ne sui vestiti ne sul corpo.
Mi incamminai a tentoni quasi perdendo i sensi in camera dove un Levi impassibile, a braccia conserte mi aspettava.

"Cosa avete fatto? Stai bene? Ti ha toccato? Mi devo preoccupare? Gli vado a spaccare la faccia!?" Iniziò l' interrogatorio.

"Abbiamo parlato, sto bene, non mi ha toccato, non preoccuparti, non spaccare la faccia a nessuno." Risposi mentendo tutto con un sorriso forzato.

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