Capitolo 14

Io d'impulso la abbracciai, e le asciugai con i pollici le sue lacrime calde scese sul suo viso e le diedi anche una carezza sulla guancia.

"Stai tranquilla io me la caverò." Dissi ma lei nel mio incavo del petto scuoteva la testa in segno di -no.

"Andiamo in camera nostra." Disse lei e io feci un mezzo sorriso alla parola -nostra.

Erwin può aspettare ora devo stare con la mia principessa.

"Erwin se ti tocca se ne pente." Disse lei.

"Va bene, però ora ho un po' di fame andiamo a pranzo." Dissi e andammo verso la mensa.

Non ho voglia di stare ad un tavolo di mocciosi, chiedo a Giulia se vuole venire nel nostro tavolo della squadra.

"Giù vieni al tavolo della squadra?" Le chiesi e vidi entrare Erwin in mensa, perchè..

"Certo." Disse lei vedendo Erwin e mentre si avvicina lei si mette davanti a me con uno sguardo minaccioso verso l' uomo.

"Levi, vieni dobbiamo parlare." Disse lui e lei gli prese il colletto portando il suo viso al proprio per dirgli due cose faccia a faccia.

E se ne andò, non sò cosa gli avesse detto...sò solo che si giró con un sorriso e andammo verso al tavolo.

Oggi nel menù c'era il sushi, adoro i nighiri.

E da bere visto che non fa tanto caldo e non si è in Siberia, presi un thè nero senza zucchero, e lei uno verde senza zucchero.

"Da quando non metti lo zucchero?" Le chiesi e dopo un sorso della bevanda mi guardò.

"Da quando mi avevano detto dei medici che avrei potuto avere il diabete se assimilavo troppo zucchero, anche se sono fuori pericoli ora sono abituata a non mettercelo lo zucchero." Rispose lei.

"Va bene, aspetta, aspetta perchè, te il diabete ma da piccola eri, anche adesso, magra." Ribattei io serio.

"Diciamo che non sono sempre le persone grasse ad avere problemi..." Disse lei e la fissavamo.

"Stai bene?" Chiesi visto che vidi mettersi una mano sul cuore.

"Si..almeno credo." Disse lei a tentoni mentre io mi stavo preoccupando.

"Che hai? Non mi hai detto tutto!" Dissi io in quasi preda al panico.


Giulia's pow :

Una fitta al petto mi colpì memtre Levi si preoccupava e mi chiedeva cosa avessi ma più ci pensavo più i ricordi affioravano la mia mente.

Flashback..
Eravamo li in un lettino di ospedale io non mi ero sentita bene a scuola e avevano avvissato la signora dell' orfanotrofio di quello che mi era successo, pensavano ad attacchi cardiaci, tumori, cancri...perchè il dolore continuava a crescere nel mio petto, sapevo di avere il colesterolo (grasso che può portare alla morte visto che si posiziona vicino al cuore affaticandolo) e speravo di non finire come mia "nonna" che era morta mentre si era addormentata su un treno e non si svegliò più.
E tutti erano preoccupati e mi sembrava che qualcuno mi stesse accoltellando e volevo solo urlare, mi trattenevo molto.
Avevamo ragione sul colesterolo e un dottore entrò con botticine, siringhe e aghi...
Io per la mia fobia degli aghi inizio acorrere in tutto l'ospedale fino ad uscire e dirigermi verso la fontana che era ricoperta di neve, vidi uscire questi dottori erano in otto e mi bloccarono anche se tiravo pugni e calvi a testa e a manca, però loro riuscirono ad addormentarmi con una puntura con un sonnifero nel mio braccio.
E li urlai davanti agli occhi increduli di Rivaille.
Fine Flashback...

"Giulia!" Mi urlò Levi e mi resi conto del mio respiro affannato e non riuscivo a vedere il viso di lui ma quello di quei dottori ed ebbi come da piccola un colpo di panico.

Iniziai a correre e vidi che mi seguivano, più correvo più faceva male, però avevo paura.
Ad un certo punto qualcuno aveva fatto il giro e mi erano capitati davanti e sbiancai complatamente mentre tremavo.

"Giulia, non ti facciamo del male." Disse credo Levi ma in quel momento mi ricordai del dottore che mi disse la stessa cosa.

"Andate via!" Gli urlai, ma ormai ero in trappola.

"Giulia, non sono un dottore, sono io Rivaille." Disse lui e mi calmai, non aveva mai voluto di essere chiamato o chiamassi così, dal suo viso c'era sicurezza che fece svanire quel ricordo dove avevo paura di nuovo dei dottori e aghi.

Mi tese una mano verso di me come se avesse capito da cosa io avessi visto.

"Loro torneranno Levi." Riuscii a dire e poi caddi con le ginocchia a terra.

Levi preoccupato venne subito da me e mi prese a principessa, vide la paura nel mio volto con gli occhi spenti.

"Finché ci sono io loro non ti toccano." Disse lui ma non gli credevo.

"Levi me lo hai detto anche quando eravamo piccoli peró quello mi prese e mi sedó davanti ai tuoi occhi." Dissi seria.

E intanto come sapevo che sarebbe successo mi portó in infermeria a controllarmi.
Il suono dell' elettrocardiogramma era piú veloce del solito e lo guardai e vidi un 125, mi preoccupai perché disolito si ha un attacco caridiaco.

Tutti erano nelle loro stanze mentre Rivaille rimase vicino a me.

"Ti senti un pò meglio?" Mi chiese stranamente dolce.

"Si." Sussurrai e lui fece un mezzo sorriso.

"Posso fare una cosa per vedere la reazione di un'altra?" Mi chiese e io annuì e basta.

Mi prende il viso e lo accarezza e lo avvicina al proprio, poi mi bacia e vede dall' apparecchio che controlla i miei battiti, sono aumentati di molto, lui mi guarda e sono completamente rossa.

"Noi cosa siamo." Dissi con un filo di voce.

"Fidanzati?" Chiese e i miei batti andarono decisamente a puttane lui lo notò, e fece un sorriso divertito.

"Non so perchè ma creso sia un sì." Affermò lui e io lo presi e lo ribaciai visto che lo volevo.

E in quel momento entra la dottoressa e ci stacchiamo, poi lei ci guarda con un sorriso.

"Scusi mi può dire il suo cognome." Disse a Levi non so perchè.

"Ackermann." Rispose freddo lui.

"Ok, signora Ackermann lei se vuole puó ritornare nella sua stanza con il suo fidanzato." Disse e Levi divenne roseo e io da rossa a rossissima.

Mi piace come suona,
Giulia Ackermann.
Pensai.

Lo riguardai e gli stampai un altro bacio mentre andavamo verso la nostra camera.

Stavo molto meglio e mi avevano detto che era una specie di attacco di panico al ricordo.

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