Primo capitolo

Arrivare in IPM per me è stato come essere catapultati in un nuovo mondo. La mia vita fuori di qui era perfetta, avevo buoni voti a scuola, ero una brava figlia, nel tempo libero avevo sempre qualche impegno tra sport e lavoretti.
Invece eccomi qui a soli sedici anni in un ipm, per un errore, un banalissimo errore.
"Massimo entra pure."
L'uomo accanto a me mi fece cenno di seguirlo e così feci.
Entrammo in quest'ufficio, dove seduta a capo di una grande scrivania vi era una donna, capelli biondo cenere, sulla mezza età.
"Giada Velberde, molto piacere, sono Paola la direttrice di questo istituto. Accomodati pure. Sei accusata di possesso di cocaina non per utilizzo personale bensì in quantità da spaccio. Ho già studiato affondo il tuo profilo, vieni da una buona famiglia, possiamo dire che hai seguito una linea esemplare nella tua vita e adesso hai deciso di combinarla grossa. Come mai?"
"Come ho già detto quella roba non era mia, ho poggiato ieri sera la mia borsa nel guardaroba della discoteca e quando sono uscita non me ne sono nemmeno resa conto che qualcuno ce l'avesse messa. Ho già dato la mia versione stamattina al suo ufficiale."
"Va bene, allora se continui a non voler collaborare non abbiamo altro da dirci. Al momento resterai in cortile con una guardia, sto attendendo istruzioni dal PM su come comportarci per te. Il lato femminile qui a Napoli è pieno, l'unica soluzione sembra trasferirti, la messa in prova non potranno dartela dato che neghi che quella roba fosse tua. Adesso segui pure il comandante, ti guiderà lui in cortile, ti raggiungerò tra poco."
L'uomo con cui ero arrivata mi accompagnò al piano di sotto, all'esterno.
"Giada, giusto? Beh Giada vedi di collaborare, sei una brava ragazza si vede, capita di fare uno scivolone alle volte, confessa la verità e il PM ti verrà incontro pccrè."
Io non gli risposi ero stufa di dover ribadire il concetto, io non ne sapevo nulla di quella droga. Avranno solo sbagliato borsa in cui metterla.
Mi sedetti in una panchina al sole, il comandante mi seguì e non mi lasciò nemmeno per un secondo.
Pensavo a cosa potessero pensare i miei genitori. Di sicuro erano mortificati, ma mi conoscevano bene sapevano che non avrei mai commesso alcun reato.
"O' Comandá chest chi è?" Una donna dai capelli rossi si avvicinò a noi.
"Liz, è Giada, una ragazza nuova, stiamo aspettando il verdetto del giudice su come procedere. Non ci sono stanze libere nel lato femminile e non collabora, l'unica soluzione sembra il trasferimento."
La signora annuì, stava per rispondere quando venne distratta da degli schiamazzi.
"Meglio che te la tieni dentro, che ora stanno uscendo i ragazzi."
Il comandante mi si avvicinò maggiormente, ponendosi quasi davanti a me. Io alzai leggermente lo sguardo e vidi un gruppo numeroso di ragazzi passarci davanti, tra grida e schiamazzi.
"Comandá e chi è sta bellezza?"
"Zucchero filato! Benvenuta in paradiso."
"Ja Totò finiscila."
Quest'ultima voce io la conoscevo, sollevai maggiormente lo sguardo e lo vidi.
Ciro, Ciro Ricci.
Come un fratello per me, ero cresciuta praticamente con lui, rosa e Pietro.
"Pccrè che ci fai qua?"
Mi si avvicinò appena mi riconobbe.
"Cirù è un errore mi accusano di possesso per spaccio, ma lo sai che io non ci potrei mai centrare in ste cose."
"Ciro manteniamo le distanze, forza cammina." Una guardia se lo trascinò via, con non poca facilità a causa delle sue proteste.
Arrivò poi la direttrice, aveva un bastone che l'aiutava a camminare.
Povera donna, era ancora così giovane per queste difficoltà motorie, doveva aver subito proprio un brutto incidente.
"Giada ti prego di seguirmi nella sala incontri, Massimo, Liz anche voi con me."
Arrivata in quella sala vidi i miei genitori, gli corsi incontro ma loro mi fecero segno di calmarmi e così feci.
"Accomodiamoci tutti gentilmente."
La direttrice poggiò dei documenti sul tavolo.
"Finché non verrà espresso giudizio verso vostra figlia dovrà rimanere in custodia presso un IPM. Abbiamo due opzioni mostrate dal PM.
La prima secondo la quale la ragazza potrà permanere qui ma nell'ala maschile, con il vostro consenso ma ovviamente anche con il suo. La seconda opzione sarebbe trasferirla in un ipm fuori regione, dove ci sarebbe modo di farla stare nell'ala femminile. Vi lasciamo soli con lei ed il comandante per decidere tra di voi e valutare." Lei si alzò e seguita da Liz abbandonò la stanza.
"Mamma, Papi, vi giuro che io non centro nulla, voi lo sapete, non h-" venni interrotta da un ceffone in pieno viso da parte di mia madre.
Il comandante si interpose tra di noi dicendole di calmarsi.
"Guarda in quale cazzo di casino ci hai messo Giada. Se solo tu dicessi la verità e collaborassi potresti scontare la pena a casa. Sei più furba di così. Sappi che se non dirai ora la verità a me non mi vedrai più. Scordati di tua madre."
"Giada devi dire la verità. Ascolta tua madre."
Ero schifata da come nemmeno i miei stessi genitori mi credessero.
"Questa è la verità, io non ne so nulla di chi ha messo lì quella droga. Passiamo oltre e scegliamo cosa fare."
Entrambi si alzarono e senza guardarmi nemmeno in faccia si rivolsero al comandante.
"Per noi è capace di assumersi le sue responsabilità e decidere lei cosa fare, ha il nostro consenso qualsiasi sia la sua scelta, ora vorremmo andare." Il comandante dopo aver provato un po' a persuaderli dovette arrendersi e chiamare la direttrice.
"Quindi Giada sta a te scegliere, se vuoi pensarci ancora un po'..."
Non avevo bisogno di pensare oltre, sapevo già la mia risposta.
"Voglio rimanere qui a Napoli. Vorrei parlare con Ciro Ricci se fosse possibile comandante."
"Pccrè io non so tu come ne sia collegata, però pensaci bene ai rischi che corri. Il trasferimento sarebbe nel Lazio, qualche mese finché non si libera un posto qui."
Mi faceva piacere che il comandante avesse delle speranze per me, ma io in quel momento non vedevo un futuro.
"La ringrazio ma come le dicevo voglio rimanere qui. E vorrei vedere Ciro Ricci."
Un po' in malavoglia il comandante mi fece firmare i fogli nei quali accettavo di rimanere nel lato maschile qui a Napoli.
"Per quanto riguarda Ciro Ricci lo vedrai poi insieme agli altri ragazzi, ora ti chiedo di seguirmi dalla direttrice."
In silenzio lo seguì fino allo studio e mi accomodai attendendo l'arrivo di Paola, la direttrice.
"Bene Giada, il comandante mi ha comunicato la tua scelta.  Mi spiace, hai un futuro meraviglioso fuori da qui che ti aspetta, spero tu lo sappia. Adesso però devi assumerti le tue responsabilità e rimanendo qui avrai molto tempo per pensare a ciò che hai fatto. Hai ancora una settimana prima del processo, spero che tu possa avere una buona versione che ti salvaguardi per quel momento. Massimo, Beppe ha già raccolto i ragazzi nel campetto, andiamo a presentarla. Giada andiamo a conoscere i tuoi nuovi compagni."
Scendemmo le scale tutti e tre silenziosamente, sul varco della porta esterna c'erano la donna di prima, Liz ed un uomo che mi venne presentato come Beppe, un educatore dell'ipm.
"Giada tranquilla, sono tutti bravi ragazzi in fondo, ti aiuteremo noi ad inserirti." Disse Beppe
"E comunque al minimo ripensamento o al minimo problema potrai essere trasferita." Ci tenne a precisare il comandante, già non lo sopportavo.
Mentre tutti e cinque ci avvicinavamo al campetto dentro vedevo tutti i ragazzi guardarmi oltre la rete. Cercavo solo uno sguardo, quello del mio Ciro.
Appena lo vidi iniziai a correre verso di lui.
"Arò vaj!" Liz mi trattenne da un braccio.
"Ciùciù! Uè lascia star sorm." Ciro si aizzò da dietro la rete.
Eravamo uno difronte l'altro.
"Ragazzi lei è Giada, a causa di un sovraffollamento nel lato femminile lei sarà momentaneamente messa tra voi." Schiamazzi e urli animaleschi interruppero il discorso della direttrice.
"Calmi! Che so ste voci!! Vi avverto già, se succede qualcosa a sta ragazza, Poggioreale è vicina. Trattatela come vorreste venisse trattata vostra sorella, vostra madre se fosse al posto suo. Mi raccomando! Paola prosegui pure."
"Massimo grazie non avrei saputo dirlo meglio. Resterà con voi al momento, così che possiate conoscervi e poi vedremo come organizzare le prossime giornate, se farle fare le attività con voi o se usare solo la cella e farla stare con le ragazze durante il giorno."
"Direttì ci basta che ce la lascia alla notte non si preoccupi!" Un ragazzo di colore si batté in petto urlando questa frase ed io rabbrividì, pensando forse che avevo fatto una cazzata a rimanere lì.
"Forse non ci siamo capiti, Gigi fammi un piacere, prendi sta cap e cazz e portalo in isolamento per oggi. Il prossimo si fa tre giorni di isolamento, la punizione aumenta fino a mandarvi a Poggioreale ve lo dico."
Una guardia si avvicinò al ragazzo e con qualche protesta se lo portò via.
Il Comandante si avvicinò a me e mi invitò ad unirmi ai ragazzi.
"Bene vi saluto ci vediamo presto. Giada ben arrivata." Detto ciò la direttrice con il comandante e Beppe se ne andò.
"Tesoro qualsiasi cosa sono qui." Liz mi diede un abbraccio e si allontanò.
Io entrai nel cortile e sotto lo sguardo fisso di tutto corsi verso Ciro.
Lui mi accolse in un abbraccio.
"Ciùciù, manco solo da un anno e già stai qui. Che cazz è fatt?"
"Cirù, mi hanno incastrato ti giuro. M'hann messo della droga al Bailalata, non era mia, ma era troppa e mi accusano di spaccio e mamma mi rinnega, sono sola Ci'."
Piansi a dirotto tra le sue braccia.
"Pccrè mo staj cà' cu me. Mi sei mancata, però forza non ti puoi fa vdè accussì e manc ij pozz fa u debole. Ja ti presento gli altri."
Annuì a Ciro, sapevo la sua importanza, mi asciugai le lacrime mi composi e lo seguì silenziosamente verso un gruppo di ragazzi che si erano seduti su una panchina vicina.
I ragazzi si allargarono lasciando spazio a lui per sedersi.
"Ragazzi lei è Giada, na cumpagn i Rosa, andava a scuola cu iss, è pccrè d'età ma è grande di capa. Già loro sono i cumpagn miei, Edo lo hai conosciuto for."
Edoardo Conte, camorrista per eccellenza, seguiva in tutto Ciro.
Lo avevo conosciuto un giorno solo a casa Ricci, ma nient'altro fortunatamente.
"Pccrè benvenuta."
Mi mandò un bacio.
"Lui è Milos." Indicò un ragazzo palesemente zingaro con delle labbra tatuate sul collo, lui mi fece un cenno della testa per salutarmi.
"I tre ragazzi qui sono Dobermann, Cucciolo e Micciarella. Iss tiene la tua età."
"Cucciolo molto piacere." Un ragazzo altissimo mi sorrise, era molto carino, capelli lunghi e biondi.
"Ij song dobermann." Un ragazzo di colore anche lui molto alto mi strinse la mano.
"Ij song Micciarè." Il più piccolo dei tre mi salutò con un veloce sguardo.
"Guagliù la dovete trattare come se fosse sorm, che nessuno me la tocchi, che nessuno la infastidisca, è na principess p me e pe tutti voi addá ess uguale."
"Grazie Cirù."
Tutti annuirono in silenzio.
"Mo jamm a pazziá forz!" Si alzarono e io mi sedetti al posto loro.
Stetti a guardarli un po', prendendo un po' di sole. Ero sotto lo sguardo di tutti, ma fortunatamente nessuno mi si avvicinò.
A un certo punto intravidi Liz nel cortile, mi sollevai e decisi di raggiungerla.
"Giá arò vaj?" Il ragazzino del gruppo di Ciro si girò seguendomi con lo sguardo.
Io non gli diedi peso e indicai Liz.
"Ja Micciarè n'è per te, continuamm a pazziá." Ciro ridendo se lo tirò di nuovo in partita.
"Liz! Scusami posso?"
"Dimmi tutto Giada."
Mi avvicinai a lei ed una volta raggiunta le chiesi "vorrei sapere quando potrò cambiarmi. Riuscireste a sentire se i miei mi possono portare dei cambi?"
"Tesoro la tua borsa è già arrivata quando hai fatto il colloquio con i tuoi sta mattina, se vuoi ti accompagno a cambiarti, dovrebbe già essere stato controllato. Forza andiamo."
La seguì in silenzio, arrivammo in un gabbiotto, dove ritirammo il borsone e mi accompagnò in un bagno a cambiarmi.
Aprì il borsone e ci trovai qualche canotta, dei pantaloncini sportivi, assurdo mia mamma ci aveva messo di tutto, ci finì persino una gonna di jeans.
Misi un crop top rosa che arrivava appena sotto la mia terza di seno.
Presi poi i jeans aperti sul laterale, con delle catene a livello del giro vita, lasciando così scoperto l'ombelico.
Uscì dal bagno e consegnai il borsone a Liz.
"Tesoro sei sicura?"
"Certo Liz devono capire subito con chi hanno a che fare."
Tornai accompagnata da Liz in cortile, sotto gli sguardi di tutti entrai nel campo e mi avviai verso la panchina di prima.
Mi bloccai quando vidi un ragazzo ridere.
Mi avvicinai a lui.
"Qualcosa di me ti fa ridere?"
"Guarda che è meglio che a me giri a largo, non sono come i tuoi amichetti camorristi."
Continuò a ridere.
"Io sono Filippo piacere, benvenuta. Scusalo lui è Carmine." Strinsi la mano del ragazzo.
"Piacere vostro io sono Giada. So chi è o' piecuro. Ce verimm." Mi girai e mi andai a sedere.
Ciro e i ragazzi smisero dopo poco di giocare e tutti sudati si avvicinarono a me.
"Mamma mia puzzi Ciro, vatti a fa na doccia."
"Ciuciu ti piacerebbe farmi sudà tu così eh?" Ci mettemmo entrambi a ridere. Erano battute che tra noi facevamo, ma non avevamo mai avuto nulla.
"Ti piacess."
"Che vulev o' piecor?"
"Niente Ci, gli ho ricordato che a me manco mi deve guardare." Ciro si avvicinò e mi lasciò un bacio in fronte.
"Puzzi."
Scoppiamo a ridere di nuovo.
"Guagliù avet visto quant'è bellil a principess mij?"
Ij mi sollevai in piedi sulla panca e ringraziai facendo gli inchini.
"Gli autografi dopo per favore."
"Guagliù ij m vac a lavá prima di mangiare, c verimm arop." Micciarella si era tolto la maglia, era proprio bello.
"Mo veniamo pure noi." Ciro fece segnale agli altri di andare, io ero rimasta ad osservare Micciarella, aveva un bel fisico, era il mio tipo, ma prima volevo capire il genere e il carattere.
"Pccrè non lo sciupá."
"Vabbuo Ci' mo chiavass, tutto qui." Ridemmo entrambi.
"Ja jamm 'na cella."
"Ci' ma a me ancora non mi hanno assegnata."
"Vabbuò forza stai da me. Come fuori da qua, stavi sempre in stanza con Rosa, mi mancate, almeno qui ora teng a te. Forza jamm."

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